5 buoni motivi per andare all’Oktoberfest

5 buoni motivi per andare all’Oktoberfest

C’è poco da fare e poco da dire, anche se è considerato un evento iper inflazionata, adatto solo per un turismo da overtourism la festa dell’Oktoberfest è un appuntamento imperdibile, ogni anno a cavallo fra settembre e ottobre e non solo per chi ama la birra.
Oktoberfest a Monaco è soprattutto la celebrazione della cultura e della gastronomia tradizionale tedesca. Per circa tre settimane, i partecipanti vivono un’esperienza unica, provando un’ampia varietà di piatti tradizionali come pretzel, salsicce e stinchi di maiale, ascoltando musica dal vivo e partecipando ad attività culturali.
Anche quest’anno in Baviera stanno arrivando milioni di visitatori da tutto il mondo. Le grandi birrerie e i coloratissimi costumi tradizionali contribuiscono all’atmosfera vivace e festosa dell’Oktoberfest, che unisce gusto e cultura.
Ecco i buoni motivi per non perdere questa grande festa.


1 – L’atmosfera unica e l’esaltazione della tradizione 

L’Oktoberfest è radicata fortemente nella cultura bavarese e offre un’esperienza autentica di questa tradizione secolare e non solo per gli amanti costumi tradizionali, Il lederhosen per gli uomini e il dirndl per le donne, ma anche per le bande di musica che ogni giorno fino a notte inoltrata cantano e suonano dal vivo il folklore locale, per l’energia contagiosa dei si respira sia fra i bavaresi che fra i turisti; un’aria festosa unica che riflette la vera anima della Germania.
Tutto ebbe inizio oltre due secoli fa, per l’esattezza il
 12 ottobre 1810 per celebrare le nozze tra il principe ereditario Ludovico di Baviera (futuro re Ludovico I) e la principessa Teresa di Sassonia-Hildburghausen.
Per festeggiare il matrimonio dell’anno i cittadini di Monaco furono invitati a partecipare a una grande festa all’aperto, che culminò con una corsa di cavalli. Tutto si svolse in un grande prato vicino alle mura della città, che oggi è conosciuto come Theresienwiese in onore della sposa.
La festa ebbe un successo così grande che si decise di ripeterla l’anno successivo, dando il via a una tradizione che poi è divenuta annuale. Nel 1811 si aggiunsero anche una fiera agricola per promuovere l’economia agricola della Baviera e altre attività ludiche.
Negli anni successivi, l’Oktoberfest continuò a crescere anno dopo anno, evolvendosi con lo scorrere dei tempi e con gli usi e costumi dei bavaresi trasformandosi da semplice corsa di cavalli a una vera e propia festa popolare con varie attrazioni, giostre e stand gastronomici. Fu il 1818 l’anno della svolta, quello in cui di fatto iniziarono ad essere montati i primi stand che servivano birra, un embrione della festa attuale destinato a grande successo e a diventare l’ elemento riconoscitivo e ombelico della festa. Nel corso di tutto il XIX secolo, anno dopo anno la fiera agricola divenne sempre meno centrale mentre la birra e l’intrattenimento assunsero un ruolo sempre più dominante. Con l’introduzione delle prime giostre (siamo a fine secolo ai tempi delle meccanizzazioni e dell’elettrificazione) e la costruzione di grandi tende per accogliere i partecipanti, l’Oktoberfest si trasformò gradualmente in un grande evento popolare che assunse sempre più i connotati di quello che conosciamo oggi. Una festa così lunga ha conosciuto e attraversato i grandi eventi della storia ed è così che purtroppo, non sempre si è potuta celebrare e le interruzioni corrispondono a grande eventi.
L’Oktoberfest non si è tenuto ad esempio durante le guerre napoleoniche, le due guerre mondiali, in tempi di gravi crisi economiche e nel drammatico 2020 della pandemia da covid 19.
Mai è stata però cancellata o modificata, ma solo rimandata a quando la situazione migliorava per tornare più grande e più festosa.
Nel Novecento e i viaggi su larga scala, ma soprattutto dopo la seconda guerra mondiale il boom. Negli anni ’50 fu introdotto il tradizionale corteo inaugurale con sfilate con carri, cavalli, costumi tradizionali e le autorità cittadine.
Curiosamente però, anche se si chiama “Oktoberfest”, oggi la maggior parte dell’evento si svolge nel mese di settembre e questo avviene semplicemente per ragioni climatiche. Fu nel XIX secolo che si decise di anticipare l’inizio della festa a settembre per godere di giornate più calde, lunghe e piacevoli. 

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2 – Vivere la più grande festa globale

Oggi nel terzo millennio l’Oktoberfest non ha perso il suo smalto ma anzi è cresciuto fino a diventare il più grande festival del mondo, attirando ogni anno oltre 6 milioni di persone da ogni angolo del globo.
La festa dura 16-18 giorni (quest’anno si svolge dal 21 settembre al 6 ottobre) e si tiene sempre a Theresienwiese, con enormi tende che ospitano migliaia di persone.
La sua popolarità è così grande che ha portato alla nascita di molte repliche dell'”Oktoberfest” in molte città del mondo, ma nessuna ovviamente è paragonabile all’originale di Monaco.
Alcuni dei più grandi Oktoberfest si tengono a Kitchener-Waterloo in Canada, a Blumenau in Brasile, e soprattutto a Cincinnati negli Stati Uniti dove si celebra uno dei più grandi Oktoberfest al di fuori della Germania.
L’Oktoberfest attira come accennato visitatori da tutto il mondo e non è strano vedere il lederhosen e il dirndl indossati da asiatici o sudamericani che s’immergono totalmente nella tradizione bavarese financo negli abiti.
Oggi
è quindi una grande opportunità per incontrare persone nuove di tutto il mondo e fare amicizia davanti a un buon boccale di birra. Basta sederesi a un tavolo di una delle grandi tende, ordinare un Maß e presto potrete ritrovarvi a cantare e a brindare con persone di diverse nazionalità e sconosciute, creando ricordi indimenticabili.

