7 vini sorprendenti per stupire a San Silvestro

7 vini sorprendenti per stupire a San Silvestro

Se per la serata di San Silvestro volete stupire i vostri commensali correte in enoteca a cercare dei vini straordinari che faranno dire wow ai vostri ospiti.
Abbiamo scelto per voi sette vini sorprendenti da mettere sulla tavola: un Barolo con l’accento finlandese, un grande rosso dell’Oltrepò Pavese, un bianco indimenticabile prodotto con una varietà d’uva poco conosciuta e dedicato alla dea della fertilità, uno Champagne e un Brunello di Montalcino che nascono dall’amore e dalla complicità tra madre e figli, un vino passito “immortale” Presidio Slow Food.

Ukula, Barolo Meriame 2016

Un cuoco, la moglie e il Nebbiolo sono i protagonisti di questo “triangolo amoroso” ambientato a Serralunga d’Alba, in Piemonte.
La moglie in questione si chiama Riikka Sukula, è finlandese, innamorata del Piemonte e selezionatrice di etichette per la sua azienda di importazione di vino quando nel 2005 individua in questo lussureggiante scorcio nel cuore delle Langhe il luogo perfetto per cambiare vita e dedicarsi alla produzione di Barolo con il marito, il cuoco Jyrki Sukula, star tv, il “Cannavacciuolo scandinavo”.
Nasce così, nel 2006, la loro boutique winery a conduzione familiare che conta poco meno di 5 ettari di vigneto dove a farla da padrone sono le varietà Nebbiolo e Barbera.  

Il Barolo Meriame ha origine dal celebre cru di Serralunga d’Alba, caratterizzato da terreni argillosi e calcarei, con viti esposte a ovest e sud-ovest a un’altitudine compresa tra i 230 e i 360 metri.
Questo vino si distingue per la sua ricchezza di complessità e struttura, incarnando autenticamente il suo terroir: balsamico, con note di frutti rossi maturi, regala una beva importante e capace di preservare intatta l’eleganza, l’agilità e la piacevolezza del sorso. Perfetto con brasati, carni di cavallo ma anche piatti della cucina asiatica.  

Virginie T., Brut Grand Cuvée V2 6 ans 

Grandi Champagne e cuvée eccezionali sono la sintesi di questa Boutique Maison fondata da Virginie Taittinger, per vent’anni amministratore delegato della ben nota azienda di famiglia, e da suo figlio Ferdinand a Sillery, ai piedi della Montagne de Reims.
Lo Champagne Brut Grand Cuvée 6 Ans, autentica eccellenza della Maison Virginie T., è il risultato di una selezione accurata di uve Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay provenienti da 15 cru distinti, tra cui 11 Grands e Premiers Crus.
Questo champagne proviene dall’eccezionale annata del 2018, con l’integrazione del 15% di vini di riserva del 2017. Dopo un lungo affinamento in cantina di 6 anni, il vino raggiunge la maturità necessaria per esprimere appieno il suo complesso potenziale aromatico. 

Al naso, si aprono freschi aromi di frutta rossa, sfumature floreali e una leggera nota di crosta di pane. In bocca, la cremosità, la sapidità e l’armonia si fondono con eleganza, mentre la persistente e raffinata effervescenza sottolinea la finezza del calice. Si sposa magnificamente con piatti di pesce e formaggi, rappresentando un’eccellente scelta anche in abbinamento alle prelibatezze orientali.

Picchioni Andrea, Buttafuoco Bricco Riva Bianca 2019

Grande rosso dell’Oltrepò Pavese, il Buttafuoco è forse uno dei vini meno conosciuti e valorizzati d’Italia.
Il Buttafuoco Bricco Riva Bianca di Andrea Picchioni è sicuramente una delle migliori etichette per scoprire questo straordinario giacimento enologico.
Un vino prodotto solamente nelle annate più favorevoli, che affina in barrique per 24 mesi per portare nel calice un grande rosso del territorio.
Al naso è intenso e ricco, con cenni di sottobosco e humus, aromi di mora selvatica, ribes nero, prugna rossa, cenni di cioccolato fondente, tabacco, cacao, note di torrefazione, sfumature di erbe balsamiche e di spezie dolci.
Al palato mette in luce una notevole struttura con tannini fitti e vivi, e un frutto denso e succoso, che accompagnano verso un finale equilibrato e molto persistente.
È un vino da invecchiamento, che raggiunge la piena maturità espressiva dopo una decina d’anni. Si sposa perfettamente con i piatti di carne della cucina locale, come stracotti di manzo o selvaggina in umido.  

