La vecchia cava di Castagneto diventerà una cantina

redazione – Un progetto di investimento vitivinicolo e per una nuova cantina del valore di circa 15 milioni di euro riqualificando l’ex cava di arenaria di Cariola, dismessa da oltre trenta anni, nel comune di Castagneto Carducci in provincia di Livorno.
E’ questo l’oggetto del protocollo d’intesa che Regione Toscana, Comune e Società agricola Dievole Spa hanno firmato a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.
Sono intervenuti il presidente della Regione Enrico Rossi, l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, il sindaco Sandra Scarpellini e il general manager di Dievole spa Stefano Capurso. Alla cerimonia ha partecipato anche l’ingegner Alejandro Bulgheroni, imprenditore argentino e principale azionista del gruppo.

“A questo progetto la Regione ha dato il proprio assenso – ha spiegato Rossi – perché permette di coniugare la realizzazione di un investimento rilevante con il recupero di un’area dismessa e degradata. L’azienda in questione è molto attiva anche in altre aree della Toscana e rappresenta uno dei più importanti gruppi vitivinicoli a livello mondiale”.
“La Regione – ha proseguito – grazie alla struttura Invest in Tuscany assiste gli investitori, sia nella fase di promozione che di insediamento, con un servizio dedicato proprio per favorire nuovi investimenti o l’espansione di imprese esistenti, anche attraverso l’attivazione di forme di partnership tra imprese multinazionali, grandi imprese e il tessuto delle Pmi”.  “Per noi – ha concluso – è fondamentale affiancare le imprese del settore vitivinicolo, uno dei punti di forza dell’agricoltura toscana, su cui è necessario continuare ad investire con logiche di filiera coniugando valori, modernità e rispetto del paesaggio”.

L’ufficio, che trova casa presso la presidenza della Regione, è stato costituito nel 2010 ed ulteriormente rafforzato nel 2016. Una ricetta in fondo semplice ma efficace, per dare risposte veloci, risolvere problemi e diventare punto di riferimento credidibile a disposizione di chi già in Toscana c’è e vuole crescere e di chi in Toscana vuole venire, atiutando gli uni e gli altri a “farsi strada nella ragnatela a volte complicata della burocrazia”.  Con ottimi risultati, visto che la Toscana tra il 2012 e il 2016 è stata la terza regione in Italia per investimenti diretti esteri.

La nuova cantina di Castangeto, progettata dallo studio Tori, sarà realizzata in un’area di 5.000 metri quadri all’interno dell’ex cava di Cariola, all’interno della Tenuta Le Colonne, proprietà della Dievole Spa, e sarà funzionale ad entrambe le tenute di Bolgheri, Tenuta Meraviglia (altra proprietà dell’azienda) e Tenuta Le Colonne, con un progetto edilizio, ambientale, produttivo fortemente rivolto al rispetto e alla sostenibilità dei valori ambientali e paesaggistici del contesto locale.
Dal punto di vista paesaggistico la cava rappresenta la localizzazione meno invasiva tra quelle possibili, anche grazie ad un approccio progettuale che si integra profondamente con il contesto naturale.

La struttura si svilupperà su tre livelli degradanti, con un tetto verde panoramico, i profumi della macchia mediterranea e uno scorcio sul mare. Nella parte più alta troveranno posto gli uffici, più sotto il piano di carico delle uve e in fondo l’ambiente dove i vini matureranno in botte.
“Tini di cemento, com’è nella nostra tradizione – sottolinea l’amministratore dell’azienda – ed agricoltura rigorosamente biologica”. Sarà lasciata intatta la corona della vecchia cava e la parete di roccia,  che avrà un effetto positivo anche sul microclima interno. “Sarà un restauro d’autore, che ricuce una vecchia ferita lasciandone comunque visibile il segno” spiega l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo, che sottolinea il percorso di riqualificazione che l’intervento avvierà e la collaborazione dimostrata dell’azienda.
Sono già venticinque le cantine d’autore e di design in Toscana, griffate o che si distinguono per la loro linea e lo spirito culturale che le anime: quella delle Colonne potrebbe essere la ventiseiesima.
“Ed è la dimostrazione – chiosa il presidente Rossi . che il piano del paesaggio toscano non ostacola sviluppo e interventi: costringe semmai ad alzare la qualità progettuale, ma offre anche riferimenti sicuri la cui interpretazione non può più essere arbitraria”.

Con la cantina nella vecchia cava Cariola saranno recuperati anche tre vecchi fabbricati storici, destinati ad ospitare un centro aziendale, un wineshop con foresteria per dipendenti (già in restauro) e una struttura di accoglienza di alto profilo. In azienda, che nel 2016 ha raccolto le uve delle prime vigne, oggi lavorano sei dipendenti. A regime tra quattro anni, spiega l’amministratore Capurso, i lavoratori assunti potranno diventare, tra parte agricola e struttura di accoglienza, tra i quindici e i venti, oltre all’indotto.

Gli ambiti di collaborazione del progetto d’investimento, che saranno rafforzati grazie al protocollo d’intesa, saranno quelli relativi alla formazione del personale, all’alternanza scuola-lavoro, all’accesso ad eventuali strumenti di incentivazione regionale, alla comunicazione e al marketing e alla localizzazione in Toscana di potenziali partner. Regione e Comune stanno inoltre portando avanti i procedimenti urbanistici ed autorizzativi necessari e conformi alla normativa vigente.