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3 – Bavarese per un giorno indossando il Dirndl o i Lederhosen

Come abbiamo accennato e com’è ampiamente visibile aggirandosi per le tende, l’abbigliamento tradizionale bavarese è parte integrante dell’esperienza dell’Oktoberfest.
Come accennato anche molti turisti e visitatori scelgono di acquistare e d’indossare il Dirndl per le donne o i Lederhosen per gli uomini, che sono i tipici costumi bavaresi. Doveroso scoprirli meglio, specie se gli vogliamo indossare.
Serverebbe (e lo faremo) un articolo dedicato per raccontare cosa sono realmente questi abiti tradizionali della cultura bavarese, e austro tirolese che non vengono indossati solo in occasione dell’
Oktoberfest ma anche per altre importanti celebrazioni regionali.
Questi costumi tradizionali non sono solo vestiti e neanche l’abito buono per le feste ma rappresentano una parte importante dell’identità culturale della Germania meridionale, dell’Austria e del Tirolo.
Iniziamo dal Dirndl è il tipico abito tradizionale indossato dalle donne e composto da tre elementi principali:
Il corpetto e la gonna (il corpetto è aderente e spesso decorato con nastri, bottoni o lacci, mentre la gonna è solitamente ampia e cade fino al ginocchio o più lunga), la camicia (bluse) bianca che s’indossa sotto il corpetto e che può avere maniche corte, lunghe o a sbuffo e il grembiule (schürze) legato sopra la gonna, attenzione, la posizione del nodo del grembiule ha un significato interessante legato allo stato civile della donna; nodo a sinistra: la donna è single, nodo a destra: la donna è sposata o impegnata, nodo al centro davanti: la donna è vergine o potrebbe anche voler dire “non dirò niente”, nodo dietro: in genere indica che la donna è vedova o lavora come cameriera. Originariamente era l’abito delle donne di campagna e delle domestiche nella regione alpina perchè  pratico per il lavoro, ma col tempo è diventato un abito festivo e simbolico. Oggi ne esistono versioni più moderne e stilizzate con varianti nei materiali, colori e lunghezze. Può essereinfatti corto, lungo o al ginocchio. I Dirndl possono essere infine semplici o molto elaborati, decorati con ricami, pizzi, nastri e persino cristalli. Quelli più pregiati sono realizzati con seta o cotone di alta qualità.
Il Lederhosen che indossano i maschietti sono dei pantaloni tradizionali in pelle dalla lunga storia e il forte simbolico significato di mascolinità oltrechè orgoglio regionale.
La pelle di cui sono fatti può essere di capra o cervo, materiale scelto per la sua resistenza e durata e infatti questi pantaloni erano perfetti per il lavoro nei campi e per la caccia. Ne esistono versioni corte fino al ginocchio e lunghe fino alle caviglie. La versione corta è la più diffusa e popolare e viene spesso abbinata a calze alte (Wadenwärmer). Spesso ricamati con motivi tradizionali, possono avere bottoni in osso o corno e spesso sono accompagnati da una cintura o da bretelle, che possono anch’esse essere decorate. In passato, i Lederhosen rappresentavano anche lo status social; solo i contadini e i lavoratori più benestanti potevano permettersi pantaloni in pelle di qualità. Vengono quasi sempre indossati con una camicia a scacchi o bianca e possono essere abbinati anche a una giacca corta (Janker). Per completare la tradizione gli uomini più eleganti indossano anche cappelli tradizionali decorati con piume o pennacchi (Gamsbart) che rappresentano una sorta di trofeo di caccia.
Come per il Dirndl, anche i Lederhosen oggi sono un capo festivo tradizionale indossato soprattutto non solo all’Oktoberfest, ma anche durante matrimoni e altre celebrazioni regionali. Ne esistono anche versioni moderne e stilizzate, ma i più preferiscono i modelli tradizionali per mantenere vivo lo spirito della tradizione.
Negli ultimi decenni questi abiti tradizionali hanno vissuto un prepotente ritorno di moda dato che le nuove generazioni amano indossare il
Dirndl e Lederhosenin ogni evento locale, matrimonio o festa. Anche tante celebrità locali oggi li sfoggiano con grande orgoglio.
Va puntualizzato per i più appassionati che ne esistono diverse varianti a seconda della regione di provenienza. Difficile districarsi ma, tanto per fare un esempio, il Dirndl del Salisburghese differisce da quello bavarese nei dettagli, come i colori e le decorazioni e allo stesso modo anche i Lederhosen hanno variazioni regionali nei ricami o nella scelta del tipo di pelle.

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4 – Divertimento e allegria

L’Oktoberfest è anche e soprattutto una fiera gigantesca con una tantissime giostre e attrazioni per tutte le età: dagli 0 ai 90 anni.
Dalle montagne russe alle ruote panoramiche non manca davvero niente nel centro di Monaco. Più di 80 le attrazioni, che includono anche case degli specchi e giochi di abilità. Tra le più celebri c’è il “Toboggan”, una vecchia giostra che richiede di salire una rampa mobile, spesso con esiti esilaranti, e la storica “Schichtl”, uno spettacolo di marionette che dal 1869 propone una simulazione di esecuzione con ghigliottina..
Davvero infinite le attività che rendono l’evento divertente per tutta la famiglia e per tutti gli amici e financo per chi non è particolarmente interessato alla birra. (anzi ci sono anche molte altre bevande disponibili, tra cui vino, cocktail, sidro e anche bevande analcoliche).
Torniamo al grande parco divertimenti a cielo aperto con un tocco di tradizione che è l’Oktoberfest.
Anche se tradizionalmente si parla di tende, queste strutture sono in realtà degli enormi padiglioni temporanei in tensostruttura costruiti appositamente per l’evento.
Le più grandi possono ospitare addirittura fino a 10.000 persone, tra interni ed esterni e ogni tenda è unica con una propria ha atmosfera: alcune sono più tranquille e tradizionali e altre più festose e caotiche con musica dal vivo, balli e canti.
La grande festa ha preso il via sabato con il rito dell’apertura ufficiale avvenuta quando il sindaco di Monaco di Baviera spilla la prima botte di birra.
Questo atto, conosciuto come “O’zapft is!” (che significa “È spillata!”), dà il via ufficiale alla festa. Un rito molto sentito e simbolico dato che la prima birra viene tradizionalmente offerta al primo ministro della Baviera.
Il numero di colpi di martello necessari per spillare la birra è sempre un momento atteso, con il record attuale di 2 soli colpi.

