Dic 30, 2022 | Enogastronomia
Con Francesca Cinelli Colombini che ci ha lasciato la scora notte se ne va una protagonista assoluta del secolo scorso e una delle protagoniste che ha trasformato Montalcino da piccolo borgo agricolo a capitale mondiale del vino.
Per raccontarla ho scelto di farlo riprendendo le pagine del libro che ho scritto nel 2017 a quattro mani con la collega Roberta Capanni.
Una festa sull’aia, il sapore del pane appena sfornato. L’immagine di un fiasco di vino genuino, tanta allegria ma anche grandi incontri e successi. Parlare con Donna Francesca Colombini è come fare un salto nel tempo, in un’epoca diversa quando le persone non sentivano l’esigenza di contornarsi di tante cose, spesso inutili, un tempo a suo dire dove “si andava al sodo”.
La signora Francesca Colombini ha vissuto la trasformazione a cui sono andati incontro territori e aziende dalla fine della mezzadria ad oggi. Una donna che ha diretto un’azienda del vino in tempi in cui erano ben poche a farlo, una manager schietta come solo un’anima toscana può esserlo, che ha molto da raccontare.
Nata a Modena dove il padre era professore universitario, Francesca Colombini è arrivata a Montalcino a tre mesi, infatti, dice con quel suo modo diretto ricco di modi di dire: “So fare anche i tortellini! In casa nostra per Natale ci sono i tortellini fatti a mano e la galantina fatta come si deve. Io come cuoca non valgo molto ma mi piace mangiare bene e adoro le vecchie ricette”.
A 45 anni rimasta senza i genitori inizia a gestire l’azienda. Il padre l’aveva preparata questo e lei ha portato avanti la proprietà con impegno. Racconta: “Babbo aveva deciso così e mio marito era d’accordo, lui seguiva le sue attività, io le mie. Posso dire che mi sono divertita tanto, tanta è stata la fatica, ci sono stati momenti in cui ho dormito poco, ma la soddisfazione è stata grande. Ho fatto la mia parte, ho tirato avanti la “baracca”.
Nella famiglia Colombini le donne hanno sempre lavorato: “Durante la guerra era mia madre che si occupava dell’azienda, certo si consigliava con mio padre, ma lui doveva dirigere l’alimentazione della provincia di Siena e non aveva certo tempo per pensare alla fattoria”.
Per Donna Francesca il concetto di lavoro è sempre stato una cosa normale. “Anche da bambina – ricorda – mio padre mi spediva ad aiutare durante la trebbiatura!” Forte, legata alla sua terra, preparata e centrata, qualità che l’hanno portata a sentirsi sempre a suo agio in qualsiasi situazione e con chiunque, da chi faceva i lavori della campagna ai più grandi personaggi del panorama culturale italiano che frequentavano la casa.
La Signora del Brunello ha poi permesso ai figli di continuare l’attività familiare senza mai imporre niente. Hanno fatto i loro studi secondo l’attitudine, Donatella amante della storia e Stefano dedicandosi allo studio della legge, fino a quando non hanno sentito la necessità di entrare nel mondo del Brunello e di tutte le altre attività familiari. “Sono convinta – riprende Donna Francesca – che i figli debbano subentrare ai genitori in tempo utile. Perché un conto è guidare l’automobile e un altro e stare di fianco all’autista. Io sono contrarissima a coloro che lasciano solo alla fine o come si dice a Siena “a tombe piene”. Bisogna rendersi conto che per mantenere al meglio un’azienda di certe dimensioni ci vuole forza fisica e mentale. Se poi i figli non sono capaci, sarà un problema loro. Avranno comunque imparato qualcosa”.
Chiara, chiarissima, diretta la Signora del Brunello. Si deve a donne come lei se oggi la presenza femminile nel mondo del vino è in costante crescita. “I tempi sono cambiati e oggi sono tante le donne che lavorano in questo settore, io ricordo che nel primo wine experience a New York su dodici produttori italiani ero la sola donna manager presente”.
E dalla sua posizione ha continuato a portare il Brunello, il vino che ha fatto conoscere Montalcino in tutto il mondo, alle più alte vette.
Alla base di tutto ciò c’è il suo senso di dovere e l’amore per il prodotto che vive di vita propria e dipende da tanti fattori: “il Brunello è un vino che nasce in un territorio a grandissima vocazione – ci ricorda Francesca Colombini – ma quello che lo rende speciale è anche la dimensione umana in cui viene allevato ancora oggi. Il rapporto fra l’uva e la terra e la sensibilità fanno la differenza.”