Dievole SpA fa parte del gruppo ABFV Italia, uno dei più importanti gruppi vitivinicoli a livello mondiale che in Toscana è arrivata nel 2013 e grazie ad acquisizioni ed investimenti per complessivi 119 milioni di euro detiene e controlla importanti aziende vinicole per 330 ettari che si trovano nei comprensori delle principali denominazioni della regione, dal Brunello al Chianti Classico fino a Bolgheri appunto.

“La nostra presenza in Toscana è ormai consolidata da alcuni anni – ha spiegato l’ingegner Bulgheroni – e gli investimenti effettuati sino ad ora sono sempre stati mirati al raggiungimento di una qualità di eccellenza nel rispetto dell’ambiente e nella valorizzazione territoriale. Il nostro progetto di Bolgheri vuole proseguire nella stessa direzione, grati della grande collaborazione dimostrata dalle istituzioni che ci hanno permesso di coniugare le esigenze produttive alla necessità di presentare un progetto a bassissimo impatto ambientale. Siamo certi – ha concluso – che possa essere, una volta realizzato, un polo di attrazione di appassionati e consumatori di cui possa beneficiare l’intera denominazione”.

“È per noi motivo di grande soddisfazione la firma di questo protocollo – ha sottolineato il sindaco, Sandra Scarpellini -. Quando istituzioni e imprenditori di valore lavorano insieme in modo lungimirante e corretto si possono ottenere grandi risultati per la collettività. La cantina nella cava di Bulgheroni darà ulteriore lustro e incentivi all’economia di Castagneto Carducci e Bolgheri e dunque alla Toscana. Il percorso sarà complesso, ma entusiasmante e ognuno di noi farà la sua parte. Da sindaco ringrazio Regione Toscana e Dievole per aver creduto in tutto ciò”.

Bolgheri. Un eccellenza fatta borgoBolgheri. A village of excellence

Bolgheri è soprattutto uno stato d’animo, un modo di vivere, un’atmosfera rarefatta di un mondo che si pensa estinto.
Perfetta questa frase per raccontare questo borgo e la sua terra e ci spiace solo di non averne la paternità perché questo semplice e centrato flash appartiene al Consorzio del Vino omonimo.

A volte bastano davvero poche parole per descrivere un luogo, per riassumere il tutto in poco più di una riga.

Difficile davvero dire Bolgheri e parlare di ciò che è speciale. Di un piccolissimo borgo che è solo la frazione di un comune ma che è più famose del comune a cui appartiene; di un luogo baciato dalla natura che si trova a metà strada fra le ultime propaggini delle Colline Metallifere lungo la costa maremmana livornese e che dallo sposalizio di questi due diversi fattori climatici sa trarne il meglio; del posto dove si trovano da secoli a silenti sentinelle quei rigogliosi cipressi resi immortali dai celebri versi di Giosuè Carducci nella poesia “Davanti a San Guido”; di quel luogo dov’è nata nel 1959 quella che è stata la prima oasi naturale privata d’Italia; dove sono quelle quattro vigne o poco più dov’è nato, quasi per scommessa, un vino che ha fatto la storia recente dell’enologia e che è oggi splende fra gli astri più lucenti nel firmamento della viticoltura mondiale.

Solo così si può parlare di Bolgheri, parlando di tutte le sue straordinarie unicità racchiuse fra le mura e le atmosfere rarefatte di quello che è un caratteristico borgo toscano sviluppatosi intorno a un castello più volte rimaneggiato nel corso dei secoli che si raggiunge dopo cinque chilometri di viale dove sono i famosi cipressi di cui sopra.
Una zona da svelarsi fra le frasche della sua oasi oggi del Wwf che mantiene inalterate le caratteristiche dell’antica Maremma con i ginepri, i pini domestici, i lecci, i frassini e dove si muovono sornioni i caprioli e gli scoiattoli fra i voli degli storni del falchi, dei germani reali.

Fermiamoci, siamo in un luogo magico. Alziamo il calice con quel vino unico, profumato, complesso e generoso che parla di un micro territorio e di una favola moderna che scopriremo piano piano.

 First and foremost, Bolgheri is a state of mind, a lifestyle, a rare atmosphere of a Levitra world that is thought to be extinct.
This is the best sentence to describe this village and its land. We’re only sorry that we didn’t come up with it ourselves as this simple and focused flash belongs to the wine consortium of the same name.

At times only a few words are needed to describe a place, to sum it all up in little more than one line.

It’s hard to explain what makes Bolgheri so special. It’s a tiny village that is merely the hamlet of a municipality, but which is more famous than the municipality to which it belongs; a place caressed by nature that is located halfway between the final foothills of the Colline Metallifere (metal-bearing hills) along the Livorno coast in the Maremma area and which knows how to get the best out of the union of these two different climatic factors; the place where the silent sentinels of those luxuriant cypress trees have stood for centuries, made immortal in the famous verses of Giosuè Carducci in the poem Davanti a San Guido; that place where what was the first private nature park in Italy was created in 1959; where those four vines or more gave rise to a wine as if by accident that has gone down in recent wine-making history and still shines out as one of the brightest stars in world oenology.

This is the only way to talk about Bolgheri, about all of its extraordinary unique features contained within its walls and the rare atmosphere of a typical Tuscan village built up aroud a castle that has been reworked several times over the centuries, where you arrive after three miles of a wide road lined with the famous cypress trees.

Discover this area with the branches of its WWF oasis, which keeps the features of old Maremma intact with the juniper, domestic pine, oak and ash and where the deer and squirrels move craftily amidst the flight of the starlings, hawks and wild ducks.

That’s enough; this is a magical place. Let’s raise our glasses with this uniquely perfumed, full-bodied and generous wine that speaks of a small land and a modern-day fairytale that we discover a little at a time.