Sorprendenti carnevali trentini. 3 appuntamenti da non perdere

Sorprendenti carnevali trentini. 3 appuntamenti da non perdere

Maschere, costumi dei più originali e fantasiosi, carri allegorici, scherzi, lanci di coriandoli, tanta musica e l’immancabile profumo dei dolci tipici – grostoi e frittelle – e del vin brulè che pervade le piazze dei paesi. Ma nelle valli alpine del Trentino la tradizione del Carnevale si carica di significati e riti ancestrali, legati ai cicli naturali e al rapporto stretto delle popolazioni con gli elementi naturali che si esprime attraverso le originali figure e i personaggi che li animano o si legano alla storia di queste comunità.

Val di Fassa Carnevale ladino a Canazei. Foto Daniele Lira

Il Carnevale ladino della Val di Fassa

Fino al 13 febbraio in Val di Fassa il Carnevale rappresenta l’evento più suggestivo e popolare della tradizione folcloristica e culturale ladina.
Un appuntamento che ogni anno vive e si rinnova attraverso le “mascherèdes”, che trovano la loro origine in rappresentazioni burlesche e canzonatorie di personaggi appartenuti all’antica quotidianità fassana, e le realizzazioni artistiche delle “faceres”.
Le maschere lignee, ottenute da mezzo tronco di cirmolo, vengono intagliate con estrema maestria dagli scultori locali, esternamente e internamente, affinché aderiscano al volto di chi l’indossa, e quindi decorate.
I riti del Carnevale sono condotti dalle maschere “guida”:
Laché, Bufons e Marascons, che indossano abiti allegri, copricapi adorni di fiori, nastri variopinti, campanacci e, l’immancabile, “facera”.
Per tutto il periodo di carnevale (dal 17 gennaio, festa del patrono Sant’Antonio Abate ad Alba fino al Martedì Grasso, 13 febbraio), da Penìa di Canazei a Moena, si potrà assistere a spettacoli teatrali, feste di piazza, gare sulla neve con sci e slitte (“le lese da corni” in ladino), sfilate di carri allegorici, gran balli in maschera e sagre.

Val di Fassa Carnevale ladino di Campitello. Foto Daniele Lira


L’appuntamento più atteso del carnevale ladino è senza dubbio quello di Campitello. Come ogni anno, la domenica (che quest’anno cade l’11 febbraio) che precede Martedì Grasso, in Piaz de Ciampedel, sfilano moltissime maschere che indossano le tipiche “facères da bel e da burt” (maschere, “belle” o “brutte”, finemente intagliate nel legno da artisti locali) e si esibiscono in sketch spiritosi e scherzi, coinvolgendo gli spettatori.
La parata è aperta dallo storico gruppo delle maschere di Campitello che si esibirà con Lachè, Bufon e Marascons, le maschere “guida” uniche in tutto l’arco alpino, nei loro costumi riccamente decorati. Ad allietare questa festa ci pensa la Spritz Band che farà venir voglia di ballare fino al tardo pomeriggio. Stand gastronomici aperti dalle ore 13.30 con panini caldi, dolci tipici e bibite.

Scatto di durante la sciata asburgica

Il Carnevale asburgico di Madonna di Campiglio

Dal 10 al 16 febbraio a Campiglio, si rivive l’epoca della Principessa Sissi, tra balli, carrozze e feste. Sulle cime più alte e solitarie io riesco a respirare più liberamente, mentre altri si sentirebbero perduti”.
Con queste parole Elisabetta d’Austria, conosciuta e amata in tutto il mondo con il nome di “Sissi”, descrisse, a fine Ottocento, il suo profondo legame con le montagne e in particolare, tra le più amate, le Dolomiti di Brenta e Madonna di Campiglio, dove l’Imperatrice di Austria e Ungheria soggiornò la prima volta nel settembre 1889.
La bellissima principessa di Wittelsbach trascorse una settimana alla scoperta dei meravigliosi paesaggi, delle fresche acque e dell’aria salubre ai piedi delle Dolomiti di Brenta. Una montagna che rimase impressa nell’animo dell’“eroina del sogno”. Tanto che dopo poche stagioni, era il 1894, ci fu il grande ritorno.

Il Grand Hotel Des Alpes è un antico stabilimento alpino, ed accoglie al suo interno il celebre e prestigioso Salone Hofer, il salone delle feste per eccellenza della famiglia degli Asburgo.
Il nome deriva dalla presenza dei dipinti realizzati da Gottfried Hofer. Sulla parete all’entrata, una grande tela ritrae le Dolomiti di Brenta viste dalle pendici del Monte Spinale, con i fanciulli che abitavano in questi luoghi mentre rendono omaggio alla figura della Vergine con il Bambino. E in una coppia di lunette sempre dipinte da Hofer anche l’Imperatrice Sissi e il consorte Francesco Giuseppe.

