E’ festa nei quattro borghi dell’entroterra italiano diventati “bandiera arancione”
Il Touring Club Italiano – pochi giorni fa alla presenza del Ministro del Turismo, Daniela Garnero Santanchè, e di oltre 200 sindaci da tutta Italia – ha assegnato durante la giornata inaugurale della Borsa Internazionale del Turismo (BIT), le 281 Bandiere Arancioni del triennio 2024-2026, confermandone 277 sottoposte alla verifica triennale e premiando 4 nuove località del centro-sud Italia.
Le regioni più “arancioni” sono Toscana, Piemonte e Marche, rispettivamente con 43, 39 e 28 comuni certificati. Le 4 nuove entrate sono:
Le quattro new entry sono Apecchio (Pesaro Urbino), tra Marche e Umbria alle pendici del monte Nerone, con un importante patrimonio storico-artistico e capitale dell’Alogastronomia, neologismo coniato per indicare le connessioni virtuose tra birra artigianale, prodotti di qualità (come ad esempio il tartufo) e territorio; Bagnone (Massa Carrara), immerso tra i boschi della Lunigiana e solcato dall’omonimo torrente, si sviluppa in due insediamenti (castello e borgo di strada mercatale), ospita il Mam – Museo Archivio della Memoria che racconta il passato di questo territorio che oggi è perfetto da scoprire in bici; Roseto Valfortore (Foggia) situato in una valle dei Monti Dauni settentrionali, con un centro storico ricco di monumenti e luoghi legati alle antiche tradizioni contadine e artigianali e due possenti mulini ad acqua che oggi svolgono funzione didattica e ricreativa; infine Sinalunga (SIena), in Val di Chiana, con un centro storico diviso nella parte medievale e tardo-rinascimentale, uno spazio museale che raccoglie reperti etruschi rinvenuti sul territorio e una serie di prodotti tipici (l’aglione, la carne chianina, l’olio d’oliva) tutti da gustare.
Scopriamole una ad una.
Roseto Valfortore (Foggia)
Roseto Valfortore (in dialetto locale Rusìte), è situato in una valle dei Monti Dauni settentrionali, a confine con i comuni della Provincia di Benevento e vicino al monte Cornacchia, la vetta più alta della Puglia.
Il centro storico, a partire da piazza Umberto I, la principale del paese e importante luogo di ritrovo e piazza Bartolomeo III di Capua con l’Arco della Terra, antica porta principale di accesso ai vicoli del centro storico.
Da vedere la chiesa Madre Santa Maria Assunta costruita nel 1507, con all’esterno la balaustra scolpita a mano dagli scalpellini locali, la chiesa di San Nicola e quella di Santa Maria Lauretana. Tra portali, colonne e bassorilievi realizzati da maestri scalpellini, nel centro storico si può visitare anche la casa di “Concetta non me la fido”, la casa dell’artigianato e la bottega del fabbro-maniscalco, oltre a un antico forno a paglia ancora funzionante, dove durante gli eventi o ricorrenze annuali è possibile degustare il tradizionale pane preparato con lievito madre e farina molita al vecchio mulino, insieme ad altre specialità.
Da segnalare anche l’Osservatorio di Ecologia Appenninica che approfondisce flora e fauna dell’Appennino Dauno.
Alle pendici di Roseto sorgono due antichi e possenti mulini ad acqua: recentemente ristrutturati, rappresentano uno dei rari esempi di opifici idraulici presenti nell’intera provincia ed oggi hanno sia funzione didattica (all’interno dei locali dei mulini, è possibile visitare il Museo di Arte Antica) sia ricreativa con la realizzazione di una splendida piscina chiamata proprio “i mulini”, immersa nel verde, in mezzo ad un panorama stupendo e con una vista mozzafiato.
Tra i prodotti gastronomici di eccellenza del paese occupa un posto di rilievo il tartufo, soprattutto quello nero, che cresce nelle zone circostanti.
Altro prodotto d’eccellenza del posto, molto richiesto anche all’estero e legato alla ricchezza dell’ambiente naturale circostante, è il miele, la cui produzione si deve alla molteplice quantità di fiori che crescono nei boschi che circondano Roseto.
Un prodotto tipicamente rosetano è il pecelatèdde, dolce preparato con il miele nel periodo pasquale
Tra i numerosi eventi organizzati sul territorio, segnaliamo: Foche San’Antone (I fuochi di Sant’Antonio, 17 gennaio) con l’accensione di grandi falò lungo varie strade e quartieri del centro abitato, con degustazioni di prodotti tipici, un appuntamento suggestivo cui il paese è molto legato; la processione del Venerdì Santo, evento antichissimo molto sentito e articolato in tre parti; l’Estate Rosetana, ricco calendario di appuntamenti estivi tra i quali la sagra del vitello (luglio), Riviviamo il borgo (luglio) e la sagra del tartufo (agosto); Natale a Roseto con la fabbrica degli elfi, appuntamento a ridosso di Natale.