I tempi cambiano, cambiano le abitudini e con queste il modo di bere il vino: “il vino si è evoluto come si è evoluta la società – dice Francesca – oggi si sente dire spesso che i bambini sono più intelligenti, non è vero, sono le conoscenze che sono cresciute. Prima si insegnavano meno cose e in tempi diversi oggi si precorrono i tempi, prima si beveva in modo semplice anche nelle case dei signori oggi tutti ricercano, s’informano e vogliono sapere di più sul vino. E’ la stessa cosa”.
Il mondo cambia. Le grandi donne restano.
Arrivederci Donna Francesca
Lug 20, 2018 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Livorno
redazione – Un progetto di investimento vitivinicolo e per una nuova cantina del valore di circa 15 milioni di euro riqualificando l’ex cava di arenaria di Cariola, dismessa da oltre trenta anni, nel comune di Castagneto Carducci in provincia di Livorno.
E’ questo l’oggetto del protocollo d’intesa che Regione Toscana, Comune e Società agricola Dievole Spa hanno firmato a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.
Sono intervenuti il presidente della Regione Enrico Rossi, l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, il sindaco Sandra Scarpellini e il general manager di Dievole spa Stefano Capurso. Alla cerimonia ha partecipato anche l’ingegner Alejandro Bulgheroni, imprenditore argentino e principale azionista del gruppo.
“A questo progetto la Regione ha dato il proprio assenso – ha spiegato Rossi – perché permette di coniugare la realizzazione di un investimento rilevante con il recupero di un’area dismessa e degradata. L’azienda in questione è molto attiva anche in altre aree della Toscana e rappresenta uno dei più importanti gruppi vitivinicoli a livello mondiale”.
“La Regione – ha proseguito – grazie alla struttura Invest in Tuscany assiste gli investitori, sia nella fase di promozione che di insediamento, con un servizio dedicato proprio per favorire nuovi investimenti o l’espansione di imprese esistenti, anche attraverso l’attivazione di forme di partnership tra imprese multinazionali, grandi imprese e il tessuto delle Pmi”. “Per noi – ha concluso – è fondamentale affiancare le imprese del settore vitivinicolo, uno dei punti di forza dell’agricoltura toscana, su cui è necessario continuare ad investire con logiche di filiera coniugando valori, modernità e rispetto del paesaggio”.
L’ufficio, che trova casa presso la presidenza della Regione, è stato costituito nel 2010 ed ulteriormente rafforzato nel 2016. Una ricetta in fondo semplice ma efficace, per dare risposte veloci, risolvere problemi e diventare punto di riferimento credidibile a disposizione di chi già in Toscana c’è e vuole crescere e di chi in Toscana vuole venire, atiutando gli uni e gli altri a “farsi strada nella ragnatela a volte complicata della burocrazia”. Con ottimi risultati, visto che la Toscana tra il 2012 e il 2016 è stata la terza regione in Italia per investimenti diretti esteri.
La nuova cantina di Castangeto, progettata dallo studio Tori, sarà realizzata in un’area di 5.000 metri quadri all’interno dell’ex cava di Cariola, all’interno della Tenuta Le Colonne, proprietà della Dievole Spa, e sarà funzionale ad entrambe le tenute di Bolgheri, Tenuta Meraviglia (altra proprietà dell’azienda) e Tenuta Le Colonne, con un progetto edilizio, ambientale, produttivo fortemente rivolto al rispetto e alla sostenibilità dei valori ambientali e paesaggistici del contesto locale.
Dal punto di vista paesaggistico la cava rappresenta la localizzazione meno invasiva tra quelle possibili, anche grazie ad un approccio progettuale che si integra profondamente con il contesto naturale.
La struttura si svilupperà su tre livelli degradanti, con un tetto verde panoramico, i profumi della macchia mediterranea e uno scorcio sul mare. Nella parte più alta troveranno posto gli uffici, più sotto il piano di carico delle uve e in fondo l’ambiente dove i vini matureranno in botte.
