Lug 5, 2023 | Territori
L’estate in Val Gardena sarà sempre più “green”, sia perché verde è il colore dominante dei prati e dei boschi, sia perché sempre maggiore è la consapevolezza di scegliere di vivere rispettando la natura che ci circonda. Seguendo questo principio sono tante le iniziative che invitano a passare belle giornate di vacanza, adottando piccoli accorgimenti che contribuiscono a preservare l’ambiente.

La montagna certificata
La Val Gardena è Patrimonio Mondiale Unesco e questo comporta delle responsabilità. A coronamento del proprio impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, ha ricevuto un importante riconoscimento che ne testimonia l’impegno per un turismo sostenibile.
Il Global Sustainable Tourism Council (GSTC) è un’organizzazione fondata nel 2007 dall’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale nel turismo. Il marchio GSTC si ottiene attraverso un processo di verifica da parte di Vireo, l’unico organismo di certificazione accreditato da GSTC in Italia. Ciò significa che il servizio di certificazione è svolto e gestito in conformità alla normativa che definisce i metodi, le procedure e i tempi degli audit di verifica, garantendo l’indipendenza e la credibilità dell’intero sistema.

“Rispetto per le Dolomiti”
Diversi anni fa è stato creato un gruppo di lavoro, che sviluppa attività di sensibilizzazione e manifestazioni per promuovere la sostenibilità in Val Gardena.
Rientrano nel progetto eventi sportivi come Sellaronda Bike Day, la valorizzazione dell’artigianato locale con il marchio Made in – Dolomites Val Gardena – with love, la gestione dei rifiuti, l’acqua di fonte con il progetto “Ega dla Dolomites”, la cura dell’alpeggio, dei sentieri e del bestiame al pascolo, l’uso di energia pulita da fonti idroelettriche, e, in generale la mobilità, con la tessera Val Gardena Mobile Card, le stazioni di ricarica per veicoli elettrici e l’utilizzo delle e-bike.

Mobilità a basso impatto, semplice e utile
In Val Gardena l’auto può restare in garage. Val Gardena Mobil Card, riservata esclusivamente agli ospiti degli esercizi membri di un’Associazione turistica locale, permette di utilizzare gratuitamente tutti gli autobus. La Mobil Card è consegnata senza ulteriori spese all’arrivo nella struttura scelta (se fa parte di un’Associazione turistica della Val Gardena).
La mobilità diventa senza limiti se alla Card si abbina un pass Gardena Card o Dolomiti SuperSummer, per gli impianti di risalita. Gardena Card prevede l’uso illimitato di tutti gli impianti di risalita della Val Gardena (18 impianti) in funzione in estate. E’ disponibile per gli adulti al prezzo di 103 euro (3 giorni consecutivi) o 135 euro (6 giorni consecutivi), per i ragazzi dagli 8 ai 16 anni a 72 euro (3 giorni) o 93 euro (6 giorni). Per i bambini fino agli 8 anni la carta costa solo 5 euro.
Dolomiti SuperSummer offre la possibilità di utilizzare 120 impianti di risalita in 10 regioni dolomitiche fino al 05.11.2023. Il pass è disponibile per la durata di un giorno a 56 euro o per più giorni. Il vantaggio del pass plurigiornaliero è che gli ospiti possono utilizzarlo per tre giorni su quattro (prezzo: 120 euro) o cinque giorni su sette (prezzo: 160 euro) Il trasporto delle biciclette è incluso nel prezzo. Le e-bike sono disponibili anche in diverse stazioni di noleggio.

Centro di mobilità della Val Gardena
Il Centro di Mobilità della Val Gardena è una struttura organizzata per gestire al meglio tutte le problematiche inerenti alla mobilità e la gestione dei servizi dei mezzi pubblici, sia nei paesi che sulle montagne (impianti di risalita). L’obiettivo è riuscire a monitorare e a gestire al meglio il flusso del traffico, individuando il trasporto pubblico come migliore scelta possibile di spostamento. Il Centro di Mobilità ha anche il compito di studiare progetti a lungo termine, in particolare per assicurare una mobilità adeguata anche in vista della possibile assegnazione dei Campionati Mondiali di Sci del 2029.

