Il Monte Ararat, vulcano dormiente (l’ultima eruzione risale al 1840) è una delle montagne più affascinanti del mondo, avvolto da misteri e leggende millenarie. Situato al confine tra Turchia, Armenia e Iran, è noto per essere il luogo in cui, secondo la tradizione biblica, si sarebbe arenata l’Arca di Noè dopo il Diluvio Universale.
Si trova nella Turchia orientale e per l’esattezza nella provincia di Ağrı, vicino al confine con l’Armenia. Con i suoi 5.137 metri d’altezza è la montagna più alta della Turchia.

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Un ghiacciaio unico
In premessa va ricordato che raggiungere il Monte Ararat è da viaggiatori e non da turisti poiché per raggiungerlo è necessario ottenere un permesso speciale dal governo turco, poiché si trova in una zona militarizzata. La città più vicina è Doğubeyazıt, da cui partono le spedizioni di trekking e scalata per cui si qui volete andare organizzatevi per tempo.
Nonostante il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici il Monte Ararat è ancora ricoperto da un ghiacciaio permanente. Quello sommitale è l’unica calotta glaciale permanente di tutto il Medio Oriente.
Un fenomeno unico, un tesoro di ghiaccio che abbraccia il suo cratere vulcanico ancora più sensazionale pensando che la regione è nota per il suo clima caldo.
Come un’oasi di ghiaccio in un mare di roccia vulcanica, questa calotta glaciale sfida ogni aspettativa. Una vera rarità naturale che ci ricorda quanto il nostro pianeta sia ancora capace di sorprenderci, ma anche quanto sia importante preservare queste meraviglie uniche.
Un patrimonio prezioso che gli scienziati continuano a studiare, testimone silenzioso del delicato equilibrio tra vulcano e ghiaccio.

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Fra storia e leggenda
Oltre alla sua importanza geologica e paesaggistica, il Monte Ararat ha un ruolo centrale nella mitologia e nella religione.
Secondo la Bibbia, l’Arca di Noè si fermò sulle sue pendici dopo il Diluvio Universale, rendendolo un luogo sacro per molte culture.
La leggenda del Diluvio Universale è presente non solo nella tradizione biblica, ma anche in altre culture antiche, come quella sumera e babilonese.
Si racconta che Dio, per punire l’umanità corrotta, scatenò un’immensa alluvione, salvando solo Noè, la sua famiglia e una coppia di ogni specie animale a bordo dell’Arca.
Nel corso dei secoli, numerose spedizioni sono state organizzate per trovare i resti dell’Arca sul Monte Ararat. Tra le più famose quella del 1829 dell’esploratore tedesco Friedrich Parrot che scalò la montagna e riferì di testimonianze locali sulla presenza dell’Arca; quella del 1949 con immagini aeree della Cia che mostrarono una formazione anomala sulla montagna, alimentando speculazioni. Nel 1955 il pilota George Greene riportò di aver avvistato una grande struttura sulla montagna e infine nel 2007, un team di esploratori turchi e cinesi dichiarò di aver trovato una struttura di legno a 4.000 metri di altitudine, ipotizzando che fosse parte dell’Arca.
Tuttavia, nessuna di queste scoperte è stata scientificamente confermata e molti studiosi restano scettici sulla possibilità che un’imbarcazione possa essere sopravvissuta per millenni in tali condizioni, Alcune teorie alternative infine suggeriscono che l’Arca di Noè possa trovarsi altrove, come nel Monte Judi, citato nel Corano. Ma il mito resta ed è bello forse che rimanga una leggenda…
Del resto gli studiosi suggeriscono che il racconto del Diluvio possa essere ispirato a eventi reali, come inondazioni catastrofiche nella Mesopotamia antica. Alcuni geologi ipotizzano invece che il Mar Nero si sia espanso rapidamente in epoche remote, dando origine alla leggenda.
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