Ott 26, 2018 | Arte e cultura, Firenze
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Con il restauro della fontana di Ganimede e della grotticella torna a risplendere il Kaffehaus di Boboli.

Chi è meno giovane magari ricorda di essere stato, magare facendo forca a scuola, a bere un buon caffè nei suoi tavolini con vista spettacolare.
Era bello sognare nella magia di una costruzione unica nel suo genere, fra i lampadari e gli arredi mitteleuropei di essere a corte a ballare un bel valzer viennese insieme a un elegante cavaliere. Poi il declino e l’oblio.
Era la fine degli anni ottanta quando il Kaffehaous di Boboli, così difficile da raggiungere dall’ingresso di Piazza Pitti per chi non ha gamba, ma facile da conquistare per chi conosce Firenze ed accede a Boboli dal Forte Belvedere chiudeva le sue porte.
Un oblio a cui è stato condannato per almeno due decenni questa bellissima opera voluta dal Granduca Pietro Leopoldo e realizzata su disegno di Zanobi del Rosso nel 1776 circa.
Lo vollero e sognarono per vedere tutta Firenze e poterne godere l’immagine a 180 gradi fra un buon caffè e una sacher torte.
Un punto di ristoro magico e privilegiato che oggi sta tornando ad avere un futuro. E’ finalmente pronto il progetto definitivo che riguarda interni ed esterni, illuminazione e quant’altro di questo gioiello architettonico unico in Toscana ispirato al barocchetto viennese e al gusto orientaleggiante in voga ai tempi alla corte asburgica.
Ad oggi sono terminati i lavori nel giardino, un primo passo necessario per la messa in sicurezza in attesa dei lavori (dal costo di 600 mila euro di cui 100 mila frutto di una generosa donazione di un visitatore svizzero).
“Quando da ragazzo – racconta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – e con mia nonna visitavo per le prime volte il Giardino di Boboli, la sosta al Kaffeehaus per prendere qualche bevanda davanti al panorama di Firenze era tra i momenti più emozionanti delle nostre escursioni. Dopo una prima campagna di restauri, condotta dal 2004 al 2005, che ha messo in sicurezza la struttura e recuperato il colore originale – il ‘verde lorenese’ della facciata – adesso vogliamo dare nuova vita all’edificio ripristinandone la funzione di luogo di ristoro.”
I
l primo passo è compiuto e la monumentale fontana di Ganimede, posta all’inizio della salita che porta alla struttura, è tornata a vivere e l’acqua a zampillare dal becco dell’aquila. Così come splende a nuova vita la grotticella incassata al centro del muro di sostegno alle due rampe di scale a “tenaglia” che portano all’edificio concepita per dare senso di frescura e piacere prima di entrare al caffè con le sue oltre 110 canne – che ormai era ridotte a un timido zampillo e quasi invisibili a causa delle erbe infestanti – e il perenne rilassante suono dell’acqua.
L’augurio è che possano partire presto i restauri degli interni e degli esterni anche se temiamo che date le lungaggini burocratiche italiche forse solo fra due/tre anni se tutto va bene, potremmo tornare a bere un buon caffè e a degustare una buona sacher nei tavolini del Kaffeehaus.
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Ago 1, 2017 | Eventi, Firenze
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di redazione – Le Gallerie degli Uffizi celebrano anche quest’anno la “notte della memoria”, in ricordo di quella terribile tra il 3 e 4 agosto del 1944, che vide Firenze trasformata in teatro di paura e distruzione da parte delle truppe tedesche in ritirata.
Queste, per rallentare l’avanzata degli Alleati che stavano risalendo la penisola, decisero infatti di minare e distruggere tutte le vie di comunicazione dietro di loro e tra queste tutti i ponti della città, ad eccezione di Ponte Vecchio.
Per i fiorentini questo fu forse il momento più dolorosamente emblematico della Guerra, perché dovettero assistere impotenti alla distruzione dei ponti della città e dei quartieri medievali vicino a Ponte Vecchio – in particolare via Por Santa Maria – delle torri antiche e delle botteghe: si colpiva al cuore la loro città, si annientò la vita nei quartieri che vennero rasi al suolo.