Obiettivi futuri
La Val Gardena si è anche prefissata degli obiettivi concreti da raggiungere entro il 2026, tra cui: realizzare un Centro per la mobilità allo scopo di elaborare progetti per collegamenti senz’auto né barriere; ridurre del 20% il traffico sulle strade dei passi (Gardena e Sella); aumentare del 20% i percorsi ciclabili sulle strade dei passi; conseguire un incremento dal 10% al 15% degli arrivi con i mezzi di trasporto pubblici; aumentare del 100% il numero delle stazioni di ricarica elettrica; incrementare del 25% le fonti di energia rinnovabili per gli esercizi; ridurre del 20% la produzione di stampati e il consumo di plastica. La missione è la formazione di concetti climatici verificabili e la loro attuazione. La Val Gardena vuole così contribuire all’impegno globale e a sostenere la Provincia Alto Adige con l’iniziativa Klimaland Südtirol e il KlimaPlan Energie – Südtirol 2050, per ridurre significativamente le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi.
Giu 26, 2023 | Territori
Luoghi magici dal fascino discreto e unico. “Tutte le isole sono mondi a se stanti, arrivare su un’isola è come arrivare in un mondo tutto nuovo” cit. Guy Gavriel Kay, Tigana.
E le isole minori italiane sono un osservatorio privilegiato anche in tema di sostenibilità. Di alcune di loro vi abbiamo già parlato quando vi abbiamo raccontato quali erano le 8 più selvagge d’Italia ma oggi scopriamo il loro lato verde.

Il report del primo indice di sostenibilità
Calcolato per la prima volta l’indice di sostenibilità delle isole minori italiane per cogliere a pieno le sfide della transizione ecologica in questi luoghi affascinanti e delicati. I dati nel rapporto realizzato da Legambiente e CNR-IIA.
Nonostante dei timidi passi avanti, in Italia sulle isole minori la piena sostenibilità è ancora un traguardo lontano. Sono tanti i ritardi da colmare, molti gli obiettivi da raggiungere rispetto alla gestione dei rifiuti, della mobilità a zero emissioni, del ciclo delle acque, dell’energia da fonti rinnovabili e della lotta al consumo di suolo.
Questa, in sintesi, è quanto emerge dal V rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori” curato dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) : su 27 piccole isole marittime abitate prese in esame in Italia, l’indice di sostenibilità medio – calcolato per la prima volta dall’Osservatorio tenendo conto delle performance legate a temi come consumo di suolo, rifiuti, acqua, energia, aree protette, mobilità e regolamenti edilizi – è pari al 40%.
La fotografia scattata dall’Osservatorio Isole Sostenibili indica quei settori di intervento su cui bisogna lavorare e accelerare il passo perché la transizione ecologica del Paese passa anche da questi territori.

In testa alla classifica le isole Tremiti
Guardando alle singole isole, tra quelle più avanzate nel percorso di sostenibilità ci sono le isole Tremiti con un indice pari al 53%, seguite dalle Isole Egadi (Favignana, Marettimo, Levanzo), le Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi), le Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) che raggiungono il 49%, e dall’isola di Capraia che si attesta al 47%. Segno che si sta puntando su politiche territoriali capaci di coniugare sostenibilità ambientale, innovazione e attenzione per il territorio.
In ritardo, invece, La Maddalena, con un indice pari al 21%, l’Isola d’Elba (26%) ed Ischia (29%). Isole quest’ultime che devono velocizzare il passo per recuperare il terreno rispetto alle consorelle più virtuose.
Le isole minori, sistemi, chiusi, sono il laboratorio ideale dove sperimentare la sostenibilità. Dove applicare modelli innovativi necessari per affrontare le sfide ambientali più urgenti e importanti che il mondo ha di fronte.
In particolare le isole italiane trarrebbero un grande vantaggio da un sistema di sviluppo sostenibile: rappresentano un ecosistema vulnerabile, dentro uno scenario climatico che prevede rilevanti impatti legati all’aumento della temperatura dell’atmosfera e del mare, e per le pressioni antropiche legate alla forte pressione turistica nei mesi estivi.

