Tanto semplice quanto suggestiva non è solo un rifugio montano, ma un simbolo di resilienza e di storia tutto da scoprire.
Il fascino della storia nella Buffa di Perrero
In realtà, e qui inizia tutto il suo fascino la Buffa di Perrero è stato costruito come rifugio nel corso della Prima Guerra Mondiale dai soldati italiani impegnati nelle furiose e incredibili battaglie sull’alta quota delle Dolomiti.
Il Mote Cristallo fu teatro di scontri aspri e al limite del possibile per le altezze a cui si svolgevano tra le truppe italiane e quelle dell’impero austro-ungariche, che qui combatterono in condizioni estreme, tra neve, ghiaccio e terreni impervi durante lunghi inverni.
Il rifugio che si trova di fatto incastonato nella roccia e dello stesso colore della pietra è quasi invisibile dalla valle sottostante e serviva come riparo strategico e punto di osservazione a mezza costa.
Terminata la guerra, la Buffa di Perrero fu lentamente abbandonata e lasciata a combattere da sola contro le intemperie e lo scorrere del tempo.
Negli ultimi anni, tuttavia per fortuna, la struttura è stata ristrutturata per recuperare una parte eroica della nostra storia recente diventando una meta ambita per gli escursionisti più avventurosi e per coloro che vogliono immergersi nella storia e nella natura.
La struttura è piccola e semplice, con pareti in mattoni grezzi e un interno essenziale. Non ci sono comfort moderni, solo lo stretto necessario per offrire un riparo sicuro e un luogo per riflettere sulla bellezza e la durezza di questo paesaggio.
Quello che rende speciale la Buffa di Perrero è la sua posizione unica.
Situata in un punto quasi irraggiungibile, si integra perfettamente con il paesaggio circostante, offrendo una vista spettacolare sulle vette dolomitiche.
È un luogo che sembra sospeso nel tempo, dove la bellezza naturale e il peso della storia convivono perfettamente.
L’impresa della ristrutturazione
Nonostante il luogo fosse già stato ristrutturato una prima volta nel 1972, poco dopo la creazione della ferrata che lì conduce, nell’inverno del 2020/2021 con le ripetute nevicate fecero crollare il tetto, rendendo il luogo inagibile.
In occasione dell’anniversario dei 150 anni del Corpo, gli Alpini in armi in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini, hanno deciso di ristrutturare il Buffa di Perrero e rendere nuovamente agibile il luogo.
Un lavoro incredibile che è stato molto più di una semplice operazione edilizia. Un’autentica “impresa alpinistica”, che ha richiesto coraggio, determinazione e abilità nell’affrontare le difficoltà del terreno e del percorso quasi inaccessibile. Guidati dal comandante Colonello Italo Spini, gli Alpini del 6° Reggimento Alpini hanno portato a termine l’impresa in pochi giorni e l’inaugurazione si è svolta il 1 ottobre 2022, con la presenza del nipote e del pronipote del Colonello Buffa di Perrero a cui è dedicato.
Un momento commovente e significativo per un’ operazione che non è stata solo un restauro fisico della struttura, ma ha anche voluto dire recuperare e preservare un importante pezzo di storia, un simbolo delle difficoltà e degli orrori affrontati dagli Alpini durante la Prima Guerra Mondiale.
La memoria del passato rappresentata da questo luogo è un monito costante per non dimenticare mai la storia passata, che segna e insegna.
Un luogo non per tutti per una completa immersione nella natura e nella storia
L’appellativo di “casa più solitaria del mondo” deriva dalla posizione isolata. Il rifugio è infatti accessibile solo attraverso un impegnativo percorso escursionistico non adatto a tutti.
È lontano da tutto e tutti e per questo ideale per chi cerca un’esperienza di completa immersione nella natura e quasi di meditazione contemplativa.
Il restauro che l’ha reso a noi è stato molto rispettoso e ha avuto come unico obiettivo quello di preservare l’autenticità di un luogo in cui è passata la storia della Patria.
La Buffa di Perrero rappresenta quindi qualcosa di più di un luogo esclusivo e non solo perché è un pezzo di storia militare, ma anche perché è un simbolo della resistenza umana nelle condizioni più estreme. Un luogo che ispira riflessioni sulla guerra e sulla pace e sul rapporto tra uomo e natura.
Visitarlo come accennato non è però per tutti a causa della sua posizione remota che richiede per raggiungerla preparazione e spirito d’avventura.
Il rifugio è raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero impegnativo che richiede esperienza e resistenza fisica. Le condizioni del percorso variano in base alla stagione, con tratti che possono essere particolarmente difficili da affrontare. La ferrata è intitolata a Ivano Dibona, colui che insieme al fratello Freddy, esplorò e attrezzò il sentiero per la prima volta negli anni ‘60 e che morì proprio su quelle cime nel 1968.
La Via Ivano Dibona rappresenta un importante percorso storico restaurato, che ha giocato un ruolo significativo durante la Prima Guerra Mondiale come una delle vie di transito utilizzate dalle truppe italiane. Per questo è consigliabile affidarsi a una guida esperta o unirsi a un gruppo organizzato per raggiungere la Buffa di Perrero.
Questo garantisce sicurezza e offre l’opportunità di apprendere di più sulla storia e sulle caratteristiche naturali del Monte Cristallo. Sicuramente sono i mesi estivi, da giugno a settembre, il periodo migliore per visitare questo luogo perché i più indicati per affrontare il percorso, quando la neve si è ritirata e le condizioni meteorologiche sono più stabili.
La zona del Monte Cristallo offre inoltre numerose attrazioni per gli amanti della montagna: i sentieri circostanti regalano viste mozzafiato sulle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’Unesco; mentre per i più esperti, le vie ferrate del Monte Cristallo offrono avventure davvero adrenaliniche e poi per gli appassionati della storia qui troverete tante trincee, fortificazioni e altri resti della Prima Guerra Mondiale, che raccontano la vita dei soldati in alta quota.
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