“Tini di cemento, com’è nella nostra tradizione – sottolinea l’amministratore dell’azienda – ed agricoltura rigorosamente biologica”. Sarà lasciata intatta la corona della vecchia cava e la parete di roccia, che avrà un effetto positivo anche sul microclima interno. “Sarà un restauro d’autore, che ricuce una vecchia ferita lasciandone comunque visibile il segno” spiega l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo, che sottolinea il percorso di riqualificazione che l’intervento avvierà e la collaborazione dimostrata dell’azienda.
Sono già venticinque le cantine d’autore e di design in Toscana, griffate o che si distinguono per la loro linea e lo spirito culturale che le anime: quella delle Colonne potrebbe essere la ventiseiesima.
“Ed è la dimostrazione – chiosa il presidente Rossi . che il piano del paesaggio toscano non ostacola sviluppo e interventi: costringe semmai ad alzare la qualità progettuale, ma offre anche riferimenti sicuri la cui interpretazione non può più essere arbitraria”.
Con la cantina nella vecchia cava Cariola saranno recuperati anche tre vecchi fabbricati storici, destinati ad ospitare un centro aziendale, un wineshop con foresteria per dipendenti (già in restauro) e una struttura di accoglienza di alto profilo. In azienda, che nel 2016 ha raccolto le uve delle prime vigne, oggi lavorano sei dipendenti. A regime tra quattro anni, spiega l’amministratore Capurso, i lavoratori assunti potranno diventare, tra parte agricola e struttura di accoglienza, tra i quindici e i venti, oltre all’indotto.
Gli ambiti di collaborazione del progetto d’investimento, che saranno rafforzati grazie al protocollo d’intesa, saranno quelli relativi alla formazione del personale, all’alternanza scuola-lavoro, all’accesso ad eventuali strumenti di incentivazione regionale, alla comunicazione e al marketing e alla localizzazione in Toscana di potenziali partner. Regione e Comune stanno inoltre portando avanti i procedimenti urbanistici ed autorizzativi necessari e conformi alla normativa vigente.
Dievole SpA fa parte del gruppo ABFV Italia, uno dei più importanti gruppi vitivinicoli a livello mondiale che in Toscana è arrivata nel 2013 e grazie ad acquisizioni ed investimenti per complessivi 119 milioni di euro detiene e controlla importanti aziende vinicole per 330 ettari che si trovano nei comprensori delle principali denominazioni della regione, dal Brunello al Chianti Classico fino a Bolgheri appunto.
“La nostra presenza in Toscana è ormai consolidata da alcuni anni – ha spiegato l’ingegner Bulgheroni – e gli investimenti effettuati sino ad ora sono sempre stati mirati al raggiungimento di una qualità di eccellenza nel rispetto dell’ambiente e nella valorizzazione territoriale. Il nostro progetto di Bolgheri vuole proseguire nella stessa direzione, grati della grande collaborazione dimostrata dalle istituzioni che ci hanno permesso di coniugare le esigenze produttive alla necessità di presentare un progetto a bassissimo impatto ambientale. Siamo certi – ha concluso – che possa essere, una volta realizzato, un polo di attrazione di appassionati e consumatori di cui possa beneficiare l’intera denominazione”.
“È per noi motivo di grande soddisfazione la firma di questo protocollo – ha sottolineato il sindaco, Sandra Scarpellini -. Quando istituzioni e imprenditori di valore lavorano insieme in modo lungimirante e corretto si possono ottenere grandi risultati per la collettività. La cantina nella cava di Bulgheroni darà ulteriore lustro e incentivi all’economia di Castagneto Carducci e Bolgheri e dunque alla Toscana. Il percorso sarà complesso, ma entusiasmante e ognuno di noi farà la sua parte. Da sindaco ringrazio Regione Toscana e Dievole per aver creduto in tutto ciò”.
Feb 18, 2014 | Chianti Classico, Crete Senesi, Enogastronomia, Firenze, San Gimignano, Shopping, Val d'Orcia | Val di Chiana
di Nadia Fondelli – Anche quest’anno il febbraio toscano è tempo di Anteprime dei vini. Pubblichiamo quindi un breve sunto di quelle che sono le principali anteprime vinicole toscane ancora increduli dall’inopportuna contemporaneità di più eventi.
Giorni pienissimi d’impegni per gli operatori del nettare di Bacco soprattutto il 16 e 17 febbraio quando, in contemporanea, ben tre grandi eventi si sfideranno.
Impossibile infatti per gli operatori, se non hanno il dono dell’ubicuità, essere contemporaneamente a Firenze, San Gimignano e Montepulciano.