Venne minato il ponte di
Santa Trinita, ideato da Michelangelo e poi realizzato da Bartolomeo Ammannati per ordine di Cosimo I de’ Medici cancellandone in una serie di esplosioni la straordinaria armonia architettonica: fu un’azione simbolicamente criminale che riuscì nell’intento di deprimere la popolazione, creando sgomento e aprendo una ferita indelebile. E poi le case: ma almeno, in quella notte d’agosto i fiorentini d’oltrarno sfollati dalle loro abitazioni ridotte a macerie poterono rifugiarsi a Palazzo Pitti e a Boboli, spazio sicuro e protetto. Vennero allestiti letti e pasti di fortuna, e gli sventurati trovarono temporaneo conforto tra le mura austere e poderose del Palazzo, che nel frattempo aveva aperto le porte per tutti i senza tetto.
La rappresentazione di quest’anno vuole evocare le presenze di quella notte, risvegliarne le immagini e le voci.
Il racconto rivive non solo attraverso le immagini – fotografiche e cinematografiche – realizzate in quel momento per documentare lo scempio della città e il dramma di tanti fiorentini, ma anche attraverso le parole di chi c’era, e ci ha lasciato materia per ricordare.
La Compagnia delle Seggiole interpreterà (per la cura di Sabrina Tinalli con Fabio Baronti, Luca Marras e la stessa Sabrina Tinalliu) testi di Anna Banti, Nello Baroni e Giulio Bencini, intellettuali e artisti che hanno lasciato un ricordo toccante di quelle ore. Insieme a frammenti del War Requiem di Benjamin Britten – realizzato per celebrare la ricostruzione della cattedrale gotica di Coventry rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale – la voce di quei testimoni si alzerà di nuovo nel cortile di Palazzo Pitti, per risvegliare in tutti noi la memoria di quei fatti.
La distruzione dei ponti fiorentini e dei quartieri vicini, episodio parziale nella tragedia immane della seconda Guerra Mondiale, assume però valore simbolico universale.
A seguire avrà luogo la proiezione del documentario “Dov’era e com’era. La ricostruzione del Ponte a Santa Trinita di Firenze” di Riccardo Gizdulich, versione a cura della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Il documentario illustra l’impegno e l’entusiasmo profuso dall’architetto e dai fiorentini nella ricostruzione del Ponte di Santa Trinita, come a voler cancellare il grave colpo inferto alla città.
Come ricorda il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, «(…) le ricostruzioni hanno quasi cicatrizzato le ferite inferte alla città, ma quello che non si può risarcire, quello che rimane irreparabile, è il sacrificio di tante vite umane. E dunque diventa urgente, proprio ora – quando in molte parti d’Europa risorge l’ideologia nazifascista e si registra una crescita di delitti xenofobi e antisemiti – conservare e rinnovare il ricordo degli inenarrabili abomini del nazismo.
In questo periodo critico, in cui ci troviamo ad accogliere profughi che scappano da paesi in guerra e migranti in cerca di asilo e sopravvivenza, va ricordato con più forza il ruolo di Palazzo Pitti, quando divenne rifugio per le famiglie che persero la casa nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944.
Rimanga viva la memoria di quella notte: come testimonianza della lotta dei fiorentini per i diritti umani, e come impegno di tutti noi contro il ripetersi del crimine.»
Per queste ragioni il cortile di Palazzo Pitti sarà aperto alla città, affinché tutti possano assistere gratuitamente allo spettacolo. Il palazzo sarà di nuovo un simbolo di accoglienza per coloro che vorranno testimoniare il proprio impegno nel disconoscere odio e guerra.
Cortile di Palazzo Pitti, Firenze. 4 agosto 2017 alle ore 21.15 ad ingresso gratuito[:en]di redazione – Le Gallerie degli Uffizi celebrano anche quest’anno la “notte della memoria”, in ricordo di quella terribile tra il 3 e 4 agosto del 1944, che vide Firenze trasformata in teatro di paura e distruzione da parte delle truppe tedesche in ritirata.
Queste, per rallentare l’avanzata degli Alleati che stavano risalendo la penisola, decisero infatti di minare e distruggere tutte le vie di comunicazione dietro di loro e tra queste tutti i ponti della città, ad eccezione di Ponte Vecchio.
