Puanina tour, la terra delle sette lingue

Puanina tour, la terra delle sette lingue

Il Puanina tour è l’immersione totale in uno spazio fortemente identitario, di storie e tradizioni che parlano di multicultura. Una montagna poco nota dove il vivere lento non è soltanto un bello slogan pubblicitario.
Un viaggio per chi vuole scoprire l’autenticità della montagna italiana. Una montagna fatta di storie e culture diverse che affondano le origini nel Medioevo è consigliabile visitare la Valcanale.

Siamo in Friuli Venezia Giulia, all’estremo nord est del confine nazionale, a due passi da Austria e Slvoenia.
A pochi chilometri c’è Tarvisio, graziosa cittadina di confine crocevia (una volta blindato) fra est e ovest. Famosa per la sua foresta millenaria (LEGGI) , le sue tante piste da sci, la sua scuola di sleddog, il santuario del Monte Lussari (LEGGI), il vicino altopiano del Montasio (LEGGI) e il suo celebre mercato.


Ugovizza e l’anello nel bosco

Ugovizza (Ukve in sloveno, Uggowitz in tedesco e Ugovize in friulano) è una piccola cittadina di montagna da cui si parte alla scoperta delle Puanine delle Alpi Giulie.
Dal suo delizio centro storico, minuscolo ma curatissimo fra ponticelli in legno e tanti fiori alle finestre delle casette basse coi tetti spioventi, parte, ben segnalato il percorso trekking recentemente istituito chiamato “Puanine Tour”.


Cosa sono le puanine

Cosa sono le Puanine vi domanderete? L’equivalente locale delle malghe. Siamo del resto, come avete intuito dal nome stesso della cittadina che si declina in quattro lingue diverse in una zona unica d’Italia per una particolarità.
Qui convivono pacificamente, unico esempio in Europa, popolazioni di ceppi diversi: neolatino, slavo e germanico e ognuna di esse mantiene oltre alle sue caratteristiche e le sue tradizioni le sue lingue. La situazione linguistica di Ugovizza è rarissima ed è l’espressione alla massima potenza del plurilinguismo.


La dove si parlano 7 lingue

Qui oltre a parlarsi le tre lingue dei tre ceppi (italiano, tedesco e slavo) si parla comunemente anche la lingua friulana, un dialetto sloveno, uno tedesco carinziano, e dialetti italiani di altre regioni.
In poche parole ogni abitante di Ugovizza parla correttamente da un minimo di due lingue (esempio italiano e un idioma locale) a un massimo di sette (dialetto sloveno, dialetto tedesco, friulano, italiano, dialetti italiani di altre regioni, sloveno standard, tedesco standard) e anche nelle scuole materne ed elementari si insegna: italiano, tedesco e sloveno.

Il Puanina Tour è un percorso ad anello che esalta questi caratteri unici di antiche tradizioni, vita contadina e rapporti secolari con la foresta.
Il sentiero tematico conduce sull’Alpe di Ugovizza passando per foreste verdissime e pascoli dove il bestiame è allevato nel rispetto della natura e del passato.
Lungo tutto il percorso la cartellonista ben segnalata vi condurrà alla scoperta di rifugi e agriturismo sparsi sull’Alpe.
Non solo un trekking di montagna ma un percorso che conduce alla scoperta di un angolo magico d’Italia dove si vive nella natura, si pascola cantando stornelli in lingue diverse, si scopre gusti di piatti antichi e dimenticati.


Tutto a base d’erbe

Da provare le torte salate con le erbe delle radure e del bosco; il formaggio latteria declinato nelle varie stagionature e le torte, sempre freschissime, con i frutti del bosco e del sottobosco.


Dormire sull’albero

Per chi vuole ancora di più e ama le emozioni il consiglio è, in località Malga Priù, di trascorrere almeno una notte in una casetta a forma di pigna che si trova nel bosco a dieci metri di altezza. Un’opera unica nel genere dal nome evocativo di Tree Houses creata dall’architetto Claudio Beltrame che è esempio autentico di turismo sostenibile e valorizzazione del territorio. Due casette realizzate tutte in legno locale per valorizzare la selvicoltura naturalistica ed accendere i riflettori su una corretta tutela del bosco.
La Val Canale e l’Alpe di Ugovizza possono anche essere mete per chi ama la storia che, a queste latitudini si è sempre fatta sentire molto viva.
Il suo essere passaggio naturale fra le Alpi l’ha resa spesso zona di incontro e scontro e strategicamente fondamentale sulla via dell’Europa. Qui la storia segreta, scavata e nascosta nelle viscere della terra è stata viva fino al 1992 quando, dopo la caduta del muro di Berlino si è chiuso per sempre le porte di quelle opere bunker (disseminate per chilometri in tutta questa zona di confine fra tre paesi) usate durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda.

Il forte Besiner. Foto: Anita Pinagli


Alla scoperta della storia segreta del Novecento

Il Forte Beisiner che si trova nelle viscere di Ugovizza, situato sul semisconosciuto Vallo Alpino (costruito dal fascismo nel 1938 e che corre nelle viscere della terra da Ventimiglia a Fiume) è una grande caserma bunker sotterranea che sta, grazie all’opera di un gruppo di appassionati tornando alla luce e alla possibilità di visita.
Più noto come Opera 4 di Ugovizza si dispiega attraverso 1000 metri di corridoi nel ventre di roccia del Monte Palla (Monte Kugel), ai margini della piana di Valbruna.
Costruito dopo l’annessione dell’Austria alla Germania di Hitler (1938), faceva parte del complesso di fortificazioni che doveva rendere sicure le frontiere italiane.
Dopo il 1949 fu impiegato in funzione antisovietica. Fu manutenuto fino al 1990 e dismesso due anni dopo.