Sono forse lontani i giorni della promessa pace fra le grandi denominazioni toscane quando si paventava un’unica grande anteprima?
Decisamente sì, ahimè, e non è un bene per nessuno.
Apre le danze Buy Wine 2014 il 16 e 17 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze è evento dedicato alle piccole denominazioni emergenti, una sorta di Anteprima delle “piccole grandi firme” di Toscana. Circa 280 produttori con le loro annate al servizio dei soli operatori del settore.
In contemporanea, sempre il 16 e 17 febbraio a Montepulciano si svolgerà l’Anteprima del Vino Nobile presso la Fortezza di Montepulciano. Ospiti d’onore il Vino Nobile di Montepulciano 2011, la Riserva 2010 ed il Rosso di Montepulciano 2012.
Sempre il 16 e 17 febbraio fra le torri di San Gimignano si terrà l’Anteprima della Vernaccia con la Vernaccia di San Gimignano 2013 e la Riserva 2012.
Il 19 febbraio tutti insieme alla Stazione Leopolda di Firenze che ancora prima di Matteo Renzi era celebre per quella che è ormai un classico… La Classico Collection 2014 con campioni di botte del 2013, anteprime 2012 e riserve 2011. Oltre 140 produttori e anche l’opportunità di degustare gli oli extra vergine di oliva Dop Chianti Classico.
Alcuni giorni di pausa e poi, il 23 e 24 febbraio tutti a Montalcino per Benvenuto Brunello dove sarà presentato il Brunello 2009, la Riserva 2008 e Il Rosso di Montalcino 2012.
by Nadia Fondelli – Also this year, February is the time to previews Tuscan wines. Then publish a brief summary of what are the main previews Tuscan wine still in disbelief dall’inopportuna more contemporary events.
Days fullest commitments for operators in the nectar of Bacchus especially on 16 and 17 February when , at the same time , three major events will compete .
In fact impossible for operators, at the same time stayed in Florence , San Gimignano and Montepulciano.
Are they gone are the days of promise peace among the great names in Tuscany when he feared a single large preview ?
Definitely yes , alas, and it is not good for anyone .
Opens the events Buy Wine on 16 and 17 February 2014 at the Fortezza da Basso in Florence is an event dedicated to small denominations emerging , a kind of preview of the “little big names ” of Tuscany . Approximately 280 producers with their years of service to professionals only .
At the same time , always on 16 and 17 February in Montepulciano will take place the preview at the Fortezza del Vino Nobile di Montepulciano. Guests of honor at the Vino Nobile di Montepulciano 2011 Riserva 2010 and Rosso di Montepulciano 2012.
Also on 16 and 17 February between the towers of San Gimignano Vernaccia Preview will be held with the Vernaccia di San Gimignano Riserva 2013 and the 2012.
On February 19, all together at the Stazione Leopolda in Florence , Matteo Renzi, who even before he was famous for what is now a classic … The Classic Collection 2014 barrel samples of 2013 , 2012 and previews reserves 2011. Over 140 producers and also the opportunity to taste the extra virgin olive oil DOP Chianti Classico.
A few days off and then on 23 and 24 February for all Benvenuto Brunello in Montalcino where will be presented the Brunello 2009, the Riserva 2008 and Rosso di Montalcino 2012.
Feb 20, 2013 | Chianti Classico, Crete Senesi, Firenze, Siena, Val d'Orcia | Val di Chiana
di Stefania Pianigiani – Febbraio in Toscana sta ad Anteprime del vino come Sanremo sta al Festival della canzone in Liguria.
Un lungo tour per enoici, appassionati, operatori di settore, produttori e giornalisti attraverso le DOCG senesi e fiorentine per un intera lunga settimana.
La Vernaccia di San Gimignano, quest’anno ha fatto un bel colpo, invitando i vignaioli sloveni della Ribolla, e dando vita a una degustazione comparata nella bellissima sala Dante, ricca di profumi e di sfumature tra i due vini bianchi.
Il Chianti Classico non sta certo a guardare e si è presentato alla Stazione Leopolda di Firenze con il nuovo presidente Zingarelli, il nuovo marchio del Gallo Nero e la nuova denominazione per il vino, la “Gran Selezione” che va ad affiancarsi alla “Riserva” e alla denominazione “Annata”.
Montepulciano e la sua Fortezza hanno già dato le nuove impressioni del Nobile, nell’attesa delle batterie di giovedì 21, che si contenderanno tannini e colori.