Per i fiorentini questo fu forse il momento più dolorosamente emblematico della Guerra, perché dovettero assistere impotenti alla distruzione dei ponti della città e dei quartieri medievali vicino a Ponte Vecchio – in particolare via Por Santa Maria – delle torri antiche e delle botteghe: si colpiva al cuore la loro città, si annientò la vita nei quartieri che vennero rasi al suolo.
Venne minato il ponte di Santa Trinita, ideato da Michelangelo e poi realizzato da Bartolomeo Ammannati per ordine di Cosimo I de’ Medici cancellandone in una serie di esplosioni la straordinaria armonia architettonica: fu un’azione simbolicamente criminale che riuscì nell’intento di deprimere la popolazione, creando sgomento e aprendo una ferita indelebile. E poi le case: ma almeno, in quella notte d’agosto i fiorentini d’oltrarno sfollati dalle loro abitazioni ridotte a macerie poterono rifugiarsi a Palazzo Pitti e a Boboli, spazio sicuro e protetto. Vennero allestiti letti e pasti di fortuna, e gli sventurati trovarono temporaneo conforto tra le mura austere e poderose del Palazzo, che nel frattempo aveva aperto le porte per tutti i senza tetto.
La rappresentazione di quest’anno vuole evocare le presenze di quella notte, risvegliarne le immagini e le voci.
Il racconto rivive non solo attraverso le immagini – fotografiche e cinematografiche – realizzate in quel momento per documentare lo scempio della città e il dramma di tanti fiorentini, ma anche attraverso le parole di chi c’era, e ci ha lasciato materia per ricordare.
La Compagnia delle Seggiole interpreterà (per la cura di Sabrina Tinalli con Fabio Baronti, Luca Marras e la stessa Sabrina Tinalliu) testi di Anna Banti, Nello Baroni e Giulio Bencini, intellettuali e artisti che hanno lasciato un ricordo toccante di quelle ore. Insieme a frammenti del War Requiem di Benjamin Britten – realizzato per celebrare la ricostruzione della cattedrale gotica di Coventry rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale – la voce di quei testimoni si alzerà di nuovo nel cortile di Palazzo Pitti, per risvegliare in tutti noi la memoria di quei fatti.
La distruzione dei ponti fiorentini e dei quartieri vicini, episodio parziale nella tragedia immane della seconda Guerra Mondiale, assume però valore simbolico universale.
A seguire avrà luogo la proiezione del documentario “Dov’era e com’era. La ricostruzione del Ponte a Santa Trinita di Firenze” di Riccardo Gizdulich, versione a cura della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Il documentario illustra l’impegno e l’entusiasmo profuso dall’architetto e dai fiorentini nella ricostruzione del Ponte di Santa Trinita, come a voler cancellare il grave colpo inferto alla città.
Come ricorda il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, «(…) le ricostruzioni hanno quasi cicatrizzato le ferite inferte alla città, ma quello che non si può risarcire, quello che rimane irreparabile, è il sacrificio di tante vite umane. E dunque diventa urgente, proprio ora – quando in molte parti d’Europa risorge l’ideologia nazifascista e si registra una crescita di delitti xenofobi e antisemiti – conservare e rinnovare il ricordo degli inenarrabili abomini del nazismo.
In questo periodo critico, in cui ci troviamo ad accogliere profughi che scappano da paesi in guerra e migranti in cerca di asilo e sopravvivenza, va ricordato con più forza il ruolo di Palazzo Pitti, quando divenne rifugio per le famiglie che persero la casa nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944.
Rimanga viva la memoria di quella notte: come testimonianza della lotta dei fiorentini per i diritti umani, e come impegno di tutti noi contro il ripetersi del crimine.»
Per queste ragioni il cortile di Palazzo Pitti sarà aperto alla città, affinché tutti possano assistere gratuitamente allo spettacolo. Il palazzo sarà di nuovo un simbolo di accoglienza per coloro che vorranno testimoniare il proprio impegno nel disconoscere odio e guerra.
