Apr 26, 2025 | Territori
Ha aperto oggi al pubblico la nuova slittovia delle Dolomiti Lucane, il nuovo attrattore turistico che arricchisce l’offerta esperienziale di Castelmezzano, uno dei borghi più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club.

Castelmezzano, deposistphotos
Castelmezzano: il borgo sospeso tra cielo e roccia
Sospeso tra cielo e terra, incastonato tra le guglie rocciose delle Dolomiti Lucane, Castelmezzano è un luogo dove il tempo si arrende al fascino della natura. Qui, ogni pietra racconta una storia e ogni panorama invita a perdersi.
Le origini di Castelmezzano risalgono all’VIII secolo, quando popolazioni locali si rifugiarono tra queste montagne per sfuggire alle incursioni saracene.
Successivamente, il borgo conobbe la dominazione normanna, che lasciò in eredità il castello arroccato sulla roccia. Oggi ne restano pochi ruderi, ma basta chiudere gli occhi per immaginare torri e merli vegliare sulle valli sottostanti.
Passeggiare per le stradine di Castelmezzano è come sfogliare un libro antico. Gli stretti vicoli, le case in pietra che sembrano fondersi con la montagna, le chiese come quella di Santa Maria dell’Olmo, raccontano di una quotidianità semplice e autentica.
Non perdetevi i ruderi del castello normanno: da lassù, il panorama sulle Dolomiti Lucane è mozzafiato. E tra una curva e l’altra, lasciatevi sorprendere dai “Sassi Volanti”, particolari conformazioni rocciose modellate dal vento e dal tempo.
Il Volo dell’Angelo è senza dubbio l’esperienza più famosa da fare: sospesi a 120 metri di altezza, si vola imbragati su una fune tra Castelmezzano e Pietrapertosa, toccando punte di 120 km/h. Un’avventura adrenalinica con vista mozzafiato.
Per chi ama camminare, ci sono sentieri che si arrampicano tra le rocce e attraversano boschi silenziosi, come il “Percorso delle Sette Pietre”, un itinerario tematico che unisce arte, natura e leggenda.
Castelmezzano non si visita soltanto: si vive, si respira, si sogna. Tra la pietra e il cielo, il viaggio si trasforma in emozione, e il ricordo di questo piccolo grande borgo rimane scolpito nel cuore.

Pietrapertosa al lato opposto di Castelmezzano arriva la zip line del volo dell’angelo
Dopo il volo dell’angelo arriva la slittovia
L’impianto, finanziato con fondi PON/PAC del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, collega direttamente le vette delle Dolomiti Lucane al cuore del centro abitato, offrendo un’esperienza immersiva tra le spettacolari guglie di arenaria e i panorami del Parco di Gallipoli Cognato.
Realizzata dalla società tedesca Wiegand, la slittovia si sviluppa su una pista su rotaia lunga 1.180 metri con pendenze che raggiungono il 65% e avanzati sistemi di controllo della velocità e sensori anticollisione.
Il sistema di risalita a cremagliera, alimentato da motore elettrico e da fonti rinnovabili, conduce i visitatori fino alla stazione di monte a quota 1.051 metri, da cui parte una discesa mozzafiato fino al borgo, a 881 metri di altitudine.
Il percorso si distingue per elementi scenografici quali un ponte panoramico, una galleria di 18 metri e un loop finale di 45 metri.
“Con questa nuova infrastruttura, Castelmezzano rafforza la propria vocazione turistica, puntando su innovazione, sostenibilità e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale delle Dolomiti Lucane” afferma il Direttore generale dell’APT Basilicata, Margherita Sarli. “La complementarità – aggiunge – con attrazioni già consolidate, come il Volo dell’Angelo, il Ponte Nepalese, le Vie Ferrate e il Cammino delle 7 Pietre, consentirà di aumentare la permanenza media dei visitatori e di posizionare Castelmezzano come destinazione d’eccellenza per il turismo esperienziale nel Mezzogiorno”.
Ott 11, 2024 | Territori
La Basilicata, nota anche come Lucania, è una regione che sfugge spesso alle mete più battute dai turisti, ma proprio per questo conserva un fascino incontaminato e selvaggio.
Situata tra la Puglia, la Calabria e la Campania, è una terra di contrasti fatta di montagne imponenti, colline dolci, mari limpidi, borghi medievali e paesaggi che sembrano usciti da una fiaba.
Se siete in cerca di un’esperienza autentica e volete scoprire luoghi nascosti e affascinanti, la Basilicata è il posto giusto per voi.

