Lug 3, 2023 | Territori
Attesa e finalmente eccola la funivia più alta d’Europa.
Trasporta 1300 persone all’ora il nuovo impianto che permette di collegare i due versanti, italiano e svizzero, del Piccolo Cervino e le località di Cervinia a Zermatt.
Un progetto da tempo in agenda, da più di 80 anni, che oggi è stato completato dopo la realizzazione della prima tratta sul versante svizzero, nel 2018, con l’inaugurazione del 1 luglio del secondo impianto che sale dal Testa Grigia (3.400 metri) fino alla stazione di Matterhorn Glacier Paradise a 3.800 metri, la più alta d’Europa.
Un investimento complessivo per l’intero progetto da 140 milioni.
La funivia dei record: un sogno lungo 80 anni
Un’inaugurazione salutata con grande entusiasmo e un sogno che certamente si realizza tra Italia e Svizzera.
Un progetto ipotizzato per la prima volta già nel 1939, un’epoca per molti versi pionieristica ma che oggi vede scenari diversi tra crisi climatica e un afflusso sulle Alpi reso sempre più caotico.
Un’opera complessa perché la costruzione del Matterhorn glacier ride II ha richiesto una soluzione su misura, adatta alle difficili condizioni dell’area.
Le tappe di coppa del mondo sono saltate per le temperature elevatissime, la poca neve e l’impossibilità di garantire la sicurezza degli atleti, si supera un altro limite e le cabine griffate Pininfarina sono pronte a girare per trasportare1300 persone all’ora a circa 4 mila metri di quota.
Dopo anni di pianificazione e le grandi sfide della realizzazione di questo collegamento, il progetto è stato portato a termine con successo.
Il padrino della funivia Matterhorn Glacier Ride II è Anton Lauber, per anni capocantiere e capo pianificatore di Zermatt Bergbahnen, che è stato determinante per l’organizzazione e la guida di questo cantiere a quasi 4.000 metri.
Esempio di sostenibilità fra le nuvole
UNella costruzione della nuova funivia trifune Matterhorn Glacier Ride II, affidata al produttore di impianti a fune Leitner, Zermatt Bergbahnen ha proseguito, evidenziano i promotori, con coerenza il suo cammino verso una maggiore sostenibilità nello spazio alpino.
Sulla facciata della nuova stazione a monte è stato messo in funzione un ulteriore impianto fotovoltaico che produce circa 16 875 kWh di energia elettrica all’anno, integrando così gli impianti per la produzione di energia già esistenti nell’area gestita da Zermatt Bergbahnen.
Il Matterhorn Alpine Crossing è certamente unico per molti aspetti.
Da un lato per il lavoro pionieristico svolto nei cantieri a quote estreme, dall’altro per la collaborazione di due nazioni a un progetto che collega tutto l’anno due destinazioni turistiche. Franz Julen, il presidente del Consiglio di amministrazione di Zermatt Bergbahnen,racconta: “Già nel 1939 si è cominciato a pensare a un collegamento in funivia aperto tutto l’anno tra Zermatt e Cervinia. Ora, oltre 80 anni più tardi, questa visione diventa realtà.”
C’è una guida online che offre informazioni utili come orari, tariffe e una panoramica dell’intero itinerario tra le due nazioni.
A partire dal 2024 si potrà prenotare anche il trasporto bagagli tra le due destinazioni, il che renderà l’esperienza ancora più completa e confortevole
Lug 1, 2023 | Enogastronomia, Territori
Sauris: cosa fare e assaggiare. Un’isola fra i monti delle Dolomiti friulane situata nella valle del Lumei. Sauris albergo diffuso è uno di quei luoghi dove non capiti per caso ma dove scegli di andare.
426 abitanti che si conoscono uno ad uno e vivono a 1212 metri d’altitudine nel comune più alto del Friuli Venezia Giulia. Sauris è due paesi in uno: Sauris di sopra e Sauris di sotto.Il lago Sauris ma il paese è un binomio perfetto che è: Sauris prosciutto.

