15 Novembre 2024

È nei borghi, l’anima viva della Valle d’Aosta

Diffidate da chi vi racconta che in Valle d’Aosta il tempo si è fermato.
Non solo perché non è vero, ma anche perché non è nemmeno augurabile una cosa del genere. Il tempo, com’è naturale, passa per tutti e per tutto, ed è questo il bello: leggere, tra quanto si presenta oggi ai nostri occhi, le tracce di una stratificazione in cui ciascuna epoca ha lasciato le proprie impronte, in un divenire che plasma di continuo gli spazi a immagine e somiglianza dei tempi che cambiano.
È un’illusione pericolosa, quella di poter fermare il tempo: la Valle d’Aosta è costellata di piccole realtà vive, in cui gli spazi si evolvono e si risignificano senza rinunciare alla loro essenza.

Un Forte fulcro di cultura

Succede, quindi, che luoghi come il Forte di Bard, per secoli considerato prototipo della fortezza perfetta e inespugnabile, sia oggi uno degli hub culturali più attivi e vivaci del Paese, sede ogni anno di importanti mostre internazionali. Di recente, inoltre, il Forte è diventato nell’immaginario collettivo anche il forte degli Avengers, in seguito al successo del film Marvel.
Insieme a quella di Bard, sono tantissime le storie di borghi valdostani dove è possibile vedere a occhio nudo non un tempo congelato, ma il suo trascorrere, riconoscendo nelle sue tracce, più che un grande passato, un susseguirsi di presenti, dei quali il nostro è solo l’ennesimo e domani sarà già Storia. Vita pulsante, che si rinnova quotidianamente.

Saint Pierre. Cinque millenni, un castello e una mummia

Risalgono al 3000 A.C. fa le prime tracce insediative della località di Saint-Pierre, che la rendono una delle primissime aree abitate della Valle d’Aosta. Ma di un periodo ancora precedente è la sua abitante più vecchietta: parliamo della Mummia del Lyskamm, la più antica mummia naturale d’Italia, una marmotta vissuta ben 6.600 anni fa.
Questo stupefacente reperto, proveniente dal ghiacciaio del Lyskamm, nel gruppo del Monte Rosa, è diventato finalmente visitabile al Museo Regionale di Scienze Naturali Efisio Noussan, che si trova negli ambienti dell’affascinante castello di Saint Pierre. Ma prima di essere un museo, il castello, che ha ispirato nell’Ottocento i disegni di John Ruskin e William Turner, è stato un’importante residenza dei signori di Quart, poi dei Savoia, poi degli Challant, un simbolo del loro potere.
La sua forma attuale, tuttavia, è dovuta agli interventi in stile neogotico 
fin-de-siècle, che traggono ispirazione, soprattutto per le torrette angolari della torre centrale, dai castelli costruiti sugli speroni rocciosi della valle del Reno del sud della Germania. Un vero castello di Biancaneve, nel centro della Valle d’Aosta.

Un museo all’aperto a Etroubles

Cominciamo da… Napoleone!
Una delle più celebri immagini dell’empereur lo vede solenne, in sella al quasi altrettanto celebre cavallo rampante, proprio tra le montagne della Valle del Gran San Bernardo. Se queste montagne potessero parlare, racconterebbero probabilmente una scena decisamente più simile a quella dipinta, mezzo secolo dopo, da Delaroche, con un Bonaparte infreddolito a dorso di mulo
Racconterebbero anche di Annibale, di Carlo Magno e di tutti coloro che, diretti in Italia, hanno dovuto valicarle, lungo il percorso della via Francigena. Proprio nella Valle del Gran San Bernardo sorge Étroubles, grazioso borgo un tempo passaggio obbligato dei pellegrini, oggi museo a cielo aperto, intitolato proprio
À Étroubles, avant toi sont passés… 
dove sono esposte opere di artisti internazionali del calibro di Albert Féraud, il massimo scultore francese del XX secolo e dello svizzero Hans Erni, oltre agli italiani Salvatore Sebaste e Sergio Zanni.
Il museo è visitabile in autonomia utilizzando da smartphone l’app Étroubles Turismo Cultura.

Bard ma non solo: la valle degli Avengers

Un ponte romano, meraviglia dell’ingegneria del I secolo D.C.; una strada realizzata nello stesso periodo scavando nella roccia della montagna; un castello a forma di parallelepipedo posto in cima a un’altura all’imbocco della Valle d’Aosta; un tunnel ferroviario che passa sotto il già menzionato forte di Bard; il forte stesso.
Che cos’hanno in comune tutti questi luoghi? Oltre a essere tutti piuttosto vicini e in Valle d’Aosta, sono stati il set delle riprese del film Avengers, Age of Ultron: i centri storici di molti comuni valdostani sono stati trasformati nella città immaginaria dell’Est Europa, Sokovia.
Bard si accede al maestoso Forte che è stato scelto come sede dell’Hydra, acerrima nemica dello Shield, il castello dei cattivi dove Ultron mette a punto il suo piano di distruzione del Pianeta.
Donnas si può ripercorrere la Strada romana delle Gallie intagliata nella roccia sovrastata dal caratteristico arco e un Borgo medievale che conserva edifici del XVI e XVII secolo, mentre Pont-Saint-Martin merita una tappa per il Ponte romano sul torrente Lys che domina il centro cittadino.
Verrès lo splendido borgo medievale è sovrastato dalla Collegiata di Saint-Gilles, da cui si affaccia nel film l’attore Jeremy Renner.
Il tunnel ferroviario che si vede all’inizio del film è visibile dalla via Stazione a Hône e passa sotto il Forte di Bard. Le vestigia romane che appaiono in molte scene di combattimento a Sokovia sono le mura romane della Città di Aosta.

L’oro della Valle d’Aosta. Brusson, centro minerario e idroelettrico

Le storie, o per meglio dire le leggende, in merito all’estrazione di oro a Brusson, 1300 m di quota in Val d’Ayas, si perdono nella notte dei tempi: pare che già i salassi, prima ancora dei romani, fossero a conoscenza della ricchezza del sottosuolo di questa California valdostana, e che lo stesso nome di Brusson derivi dalla parola latina bruxeum, che significava, appunto, miniera d’oro.
Se l’origine del toponimo è dibattuta, certo non lo è l’importanza che dal 1899, anno in cui i giacimenti sono stati ri-scoperti, fino alla fine degli anni Ottanta, hanno avuto per questo grazioso villaggio alpino le attività estrattive: la miniera di Chamousira Fenilliaz, appena fuori l’abitato di Brusson, è stata la più importante miniera d’oro della Valle d’Aosta, e lascia ancora oggi i suoi visitatori a bocca aperta
Nel centro del paese, invece, si trova un grazioso laghetto di fondovalle, circondato da un grande parco giochi con tavoli e panchine, campo di beach volley e area verde per rilassarsi e prendere il sole oltre che praticare la pesca sportiva. Non si tratta, tuttavia, di un lago naturale: quello di Brusson è nato insieme alla diga, che alimenta la centrale idroelettrica di Isollaz, nel vicino comune di Challand-Saint-Victor.
Oggi, in un’epoca in cui nelle miniere della Valle d’Aosta non si scava più, l’oro di Brusson si trova nell’acqua, quella che sotto forma di neve imbianca d’inverno le sue piste di fondo e quelle di discesa della vicina Estoul, e quella che, grazie allo scioglimento delle nevi, alimenta la potenza dei torrenti a primavera permettendo di ricavare energia elettrica.

 

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