Tavarnelle e Barberino insieme cento anni dopo

[:it]La storia di Barberino e Tavarnelle lancia un ponte verso il futuro.

Due amministrazioni, appartenenti a due diverse valli, la Pesa e la Valdelsa, che scelgono di tornare unite a distanza di oltre un secolo, avanza, guarda lontano verso il futuro e si realizza appunto nel processo di trasformazione che è insito nel corso mutevole della natura e della vita umana.
Una svolta epocale nella Toscana dei campanili. Era il 1 maggio 1893 quando Barberino e Tavarnelle, unico comune sin dal tredicesimo secolo, sancirono la loro scissione istituzionale e amministrativa.
Nel 2018, con una volontà e un impegno partiti circa quindici anni prima, accompagnati e alimentati costantemente da un percorso di gestioni associate con il conferimento di 39 funzioni prima e dall’istituzione dell’Unione comunale del Chianti fiorentino poi, i Comuni di Barberino e Tavarnelle mettono nuovamente al centro il progetto di una comunità unitaria.
Un modello di Toscana che rivive nella molteplicità dei suoi centri, delle sue frazioni, delle tante identità che costituiscono la ricchezza paesaggistica e ambientale del territorio. Il mosaico di una Toscana nella Toscana che produce sviluppo sostenibile, attiva servizi, genera opportunità culturali e crea manufatti di qualità. Questa l’idea che ha ispirato le amministrazioni comunali  che hanno dato il via ufficialmente il percorso di fusione per la creazione di un comune unico.

Ad illustrare gli obiettivi e le linee guida del progetto sono i sindaci Giacomo Trentanovi e David Baroncelli che hanno esposto per la prima volta, negli spazi dell’archivio preunitario di Barberino val d’Elsa  antichi e rari documenti, del 1500 e del 1800, che ripercorrono le tappe storiche dei due territori, uniti dal 1200 e separati da 125 anni.
“Partiamo dalla storia e dagli studi – affermano – che attestano le nostre antiche origini e il percorso che le comunità hanno vissuto insieme, legate per secoli, con l’intento di arrivare a delineare, al fianco dei cittadini coinvolti nel ruolo di protagonisti attivi e partecipi in questo percorso, una realtà più forte, destinata ad assumere un peso specifico maggiore nello scacchiere politico-istituzionale a livello regionale e nazionale. Vogliamo tornare uniti perché crediamo fortemente in questo progetto che punta a realizzare importanti economie di scala, a dare alla voce alle funzioni rappresentative del nostro territorio. Vogliamo tornare uniti per ottimizzare le funzioni, ridurre i costi della politica, abbassare la pressione fiscale. Il nuovo ente sarà in grado di risparmiare sul piano gestionale attraverso la razionalizzazione della spesa e l’eliminazione delle doppie funzioni. Saprà generare investimenti grazie ai 22 milioni di euro, spalmati in dieci anni, ottenuti dallo Stato e della Regione in virtù del processo di fusione. Saprà affrontare le sfide della contemporaneità mettendo in campo servizi mirati, consoni ai bisogni e interventi di prossimità,  un tema centrale del futuro del comune unico è la vicinanza e l’attenzione alle frazioni. La riunificazione renderà più funzionali ed efficienti gli uffici, le sedi rimarranno entrambe nei rispettivi territori, i front office e gli sportelli integrati saranno garantiti nel loro orario di apertura al pubblico”.