Salizzoni, Trento DOC Brut Nature Riserva Rhodium 2017

Il suo nome rievoca il Rodio, uno dei metalli più rari e preziosi in natura, e lo scopo è proprio quello di accomunare questo vino a un prodotto di grande valore.
Uno spumante articolato, con un perlage persistente e molto fine: i 60 mesi trascorsi sui lieviti permettono a Rhodium di sfoggiare un bouquet di profumi ricco ed elegante, che inizia con note di crema pasticcera variegata con miele e un leggero accenno di toffee, e prosegue con sentori profondi di agrume candito, lime e albicocca secca.
Al palato si presenta armonioso ed equilibrato, con un’acidità corretta che dona una bellissima freschezza e una beva molto piacevole.
Un Trentodoc raro e ricercato, prodotto in sole 5.000 bottiglie. Questa eccellente bollicina si sposa splendidamente con piatti a base di pesce e taglieri di salumi e formaggi. 

Col di Lamo, Brunello di Montalcino Selezione a Diletta 2016 

Giovanna Neri è una donna straordinaria, dal carattere autentico e senza fronzoli che si riflette inevitabilmente in tutte le sue scelte.
I suoi vini sono pieni di personalità e seguono la filosofia aziendale rimanendo eleganti, rigorosi, con le espressioni più pure del Sangiovese.
L’avventura di Col di Lamo è iniziata nel 1997, con tutte le difficoltà iniziali di un vin de garage che è andato via via crescendo negli anni e che ancora non accenna a fermarsi.
La conduzione dei vigneti è in regime biologico certificato e in cantina si scelgono vinificazioni tradizionali con utilizzo di lieviti indigeni.
Una realtà tutta al femminile che oggi ha saputo ritagliarsi un posto di primo piano a Montalcino e che domani saprà conquistare vette ancora più alte.
Il Brunello di Montalcino DOCG Selezione a Diletta è una preziosa dedica di Giovanna Neri alla figlia Diletta, assieme a lei alla guida di Col di Lamo.
Questo vino elegante, ottenuto da uve Sangiovese coltivate secondo i principi dell’agricoltura biologica, si caratterizza per equilibrio, dedizione ed entusiasmo.
Al naso si presenta ampio su note di frutta rossa, marasche e ciliegie, more, alcune note fumé e spezie gialle molto ben articolate.
Al sorso è succoso ed elegante con tannini raffinati e una sapidità accattivante: un vino di corpo e di grande equilibrio, che permette una bevibilità piacevolissima e un finale succoso, complesso e molto persistente. Ideale con piatti importanti a base di carne rossa, selvaggina e cacciagione. 

Vignaiolo Fanti, Isidor 2020

Isidor è probabilmente uno dei migliori vini bianchi d’Italia, sicuramente l’Incrocio Manzoni di riferimento, frutto dell’arte di Alessandro Fanti, viticoltore a Pressano, bucolico fazzoletto di terra a nord di Trento.
Il nome del vino significa “dono di Iside”, la dea della fertilità e della terra.
Le uve provengono dal vigneto Vigo, a 600 metri sul livello del mare, dove il terreno non subisce senza forzature, concimazioni o irrigazioni, preservando la sua vitalità naturale.
Di colore giallo luminoso, al naso sprigiona toni balsamici e minerali, accompagnati da note di zafferano e di fiori primaverili.
Al palato è cremoso, sapido, pungente, di grande struttura e persistenza. Un vino che sa conquistare al primo sorso, per non farsi più dimenticare. La bottiglia renana enfatizza la sua natura nordica, forte e vitale, come il Trentino, sua terra d’origine. 

Armonioso ed equilibrato, sposa magnificamente piatti di carne bianca, pesce, baccalà mantecato o primi piatti in bianco con verdure. La sua versatilità lo rende un compagno ideale per diverse esperienze gastronomiche. 