Giulia Gasperini su Unspash
1. Matera: la capitale della cultura e dei sassi
Quando si parla di Basilicata, non si può non menzionare Matera, la città dei Sassi. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e Capitale Europea della Cultura 2019, Matera è unica al mondo per i suoi antichi rioni scavati nella roccia calcarea.
Da vedere innanzitutto i famosissimi sassi di Matera, le abitazioni rupestri dove la gente ha vissuto fino agli anni ’50 che sono indubbiamente la principale attrazione della città. Esplorate il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, visitando le chiese rupestri come Santa Maria de Idris o la Chiesa di San Pietro Caveoso.
La straordinaria bellezza e unicità di Matera fa si che sia stata scelta come location per numerosi film, tra cui “La passione di Cristo” di Mel Gibson e il più recente remake di “Ben-Hur”.
In autunno ricordate infine che Matera ospita numerosi festival culturali e artistici. Non perdere infine una visita al Museo Nazionale di Matera, che raccoglie reperti archeologici della civiltà lucana.

Pietrapertosa
2. Castelmezzano e: le Dolomiti lucane e il volo dell’angelo
Nel cuore della Basilicata si trovano le suggestive Dolomiti Lucane, montagne appuntite che sembrano uscire da un dipinto e portate lì per caso dal vento o da un dio delle montagne.
Nel cuore di queste Dolomiti del sud si trovano due dei borghi più affascinanti e particolari non solo dell’intera regione ma d’Italia: Castelmezzano e Pietrapertosa, incastonati tra le rocce.
Affascinante in queste giornate d’autunno passeggiare tra i vicoli stretti di questi borghi che è come fare un tuffo nel passato. Le case di pietra sembrano fondersi con la montagna, creando un’atmosfera magica.
Un’esperienza insolita e davvero adrenalinica è il Volo dell’Angelo, un’attrazione in cui si letteralmente si vola appesi a un cavo di acciaio tra i due borghi a oltre 120 km/h e ad alcune centinaia di metri d’altezza godendo di panorami mozzafiato
Si racconta che Pietrapertosa sia stato un antico insediamento dei Saraceni e ancora oggi si possono visitare i resti del Castello Normanno-Svevo che domina il paese.

Craco
3. Craco: il paese fantasma più famoso d’Italia
Per gli amanti del mistero e delle atmosfere surreali e dei borghi abbandonanti che affascinano sempre più visitatori Craco è una tappa obbligata. Nel nostro speciale articolo non a caso lo abbiamo inserito al primo posto di quelli da visitare assolutamente (articolo qui).
Questo borgo medievale è stato abbandonato negli anni ’60 a causa di frane, ma il suo fascino decadente ha attratto artisti e registi.
Le strade e le case abbandonate di Craco e il suo silenzio raccontano di un passato perduto, creando un’atmosfera quasi spettrale. Craco è diventato una star famoso anche ad Hollywood e dintorni come location per film come “La Passione di Cristo” e “Quantum of Solace”.
D’obbligo una visita guidata tra le rovine per scoprire la storia del paese, oppure partecipa a uno dei tanti eventi artistici e culturali che nonostante tutto animano questo borgo.

Parco Nazionale del Pollino. Foto di nodichotomy su Unspash
4. Il Parco Nazionale del Pollino
Per gli amanti della natura e le escursioni, il Parco Nazionale del Pollino, al confine tra Basilicata e Calabria, è uno dei luoghi più spettacolari e selvaggi del Sud Italia e quindi una tappa d’obbligo nel vostro viaggio. Con le sue vette che superano i 2.000 metri, è il parco naturale più grande d’Italia.
Qui puoi ammirare il maestoso pino loricato, un albero raro e antico simbolo stesso del parco e incontrare animali maestosi come l’aquila reale e il lupo appenninico.
I paesaggi sono davvero mozzafiato con le gole, le valli e le foreste incontaminate. Qui potrete dedicarvi a svariate escursioni, fare rafting nelle gole del fiume Lao oppure più semplicemente rilassarvi in uno dei numerosi rifugi immersi nella natura.
Infine una curiosità: visitate assolutamente anche alcune grotte preistoriche presenti nel parco come la Grotta del Romito dove sono state scoperte incisioni rupestri risalenti addirittura a 11.000 anni fa.