Il nuovo comune, nell’idea delle amministrazioni comunali, mira a rispondere alle necessità di sviluppo del territorio, mantenere alta la qualità della vita, migliorando i servizi, investendo sulla manutenzione, riqualificando i tessuti urbani, costruendo infrastrutture. In un territorio, caratterizzato da tanti centri, la forza su cui far leva è proprio la ricchezza delle diverse identità.
Frazioni più vicine e vivibili. “I benefici, i vantaggi e le ricadute positive  – aggiungono i primi cittadini – sull’economia e sulla qualità della vita in generale del nostro territorio saranno enormi, in caso di fusione. Non possiamo più pensare di camminare da soli; abbiamo bisogno di unità per avanzare più forti ed essere competitivi sul piano produttivo, turistico e promozionale. Abbiamo bisogno di manutenzioni, di una nuova stagione di interventi che risponda e sostenga il percorso di espansione e di ripresa economica, attestata dall’incremento del numero degli addetti nelle nostre zone industriali e dalle 311mila presenze turistiche, dato record, rilevato nel 2017, abbiamo bisogno di un nuovo Palazzetto dello Sport, di riportare le funzioni e le sedi nel centro storico di Barberino, di grandi opere di riqualificazione nelle frazioni. Abbiamo bisogno di completare le circonvallazioni dei capoluoghi e le altre arterie infrastrutturali, di realizzare la nuova scuola primaria di San Donato e i progetti di mobilità per attivare collegamenti necessari tra le frazioni e il capoluogo, utili e funzionali ai cittadini e ai visitatori, alla vita di comunità e alla promozione turistica e territoriale.Realizzeremo quelle opere che la divisione ci ha negato e porremo al centro del nostro progetto i servizi nelle frazioni”.

 

Le tappe della storia:

1200 Lega di San Donato con i pivieri di San Donato in Poggio, San Pietro in Bossolo, Sant’Appiano

1570 San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa riuniti nella podesteria dei due territori

1808 Napoleone sopprime la podesteria di Barberino e Tavarnelle e istituisce il Comune di Tavarnelle

1810 la restaurazione riporta la centralità amministrativa a Barberino Val d’Elsa, momento complesso in cui la vita commerciale economica aveva creato un fulcro nel tessuto urbano di Tavarnelle

1892-93 delibera di divisione dei due comuni.  Barberino Val d’Elsa chiede la separazione del capoluogo dalla sua frazione, Tavarnelle Val di Pesa.

Dall’archivio storico preunitario di Barberino Val d’Elsa sono stati estratti ed esposti per la prima volta, accessibili e consultabili, alcuni importanti documenti: gli Statuti della Podesteria di San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa 1570 e delibera del Consiglio comunale di Barberino Val d’Elsa del novembre 1892.

Nuovi strumenti e tempi del percorso di fusione:

I Comuni di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa hanno ottenuto dalla Regione Toscana un finanziamento finalizzato alla redazione del Piano Strutturale Intercomunale. Si tratta del primo documento urbanistico in cui troveranno spazio le visioni dei rispettivi territori, integrate ai fini della creazione di un’unica idea di futuro del nuovo ente.

E’ stata programmata per mercoledì 18 aprile alle ore 20:45, nell’auditorium della nuova scuola primaria di Barberino Val d’Elsa Andrea da Barberino, la seduta congiunta dei Consigli Comunali di Barberino e Tavarnelle, chiamati a deliberare sulla proposta di fusione delle amministrazioni comunali. La proposta che dà avvio alla costituzione della legge regionale sarà vagliata nei mesi successivi dalla Regione Toscana. I cittadini di Barberino e Tavarnelle saranno chiamati ad esprimersi sul percorso di fusione nella consultazione referendaria che si terrà ad ottobre 2018. Le amministrazioni comunali rimarranno in carica fino a dicembre 2018. Nel caso in cui sarà votata la fusione  il nuovo comune unico nascerà dal primo gennaio 2019.

 

Il lavoro delle Commissioni consiliari

Le commissioni di Barberino e Tavarnelle, presiedute da Francesco Grandi e Francesco Tomei, che affiancano le amministrazioni comunali nel percorso verso il comune unico, stanno portando avanti il loro lavoro con impegno e passione, nell’interesse delle comunità. “Stiamo lavorando bene insieme – dicono – in termini di confronto, di idee e condivisione, tante le questioni di cui si stiamo occupando, oltre alla definizione del nome Barberino Tavarnelle che abbiamo da poco deliberato con voto unanime, stiamo dedicando il nostro tempo, attraverso ricerche e studi,  allo stemma del nuovo Gonfalone e ai contenuti dello Statuto che non vuole limitarsi ad uno strumento formale ma deve contenere le anime dei due territori”.[:en]La storia di Barberino e Tavarnelle lancia un ponte verso il futuro.