Francesco Poli, vino Santo Nobles 2006

La Nosiola è l’unica varietà a bacca bianca autoctona del Trentino, da cui nascono vini di grande stoffa. Oltre alla versione secca, da queste uve prende vita il raro Vino Santo Trentino, un passito talmente particolare e pregiato da essere stato inscritto nei Presidi Slow Food.
Il Vino Santo Nobles della cantina Francesco Poli nasce da uve Nosiola coltivate in agricoltura biologica nei vigneti dislocati ai margini del lago di S. Massenza.
Come da tradizione, le uve subiscono un appassimento di oltre 5 mesi sulle tipiche “arele” (graticci), periodo durante il quale all’interno degli acini si sviluppa la muffa nobile “botrytis cinerea”, che, accentuandone la disidratazione, e con l’azione combinata del tempo e del vento, provoca un calo dell’80% e oltre.
Ciò significa che da 100 chili di uva Nosiola fresca si ottengono appena 15-18 litri di mosto di Vino Santo. La pigiatura delle uve avviene durante la Settimana Santa (di qui il nome).
Il mosto viene quindi travasato in piccole botti di rovere dove inizia la fermentazione naturale che, per via dell’elevatissima concentrazione degli zuccheri, procede molto lentamente e dura tantissimo: almeno sei, otto anni.
Dopo l’imbottigliamento ricomincia la vita di questo vino, che si protrae oltre i 50 anni.
Oggi il Vino Santo può essere a pieno titolo considerato “il passito dei passiti”: nessun altro vino, infatti, rimane in appassimento naturale così a lungo.
Un prodotto straordinario che viene ben interpretato nel Nobles di Francesco Poli: sentori di acacia, prugna, albicocca secca e uva sultanina si rivelano sia al naso sia al sorso, accompagnati da sentori di mandorla e miele, in un insieme vellutato, cremoso, denso, ma non stucchevole perché sorretto da un’ottima acidità. L’abbinamento perfetto per molte tipologie di dolci, dal panettone al pandoro, dalla millefoglie alle crostate di frutta. Provatelo con formaggi e foie gras. 

 

L’Italia è il secondo paese più ricercato dagli europei per iniziare il 2024

L’Italia è il secondo paese più ricercato dagli europei per iniziare il 2024

Anche quest’anno si conferma la tendenza degli europei a trascorrere la vigilia di Natale e il 25 dicembre in famiglia e ad approfittare delle vacanze di fine anno per viaggiare e scoprire nuove destinazioni.
Secondo un potente motore di ricerca di voli, le ricerche di voli per la fine di questo 2023 sono aumentate del 20%, mentre quelle di hotel del 24% rispetto alla fine del 2022.
E molti europei che desiderano trascorrere il Capodanno e l’inizio del 2024 lontano da casa, lo faranno in Italia, grazie anche al clima non troppo rigido, all’offerta culturale delle città tra musei, mostre e iniziative per le feste, alla ricca gastronomia e agli ottimi alberghi, con prezzi più convenienti rispetto ad altri paesi, tanto da farci diventare il secondo paese più ricercato per l’inizio del 2024 dietro solo alla Spagna e davanti a Portogallo, Francia e Regno Unito.

Milano, Roma e Napoli le città più richieste dagli europei

I dati che analizzano i risultati delle ricerche di voli dal 26 dicembre 2023 al 4 gennaio 2024, indicano che moltissime europei hanno optato per Milano; è risultata la città più richiesta dai viaggiatori tedeschi, britannici e portoghesi e la seconda da francesi, spagnoli e olandesi.
Oltre a Milano, anche Roma è la città preferita dai viaggiatori francesi, spagnoli e olandesi e la seconda da tedeschi, britannici e portoghesi
Napoli, altra città monumentale e ricca di storia, si colloca come la terza destinazione più richiesta dai viaggiatori tedeschi e olandesi, la quarta per i britannici e i francesi, la quinta per gli spagnoli e la sesta per i portoghesi.

Immortali Sicilia e Sardegna isole del sole e l’arte di Firenze e Venezia

Molto apprezzata un’altra destinazione dove il tempo sarà quasi di sicuro buono per fine anno, la Sicilia, e in particolare Catania, che è la quarta città più richiesta dai viaggiatori tedeschi e l’ottava per gli olandesi; Palermo è la quinta scelta per i tedeschi, la sesta per i francesi e la settima per gli olandesi.
Un’altra isola molto richiesta, dove si può godere il sole anche in inverno è la Sardegna, con Cagliari nona città più richiesta dai viaggiatori francesi e olandesi.
Un’altra Regione ben posizionata in classifica è la Toscana: Firenze è al terzo posto nelle preferenze di portoghesi, al quarto per spagnoli e portoghesi, al quinto per i francesi e al sesto per i tedeschi. Poi c’è Pisa, sesta scelta per gli spagnoli e i britannici.
Il Veneto è molto ricercato, e in particolare per Venezia, che è la terza città più richiesta dai viaggiatori britannici, francesi e spagnoli e la quarta dagli olandesi. Verona è la sesta scelta per gli olandesi, la nona per i britannici.
Oltre a queste città, anche Bologna, Genova, Bari, Brindisi, Torino, Lamezia Terme, Perugia e Ancona sono state scelte per trascorre questo periodo speciale dell’anno.