Le motivazioni: “Il borgo, in un contesto naturalistico di pregio (Monti Dauni), si distingue per la vivacità, la numerosità e varietà degli attrattori e per la buona promozione degli eventi. Senza elementi di impatto che pregiudicano o limitano l’aspetto del luogo, si caratterizza anche per l’attenzione alla sostenibilità ambientale.”
Apecchio (Pesaro-Urbino)
Apecchio, storicamente luogo di incontro di numerose civiltà (sono infatti ancora presenti tracce di insediamenti Umbri, Etruschi, Romani e Celtici), si affaccia tra Marche e Umbria, in un paesaggio ricco di sentieri e corsi d’acqua, alle pendici del monte Nerone, alla confluenza dei fiumi Biscubio e Menatoio.
Da vedere il centro storico, da scoprire attraverso l’itinerario segnalato, partendo dal ponte medievale a schiena d’asino (XV sec.), che dà poi accesso all’arco della Torre campanaria del XIV secolo.
Nei pressi si trova il bel palazzo Ubaldini, costruito su progetto di Francesco di Giorgio Martini, che ospita al suo interno il teatro G. Perugini, il più piccolo delle Marche, e il Museo dei Fossili e dei Minerali del Monte Nerone, con oltre duemila pezzi di notevole pregio scientifico oltre che estetico. Meritano una visita anche le chiese, tra le quali segnaliamo la chiesa di Santa Lucia con affreschi di scuola giottesca e di origini templari, la chiesa della Madonna della Vita, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria risalente al X secolo e la pieve di San Martino. Da vedere anche il quartiere ebraico con la sinagoga, il forno per la cottura del pane azimo, il cortile del sukkot e il cosiddetto “giro d’aria” (XV sec.).
Il territorio è ricco di sentieri per il trekking, con percorsi facili o più impegnativi, così come vasto e variegato è il reticolo di sentieri e strade (sia bianche che asfaltate) da percorrere in bici attorno al paese (Apecchio è anche tappa della Ciclo Appenninica Alte Marche).
Molti i prodotti e le tradizioni da scoprire grazie alle caratteristiche climatiche e ambientali che rendono il territorio di Apecchio particolarmente vocato alla produzione di tartufo, di ogni tipo e in ogni stagione.
L’acqua purissima che sgorga direttamente dal Monte Nerone e il clima che favorisce la produzione di orzo di qualità ha dato impulso alla realizzazione di tre birrifici artigianali di alto livello, in grado di combinare questi elementi e trasformarli in una vera e propria eccellenza.
È per questo che Apecchio può fregiarsi del titolo di prima Città della Birra Italiana. Apecchio è inoltre riconosciuta come capitale dell’Alogastronomia, neologismo coniato per indicare le connessioni virtuose tra birra artigianale, prodotti di qualità e territorio. Da gustare anche il bostrengo, dolce tipico preparato ancora oggi con la ricetta rimasta invariata nel corso dei secoli.
Fra gli eventi l’appuntamento più atteso dell’anno è sicuramente quello con Apecchio Tartufo & Birra (primo fine settimana di ottobre), mostra mercato del tartufo e festival dell’Alogastronomia: tre giorni nei quali le osterie del centro permettono di gustare l’ottimo cibo locale a base di tartufo e birra, concerti animano le vie e le piazze, convegni ed eventi arricchiscono il già ricco programma.
Da segnalare anche la Sagra del bostrengo (durante il periodo di ferragosto) e Passio, manifestazione religiosa in costume organizzata da oltre trent’anni il Venerdì Santo e che coinvolge l’intera comunità della frazione di Serravalle di Carda, dagli anziani ai più giovani.
Le motivazioni: “La località si distingue per il centro storico ben conservato e tipico, per la varietà degli attrattori ben tenuti e facilmente raggiungibili grazie all’itinerario dedicato e ben segnalato.
Efficiente il sistema di informazioni turistiche, sia in loco con l’ufficio turistico dedicato e ben segnalato, sia online con un sito web ben strutturato, che danno la possibilità di trovare tutte le informazioni utili per scoprire il territorio. Efficace è inoltre la comunicazione e la promozione dei prodotti tipici e degli eventi”
Sinalunga (Siena)
Il territorio del comune di Sinalunga è totalmente immerso in Val di Chiana e si caratterizza, pur nella diversità tra pianura ed alta collina, da un paesaggio leggermente mosso da vigne, oliveti, campi coltivati e strutture agricole.
Da vedere il centro storico, nelle sue due parti, una medievale e l’altra tardo-rinascimentale, con la collegiata di San Martino risalente al 1588, la chiesa della Madonna delle Nevi con la cancellata neogotica e la chiesa di Santa Croce che conserva la tavola d’altare Sposalizio della Vergine della scuola di Luca Signorelli considerato uno dei maggiori interpreti della pittura rinascimentale.
Da vedere poi Palazzo Pretorio, che veglia poi sul borgo sin dal Medioevo e lo spazio museale “Le Stanze di Larth” che raccoglie i reperti etruschi provenienti dalla necropoli di San Giustino e dal vicino insediamento etrusco Le Carceri.