Il programma della manifestazione si apre sabato 10 febbraio con l’arrivo della Corte imperiale in Val Rendena e nella serata di domenica 11 febbraio l’arrivo sulle carrozze nel cuore di Madonna di Campiglio, per dare il via ai festeggiamenti del Carnevale.

Il Gran Ballo del Carnevale asburgico. Foto Bisti Paolo durante il gran ballo del carnevale asburgico nel 2019

Lunedì 12 dalle ore 18.00 ecco l“Aperitivo Asburgico” in compagnia della principessa Sissi: un tuffo nel passato con gli aperitivi a tema nei bar e locali. Il 13 febbraio invece, “Martedì Grasso” è tutto dedicato al Carnevale dei bambini, una grande festa con il truccabimbi, balli e zucchero filato in Piazza Sissi.
Mercoledì 14 dalle 16 si potrà vivere l’esperienza “Un tè con Sissi: aneddoti e vicende sulla Principessa”: quattro chiacchiere presso il Salone Hofer in compagnia del ricercatore locale Paolo Luconi Bisti e di Giordana Luchesa, esperta di storia del costume e moda e membro del Corist (Coordinamento rievocatori storici trentini). E a seguire tè con pasticcini in compagnia di Sissi.
Giovedì 15 fin dal mattino la festa si sposta sulle piste della ski area per l’esperienza della “Sciata Asburgica”, una sciata in costume d’epoca insieme alla coppia reale e alla corte, con l’accompagnamento dei maestri di sci e pause per brindisi con stuzzichini presso i rifugi in quota prima di proseguire con le sciate per tutto il pomeriggio.
Il Carnevale Asburgico si avvia in crescendo alla conclusione: venerdì 16 febbraio dalle 19.00 appuntamento con il Gran Ballo dell’imperatore, rigorosamente in costume d’epoca nello storico Salone Hofer. Ad aprire le danze la coppia imperiale sulle note dei più celebri valzer viennesi Brindisi e standing buffet con tante ricche prelibatezze. Anche il pubblico verrà coinvolto nelle danze e in semplici e divertenti coreografie a cura della compagnia danzante “Arco 800”. Informazioni: www.campigliodolomiti.it

Biagio delle Castellare Castello

Il Carnevale storico del castello di Tesino

Non sempre il Carnevale si conclude il martedì grasso: proprio nei giorni che decretano l’inizio della Quaresima, la comunità del Tesino rievoca la liberazione dalla tirannia del Biagio delle Castellare.
A sei secoli di distanza, a Castello Tesino si rivivono i fatti del 18 febbraio 1365 con la rievocazione carnevalesca della storia del conte Biagio delle Castellare, vessatore del Tesino e della Valsugana, nella versione completa tra corteo storico e processi e che viene proposto ogni cinque anni.

La manifestazione trae origine da un evento storico realmente accaduto nel 1365, quando si registrò la sconfitta, ad opera delle truppe di Francesco da Carrara, del Signore Biagio delle Castellare, crudele vessatore di Valsugana e Tesino.
Nonostante le insistenti richieste da parte dei Tesini di poterlo giustiziare, Francesco da Carrara preferì tenerlo come ostaggio da sfruttare a scopo politico. Non potendo far di meglio gli abitanti del Tesino ne impiccarono l’effigie, ma stabilirono di celebrare periodicamente un processo per ricordarne i misfatti ripetendo poi l’impiccagione sulla pubblica piazza. Questo anche per tramandare ai posteri la fierezza della gente tesina che neanche nei momenti più difficili si è mai piegata al tiranno
Questa rappresentazione popolare rappresenta un unicum non solo in Trentino, ma costituisce uno dei più antichi e tipici carnevali del panorama storico italiano; solo in pochissime località dell’arco alpino, infatti, si è riusciti a tramandare, senza soluzione di continuità, una tradizione che è resistita nei secoli anche ai severi tentativi di soppressione dovuti a ragioni religiose o a divieti. Il Biagio venne impiccato anche quando i Tesini dovettero andare profughi in diverse località della penisola durante la Prima Guerra Mondiale.
La rievocazione si aprirà il 13 febbraio, giorno di “Martedì Grasso” con la rievocazione dell’assalto al castello di Ivano e la cattura del Biagio (Ivano Fracena – Comune di Castel Ivano) e al termine la “Bigolada” per festeggiare la cattura (Piazza Municipio a Strigno – Comune di Castel Ivano)
Sabato 17 febbraio dalle 10.00 alle 17.00 ci si immerge per una intera giornata nelle atmosfere del passato nel Campo Medievale, tra giochi e allestimenti dell’epoca; in serata Cena Medievale con musica d’epoca. Si arriva così al giorno del processo al Biagio, domenica 18 febbraio: al mattino la Grande sfilata da Castello a Pieve Tesino con Cavalieri e Donzelle, Armigeri e Balestrieri, combattenti e carrozze, Tamburini e Musicanti, Popolo e altri personaggi. Quindi la rievocazione del Processo al Conte Biagio del Tribunale Speciale di Pieve Tesino (in Piazza Maggiore). Poi il ritorno in corteo verso Castello Tesino per il Processo al Conte Biagio della Corte Suprema di Castello Tesino (in Piazza Crosara) che si conclude con l’mpiccagione del fantoccio del Conte Biagio e la grande festa finale in piazza.