Gli italiani vanno nelle capitali europee al sole delle Canarie e del Mar Rosso, ma sono attratti da Dubai

Per quanto riguarda i turisti italiani, le mete più desiderate per trascorrere la fine dell’anno sono le capitali e le grandi città dei principali paesi europei come Parigi (1), Amsterdam (2), Barcellona (3), Praga (4), Londra (5), Vienna (6), Budapest (8), Madrid (9), Lisbona (13), Valencia (15), Siviglia (20), Berlino (21), Bucarest(23), Malta (24), Bruxelles (25), Copenaghen (26), Dublino (27) e Malaga (28), insieme ad altre destinazioni italiane come Napoli (11), Milano (14), Roma (17), Catania (18), Palermo (19) e Torino (30) che occupano le migliori posizioni della lista di ricerca mondiale.
Anche mete con sole e spiaggia, come le Isole Canarie in Spagna, sono molto popolari in questo periodo dell’anno: Tenerife (10), Gran Canaria (22) e Fuerteventura (29) sono le isole più ricercate.
Coloro che hanno scelto invece destinazioni a lungo raggio hanno optato per New York (7), Dubai (12) e Sharm El Sheikh (16).

 

I 7 spumanti da stappare per le feste

I 7 spumanti da stappare per le feste

Le feste di Natale e Capodanno sono sinonimo di gioia, festeggiamenti e momenti speciali da condividere con coloro che amiamo.
E cosa potrebbe trasformare questi momenti in esperienze ancora più memorabili se non il brindare con le bollicine siano esse quelle del luccicante, vivace e italico spumante oppure quelle del sontuoso champagne.
Inebrianti bollicine che solleticano il palato e sollevano lo spirito incarnando l’eleganza festosa e l’incanto delle feste.
C’è di più dietro a una semplice bottiglia: c’è la magia di celebrare, di condividere la gioia e di creare ricordi indelebili. Scopriamo insieme allora quali sono le bottiglie che vale la pena stappare sotto il vischio.


Nazzareno Pola etichetta del fondatore, Andreola (Veneto)

Un Valdobbiadene Docg Extra Dry che riflette la visione del fondatore di Andreola, Nazzareno Pola. Prodotto con cura e dedizione nella zona di Valdobbiadene, questo vino è caratterizzato da un perlage elegante, un colore giallo chiaro con riflessi verdognoli e una spuma cremosa.
Al naso, si aprono fiori di glicine e biancospino, con note di pera, mela, pesca bianca e un delicato tocco di pasticceria. In bocca, si presenta elegante, pieno, ricco e persistente, con un finale sapido.
Un autentico gioiello dell’enologia, ideale come aperitivo o in abbinamento a piatti a base di pesce fresco. Servire a 6-8 °C.
L’Etichetta del Fondatore rappresenta l’essenza della qualità e della tradizione vitivinicola di Valdobbiadene, un autentico capolavoro da gustare in ogni occasione speciale.


Valdobbiadene Docg spumante superiore di Cartizze, Le Colture (Veneto)

Il Cartizze di Le Colture nasce in un luogo meraviglioso, una collina fitta di vigneti considerata come il cuore della denominazione.
È qui infatti che il Glera raggiunge la migliore maturazione possibile portando a vini profondi e sfaccettati con una complessità olfattiva davvero unica.
Giallo paglierino chiaro, dal perlage molto fine e persistente. Al naso esprime la quintessenza della tipologia grazie a note fruttate che ricordano la frutta bianca, l’albicocca e la pesca e che sfumano in una nota di fiori di agrumi e rosa.
Il sapore più morbido prolunga la persistenza dell’aroma e lo rende il vino ideale per il dessert ricercato.


Almaneti metodo classico, Librandi (Calabria)

Le uve Chardonnay, coltivate nell’area di Rocca di Neto/Casabona, donano a questo vino un carattere unico, mentre il terreno argilloso e calcareo ne accentua la complessità.
La vinificazione in acciaio, la rifermentazione secondo il metodo classico e il lungo affinamento in acciaio con permanenza sui lieviti per 24 mesi conferiscono al vino eleganza e complessità.
Questo spumante si sposa perfettamente con antipasti, piatti a base di pesce, frutti di mare, primi piatti leggeri e formaggi freschi, diventando una scelta ideale per celebrare le Feste con raffinatezza.


