Ott 12, 2023 | Enogastronomia, Territori
Nonostante il clima più fresco e le giornate più corte, l’autunno è una stagione meravigliosa per visitare l’Estonia. Il foliage è l’attrazione principale per una vacanza autunnale: una gita a Tallinn vi darà la possibilità di respirare l’aria fresca e frizzante della stagione, di staccare dalla routine quotidiana e di ricaricarvi nella natura.
Un paese piccolo e sei parchi nazionali
Nella capitale, infatti, circa un terzo della città è costituito da spazi verdi e parchi. Questi sono i luoghi migliori per osservare alberi e piante colorate.
Quando le foglie iniziano a cambiare colore, non può mancare una visita a Kadriorg Park e Kalamaja Park due dei luoghi più colorati di Tallinn nella stagione autunnale.
Sebbene non copra un territorio molto esteso, l’Estonia può contare su sei parchi nazionali ricchi di foreste incontaminate, laghi nascosti, torbiere, prati costieri e boscosi che in autunno offrono il massimo dello splendore.
Il Sooma National Park
Uno dei più popolari e affascinanti parchi del paese è il Sooma National Park, situato nell’Estonia centrale.
Prima che arrivi il freddo e i fiumi si ricoprano di ghiaccio, è possibile godere dei colori e della tranquillità dell’autunno attraverso un giro in canoa: le acque poco profonde offrono uno scenario straordinario per ammirare l’alba o il tramonto in questa stagione. Durante la navigazione, per i più fortunati, sarà possibile anche vedere alci, caprioli, cinghiali, linci e molte specie di uccelli.
Foto:_Remo Savisaar
Alutaguse National Park
Il più recente d’Estonia, è situato nella zona nord-orientale del Paese, in cui la natura incontaminata si alterna a piccoli villaggi, antichi siti di sepoltura ed ex aree minerarie.
Questo parco nazionale è noto per le sue bellissime foreste native e le profonde paludi, che a volte ricordano la taiga (foresta boreale), e per la popolazione di orsi bruni che abita queste foreste. In autunno è uno dei posti migliori per osservare gli orsi grazie al fogliame meno denso, rendendo così più facile l’avvistamento.
Matsalu National Park e Vilsandi National Park
Anche gli uccelli sono in movimento durante i mesi autunnali. Due dei migliori luoghi per il birdwatching sono il Matsalu National Park, nell’Estonia occidentale che si classifica come uno dei più famosi siti europei per tale attività e il Vilsandi National Park.
Quest’ultimo, situato a Saaremaa, l’isola più occidentale dell’Estonia, è stato istituito per proteggere gli habitat costieri e insulari sensibili.
È un punto eccezionale per le attività di birdwatching: nel 1910 divenne un santuario degli uccelli e nel 1957 divenne riserva naturale.
Ad oggi, rappresenta l’area di svernamento più importante dell’Unione Europea.
Foto: Kalle Pihelgas
Lahemaa National Park e Karuka
Il più grande e antico parco dell’Estonia, che ospita il meglio che la natura estone ha da offrire, è il Lahemaa National Park, che si trova sulla sponda meridionale del Golfo di Finlandia.
Il più piccolo parco del Paese è invece quello di Karula a sud dell’Estonia, luogo caratterizzato da piccoli laghi che punteggiano il paesaggio e offrono la possibilità di praticare attività come la pesca.
In autunno, i prati e gli alberi si colorano di giallo e i laghi di palude riflettono l’azzurro tenue del cielo. Sia Lahemaa che Karula ospitano diverse specie di animali selvatici, tra cui alci, caprioli, cinghiali, orsi e linci.
foto: Ardo Säks
Esperienze da non perdere
Grazie alla presenza di numerose zone verdi, l’Estonia offre molti spazi tranquilli per rifugiarsi dalla frenetica vita quotidiana e si afferma come il luogo perfetto per gli amanti della natura o per coloro che cercano un luogo in cui rilassarsi.
L’autunno è un ottimo periodo se si vuole provare una cena nella foresta, in fattoria o dal campo alla tavola.
La cucina estone utilizza un insieme di ingredienti freschi e locali. I prodotti di base come il pane di segale, il formaggio e le aringhe completano i prodotti di stagione.
In autunno, gli estoni si recano nella foresta per cercare funghi; la selvaggina, come l’alce, compare sulle tavole; le mele vengono colte dai frutteti e gli ortaggi vengono dissotterrati.
Ciò che non può essere servito fresco viene conservato e gustato per tutto l’inverno grazie a tecniche di conservazione, che sono popolari ancora oggi.
Infatti, verso metà novembre, sia a Tallinn che a Pärnu, si svolge la Restaurant Week. I ristoranti organizzano speciali menu di degustazione, offrendo ai partecipanti un’esperienza culinaria unica e la possibilità di provare nuovi ristoranti.
Pane di segale
Verso metà settembre si svolge la Estonian Bread Day and Autumn Fair, evento che celebra il cibo tradizionale estone e l’artigianato autentico.
Il protagonista dell’evento è il pane di segale fatto in casa. Durante la giornata viene illustrato il procedimento completo di produzione del pane.
