Gen 22, 2025 | Enogastronomia
Uno degli aspetti più piacevoli di una vacanza a Mauritius è la sensazione di armonica convivenza tra culture, fedi e tradizioni diverse: l’isola è stata approdo, nel corso dei secoli, di popolazioni dalle origini più svariate, che vi si sono stabilite e hanno avuto la rara capacità di creare un piacevolissimo ambiente di pace e unione, traendo il meglio dalle proprie differenze. La comunità cinese (che rappresenta circa il 3% della popolazione) anche qui mantiene le proprie tradizioni originarie, incluse le festività di inizio anno.

A Port Louis, la capitale e il centro economico dell’isola, c’è un intero quartiere abitato dalla comunità cinese a partire dagli anni ‘40: situato vicino al mercato centrale, nei pressi di Royal Road e Caudan Waterfront fu fondato come Chinatown ed è una delle più antiche “Chinatown” in Africa. I Sino-Mauriziani, cittadini mauriziani di origine cinese, rappresentano una delle comunità più affascinanti e culturalmente ricche della nostra isola. Una visita a Chinatown offre l’opportunità di immergersi nelle loro antiche tradizioni e di ammirare la splendida architettura che racconta storie di integrazione e identità.
Il quartiere stesso è una festa sensoriale di panorami, profumi e suoni. Esplorando le viuzze si possono scoprire negozi e ristoranti tramandati di generazione in generazione. Biscotti, torte cinesi e dim sum fumanti: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Chinatown è anche nota per la sua street art. Ci si può imbattere in un panda che sfonda il muro su Emmanuel Anquetil Street o nella straordinaria street art Manga su Venpin Street.
E, naturalmente, non mancano i festeggiamenti per il tradizionale Capodanno cinese, che ricorre quest’anno il 29 gennaio.
Chi fosse invece rimasto incuriosito ma non farà in tempo a partire, potrebbe ipotizzare di visitare l’isola a maggio, quando ricorre l’annuale Chinatown Food & Culture Festival a Port Louis.
Gli spunti non mancano, basta scegliere e prenotare, per scoprire come tutto il mondo possa trovare una splendida occasione per festeggiare il nuovo anno sotto il segno del Serpente di Legno, immergendosi nella magia di questa meravigliosa isola dell’Oceano Indiano!
Gen 21, 2017 | Enogastronomia, Firenze
[:it]
di redazione – Il Capodanno cinese si festeggia al Fulin, il ristorante cinese che a Firenze si è fatto carico di promuovere la cultura più alta che muove il popolo cinese.
Il 27 gennaio cade il “capodanno cinese” ovvero il capodanno lunare o Festa di primavera. L’evento è una delle più importati festività del calendario cinese e celebra l’inizio del nuovo anno.
La festività, legata ad antiche leggende, viene ricordata con canti, strepitii, fuochi d’artificio e con l’uso preponderante del colore rosso.
La narrazione recita che in epoche remote in Cina un mostro chiamato Nian (年) ogni 12 mesi usciva dalla sua tana per saziarsi con esseri umani. Il mostro però era molto sensibile ai rumori forti ed era terrorizzato dal colore rosso. Ancora oggi una maschera di leone, rappresentante il mostro, sfila per le strade delle città della Cina durante la festa.
Per festeggiare il nuovo anno cinese il Fulin preparerà un menù speciale nel rispetto della tradizione come sempre con le migliori materie prime e regalerà ai suoi clienti un intrattenimento sempre volto alla conoscenza e alla condivisione culturale.
L’interpretazione di uno dei personaggi più importanti all’interno dell’opera di Pechino: qīngyī 青衣青衣 , donna modesta e gentile, che canta con un tono alto e indossa abiti semplici ma raffinati che offrirà un piccolo spaccato della cultura cinese.
L’Opera Cinese, nata nel XVIII secolo, è tra le forme teatrali più conosciute al mondo per la ricchezza dei costumi, delle scenografie per l’accostamento di musica, dramma, pantomima, danza e canto.