Grande annata brut 2017, Mattia Vezzola metodo classico (Lombardia)

Una sublime interpretazione di una vendemmia eccezionale.
Questo Metodo Classico VSQ è il risultato di uve Chardonnay provenienti dal Lago di Garda, coltivate con cura sulle antiche morene esposte a Sud e Sud-Est. Il terreno di origine glaciale, ricco di ghiaia e calcare, conferisce struttura e carattere a questo vino.
Nella degustazione, si notano perlage fini e persistenti e un colore giallo cristallino con riflessi verdognoli. Il profumo rivela note di agrumi, frutta matura, fiori bianchi e leggero melograno. Il sapore è complesso, fresco, con un’acidità vivace che promette una lunga evoluzione in bottiglia.
Questo Metodo Classico è l’accompagnamento perfetto per piatti raffinati come carpacci, tartare di pesce, ostriche e risotti con gamberi e scampi. Il suggerimento è di abbinarlo a una zuppa di pesce mediterranea svela l’eccezionale versatilità di questo vino. Servitelo a una temperatura di 4-6°C per un’esperienza gustativa memorabile.


Ribolla gialla brut, Tenuta Stella (Friuli)

Il Ribolla Gialla Brut 2019 Metodo Classico di Tenuta Stella è il vino perfetto da servire durante le festività natalizie.
Con un perlage elegante e fragranze fresche di mela, pesca bianca e nocciola, questo spumante è una gioia per i sensi. In bocca, si distingue per la sua freschezza, note agrumate, elegante corpo e ampia sapidità.
È ideale per aperitivi con piattini freschi come spiedini di gamberi e calamari grigliati, tortini di verdure o involtini di prosciutto crudo. Ma il suo fascino si estende a un pasto completo, sia delicato che intrigante, e persino ad una pizza gourmet. Questo vino straordinario è pronto a rendere le vostre feste natalizie indimenticabili.


Cuvée 38 metodo classico, Tenute Tomasella (Friuli)

La Cuvée 38 unisce Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay.
Vinificata con metodo classico e seconda rifermentazione in bottiglia, presenta un giallo paglierino brillante, profumi fruttati con retrogusto di mela, note di caramello, mandorle e pasticceria.
Il sapore è pieno, con perlage vellutato, ideale per l’aperitivo o per accompagnare pesce, frutti di mare, salumi delicati e formaggi freschi.
Servitela a 6-8 °C per esaltarne il perlage. Conservare in posizione orizzontale in luogo fresco fino a due anni.


Caseo 470 pinot nero metodo classico Blanc de Noirs brut, Tommasi family estates, Teneta di Caseo (Lombardia)

Spumante dalla struttura ricercata, con una spuma fitta e fine.
L’intenso color giallo paglierino si fonde al sottile e continuo perlage. Fresco e intrigante, all’olfatto offre sentori di frutta a polpa bianca.
In bocca è secco, con una pregiata persistenza aromatica caratterizzata da gradevole acidità e piacevole mineralità.
Ottimo come aperitivo, si lega idealmente a risotti e grigliate di carne bianca e pesce. La struttura e la spiccata acidità consentono un eccezionale accordo con ogni tipo di frittura.

 

 

 

5 vini (poco noti) da stappare per Capodanno

5 vini (poco noti) da stappare per Capodanno

di BABARA TEDDE – Il periodo delle Feste è quello in cui neofiti e appassionati stappano bottiglie su bottiglie e non solo per festeggiare ma per conoscere e scoprire alla ricerca della bottiglia perfetta per dare il saluto al nuovo anno.
Per non perdersi in questo mondo affascinante e complesso dell’enologia e per non sbagliare la bottiglia del Capodanno ci siamo rivolti a Barbara Tedde.
Lo abbiamo fatto perché non solo è sommelier e quindi fonte di conoscenza professionale ma lo abbiamo fatto perché – come molti wine lovers sanno – è figura di riferimento per chi è curioso è vuole andare oltre ai grandi classici che danno sì sicurezza ma talvolta pochi spunti di novità.
Ecco quindi le proposte esclusive per voi selezionate da Barbara

Cosa fai per Capodanno?
Quante volte ci sentiamo dire questa frase solo Dio lo sa, ma davvero è d’obbligo fare sempre qualcosa per il benvenuto al nuovo anno?
Per chi va controcorrente e non si fa scalfire dagli usi comuni di grandi cenoni e affollati eventi fantozziani, ecco qualche suggerimento per brindare sia in solitaria che in compagnia.