L’autunno è ideale anche per i più sportivi. A fine settembre si svolge la Tartu Mountain Bike Marathon e i partecipanti possono pedalare ammirando il paesaggio dell’Estonia meridionale.
A fine ottobre invece si svolgono la Friday Night Run che precede la Tartu City Marathon: la maratona, 42 km, viene corsa in un solo giro, il che significa che ogni chilometro del percorso è unico e offre nuove esperienze.
Imperdibili anche Black Nights Film Festival (PÖFF) – uno dei più grandi festival cinematografici del Nord Europa che ogni anno porta i più nuovi e affascinanti esempi della cinematografia mondiale insieme ai registi internazionali alle porte degli spettatori locali – e a fine settembre il Festival annuale delle luci ÖÖvalgel:
il più grande evento culturale di Pärnu dove vengono eseguiti spettacoli di luci nei vari angoli della città.
Per ulteriori informazioni, per scoprire di più sui parchi nazionali ed esperienze uniche da vivere nella natura estone, fare riferimento al seguente link visitestonia.com.
Conosciamo meglio l’Estonia
Natura, cultura, arte, storia, ma anche innovazione e modernità sono le innumerevoli esperienze racchiuse in un viaggio in Estonia, paese dalle mille sfaccettature, con una popolazione di 1.300.000 abitanti su una superfice di 45.300 kmq, che aspetta solo di essere scoperto.
Un arcobaleno di colori. Dal verde dei boschi, che occupano il 51% del paese, al blu del mare e degli innumerevoli corsi d’acqua e laghi, al rosso e viola dei tramonti infuocati, dal bianco candore delle immense distese di neve nei mesi invernali agli innumerevoli toni di giallo e marrone delle torbiere: un vero piacere per gli occhi e per la mente.
Dalle lunghe notti d’estate a una sorprendente “quinta stagione”, fino a una combinazione di profumi baltici, nordici e scandinavi, l’Estonia è un mistero che si svela ai viaggiatori curiosi, liberi di esplorare a modo proprio un luogo unico e senza tempo.
Qui la natura la fa da padrona, ma al contempo un rapido sviluppo tecnologico ha contribuito a rendere l’Estonia un paese digitale e uno dei più informatizzati al mondo, combinando con molta semplicità tradizione e innovazione, l’architettura del legno con gli ambienti tecnologici più innovativi. Qui tutto si può fare online, tranne sposarsi e divorziare!
Un viaggio in Estonia combina la voglia di perdersi nella natura con il desiderio di rivivere tradizioni storiche come una visita alla città di Tallinn, patrimonio mondiale dell’Unesco il cui centro medioevale è uno dei meglio conservati al mondo.
E non si può certo dimenticare Tartu nel sud del paese, la più antica città baltica, sede della prima università del nord Europa.
L’Estonia vi sorprenderà col calore dei suoi abitanti, i mille sapori della sua variegata cucina, i colori della natura, la sua storia e le sue tradizioni.
Set 29, 2023 | Territori
Se siete amanti della storia, della cultura e dell’architettura e vi piacciono castelli e leggende, non vi resta che organizzare un viaggio in Polonia, paese che vanta centinaia di fortezze disseminate su tutto il territorio, edifici antichi che celano un patrimonio storico incredibile.
Molti di questi castelli, spesso di epoca medievale, sono stati successivamente rinnovati, pur mantenendo il loro pregio architettonico e conservando collezioni di opere d’arte, mobili antichi, tappeti ed armi.
Foto di Lubos Houska da Pixabay
Per un viaggio indietro nel tempo
Siete pronti per un viaggio indietro nel tempo?
A vivere atmosfere fiabesche visitando bellissimi castelli in giro per la Polonia? Ognuno di questi ha una propria anima, una propria storia e una propria architettura. Rappresentano uno dei tesori più preziosi di questo sorprendete paese dell’Europa Centrale, ammaliando tutti, grandi e piccini, appassionati di storia, cultura e arte e… favole.
Sono centinaia i castelli che punteggiano i paesaggi della Polonia e visitarli è di gran lunga una splendida opportunità per scoprire il fascino di antichi edifici – risalenti ad un Medioevo lontano ed intrigante – ammirarne gli interni e godere delle magnifiche vedute che offrono, perché spesso circondati da parchi e giardini di grande bellezza.
Castello di Czocha. Foto di Dariusz Sankowski da Pixabay
I tesori della bassa Slesia: il Castello di Czocha
Il Castello di Czocha è una fortezza del XIII secolo affacciato sul lago Lesnia nella regione della Bassa Slesia.
È famoso per la sua imponente architettura, dalla quale spiccano torri, campanili e facciate elaborate. Si estende su una superficie di circa quattro ettari ed è circondato da un bellissimo paesaggio collinare e, malgrado le numerose modifiche e ristrutturazioni subite nel corso dei secoli, è possibile oggi ammirare al suo interno molte sale e stanze decorate con mobili antichi, dipinti e oggetti d’arte originali.
