Giu 21, 2024 | Protagonisti
Spiagge indimenticabili, acque cristalline, escursioni, passeggiate, luoghi d’arte che meritano una visita speciale, eccellenze enogastronomiche, curiosità.
Al centro la gestione sostenibile del territorio indispensabile per un’offerta turistica di qualità.
Da oltre vent’anni “Il mare più bello”, la Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano, stimola e orienta le villeggiature di quanti preferiscono scegliere la propria meta estiva all’insegna della responsabilità e della qualità ambientale, offrendo al lettore un quadro su quanto di buono fanno le amministrazioni locali costiere lungo la nostra penisola per essere all’altezza delle sfide imposte dalla crisi climatica. Tante pratiche concrete per la tutela delle nostre belle e amate coste, premiate nella Guida con il vessillo delle Vele.
21 località marine e 12 lacustri premiate
Il mare più bello passa in rassegna oltre 300 comuni costieri italiani, con una sezione dedicata anche ai laghi più belli, premiando con il massimo riconoscimento, le Cinque Vele, i comuni che hanno saputo coniugare al meglio la qualità dei servizi offerti al turista con scelte coraggiose e innovative nel segno della sostenibilità ambientale.
Sono state valutate le caratteristiche ambientali e la qualità dell’ospitalità. I parametri sono uso del suolo, degrado del paesaggio, biodiversità, attività turistiche; stato delle aree costiere; mobilità; acqua e depurazione; energia; rifiuti; iniziative per la sostenibilità; sicurezza alimentare e produzioni tipiche di qualità; mare, spiagge e oltre; struttura sociale e sanitaria.
Novità di questa edizione il riconoscimento ai comuni amici delle tartarughe marine segnalati all’interno della guida con il simbolo della tartaruga: 33 quelli che potranno esporre la bandiera di amici delle tartarughe.
Premiate 21 località turistiche marine e 12 lacustri.
Pollica
Le top five mare e lago
Regina dell’estate del mare, la cilentana Pollica (Salerno), seguita da Nardò (Lecce), nel Salento e Baunei (Nuoro) sulla costa orientale sarda.
Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna, e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana.
Per quanto riguarda i laghi, regine restano le province autonome di Trentino e Alto Adige, al primo e al secondo posto con Molveno (Trento) sul lago omonimo ed Appiano sulla Strada del Vino (Bolzano), sul lago di Monticolo. Terzo posto per Massa Marittima (Grosseto), località maremmana sul Lago dell’Accesa, in Toscana.
Al quarto posto troviamo Sospirolo (Belluno) sul lago del Mis in Veneto, e al quinto Avigliana sul lago omonimo in Piemonte
Molveno
Gli amici delle tartarughe
La novità delle Vele di quest’anno sono i 33 comuni amici delle tartarughe marine, segnalati con l’apposito simbolo “la tartaruga”.
Si tratta di quelle amministrazioni che, attraverso un apposito protocollo d’intesa, si sono impegnate a adottare una serie di misure per rendere le spiagge accoglienti anche per le tartarughe che depongono le uova
Baunei
Fra le regioni trionfa la Sardegna
La competizione fra le regioni è vinta con distacco dalla Sardegna con sette località marine a Cinque Vele, mentre Trentino e Alto Adige vincono la classifica per le località lacustri con quattro comuni fra i primi 12 classificati.
Accanto a Baunei (Nuoro) e a Domus de Maria (Sud Sardegna) ci sono Cabras (Oristano), Santa Teresa di Gallura (Sassari), San Teodoro (Sassari) Posada (Nuoro), Bosa (Oristano).
Segue la Toscana che, oltre a Castiglione della Pescaia (Grosseto), piazza i comuni di Capraia Isola (Livorno), Isola del Giglio (Grosseto), Capalbio (Grosseto) e Marina di Grosseto (Grosseto).
Terza è la Campania, con 4 comuni tutti nel Cilento salernitano. Alla prima classificata Pollica si affiancano San Giovanni a Piro, Castellabate (famoso per il film ‘Benvenuti al Sud’) e San Mauro Cilento.
Per quanto riguarda i laghi, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione con più località premiate, seguito a pari merito da Piemonte e Lombardia.
Sicilia fuori dalla classifica
Fa notizia l’esclusione della Sicilia, per il primo anno, dalla classifica delle Cinque Vele.
Pantelleria nel Trapanese, passa da 5 a 3 a causa di una serie di interventi turistici discutibili e di un eccesso di consumo di suolo. Santa Marina Salina (Messina) sull’isola di Salina perde una vela – passando da cinque e 4 vessilli – per aver fatto registrare un arretramento, sia pur lieve, dei valori generali.