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5 – Sua maestà la birra

L’Oktoberfest è famosa soprattutto per la birra. Il nostro special è on line (leggi qui)
La birra dell’Oktoberfest deve rispettare il Reinheitsgebot (la legge sulla purezza della birra bavarese) del 1516 e può essere prodotta solo dai sei birrifici tradizionali di Monaco: Paulaner, Spaten, Hacker-Pschorr, Augustiner, Hofbräu e Löwenbräu.
La birra servita durante l’Oktoberfest, chiamata Oktoberfestbier, è una Märzen, una birra più forte e ricca rispetto alle classiche Lager, pensata per essere prodotta in primavera e conservata fino all’autunno.
Durante la festa è possibile degustare tutte queste birre artigianali freschissime nei famosi boccali da un litro, i celebri “Maßkrug”.
I Maßkrug, sono oggetti molto ambiti dai visitatori che sognano di portarsene uno a casa come souvenir. Tuttavia, cercare di portarne via uno è tecnicamente vietato. Basta solo dire che ogni anno sono migliaia di boccali che vengono confiscati agli ingressi: ad esempio nel 2019 sono stati sequestrati più di 100.000 boccali!
La soluzione c’è ed è molto semplice. Basta acquistare il vostro Maßkrug legalmente negli stand di souvenir all’interno della fiera.
Ma che birra si beve all’Oktoberfest?
La Märzen detta anche Festbier che è come accennato una birra a bassa fermentazione, più scura e più alcolica rispetto alle Lager tradizionali dato che si aggira intorno al 5,8%-6,3%. caratteristica che la rende più corposa e “calda” rispetto alla birra leggera da bere quotidianamente.
Tradizionalmente era ambrata e più scura, ma le birre moderne dell’Oktoberfest sono spesso più chiare, con un colore dorato brillante.
Il sapore è maltato, con note tostate, un corpo robusto e un finale morbido. Non particolarmente amara, grazie al bilanciamento tra malto e luppolo.
La birra Märzen prende il nome dal mese di marzo, quando storicamente veniva prodotta per essere conservata nei mesi più caldi e consumata a fine estate e autunno.
Prima dell’invenzione della refrigerazione, la birra non poteva essere prodotta durante i mesi caldi, per evitare che andasse a male; così a marzo si produceva una birra più forte, con più luppolo e alcol per conservarla meglio durante l’estate. Questa birra veniva poi bevuta in abbondanza durante le celebrazioni autunnali, come l’Oktoberfest.
Ecco nel dettaglio le birre servite dai birrifici autorizzati. Augustiner Oktoberfestbier: birra equilibrata, molto apprezzata per il suo gusto dolce e il finale morbido; Hofbräu Oktoberfestbier, più leggera e chiara rispetto alle altre Märzen tradizionali, con un gusto maltato ma un finale secco; Paulaner Oktoberfest Märzen, birra dorata con un sapore maltato e note dolci di caramello; Spaten Oktoberfestbier, una delle più antiche birre Oktoberfest, con un carattere ricco e maltato; Löwenbräu Oktoberfestbier, con un profilo ben bilanciato e una gradazione alcolica moderata, è una delle birre più popolari durante la festa; Hacker-Pschorr Oktoberfest Märzen, birra ambrata, dal corpo più pieno, con sentori di malto tostato e caramello.
C’è davvero l’imbarazzo della scelta dato che ogni birrificio ha la propria tenda all’Oktoberfest dove viene servita spesso accompagnata da specialità culinarie regionali bavaresi come i pretzel giganti, i wurstel, lo stinco di maiale (Schweinshaxe), il pollo arrosto (Hendl) e i Käsepätzle (gnocchetti al formaggio).
Comunque, anche se non potete recarvi all’Oktoberfest questa speciale prodotta solo in questa occasione la si può trovare in commercio in alcuni periodi dell’anno, solitamente a ridosso della festa.
Ma quanta birra si beve all’ Oktoberfest? La domanda per i più curiosi c’è.
Durante l’evento, si consumano oltre 7 milioni di litri di birra! Solo nel 2019, sono stati serviti circa 7,3 milioni di litri, con un record di consumo raggiunto nel corso degli anni recenti.
E infine non dimenticate una delle regole non scritte all’Oktoberfest: quella di bere acqua insieme alla birra per evitare spiacevoli sorprese…
Considerando la forte gradazione alcolica della birra Oktoberfestbier e l’ambiente festoso, molti visitatori più esperti consigliano di alternare ogni litro di birra con dell’acqua per evitare di sentirsi male.

 

 

 

Birra: ecco quali sono le migliori artigianali bio e senza glutine

Birra: ecco quali sono le migliori artigianali bio e senza glutine

Birre artigianali innovative, a trazione biologica e senza glutine, che sposano il benessere.
Si sono svolti nell’ambito della manifestazione RiminiWellness i contest dedicati ai nuovi emergenti mercati, dove si sono sfidate 130 produzioni nazionali e internazionali.
L’11esima edizione del “World Gluten Free Awards” ha visto premiare sette tipologie di birra differente, suddivise per categoria in funzione dell’alta o bassa fermentazione o gradazione alcolica, luppolate, birre scure, speziate e speciali.
Premio speciale per il miglior abbinamento con la pizza Margherita è andato alla Grommet gluten free di Antikorpo Brewing, birrificio di Sgonico (Trieste) mentre il premio speciale per il miglior punteggio in assoluto è stato assegnato al birrificio Anbra de L’Aquila per la sua Loose.


Le migliori birre: parla l’organizzatore del concorso

Il “Best Bio Beers”, giunto alla quinta edizione, ha invece premiato le produzioni biologiche artigianali a bassa o alta gradazione alcolica. I contest sono stati organizzati da Nonsologlutine.it e Piacevolezza.it, in collaborazione con Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici artigianali indipendenti.
Il livello qualitativo delle birre senza glutine è salito in maniera vertiginosa in questi ultimi anni e la premiazione di Rimini ne è la conferma – dichiara Alfonso Del Forno, organizzatore dei concorsi – I birrifici premiati sono tra quelli che ricevono più riconoscimenti già in altri concorsi come Birra dell’Anno, dimostrando quanto sia flessibile la capacità produttiva di queste aziende. La scelta di premiare queste birre a RiminiWellness è legata al target a cui si rivolgono i prodotti glutenfree, sempre più usati nell’ambito dell’alimentazione salutistica, che vede il consumo di alimenti senza glutine in Italia da parte di 12 milioni di persone, secondo Eurispes”.
L’obiettivo è valorizzare e dare visibilità a tipologie di birre emergenti che in contesti generalisti non avrebbero la giusta attenzione – aggiunge Vittorio Ferraris, direttore di Unionbirrai – La premiazione delle oltre 130 produzioni artigianali in gara nell’ambito della fiera del wellness di Rimini ci ricorda come la birra sia un alimento che può certamente rientrare nella dieta anche di uno sportivo, ad iniziare da quelle senza glutine e biologiche. Come Unionbirrai – prosegue – siamo orgogliosi di poter sostenere percorsi concorsuali di questo tipo, spin-off di Birra dell’Anno, che possono divenire occasioni per allargare la propria platea di consumatori, approcciando anche nuovi mercati sinora poco o per nulla esplorati”.


