Una sfida vinta da Bottega… in bottega

Una sfida vinta da Bottega… in bottega

[:it]Metti una giornata di mezz’estate, una storica fiaschetteria fiorentina e un emergente spumante veneto.
Ingredienti perfetti per una giornata un po’ speciale dove l’estro creativo di Stefano Bottega distillatore e vinificatore veneto di seconda generazione e fatturato a molti zeri incontra quello dei fratelli Paolo e Andrea Gori, rispettivamente in cucina e in sala per una presentazione insolita, ma sicuramente riuscita.
Bottega con la sua contagiosa allegria del nord-est vincente è sbarcato nella città del giglio per presentare la sua ultima creatura il Pas Dosé.

Un vino spumante di tendenza sempre più apprezzato anche dal pubblico giovane; un vino spumante con un contenuto zuccherino limitato prodotto con il tradizionale metodo Martinotti che unisce ai delicati e raffinati aromi, un gusto unico e accattivante. Un vino che non pensa ai mercati ma al territorio da cui si origina.
Un vino sincero espressione autentica che si contraddistingue per eleganza, raffinatezza e freschezza.
E del resto Stefano Bottega in quanto ad eleganza e raffinatezza anche nel packaging ne ha ben donde, basta guardare la bottiglia del Pas Dosé e le sue altre fra cui l’inconfondibile Bottega Gold ormai icona di stile italiano che l’ha portato in poco tempo ad essere nei canali duty free il terzo brand del mondo.

Ma tornando all’incontro fiorentino di Bottega in… bottega, facile il gioco di parole, tutto ci potevamo aspettare per un vino da aperitivo, ottimo su pesce, carni bianche e verdure ma non l’azzardo osato fra i tavoli di Burde.

Nessun passo indietro per i Gori brothers dalle tradizioni di famiglia. Pas Dosé o no in tavola va solo la tradizione toscana più autentica ed ecco che così il Pas Dosé va a braccetto con un’insalatina di lesso, la pappa al pomodoro, il sugo svelto con fegatini di pollo e pomodoro di nonna Irene, la scottiglia e il peposo.
Abbinamenti sul filo del rasoio perché la parte amara rischiava di tirar fuori la nota metallica sgradevole, ma tutto è stato perfetto, anche se a onor del vero ad accompagnare la scottiglia e il peposo era possibile optare per un alternativa altrettanto all’altezza, ovvero l’Amarone 2015 della casa e la chiusura con il dessert tradizionale fiorentino per eccellenza, lo zuccotto, si è accompagnato col Moscato.

Lode prima di tutto al coraggio e poi al magico liquore che ha supportato (e sopportato) nell’insieme molto bene (qualche abbinamento meglio riuscito qualche altro meno) anche la robustezza della cucina tradizionale toscana.
Del resto solo un “visionario” che in pochi anni ha scalato le vette dell’enologia mondiale servendo ben 140 paesi e vincendo oltre 280 premi poteva cogliere il guanto di sfida dei fratelli Gori.

 

 [:en]Metti una giornata di mezz’estate, una storica fiaschetteria fiorentina e un emergente spumante veneto.
Ingredienti perfetti per una giornata un po’ speciale dove l’estro creativo di Stefano Bottega distillatore e vinificatore veneto di seconda generazione e fatturato a molti zeri incontra quello dei fratelli Paolo e Andrea Gori, rispettivamente in cucina e in sala per una presentazione insolita, ma sicuramente riuscita.
Bottega con la sua contagiosa allegria del nord-est vincente è sbarcato nella città del giglio per presentare la sua ultima creatura il Pas Dosé.

Un vino spumante di tendenza sempre più apprezzato anche dal pubblico giovane; un vino spumante con un contenuto zuccherino limitato prodotto con il tradizionale metodo Martinotti che unisce ai delicati e raffinati aromi, un gusto unico e accattivante. Un vino che non pensa ai mercati ma al territorio da cui si origina.
Un vino sincero espressione autentica che si contraddistingue per eleganza, raffinatezza e freschezza.
E del resto Stefano Bottega in quanto ad eleganza e raffinatezza anche nel packaging ne ha ben donde, basta guardare la bottiglia del Pas Dosé e le sue altre fra cui l’inconfondibile Bottega Gold ormai icona di stile italiano che l’ha portato in poco tempo ad essere nei canali duty free il terzo brand del mondo.