Cortile di Palazzo Pitti, Firenze. 4 agosto 2017 alle ore 21.15 ad ingresso gratuito[:]
Set 5, 2014 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Arezzo, Argentario, Arte e cultura, Casentino, Chianti Classico, Città del Tufo | Colline Metallifere, Crete Senesi, Firenze, Garfagnana, Grosseto, Litorale pisano, Livorno, Lucca, Lunigiana, Maremma, Massa Carrara, Montagna Pistoiese, Montalbano, Monte Amiata, Monti Pisani, Mugello | Val di Sieve, Pisa, Pistoia, Prato, San Gimignano, Siena, Val Bisenzio, Val d'Elsa | Empolese, Val d'Elsa | Val di Merse, Val d'Orcia | Val di Chiana, Val di Cecina, Val di Cornia, Val Tiberina, Valdarno, Valdarno | Valdera | Colline Pisane, Valdinievole, Valle del Serchio | Piana Lucchese, Versilia
di Nadia Fondelli – Domenica 7 settembre appuntamento mensile con l’iniziativa del Ministero dei beni culturali che permette l’ingresso gratuito nei luoghi della cultura. Da non perdere! “Domenica al Museo” questo il nome dell’iniziativa che apre gratuitamente le porte dei luoghi della cultura. Così come previsto dalla rivoluzione del piano tariffario voluto dal ministro Franceschini e degli orari d’apertura dei musei, ogni prima domenica del mese, oltre 430 tra musei, siti archeologici e monumenti in tutta Italia saranno accessibili senza dover pagare il biglietto. Nella nostra regione tantissimi i musei coinvolti. A Firenze ad esempio, si entrerà gratis alla Galleria degli Uffizi, al Giardino di Boboli, alle Cappelle Medicee, al Museo di San Marco, alla Galleria Palatina, ma anche al giardino della Villa di Castello, al Bargello, alla Chiesa di Orsanmichele e alla Galleria d’arte moderna. Porte aperte anche al Museo di Casa Vasari ad Arezzo, al Museo Archeologico di Chiusi, alla Pinacoteca Nazionale di Siena, alla Certosa Monumentali di Calci, all’Area archeologica di Vetulonia a Castiglione della Pescaia e e alle due residenze napoleoniche all’Isola d’Elba, la Palazzina dei Mulina e la Villa di San Martino. “Domenica al museo” è anche un’occasione da non perdere per visitare (gratuitamente) alcune tra le ville medicee, dichiarate recentemente dall’Unesco Patrimonio dell’umanità: la Villa della Petraia a Firenze, la Villa di Cerreto Guidi e la Villa di Poggio a Caiano. Per l’elenco completo dei luoghi della cultura aperti gratis in Toscana: http://www.beniculturali.it
Mag 14, 2013 | Eventi, Firenze
di redazione – Sarà un week end di eventi quello alle porte a Firenze, ma la mostra-mercato di fragranze che per il settimo anno consecutivo si celebra nel giardino di Boboli dal 16 al 19 maggio è un qualcosa di speciale e non solo perchè unico evento che, nella sua lunga storia, si svolge nel monumentale giardino fiorentino Firenze.
I profumi di Boboli è qualcosa di diverso dal solito percorso espositivo/commerciale. E’ qualcosa che affonda le sue radici nella tradizione artistica e manufatturiera legata all’universo botanico, rigidamente selezionati per qualità e autenticità del prodotto e per rappresentatività del territorio di appartenenza. E’ qualcosa anche di autenticamente fiorentino, per la stagione che vede sbocciare l’Iris fiorentino e sopratutto perchè alla corte fiorentina nacque l’arte delle fragranze.
La collocazione nell’Orto della Botanica inferiore vale già una visita, e scaturisce dal fatto che in questo luogo in origine esisteva un edificio adibito a Spezieria, distrutto sul finire del Settecento, dove presumibilmente con i fiori del giardino gli antichi profumieri ed erboristi distillavano profumi e balsami medicamentosi.