Due amministrazioni, appartenenti a due diverse valli, la Pesa e la Valdelsa, che scelgono di tornare unite a distanza di oltre un secolo, avanza, guarda lontano verso il futuro e si realizza appunto nel processo di trasformazione che è insito nel corso mutevole della natura e della vita umana.
Una svolta epocale nella Toscana dei campanili. Era il 1 maggio 1893 quando Barberino e Tavarnelle, unico comune sin dal tredicesimo secolo, sancirono la loro scissione istituzionale e amministrativa.
Nel 2018, con una volontà e un impegno partiti circa quindici anni prima, accompagnati e alimentati costantemente da un percorso di gestioni associate con il conferimento di 39 funzioni prima e dall’istituzione dell’Unione comunale del Chianti fiorentino poi, i Comuni di Barberino e Tavarnelle mettono nuovamente al centro il progetto di una comunità unitaria.
Un modello di Toscana che rivive nella molteplicità dei suoi centri, delle sue frazioni, delle tante identità che costituiscono la ricchezza paesaggistica e ambientale del territorio. Il mosaico di una Toscana nella Toscana che produce sviluppo sostenibile, attiva servizi, genera opportunità culturali e crea manufatti di qualità. Questa l’idea che ha ispirato le amministrazioni comunali  che hanno dato il via ufficialmente il percorso di fusione per la creazione di un comune unico.

Ad illustrare gli obiettivi e le linee guida del progetto sono i sindaci Giacomo Trentanovi e David Baroncelli che hanno esposto per la prima volta, negli spazi dell’archivio preunitario di Barberino val d’Elsa  antichi e rari documenti, del 1500 e del 1800, che ripercorrono le tappe storiche dei due territori, uniti dal 1200 e separati da 125 anni.
“Partiamo dalla storia e dagli studi – affermano – che attestano le nostre antiche origini e il percorso che le comunità hanno vissuto insieme, legate per secoli, con l’intento di arrivare a delineare, al fianco dei cittadini coinvolti nel ruolo di protagonisti attivi e partecipi in questo percorso, una realtà più forte, destinata ad assumere un peso specifico maggiore nello scacchiere politico-istituzionale a livello regionale e nazionale. Vogliamo tornare uniti perché crediamo fortemente in questo progetto che punta a realizzare importanti economie di scala, a dare alla voce alle funzioni rappresentative del nostro territorio. Vogliamo tornare uniti per ottimizzare le funzioni, ridurre i costi della politica, abbassare la pressione fiscale. Il nuovo ente sarà in grado di risparmiare sul piano gestionale attraverso la razionalizzazione della spesa e l’eliminazione delle doppie funzioni. Saprà generare investimenti grazie ai 22 milioni di euro, spalmati in dieci anni, ottenuti dallo Stato e della Regione in virtù del processo di fusione. Saprà affrontare le sfide della contemporaneità mettendo in campo servizi mirati, consoni ai bisogni e interventi di prossimità,  un tema centrale del futuro del comune unico è la vicinanza e l’attenzione alle frazioni. La riunificazione renderà più funzionali ed efficienti gli uffici, le sedi rimarranno entrambe nei rispettivi territori, i front office e gli sportelli integrati saranno garantiti nel loro orario di apertura al pubblico”.

Il nuovo comune, nell’idea delle amministrazioni comunali, mira a rispondere alle necessità di sviluppo del territorio, mantenere alta la qualità della vita, migliorando i servizi, investendo sulla manutenzione, riqualificando i tessuti urbani, costruendo infrastrutture. In un territorio, caratterizzato da tanti centri, la forza su cui far leva è proprio la ricchezza delle diverse identità.
Frazioni più vicine e vivibili. “I benefici, i vantaggi e le ricadute positive  – aggiungono i primi cittadini – sull’economia e sulla qualità della vita in generale del nostro territorio saranno enormi, in caso di fusione. Non possiamo più pensare di camminare da soli; abbiamo bisogno di unità per avanzare più forti ed essere competitivi sul piano produttivo, turistico e promozionale. Abbiamo bisogno di manutenzioni, di una nuova stagione di interventi che risponda e sostenga il percorso di espansione e di ripresa economica, attestata dall’incremento del numero degli addetti nelle nostre zone industriali e dalle 311mila presenze turistiche, dato record, rilevato nel 2017, abbiamo bisogno di un nuovo Palazzetto dello Sport, di riportare le funzioni e le sedi nel centro storico di Barberino, di grandi opere di riqualificazione nelle frazioni. Abbiamo bisogno di completare le circonvallazioni dei capoluoghi e le altre arterie infrastrutturali, di realizzare la nuova scuola primaria di San Donato e i progetti di mobilità per attivare collegamenti necessari tra le frazioni e il capoluogo, utili e funzionali ai cittadini e ai visitatori, alla vita di comunità e alla promozione turistica e territoriale.Realizzeremo quelle opere che la divisione ci ha negato e porremo al centro del nostro progetto i servizi nelle frazioni”.