Per maggiori informazioni:
Ufficio IAT di Malborghetto
Via Bamberga 52,
33010 Malborghetto-Valbruna (UD)
Tel. +39 0428 64970
info@visitvalcanale.it

 

 

Dicembre: arrivano i Krampus!

Dicembre: arrivano i Krampus!

Dicembre si apre il 5 del mese con la festa di San Nicola. La chiesa Cristiana celebra questo Santo con una festa speciale legata alle tradizionali sfilate dei Krampus (diavoli) che se ne vanno in giro insieme al Santo per premiare i bambini buoni e punire quelli cattivi. E a dicembre: arrivano i Krampus!


Arrivano i Krampus! Per San Nicola, antenato di Santa Claus

La prima festa di Natale quella di San Nicola, che diventa Nikolaus tedesco e Santa Claus in lingua anglosassone. Da loro la nascita delle moderne figure tradizionali come Babbo Natale e del dono ai bimbi. In poche parole San Nicola è l’antenato di Babbo Natale.
Ma San Nicola si celebra ancora oggi ed è un’usanza tipica di alcune zone dell’arco alpino, fra Italia, Austria, Svizzera, Germania e Repubblica Ceca divenuta attrazione per visitatori di ogni età.


Ma chi era San Nicola?

Di San Nicola o Nicolò sappiamo che nacque in Asia Minore, a Pàtara, intorno alla metà del III secolo da una famiglia nobile. Una lunga persecuzione e prigionia sotto Diocleziano, forse la partecipazione al concilio di Nicea del 325 e poi la morte l’anno dopo a Mira, nell’attuale Turchia il 6 dicembre.
Grande devozione verso la sua figura fin da subito sia nel mondo Bizantino che in quello Mediterraneo. Venerato come protettore dei bambini, dei mercanti e di chi lavora in mare viene raffigurato col Pastorale e tre sacchetti di monete d’oro.
Dopo l’occupazione dei luoghi santi per mano mussulmana si volle trasferire per preservarle le sue reliquie. Sotto la dominazione normanna, sessantasette marinai baresi arrivarono in Asia Minore per recuperare le sue spoglie e trasferirle, trionfalmente a Bari. Era il 29 settembre 1089 quando Papa Urbano II depose i suoi resti nella cripta di quella che poi è divenuta la Basilica di San Nicola.


La magica sera del 5 dicembre

A dicembre: arrivano i Krampus! E così la sera e la notte del 5 dicembre al vespro tutto si trasforma in magia.
A Tarvisio paese della foresta millenaria (articolo qui) e del magico santuario del Monte Lussari (articolo qui) ad esempio, i festeggiamenti cominciano con la tradizionale sfilata di una figura che ricorda San Nicola, vestito di rosso e con i paramenti del Vescovo, dispensando benedizioni, dolci e caramelle. Spesso San Nicola è anche posto sopra un carro.
Poi arrivano i Krampus che sfilano fra paesi e vicoli uscendo dai boschi e vestiti di pellicce e con le loro maschere spaventose. Sono loro i demoni che San Nicola ha sconfitto e che da quel momento sono diventati i suoi servi.
La sfilata dei Krampus è quindi una sfilata in maschera che prende spunto dal racconto mitologico del Santo. Spesso i Krampus sfilano in gruppi organizzati su carri tipo quelli del Carnevale in molti paesi della zona alpina.


L’arrivo in paese fra campanacci e urla

Il loro aspetto è terribile e vagano per il paese a spaventare e punire i bimbi cattivi colpendoli anche con verghe e rami.
I loro urli squarciano le fredde sere di dicembre insieme ai campanacci che annunciano la loro discesa in paese. Vanno a cercare i bambini anche nelle case, bussando di porta in porta e informandosi coi genitori se sono stati buoni o cattivi.
I Krampus vengono inseguiti poi dai ragazzi più grandi che gli dileggiano e li provocano a pallate di neve e petardi fino a tarda notte.
Ma per i bimbi buoni nessun problema. San Nicola è con loro e gli proteggerà dai Krampus.


Krampus: simbolismo fra bene e male

La parola Krampus deriva dal tedesco Kramp, che significa artiglio. Ognuna delle maschere krampus dei mostri-caproni è tradizionalmente fatta artigianalmente e ogni Krampus non si leva mai la maschera in pubblico.
Il simbolismo dei Krampus e San Nicola sono il simbolismo del rapporto fra bene e male, fra terrore e vita virtuosa e ancora oggi lo si può considerare anche come la festa anticipatrice di Halloween.


Dove e quando incontrare i Krampus

A dicembre: arrivano i Krampus! La tradizione si rinnova ogni anno la sera del 5 dicembre fra Italia, Austria, Germania e Repubblica Ceca.
Tante e spettacolari le serate dei Krampus che si svolgono nel periodo compreso fra il 5 e il 15 dicembre come quello di Krampus Brunico.
In Friuli il rito si celebra a Campoross, Tarvisio, Fusine, Malborghetto, Potrebba, Ugovizza (articolo qui) e a Rutte Piccolo il 5 dicembre.
La prima domenica di dicembre a Pontebba, la seconda del mese a Tolmezzo, mentre a Tarcento i Krampus sfilano in occasione delle feste dell’Epifania.
Da non perdere poi la grande sfilata internazionale che si svolgerà sabato 30 novembre a Coccau che vedrà sfilare Krampus italiani, austriaci e sloveni e quella di Dobbiaco in provincia di Bolzano dove il grande raduno di diavoli coinvolgerà quelli provenienti da Austria, Svizzera e Germania.