Tutti i vincitori, categoria per categoria

World Gluten Free Awards 2024

Categoria 1 – bassa fermentazione e bassa gradazione alcolica
1° Bandidos di MisterB (San Giorgio Bigarello – MN)
2° Vivienne di Impavida (Arco – TN)
3° Mia di Edit (Barriera di Milano)
Menzioni: 28 Pils di Caulier, Grommet di Antikorpo e Peler di Impavida

 Categoria 2 – alta fermentazione e bassa gradazione alcolica
1° Holi di LZO (Conegliano – TV)
2° Ko-meta di La Stecciaia (Rapolano Terme – SI)
3° Onda di Barbaforte (Folgaria – TN)
Menzioni: Bionica de Il Mastio e San Lorenzo di Barbaforte

Categoria 3 – bassa e alta fermentazione e alta gradazione alcolica
1° Loose del Birrificio Anbra (L’Aquila)
2° 28 Blonde di Caulier (Vallonia)
3° S-Brock di Balabiott (Domodossola – VB)
3* Blauwe Tram di Brouwerij Klein Duimpje (Paesi Bassi)
Menzioni: Mayo di 61Cento, Glitch di Edit e Lancia di Barbaforte

Categoria 4 – bassa e alta fermentazione, luppolate e bassa gradazione alcolica
1° Little Fifteen di Rurale (Desio – MB)
2° Perujah di Birra Perugia (Torgiano – PG)
3° New Green di Crak (Campodarsego – PD)
Menzioni: Venere di Magifra, Aura di Barbaforte

Categoria 5 – bassa e alta fermentazione, luppolate e alta gradazione alcolica
1° Mr Magic di Evoqe (Trebaseleghe – PD)
2° Bestia di MisterB (San Giorgio Bigarello – MN)
3° Paragliding di Barbaforte (Folgaria – TN)
Menzioni: Chain Breaker di Impavida, Mosaico di Barbaforte

Categoria 6 – bassa e alta fermentazione, birre scure
1° 2Cilindri del Birrificio del Forte (Pietrasanta – LU)
2° Royce Porter di Magifra (Vitulazio – CE)
3° Flebo di La Casa di Cura (Crognaleto – TE)
Menzioni: Malupina di Incanto, Frank di Anbra

Categoria 7 – bassa e alta fermentazione, birre speziate e speciali
1° Birra alle Castagne del Birrificio Curtense (Passirano – BS)
2° Bella Saison di MisterB (San Giorgio Bigarello – MN)
3° Freska Freska di Incanto (Casalnuovo di Napoli – NA)
Menzioni: Wahine di Antikorpo Brewing, Santa Bernarda di Foran, Ride coq chili peppers di Ofelia

Premio speciale
 Grommet di Antikorpo Brewing (Sgonico – TS)
2° Desnuda del Birrificio Ventitre (Grottaminarda – AV)
3° Peler di Impavida (Arco – TN)

Premio speciale
Loose del Birrificio Anbra (L’Aquila)

Best Bio Beers 2024
Categoria 1: bassa gradazione alcolica
1° Bionica de Il Mastio (Colmurano – MC)
2° Cocò de La Stecciaia (Rapolano Terme – SI)
3° Biosfera de Il Mastio (Colmurano – MC)

Categoria 2: alta gradazione alcolica
1° Gentilrossa de La Stecciaia (Rapolano Terme – SI)
2° Audace di 32 Via dei Birrai (Pederobba – TV)
3° Santa Bernarda di Foran (Castions di Strada – UD)
Menzione: Impera de La Stecciaia

 

Alogastronomia questa sconosciuta

Alogastronomia questa sconosciuta

“Alogastronomia” parola di cui pochi avranno sentito parlare e che origina da “ale”, termine inglese per fermentazione indica l’abbinamento tra questa bevanda e i prodotti gastronomici è un neologismo appositamente coniato dall’Associazione Apecchio Città della Birra per indicare l’abbinamento cibo – birra e di cui si sta occupando anche l’Accademia della Crusca.


Una parola tutta da scoprire

La complessa nuova parola che consacra Apecchio come capitale nazionale anche culturale della birra artigianale indica quindi l’abbinamento birra-cibo che va ben oltre il tradizionale e inesatto binomio birra-pizza.
Birra e pizza infatti, con il grande carico di carboidrati sono in realtà un attentato alla digestione e al sonno, specie se consumate di sera. Quindi ben venga la ricerca di altre curiose accoppiate.
Torniamo al  neologismo che in attesa dell’opinione dell’Accademia della Crusca è stato coniato recuperando l’antico termine anglosassone “ale” che designa un tipo di birra chiara ad elevata gradazione alcolica con “gaster” e “nomia”
entrambe di derivazione greca.

Foto Fábio Alves per UNsplash

La cultura della “bionda”

L’alogastronomia è quindi un parolone inventato da Apecchio, un concetto in cui s’intende racchiudere e valorizzare tutta la complessa rete della filiera della bionda bevanda che va dalla produzione alla fruizione.
della stessa.
Un mondo quello della birra alle nostre latitudine non popolare e tradizionale come in altre regioni del vecchio continente e quindi meno noto di quello dell’enologia ma che affascina fra tradizione e territorio, fra materie prime, tecniche di produzione e ricerca della qualità.
Ultimo, ma solo in ordine di filiera l’approccio con alogastronomia e quindi con l’abbinamento a tavola.


Nel cuore delle Marche ecco la “capitale italiana della birra”

Nelle Marche la birra artigianale trova, perdonate il gioco di parole, il suo terreno fertile. Quando si parla di birra marchigiana, citare Apecchio è d’obbligo: è stato infatti questo luogo una delle prime realtà che ha iniziato a promuovere le bionde sul mercato nazionale e internazionale diventando protagonista dell’arte brassicola.
Ma perché proprio ad Apecchio? Perché l’acqua del sovrastante Monte Nerone si è rivelata ottima per la birra e l’alta quota, con una bassissima umidità e una marcata escursione termica, ha creato le condizioni ottimali per la lavorazione e la conservazione del prodotto.
La birra artigianale in questa zona è diventata quindi un prodotto di grande interesse da diversi anni. Grazie agli investimenti di alcune aziende locali, oggi la birra nel territorio ha importanza rilevante come qualità, esportata su tutto il territorio nazionale ed europeo. 