Sono diverse le attività che si svolgono al suo interno: visite guidate e tour notturni per scoprire la storia del castello attraverso passaggi segreti, ma non solo.
Tanti i festival e gli eventi culturali ed educativi organizzati. Spesso scelto come location per le produzioni cinematografiche, grazie alla sua spettacolare e indubbia scenografia, il Castello di Czocha è anche uno dei più misteriosi. Agli inizi del XX secolo venne acquistato da un uomo di nome Ernst Gutschow che finanziò diverse ristrutturazioni, che inclusero la realizzazione di sottopassaggi, porte nascoste, nascondigli e stanze segrete che, ad oggi, nessuno è riuscito a capirne l’utilizzo.
Potreste essere voi a risolvere questo enigma, soggiornando nell’hotel che sorge sul terreno del castello; potreste trovare il nascondiglio segreto che vi porterà al tesoro di Ernst Gutschow.
E quale periodo migliore dell’anno, se non proprio l’autunno, per andare alla ricerca di tesori, scoprire segreti e leggende legate a re, regine, guerrieri e castelli risalenti ad epoche lontane? Seguiteci in questa visita fiabesca.
Castello di Ksiaz. Foto di Kami Zuto da Pixabay
Il Castello Ksiaz
Il Castello Ksiąz è il terzo castello più grande della Polonia in Europa.
Situato nella città di Walbrzych, nella Bassa Slesia, sud-ovest della Polonia, venne costruito nel XIII secolo e, nel corso dei secoli, subì molte modifiche e ristrutturazioni, in particolare durante il periodo barocco e neogotico. La sua imponente architettura affascina qualsiasi visitatore; il complesso è formato da diversi edifici e terrazzi, che si sviluppano su una superficie di circa trenta ettari e si trova all’interno dell’omonimo Parco Paesaggistico Ksiazanski.
Il castello è un posto unico che testimonia il ricco patrimonio culturale del sud della Polonia e proprio per questo faceva gola ai briganti della zona che, una notte, decisero di irrompere ma furono talmente silenziosi che non svegliarono né le guardie né gli abitanti portando via sacchi pieni di oggetti preziosi. Quando ormai pensavano di averla fatta franca, passando accanto al mulino per tornare al loro nascondiglio, sentirono all’improvviso uno strano rumore.
La diga sul torrente cedette e la rapida corrente trascinò via i ladri insieme ai sacchi pieni di ricchezze. Non sopravvisse nessuno dei briganti ma si racconta che i tesori del Castello Książ siano ancora nascosti sul fondale del torrente aspettando che qualcuno li scopra. Non è l’unica leggenda legata a questo maestoso edificio. Come in ogni castello che si rispetti, infatti, non mancano fantasmi che si aggirano tra le mura.
Oltre al mistero, non mancano fiaba e magia: nella stagione invernale, infatti, il Parco Paesaggistico si trasforma in uno scintillante spettacolo di luci! Tra ottobre e febbraio, viene infatti allestita una mostra – il Giardino delle Luci – durante la quale è possibile ammirare decorazioni luminose che rendono ancora più bella la già straordinaria architettura del maniero.
Dalle fontane zampillano gocce di luce, il Terrazzo delle Rose (Taras Rozany) è addobbato con fiori sfavillanti e il Terrazzo Occidentale (Taras Zachodni) si è trasformato in una fiabesca sala da ballo. Nel giardino incantato del Palmeto, tra il rumore dell’acqua e il canto degli uccelli, sarà possibile trovare splendide farfalle, fiori incantevoli e onde magiche piene di pesci colorati.
Castello di Pieskowa Skala. Foto di Pixabay
Malopolska: custode di un tesoro sorprendente. Il Castello di Pieskowa Skala
Il Castello di Pieskowa Skala fu costruito nel XIV secolo per volere del re Casimiro il Grande come parte della rete difensiva destinata a proteggere i confini dello stato e la capitale di allora (ndr. Cracovia) e sorge nel Parco Nazionale di Ojcow, nei pressi di Cracovia, luogo che vale la pena visitare perché si possono ammirare numerose grotte e gole formatesi dall’azione dei processi carsici, alcune dalle forme fantastiche, tra cui la più celebre è la Clava di Ercole.
Il castello, eretto in stile gotico, è stato oggetto di diversi interventi di ristrutturazione nel corso dei secoli, in particolare durante il periodo rinascimentale e rappresenta oggi uno dei più celebri esempi di architettura difensiva del Rinascimento Polacco.
E come ogni castello che si rispetti, anche qui narra la leggenda che …
C’era una volta una nobile ragazza chiamata Dorotka che si innamorò di uno scudiero. Il suo amore era corrisposto ma non approvato dal padre della giovane che le fece sposare il vecchio proprietario della residenza, oggi chiamata Pieskowa Skala.
La ragazza, non riuscendo a vivere senza amore, scappò insieme al suo amante, ma furono presi e puniti severamente: lui squarciato dai cavalli, lei rinchiusa in una torre sopra la roccia, condannata a morire di fame. Per un po’ di tempo venne aiutata dal suo cagnolino che con fatica si arrampicava sulla roccia.