Maratea. Foto Basilicata Turistica on Visualhunt.com
5. Maratea: la perla del Tirreno
Conosciuta con l’appellativo di “Perla del Tirreno”, Maratea in realtà è l’unico sbocco della Basilicata sul mar Tirreno e offre nei suoi pochi chilometri (il resto della regione è bagnata dallo Ionio) una delle coste più belle e selvagge d’Italia.
La città di Maratea s’identifica con il suo celebre Cristo Redentore che la protegge dall’alto della collina. Trattasi di una gigantesca statua in marmo bianco a braccia aperte che domina, quasi abbracciando l’intero il golfo, un po’ come quello di Rio de Janeiro. Le spiagge del paese sono tutte incantevoli, come la Spiaggia Nera e Cala Jannita e con l’autunno caldo, oltre a godervi una bella passeggiata nel centro storico di Maratea per ammirare le sue chiese, le sue piazzette e una viste panoramiche vi consigliamo un ultimo bagno di mare oltre che l’esplorazione delle grotte marine come la Grotta delle Meraviglie e quella di Dino.
Infine non perdetevi una delle ben 44 chiese, cappelle e monasteri sparsi per il territorio, un vero e proprio record per una cittadina così piccola.

I calanchi. foto: jsoqq on Visualhunt.com
6. I Calanchi di Aliano e Carlo Levi
I Calanchi, spettacolare paesaggio lunare fatto di argille bianche e grigie che formano gole e valli aspre e desolate caratterizzano il paesaggio della zona di Aliano, dove lo scrittore Carlo Levi fu confinato durante il fascismo.
Nel borgo da visitare la casa di Carlo Levi, oggi un museo e ripercorrerei luoghi descritti nel suo celebre libro Cristo si è fermato a Eboli. Inevitabile visitare da vicino oltre che ammirarli da lontano i calanchi per scoprire le piccole comunità contadine che vi abitano.
Segnate in agenda di tornare qui a Carnevale dato che quello di Aliano noto come il “Carnevale dei Calanchi” è uno di quegli eventi tradizionali fatti di maschere di cartapesta e danze tradizionali da vedere almeno una volta nella vita.

I Laghi di Monticchio. Foto Parco del Vulture
7. Laghi di Monticchio e il monte Vulture
La Basilicata non è solo mare e montagne, ma anche tanti laghi vulcanici. I laghi di Monticchio ai piedi del Monte Vulture sono due laghi gemelli situati all’interno del cratere di un vulcano spento. Circondati da foreste, sono perfetti per una giornata rilassante nella natura dato che questi laghi gemelli ospitano anche una specie endemica di farfalla notturna, la Bramea, una rarità nel mondo degli insetti.
Da visitare l’Abbazia di San Michele Arcangelo, situata su una collina sopra i laghi, da cui si gode di una vista mozzafiato prima di dedicarsi ala un buon trekking intorno ai laghi o a un escursione al Monte Vulture. Da non perdere la degustazione del celebre Aglianico del Vulture, uno dei vini rossi più pregiati d’Italia.
Apr 20, 2024 | Territori, Territori
La Basilicata, detta anche Lucania è una regione ricca di storia e tradizione che si trova nel cuore del Sud Italia. Regione bellissima punteggiata da borghi incantevoli che sembrano essere rimasti intatti nel tempo immersi in paesaggi mozzafiato e circondati da una natura incontaminata,
Un viaggio in Basilicata è un viaggio affascinante nel passato e la Lucania è una finestra sulla vita autentica del
sud. Ecco per voi una selezione dei borghi più belli della Basilicata che vale la pena visitare.