Parliamo di vino con etichette non troppo conosciute ma affascinanti ed originali, che sapranno ben comportarsi anche con gli amici enoici più esigenti.
Per chi ama giocare, sarebbe interessante proporre le bottiglie coperte, così da celarne l’etichetta e giocare ad un indovinello tra amici, chissà cosa ne salterebbe fuori…

Ma intanto giochiamo a carte scoperte e vediamo quali potrebbero essere gli stappi per un Capodanno diverso dalla solita routine.

Iniziamo con le bollicine

Ma si, perché non iniziare con un Moscato d’Asti di Criolin, un vino considerato un alleato ai panettoni e pandori e che nessuno ha mai considerato essere un ottimo aperitivo.
Da Castagnole delle Lanze in provincia di Asti, questo vino è prodotto da uve moscato provenienti da vigneti curati solo con zolfo e rame, tecniche di sovescio ed inerbimento in vigna. Un vino che regala emozioni a tutto pasto, perché la sua dolcezza si sposa benissimo anche con i tomini alla griglia, con i paté e con i bolliti.
Profuma di frutta esotica e di pompelmo rosa, di salvia ed erbe aromatiche ed in bocca rilascia un giusto solletico alla lingua per la sua leggiadra effervescenza.
Un gusto che rimarca la dolcezza dei frutti tropicali e che man mano rilascia una gradevole  sapidità rendendolo ottimo inizio ed ottimo finale di pasto. Una buona fine ed un miglior principio come da tradizione.
Costo 15 Euro

Colle Santa Mustiola – Fabio Cenni – Aldonem vino spumante rosato. Qui la questione si fa seria perché parliamo di uno spumante prodotto con metodo Scacchi.
Non è un metodo classico, non è un metodo charmat o Martinotti e non è neanche un ancestrale, bensì un antico sistema di produrre bollicine con una rifermentazione in bottiglia senza aggiunta di zuccheri.
Un sistema, lo Scacchi, nato 400 anni fa, ancor prima del metodo classico, quello di Don Perignon per intendersi.
Aldonem è un sangiovese riferimentato in bottiglia con il solo uso di zuccheri provenienti dall’uva, una bollicina cremosa ed elegante dal gusto fresco e complesso: profumo di
fragoline e di mela cotogna che si riconfermano in bocca lasciando una freschezza cosmetica e
piacevole.
Un tutto pasto delizioso ed originale, una produzione di sole 500 bottiglie da acquistare solo in cantina. Dove?
In un luogo affascinante e non del tutto conosciuto. Colle Santa Mustiola si trova a pochi passi da Chiusi, in quel confine tra Toscana ed Umbria reso ancor più affascinante dal lago sottostante che porta il nome del paese. Una cantina scavata in una tomba femminile etrusca, rara e assolutamete da visitare.
Costo 30 Euro

I mai provati da scoprire a Capodanno

Borgogno – No Name è il barolo contro corrente prodotto da Giacomo Borgogno & Figli e di proprietà Oscar Farinetti.
Un’etichetta di protesta che vide la prima uscita nel 2005, quando la commissione del Barolo bocciò una partita di vino prodotto e proveniente da un’unica botte, declassandolo a Langhe DOC. Fu inviata successivamente alla commissione una seconda partita di vino proveniente dalla stessa botte che già al primo step ricevette il titolo di Barolo DOCG, lo stesso vino bocciato in prima battuta.
Da allora il No Name è diventato iconico, un barolo a tutti gli effetti e con un prezzo più basso, a rimarcare le assurdità burocratiche italiane. Il vino è perciò prodotto da nebbiolo al 100%
prodotto a Barolo in Piemonte su un terreno calcareo argilloso e matura in botti di rovere di slavonia per due anni dopo la sua fermetazione in vasche di
cemento.
Viole e liquirizia! I profumi sono inebrianti e sorseggiarlo è davvero un ottimo motivo per godersi momenti in solitaria. Ottimo compagno di viaggi culinari della cucina piemontese e non solo.
Costo 34 Euro