La ragazza alla fine morì e si dice che ancora oggi nel castello riecheggiano i suoi lamenti. Il nome della residenza – letteralmente traducibile come “la roccia del cagnolino” – pare proprio faccia riferimento al fedele cane della povera Dorotka.
Sarà vero? Scopritelo voi stessi durante una visita al Castello di Pieskowa Skala, una delle tappe del Sentiero dei Nidi d’Aquila, itinerario che abbraccia due regioni, Slesia e Malopolska, forse una delle zone più belle della Polonia.
Castello di Ogrodzieniec. Foto Pax Mex per Pixabay
Castello di Ogrodzieniec
Il Castello Ogrodzieniec di Podzamcze, eretto ai tempi del re Casimiro il Grande sul punto più alto della Jura Krakowsko-Czestochowska, è il più imponente e caratteristico castello dell’Itinerario dei Nidi d’Aquila.
Grandioso nella sua antica struttura, costituisce un ottimo esempio della bravura degli antichi costruttori che nei secoli lo hanno reso una maestosa sede aristocratica.
Dopo una lunga ristrutturazione, avvenuta a metà del XVI secolo in stile rinascimentale, agli inizi del XVIII secolo subì ulteriori modifiche, fino a farne un castello in stile barocco.
Grazie al suo fascino, qui sono state girate alcune puntate della celebre serie The Witcher, basata sulla saga dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski.
Dal 2021 è possibile ammirare in inverno il castello in una nuova magnifica veste luminosa!
Nell’area infatti sono state installate illuminazioni – personaggi legati alla storia e alle leggende della fortificazione.
Alabardieri che proteggono le porte del cortile principale, cavalieri e una dama bianca strettamente legati al castello, un enorme cane nero e una carrozza con cavalli e specchi nelle stanze del castello.
Gli autori del progetto hanno utilizzato colori chiari e uniformi, prediligendo la luce calda e fredda per il castello, mentre solo per alcune figure sono state usate luci colorate. La Fortezza della Luce è illuminata da un milione di luci che esaltano la bellezza del magnifico edificio, creando un effetto sorprendente, che affascina e incanta i visitatori.
Ago 31, 2023 | Territori
Temperature autunnali straordinariamente miti, mille appuntamenti ed eventi golosi in uno scenario in cui la natura offre il suo spettacolo migliore attingendo di colori meravigliosi la vallata per uno dei fenomeni cromatici più fotografati al mondo: il foliage.
Chiusa / Klausen
Quel borgo sulle colline altoatesine
Una vacanza autunnale a Chiusa / Klausen nel cuore dell’Alto Adige è una vera immersione nel piacere tra natura, cultura e buon cibo, alla scoperta dei boschi di castagni più rinomati e dei vini bianchi della Cantina Valle Isarco, la più giovane cooperativa vitivinicola dell’Alto Adige di cui abbiamo degustato il Riesling.
Un laboratorio di sostenibilità contemporanea per accogliere un turismo meditativo e consapevole, alla ricerca dei piaceri della tavola, benessere ai massimi livelli e luoghi dal fascino intramontabile.
Chiusa e i suoi dintorni sono un condensatore di bellezza senza tempo. La meta ideale per un soggiorno in stretta connessione con la natura da vivere circondati da spazi immensi e silenziosi. Chiusa, Barbiano, Velturno e Villandro, borghi arroccati sulle colline altoatesine e poi il Monastero di Sabiona, le cascate di Barbiano e tanti filari coltivati a vigneti si alternano a vaste aree verdi che si estendono a perdita d’occhio.
Settembre e la settimana del frutto blu
L’autunno in montagna è infatti per molti sinonimo di libertà, un momento per immergersi nella vita del posto, per scoprire come si vive nei borghi rurali, a contatto con i personaggi ineguagliabili che trascorrono le giornate a raccontare la loro storia. In questi contesti non mancano i risvolti gourmet.
A settembre il primo degli appuntamenti è con le settimane della Prugna di Barbiano (dal 2 al 17 settembre) dove le prugne diventano parte integrante della cucina.
I ristoranti propongono piatti con nuove interpretazioni del frutto blu, così come i negozi di prodotti tipici propongono pane alle prugne, marmellata alle prugne e prugne secche. Non mancano poi le escursioni guidate con visita alle fattorie.
Törggelen vivere la festa dell’autunno altoatesino
Il vero clou dell’autunno è la festa del Törggelen dal 15 al 17 settembre, un invito a passare una giornata intorno a un tavolo bevendo vino novello e mangiando castagne appena arrostite, oltre a degustare piatti tipici della tradizione come Speck, Schlachtplatte e lo Sußer – il mosto d’uva con meno dell’1% di alcol.
Per chi non lo conoscesse, il “Törggelen” è una consuetudine altoatesina tipica del periodo autunnale quando arrivano a maturazione frutti come l’uva e la castagna, che consiste nel ritrovarsi la sera con gli amici nelle cantine o sotto le pergole dei giardini, nei ristoranti o nei masi a gustare vino novello, specialità locali, speck e castagne.