Viaggi 2024: le migliori destinazioni per non perdersi gli eventi più belli in tutto il mondo mese per mese

Viaggi 2024: le migliori destinazioni per non perdersi gli eventi più belli in tutto il mondo mese per mese

Poter dire “io c’ero” e conservare il ricordo di un evento unico è qualcosa che vale più di qualsiasi souvenir. Tanto più nell’epoca in cui vanno di moda i cosiddetti “viaggi esperienziali”, quelli in cui i viaggiatori non si accontentano di una semplice vacanza ma vogliono arricchire i loro tour con esperienze che li mettono a contatto con la realtà autentica dei luoghi visitati.
«Le mete di tendenza, di fatto, sono sempre più quelle dove ci si può sentire al centro dell’azione, vivendo momenti irripetibili. Può trattarsi di destinazioni esotiche ma non solo: scegliere paesi più conosciuti, andandoci però fuori stagione per uno specifico evento, vuol dire riscoprirli con occhi nuovi»: parola di Eleonora Sasso, Responsabile Marketing Operativo di una grande azienda italiana di Consulenti per Viaggiare, che ha fatto della ricerca di itinerari insoliti e su misura e della selezione di esperienze personalizzate la ragione del proprio successo.
Ecco quindi quello che lei ci propone come il calendario degli eventi, mese per mese, che valgono un viaggio e i consigli per costruirci attorno un esperienza indimenticabile indimenticabile.

L’aurora boreale – Foto di Johny Goerend per Unsplash

Gennaio – A Tromsø in Norvegia, per vedere l’aurora boreale 

Tromsø è un luogo straordinario per osservare questo fenomeno atmosferico e gennaio è uno dei mesi migliori per farlo.
Grazie alle lunghe notti invernali, si ha infatti un’ottima possibilità di assistere a questo spettacolo luminoso nel cielo artico.
Da non perdere poi dal 26 gennaio al 3 febbraio 2024  il Nordlysfestivalen – Northern Lights Festival, dove l’aurora verrà celebrata con una serie di concerti di musica classica, jazz e contemporanea.
Una volta arrivati a destinazione, poi, si può fare tanto altro.
Tromsø offre anche esperienze uniche come safari in motoslitta e visite alle fattorie delle renne, dove poter entrare a contatto con la cultura e le tradizioni sami.

Febbraio – A Rio de Janeiro in Brasile per il Carnevale

Il Carnaval di Rio de Janeiro è uno degli eventi più spettacolari e riconosciuti al mondo e bisogna parteciparvi almeno una volta nella vita e nel 2024 si tiene dal 9 al 17 febbraio.
Durante questo periodo, le strade di Rio sono animate da sfilate di carrozze, balli, musica e spettacoli. Mentre gran parte delle festività si svolge nelle strade e nel Sambadromo, le famose spiagge di Rio, come Copacabana e Ipanema, sono pronte a offrire sole e relax tra un’esperienza e l’altra.
Se si hanno più giorni a disposizione, poi, Rio de Janeiro può essere un punto di partenza per scoprire altri luoghi spettacolari del Brasile come le cascate Iguazu e fare escursioni nella foresta amazzonica, navigando lungo il Rio Negro e visitando le comunità indigene. 

Foto di AnasFO da Pixabay

Marzo –  In Giappone per l’Hanami, la fioritura dei ciliegi

A marzo e aprile, i ciliegi iniziano a fiorire in tutto il Giappone. Il Festival dei Ciliegi (conosciuto come Hanami), è una tradizionale festa giapponese dedicata ai fiori di ciliegio, detti sakura.
Le attività durante l’Hanami includono picnic sotto gli alberi di ciliegio, dove le persone, che spesso indossano abiti tradizionali come kimono o yukata, si riuniscono con amici e familiari per condividere cibo e bevande, ammirando insieme un incantevole fenomeno naturale che simboleggia la bellezza, la fragilità e l’effimero della vita.