Clio Cicogni – Temperanza. Parliamo di astrologia con Clio Cicogni, attenta produttrice biodinamica che ama le stelle, i pianeti e l’Universo – almeno, quello conosciuto -.
I tarocchi sono la sua passione ed i suoi vini hanno etichette con vari riferimenti alle carte.
Tolleranza è un petit verdot 100% prodotto a Montevarchi nel Valdarno di Sopra, vinificato naturalmente e non filtato, sosta 12 mesi in barrique sui lieviti con costante batonnage. Esprime fascino al naso fin da subito, il colore è un profondo rosso, le note varietali sono preponderanti con i frutti scuri ed il pepe nero. In bocca è fresco ed il tannino è preponderante ma non aggressivo.
Temperanza, nei tarocchi, è una carta che invita a raggiungere il proprio equilibrio interiore, imparando a fluire con la vita e con gli eventi che non possono essere controllati. Perciò l’invito è di farsi trasportare da questo bel vino naturale per trovare un attimo di raccoglimento e di riflessione.
Euro 20 Euro

Fabrizio Doveri – L’Usciòlo. Avete voglia di farvi un viaggio in Francia?
Ecco un syrah cortonese con tutte le caratteristiche di un vitigno d’oltralpe. Non ci sono da spendere troppe parole, come chi lo produce va assaggiato e basta.
Le note maschie e piccanti al naso lo rendono accattivante. In bocca è polposo, ricco,
materico e soprattutto di estrema bevibilità con i suoi 15 gradi alcolici.
Non vi è attimo non adatto a stapparne una bottiglia, molto rara e preziosa.
La produzione è davvero limitata perché Fabrizio Doveri ha pochi ettari di terra e soprattutto produce solo questa etichetta.
Potrebbe essere un’occasione per andare a Cortona, paese dal fascino incommensurabile, ed andare a trovare Fabrizio nella sua cantina: vi ospiterà senza indugio con specialità toscane e non esiterà a stappare le sue bottiglie. Ma prenotatevi, mi raccomando!
Euro 30 Euro

6 luoghi insoliti dove passare il Capodanno

6 luoghi insoliti dove passare il Capodanno

Dove andare a Capodanno 2023? Eccoci al dilemma di ogni anno. Noi vogliamo quest’anno proporvi delle mete toscane alternative per festeggiare un Capodanno indimenticabile con le persone che amate.
Ecco la nostra selezione.

Nelle acque calde delle terme libere a Saturnia

La Toscana è zona termale per eccellenza e in molte aree del suo territorio è quindi possibile passare una nottata di Capodanno diversa dal salito senza doversi svenare in cenoni lunghi e costosi (e spesso anche noiosi) potete scegliere di immergervi nelle acque di una delle aree termali libere.
Molte quelle che potreste scegliere nel sud della Toscana fra le province di Siena e Grosseto ma voi vi consigliamo un grande classico anche se vi garantiamo che non sarete i soli ad avere avuto questa idea.
Puntate su Saturnia nel cuore della Maremma toscana d’entroterra dove nei pressi del grande complesso alberghiero termale sono le note e teoricamente proibite Cascate del Mulino frequentate in ogni periodo dell’anno da molti appassionati.
Lo scenario è affascinante e sotto la luce delle stelle lo è ancora di più anche se è necessario fare molta attenzione perché l’illuminazione è scarsa.
Immergersi in una delle vasche delle cascatelle con un calice di buon spumante italiano in mano attendendo la mezzanotte al solo suono della natura della campagna toscana sarà un’esperienza indimenticabile soprattutto se saprete gestire alla perfezione l’escursione termina fra il caldo dell’acqua e il freddo che vi aspetta uscendo dall’acqua.

In cima al Monte Amiata nel silenzio

In Toscana non mancano nemmeno le alte vette delle montagne. Dalle Alpi Apuane con le sue cime spigolose e brulle alle vette rigogliose degli Appennini.
C’è n’è davvero per tutti i gusti per gli amanti della montagna in Toscana da non far rimpiangere il fascino di Alpi e Dolomiti.
Per un Capodanno fra il gelo e la neve senza fare troppi chilometri verso nord suggeriamo, nel cuore della Toscana, fra i paesaggi suggestivi della Val d’Orcia e del Chianti la vetta del Monte Amiata facilmente riconoscibile per la sua maestosa croce in ferro.
Nelle vicinanze dei borghi più belli d’Italia fra cui Pienza e Bagno Vignoni che potrete visitare il giorno dopo un Capodanno ai 1738 metri della cima di origine vulcanica fra Maremma e Val d’Orcia è davvero esperienza unica.
Lasciate l’auto nei pressi del rifugio, indossate le ciaspole e salite nel silenzio della neve alla grande croce per stappare la bottiglia di saluto al 2023.