Sauris in inverno
L’isola fra le montagne
Il tempo scorre lento in questo borgo appartato della Carnia, fra paesaggi mozzafiato, boschi, prati e pascoli verdissimi.
Sauris viene chiamata “l’isola fra le montagne” per le sue peculiarità assolutamente uniche e irripetibili.
E’ isola linguistica dato che si parla una lingua che arriva direttamente dal XIII secolo di influenza tedesca simil bavarese ereditata dai colonizzatori di Carinzia.
E’ isola dal punto di vista culturale. Le sue feste tradizionali incentrate su mitici personaggi del passato sono uniche. Così come l’architettura delle case costruite in legno e pietra con una tecnica diversa rispetto agli altri paesi della montagna friulana.
Sauris, Zahre nell’idioma locale, è stretta in una valle che si specchia nelle acque del lago omonimo ed è veramente difficile da raggiungere sia in auto che in pullman.
La lavorazione del legno è attività diffusa da sempre e meravigliosi sono i manufatti realizzati da abili intagliatori. Oggetti d’uso quotidiano, tradizionali maschere carnevalesche e le “dalmine” calzature locali simili a zoccoli. Altro suggerimento di shopping a chilometro zero che potrete scegliere nelle piccole botteghe del paese sono i capi d’abbigliamento e biancheria confezionati dalle donne della valle.
Sauris: cosa fare e assaggiare e vivere nei verdissimi prati sfruttati soprattutto per il foraggio. L’allevamento e la produzione di latticini è attività importante, mentre poche sono le coltivazioni adatte a climi rigidi e con tempi di maturazione brevi.
Si coltivava solo orzo (gerste), segale (rouke), avena (hober), grano saraceno (hadn), rape (ruebn), barbabietole (piesslburzn), fave (poan), cavoli cappucci (kheipflan), lino (hoor) e canapa (henaf).

Un prosciutto unico
Per tutti i gastronauti Sauris è soprattutto sinonimo di prosciutto lavorato nelle piccole aziende locali adottando tecniche secolari di conservazione.
Unico nel suo gusto leggermente affumicato secondo una ricetta tradizionale, ma estremamente equilibrato.
Perfetto per essere accompagnato con la birra locale integrale, non pastorizzata ne filtrata resa unica dalle qualità organolettiche dell’acqua locale. Per gli appassionati del vino consigliamo invece un buon vino dei Colli Orientali (LEGGI).
Ma Sauris: cosa fare e assaggiare non è solo il suo straordinario prosciutto, ma anche ottima ricotta fresca, anch’essa affumicata, prodotta nelle malghe e inconfondibile nella forma compatta e nel gusto deciso.
Ideale è grattugiarla sulla pasta o ancora meglio sugli gnocchi di zucca insieme a una bella fetta di polenta come si fa a Sauris!

I frutti del bosco
A fine pasto non scordate di farvi deliziare dai piccoli frutti del bosco di cui la Carnia è ricca. Mirtilli, fragole, lamponi e more; meglio se colti direttamente facendo passeggiate lungo comodi sentieri.
E a proposito di passeggiate. A Sauris la natura regna incontrastata e quindi lasciatevi guidare in escursioni incredibili. A piedi a cavallo o in mountain bike nei boschi con viste mozzafiato sul Monte Bivera, sul Monte Rucke o sulle verdissime acque del lago di Sauris.
In inverno l’alternativa perfetta è lo sci alpinismo, lo sci di fondo i di discesa, le ciaspolate e per i più pigri le escursioni in motoslitta.
Scegliete magari di visitare Sauris durante la festa del prosciutto (11, 12, 18 e 19 luglio) oppure durante la festa del formaggio salato e di malga (14, 15 e 16 agosto).

Dove andare e come arrivare
Alcuni indirizzi:
Prosciuttificio Wolf 33020 Sauris di Sotto (UD)
Tel. +39 0433 86054 Fax +39 0433 86149 – www.wolfsauris.it
Prosciuttificio Vecchio Sauris Loc. Gostach 33020 Sauris di Sotto (UD)
Tel. +39 0433 866379 Fax +39 0433 866756 www.vecchiasauris.it
Società Malga Alta Carnia s.a.s. Sauris di Sotto (UD)
Arrivare a Sauris in auto:
Dall’autostrada A23 Udine – Tarvisio, uscita Carnia Tolmezzo direzione Tolmezzo, Villa Santina, Ampezzo
Dal Cadore attraverso il Passo Mauria che conduce ad Ampezzo
Durante l’estate, dal Cadore è possibile raggiungere Sauris anche attraverso la strada che da Vigo Laggio di Cadore conduce a Casera Razzo, ma, prima d’intraprendere il viaggio, consigliamo d’informarsi sulle condizioni della SP33
Mag 28, 2023 | Territori
Esistono luoghi speciali e il Monte Lussari lo è. Sulle Alpi Giulie a 1700 metri d’altitudine su una delle cime più alte delle Alpi Orientali italiani spunta un piccolo campanile con la sua chiesetta.
Siamo all’estremo lembo dell’Italia, al confine con Austria e Slovenia non lontano da Tarvisio in un luogo esaltato dalla cronoscalata del Giro d’Italia 2023.
Per la sua caratteristica geografica insolita queste montagne da secoli sono confine naturale fra il mondo germanico, slavo e latino.
Siamo però in Friuli dove la natura è sacra e la si rappresenta anche nei piatti dei suoi grandi chef o la si ammira nei grandi parchi.