Foto Arisa Chattasa per Unsplash

Aprile – In Thailandia per il Songkran 

Il Songkran è il capodanno thailandese che si svolge tradizionalmente dal 13 al 15 aprile di ogni anno.
In questi tre giorni di “Festival dell’Acqua” le persone si gettano acqua a vicenda per simboleggiare la pulizia spirituale e l’inizio del nuovo anno.
Le celebrazioni comprendono anche visite ai templi per pregare e fare offerte, nonché attività culturali e processioni religiose. Una festa allegra e gioiosa nella quale lasciarsi coinvolgere.
Un viaggio all’insegna della cultura e spiritualità che può iniziare dall’
affascinante Bangkok per proseguire sul fiume Kwai, al sito archeologico di Sukhothai da visitare in bicicletta, a Chiang Rai e a Chiang Mai con i suoi santuari.

Maggio – In Galles per l’Hay Festival of Literaature & Arts

Il festival letterario che si tiene a Hay-on-Wye, un piccolo villaggio nel Powys, Galles, si svolge dal 23 maggio al 2 giugno 2024.
In quei giorni la piccola località, nota come “la città dei libri” per la quantità di piccole librerie specializzate che ospita, chiama a raccolta autori, scrittori, artisti e pensatori di fama internazionale che discutono e condividono le loro opere con gli appassionati di letteratura di tutto il mondo, in un’atmosfera unica.
Partire da Hay-on-Wye è anche l’occasione per scoprire una parte poco nota della Gran Bretagna, il Galles appunto, con le sue tradizioni, la lingua antichissima, gli antichi castelli e le coste selvagge

Foto. Drahomír Hugo Posteby-Mach per Unsplash

Giugno – In Svezia per Midsommar

Il Midsommar è la celebrazione tradizionale svedese del solstizio d’estate, il giorno più lungo e luminoso dell’anno.
Cade nella terza settimana di giugno e si festeggia all’aperto, con danze, canti e rituali tradizionali che hanno radici antiche e si collegano a tradizioni pagane.
Oggi è una festa molto amata che riflette l’importanza della natura e della luce nella cultura svedese.
Può essere goduta al meglio durante un tour nel Sud della Svezia che parte e si conclude a Goteborg e comprende una grande varietà di paesaggi, isole, castelli e borghi dall’atmosfera idilliaca. 

Foto di Drahomír Hugo Posteby by Unspash

Luglio – Sulla East Coast Usa per l’Indipendence Day

In tutti gli Stati Uniti, il 4 luglio è una festa nazionale dedicata alla celebrazione dell’indipendenza del paese.
Le città organizzano spettacolari fuochi d’artificio, parate, concerti e altre attività festose.
Tra le celebrazioni più famose ci sono quelle a New York, Washington D.C., Boston e Philadelphia, ma ogni metropoli, ogni città  e ogni paese ha una sua tradizione.
Per immergersi nelle rievocazioni storiche e nell’identità autentica del grande paese Yankee non c’è niente di meglio di un tour nelle città della East Coast durante i giorni della grande festa nazionale.

Agosto – In Colombia per la Feria de las Flores

Uno degli eventi più significativi che si celebreranno in Colombia, dal 2 all’11 agosto 2024, è la Feria de las Flores, la festa dei fiori che si svolge nella città di Medellín.
Celebra la cultura, la tradizione e la bellezza dei fiori, attirando visitatori da tutto il paese e oltre.
È un’occasione per esplorare la cultura colombiana, ammirare l’artigianato floreale (con la desfile de silleteros, la sfilata in cui i contadini portano enormi e variopinte corone di fiori sulle spalle) e partecipare a festeggiamenti animati.
La Colombia è una meta ancora poco conosciuta e per un primo approccio si può aggiungere alla tappa di Medellin anche la capitale Bogotà, visitare la regione di Huila e terminare il viaggio a Cartagena, il tutto scoprendo testimonianze di antiche civiltà e godendosi esperienze particolari come una visita alle piantagioni di caffè.