Un tuffo nel mare della Versilia

Se il tuffo di Capodanno è un esperienza rituale per pochi coraggiosi è altrettanto vero che l’alba del 2023 che si annuncia climaticamente parlando particolarmente mite potrebbe essere perfetta per osare un tuffo nel mare anche se non siamo sulle coste coralline australiane a brindare al nuovo anno fra le onde dei surf e i trenta gradi d’ordinanza
Un bagno fuori stagione quest’anno è davvero possibile anche sulle lunghe e ampie spiagge della ruggente Versilia in inverno.
Magari la sera prima festeggiamo San Silvestro in uno dei locali che hanno reso celebre questa parte di costa toscana. Quella dove dagli anni sessanta in poi spopolavano divi immortali delle sette note. Un bel bagno fuori stagione è perfetto per ossigenarsi a modino all’inizio del nuovo anno.

Una notte (e non solo) di meditazione a San Casciano

La new age e una visione olistica e alternativa del mondo anche nella notte più folle dell’anno ha i suoi proseliti. E anche in Toscana non mancano le opportunità per vivere una notte di San Silvestro di meditazione.
Basta scegliere fra una delle tante proposte che non mancano ma su tutte segnaliamo a San Casciano, nei pressi di Firenze il ritiro dal 30 dicembre al 1° gennaio a Villa Vrindavana in uno splendido ashram per un’esperienza davvero unica. Un ritiro che si snoda fra pratiche di yoga e meditazioni che si avvalgono dell’uso degli Yantra, gli antichi strumenti del Tantra dotati del potere di riorganizzare i percorsi neuronali e le sinapsi aprendo la strada alla fisiologia del benessere e del cambiamento interiore. Un ottimo viatico per iniziare al meglio l’anno nuovo.

Festeggiare l’alba del nuovo anno in Val d’Orcia

Un alternativa vera alla notte di San Silvestro è andare a letto presto per godersi anziché la lunga notte l’alba del nuovo anno. Dove farlo?
Sono molti in Toscana il luoghi magici per ammirare albe mozzafiato; dal piazzale Michelangelo a Firenze alla vetta del Pratomagno.
Ma se la prima potrebbe essere ancora invasa dai tiratardi del Capodanno e la seconda troppo fredda per il 1° gennaio vi consigliamo una terza variante decisamente perfetta.
Puntate a sud nel cuore della provincia di Siena per immergervi in quell’immagine perfetta che sicuramente vi avrà strizzato l’occhio da molte cartoline.
Puntate il vostro navigatore verso la Val d’Orcia e percorrete la strada provinciale 146 ove fra morbide colline sinuose in Sali e scendi che attraversa la vallata l’aurora vi deve cogliere nei pressi di San Quirico dove l’orizzonte si apre in ogni direzione e l’alba si accende nelle sfumature del rosa e dell’arancio addolcite dalla morbida foschia invernale.
Al posto delle bollicine, data l’ora tenete a portata di mano un bel termos caldo di caffè per brindare al 2023.

A Cortona è colazione di Capodanno al Museo

Da quattordici anni a Cortona il primo giorno dell’anno inizia al museo e, dopo due anni di stop
forzato dovuto al covid, si rinnova l’appuntamento.
Quest’anno il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona festeggia l’eccezionale
iniziativa di successo ideata ed organizzata da Terretrusche con il prezioso sostegno di
oltre 60 operatori del territorio e grazie all’associazione Cuochi Arezzo, di ospiti speciali della Valdichiana Aretina e Senese per la prima volta, vedrà la partecipazione di chef nazionali.
Tra gli chef ospiti Chef Shady, la chef della passione Catia Ciofo, lo chef Fabio Simpatia del ristornate Vista Mare di Rosignano, lo chef Simone Pane di Milano e il Marchigiano Paolo Paciaroni.
Negli anni la Colazione al Museo è divenuto ormai un appuntamento atteso dagli amanti del
buon gusto e del buon vivere: l’occasione per degustare in un ambiente unico e raffinato le
eccellenze del territorio, per far colazione con prodotti rinomati, per scambiarsi gli
auguri nelle sale del magnifico palazzo Casali di Cortona: di fatto uno dei musei archeologici più importanti della Toscana che custodisce tesori unici.
La colazione si svolgerà all’intero museo attraverso un percorso enogastronomico che valorizzerà i reperti archeologici abbinando le eccellenze del territorio.
Il tema sarà: Una colazione d’altri tempi, per rivivere insieme i sapori e i ricordi della colazione della nostra infanzia con un comfort food che possa trasmettere ancora le emozioni, i profumi e i ricordi provenienti dalle nostre famiglie.
Un’esperienza davvero unica.