Movimenti delicati, eleganti ma anche estremamente difficoltosi che richiedono una grande preparazione agli attori che salgono sulla scena. Una forma d’arte che fa parte di quel patrimonio culturale della Cina spesso poco conosciuto in Italia ma che “racconta” un intero popolo. L’Opera di Pechino, infatti, conta oltre 1400 opere su storia e folklore e anche sulla vita e la storia contemporanea.
Fulin, luxury chinese experience, nasce dalla volontà di due giovani ristoratori cinesi di terza generazione come Francesco e Stefano Dai, già con lunghe esperienze nella ristorazione cinese a Prato, e l’incontro con il fotografo di moda Gianni Ugolini.
Proprietario del bell’immobile di via Gianpaolo Orsini ben posizionato tra il vicino centro cittadino e la parte sud della città, Ugolini, ha portato nel Fulin tutta la sua arte, quella che oggi si ritrova non solo nell’arredamento elegante fatto di oggetti cinesi di grande manifattura ma anche nell’offerta culturale. Un grande popolo che possiamo iniziare a conoscere al Fulin attraverso i migliori piatti della cucina pechinese ma anche nelle occasioni d’arte che accompagnano gli eventi del Fulin.[:en]
di redazione – Il Capodanno cinese si festeggia al Fulin, il ristorante cinese che a Firenze si è fatto carico di promuovere la cultura più alta che muove il popolo cinese.
Il 27 gennaio cade il “capodanno cinese” ovvero il capodanno lunare o Festa di primavera. L’evento è una delle più importati festività del calendario cinese e celebra l’inizio del nuovo anno.
La festività, legata ad antiche leggende, viene ricordata con canti, strepitii, fuochi d’artificio e con l’uso preponderante del colore rosso.
La narrazione recita che in epoche remote in Cina un mostro chiamato Nian (年) ogni 12 mesi usciva dalla sua tana per saziarsi con esseri umani. Il mostro però era molto sensibile ai rumori forti ed era terrorizzato dal colore rosso. Ancora oggi una maschera di leone, rappresentante il mostro, sfila per le strade delle città della Cina durante la festa.
Per festeggiare il nuovo anno cinese il Fulin preparerà un menù speciale nel rispetto della tradizione come sempre con le migliori materie prime e regalerà ai suoi clienti un intrattenimento sempre volto alla conoscenza e alla condivisione culturale.
L’interpretazione di uno dei personaggi più importanti all’interno dell’opera di Pechino: qīngyī 青衣青衣 , donna modesta e gentile, che canta con un tono alto e indossa abiti semplici ma raffinati che offrirà un piccolo spaccato della cultura cinese.
L’Opera Cinese, nata nel XVIII secolo, è tra le forme teatrali più conosciute al mondo per la ricchezza dei costumi, delle scenografie per l’accostamento di musica, dramma, pantomima, danza e canto.
Movimenti delicati, eleganti ma anche estremamente difficoltosi che richiedono una grande preparazione agli attori che salgono sulla scena. Una forma d’arte che fa parte di quel patrimonio culturale della Cina spesso poco conosciuto in Italia ma che “racconta” un intero popolo. L’Opera di Pechino, infatti, conta oltre 1400 opere su storia e folklore e anche sulla vita e la storia contemporanea.
Fulin, luxury chinese experience, nasce dalla volontà di due giovani ristoratori cinesi di terza generazione come Francesco e Stefano Dai, già con lunghe esperienze nella ristorazione cinese a Prato, e l’incontro con il fotografo di moda Gianni Ugolini.
Proprietario del bell’immobile di via Gianpaolo Orsini ben posizionato tra il vicino centro cittadino e la parte sud della città, Ugolini, ha portato nel Fulin tutta la sua arte, quella che oggi si ritrova non solo nell’arredamento elegante fatto di oggetti cinesi di grande manifattura ma anche nell’offerta culturale. Un grande popolo che possiamo iniziare a conoscere al Fulin attraverso i migliori piatti della cucina pechinese ma anche nelle occasioni d’arte che accompagnano gli eventi del Fulin.[:]