Da non moltissimi anni è stato ripristinato nelle sue forme originali ed è visitabile a Sant’Andrea in Percussina vicino a San Casciano, il tunnel sotterraneo che usava Niccolò Machiavelli e che collega la villa l’Albergaccio – luogo di villeggiatura, o come lui stesso preferiva dire di esilio – all’odierna omonima trattoria.
Un remoto sottopasso che si presenta come diviso in due linee rette congiunte da una curva, in prossimità della quale si apre, alla luce esterna, una finestra che si affaccia sul pozzo del antica borgata; pozzo collocato esternamente, proprio innanzi all’osteria, che si può considerare un vero e proprio simbolo di questo borgo chiantigiano.
Il tunnel realizzato in cotto, si presenta a botte e costituisce una vera e propria leggenda rinascimentale legata a questo straordinario personaggio.
La leggenda narra infatti – per altro tutto è riscontrabile in una lettera che lo stesso Niccolò scrisse all’amico Francesco Vettori – che egli fosse costretto a passare per quell’angusto cunicolo sotto la strada, per poter andare inosservato dai suoi “pidocchi” – come egli stesso gli definisce – i compagni di gioco dell’osteria: l’oste, il beccaio, il mugnaio e due fornaciai.
Con loro passava le giornate, arrabbiandosi e gridando prima di tornare alla villa in cui si spogliava degli abiti pieni di fango, per indossare quelli “curiali” ed immergersi così nelle letture.
Ma perché Machiavelli si serviva di quel cunicolo quando poteva passare indisturbato dall’esterno?
Lasciamo spazio alla leggenda, ma sicuramente quel cunicolo rappresentava per il contraddittorio Niccolò, una simbologia dove egli si poteva idealmente cambiare le vesti e quindi sdoppiarsi in due.
Vale la pena scoprire questo mondo speciale.Da non moltissimi anni è stato ripristinato nelle sue forme originali ed è visitabile a Sant’Andrea in Percussina vicino a San Casciano, il tunnel sotterraneo che usava Niccolò Machiavelli e che collega la villa l’Albergaccio – luogo di villeggiatura, o come lui stesso preferiva dire di esilio – all’odierna omonima trattoria.
Un remoto sottopasso che si presenta come diviso in due linee rette congiunte da una curva, in prossimità della quale si apre, alla luce esterna, una finestra che si affaccia sul pozzo del antica borgata; pozzo collocato esternamente, proprio innanzi all’osteria, che si può considerare un vero e proprio simbolo di questo borgo chiantigiano.
Il tunnel realizzato in cotto, si presenta a botte e costituisce una vera e propria leggenda rinascimentale legata a questo straordinario personaggio.
La leggenda narra infatti – per altro tutto è riscontrabile in una lettera che lo stesso Niccolò scrisse all’amico Francesco Vettori – che egli fosse costretto a passare per quell’angusto cunicolo sotto la strada, per poter andare inosservato dai suoi “pidocchi” – come egli stesso gli definisce – i compagni di gioco dell’osteria: l’oste, il beccaio, il mugnaio e due fornaciai.
Con loro passava le giornate, arrabbiandosi e gridando prima di tornare alla villa in cui si spogliava degli abiti pieni di fango, per indossare quelli “curiali” ed immergersi così nelle letture.
Ma perché Machiavelli si serviva di quel cunicolo quando poteva passare indisturbato dall’esterno?
Lasciamo spazio alla leggenda, ma sicuramente quel cunicolo rappresentava per il contraddittorio Niccolò, una simbologia dove egli si poteva idealmente cambiare le vesti e quindi sdoppiarsi in due.
Vale la pena scoprire questo mondo speciale.
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