La cultura della “bionda”

Di Apecchio da quest’anno insignita del titolo di bandiera arancione del Touring Club Italiano vi abbiamo parlato nel nostro articolo dedicato alle 4 nuove magnifiche località dell’entroterra italiano premiate dal Touring Club ma con l’alogastronomia apriamo un mondo tutto da conoscere.
Nel frattempo scopriamo quindi l’Associazione Nazionale Città della Birra’ che raccoglie di comuni italiani che hanno sul loro territorio almeno un birrificio artigianale o agricolo di qualità.
Come per il vino nessuno sa quando è nata precisamente la birra, così la nascita della prima bevanda prodotta dalla fermentazione dei cereali si perde nella notte dei tempi.

Foto di amiera06 da Pixabay

Piccole pillole di degustazione e abbinamento

L’abbinamento di cibo e birra segue in linea di massima i principi cardini dell’abbinamento cino vino.
Niente di nuovo?
Beh, oltre a qualche similitudine ( conoscenza della tecnica di degustazione e adeguata padronanza delle regole di abbinamento) c’è un mondo tutto da scoprire…
Oltre alle caratteristiche organolettiche della birra è necessario utilizzare i corretti descrittori per il cibo.
Gli aspetti su cui focalizzare maggiormente la valutazione ai fini del corretto abbinamento sono: sapidità, tendenza dolce, grassezza, tendenza acida, tendenza amarognola, untuosità, succulenza, persistenza gusto – olfattiva e gli abbinamenti possono essere per contrasto o per concordanza.
L’abbinamento per contrasto di sapori nella birra consiste nell’accostare birre aventi caratteristiche antitetiche a quelle dei cibi, perseguendo l’obiettivo di pulizia della bocca e della predisposizione ad accogliere la porzione successiva.
I cibi a tendenza dolce (riso, pasta, vegetali amidacei e zuccherini, crostacei, prosciutto cotto, carne al sangue) richiedono  una certa durezza della birra, fornita da componenti acide, sapide e da una spiccata effervescenza.
Gli elementi con spiccata tendenza amarognola come le carni grigliate, alimenti speziati o aggiunti di erbe aromatiche, insalate amare e carciofi, sono ottimamente controbilanciati da birre molto morbide.
Medesime considerazioni possono essere effettuate nel caso di pietanze a tendenza acida, quali condimenti con salse di pomodoro, marinature con limone o aceto.
I piatti a base di carni untuose e i cibi succulenti (spezzatini, zuppe di pesce)  trovano il giusto accompagnamento con birre particolarmente alcoliche ed amaricate.
Allo stesso modo, in termini generali, i cibi grassi (salumi,  formaggi) ben si adattano a birre con spiccata effervescenza, buona alcolicità e tannicità.
L’abbinamento per similitudine  considera gli aspetti di struttura ed intensità e persistenza gusto-olfattiva. Gli alimenti con struttura consistente richiedono birre altrettanto corpose e strutturate, al contrario con cibi delicati sono consigliate bevande con minor carattere.
I cibi particolarmente profumati, come quelli a cui sono state aggiunte  spezie e aromi, trovano il giusto equilibrio con birre di particolare aromaticità.

 

 

 

Birra che unisce: per 9 beer lover su 10 è una bevanda inclusiva

Birra che unisce: per 9 beer lover su 10 è una bevanda inclusiva

Una bevanda sinonimo di tradizione e cultura, convivialità e relax, gusto e leggerezza, ma non solo: la birra è considerata una “bevanda inclusiva” da 9 italiani su 10 perché adatta a tutti, senza alcuna distinzione di genere, età, provenienza o stili di vita.
Una concezione che si inserisce in un contesto, come quello attuale, nel quale la “Diversity & Inclusion” rappresenta un tema di crescente importanza per i consumatori, amanti della birra compresi. 


Identikit birra

Sono queste le principali evidenze emerse dalla più recente indagine condotta da Bva Doxa per il Centro Informazione Birra di AssoBirra, la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra.
Un’edizione che accende i riflettori sulle tematiche DEI (Diversity, Equity and Inclusion) analizzando il ruolo della birra e l’impegno della stessa filiera per una sempre maggiore inclusività, coinvolgendo Mathieu Schneider, Project Director dei Brewers of Europe, l’organizzazione che rappresenta gli interessi di oltre 10.000 birrifici europei. 


Diversità e inclusione: consumatori sempre più attenti

Dal CIB di AssoBirra emerge come il tema “Diversity & Inclusion” sia conosciuto da quasi tutti i partecipanti all’indagine (87%) e associato prevalentemente all’accettazione e alla valorizzazione delle differenze (39%), all’inclusione sociale (35%) e al riconoscimento dell’unicità individuale (19%).
Tra i target, la Generazione Z è la più informata (93%), seguita dai Millennials. Il 36% del campione dichiara di essere personalmente toccato dalle tematiche DEI e, scendendo più nel dettaglio, la Gen Z lo è in misura maggiore rispetto agli altri (50%). 


La birra una bevanda inclusiva

L’89% degli intervistati da Bva Doxa per AssoBirra considera la birra una bevanda inclusiva, un’opinione trasversale a tutte le fasce di età in quanto condivisa dalla Generazione Z, dai Millennials e dalla Gen X. Tra le motivazioni, in primis la sua ampia reperibilità in tutti i Paesi del mondo (87%), seguita dalla capacità di creare un ambiente di socializzazione rilassato e aperto (86%). Non è un caso che per il 36% dei rappresentanti della Gen Z e dei Millennials la birra sia infatti la bevanda della condivisione per eccellenza. Apprezzati particolarmente anche la bassa gradazione alcolica (82%) e il rapporto qualità-prezzo tra i più convenienti in assoluto (81%), che rendono la birra una bevanda perfettamente adattabile a ogni contesto e stile di vita. Per circa il 60% dei consumatori la birra si distingue, inoltre, come un elemento che rispecchia le tradizioni locali e il cui consumo di ampie varietà diventa veicolo per sperimentare anche le diversità culturali.
“La terza edizione del nostro CIB evidenzia tra gli altri un aspetto particolarmente innovativo intrinseco alla birra, una bevanda radicata nella tradizione e nel nostro patrimonio culturale, che si rivela essere anche una risorsa preziosa per affrontare le sfide emergenti nella società contemporanea, tra cui quelle legate a diversità e inclusione. La birra, in quanto elemento in grado di unire passato e futuro, diventa uno strumento per promuovere lo sviluppo sociale e l’integrazione” commenta Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra. “I dati di questa ricerca confermano come per i consumatori, la birra rappresenti socializzazione e promozione della diversità, in grado di unire generazioni diverse e influenzare positivamente una varietà di pensieri naturalmente differenti: una qualità rara, su cui continuare ad investire per il progresso collettivo”. 