Quelle pecore inginocchiate sul monte
Perché quel piccolo santuario arroccato quasi in equilibrio sulla cima del monte è lì?
Tutta colpa di un gregge di pecore devote che nel 1360, narra la leggenda, furono viste dal loro pastorello compiere un gesto incredibile.
All’improvviso sospesero il pascolo per inginocchiarsi con lo sguardo verso il bosco. Stupito da ciò il giovane scorse dietro un cespuglio nella macchia una statuetta di una Madonna col Bambino. Era a lei che le sue pecore si chinavano in segno di devozione.
Il pastorello prese con se quella statuetta taumaturgica e la consegnò al parroco del paesino di Camporosso, 800 metri più a valle.
La sorpresa fu quando l’indomani, tornando col suo gregge a pascolare sul Lussari, la statuetta era nuovamente nel bosco. Con le sue pecore ancora intorno inginocchiate in devozione.
Il Vescovo di Aquileia colpito dal ripetersi del miracolo decise allora che era meglio costruire una cappella lì, sul monte.

Il piccolo presepe che tocca le nuvole
Oggi di quella cappella originaria non c’è più traccia ma è l’edificio attuale – che risale al XVI secolo – a testimoniare il miracolo del Monte Lussari.
Piccolo, linee essenziali, bianchissimo, con il piccolo campanile che nell’inverno pare spuntare solitario in una distesa di bianco. Strette intorno uno sparuto gruppo di case e locande per pellegrini è un unica stradella selciata.
Un piccolo presepe che accarezza le nuvole.

Un Santuario, una fede e la devozione di tre ceppi etnici
ll Santuario oggi rappresenta un luogo d’incontro e d’amicizia fra i paesi d’Europa grazie alla sua particolarità geografica di essere all’incrocio di tre confini.
La Madonna del Lussari è meta di pellegrinaggio dei tre ceppi europei che a lei accorrono in devozione: latino, germanico, slavo.
Assistere a una messa celebrata lì in cima al monte, a un passo dal cielo, in tre lingue in segno di unione e fratellanza è esperienza toccante.
Nella piccola chiesetta con l’aria sempre frizzante incontri l’Europa. Signore con velo in testa e abito come si conviene per l’occasione. Turisti in gita di gruppo, amanti della montagna con scarponi ai piedi e bastoncini da trekking in mano.
Tutti l’uno accanto l’uno all’altro fra le panche del Santuario a seguire il rituale sacro, pregando in tre lingue diverse. L’Europa è qui, non nelle fredde sale di Bruxelles o Strasburgo.

Il sentiero del Pellegrino
Raggiungere il santuario Monte Lussari è facile con la telecabina che parte da Camporosso ma per chi vuole vivere un’esperienza intensa sia sacra che naturalistica consigliamo di raggiungere il Lussari attraverso il Sentiero del Pellegrino che si snoda fra il bosco affiancando e scavalcando a tratti quella che d’inverno è una delle piste più amate dagli sciatori.