L’osservatorio “Isole Sostenibili”
Promosso da Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) ha l’obiettivo di contribuire a raccontare quanto sta avvenendo nelle isole minori italiane nei settori dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, della mobilità, e a stimolare con report, workshop, news e scambi di esperienze un’accelerazione nella spinta ad una transizione sostenibile di territori così delicati e affascinanti.
Giu 20, 2023 | Enogastronomia
“Vetro leggero e nuove sfide” è stato il tema del convegno promosso da Le Donne del Vino della Toscana svoltosi lo scorso 8 giugno presso i locali della Vetreria Etrusca a Montelupo Fiorentino.
Il tema del packaging per il vino è argomento ormai discusso da anni, quell’idea della bottiglia di vetro più leggera che molti già adottano al fine di ridurre emissioni di CO2 per la sua produzione. Ma repetita iuvant!

Vetreria Etrusca, la storia del contenitore di vetro
Vetro leggero come uovo di colombo per un’enologia sostenibile?
Più pesante più importante, questa la percezione sul consumatore che si trova di fronte ad un packaging del vino che solo da vuoto può pesare anche fino ad 1,2 kg. Insomma, sebbene il vetro sia un materiale eterno e riciclabile all’infinito, è bene fare chiarezza. Il vetro sì, è riciclabile ma per
il suo riutilizzo occorrono specifiche lavorazioni.
E a tal proposito sono stati diversi gli interventi durante il simposio, egregiamente moderati dalla giornalista Raffaella Galamini.
Sono intervenute l’Assessore alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità Stefania Fontanelli, la Vice Presidente della Regione Toscana ed Assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi, la Dottoressa Marta Galli direttore dell’Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del vino e turismo del vino dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Donatella Cinelli Colombini produttrice e Delegata delle Donne del Vino Toscana e Paola Rastelli, vice delegata regionale, Andrea Bartolozzi proprietario insieme alla famiglia di Vetreria Etrusca.
Ogni produttrice presente, inoltre, ha espresso parere favorevole all’uso del vetro leggero, ma qualcuna con qualche perplessità “dall’Asia mi hanno ordinato una ingente quantità di vino ma rigorosamente in bottiglie pesanti… cosa gli dico?”

Donatella Cinelli Colobini
In Toscana la vetreria storica che si proietta nel futuro
Miglior location non poteva essere scelta: Vetreria Etrusca opera nel settore dal 1920 e ad oggi gode di uno stabilimento dotato di tecnologie avanzate sostenibili, un abbattimento del 40% delle emissioni di Nox –monossido di azoto, sostanza altamente inquinante prodotta dalla combustione industriale – per la produzione del vetro.
Vetreria Etrusca utilizza fino all’85% di rottame di vetro nella produzione dei suoi contenitori riducendo le emissioni di CO2 del 20% e di materie prime del 58%, calcolando che per produrre 1 kg di vetro fuso occorre normalmente 1,1 kg di materie prime.
Oggi Vetreria Etrusca per produrre 1 kg di vetro riesce ad utilizzare solo 0,275 kg di materie prime. Sono dati importanti, soprattutto per chi del vetro ne fa un uso indispensabile per il proprio
prodotto.
Il tema saliente ha visto un parterre di produttrici tutte favorevoli a produrre il vino con bottiglie più leggere, non più bottiglie dai 400 gr. in su, bensì leggere, leggerissime.
Ma quanto potrà incidere questa scelta sul consumatore finale?
I paesi come la Svezia ed il Canada sono i clienti più sensibili, tutti propensi al vetro leggero, scegliendo il vino in base a questa prerogativa. Una bottiglia sotto i 15 Euro deve avere il packaging
sostebile, altrimenti niente ordini. –“c’è la convinzione che il vetro leggero danneggi la qualità del vino, soprattutto quello da invecchiamento; è una fake news che va rimossa perché le cantine hanno voglia di essere sostenibili ed il mercato deve aiutarle” -sostiene Donatella Cinelli Colombini. Ed ancora la dott.ssa Marta Galli afferma che – “a volte ci sono dei falsi miti che hanno i consumatori che spingono le aziende a farlo ma a non dirlo per paura di uno svantaggio competitivo”-.