Ma tornando all’incontro fiorentino di Bottega in… bottega, facile il gioco di parole, tutto ci potevamo aspettare per un vino da aperitivo, ottimo su pesce, carni bianche e verdure ma non l’azzardo osato fra i tavoli di Burde.

Nessun passo indietro per i Gori brothers dalle tradizioni di famiglia. Pas Dosé o no in tavola va solo la tradizione toscana più autentica ed ecco che così il Pas Dosé va a braccetto con un’insalatina di lesso, la pappa al pomodoro, il sugo svelto con fegatini di pollo e pomodoro di nonna Irene, la scottiglia e il peposo.
Abbinamenti sul filo del rasoio perché la parte amara rischiava di tirar fuori la nota metallica sgradevole, ma tutto è stato perfetto, anche se a onor del vero ad accompagnare la scottiglia e il peposo era possibile optare per un alternativa altrettanto all’altezza, ovvero l’Amarone 2015 della casa e la chiusura con il dessert tradizionale fiorentino per eccellenza, lo zuccotto, si è accompagnato col Moscato.

Lode prima di tutto al coraggio e poi al magico liquore che ha supportato (e sopportato) nell’insieme molto bene (qualche abbinamento meglio riuscito qualche altro meno) anche la robustezza della cucina tradizionale toscana.
Del resto solo un “visionario” che in pochi anni ha scalato le vette dell’enologia mondiale servendo ben 140 paesi e vincendo oltre 280 premi poteva cogliere il guanto di sfida dei fratelli Gori.[:]

Dolceverde: confetture artigianali molto speciali

Dolceverde: confetture artigianali molto speciali

MP-21_webPiccole aziende crescono.  Nel mondo ampio dell’enogastronomia italiana e Toscana esistono piccoli gioielli, aziende coraggiose che in periodo di crisi aprono bottega puntando sulla qualità e su una diversa etica e filosofia.

Dopo decenni d’industrializzazione forzata, solo in tempi recenti si è capito che il tornare ai buoni usi antichi, anche in gastronomia era la scelta vincente.
Senza farsi abbagliare però dal crescente trend  – difficile da credere che all’improvviso tutti si siano convertiti al biologico che richiede anni e pazienza – come da nostra ventennale abitudine vi proponiamo solo certezze che vanno oltre questa parola oggi così usata, da microaziende che magari hanno alle spalle anche storie speciali e intendono il lavoro come passione.

In questa nostra ricerca abbiamo scoperto Dolceverde piccolo laboratorio di confetture e conserve dove un ormai ex architetto ha deciso che nella vita per lavorare ed essere felici servono, appunto, le passioni.
Solo frutta e verdura attentamente selezionata da produttori locali rispettandone rigorosamente la stagionalità per valorizzare il  territorio ed avere più rispetto della natura.

Tutto il processo di lavorazione viene curato in azienda: dalla scelta dei frutti, alle ricette, alla lavorazione, al confezionamento ed etichettatura.
Gli ingredienti? Solo frutta o verdura fresca, zucchero, spezie, erbe aromatiche e frutta secca. Banditi totalmente conservanti, gelificanti, additivi artificiali e glutine. Per le creme salate solo aceto e succo di limone utilizzati come acidificanti naturali.
Ricca la scelta fra confetture tipiche da colazione, confetture e composte da degustazione e creme salate per crostini o accompagnamento a bolliti di carne o pesce.

Per le confetture indice di assoluta qualità è il processo di lavorazione. La frutta viene concentrata sottovuoto al fine di estrarre l’acqua sotto forma di vapore a bassa temperatura e l’ebollizione del prodotto è fatta a bassa temperatura (circa 50°) per evitare la cristallizzazione delle parti zuccherine, l’ossidazione e la distruzione del vitaminico mantenendo inalterate le qualità organolettiche della frutta.
Non basta quindi riempirsi la bocca della parola biologico per offrire prodotti veri e naturali.
Da provare la confettura extra di pesche ala vaniglia, la  composta di peperoni e peperoncini piccanti, la confettura di zucca al cardamono, la confettura extra di pere noci e pepe, la composta di cipolle rosse, la confettura di melagrane e mele, la crema di zucchine alla menta e la  crema di peperoni gialli aall’origiano.
Da provare a Firenze da La bottega del cioccolato e del tè in Via Gioberti, 61 – Firenze