“Alla scoperta del territorio del comune di Bucine: San Leolino”Around and about Bucine: San Leolino
Sul limite della dorsale che scende dai Monti del Chianti e che a nord-est spazia verso la valle dell’Arno fino al Pratomagno e a sud-est domina la valle dell’Ambra, si trova S. Leolino (m. 377 s.l.m.).
Il paese è costituito da un castello medievale, parzialmente diroccato, sulle cui mura sono state adattate e ricostruite modeste abitazioni e la chiesa, e da una borgata pianeggiante con alcuni palazzi del Quattrocento, un tempo dimora di facoltose ed illustri famiglie fiorentine.
A S. Leolino soggiornò il poeta Ugo Foscolo in amicizia con la “Donna Gentile” Quirina Mocenni Magiotti, che qui possedeva un’abitazione. Originario del luogo fu Sebastiano Sanleolini, genero di Goro da Montebenichi, che ebbe una certa fama quale giureconsulto, letterato e poeta.
Un altro Sanleolini, Francesco, fu accademico della Crusca. Entrambi vissero nel XVI secolo.
Il castello, come risulta dalle Memorie di Tito Cini, fu incendiato intorno al 1300 dai senesi che, alleati con i fiorentini, combattevano in quel periodo contro i feudatari dell’aretino per la conquista e la sudditanza dei territori del Valdarno Superiore e della Valdambra.
Il nome del paese si combina con quello del patrono, S. Leolino. Questi pare sia stato un vescovo di Padova martirizzato a Roma nel 242 e sepolto nelle catacombe di Santa Priscilla. La chiesa risale al 1000, ma successivamente è stata ricostruita e trasformata in uno stile settecentesco. Al suo interno si trovano opere di un certo valore.
Pregevole è il tempietto per gli olii santi del fonte battesimale che, nonostante le numerose integrazioni, si può ritenere opera di maestranze scalpelline cinquecentesche.
Di valore artistico è anche il tabernacolo in pietra dell’altare maggiore. Eccezion fatta per il moderno sportello (inserito negli anni settanta), il tabernacolo è un manufatto ascrivibile alle maestranze toscane della lavorazione della pietra operanti tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Sull’altare maggiore è collocata una tela secentesca raffigurante la Vergine e il Bambino che appaiono a tre santi inginocchiati.
A sinistra è riconoscibile il santo vescovo Leolino fra due angeli che reggono pastorale e mitra. Gli altri due santi sono presumibilmente S. Pietro (al centro) e S. Lorenzo (a destra).
La Fonte Lattaia
Nei pressi di S. Leolino esisteva una piccola sorgente di acqua perenne che veniva chiamata “Fonte Lattaia” perché, secondo la tradizione orale, ad essa erano attribuite proprietà galattofore miracolose: bevendo l’acqua di questa sorgente le nutrici vedevano aumentare la secrezione del latte. Le proprietà miracolose di tali acque erano conosciute nel Valdarno, nella Valdambra e perfino nel Chianti, e ciò dava luogo ad un incessante pellegrinaggio verso questa fonte.
In realtà si tratta di un luogo di culto delle acque, con una continuità di frequentazione dalla preistoria fino ad oggi, per un periodo di quattromila anni, come testimonia un idoletto, risalente all’età della pietra, qui rinvenuto.Towards the edge of a mountain ridge that descends from the Monti del Chianti, stretches out toward the Arno valley and Pratomagno to the north east and dominates the Ambra valley to the south east, we find San Leolino, 377 m above the sea level.
This village consists of a partially ruined medieval castle with unpretentious houses and a church along the castle walls, and a flatter borough that includes a few 15th century palazzi which used to be the homes of rich and illustrious families from Florence.
The poet Ugo Foscolo stayed in San Leolino because of his friendship with the “Donna Gentile” Quirina Mocenni Magiotti, who owned a house there.
A 16th century native son of San Leolino was Sebastiano Sanleolini, son-in-law of Guido da Montebenichi, who was quite famous as a jurisconsult, man of letters, and poet. Another Sanleolini from the 16th century, Francesco, was a member of the Accademia della Crusca.
According to the Memorie of Tito Cini, the Senese set the castle on fire about the year 1300; the Senese were at that time allies of Florence in the war against the Aretine feudal lords for control over the lands of the Upper Arno valley and Valdambra.
The name of the village is the same as that of its patron saint, San Leolino. He is said to have been a bishop of Padua who was martyred in Rome and buried in the catacombs of St Priscilla.
The church dates back to the year 1000 but has since been rebuilt and transformed in the style of the 18th century. It contains some quite valuable works, such as the temple-formed container for sacred oils on the baptismal font which can, despite several re-workings, be attributed to master stone- cutters of the 16th century. The stone tabernacle of the main altar is also artistically quite valuable, except for the modern door which was added in the 1970s. The tabernacle is attributed to Tuscan master stone-cutters of the late 15th or early 16th century. A painting on canvas from the 17th century hangs above the main altar.
The Milk Fountain
A small perennial water spring near San Leolino used to be called “Fonte Lattaia” (milk fountain) because, according to oral tradition, milknurses experienced miraculous increases in their milk production drinking of its water. These miraculous properties were known in Valdambra, Valdarno and even in the Chianti region, and attracted a constant flow of pilgrims.
It was undoubtedly a site of water-cults. A small idol from the Stone Age that has been found nearby shows how this spring has been visited,without interruption, since prehistorical times – for about four thousand years.