Quale sarà la risposta dei mercati?
L’Asia si sta avvicinando all’idea, sebbene abbia da sempre preferito lo slogan più pesante la bottiglia migliore è il vino al suo interno.
Luoghi comuni che dovranno essere abbattuti prima o poi, avvicinandosi all’idea che è necessaria una maggiore consapevolezza per evitare un Pianeta alla deriva, una emergenza che sempre più si fa sentire, una sensibilizzazione che deve trovare in ognuno la presa di coscienza di iniziare a rispettare l’ambiente in ogni singolo momento della giornata.
Ma come sono fatte le bottiglie in vetro leggero? Le bottiglie prodotte saranno standardizzate, ovvero con un’unica forma ed un ugual colore verde scuro. Contro ogni credenza il vetro trasparente è più costoso perché la lavorazione è più complessa, mentre il vetro di colore verde richiede meno impegno energetico.
Vetro leggero già realtà. Ecco come combattere falsi miti e pregiudizi.
Vero è che sarà l’etichetta a farne la differenza, ma spesso i sensi sovrastano il buon senso: quanti pensano che dentro una bottiglia dalla forma più originale ci sia un prodotto di maggiore qualità?
Ed in quanti penseranno che la bottiglia è leggera perché il produttore vuole risparmiare? Diciamocela tutta, il packaging ha un suo valore, non foss’altro per l’aspetto estetico e tattile, ed è così che in molti produttori scelgono un vestito diverso per una comunicazione immediata e colpente.
Ma sono già molte le Aziende produttrici che lo fanno e non lo dicono – l’uso del vetro leggero, s’intende – , proprio per evitare che il preconcetto possa avere ripercussioni nel mercato.
Educare, comunicare e soprattutto togliere obsolete credenze, sarà un compito che ogni addetto ai lavori – istituzioni, giornalisti, sommelier, addetti alla comunicazione ed al marketing, produttori – dovrà mettersi all’anima di fare seriamente.
Come ogni cambiamento esige una comunicazione, una paziente campagna divulgativa al fine di far capire che bottiglia pesante non significa vino di qualità.
Si pone anche il problema del riuso, a quali costi può portare per il produttore e a come poter calibrare le imbottigliatrici delle aziende senza dover sottoporsi ad ulteriori costi.
Tutto ancora in fase di lavorazione ma da considerare seriamente.
Sarebbe utile inoltre segnalare sulle etichette il vetro usato ed il suo peso in ogni bottiglia di vino, al fine di informare correttamente il consumatore. E quindi, produrre vino biologico è bello ma ancor più bello se si usa una bottiglia più leggera, una coerenza che dovrebbe essere adottata da ogni produttore sostenibile.
Nov 25, 2022 | il Fuori Toscana
In uno scenario enologico che deve sempre più guardare alla sostenibilità sia per la questione dell’impatto che in virtù dei cambiamenti climatici spicca l’esempio virtuoso dell’azienda siciliana Fittirato.
L”azienda vitivinicola della provincia di Trapani infatti non solo aveva raggiunto l’obiettivo dell’impatto zero nel 2017 conseguendo la “carbon neutrality” sancita dall’ente certificatore ma oggi nel 2022 raggiunge un altro straordinario traguardo ovvero, grazie alla produzione diretta di energia da fonti rinnovabili e con politiche di mitigazione dell’emissione di gas serra entrare in territorio positivo, ovvero aver superato l’impatto zero sulle sue emissioni di CO2, prodotte dal vigneto sino all’imbottigliamento, compensandole per il 150% con la produzione di energia pulita.
Insomma un gigante della sostenibilità che investire su di essa è possibile e porta vantaggi. Fra l’altro l’obiettivo è stato raggiunto proprio nei giorni in cui si è svolto, a Sharm el-Sheikh, la conferenza COP27 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
“Siamo la prima cantina italiana a raggiungere questo obiettivo strategico per la salvaguardia del nostro ambiente – afferma Federico Lombardo di MonteIato Chief Operating Officer di Firriato –. Questo primato definisce un percorso virtuoso sul quale abbiamo impegnato risorse importanti e lavoro quotidiano perché la sostenibilità ambientale è un obiettivo di straordinaria importanza per l’immediato futuro del nostro pianeta; dalle tenute agricole sino al prodotto finito e pronto per raggiungere oltre 40 nazioni del mondo. Per Firriato è importantissimo pensare che al piacere di bere vino di qualità deve corrispondere la responsabilità sociale che quelle bottiglie non contribuiscano al peggioramento dei fattori di inquinamento che sono all’attenzione di moltissime associazioni e dei governi più responsabili che promuovono politiche di riduzione di CO2 per la salvaguardia del nostro pianeta”.