Pranzo in quota
Noi consigliamo la salita in quota anche agli appassionati della cucina semplice di montagna.
Le locande nate per ristorare i pellegrini che si trovano sull’unica piccola stradella selciata di fianco al santuario non offrono che l’imbarazzo della scelta fra i piatti semplici ma sostanziosi tipici della montagna, ma declinati in salsa friulana.
Fra i primi piatti le salse ai funghi o al capriolo sono obbligatorie; così come l’assaggio della locale polenta servita col frico o la luganica (tipica salsiccia friulana).
Da non perdere infine un giro d’assaggio delle grappe “fatte in casa”: difficile scegliere fra quelle ai frutti di bosco, al ginepro, al finocchio e sedano selvatico e mele.
Gen 29, 2023 | Territori
Siamo in piena stagione di vacanze bianche e fra le tante splendide località che vi consigliamo ce n’è una in grado di rendere ancora più magica una vacanza bianca: la Val d’Ega in provincia di Bolzano che oltre alle tradizionali gionante sulla neve offre esperienze straordinarie.
Qui c’è l’opportunità di entrare nella dimensione del cuore soleggiato delle Dolomiti in compagnia di chi la conosce come le proprie tasche, perché ne respira l’aria ogni giorno.
Quella che si estende tra Catinaccio e Latemar non è semplicemente una meta turistica ma un autentico stile di vita che si può apprezzare appieno solo vivendo almeno per qualche ora a stretto contatto con le persone che, con le loro attività e la loro stessa esistenza, ne definiscono il ritmo, i colori e il profumo.
Preparare canederli e bevande tipiche
Ecco allora che uscire dal tracciato del canonico soggiorno per entrare nel mondo dell’esperienza con la gente del posto diventa il passe-partout per scoprire la vera essenza di un luogo incantato ma alla portata di chiunque.
Fino al 30 marzo 2023, nel Maso Kronlechnerhof, sarà possibile imparare a preparare diversi tipi di canederli, come avrà modo di appurare chi deciderà di approfittare di una golosa iniziativa, che include anche un dolcissimo finale a base di krapfen.
L’attività è proposta al prezzo di 20 euro per gli adulti e 10 euro per i bambini dai 6 ai 13 anni. (Per prenotazioni, fino alle 17:00 del giorno precedente, tel.: +39 0471 619 500; online: eggental.com/events)
Sempre in tema enogastronomico, Cocktail meets Local è l’ingresso per un paradiso della degustazione in un ambiente insolito.
Dietro al bancone del rifugio Oberholz a quota 2096 metri, la new entry Tobias Pfeifer riesce ancora a stupire gli avventori con
drink a base di ingredienti tipici. Oltre alle istruzioni dettagliate e ai segreti della preparazione dei cocktail, l’evento organizzato al rifugio consente di godere di una veduta panoramica sulla bellissima cornice montana.
Fissato in calendario ogni giovedì fino a fine stagione, il programma prevede la creazione e la degustazione di 5 bevande insolite e originali al costo di partecipazione di 30 euro a persona (Per prenotazioni, tel.:
0471618299; e-mail: oberholz@latemar.it )
Il design della montagna sostenibile
Ma non è tutto. All’avanguardia, con zona lounge ed enormi facciate in vetro, l’Oberholz si è allineato alla filosofia dell’area escursionistica e sciistica, facendo dell’efficienza energetica una priorità. Design meets Eco è allora il titolo di una visita guidata con ristoro che prevede un tuffo nell’universo dell’integrazione tra stile, cucina panoramica e rispetto per la natura, una full immersion in un complesso riscaldato con energia geotermica che accoglie chi arriva con una facciata esterna interamente realizzata in tavole di larice e un interno pervaso dal profumo del legno di abete.
Nelle tre salette affacciate sulla leggendaria pista Oberholz, sarà possibile gustare la tipica merenda altoatesina servita sul tagliere, assaporando il tepore di un’atmosfera unica.
In programma tutti i martedì di febbraio e marzo 2023, l’esperienza è proposta al prezzo di 12 euro a persona. (Per prenotazioni tel.: 0471618299; e-mail: oberholz@latemar.it )
Sotto un manto di stelle d’altura
Infine, in una zona baciata dal sole ma anche accarezzata dalle stelle non si può non cogliere l’opportunità di partecipare all’escursione serale sul sentiero tematico che collega i due astrovillaggi di San Valentino in Campo e Collepietra.
Il cielo sembra davvero a portata di mano in un’esperienza suggestiva che, ogni giovedì fino al 9 aprile 2023, unisce l’astronomia e le leggende di una terra popolata da ninfe e folletti, che si manifestano preferibilmente quando l’entusiasmante giornata sugli sci lascia spazio alla quiete notturna dei boschi e di un firmamento che riflette la propria luce sulla neve.
Al seguito di esperti di sentieri e bellezze naturalistiche, si parte da Nova Ponente e da Nova Levante per una passeggiata dai contorni fiabeschi, che comprende anche una sosta panoramica per assaporare una tazza fumante di vin brûlé.
Il prezzo è di 10 euro per gli adulti e di 5 euro per i bambini dai 6 ai 13 anni.