4 Marzo 2023

Trieste: il bagnasciuga della Mitteleuropa che sa di caffè

Un fascino unico e speciale. Trieste non è solo il capoluogo italiano più ad est e il porto dell’Adriatico più a nord, ma certo è che queste due caratteristiche la rendono particolare.
Trieste una sottile striscia di terra stretta fra il mare e l’altopiano carsico -con la sua multietnicità, il suo crogiolo di razze e religioni. Il suo borgo medievale sul colle e la sua eleganza neoclassica mitteleuropea sulle rive. Poi quella piazza, maestosa ed elegante con affaccio sul mare. Una delle più belle d’Italia.


La ricchezza del più grande porto d’Europa

Oggi Trieste è una città che porta sulla pelle le ferite della storia. La stessa che due secoli fa l’ha lanciata nell’elite delle città più ambite dell’intero vecchio continente l’ha fatta essere nel Novecento ambita e contesa.
La sua posizione geografica di essere la città di mare più vicina all’Europa continentale le ha permesso di diventare nell’Ottocento un porto franco che ha indotto ad abitare la città importanti uomini d’affari e lavoratori in cerca di un futuro.
Demograficamente ed economicamente fu un esplosione. La popolazione da poche migliaia superò quota 200.000 e la città divenne una capitale multietnica. Il mare favorisce l’approdo e la convivenza di popoli differenti e così Venezia come Livorno è ricca di chiese di molte confessioni.
Tutt’oggi a Trieste si parla un idioma unico derivato dal veneziano e nella sua provincia vive una folta minoranza slovena.


Protagonista della storia

Era l’inizio del 1700 (per esattezza il 1719) quando la città divenne porto franco e dette una svolta al suo futuro.
Trieste divenne una delle capitali culturali dell’Europa. Una città cosmopolita e multilingue dove convivevano in serenità austriaci, veneziani, ungheresi, serbi, croati, sloveni, inglesi, armeni e greci.
La sua storia è sempre stata diversa da quella del resto d’Italia alla quale è stata annessa solo nel 1918 dopo il dramma della Prima Guerra Mondiale che anche sul Carso triestino si è combattuta.
Trieste era il desiderio degli irredentisti italiani che sognavano per completare l’unità d’Italia alla sua unificazione alla penisola.
Fu dura molto dura. Il crollo economico dopo l’unificazione, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’occupazione tedesca, quella jugoslava, le foibe, la città-stato divisa in due zone d’influenza e poi l’annessione all’Italia solo nel 1954.


L’eleganza della Mitteleuropa fra Carso e mare

Piazza dell’Unità d’Italia, nome evocativo per questa città martire è la piazza più grande d’Europa aperte sul mare ed una delle piazze più belle in assoluto.
Una magia passeggiare sui suoi ciottoli a ospita davanti al Palazzo del Municipio con il famoso orologio costeggiando la Fontana dei Quattro Continenti, il palazzo del Governo, lo storico Caffè degli Specchi e gli altri eleganti palazzi di sapore mitteleuropeo.
Il consiglio è di recarsi qui all’ora del tramonto dove con le luci della sera tutto il golfo di Trieste si apre davanti agli occhi con luci speciali. Magari fatelo sorseggiando uno Spritz che in Trieste ha la sua capitale, seduti al tavolo dello storico caffè degli Specchi fronte molo Audace.


L’antica città sul colle

Da non perdere la vista del golfo dall’alto della cattedrale di San Giusto evocata con malinconia quando ancora Trieste era il “Libero Territorio di Trieste” da Nilla Pizzi nella sua “Vola Colomba” di sanremese memoria.
Poco distante il foro romano e poi, per completare il tour nell’antica Roma d’obbligo soffermarsi in ciò che rimane del teatro romano risalente al I e II secolo d.C. e riportato alla luce nel Novecento.
Nella città vecchia è bello perdersi nelle stradine selciate, che si snodano in una rete di salite e discese fino all’arco di Riccardo più o meno del I secolo, a.C.


Il lungomare di Barcola e il castello di Miramare

Uscendo dalla città la linea dell’orizzonte vede sempre al nostro lato la brezza dell’Adriatico, quella che si fa violenta in tempo di bora, vento unico tipico della zona. Il lungomare di Barcola è la spiaggia dei triestini dove fra il parco di pineta, i giardini, il cemento e lo scoglio scorre felice la stagione estiva degli abitanti di questa città. E’ qui che vi dovete fermare se volete vivere anche una serata con un aperitivo modaiolo con la vista che spazia da Venezia fino a Pola.
Poi ecco, in fondo all’orizzonte quasi miracolosamente incastonato su un promontorio il castello di Miramare con il suo carico di natura e di mito.
La sua costruzione e il suo spettacolare parco furono voluti dall’arciduca Massimiliano d’Austria, il fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe che qui visse stagioni felici prima di attraversare l’oceano e andare incontro al suo destino in Messico.
Elegante e fiabesco con il candore del bianco della pietra bianca d’Istria, con l’eleganza dei saloni di tanti felici valzer viennesi e con quel piccolo promontorio oggi riserva marina del WWF.