Pregiudizi residui e gap da colmare

Le evidenze emerse dal Cib di AssoBirra sono tuttavia un punto di partenza e non di arrivo. Emergono infatti, ancora alcuni pregiudizi, ad esempio nell’identificare il target a cui la birra sembra più adatta: il 57% degli intervistati la ritiene una bevanda che si addice maggiormente agli uomini e solo il 43% pensa che sia più adatta alle donne. Un “gender gap” che si rafforza nella percezione da parte della Gen X (58% vs 39%) ma che coinvolge anche Gen Z (55% vs 41%) e Millennials (59% vs 42%). Alcune differenze emergono anche per quanto concerne le fasce di età: per la Gen Z la birra è infatti più adatta agli individui dai 25 ai 44 anni, per Millenials e Gen X il target si allarga invece ai soggetti fino ai 54 anni. 


L’impegno della filiera

Rendere la filiera sempre più inclusiva è un percorso inevitabilmente subordinato all’impegno dei player del comparto. In questa direzione, sono diverse le iniziative che secondo gli intervistati le aziende e i produttori di birra potrebbero intraprendere.
Tra queste, la più importante è garantire un’informazione trasparente sui processi di produzione e sulla provenienza degli ingredienti, dimostrando un impegno per la qualità e la responsabilità (50%). O ancora, offrire una sempre più vasta gamma di birre (senza glutine, a bassa gradazione alcolica, a basso contenuto di zuccheri) per rispondere a esigenze nutrizionali specifiche (48%), così come porre impegno nella sostenibilità ambientale e sociale (44%), proporre programmi educativi sulla birra e sul processo di produzione per sensibilizzare i consumatori sulla varietà di birre e sulle tradizioni birrarie di tutto il mondo (39%), organizzare eventi e serate tematiche dedicate al tema della diversità (38%). 

La parola all’esperto

La sensibilità crescente degli amanti della birra verso le tematiche Dei permea sempre più l’intera industria a livello europeo, grazie anche e soprattutto all’impegno concreto e decennale messo in campo in questa direzione dai Brewers of Europe, l’organizzazione più rappresentativa dell’industria birraria in Europa, portavoce degli interessi comuni di oltre 10.000 birrifici e il cui scopo è quello di promuovere il ruolo positivo della birra e del settore birrario in Europa.
A fare il punto sui principali traguardi e obiettivi futuri della filiera birraria europea in materia di “Diversity & Inclusion” è Mathieu Schneider, Project Director dei Brewers of Europe: “La diversità è uno dei punti di forza della birra, che si riflette nella vasta gamma di ingredienti e processi di produzione. Nessun’altra bevanda alcolica offre una tale varietà di scelte: riflettere questa peculiarità attraverso politiche DEI rispettose favorisce l’inclusione e l’apprezzamento della birra da parte di un pubblico più ampio, promuovendo di conseguenza socializzazione e benessere.
Per l’industria birraria, la DEI diventa un acceleratore di crescita e di benessere per la birra, i birrifici e le persone”. 
E, approfondendo progetti e iniziative nel concreto, racconta: “Un esempio è l’iniziativa ‘Proud to be Clear’, un impegno lanciato nel 2015 e che in meno di tre anni ha portato a risultati notevoli: nell’ottobre 2022, infatti, circa il 95% delle birre vendute in lattina e in bottiglia riportavano gli ingredienti nelle etichette e l’88% di queste anche indicazioni sull’energia utilizzata, in conformità con la normativa europea. I Brewers of Europe hanno inoltre mobilitato tutto il settore con iniziative che hanno coinvolto esperti in seminari e conferenze, oltre ad aver sviluppato una piattaforma web pensata come hub per raccogliere le pratiche più significative adottate dai produttori di birra europei e dai partner della filiera. Le tematiche DEI continueranno ad essere una priorità e saranno infatti un punto centrale dei nostri prossimi eventi di punta, come il Congresso EBC e il Brewers Forum 2024”.
A conclusione, Andrea Bagnolini commenta: “AssoBirra è fortemente impegnata a promuovere la diversità e l’inclusione nella filiera birraria italiana, seguendo la strada tracciata dai Brewers of Europe. Crediamo, infatti, nell’importanza di un settore sempre più inclusivo, in cui la diversità sia un valore accolto e condiviso. Le aziende associate hanno da anni fatto proprio questo impegno, operando a livello sistematico a 360 gradi, mentre come Associazione abbiamo creato nell’ultimo anno un gruppo di lavoro dedicato a queste tematiche, con l’obiettivo di ragionare insieme su azioni concrete da mettere in campo per promuovere un settore sempre più aperto, equo ed inclusivo”.

Birra: al via due corsi di degustazioneBeer: the two tasting courses

di Nadia Fondelli – Fermento Birra, network dedicato alla birra di qualità, organizza a Firenze due corsi di differente livello per tutti gli appassionati.
Il primo, con inizio a marzo, sarà dedicato a chi vuole muovere i primi passi nell’affascinante mondo della birra, mentre il secondo, di livello avanzato con inizio ad aprile, sarà un percorso strutturato di ben nove lezioni che coinvolgerà docenti di caratura nazionale e avrà l’obiettivo dichiarato di approfondire i principali temi legati alla degustazione, agli stili e all’abbinamento con il cibo.