Farina di pere e castagna: fra cultura e tavola
Ancora più curiosa la rassegna della farina di pere declinata nei sapori della tavola, è infatti molto vivo il rito del Birmehlherbst di Verdignes, dal 18 al 24 settembre 2023.
A dominare le scene dell’autunno, c’è anche la castagna nelle sue declinazioni culturali, turistiche ed enogastronomiche, con una serie di appuntamenti e di itinerari che ne narrano la loro storia.
A Velturno si parla infatti di oltre 3mila castagni censiti che danno vita all’avventuroso Sentiero del castagno(Keschtnweg) che parte dall’Abazia di Novacella e raggiunge il paese delle castagne, Velturno e si snoda attraverso i bellissimi vigneti fino alla Valle d’Adige, a Terlano. Il sentiero, lungo più di 90 km, può essere suddiviso in tratti più brevi, per singole escursioni giornaliere.
Dal 1997 l’evento più interessante è il Keschtnigl, un insieme di escursioni e di visite guidate, degustazioni, concerti che culminano con il “Niglsunntig”, una grande festa nel centro di Velturno dove le associazioni locali offrono specialità a base di castagne.
Val d’Isarco, la viticultura di pregio d’altura
La Valle Isarco però è molto di più, è una chicca per l’Alto Adige, lo dimostra la vivacità dei borghi che offrono innumerevoli appuntamenti a cui si sommano le visite nelle piccole cantine. Da “tenere d’occhio” la Cantina Valle Isarco, sinonimo di vini bianchi d’eccellenza conosciuti in tutto il mondo. Si tratta della più giovane cooperativa vitivinicola dell’Alto Adige con una produzione di pregiate etichette di bianchi.
Gli ettari di terreno destinati alla realizzazione delle bottiglie più classiche hanno trovato in questa area dal clima mite, soleggiato e asciutto, le condizioni ideali per la crescita di uve di pregio, che prosperano su entrambi i versanti della valle.
Nel corso del tempo sono state selezionate specifiche varietà che oggi garantiscono ai vini un carattere unico e sorprendente. Per questo lo spirito di ogni famiglia di viticoltori è fortemente legato alla propria vigna.
foto Andreas-Mierswa
Uno dei borghi più belli d’Italia e una vacanza d’autunno
Chiusa e il suo borgo tra passeggiate e degustazioni di piatti tipici. Oltre a una delle cittadine più interessanti dell’Alto Adige per le sue peculiarità, è stato inserito anche tra i “Borghi più Belli d’Italia”. Protagonisti indiscussi della vacanza: i piatti della tradizione, i vini del territorio e la natura da assaporare a piccole dosi con tutti i sensi tra passeggiate e visite nei luoghi della cultura.
Il programma degli eventi autunnali propone le passeggiate nelle malghe, aperte fino ai primi di novembre.
I rifugi e gli alpeggi offrono prelibatezze da degustare come i canederli allo Speck, il Kaiserschmarren – la classica frittata dell’imperatore o gli Schlutzkrapfen, – traducibili in italiano come mezzelune, nella loro ricetta più tipica, ripiene di spinaci e ricotta.
Nell’alpeggio più grande d’Europa
Imperdibile in autunno e nelle immediate vicinanze di Chiusa l’Alpe di Villandro (Villanderer Alm), uno degli alpeggi più grandi e più belli d’Europa.
Questo verde altopiano è una delle zone più ricche di sentieri, tutti ben segnalati e situati tra i 1.700 e i 2.500 metri d’altezza, con vista panoramica sulle Dolomiti occidentali, da qui si può ammirare lo Sciliar, il Gruppo delle Odle, il Gruppo del Sella, l’Alpe di Siusi, le Alpi della Zillertal.
Un percorso composto da un fitto reticolo di cammini e di rifugi adatti alla famiglia, che si snoda tra prati alpini, pascoli, laghetti, ruscelli e acquitrini, costellato da baite e chiesette.
Immersiva è l’escursione a Bad Dreikirchen, tre graziose cappelle gotiche (Santa Gertrude, San Nicola e Santa Maddalena), poste una accanto all’altra, diventate una meta alternativa per una passeggiata semplice, ricca di suggestioni.
Chi desidera assistere a un emozionante spettacolo della natura le Cascate di Barbiano, che scendono dal Corno del Renon, formate dal Rio Gonda che precipita a valle con otto salti, di cui uno di 85 metri. Molto apprezzato il Sentiero Pino Mugo con la sua distilleria dove testare e acquistare le essenze dall’aroma intenso e dagli effetti benefici.
Sopra Chiusa il monastero benedettino che risale al XVII secolo, arroccato su di una rupe, abitato dalle monache di clausura fino a poco tempo fa. Il complesso, circondato dalle mura, in buona parte non è visitabile, ma percorribile nel sentiero ad anello di tre chilometri che parte dal borgo di Chiusa e raggiunge il monastero percorrendo i campi coltivati ad alberi da frutto, vigneti e castagni.