L’edizione 2013 si avvale del patrocinio di due realtà istituzionali di grande prestigio: l’Unesco, la cui Direzione di Firenze è stata particolarmente colpita dall’aspetto culturale e sociale della manifestazione, e l’ Istuto agronomico d’oltremare, presente in mostra non solo con i progetti di sviluppo agronomico in corso in vari territori d’oltremare (Mali, Burkina Fasu, Pakistan, Guatemala…), ma anche con una selezione di piante tropicali rare dalle quali si estraggono olii essenziali e fragranze e che appartengono al Giardino tropicale dell’Istituto.Preziosa si è rivelata la collaborazione con ATAF che nell’obiettivo di offrire ai propri abbonati sempre più numerose opportunità di servizio ha permesso di concordare una serie di benefit in occasione della manifestazione. Special Guest l’Istituto Farmaceutico Militare la cui sede di Firenze è l’unica in Italia e dal cui laboratorio, oltre a farmaci specifici, escono storici prodotti di cosmesi e ricerca alimentare.
Partner di grandi prestigio che si affiancano alle presenze divenute ormai “di casa” e alle new entry originali e di alto profilo qualitativo: il “Profumo di Boboli”, fragranza agrumata creata appositamente, la linea di prodotti su formulazione dei ricettari della cosmesi veneziana del XV secolo, la ricerca di tessuti etnici a motivo floreale, i saponi naturali prodotti con antichi stampi, i prodotti naturali all’olio di oliva delle colline toscane e …quelli all’olio di Argan!
Ospite di eccezione in preview la manifestazione Giardini in fiore a Villa Borbone, 8 e 9 giugno 2013, una selezione vivaistica esclusiva per pregio e rarità che il Comune di Viareggio ha offerto in prestito al Giardino di Boboli!
Come ogni anno Profumi di Boboli propone anche uno Special event e quello 2013 ospitato come sempre al Museo della Specola con una mostra che si apre con l’evento ma andrà avanti fino al 30 giugno è quest’anno “Naturalmente” dal cuore del legno l’anima di Kevo di Claudio Cavallini – Kevo.
Da segnalare “L’Antico Ricettario Fiorentino, tra storia, scienza e leggenda”: conferenza/dibattito in collaborazione con l’Associazione Giovanni Papini, mercoledì 15 maggio 2013 alle ore 16,00 nel Salone degli Scheletri all’interno del Museo di Storia Naturale, sezione di Zoologia La Specola – Via Romana, 17 , con l’intervento fra gli altri di Franco Cardini, Giovanna Lazzi, Giovanni Battista Muraro e altri eventi collaterali i in programma nell’Orto della Botanica inferiore durante la manifestazione fra cui si segnala: l’ Ensemble di flauti dell’Istituto comprensivo Curzio Malaparte di Prato – Direttore e solista: Matteo Romoli, giovedì, 16 maggio 2013 alle ore 15,30; il laboratorio di fragranze designer di Fernanda Russo, maestra profumiera, in collaborazione con Mariantonietta Rasulo, consulente fragranze, dedicato agli appassionati del profumo venerdì, 17 maggio 2013 dalle ore 15.00 alle 17.00 nell’Orto della Botanica inferiore e il laboratorio interattivo sulla bellezza e cura delle mani tenuto da Mary Anny Florence sabato 18 maggio alle ore 15,30, presso lo stand Tosca.
Inoltre, in occasione della manifestazione potrete effettuare visite guidate gratuite all’Orto Botanico dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare, visite guidate gratuite alla mostra “Porcellane e cappelli fioriti da Firenze nel mondo” nello Spazio mostre Ente CRF in Via Bufalini, 6.
Informazioni: Il programma della manifestazione si articola in quattro giorni: da giovedì 16 maggio a domenica 19 maggio con orario dalle 10,00 alle 18.30 (ultimo ingresso in Boboli alle 17,30), sabato 18 maggio dalle 10,00 alle 20,00 (ultimo ingresso in Boboli alle 19,00).
L’ingresso al Giardino di Boboli è gratuito per i residenti nel Comune di Firenze (con presentazione di documento di identità). Uno sconto del 10% viene applicato su una vasta selezione di prodotti per i soci Coop e gli abbonati Ataf (con presentazione della tessera personale).