Settembre – In Cina per la festa di metà autunno

Questa celebrazione cade il quindicesimo giorno dell’ottavo mese lunare del calendario cinese, pertanto nel 2024 si svolgerà il 17 settembre.
Durante la festa, le famiglie si riuniscono per ammirare la luna piena di metà autunno, considerata la più luminosa e rotonda dell’anno.
È associata a diverse leggende, fa cui quella della dea Chang’e, che fu costretta a vivere sulla luna dopo aver bevuto l’elisir dell’immortalità.
Le famiglie si riuniscono per celebrare l’armonia e la gratitudine, mangiando dolci tradizionali di pasta di riso a forma di luna.
Si può cogliere l’occasione data da questa festività per fare un tuffo nella cultura cinese con un itinerario magico fra Pechino a Shanghai, con tappe per godere dello splendore della Muraglia Cinese e il fascino dell’Esercito di terracotta. 

Ottobre – A New York per Halloween

L’autunno a New York è un’esperienza unica e coinvolgente, ancora di più se si riesce a essere in città il 31 ottobre, per Halloween.
Le strade si animano con spettacoli, sfilate, feste in maschera, mentre case e negozi vengono decorati a tema. Il fulcro delle celebrazioni è la parata che avviene al Greenwich Village, una delle più famose al mondo: migliaia di partecipanti e spettatori, costumi stravaganti, carri allegorici, performance teatrali e molto altro.
Per un assaggio di New York basta un weekend e ci si può sbizzarrire tra musei, siti storici e culturali, spettacoli e concerti, shopping, tour nelle location di film e serie tv e panorami mozzafiato dai punti di osservazione posti sui grattacieli oppure dai traghetti in navigazione sul fiume Hudson.

Foto Eduardo Dorantes by Unsplash

Novembre – In Messico per il Dia de los Muertos

Il Giorno dei Morti celebrato il 1° e il 2 novembre, è una festa tradizionale messicana che onora i defunti. Le persone decorano le tombe dei propri cari con fiori, creano altari commemorativi e partecipano a processioni.
La particolarità è che i teschi e gli scheletri vengono utilizzati in vari modi, come maschere, costumi e decorazioni, per rappresentare la vita dopo la morte in modo allegro e festoso, coloratissimo come nel film Disney Coco.
Un itinerario fra Città del Messico e le spiagge dello Yucatàn permette di immergersi nella storia e nella cultura del Messico, toccando le città azteche e maya, per terminare con il relax sulle spiagge del Mar dei Caraibi. 

Dicembre – A Sydney, Australia per essere i primi del mondo a festeggiare il Capodanno

Sydney è famosa per i suoi spettacolari fuochi d’artificio della mezzanotte del 31 dicembre sopra l’Opera House e il Sydney Harbour Bridge.
Le celebrazioni attirano visitatori da tutto il mondo: si può scegliere di festeggiare a bordo di una crociera nel Sydney Harbour, intrattenendosi con concerti e spettacoli dal vivo in vari luoghi della città, nei parchi della città per organizzare pic-nic e grigliate oppure sulle spiagge più famose di Sydney dove, lo ricordiamo, l’estate è appena cominciata.
Sydney può essere il punto di partenza di una indimenticabile vacanza in Australia che termini con la visita alla Grande Barriera Corallina. In mezzo tante esperienze straordinarie sulla costa pacifica, per scoprire una flora e una fauna uniche, spiagge di incomparabile bellezza e conoscere le culture aborigene.

 

Firenze: a Palazzo Pitti una mostra per fa rivivere i Carnevali barocchi

Firenze: a Palazzo Pitti una mostra per fa rivivere i Carnevali barocchi

[:it]In esposizione insieme ad altre opere il grande dipinto del ‘Carro d’oro’ di Johann Paul Schor, dal 19 febbraio
fino al 5 maggio.

Si apre per carnevale una mostra in tema, Il carro d’oro di Johann Paul Schor. L’effimero splendore dei carnevali barocchi che ci parla proprio delle mascherate, delle feste, e degli allestimenti barocchi.
Ne è protagonista lo spettacolare dipinto, recente acquisto dalle Gallerie degli Uffizi, raffigurante Il corteo del principe Giovan Battista Borghese per il Carnevale di Roma del 1664, del pittore tirolese Johann Paul Schor (Innsbruck 1615 – Roma 1674) attivo a Roma a partire dalla fine degli anni Trenta del Seicento.

Forse il più creativo e fantasioso collaboratore di Gian Lorenzo Bernini, Schor fu artista dell’effimero, della messa in scena barocca, della festa di rappresentanza, dell’ingresso cerimoniale. Al contempo con la sua stupefacente fantasia era capace di progettare trionfi da banchetto in glassa di zucchero, stoviglie in argento, ma anche pale d’altare e decori ad affresco.