Birra, che passione! (corso di I livello)
Tre incontri per approfondire la conoscenza, attraverso lezioni teoriche e di assaggio di una bevanda tanto amata quanto ancora poco apprezzata.
Un corso per imparare a degustare, conoscere la storia e la produzione, sfatare alcuni falsi miti e soprattutto scoprire quanto vasto e variegato sia il pianeta birra.
Saranno raccontati e degustati i principali stili birrari, dalle chiare pils, alle stout irlandesi, dalle belghe d’abbazia e trappiste alle weizen tedesche, fino ad arrivare alle originali produzioni artigianali italiane e alle tipologie meno conosciute come i lambic.
Per partecipare al corso non sono richieste specifiche qualifiche o competenze circa la degustazione, essendo le lezioni destinate a chiunque voglia muovere i primi passi nel mondo della birra di qualità.
Obiettivi: acquisire gli strumenti fondamentali per una corretta degustazione, conoscere le principali nozioni e comprendere quanto vasto e variegato sia il mondo delle birre di qualità (anche attraverso gli assaggi guidati)
Ogni lezione di due ore sarà suddivisa in una parte teorica e una parte pratica di degustazione.
Ai partecipanti sarà rilasciato attestato di partecipazione, un set di bicchieri da degustazione e dispense sugli argomenti trattati.

quando: martedì 12, 19, 26 marzo 2013
orario: 21.00-23.00
dove: Firenze – Viale Donato Giannotti, 13 presso il circolo delle Vie Nuove (facilità di parcheggio per pulizia strade)
costo:70 euro. Metodo pagamento: Bonifico bancario
docente: Nicola Utzeri, direttore della rivista Fermento Birra Magazine
Programma
PRIMA LEZIONE
Che cos’è la birra? Gli ingredienti: acqua, malto, lieviti e luppolo.
Come si degusta una birra? Colore, schiuma, olfatto, gusto e retrogusto.
Degustazione guidata di 4 birre.
SECONDA LEZIONE
La produzione della birra.Conservazione, il servizio e i bicchieri della birra.
La birra artigianale e il fenomeno birra artigianale italiana.
Conosciamo le birre ad alta fermentazione. Gli stili inglesi e statunitensi.
Degustazione guidata di 4 birre.
TERZA LEZIONE
Storia della birra: dall’antichità ad oggi.
La bassa fermentazione: caratteristiche e storia. Le birre tedesche.
Le birre belghe. Le birre d’abbazia e le trappiste.
Le birre a fermentazione spontanea: il lambic.
Curiosità e miti da sfatare.
Degustazione guidata di 4 birre.

Corso avanzato per degustatori di birra (II livello)
Un corso avanzato per diventare degustatori di birra dedicato a chi vuole intraprendere un percorso professionale di formazione, o semplicemente a chi, appassionato, desidera sapere tutto su come assaggiare in maniera consapevole l’amata bevanda.
Il corso sarà composto da nove incontri di altissimo livello per affrontare in maniera completa la valutazione, la degustazione, descrivere pregi e difetti di una birra, conoscere gli stili e apprendere i segreti per un corretto abbinamento tra birra e cibo.

La novità principale, rispetto ai corsi già realizzati in città, sarà il grado di approfondimento e l’esaustività degli argomenti trattati, oltre la caratura dei docenti coinvolti.
Saranno chiamati a condurre le lezioni esperti dall’indiscusso valore come Lorenzo Dabove (Kuaska) scrittore e degustatore nei principali concorsi internazionali, Luca Giaccone, docente e curatore della Guida alle birre d’Italia di SlowFood, Alberto Laschi, blogger e docente affermato, Flavio Boero, responsabile qualità della Carlsberg Italia, Luigi d’Amelio, birraio e giudice in concorsi nazionali, Agostino Arioli, birraio dello “storico” Birrificio Italiano, Giovanni Campari, birraio del pluripremiato Birrificio del Ducato e ancora Nicola Utzeri, direttore della rivista Fermento Birra Magazine.
Ogni lezione sarà suddivisa tra teoria e assaggi guidati (orario 20.30-23). Ai corsisti saranno rilasciate dispense, un set di bicchieri da degustazione, oltre l’attestato di partecipazione.

Quando: lunedì 8,15,22,29 aprile, lunedì 6,13,20, 27 maggio, e lunedì 3 giugno 2013
Orario: dalle 20.30 alle 23
Dove: Beer House Club, Corso dei Tintori, 34/r (la birreria rimarrà chiusa durante le ore di lezione)
Costo: 330 euro. Modalità di pagamento: acconto di 80 euro tramite bonifico bancario, saldo alla prima lezione (possibilità di rateizzare il pagamento in due tranche).
Posti disponibili max 30. La quota comprende dispense, bicchieri da degustazione e attestato di partecipazione.

Calendario lezioni corso avanzato
Lunedì 8 aprile dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Lorenzo “Kuaska” Dabove, giudice internazionale e autore di libri
Degustare una birra. Tecniche di degustazione. Introduzione all’utilizzo della ruota di Meilgaard. Guida alla compilazione di una scheda di degustazione. Degustazione guidata.

Lunedì 15 aprile dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Andrea Camaschella, docente e giudice
Degustare una birra (II parte). Soglie di percezione gustativa. Riconoscere i sapori fondamentali. Come i fattori ambientali e psicologici influenzano la degustazione. Degustazione guidata.

Lunedì 22 aprile dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Agostino Arioli, birraio del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)
Le materie prime. Il rapporto tra materie prime e l’analisi sensoriale. Degustazione guidata.

Lunedì 29 aprile dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Flavio Boero, responsabile qualità della Carlsberg Italia
I principali difetti della birra. Riconoscere i difetti (saranno fatti annusare campioni di birra difettata). Degustazione guidata.

Lunedì 6 maggio dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Alberto Laschi, blogger, giudice e docente
Gli stili: il Belgio. Storia, tradizione, nuove tendenze e tipologie. Degustazione guidata.

Lunedì 13 maggio dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Luca Giaccone docente, giudice e curatore della Guida alle birre d’Italia di SlowFood
Gli stili: Regno Unito/Stati Uniti. Storia, tradizione e tipologie. Degustazione guidata.

Lunedì 20 maggio dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Giovanni Campari, birraio del Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (PR)
Gli Stili: Germania/Repubblica Ceca. Storia, tradizione, nuove tendenze e tipologie. Degustazione guidata.

Lunedì 27 maggio dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Nicola Utzeri, direttore editoriale di Fermento Birra Magazine affiancato da alcuni rinomati birrai italiani.
Il fenomeno della birra artigianale italiana: storia, stili, nuove tendenze.