L’ingresso al Giardino di Boboli permette oltre che l’accesso alla manifestazione I profumi di Boboli, la visita al Giardino di Boboli, al Museo degli Argenti, al Museo delle Porcellane, alla Galleria del Costume, in Palazzo Pitti, e al Giardino Bardini. Ingresso nel Giardino di Boboli per i non residenti: cfr. www.firenzemusei.it
by redaction – It will be a weekend of events that cialis prices the doors in Florence, but the fair-market fragrances for the seventh consecutive year is celebrated in the Boboli Gardens May 16 to 19 is something special and not just because one event that, in its long history, it takes place in the monumental Florence Florentine garden.
The Profumi di Boboli is something different from the usual exhibition / trade. It ‘something that is rooted in the artistic traditions and botanical manufacturing tied to the universe, strictly selected for its quality and authenticity of the product and representativeness of the territory. It ‘also something of authentic Florentine, for the season that sees the Florentine iris bloom and especially because at the Florentine court was born the art of fragrances.
The location of the Garden of Botany bottom is already worth a visit, and stems from the fact that in this place there was originally a building used as Spezieria destroyed towards the end of the eighteenth century, where presumably with the flowers of the garden and the ancient perfumers, herbalists distilled perfumes and medicated balms.
The 2013 edition is under the patronage of two institutional realities of great prestige: Unesco, whose direction of Florence was particularly hard hit to the cultural and social event, el ‘Isituto agronomico d’oltremare, not in the show only with development projects in progress in various agronomic overseas territories (Mali, Burkina Faso, Pakistan, Guatemala …), but also with a selection of rare tropical plants from which they are extracted essential oils and fragrances, and which belong to the Tropical garden of the Institute. Precious proved to be the collaboration with Ataf objective of offering its subscribers more and more opportunities for service has allowed us to agree on a series of benefits during the event. Special Guest Istituto Farmaceutico Militare whose place of Florence is the only one in Italy and in whose lab, as well as specific drugs, leaving historians skincare products and food research.
Partners of great prestige, which accompany the appearances that have become “home” and newcomer original and high quality profile, the “Profumo di Boboli,” citrus fragrance specially created, the product line of cosmetics formulation of recipes of Venetian fifteenth century, the research of ethnic fabrics in floral pattern, the ancient molds with natural soaps, natural products olive oil Tuscan hills … and those with Argan oil!
Exceptional guest in the show preview Gardens in fiore at Villa Borbone, 8 and 9 June 2013, a selection nursery exclusively for rare and precious that the Municipality of Viareggio offered on loan to the Boboli Gardens!
As every year Profumi di Boboli also offers a special event hosted in 2013 and that, as always, to the Museum of the Observatory with an exhibition that opens with the event, but will continue until June 30 this year, “course” Naturalmente dal cuore del legno l’anima di Kevo Claudio Cavallini – Kevo.
Worth noting “L’Antico Ricettario Fiorentino, tra storia, scienza e leggenda”: conference / debate in collaboration with the Association of Giovanni Papini, Wednesday, May 15, 2013 at 16:00 in Hall of Skeletons in the Museum of Natural History Section of Zoology The Specola- Via Romana, 17, with the intervention among others by Franco Cardini, Giovanna Lazzi, John the Baptist Muraro and other events in the program in the Giardino della Botanica nferiore during the event including it should be noted: l ‘ensemble di flauti of the Comprehensive Curzio Malaparte of Prato – Conductor and soloist: Matthew Romo, Thursday, May 16, 2013 at 15.30 and the workshop of designer fragrances Fernanda Russo, master perfumer, in collaboration with Mariantonietta Rasulo, consultant fragrances, dedicated to fans of the fragrance Friday, May 17, 2013 from 15.00 to 17.00 in the Garden of Botany lower and the interactive workshop on the beauty and care of hands held by Mary Anny Florence Saturday, May 18 at 15.30, at the Tosca stand.
In addition, during the event you can free guided tours of the Orto Botanico dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare, free guided tours of the exhibition “Porcellane e cappelli fioriti da Firenze nel mondo” in Exhibit Space Agency CRF in Via buffalo, 6.
Information: The program of the event is divided into four days from Thursday 16th May to Sunday, May 19th with hours from 10.00 to 18.30 (last admission at 17.30 in the Boboli Gardens), Saturday 18 May from 10.00 to 20.00 (last admission at 19.00 in the Boboli Gardens).