Ott 13, 2018 | Enogastronomia, Eventi, Monte Amiata, Siena
Funghi e castagne protagonisti delle feste che animano i borghi amiatini nei prossimi weekend di ottobre
Borghi in festa pieni di gusto: prosegue #AmiatAutunno, la rassegna di appuntamenti dedicata ai prodotti tipici del Monte Amiata. Castagne, funghi ma anche vino e olio sono il fil rouge di un itinerario che – fino a novembre – attorno ai piaceri del palato riunisce ben otto comuni: Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Castiglion d’Orcia, Piancastagnaio, Roccalbegna e Santa Fiora.
Quattro le località in cui il bello e buono si mette in mostra nei prossimi due week end.
Il 12-13-14 e il 19-20-21 ottobre nel borgo medioevale di Abbadia San Salvatore si rinnova la “Festa d’Autunno”.
Protagonista principale la castagna, prodotto che da sempre riempie le madie con la sua preziosa farina, con la quale spesso si è riusciti a sostituire il pane in una terra non abbondante di grano. Mentre si cuociono caldarroste degustazioni, musica, mercatini e spettacoli rendono unica l’atmosfera nel borgo medioevale.
Previste anche visite guidate alle bellezze medioevali della città e visite guidate al Museo Minerario (per informazioni Consorzio Terre di Toscana tel. 0577 778324; info@terreditoscana.net), all’Abbazia del Santissimo Salvatore e al Museo di Arte Sacra (info: museoabbaziasansalvatore@gmail.com tel: 0577 777352). Per gli appassionati di mountain bike, un’escursione naturalistica nei boschi del Monte Amiata (info: Associazione MTB Amiata, tel: 3315784886).
#AmiatAutunno prosegue poi con la “Sagra del Fungo e della Castagna” a Vivo d’Orcia (comune di Castiglione d’Orcia) nelle giornate del 14 e 20-21 ottobre.
Qui a farla da padrone sono le pietanze a base di funghi e tra una degustazione e l’altra si snoda un fitto calendario di spettacoli che culmina nel curioso e divertente Palio del Boscaiolo (21 ottobre), un confronto curioso e divertente tra le due contrade del paese, il “Pian delle Mura” e le “Caselle”, impegnate nel tagliare in sei parti un tronco del diametro di circa 60 centimetri, per la realizzazione di sei sedie, ed un altro tronco del diametro di circa 25 centimetri, per la realizzazione di sei scodelle nelle quali dovrà essere versata la polenta che nel frattempo verrà preparata dagli altri concorrenti.
Previste anche escursioni naturalistiche con “Le stagioni del Castagno con visita alle Sorgenti dell’Ermicciolo” (Info: Pro-Loco tel. 0577/873830 – 3381761817).
Il 20-21 ottobre si festeggia anche nella frazione di Cana (comune di Roccalbegna) con la “Biondina”: così è chiamata la caldarrosta, alludendo al colore che assume dopo essere stata cotta nei tipici bracieri.
Ma non solo le castagne saranno protagoniste di questa due giorni durante i quali si potranno degustare i piatti della tradizione come la polenta di castagne con ricotta, la zuppa di funghi, i biscotti salati, il castagnaccio. Inoltre saranno aperte le “frasche”, ovvero le cantine del paese dove si potranno degustare vini locali.
“Castagna in Festa” anche ad Arcidosso dove per due fine settimana (19-20-21 e 26-27-28 ottobre) si celebra il frutto a cui si sono legate le sorti di tante donne e uomini dell’Amiata.
Una festa fatta dalla gente: sono tante le associazioni di volontariato del territorio che collaborano alla buona riuscita, allestendo stand con prodotti a base di castagne e birra di castagne. Sono aperte anche le cantine nel centro storico mentre un ricco programma di spettacoli e concerti anima il paese dove si svolgono originali mercatini dell’artigianato e antiquariato.
Ma il calendario di #AmiatAutunno è ancora lungo e tutto da gustare.
Il 28 ottobre riflettori accesi su Campiglia d’Orcia (comune di Castiglione d’Orcia) per la “Festa del Marrone” che unisce gusto a folklore. Si gustano i piatti della tradizione e soprattutto, i marroni preparati in ogni modo. Intanto i tre Rioni in cui è suddiviso il paese danno vita alla festa. Le strade e le viuzze si riempiono di scenografie dove personaggi in costume raccontano di antiche leggende o cantano stornelli. La storia torna a vivere.
Il 20 e il 21 ottobre, #AmiatAutunno si sposta a Santa Fiora con la “Sagra del Marrone Santafiorese” dedicata ancora una volta alla pregiatissima castagna del Monte Amiata.
Due giorni di degustazioni di piatti a base di castagne, visite guidate nei boschi di Santa Fiora e nei seccatoi, i luoghi tradizionali della lavorazione dei marroni.
Nato per celebrare la fine del raccolto della castagna e l’inizio della stagione invernale, dal 31 ottobre al 4 novembre a Piancastagnaio è tempo di Crastatone.