Matera
Matera
Matera, la “Città dei Sassi”, è forse il borgo più famoso della Basilicata e uno dei più suggestivi di tutta Italia.
I suoi antichi rioni, scavati nella roccia calcarea e disseminati di chiese rupestri e abitazioni tradizionali, creano un’atmosfera unica e affascinante.
Matera è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1993 e Capitale Europea della Cultura nel 2019, attirando visitatori da tutto il mondo.

Pietrapertosa
Castelmezzano e Pietrapertosa
Situati nel cuore del Parco Regionale delle Dolomiti Lucane, Castelmezzano e Pietrapertosa sono due borghi incantevoli incastonati tra le montagne.
Con le loro case di pietra, le strette stradine e le vedute panoramiche mozzafiato, questi borghi offrono un’esperienza autentica e indimenticabile nel cuore della natura.

Craco
Craco
Abbandonato negli anni ’60 a causa di frane e dissesti idrogeologici, Craco è un borgo fantasma fra i più famosi e visitati d’Italia che conserva ancora intatta la sua atmosfera misteriosa e suggestiva.
Situato su un’alta collina, offre una vista spettacolare sulla valle sottostante e sulle montagne circostanti.
Craco è stato utilizzato come set per numerosi film e produzioni cinematografiche, aggiungendo ulteriore fascino a questo luogo senza tempo.

Tursi
Tursi
Nel cuore della Val d’Agri, Tursi è un borgo medievale ricco di storia e cultura.
Con le sue stradine tortuose, i suoi antichi palazzi e le sue chiese storiche, offre una vista affascinante sulla campagna circostante e sull’omonimo fiume.
Non perdere la visita alla Sinagoga di Tursi, una delle più antiche sinagoghe della regione.
Aliano
Aliano è un borgo suggestivo situato sulle pendici del Monte Saraceno.
Con le sue case di pietra e le strette stradine, sembra essere rimasto immutato nel tempo.
Aliano è noto per essere stato il luogo di residenza del famoso scrittore Carlo Levi, autore del celebre libro “Cristo si è fermato a Eboli”, che ha immortalato la vita e le tradizioni del sud Italia.

Vaglio Basilicata
Vaglio Basilicata
Vaglio Basilicata è un borgo incantevole situato sulle colline circostanti la città di Potenza.
Con le sue antiche mura, le torri medievali e le vedute panoramiche spettacolari, offre un’esperienza autentica e suggestiva nel cuore della Basilicata.
Acerenza
Acerenza è un antico borgo medievale situato su una collina nella parte nord-occidentale della Basilicata.
Con la sua imponente Cattedrale romanica del XIII secolo e le sue strette stradine lastricate, offre una vista spettacolare sulla campagna circostante e sulle montagne della Lucania.

Rotondella
Rotondella
Rotondella è un borgo pittoresco situato tra le colline della parte meridionale della Basilicata.
Con le sue case colorate e i suoi vicoli acciottolati, offre un’atmosfera autentica e rilassata. Non perdere la visita alla Chiesa di San Nicola, con il suo maestoso campanile e i suoi affreschi medievali.
Montescaglioso
Montescaglioso è un borgo storico situato sulle rive del fiume Bradano.
Con il suo antico Castello medievale e la sua affascinante Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, offre una vista spettacolare sulla campagna circostante e sulle montagne della Basilicata.

Rapolla
Rapolla
Rapolla è un borgo incantevole situato tra le montagne del Vulture.
Con le sue case di pietra e i suoi vicoli stretti, offre un’atmosfera autentica e suggestiva. Non perdere la visita al Castello di Rapolla, con le sue torri medievali e le sue mura antiche.
Apr 1, 2024 | Enogastronomia, Territori
È un mix di cereali e di legumi, le cui farine, unite in proporzioni variabili, vengono da secoli usate per preparare i tradizionali rascatielli, una pasta ottenuta lavorando a mano acqua e farina: l’ultimo Presidio Slow Food in ordine di tempo a venire presentato arriva dalla Basilicata ed è il mischiglio.
Siamo nella valle del Serrapotamo, in provincia di Potenza, ai piedi del Parco Nazionale del Pollino.
Qui, per secoli, i contadini hanno fatto di necessità virtù: siccome la farina di grano scarseggiava, essendo la moneta con cui i contadini pagavano le gabelle al regno dei Borboni, perché non unire al rimanente quella di fave e ceci?