E dalla città di Poliziano, il valzer del vino arriva a Montalcino, dove Benvenuto Brunello, terrà compagnia agli enoappassionati italiani e stranieri per ben quattro giornate compagnia da venerdì 22 a lunedì 25 febbraio .
Tra le novità di quest’anno, l’Anteprima del Chianti Colli Senesi, in programma domenica 24 febbraio alla Certosa di Pontignano, alle porte di Siena, un modo per scoprire quei produttori che con il Chianti vero, hanno molte cose in comune.
by Stefania Pianigiani – February in Tuscany is to Previews of wine as is the Sanremo Song Festival in Liguria.
A long tour for oenological, fans, field operators, producers and journalists through the DOCG Sienese and Florentine for a whole week long.
Vernaccia di San Gimignano, this year has been a big hit, inviting the Slovenian winemakers Ribolla, and giving birth to a comparative tasting in the beautiful dining Dante, rich aromas and nuances between the two white wines.
The Chianti Classico is not there to watch and presented at the Stazione Leopolda in Florence with the new president Zingarelli, the new brand of the Gallo Nero and the new name for the wine, “Great Selection” which complements the “reserve” and the name “Vintage”.
Montepulciano and its fortress have already given the new impressions of the Noble, waiting for the batteries on Thursday, 21, who will compete tannins and color.
And the city of Poliziano, the waltz wine arrive in Montalcino, where Benvenuto Brunello, Italian wine enthusiasts to keep you company and foreign company for four days from Friday 22 to Monday, February 25.
Among the novelties of this year, the Preview Chianti Colli Senesi, scheduled for Sunday, February 24 at the Certosa di Pontignano, near Siena, a way to find those producers with Chianti true, they have many things in common.
Giu 1, 2012 | Chianti Classico, Shopping
In principio c’erano i formaggi e i salumi, poi la longa manus della contraffazione alimentare ha allungato i suoi tentacoli su altri prodotti dell’eccellenza made in Tuscany, dall’olio fino al vino, dal latte alla pasta (e il pomodoro per condirla) fino alle verdure. Secondo un’indagine di Coldiretti, quasi la metà dei nostri prodotti da tavola, anche se sull’etichetta “batte” ufficialmente bandiera tricolore, proviene in realtà dall’estero oppure viene lavorata con materie prime provenienti da oltre confine.
In questo modo, il nostro Paese – e soprattutto la Toscana, che vanta un alto numero di Dop (Denominazioni di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) – inonda i mercati mondiali di prodotti “taroccati”. Un giro d’affari da svariati miliardi, che taglia le gambe alle imprese nostrane che scelgono di operare nel rispetto delle regole.
Tra i prodotti più taroccati, in Toscana spiccano i casi del Brunello di Montalcino, del lardo di Colonnata o dell’olio spacciato per extra-vergine.
Ecco perchè consorzi e associazioni di categoria hanno pensato di passare al contrattacco, mettendo su autentiche squadre di 007 anti-tarocchi. E’ il caso di Coldiretti o dei diversi consorzi di tutela dei prodotti, che hanno affidato questo compito di verifica a analisi agli “agenti vigilatori”, figure professionali che operano in stretto contatto con le forze dell’ordine: basti pensare che la qualifica di agenti di pubblica sicurezza viene rilasciato dalla locale prefettura.
In genere si tratta di laureati in Scienze agrarie o agronomi, con particolari competenze (in primis il potere sanzionatorio) e in grado di verificare se ciò che viene presentato come “made in Tuscany” lo è davvero.
Una di questi 007 è Fiammetta Nizzi Grifi, che lavora per il consorzio dell’olio extra-vergine d’oliva Chianti Classico: “Mi occupo di controlli su prodotti confezionati – racconta – e intervengo direttamente alla vendita, sugli scaffali, per verificare la rispondenza tra la qualità effettiva di un olio e il contenuto dell’etichetta. Acquisto le bottiglie come un normale consumatore ed eseguo una serie di verifiche sulla tracciabilità, attraverso le informazioni presenti nella fascetta numerata presente sulle etichette per capire se il contenuto della bottiglia corrisponde a quanto effettivamente riportato in etichetta. Un altro aspetto del mio lavoro – aggiunge Nizzi Grifi, che opera sia in Italia che all’estero – consiste nell’andare a rintracciare sul mercato prodotti che richiamano alla mente una determinata denominazione senza che le materie prime siano state coltivate dai soci del consorzio, oppure olio che non sia stato imbottigliato nei luoghi appositi. Si tratta di prodotti che agli occhi del consumatore distratto possono facilmente essere confusi per altri sottoposti invece a tutela”. In genere, sui controlli effettuati – specie nei luoghi nevralgici dell’import alimentare, come frontiere o porti – si registra circa un 10% di prodotti che mostra lacune su almeno uno degli aspetti evidenziati.