 

Le tappe della storia:

1200 Lega di San Donato con i pivieri di San Donato in Poggio, San Pietro in Bossolo, Sant’Appiano

1570 San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa riuniti nella podesteria dei due territori

1808 Napoleone sopprime la podesteria di Barberino e Tavarnelle e istituisce il Comune di Tavarnelle

1810 la restaurazione riporta la centralità amministrativa a Barberino Val d’Elsa, momento complesso in cui la vita commerciale economica aveva creato un fulcro nel tessuto urbano di Tavarnelle

1892-93 delibera di divisione dei due comuni.  Barberino Val d’Elsa chiede la separazione del capoluogo dalla sua frazione, Tavarnelle Val di Pesa.

Dall’archivio storico preunitario di Barberino Val d’Elsa sono stati estratti ed esposti per la prima volta, accessibili e consultabili, alcuni importanti documenti: gli Statuti della Podesteria di San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa 1570 e delibera del Consiglio comunale di Barberino Val d’Elsa del novembre 1892.

Nuovi strumenti e tempi del percorso di fusione:

I Comuni di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa hanno ottenuto dalla Regione Toscana un finanziamento finalizzato alla redazione del Piano Strutturale Intercomunale. Si tratta del primo documento urbanistico in cui troveranno spazio le visioni dei rispettivi territori, integrate ai fini della creazione di un’unica idea di futuro del nuovo ente.

E’ stata programmata per mercoledì 18 aprile alle ore 20:45, nell’auditorium della nuova scuola primaria di Barberino Val d’Elsa Andrea da Barberino, la seduta congiunta dei Consigli Comunali di Barberino e Tavarnelle, chiamati a deliberare sulla proposta di fusione delle amministrazioni comunali. La proposta che dà avvio alla costituzione della legge regionale sarà vagliata nei mesi successivi dalla Regione Toscana. I cittadini di Barberino e Tavarnelle saranno chiamati ad esprimersi sul percorso di fusione nella consultazione referendaria che si terrà ad ottobre 2018. Le amministrazioni comunali rimarranno in carica fino a dicembre 2018. Nel caso in cui sarà votata la fusione  il nuovo comune unico nascerà dal primo gennaio 2019.

 

Il lavoro delle Commissioni consiliari

Le commissioni di Barberino e Tavarnelle, presiedute da Francesco Grandi e Francesco Tomei, che affiancano le amministrazioni comunali nel percorso verso il comune unico, stanno portando avanti il loro lavoro con impegno e passione, nell’interesse delle comunità. “Stiamo lavorando bene insieme – dicono – in termini di confronto, di idee e condivisione, tante le questioni di cui si stiamo occupando, oltre alla definizione del nome Barberino Tavarnelle che abbiamo da poco deliberato con voto unanime, stiamo dedicando il nostro tempo, attraverso ricerche e studi,  allo stemma del nuovo Gonfalone e ai contenuti dello Statuto che non vuole limitarsi ad uno strumento formale ma deve contenere le anime dei due territori”.[:]

Bicci Di Lorenzo, da S.Maria del Fiore a UzzanoBicci Di Lorenzo, from S.Maria del Fiore to Uzzano

Bicci di Lorenzo, esponente di punta di una delle più prolifiche botteghe fiorentine, fu uno dei pittori più produttivi che operò in Firenze fra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento. Il padre, Lorenzo di Bicci, era anche lui rinomato pittore esponente di quella pittura tardo gotica che tanti capolavori ha lasciato nella Firenze trecentesca.
Non era certo facile farsi spazio nella pittura fiorentina di quell’epoca dominata dai grandi geni di Masaccio e Piero della Francesca.