La città del caffè

Tanti associano erroneamente il caffè a Napoli ma ignorano che fu proprio Trieste a far scoprire l’esotico baccello di questa pianta tropicale alle nostre latitudini.
E’ quindi indubbio che Trieste sia la capitale europea del caffè e non a caso qui la cultura della nera bevanda è ancora molto presente.
Triestini ieri e oggi i più grandi torrefattori perché nel porto di Trieste arrivò il primo sacco di caffè. Erano i primi del Settecento e poi nel 1768 ecco nascere la prima caffetteria moderna di cui si abbia notizia.
Attenzione perché a Trieste il caffè è un vero e proprio rito. Vi verrà chiesto se lo volete liscio e quasi sempre ve lo porgeranno accompagnato a un piccolo bicchiere di acqua naturale.
Se ordinate un cappuccino vi sarà servito in tazza piccola come quello che in Italia definiamo caffè macchiato. Tante sono le leggende e tradizioni legate a Trieste e al caffè. Vi abbiamo accennato di tanti torrefattori famosi (da Illy a Haubrandt) ma un capitolo a parte lo meritano i gli antichi caffè, letterari e meno di cui Trieste è capitale culturale.
Accenniamo solo al celebre caffè degli Specchi di cui vi abbiamo accennato che si trova in Piazza Unità d’Italia dal 1839, del più antico caffè Tommaseo nell’omonima piazza nato nel 1830, del caffè Tergesteo situato in piazza della Borsa dal 1863 e del caffè San Marco il più “giovane” che si trova in via Battisti dal 1914. Tutti tempi in cui a Trieste passeggiavano gli ufficiali di Francesco Giuseppe e la lingua parlata era l’austriaco.


Dallo Spritz al Terrano

Due miti in bicchiere di questa città speciale sono uno popolarissimo e l’altro pressoché sconosciuto fuori dai confini della Venezia Giulia.
Il terrano vino rosso, forte e pungente cresce con forza affondando le radici delle sue vigne nella pietra del Carso e di esso porta l’asprezza nel bicchiere. Se volete saperne di più scopritelo qui.
Quanto allo Spitz pochi non lo sanno ma quello triestino è quello originale da cui si è generato anche il suo nome. Non vi sorprendete se vi serviranno solo del vino bianco con un po’ di acqua sprizzata dentro, leggete qui e capirete perché.

Una cucina tutta da scoprire

Non vi aspettate piatti culturalmente vicini ai vostri gusti. Siete del resto in una città che per oltre seicento anni ha respirato e fatto sue culture diverse e tipiche del centro Europa.
La cucina triestina porta in dote caratteristiche austriache, ungheresi, slave. Se non siete pratici avrete anche difficoltà a leggere menù dove i nomi più diffusi sono porzina, luganighe, capuzi, kaiserfleish serviti con kren, jota, sardoni in savor, gnocchi con susine, goulash. Fra i dessert la pinza, le fave, gli struccoli e poi la putizza e il presnitz.
Potremo guidarvi in altro articolo a scoprire questi piatti che nello stesso ordine possiamo “tradurre” con coppa di maiale aromatizzata e cotta nei crauti), salsicce con crauti), braciole di maiale trattate come il prosciutto cotto cotte nei crauti e servite con una salsa di radice di rafano grattugiata. Ecco poi la minestra di crauti e fagioli e fra i dolci la tipica focaccia pasquale triestina, le piccole palline colorate aromatizzate alla rosa bulgara, i ravioli dolci e i dolci di pasta lievitata con frutta secca. Una certezza da provare assolutamente il locale prosciutto del Carso che troverete anche col nome di Kraški pršut


La Barcolana

E’ l’evento di Trieste la regata storica più partecipata al mondo che nel 2018 non a caso è entrata nel Guiness World Record con le sue 2689 imbarcazioni iscritte. Uno spettacolo unico quello che si celebra nel golfo di Trieste dal 1969 la seconda domenica di ottobre. Uno spettacolo da non perdere anche per la sua formula del tutto particolare che prevede che su una singola linea di partenza si ritrovano a gareggiare fianco a fianco velisti professionisti e semplici appassionati, su imbarcazioni di dimensioni dimensioni che vengono suddivise in categorie a seconda della lunghezza fuori tutto.


Tanto da scoprire in un piccolissimo lembo di terra

Quella di Trieste è sena ombra di dubbio una delle provincie più piccole d’Italia. Di fatto tutto il suo entroterra geografico fu annesso alla Jugoslavia e oggi alla Slovenia ma è incredibile quanto c’è da scoprire in questa striscia di terra piccolissima.
Senza muoversi dai confini nazionali da visitare la baia di Grignano con il Museo della Scienza voluto da Massimiliano d’Austria; tutti gli storici caffè letterari triestini dove passavano ore feconde d’intellettualismo Italo Svevo e James Joyce; concedersi un viaggio sul tram marciante più antico d’Europa che da Trieste conduce a Opicina; camminare dopo essere saliti a Opicina lungo la “strada napoleonica” in quattro chilometri mozzafiato sul ciglione carsico, che offre indimenticabili vedute su Trieste e il suo golfo e consente di raggiungere il Monte e il Santuario Grisa. Poi la natura incredibile del carsismo con la Grotta Gigante di Sgronico che con i suoi cento metri di profondità è la più ampia caverna turistica visitabile al mondo; le risorgive del Timavo nei pressi di Duino dove fra pioppi e platani risorge il fiume Timavo che dopo essere nato in Slovenia e aver percorso 50 chilometri si inabissa a San Canziano dove dopo aver percorso due chilometri e mezzo e 25 cascate sottoterra risorge nei pressi del mare a Duino; poi tappa d’obbligo a Prosecco “il bosco tagliato” in lingua serbo croata per coltivare quella vite che oggi è diventata la più famosa al mondo anche se si fa con altra uva. Ma quella del Prosecco triestino e delle verità sul vino italiano più venduto a l’estero è una storia che racconteremo a parte…

 

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