E se qualche tempo fa al Brennero e al Frejus sono stati scoperte quasi 15mila cosce di maiale provenienti da Olanda, Danimarca e Germania e destinate a diventare prosciutti italiani, proprio il consorzio del prosciutto toscano Dop – il primo a dotarsi di un agente vigilatore – è attivo con un proprio 007, Walter Giorgi, per garantire il massimo della tutela. “Possiamo agire in fase di commercializzazione – conferma Giorgi – per verificare ciò che avviene prima della vendita: controlliamo il cartellino, la marchiatura a fuoco e tutto ciò che un prosciutto deve avere per essere in regola. Compriamo anche prodotti similari da un punto di vista del nome, e quando riscontriamo irregolarità emettiamo verbali e multe che poi vengono riscosse dal ministero. L’ultima frontiera? Le vendite di prosciutto online: in questi casi inviamo segnalazioni ai venditori avvisandoli che quei prodotti non hanno i requisiti e potrebbero incorrere in sanzioni”.
Marco Gemelli
In the beginning, there were cheeses and cured meats, then the long hand of food falsification extended its tentacles to other prestigious, Tuscan made products including oil, wine, milk, pasta (and the tomatoes with which it’s served) and vegetables. According to a survey by Coldiretti, almost half of our food products actually comes from abroad or is processed with ingredients from outside Italy, although the Italian flag is officially shown on the label.
Our country – and Tuscany in particular, which boasts a high number of PDOs (Protected Designation of Origin) and PGIs (Protected Geographical Indication) – floods the world markets with “pimped” products. It’s a business worth many billions, which brings to their knees our companies that choose to work according to the regulations.
In Tuscany, Brunello di Montalcino, Lardo di Colonnata and oil made out to be extra-virgin are some of the products that are pimped the most.
That’s why consortia and trade associations decided to go on the counter-attack, setting up real anti-pimping spy teams. This is the case of Coldiretti and the various product protection consortia, which have entrusted this check to the analysis of supervisory agents, professional figures who work in close contact with the forces of order. Just consider that the qualification of the public safety agents is issued by the local prefecture.
They are usually graduates in Farm Sciences or agronomists with special competencies (the power to issue fines first and foremost) and capable of checking whether products claiming to have been made in Tuscany are just that.
Fiammetta Nizzi Grifi is one of these spies. She works for the Chianti Classico extra-virgin olive oil consortium. “I check packaged products and intervene directly in sales and on the shelves to check the correspondence between the effective quality of oil and the contents on the label. I buy a bottle like a normal consumer and carry out a series of traceability checks using the information on the numbered band on the label to understand whether the contents in the bottle correspond to what is actually stated on the label.” Fiammetta Nizzi Grifi works in Italy and abroad. She adds, “Another aspect of my work consists in tracing products on the market that bring a certain designation to mind, but whose ingredients were not grown by the members of the consortium or oil that wasn’t bottled in the designated places. These are products that can easily be mistaken for others subject to protection in the eyes of the distracted consumer.” About 10% of products that fall short of at least one of the highlighted aspects are generally seen during the checks, especially in the nerve centres of food import, like frontiers and ports.
If almost 15,000 pork shoulders were discovered some time ago in Brenner and Frejus that had come from Holland, Denmark and Germany and which were destined to become Italian hams, it was down to the PDO Tuscan ham consortium – the first to employ a supervisory agent – and its own spy, Walter Giorgi, who guarantees the utmost protection. “We can act during the marketing stage,” confirms Giorgi, “to check what happens before the sale. We check the labelling, branding and everything that a ham must have to be within the norm. We also buy similar products from the point of view of the name and when we discover irregularities, we issue reports and fine that are paid to the ministry. What’s the last frontier? The sale of hams online. In that case, we send notices to retailers, warning them that those products do not have the requisites and they might have to pay a fine.”
Marco Gemelli