All’ingresso del paese si trova la Fonte del Castagno, dalla quale si dipartono i cunicoli sotterranei che formano il Sentiero dell’Acqua, visitabile previa prenotazione presso l’ufficio turistico comunale. Da visitare anche la chiesa di San Bernardino in località Poggio Baldino, ricca di opere di pregio e risalente al 1449.
Tra i prodotti più importanti del territorio segnaliamo la carne di razza chianina, l’aglione della Valdichiana, un aglio dagli spicchi molto grandi che ha un sapore fresco e delicato ed è perfetto accompagnato ai caratteristici pici, e l’olio d’oliva, coltivato nelle colline sinalunghesi fin dal Medioevo.
Fra gli eventi, da oltre 100 anni, si segnala, i primi giorni del mese di ottobre la storica Fiera alla Pieve, fiera dell’agricoltura dove poter gustare eccellenti piatti e prodotti tipici, con un ricco programma di eventi collaterali.
L’Incantaborgo, è una rassegna, a ingresso libero e gratuito, di spettacoli itineranti musicali, teatrali e artistici in genere, che animano le vie e le piazze di Sinalunga nel mese di luglio. Segnaliamo anche L’Incanto del Natale, nel periodo natalizio, l’Infiorata del Corpus Domini la nona domenica dopo Pasqua nelle vie del centro storico della frazione di Farnetelle e La Valle del Gigante Bianco, tra fine maggio e inizio giugno nella frazione di Bettolle, dedicata alla razza Chianina.
Le motivazioni: “La località si distingue per il centro storico ben conservato e tipico, per la numerosità e la varietà degli attrattori ben tenuti e indicati con una segnaletica efficace.
Efficiente il sistema di informazioni turistiche, sia in loco con l’ufficio turistico dedicato e ben segnalato, sia online con un sito web ben strutturato, che danno la possibilità di trovare tutte le informazioni utili per scoprire il territorio. Numerosi sono anche i punti vendita di prodotti tipici dove poter acquistare le eccellenze del territorio.”
Bagnore (Massa Carrara)
In Lunigiana, all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Bagnone, solcato dall’omonimo torrente, è immerso tra i boschi.
Numerosi percorsi permettono di scoprire il territorio, costeggiando torrenti, cascate e piccole piscine naturali dove potersi rilassare nelle stagioni più calde.
Da vedere il borgo che è costituito da due distinti insediamenti: sulla sponda sinistra del torrente, in posizione arroccata, un borgo medievale dominato dal Castello (oggi proprietà privata), con l’imponente torrione cilindrico in pietra, e arricchito dalla chiesa di San Nicolò, fondata probabilmente nel 1067; sulla sponda destra un borgo di strada mercatale anticamente denominato Gutula, dove è possibile visitare il MAM – Museo Archivio della Memoria, precisa e preziosa documentazione del passato del territorio, la chiesa di San Nicolò Prepositurale e il teatro F. Quartieri, costruito a cavallo tra gli anni ’30-’40 del secolo XX, che oggi ospita la stagione teatrale del Comune, spettacoli e concerti.
È inoltre piacevole passeggiare nel centro storico, passare sotto i suoi portici, sostare in una delle piazze e attraversare il ponte vecchio di origine medievale.
A pochi chilometri dal capoluogo, merita una visita anche la frazione di Castiglione del Terziere con il suo castello, caratterizzato da una solida torre di forma quadrangolare e oggi di proprietà di Loris Jacopo Bononi che lo ha restaurato e vi ha creato il Centro di Studi Umanistici “Niccolò V”, dove si conservano un prezioso archivio ed una biblioteca di notevole pregio. I sentieri e le strade poco trafficate sono perfetti per la pratica della mountain bike e in generale per essere percorse in bici, seguendo i numerosi percorsi indicati.
Il più tipico dei prodotti e delle tradizioni del territorio è la cipolla di Treschietto, piccola e tonda, dal colore rosato e il sapore dolce, prodotta tra novembre e dicembre.
Il suo utilizzo in cucina è molto vasto, è ottima sia cruda che cotta, particolarmente deliziose le torte salate da forno che la contengono. A tavola, inoltre, da provare i piatti tipici come i panigacci e i testaroli.
Fra gli eventi oltre alla stagione teatrale del teatro Quartieri, da segnalare la Sagra della cipolla di Treschietto (ultima settimana di aprile e prima settimana di maggio), la manifestazione Bagnone diVino (prima settimana di luglio) e il Festival di musica classica “Musica nei borghi” nella seconda metà di luglio.
Le motivazioni: “La località si distingue per il contesto naturalistico di pregio e per la buona promozione delle risorse naturalistiche e dei percorsi cicloturistici.
Le frazioni Castello di Bagnone e Castiglione del Terziere sono tipiche, il centro storico del capoluogo è raccolto e vivace, grazie alla presenza di numerosi negozi di prodotti locali, servizi e ristoranti. Buona è inoltre la varietà di attrattori storico-culturali presenti sul territorio.”