The entrance to the Boboli Gardens is free for residents of the City of Florence (with presentation of an identity document). A discount of 10% is applied on a wide selection of products for Coop members and subscribers ATAF (with presentation of membership card).
The entrance to the Boboli Gardens as well as allows access to the event Fragrances of Boboli, a visit to the Boboli Gardens, the Museo degli Argenti, the Porcelain Museum, the Costume Gallery in Pitti Palace, and the Bardini Gardens . Entry in the Boboli Gardens for non-residents: cf. www.firenzemusei.it
Dic 14, 2012 | Da non perdere, Firenze
di Nadia Fondelli – Nella storia meno conosciuta di Firenze ci sono anche tutta una serie di animali esotici, all’epoca considerati addirittura fantastici. Non solo quindi i leggendari leoni simbolo del Marzocco che per secoli hanno ruggito a due passi da Palazzo Vecchio in quella via che non a caso si chiama via dei Leoni prima di trasferirsi ai serragli di Piazza San Marco.
Firenze in epoche diverse ha visto apparire giraffe, rinoceronti e ippopotami. Amimali stranissimi, mai visti, che provenivano da paesi lontani, ma che mostrati alla corte e al popolo servivano a puntellare la potenza dei Signori.
Proprio in occasione del restauro dell’ippopotamo del granduca di Toscana che da pochi giorni è tornato visibile alla Specola che vogliamo parlarvi di questi animali attorno alla cui esistenza sono molte storie e altrettante leggende.
L’ippopotamo che torna visibile in questi giorni, ad esempio, era il primo che sbarcana in Europa dai tempi dell’impero romano. Secondo la tradizione era un dono settecentesco al primo granduca Lorena Pietro Leopoldo, ma da ricerche storiche pare invece che ifosse a Firenze dal 1677 grazie alla passione sfrenata di Cosimo III per animali e piante esotiche. Fu lui a far costruire in Boboli gabbie per pappagalli, scimmie e fagiani da mostrare agli ospiti e ai fiorentini. Non si sa chi abbia donato al signore l’ippopotamo: forse un sultano o un visir, fatto sta che “Pippo” – così era amorevolmente chiamato – visse legato a catena in una vasca di Boboli fino alla morte. Pippo fu poi imbalsamato in maniera creativa da un artigiano che non lo aveva mai visto vivo tant’è che le zampe furono modificate secondo un modello canino.
Nello speciale zoo voluto dal Magnifico a Cascine di Tavola, vero esempio di fattoria ideale rinascimentale, fu portata sicuramente la celebre giraffa che, con un leone addomesticato, gli aveva regalato nel novembre 1487 «el Soldano di Babilonia». Un animale magnifico che lasciò a bocca aperta i fiorentini racconteranno i cronisti del’epoca , perché «era sette braccia alta, e ‘l piè come ‘l bue» e così tranquilla che poteva prendere una mela dalla mano di un bambino. Sollevò così tanta curiosità che si dice che dovettero portarla in giro anche per conventi perché la potessero vedessero anche le suore di clausura. Un impazzimento di popolo tale che, il «camelopardo», com’era chiamata la giraffa allora, finì addirittura nel corteo di una «Adorazione dei magi» del Ghirlandaio e nel «Tributo a Cesare» lasciato incompiuto dal Andrea del Sarto e visibile nella Villa di Poggio a Caiano e nell’affresco del Vasari in Palazzo Vecchio “Omaggio degli ambasciatori aal Magnifico”.
Interressante infine la storia dell’elefante albino e del rinoceronte che re Manuele d’Aviz di Portogallo inviò in dono per ingraziarselo a Papa Leone X . Due speciali regali per l’incoronazione a papa di un Medici. Diverso però il destino dei due animali, Annone (questo il nome dell’elefante così chiamato in onore del generale cartaginese che lo regaalò a sua volta al re portoghese) arrivò da Lisbona a Roma nel 1514, mentre il rinoceronte, inviato al Papa due anni più tardi nella città eterna non arrivò mai. Dopo uno sbarco a Marsiglia per essere ammirato a caro prezzo dal re di Francia Francesco I Valoris e dalla sua corte, la bestia naufragò dopo una tempesta nel mar Ligure. Legato con una catena il rinoceronte fu ritrovato affondato con stupore e meraviglia dagli abitanti di Villafranca (l’attuale Villefranche-sur-Mer) che lo videro emergere dal mare e che ancor oggi fanno rivivere la sua storia anche in spettacoli teatrali.