Il termine Crastatone deriva dal verbo dialettale “crastare”, ovvero l’atto di tagliare la castagna prima di metterla sul fuoco, da qui la “crastata” (caldarrosta). I chiassi delle Contrade diventano percorsi tutto da scoprire: l’aria profuma di caldarroste e legna bruciata mentre cantine e locande offrono menù tipici conquistando i visitatori con specialità a base di castagne, monne, brodolose, vecchiarelle e suggioli. Mostre d’arte, mercatini, musica e visite guidate arricchiscono la manifestazione.
Sabato 3 novembre il borgo di Castell’Azzara si tuffa nella tradizione con “Zucche in festa” appuntamento che racconta un’antica usanza toscana.
Organizzata dall’Associazione Pro Loco, dagli Amici dell’Orso, con il patrocinio del Comune di Castell’Azzara è questa la festa delle “morti secche” ovvero delle zucche svuotate e trasformate in teschi da illuminare con una candela.
Nulla a che fare con Halloween: questa usanza accompagnava l’autunno, quando le zucche ormai mature, in compagnia delle pannocchie di granturco con cui avevano condiviso il terreno di semina, arrivavano nelle case dei contadini per essere usate come alimento per uomini e maiali.
Un raccolto celebrato da queste sculture rurali che giocando a raffigurare la morte, si proponevano come oggetti portatori di luce e quindi di vita. E così, per una sera, le suggestive vie del borgo storico di Castell’Azzara vengono rischiarate da giocose lanterne mentre si delizia il palato dei visitatori con menù a base di zucca (da non perdere i tortelli di zucca al tartufo, le carni di maiale ed i dolci), tra musica e attrazioni.
Per informazioni: www.amiatautunno.it. Facebook Amiatautunno; Instagram: Amiatautunn
Ott 16, 2015 | Arezzo, Casentino, Da non perdere, Firenze
[:it]di Nadia Fondelli – Per chi ama emozionarsi con la natura fra metà ottobre e metà novembre è il periodo migliore dell’anno per andar per boschi. Quello che gli americani chiamano “fall foliage”; ovvero quando è visibile lo spettacolo unico in cui le foreste, con effetti cromatici intensi si trasformano in mille sfumature di rossi, gialli, verdi e arancioni.
Oltreoceano questo fenomeno naturale è un appuntamento imperdibile per fotografi, pittori, scrittori e semplici amanti della natura, mentre da noi ammirare la caduta delle foglie è passatempo abbastanza recente.
Gli itinerari classici nel mondo dove contemplare i colori d’autunno comprendono quattro aree principali: il Canada meridionale e gli Stati Uniti nord-orientali, le Alpi ed il nord Europa, il Caucaso e l’Asia nord-orientale con grandi aree della Cina ed il Giappone.
Anche da noi aceri, pioppi, faggi e castani si colorano di giallo, arancio, rosso, marrone e mille altre tonalità disegnando una tavolozza colorata che incanta.
In Italia le aree migliori per ammirare il fall foliage sono gli Appennini.
In Toscana da non perdere la strada che conduce da San Marcello Pistoiese all’Abetone che attraversa un bosco che assume tonalità fantastiche.
L’Amiata fra profumi di castagne e ruscelli è il luogo ideale della Toscana centro meridionale, da non perdere poi la zona boscosissima di Vallombrosa, Secchieta e Pratomagno fra Firenze e Arezzo.
Ma il luogo di elezione sono le foreste sacre, quel vastissimo parco fra Toscana e Romagna che al fall foliage dedica addirittura un festival.
Ma ovunque scegliete di andare sappiate che la visita è riservata solo a coloro che sanno rallentare la vita moderna, ascoltare i passi dei propri piedi affondare nel sottobosco, vivere i silenzi della foresta.
Fra le ultime due settimane di ottobre e le prime due di novembre gli alberi che favoriscono il fenomeno sono il faggio che domina la fascia montana, insieme all’abete bianco, l’acero montano, il riccio, l’opalo, l’olmo, i tigli (nostrano e selvatico), e i frassini (maggiore e orniello). Nella fascia collinare invece i colori delle querce e dei carpini, meno spettacolari della fascia montana, raggiungono l’apice nelle prime due di novembre anche se l’acero opalo e campestre, il ciliegio e l’orniello si colorano già nelle ultime di ottobre.
Nel parco delle Foreste Casentinesi, il luogo più noto dove vivere l’esperienza emozionale è la cima del Monte Penna sopra la Foresta della Lama. Si raggiunge dal Passo dei Fangacci nella strada che collega Badia Prataglia all’Eremo di Camaldoli.
Sempre nella Foresta della Lama, e abbinata alla salita al Monte Penna, consigliamo l’escursione che porta al pianoro della Lama per il sentiero degli Scalandrini.
La stessa emozione si può vivere nella Foresta di Campigna, risalendo dall’abitato al Passo della Calla per la mulattiera Granducale e scendendo per il sentiero della Fonte del Raggio, fino (se si ha la gamba giusta) a Villaneta.
Nel versante fiorentino da Castagno d’Andrea per il Borbotto, seguendo il percorso che porta alla Gorga nera, Passo Crocicchie, Monte Falterona e Monte Falco (preferibile a metà ottobre). Infine da non perdere il bosco monumentale di faggi, aceri e abeti che circonda il Santuario della Verna.