“L’acquisizione, da parte delle Gallerie degli Uffizi, del grande dipinto di Johann Paul Schor si è rivelata una grande opportunità per approfondire gli studi sull’artista – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – e per ricostruire non solo la storia dell’evento raffigurato sulla tela, ma tutto un tessuto di relazioni artistiche e di committenza nel secondo Seicento a Roma e a Firenze”.

Il dipinto di Schor con il corteo carnevalesco del principe Borghese viene esposto insieme ad un’altra grandiosa tela, eccezionalmente prestata dal Museo di Roma di Palazzo Braschi: si tratta della celebre Giostra dei Caroselli a Palazzo Barberini (dipinto di Filippo Lauri e Filippo Gagliardi) allestita Il 28 febbraio 1656 dinanzi a Palazzo Barberini in onore della regina Cristina di Svezia convertitasi al cattolicesimo. Alla progettazione dei vari apparati per la Giostra dei caroselli collaborò anche lo Schor che otto anni dopo, curiosamente nello stesso giorno (28 febbraio) progettò e organizzò la Mascherata Borghese testimoniata nel dipinto da lui
stesso eseguito.
Nella sala delle Nicchie appositamente rivestita in raso giallo oro, come le centinaia di figure in vesti di Ninfe Esperidi che affollano il dipinto di Schor.

Accanto alle due grandi tele dedicate alle celebri mascherate romane, viene esposta la serie completa dei Balli di Sfessania di Jacques Callot, originale rassegna delle maschere italiane del Seicento, le tre incisioni di Stefano della Bella che documentano un’altra celebre mascherata, svoltasi nel 1661 al Giardino di Boboli a Firenze, e ancora alcuni dipinti dedicati ai carnevali popolari.
Per la prima volta viene presentata al pubblico un’inconsueta Scena carnevalesca del pittore Bartolomeo Bianchini, abitualmente conservata nei depositi e restaurata in occasione della mostra.
Chiude trionfalmente la rassegna una monumentale Culla da parata – l’acquisto è in fase di completamento da parte delle Gallerie degli Uffizi – realizzata dalla bottega dei fratelli Schor per l’erede di una non ancor nota casata principesca romana. Nella culla, più affine ad un celebrativo gruppo scultoreo che ad un arredo funzionale, l’aristocratico neonato veniva presentato agli esponenti delle grandi casate romane e all’élite ecclesiastica.

La mostra, curata da Maria Matilde Simari e Alessandra Griffo, e ricca di novità sia da vedere che da leggere in catalogo, è anche occasione per presentare al pubblico i due recenti sensazionali acquisti delle Gallerie degli Uffizi, destinati a Palazzo Pitti.
Il grande dipinto dello Schor sarà infatti allestito nel futuro Museo delle Carrozze dentro al Rondò di Bacco, negli spazi delle ex scuderie lorenesi: un tema al quale in mostra è dedicata una piccola sezione con sei fogli che mettono a fuoco dettagli decorativi o tecnici di questi mezzi di trasporto. La culla da parata – una messinscena scultorea di altissima qualità – dopo la mostra e dopo un periodo di indagini tecniche conservative si potrà ammirare negli appartamenti monumentali.[:en]In esposizione insieme ad altre opere il grande dipinto del ‘Carro d’oro’ di Johann Paul Schor, dal 19 febbraio
fino al 5 maggio.

Si apre per carnevale una mostra in tema, Il carro d’oro di Johann Paul Schor. L’effimero splendore dei carnevali barocchi che ci parla proprio delle mascherate, delle feste, e degli allestimenti barocchi.
Ne è protagonista lo spettacolare dipinto, recente acquisto dalle Gallerie degli Uffizi, raffigurante Il corteo del principe Giovan Battista Borghese per il Carnevale di Roma del 1664, del pittore tirolese Johann Paul Schor (Innsbruck 1615 – Roma 1674) attivo a Roma a partire dalla fine degli anni Trenta del Seicento.

Forse il più creativo e fantasioso collaboratore di Gian Lorenzo Bernini, Schor fu artista dell’effimero, della messa in scena barocca, della festa di rappresentanza, dell’ingresso cerimoniale. Al contempo con la sua stupefacente fantasia era capace di progettare trionfi da banchetto in glassa di zucchero, stoviglie in argento, ma anche pale d’altare e decori ad affresco.

“L’acquisizione, da parte delle Gallerie degli Uffizi, del grande dipinto di Johann Paul Schor si è rivelata una grande opportunità per approfondire gli studi sull’artista – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – e per ricostruire non solo la storia dell’evento raffigurato sulla tela, ma tutto un tessuto di relazioni artistiche e di committenza nel secondo Seicento a Roma e a Firenze”.