E’ lo sfortunato rinoceronte che venne poi raffigurato da Albrecht Dürer in una xilografia destinata a divenire famosa. Quella che per secoli è stata riprodotta su libri, enciclopedie e dizionari per raffigurare i rinoceronti. Quell’immagine di Dürer fu scelta poi dal Duca Alessandro de’Medici come sua insegna associata al motto “non vuellvo sin vencer”, non torno se non vnco. Quell’effige si trova oggi fera gli stuucchi di Palazzo vechio.
Tanti animali, tante storie e leggende, tante curiosità legate alla centralità di Firenze nell mondo.
by Nadia Fondelli – In the Electronic Cigarettes history of Florence, there are also a number of exotic animal at the time considered fantastic. So not only the legendary symbol of the lions Marzocco who for centuries have roared around the corner from Palazzo Vecchio in the way which not surprisingly is called dei Leoni before moving to the menageries of Piazza San Marco.
Florence, at different times, has seen appear giraffes, rhinos and hippos. Strange animals who came from distant countries, but that shown to the court and to the people served to shore up the power of the Signori.
On the occasion of the restoration of the Grand Duke hippo that a few days ago was returned at Specola museum we want to talk about these animals around the existence of which are many stories and many legends.
The hippo returns visible these days, for example, was the first to arriving in Europe since the Roman Empire. According to tradition, it was a gift to the first Lorraine Grand Duke Pietro Leopoldo, but by historical research seems instead stay in Florence since 1677 thanks to the unbridled passion of Cosimo III for exotic animals and plants.
He was the one to build in Boboli cages for parrots, monkeys and pheasants show guests and Florence. No one knows who has donated to the hippopotamus, perhaps a sultan or a vizier, the fact is that “Pippo” – that was lovingly called – lived tied to a rope in a tub of Boboli until his death. Pippo was then stuffed in a creative way by a craftsman who had never seen alive so much so that the legs were modified in a dog model.
In the special zoo wanted by the Lorenzo il Magnifico in Cascine di Tavola, a true example of the ideal farm Renaissance, was certainly reach the famous giraffe, with a tame lion, had given him in November 1487 “and the Soldan of Babylon.”
A magnificent animal that left a gaping Florentine tell reporters del’epoca, because “he was seven arms high, and ‘the footer as’ the ox,” and so quiet that he could take an apple from the hand of a child. Raised so much curiosity that you had said to carry it around for convents because they saw could also cloistered nuns.
A madness of people that the “camelopardo,” as it was called then the giraffe, even ended up in the parade of “Adoration of the Magi” by Ghirlandaio and “Tribute to Caesar” left unfinished by Andrea del Sarto and visible in the Villa of Caiano and in the fresco by Vasari in the Palazzo Vecchio “Homage ambassadors aal Magnificent.”
Finally interressante history albin elephant and rhinoceros that King Manuel of Aviz of Portugal sent a gift to ingratiate himself to Pope Leone X. Two special gifts for the coronation of a Pope Medici. But the fate of the other two animals, Annone (the name of the elephant named in honor of the Carthaginian general who in turn gift at the Portuguese king) came from Lisbon to Rome in 1514, while the rhinoceros, the Pope sent two years later in the eternal city never came.
After a landing in Marseille to be admired dearly by King Francis I of France Valoris and his court, the beast sank after a storm in the Ligurian Sea. Tied with a chain rhinoceros was found buried with awe and wonder by the inhabitants of Villafranca (now Villefranche-sur-Mer) that saw him emerge from the sea and which still relive its history in theater.
And the unfortunate rhino that was later depicted in a woodcut by Albrecht Dürer destined to become famous. What for centuries has been reproduced in books, encyclopedias and dictionaries to represent the rhinos. Image of Dürer was chosen by the then Duke Alessandro de ‘Medici as his insignia associated with the motto “not vuelvo since vencer” no turning if not winner. This image is now in Palazzo Vecchio.

So many animals, so many stories and legends, many curiosities related to the centrality of Florence in the world.