A novembre a quote più basse per ammirare le colorazioni delle querce (cerro e roverella) suggeriamo la spettacolare Valle di Pietrapazza, il sentiero delle Ripe Toscane nella solitaria Valle delle Celle, la Salita al Monte Tiravento da Premilcuore, e la Valle dell’Acquacheta da San Benedetto.
Nel versante casentinese il sentiero del Tramignone, che collega Serravalle con Badia Prataglia.
Autunno Slow è un evento nato proprio in funzione del fall foliage e propone sette settimane dedicate alla natura del Parco per respirare e ammirare l’autunno.
Un programma ricco di escursioni, passeggiate, laboratori, mostre, workshop di fotografia, sagre, degustazioni e tante iniziative speciali.[:en]di Nadia Fondelli – Per chi ama emozionarsi con la natura fra metà ottobre e metà novembre è il periodo migliore dell’anno per andar per boschi. Quello che gli americani chiamano “fall foliage”; ovvero quando è visibile lo spettacolo unico in cui le foreste, con effetti cromatici intensi si trasformano in mille sfumature di rossi, gialli, verdi e arancioni.
Oltreoceano questo fenomeno naturale è un appuntamento imperdibile per fotografi, pittori, scrittori e semplici amanti della natura, mentre da noi ammirare la caduta delle foglie è passatempo abbastanza recente.
Gli itinerari classici nel mondo dove contemplare i colori d’autunno comprendono quattro aree principali: il Canada meridionale e gli Stati Uniti nord-orientali, le Alpi ed il nord Europa, il Caucaso e l’Asia nord-orientale con grandi aree della Cina ed il Giappone.
Anche da noi aceri, pioppi, faggi e castani si colorano di giallo, arancio, rosso, marrone e mille altre tonalità disegnando una tavolozza colorata che incanta.
In Italia le aree migliori per ammirare il fall foliage sono gli Appennini.
In Toscana da non perdere la strada che conduce da San Marcello Pistoiese all’Abetone che attraversa un bosco che assume tonalità fantastiche.
L’Amiata fra profumi di castagne e ruscelli è il luogo ideale della Toscana centro meridionale, da non perdere poi la zona boscosissima di Vallombrosa, Secchieta e Pratomagno fra Firenze e Arezzo.
Ma il luogo di elezione sono le foreste sacre, quel vastissimo parco fra Toscana e Romagna che al fall foliage dedica addirittura un festival.
Ma ovunque scegliete di andare sappiate che la visita è riservata solo a coloro che sanno rallentare la vita moderna, ascoltare i passi dei propri piedi affondare nel sottobosco, vivere i silenzi della foresta.
Fra le ultime due settimane di ottobre e le prime due di novembre gli alberi che favoriscono il fenomeno sono il faggio che domina la fascia montana, insieme all’abete bianco, l’acero montano, il riccio, l’opalo, l’olmo, i tigli (nostrano e selvatico), e i frassini (maggiore e orniello). Nella fascia collinare invece i colori delle querce e dei carpini, meno spettacolari della fascia montana, raggiungono l’apice nelle prime due di novembre anche se l’acero opalo e campestre, il ciliegio e l’orniello si colorano già nelle ultime di ottobre.
Nel parco delle Foreste Casentinesi, il luogo più noto dove vivere l’esperienza emozionale è la cima del Monte Penna sopra la Foresta della Lama. Si raggiunge dal Passo dei Fangacci nella strada che collega Badia Prataglia all’Eremo di Camaldoli.
Sempre nella Foresta della Lama, e abbinata alla salita al Monte Penna, consigliamo l’escursione che porta al pianoro della Lama per il sentiero degli Scalandrini.
La stessa emozione si può vivere nella Foresta di Campigna, risalendo dall’abitato al Passo della Calla per la mulattiera Granducale e scendendo per il sentiero della Fonte del Raggio, fino (se si ha la gamba giusta) a Villaneta.
Nel versante fiorentino da Castagno d’Andrea per il Borbotto, seguendo il percorso che porta alla Gorga nera, Passo Crocicchie, Monte Falterona e Monte Falco (preferibile a metà ottobre). Infine da non perdere il bosco monumentale di faggi, aceri e abeti che circonda il Santuario della Verna.
A novembre a quote più basse per ammirare le colorazioni delle querce (cerro e roverella) suggeriamo la spettacolare Valle di Pietrapazza, il sentiero delle Ripe Toscane nella solitaria Valle delle Celle, la Salita al Monte Tiravento da Premilcuore, e la Valle dell’Acquacheta da San Benedetto.
Nel versante casentinese il sentiero del Tramignone, che collega Serravalle con Badia Prataglia.
Autunno Slow è un evento nato proprio in funzione del fall foliage e propone sette settimane dedicate alla natura del Parco per respirare e ammirare l’autunno.
Un programma ricco di escursioni, passeggiate, laboratori, mostre, workshop di fotografia, sagre, degustazioni e tante iniziative speciali.[:]