Set 4, 2012 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Maremma, Shopping
In una terra di gole rosse e possenti come la Toscana, l’ansonica rappresenta una delle voci bianche che con sempre maggiori ascolti sanno cantare fuori dal coro, svincolando la Maremma del vino dal suo interprete più celebrato, il Morellino.
Siamo lungo il tratto del grossetano che guarda verso il Monte Argentario, territorio ideale per quest’uva conosciuta ed apprezzata fin dall’antichità dove tener fede alla sua innata vocazione costiera.
L’ansonica si lega infatti per storia e caratteristiche alle zone di mare, con una simpatia tutta particolare per le isole: Isola d’Elba, Isola del Giglio, Sardegna e soprattutto Sicilia, dov’è conosciuta come inzolia, protagonista fra le più rappresentative della viticoltura locale.
Una tradizione che lungo la costa dell’Argentario è portata avanti con incoraggianti risultati da un numero crescente di piccoli produttori.
Vera chicca è quella offerta dell’Isola del Giglio, uno delle più colorite espressioni di quella viticoltura cosiddetta eroica che vede l’uomo impegnato a strappare a Madre Natura lembi di terra coltivabili.
I filari di ansonaco, come viene localmente chiamata l’uva, sorgono su piccoli terrazzamenti a picco sul mare ancora puntellati di curiose costruzioni in muratura, i palmenti, realizzate dagli abitanti dell’isola fra il XVI ed il XVII e destinate alla pigiatura delle uve, che per problemi di trasporto avveniva direttamente sul campo.
Oltre a Giglio e Argentario la produzione interessa anche parte dei territori di Capalbio, Manciano e Orbetello.
Del 1995 è il disciplinare che, riconoscendo storia e tipicità di vino e vitigno, ha istituito la Doc “Ansonica Costa dell’Argentario”, imponendo in produzione l’utilizzo di uve Ansonica in misura non inferiore all’85%.
In tavola l’abbinamento resta legato alla tradizione costiera di quest’angolo di Maremma: vino fresco e dagli aromi delicati che ricordano fiori e agrumi, di corpo leggero, ben accompagna il pesce a tutto pasto, evitando però preparazioni troppo elaborate.
Più strutturata la versione prodotta sul Giglio, dove il clima caldo e soleggiato porta nel bicchiere vini dal corpo più robusto, con gradazione alcolica anche piuttosto sostenuta.
“Fior d’Ansonica” Ansonica Costa dell’Argentario Doc
Cantina Capalbio (Capalbio, GR)
Vino Ansonaco Isola del Giglio
Azienda agricola Altura (Isola del Giglio, GR)
Marco Ghelfi
In a land of mighty red gorges, like Tuscany the ansonica is one of the whites that, with increasing attention, knows how to stand on its own two feet, releasing the Maremma of its most celebrated star in the field of wine, the Morellino.
We are heading along the section of the road for Grosseto that looks towards Monte Argentario, the perfect land for this well-known grape that has been enjoyed since antiquity where it keeps faith in its innate coastal vocation.
The ansonica is in fact linked to seaside areas by its history and properties, with a special liking for the islands: Elba Island, Giglio Island, Sardinia and, especially, Sicily, where it’s known as inzolia, one of the most typical stars of the local wine-making culture.
It is a tradition that is promoted with encouraging results by a growing number of small-scale producers along the Argentario coast.
The real gem is offered by Giglio Island, one of the most colourful expressions of the so-called heroic vineyard cultivation, which sees man hard at work to rob Mother Nature of strips of land that can be cultivated.
The rows of ansonaco, as the grape is called locally, stand on small terraces with a sheer drop down to the sea, still dotted with curious stone wall buildings, the palmenti, built by the islanders between the sixteenth and seventeenth century and intended for grape pressing, which took place on site due to transport problems.
In addition to Giglio and the Argentario, production also involves part of the Capalbio, Manciano and Orbetello areas.
There has been a guideline in place since 1995, which, having recognised the history and uniqueness of the wine and vine, established the DOC Ansonica Costa dell’Argentario, enforcing the use of no less than 80% of Ansonica grapes in production.
It goes wonderfully with the coastal tradition of this corner of the Maremma; a crisp wine with delicate aromas that recall flowers and citrus fruit, with a light body, it is perfect with fish throughout the meal. However, elaborate recipes are best avoided. The version produced on Giglio is more structured, given the hot, sunny climate, providing us with more robust wines with a higher alcohol content.
“Fior d’Ansonica” Ansonica Costa dell’Argentario Doc
Cantina Capalbio (Capalbio, GR)
Vino Ansonaco Isola del Giglio
Azienda agricola Altura (Giglio Island, GR)
Marco Ghelfi