Una storia di privazione che diventa memoria di una comunità
«Il mischiglio, nato da una storia di privazioni e di subalternità, è diventata una storia di comunità, di valore, di riappropriazione, una memoria che prende forma e si fa attiva per continuare a narrarsi» spiega Anita Ferrari, referente Slow Food del Presidio del mischiglio.
Seppur frutto di necessità, il mischiglio è tutt’altro che una farina povera: «A livello energetico è piuttosto sostanziosa, capace di assicurare energia a chi lavorava tutto il giorno nei campi» aggiunge Giuseppe Arleo, che del Presidio è il referente dei produttori.
La zona di produzione del Presidio comprende le località di Chiaromonte, Teana, Fardella e Calvera e i comuni confinanti e in ogni paese il mischiglio si fa a modo proprio: se a Teana e a Fardella è composto per metà da grano Carosella (da tempo sull’Arca del Gusto) e per metà da farina di fave, a Chiaromonte e Calvera si usa un terzo di grano duro Senatore Cappelli, un terzo di grano tenero Carosella e un terzo di legumi, orzo e, quando necessario, avena.
Ciò che accomuna tutti è la ricetta della tradizione: i rascatielli, che vengono conditi con una salsa di pomodoro, aglio e basilico, detta scind scind.
Quasi una zuppa, a cui talvolta si aggiunge del peperone crusco a scaglie, che può anche essere mangiata con il cucchiaio o con il pane.

Dal campo alla tavola, una filiera completa
«Nella nostra zona, come in molti altri angoli d’Italia, la popolazione invecchia perché i giovani se ne vanno, a volte per lavorare e altre per studiare, ma senza poi far ritorno a casa» prosegue Arleo.
Ma chi rimane sa come fare rete: «Al Presidio Slow Food del mischiglio aderiscono cinque coltivatori, due mulini che trasformano la farina e tre pastifici: per fortuna abbiamo una filiera chiusa, intera».
Una piccola ma significativa storia di economia locale che, valorizzando «un prodotto identitario profondamente espressivo della dimensione socio-culturale ed etno-antropologica della Basilicata, con specifico riferimento all’area del Pollino», come lo definisce Ferrari, guarda al futuro: perché il mischiglio «è un unicum, un capolavoro di biodiversità, anche culturale».
«Abbiamo fortemente sostenuto il Presidio Slow Food del Mischiglio, prevedendo anche un contributo economico per la candidatura, poiché queste azioni ben si coniugano con l’azione di tutela e di valorizzazione delle biodiversità proprie di ogni area protetta – conclude la presidente del Parco Nazionale del Pollino, Valentina Viola –. Siamo anche certi che questo percorso sarà un’occasione di aiuto e di reale valorizzazione che coinvolgerà direttamente i territori con gli operatori del settore insieme ai Comuni dell’areale già impegnati con la Via del Miskiglio con azioni di animazione e recupero di questo antico prodotto».
Set 9, 2023 | Enogastronomia
A Trebisacce, sull’alto Jonio cosentino in agosto l’evento di premiazione dei grandi vini del sud con madrina d’eccezione l’enopittrice Elisabetta Rogai.

Elisabetta Rogai, la madrina dell’evento con alle spalle il suo splendido bronzo di Riace
Anche le etichette in passarella insieme al vino
L’appuntamento arrivato alla sua decima edizione, patrocinato dal Comune di Trebisacce, è stato sostenuto da organismi di settore, nato per ricordare che l’opera di ognuno è un bene di tutti perché è la dimostrazione che il lavoro e il dialogo tra gli operatori sono le strade principali per lo sviluppo
sostenibile dei comprensori e dei territori, vocazioni naturali che li caratterizzano, con creatività, da secoli.
Mission che è stata evidenziata dalla decima edizione del Wine Festival Art “Il vino nell’Arte, l’Arte nel Vino”, messo in programma il 16 agosto in una prestigiosa location del lungomare di Trebisacce, sull’alto Jonio cosentino, nel quale sono state indicate, secondo le preferenze del pubblico, il miglior “Rosso, Rosato e Bianco” e, grazie ad una giuria internazionale, l’etichetta
più originale tra le 20 Cantine partecipanti.
L’evento programmato ha voluto far degustare e soprattutto, promuovere i vini autoctoni del Sud Italia, prodotti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e mostrare quella espressività che sa suscitare il vino e come le vignette “Vino & Giornali” hanno mostrato in un allestimento.