L’esordio giovanile del pittore non si allontana molto dai modelli paterni e solo in seguito, con l’influsso di Lorenzo Monaco e Gentile da Fabriano seppe rivitalizzare la sua arte, che non è certo innovatrice. Tuttavia la sua pittura è piacevole ed incontra il gusto dei committenti che sempre più spesso mostrano di apprezzare i temi apertamente popolari che l’artista va proponendo, non solo a Firenze (dalla tavola dei Santi Cosma e Damiano in S.Maria del Fiore al tabernacolo del Canto alla Cuculia in S.Frediano) ma anche nel contado, anzi è soprattutto merito della sua prolifica bottega se la cultura pittorica della scuola fiorentina riuscì a raggiungere le più sperdute parrocchie del contado.

Molte sue opere ancora oggi si possono ammirare nel territorio circostante la città; ricordiamo il tabernacolo con la Madonna, il Bambini e Santi di Ponte a Greve rammentato anche dal Vasari; a S.Martino a Gangalandi affresca il bel tempietto del battistero con le storie di S.Martino, tema a lui caro che sarà ripreso anche nella tavola di S.Martino a Uzzano, oggi spostata nella chiesa di S.Croce a Greve.
Il trittico di Uzzano si presenta ancora oggi nella originale cornice gotica monocuspidata.

Nella parte centrale è rappresentata una classica ma delicata immagine della Vergine col Bambino, ai lati due coppie di Santi, fra cui il vescovo Donato cui è dedicata una chiesetta nelle vicinanze di Greti. Nella predella vi sono rappresentati episodi della vita del santo, in particolare va considerato quello celebre della donazione del mantello al povero; nella cuspide la Crocifissione.

Questa tavola ha sofferto, oltre lo spostamento dalla sede originaria, anche un furto (nell’agosto del 1979) che rischiò di farla scomparire per sempre dall’elenco delle opere d’arte del contado chiantigiano. Fortunatamente recuperata dalle forze dell’arma dei Carabinieri al confine con la Svizzera, fu poi restaurata e ricollocata nella chiesa di S.Croce a Greve dove ancora oggi può essere venerata e ammirata.Bicci di Lorenzo, the most important exponent from one of the most prolific workshops in Florence, was an extremely productive painter working in Florence between the late 14th century and the first half of the 15th century. His Casino En Ligne father, Lorenzo di Bicci, was also a famous painter of the typical late Gothic style that was to leave so many masterpieces in 14th century Florence.
With the painting in Florence dominated by the genius of Masaccio and Piero della Francesca, it was certainly not easy for a painter to make a name for himself in that period.

The early painting of the young artist was very similar to his father’s style and it was not until later, under the influence of Lorenzo Monaco and Gentile da Fabriano, that he discovered ways of introducing new vitality into his art, though he was never to be an innovative painter. However his work was extremely pleasing and easily met the tastes of his clients, who frequently showed their appreciation of the clearly popular subjects executed by the artist; this was not only in Florence (with the panel of the Saints Cosma and Damiano in S. Maria del Fiore and the tabernacle of the Canto alla Cuculia in S. Frediano), but also in the surrounding countryside: the painting culture of the Florentine school reached some of the most isolated parishes in the district, thanks to his prolific workshop.

Many of his works can still be admired in the country areas around the city; these include the tabernacle with the Madonna and Child with Saints at Ponte a Greve, also mentioned by Vasari: he also frescoed the pretty shrine in the baptistery of S. Martino a Gangalandi with stories of St. Martin, one of his favourite subjects, which he later repeated in the panel of S. Martino at Uzzano, now in the Church of S. Croce at Greve.

The Uzzano triptych still possesses its original single-cusped Gothic frame. The centre panel contains a classic but delicate painting of the Virgin and Child, with two pairs of Saints in the side panels, among them Bishop Donatus, to whom a small church is dedicated near Greti. The predella contains illustrations of episodes from the life of the saint, and the famous scene of the donation of the cloak to the poor man is certainly worth studying with care; the Crucifxion is in the cusp.

Apart from being taken away from its original setting, the panel was also stolen (in August 1979) and risked disappearing for ever from the list of the works of art in the Chianti countryside. Luckily the police discovered it on the Swiss border, it was then restored and hung in the church of S. Croce at Greve where it can still be worshipped and admired to this day.