Lunedì 3 giugno dalle 20.30 alle 23.00
Docente: Luigi D’Amelio, birraio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA), sommelier e giudice in concorsi nazionali
Abbinamento birra-cibo. Le principali teorie di abbinamento. Come si abbina una birra al cibo. Compilazione di una scheda di abbinamento. Degustazione e abbinamento guidato di birre con cibo.
Potete trovare il corso su facebook alla pagina https://www.facebook.com/events/267602360039192/

Per informazioni: Fermento Birra www.fermentobirra.com – info@fermentobirra.com – Cell 328.7184021by Nadia Fondelli – Ferment beer, a network dedicated to quality beer, organized in Florence two courses at different levels for all fans.
The first, beginning in March, will be dedicated to those who want to take their first steps in the world of beer, while the second, advanced level beginning in April, will be a structured course of nine lessons that involve teachers-class national and has the stated aim to deepen the main issues related to the tasting, styles, and pairing with food.

Beer, what a passion! (Level I course)
Three meetings to deepen their knowledge through lectures and tasting of a drink beloved as yet little appreciated.
A course to learn to taste, learn about the history and production, dispel some myths and above all discover how vast and varied is the planet beer.
They will be told and tasted the major beer styles, with clear pils, the Irish stout, the Belgian Trappist abbey and the German weizen, up to the original Italian handicraft production and less well-known types such as lambic.
Before attending this course are not required specific qualifications or skills about the tasting, as lessons for anyone who wants to take their first steps into the world of quality beer.
Objectives: To acquire the basic tools for a proper tasting, learn the main concepts and understand the vast and varied is the world of quality beers (including through guided tastings)
Each two-hour class will be divided into a theoretical part and a practical part of tasting.
Participants will be issued a certificate of participation, a set of wine glasses and handouts on the topics covered.

When: Tuesday, 12, 19, 26 March 2013
time: 21:00 to 23:00
where: Florence – Via Donato Giannotti, 13 at the circle of New Ways (easy parking for street cleaning)
Cost: 70 euro. Payment Method: Bank transfer
Teacher: Nicola Utzeri, editor of Beer Ferment Magazine
Program
FIRST LESSON
What is beer? The ingredients: water, malt, yeast and hops.
How to taste a beer? Color, foam, smell, taste and aftertaste.
Guided tasting of four beers.
SECOND LESSON
The production of birra.Conservazione, service and glasses of beer.
The craft beer and the phenomenon of Italian craft beer.
We know the ales. British and American styles.
Guided tasting of four beers.
THIRD LESSON
History of beer from ancient times to today.
The low fermentation characteristics and history. German beers.
Belgian beers. The abbey beers and Trappist.
Beers spontaneous fermentation the lambic.
Curiosity and myths to debunk.
Guided tasting of four beers.

An advanced course to become tasters of beer for those who want to embark on a career of training, or simply those who, passionate, want to know everything about how to taste in a conscious way the beloved beverage.
The course will consist of nine meetings at the highest level to address in a comprehensive assessment, tasting, describing strengths and weaknesses of a beer, get to know the styles and learn the secrets to a correct match between beer and food.

The main novelty compared to courses already completed in the city, will be the level of detail and comprehensiveness of the topics covered, as well as the caliber of the teachers involved.
Will be asked to conduct lessons undisputed experts value as Lorenzo Dabove (Kuaska) writer and taster in major international competitions, Luke Giaccone, teacher and curator of the guide to the beers of Italy Slow Food, Alberto Laschi, blogger and lecturer said, Flavio Boero, quality manager of Carlsberg Italy, Luigi D’Amelio, brewer and judge competitions, Agostino Arioli, brewer of the “historical” Brewery Italian, Giovanni Campari, brewer of award-winning Brewery of the Duchy and still Utzeri Nicola, editor of Beer Yeast Magazine.
Each class will be divided between theory and guided tastings (time 20.30-23). The students will be given handouts, a set of wine glasses, as well as a certificate of participation.

When: Monday 8,15,22,29 April 6,13,20 Monday, May 27, and Monday, June 3, 2013
Time: from 20.30 to 23
Where: Beer Club House, Corso dei Tintori, 34 / r (the brewery will be closed during school hours)
Cost: 330 euro. Mode of payment: advance payment of 80 € by bank transfer, balance the first lesson (possibility to pay in installments the payment in two installments).
Max 30 places available. The fee includes handouts, tasting glasses and certificate of participation.

Calendar lessons advanced course
Monday, April 8th from 20:30 to 23:00
Teacher: Lorenzo “Kuaska” Dabove, international judge and author of books
Enjoy a beer. Tasting techniques. Introduction to the use of the wheel Meilgaard. Guide to the compilation of a tasting. Guided tasting.

Monday, April 15 from 20:30 to 23:00
Teacher: Andrea Camaschella, teacher and judge
Enjoy a beer (part II). Thresholds of taste perception. Recognize the basic tastes. Such as environmental and psychological factors influencing the tasting. Guided tasting.

Monday, April 22 from 20:30 to 23:00
Teacher: Agostino Arioli, brewer of the brewery the Italian Limido Comasco (CO)
Raw materials. The relationship between raw materials and sensory analysis. Guided tasting.

Monday, April 29 from 20:30 to 23:00
Teacher: Flavio Boero, quality manager of Carlsberg Italy
The main shortcomings of beer. Recognize defects (smell beer samples will be made faulty). Guided tasting.

Monday, May 6 from 20:30 to 23:00
Teacher: Alberto Laschi, blogger, judge and teacher
Styles: Belgium. History, tradition, new trends and typologies. Guided tasting.

Monday, May 13th from 20:30 to 23:00
Teacher: Luca Jacket teacher, judge and editor of the Guide to the beers of Italy SlowFood
Styles: UK / U.S.. History, tradition and types. Guided tasting.

Monday, May 20th from 20:30 to 23:00
Professor: Campari, brewer’s Brewery of the Duchy of Roncole Verdi Busseto (PR)
Styles: Germany / Czech Republic History, tradition, new trends and typologies. Guided tasting.

Monday, May 27th from 20:30 to 23:00
Teacher: Nicola Utzeri, editor of Beer Ferment Magazine joined by some famous Italian brewers.
The phenomenon of Italian craft beer history, styles and trends.

Monday, June 3rd from 20:30 to 23:00
Lecturer: Louis D’Amelio, brewer of the brewery Extraomnes Marnate (VA), sommelier and a judge in national competitions
Beer-food pairing. The main theories of matching. How do you match a beer to food. Compilation of a pairing. Guided tasting and pairing beers with food.
You can find the course on the facebook page https://www.facebook.com/events/267602360039192/

For more information: Ferment Beer www.fermentobirra.com – info@fermentobirra.com – Cell 328.7184021