Il dipinto di Schor con il corteo carnevalesco del principe Borghese viene esposto insieme ad un’altra grandiosa tela, eccezionalmente prestata dal Museo di Roma di Palazzo Braschi: si tratta della celebre Giostra dei Caroselli a Palazzo Barberini (dipinto di Filippo Lauri e Filippo Gagliardi) allestita Il 28 febbraio 1656 dinanzi a Palazzo Barberini in onore della regina Cristina di Svezia convertitasi al cattolicesimo. Alla progettazione dei vari apparati per la Giostra dei caroselli collaborò anche lo Schor che otto anni dopo, curiosamente nello stesso giorno (28 febbraio) progettò e organizzò la Mascherata Borghese testimoniata nel dipinto da lui
stesso eseguito.
Nella sala delle Nicchie appositamente rivestita in raso giallo oro, come le centinaia di figure in vesti di Ninfe Esperidi che affollano il dipinto di Schor.

Accanto alle due grandi tele dedicate alle celebri mascherate romane, viene esposta la serie completa dei Balli di Sfessania di Jacques Callot, originale rassegna delle maschere italiane del Seicento, le tre incisioni di Stefano della Bella che documentano un’altra celebre mascherata, svoltasi nel 1661 al Giardino di Boboli a Firenze, e ancora alcuni dipinti dedicati ai carnevali popolari.
Per la prima volta viene presentata al pubblico un’inconsueta Scena carnevalesca del pittore Bartolomeo Bianchini, abitualmente conservata nei depositi e restaurata in occasione della mostra.
Chiude trionfalmente la rassegna una monumentale Culla da parata – l’acquisto è in fase di completamento da parte delle Gallerie degli Uffizi – realizzata dalla bottega dei fratelli Schor per l’erede di una non ancor nota casata principesca romana. Nella culla, più affine ad un celebrativo gruppo scultoreo che ad un arredo funzionale, l’aristocratico neonato veniva presentato agli esponenti delle grandi casate romane e all’élite ecclesiastica.

La mostra, curata da Maria Matilde Simari e Alessandra Griffo, e ricca di novità sia da vedere che da leggere in catalogo, è anche occasione per presentare al pubblico i due recenti sensazionali acquisti delle Gallerie degli Uffizi, destinati a Palazzo Pitti.
Il grande dipinto dello Schor sarà infatti allestito nel futuro Museo delle Carrozze dentro al Rondò di Bacco, negli spazi delle ex scuderie lorenesi: un tema al quale in mostra è dedicata una piccola sezione con sei fogli che mettono a fuoco dettagli decorativi o tecnici di questi mezzi di trasporto. La culla da parata – una messinscena scultorea di altissima qualità – dopo la mostra e dopo un periodo di indagini tecniche conservative si potrà ammirare negli appartamenti monumentali.[:]

Carnevali di Toscana: coriandoli ed allegria

di Stefania Pianigiani – Arriva il Carnevale e Viareggio si trasforma. Anzi i viareggini si trasformano. Non è facile capire cosa succede a Carnevale, per chi non vive in questa città.
Humor sottile e voglia di divertirsi si avvertono a tutte le età e scatta un meccanismo di autoironia che diventa il filo conduttore di maschere e gruppi. I viareggini con maestria e cura, preparano gli abiti e il copione delle loro mascherate, riversandosi in massa in passeggiata e sui viali a mare. Altra particolarità di Viareggio, è che ogni sabato, precedente al corso mascherato della domenica, ogni rione, fa la propria festa: musica, cibo di strada, frittura, tortelli e gnocchetti di pesce accompagnano la lunga notte nei rioni. Il primo rione a cominciare la festa, è “Torre del Lago”, seguito dal rione “Marco Polo”, poi arriva il turno della “Vecchia Viareggio” e conclude il rione “Baccanale Darsena”.
Il Carnevale a Viareggio, comincia con la cerimonia di apertura, dove si consegnano le chiavi della città a Burlamacco, e l’ultimo corso chiude con spettacolari fuochi d’artificio.

Poco distante, troviamo il “Carnevale Pietrasantino”, con la maschera simbolo che si chiama “Sprocco”. E’a partire dai primi anni del novecento, che si svolgono sfilate in maschera a Pietrasanta, e col tempo i corsi mascherati, si sono arricchiti di un altro importante evento “Lo Sprocco d’Argento”: festival che elegge la canzone regina del Carnevale.