Elisabetta Rogai all’opera in diretta
Una madrina internazionale per la finalissima
La sottolineatura artistica è arrivata successivamente il 2 settembre, data programmata per il conferimento dei riconoscimenti del meeting, di cui è stata madrina, con le sue creazioni di EnoArte®, l’Artista fiorentina Elisabetta Rogai, famosa per aver brevettato la sua tecnica di dipingere con il vino, ha portato la sua testimonianza di come le donne contribuiscono fattivamente allo sviluppo di un prodotto importante per il nostro Paese per qualità, riconoscimenti ed export.
L’Artista, reduce dalla sua ultima performance live in agosto, vino su marmo bianco di Carrara a Forte dei Marmi e reduce dai trionfi piemontesi nelle tre terre canavesane è stata la madrina ideale per raccontare la sua tecnica EnoArte®, di come far diventare Arte un prodotto della terra, come il vino, trasportandolo con arte e talento dalla cantina alla tela, al marmo, alla pietra, è stato il tema presente per conferire un omaggio al territorio, celebrando i vini autoctoni del Sud Italia.
L’evento è stato organizzato da Franco Pingitore, direttore artistico, delegato regionale della Scuola Europea Sommelier, esperto nel settore eventi, infatti la sua ultima manifestazione è stata La Notte Rosa del Vino, nella quale sono state di nuovo presenti le donne con tutta la loro forza, coraggio e determinazione nel portare avanti imprese vitivinicole mettendosi in gioco, realizzando relazioni importanti e opportunità per crescita diffusa.

Elisabetta Rogai, una vita di successi
Elisabetta Rogai dipinge dall’età di 9 anni. La sua prima mostra da “adulta”, nel 2001, all’Officina profumo farmaceutica di Santa Maria Novella (Firenze), e da lì in avanti una nutrita serie di eventi, oltre alla partecipazione ad Art Cannes “Le salon des artistes” (Palais des Festivals, La Croisette, Cannes), mostre personali a Firenze, Capri, Washington, Napoli, Milano e Fiesole, a Pietrasanta nell’ambito della Versiliana.
Nel frattempo realizza il ritratto di Oriana Fallaci, per la Regione Toscana dedicato alla scrittrice, e riceve la commissione come “unica donna” per un grande affresco celebrativo dei 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze.
Viene scelta inoltre a rappresentare Firenze in una mostra per i 40 anni del gemellaggio con Kyoto (Giappone) e per l’apertura della sala fiorentina del museo d’arte contemporanea di Arequipa (Perù), mentre dal suo dipinto Astrid è stata ricavata l’etichetta del vino ufficiale del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea.
Il suo immaginario prende vita attraverso creature surreali, donne e cavalli, oppure alla ricerca della sua terra, cariche di colori cangianti del vino dalle infinite sfumature che richiamano i fenomeni naturali.
Nel 2011 inventa EnoArte®, l’arte di dipingere con il vino al posto dei colori e il suo successo è istantaneo, chiamata dalle maggiori cantine sia italiane che straniere. Nel 2015 – anno dell’Expo – è chiamata ed effettuare il Drappellone del Palio di Siena e nel 2016 è testimonial di Audi Italia per il progetto Innovative Thinking.
Da allora, nel settore del vino, annovera grandi successi, sia in Italia che all’estero, a Hong Kong, a Milano per EnoFrigo a Host Fiera, al China Import & Export Fair Complex Guangzhou (Cina), a Castelfalfi, al Vintaly, il ritratto di Giacomo Tachis eseguito con il vino commissionato dal suo collezionista la Fondazione Chianti Banca, una grande mostra celebrativa in Palazzo Vecchio per il G20 sull’Agricoltura, fino ad eseguire 3 ritratti ad Andrea Bocelli per la Fondazione Bocelli aggiudicati a 25 mila dollari cadauno.