9 Maggio 2023

Il suino nero eccellenza (ecosostenibile) italiana

Sarà presentata a Tuttofood, la fiera agroalimentare che si terrà a Milano dall’8 all’11 maggio, la gamma di prodotti Re Nero 100% puro Suino Nero Italiano.

Il maiale eccellente

Si tratta del primo marchio collettivo nazionale in zootecnia, approvato dal Ministero delle Imprese lo scorso anno e che si accinge ad entrare in commercio con la certificazione di Agroqualità.
Ben cinque razze – Suino nero di Calabria, Nero dei Nebrodi, Casertana, Cinta senese e Mora romagnola – presenti in sette regioni: Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e ovviamente Calabria.
Si tratta di una riscoperta di produzioni di alta qualità e ad alto valore aggiunto che si candidano ad interpretare appieno le nuove tendenze di consumo in tema di sostenibilità ambientale, benessere animale e gusto autentico – dichiara Anna Madeo, presidente di Filiera Madeo capofila Rete Nazionale del Suino Nero Italiano– Preserviamo la biodiversità e la purezza di razze pregiate di suino nero, presenti nei diversi territori della nostra filiera da oltre 2.700 anni, sin dagli antichi Greci e Romani. Un patrimonio gastronomico inestimabile da valorizzare”.

Scopriamo le razze

Hanno in comune il colore del mantello che è scuro. Sono cinque e si trovano in sette diverse regioni italiane quelle che possono fregiarsi del marchio suino nero e noi ora andiamo a scoprirle una ad una.


Suino nero di Calabria

La razza di suino nero di Calabria o apulo calabrese è una autoctone italiane e come dice il suo nome, la sua zona di diffusione corrisponde alla Calabria.
La sua morfologia è quella tipica del suino iberico-mediterraneo con profilo fronto-nasale rettilineo e orecchie rivolte in avanti a coprire gli occhi. Presenta un mantello nero con setole nere abbondanti.
Era un animale in via d’estinzione fino a quando una diversa coscienza del consumatore italiano ha dato il via a una spinta di rinascita. Il calabrese è un maiale a crescita lenta e poco fertile ed era per questo considerato “scomodo” ai tempi in cui si cercavano quantità e non qualità.
La riscoperta di questa razza rustica e robusta è quindi recente e lo si fa attraverso la valorizzazione dei prodotti di alta qualità che si ottengono dall’allevamento brado e la lavorazione artigianale delle carni.


Suino nero dei Nebrodi

Il suino Nero dei Nebrodi è chiamato anche suino Nero Siciliano, suino Nero delle Madonie o suino nero dell’Etna. E’ una razza autoctona italiana di maiale presente nei territori di Caronia, San Fratello e Cesarò, nel messinese, ma che si è diffusa sia sui monti Nebrodi (nel contesto del Parco regionale dei Nebrodi) che sulle Madonie ad altitudine massima di 1 800 metri sul livello del mare.
Il suo allevamento ha origini antiche, risale alla colonizzazione greca e cartaginese e si tratta di una razza più piccola nella media delle altre italiane, precoce, rustica e longeva ben resistente alle malattie e alle avversità climatiche. Un animale dalla crescita lenta che fornisce carne di grande qualità.


Casertana

La casertana è una delle razze autoctone di maiale più diffusa nell’Italia meridionale. La sue caratteristiche sono quelle tipiche del suino iberico-mediterraneo ed è presente nel territorio casertano fin dall’epoca romana come si evince da alcune sculture e affreschi dell’epoca.
La sua diffusione era alta fino alla seconda guerra mondiale ma poi il subentro di razze più precoci di maggior rendimento hanno fatto quasi del tutto abbandonare il suo allevamento. Oggi, grazie agli operatori e alle associazioni locali che hanno istituito un “decalogo per il corretto allevamento del suino casertano” sta valorizzando questa razza sì rustica ma dalle carni eccellenti.


Cinta senese

La cinta senese è la razza simbolo del “recupero” delle autoctone. Gli animali di questa razza sono allevati fin dai tempi dei Romani nella zona della Montagnola Senese e oggi ha ottenuto il marchio denominazione di origine protetta (Dop) e il Consorzio di Tutela della Cinta senese ha pubblicato un disciplinare sulle caratteristiche del suo allevamento.
Essendo una razza poco prolifica stava andando incontro all’estinzione dopo l’introduzione delle razze straniere più redditizie e fu salvata solo quando ormai erano presenti poco più di 150 esemplari.
Il suo recupero rappresenta per il settore il più importante e fulgido esempio d’intervento di recupero che ha tolto dall’oblio una razza poco prolifica ma le cui carne hanno però qualità organolettiche uniche che unite alle
particolari condizioni di allevamento e alimentazione hanno positivi effetti sulla sapidità e sulla succulenza della carne che vanta migliori qualità dietetiche per la maggiore concentrazione di acidi grassi insaturi, in particolare della serie Omega 3.


Mora romagnola

La mora romagnola è la quinta razza autoctona nera italiana e trova la sua origine come si evince dal nome dalla regione della Romagna e in particolar modo dalle province di Forlì-Cesena e Ravenna. In origine ne esistevano tre varianti: la forlivese che era la più diffusa, la faentina e la riminese
La specie è stata recuperata a un passo dall’estinzione negli anni 1980 con un grande sforzo di recupero del patrimonio genetico.,

 

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