Nel Valdarno, precisamente nella ridente cittadina di San Giovanni, i suoi abitanti, oltre a fare uno squisito “stufato alla sangiovannese”, con tanto di ricetta segreta, sono anche unici nel festeggiare il Carnevale. Gli Uffizi di Carnevale, è infatti una manifestazione unica nel suo genere: nell’Oratorio di Santa Maria delle Grazie, le sette compagnie di suffragio, organizzano ricchi pranzi a base di specialità locali, preceduti dalla sfilata del carroccio con i paggetti in costume.
I cinque “Uffizi” che tuttora sopravvivono sono: Sant’Antonio, Santa Lucia, quello “dell’Industria”, quello del “Vicariato” e quello delle “Donne”.

Spostandoci nell’aretino, una nota di merito va al “Carnevale dei “Figli di Bocco”: tutto nasce da un antico documento datato 1174, dove si narra di grandi festeggiamenti prima dell’inizio della quaresima, con balli e libagioni, dove signori e bifolchi, festeggiano insieme.
I figuranti, indossano meravigliosi costumi e bellissime maschere e sfilano per le vie del borgo, accompagnati da musici, sbandieratori e tamburini.

Un altro Carnevale toscano molto famoso è quello di Foiano della Chiana: la sua esistenza è documentata in uno Statuto del 1539, e tale documento fa si che questo Carnevale sia il più antico d’Italia.
Ad aprire le sfilate dei quattro quartieri del paese è “Re Giocondo”, che verrà bruciato durante la cerimonia della “Rificolona” e della lettura del testamento.

Ma la Toscana, si conferma la regione regina dei carnevali fantasiosi sia per il nome che per i costumi: ad Arezzo è rinomato il “Carnevale dell’Orciolaia”, a Ponte a Buggiano (Pistoia) c’è quello dei golosi, a Bibbiena (Arezzo), quello della “Mea”.

E anche la costa organizza sfavillanti corsi in maschera, come il “Carnevale del Mare” a San Vincenzo, “Il Baraonda” a Rosignano Solvay e il “Carnevale di Follonica”.by redaction HGH – Viareggio Carnival arrives and turns. Indeed the Viareggio turn. It is not easy to understand what happens during Carnival, for those who do not live in this city.
Subtle humor and desire to have fun, you will hear all ages and takes a mechanism of self-irony that becomes the theme of masks and groups. The Viareggio with skill and care, prepare clothes and the script of their masked, pouring in mass walk and walks along the sea. Another peculiarity of Viareggio, is that every Saturday, Sunday masked prior to the course, each district makes its festival: music, street food, fry, ravioli and gnocchi fish accompany the long night in the wards. The first district to start the party, is “Torre del Lago”, followed by the district “Marco Polo”, then comes the turn of the “Old Viareggio” and concludes the district “Bacchanal Dock”.
The Carnival in Viareggio, begins with the opening ceremony, where you hand over the keys of the city to Burlamacco, and the last course ends with a spectacular fireworks display.

Nearby, there is the “Carnival Pietrasanta” with the mask symbol called “Sprocco.” E’a since the early years of the twentieth century, taking place in Pietrasanta dress parades, masked and in time, we are enriched by another important event “The Sprocco Silver” festival which elects the song Queen of the Carnival .

In Valdarno, specifically in the small town of St. John, its inhabitants, as well as make a delicious “stew sangiovannese”, complete with a secret recipe, they are also unique in celebrating Carnival. The Uffizi Carnival, is indeed a unique event of its kind: the Oratory of Santa Maria delle Grazie, the seven companies suffrage, lavish meals based on local specialties, preceded by a parade of carroccio with pageboy costume.

The five “Uffizi” that still survive are: Saint Anthony, Saint Lucia, the “Industry”, that of “vicariate” and that of “Women”.
Moving nell’aretino, a note of credit goes to the “Carnival of the” Sons of Bocco “everything comes from an ancient document dated 1174, which tells of a great celebration before the beginning of Lent, with dancing and drinking, where lords and peasants, celebrating together.
The participants, wearing beautiful costumes and beautiful masks and parade through the streets of the village, accompanied by musicians, flag bearers and drummers.

Another very famous Tuscan Carnival is to Foiano della Chiana: its existence is documented in a statute of 1539, and this document makes this Carnival is the oldest in Italy.
To open the parade of four districts of the country is “Re Giocondo,” which will be burned during the ceremony of the “Rificolona” and the reading of the will.

But Tuscany, is still the region queen of carnival fancy Both the name and for the costumes in Arezzo is the famous “Carnival dell’Orciolaia” Bridge to Buggiano (Pistoia) is that of a sweet tooth, in Bibbiena ( Arezzo), that of “Mea”.
And the coast organizes courses in sparkling form, as the “Carnival of the Sea” in San Vincenzo, “The Uproar” Rosignano Solvay and the “Carnival of Follonica”.