Mar 13, 2016 | Da non perdere, Mugello | Val di Sieve
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di Nadia Fondelli – Esistono luoghi segreti. Non per scelta di esserlo, ma ci sono.
Uno dei tanti che in molti anni di “toscanauta” alla ricerca del bello nascosto della nostra terra l’ho scovato pochi giorni fa.
Il merito non è mio ma dell’amica e collaboratrice di lunga data Donella con cui condivido la passione della scoperta del bello nascosto.
Donella che avrete letto spesso fra queste pagine oltre ad essere un’artigiana sopraffina è anche una ricercatrice appassionata di fiori, piante, leggende e tradizioni toscane.
Storie che spesso si intrecciano.
Sull’onda lunga odorosa siamo arrivate così a Doccia: “il paese sulla collina” come lo definì nella sue cronache scolastiche la maestra Sara Cerrini Melauri che, negli anni’50 del Novecento si fece interprete del movimento di cooperazione educativa insieme ad altri interpreti quali Mario Lodi e Bruno Ciari.
Un insegnamento innovativo che, in epoca in cui le campagne si spopolavano, in controtendenza, insegnava il rispetto, la conoscenza e la valorizzazione del territorio.
Temi questi, sessant’anni dopo di “ritorno” e non credo sia un caso se, a incontrare Mara Fiesolani che con la sua associazione che si chiama proprio “il paese sulla collina” ha fatto rifiorire gli ideali della maestra Sara sia stata proprio Donella, certaldese come Bruno Ciari.
A Doccia, alte colline di Pontassieve con tanto verde e olivi, aria frizzantina e pura che scende giù dal monte Giovi è nato sulla scia dell’insegnamenti anche dell’altro maestro Ilario Filippi a cui è intestato un giardino botanico.
Un piccolo scrigno verde nato dietro la pieve di Sant’Andrea a Doccia “come atto d’amore per la nostra terra” ci racconta Mara Fiesolani quando, con orgoglio e simpatia aprendoci il cancello del giardino ci schiude un mondo odoroso che sa di passione e amore.
Mara e l’altra amica Camilla guardano e accarezzano ogni fiore, annusano ogni pianticella, si emozionano davanti a una gemma e un piccolo fiorellino.
Le colline di Pontassieve hanno la fortuna di avere questa piccola-grande meraviglia che racchiude le tipicità erbacee della zona grazie all’impegno profuso dall’associazione e il supporto scientifico del Museo di storia naturale di Firenze, ma l’amore profondo di Mara, Cammilla e gli altri associati è la marcia in più.
“Promuovere un territorio vuol dire amarlo e conservarlo” racconta Mara e lei e le altre amiche è certo che amano il loro paese sulla collina e il loro piccolo-grande giardino segreto dove per altro è, unico esempio in Toscana, anche l’aiuola di Ildegarda di Binden costruita a spirale come suggerito dalla santa, musicista, artista, naturista, filosofa e consigliera politica niente di meno che di Federico Barbarossa che era certa che l’aiuola a spirale suggerisse un’idea di tensione verso l’alto e verso Dio.
Visitabile tutti i sabato pomeriggio da aprile oppure a richiesta contattando: ilpaesesullacollina@yahoo.it[:en]
di Nadia Fondelli – Esistono luoghi segreti. Non per scelta di esserlo, ma ci sono.
Uno dei tanti che in molti anni di “toscanauta” alla ricerca del bello nascosto della nostra terra l’ho scovato pochi giorni fa.
Il merito non è mio ma dell’amica e collaboratrice di lunga data Donella con cui condivido la passione della scoperta del bello nascosto.
Donella che avrete letto spesso fra queste pagine oltre ad essere un’artigiana sopraffina è anche una ricercatrice appassionata di fiori, piante, leggende e tradizioni toscane.
Storie che spesso si intrecciano.
Sull’onda lunga odorosa siamo arrivate così a Doccia: “il paese sulla collina” come lo definì nella sue cronache scolastiche la maestra Sara Cerrini Melauri che, negli anni’50 del Novecento si fece interprete del movimento di cooperazione educativa insieme ad altri interpreti quali Mario Lodi e Bruno Ciari.
Un insegnamento innovativo che, in epoca in cui le campagne si spopolavano, in controtendenza, insegnava il rispetto, la conoscenza e la valorizzazione del territorio.
Temi questi, sessant’anni dopo di “ritorno” e non credo sia un caso se, a incontrare Mara Fiesolani che con la sua associazione che si chiama proprio “il paese sulla collina” ha fatto rifiorire gli ideali della maestra Sara sia stata proprio Donella, certaldese come Bruno Ciari.
A Doccia, alte colline di Pontassieve con tanto verde e olivi, aria frizzantina e pura che scende giù dal monte Giovi è nato sulla scia dell’insegnamenti anche dell’altro maestro Ilario Filippi a cui è intestato un giardino botanico.
Un piccolo scrigno verde nato dietro la pieve di Sant’Andrea a Doccia “come atto d’amore per la nostra terra” ci racconta Mara Fiesolani quando, con orgoglio e simpatia aprendoci il cancello del giardino ci schiude un mondo odoroso che sa di passione e amore.
Mara e l’altra amica Camilla guardano e accarezzano ogni fiore, annusano ogni pianticella, si emozionano davanti a una gemma e un piccolo fiorellino.
Le colline di Pontassieve hanno la fortuna di avere questa piccola-grande meraviglia che racchiude le tipicità erbacee della zona grazie all’impegno profuso dall’associazione e il supporto scientifico del Museo di storia naturale di Firenze, ma l’amore profondo di Mara, Cammilla e gli altri associati è la marcia in più.
“Promuovere un territorio vuol dire amarlo e conservarlo” racconta Mara e lei e le altre amiche è certo che amano il loro paese sulla collina e il loro piccolo-grande giardino segreto dove per altro è, unico esempio in Toscana, anche l’aiuola di Ildegarda di Binden costruita a spirale come suggerito dalla santa, musicista, artista, naturista, filosofa e consigliera politica niente di meno che di Federico Barbarossa che era certa che l’aiuola a spirale suggerisse un’idea di tensione verso l’alto e verso Dio.
Visitabile tutti i sabato pomeriggio da aprile oppure a richiesta contattando: ilpaesesullacollina@yahoo.it[:]
Mar 23, 2013 | Arte e cultura
di Nicoletta Curradi – La Manifattura Ginori fu fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori a Doccia, presso Sesto Fiorentino era allora modernissima.
Come afferma Cristina Acidini, Soprintendente al Polo Museale Fiorentino, la fabbrica fu impiantata in singolare e certo non programmata coincidenza con l’anno della morte di Gian Gastone de’ Medici, ultimo granduca della sua stirpe, quasi a segnare l’inaugurazione simbolica di una nuova era che sotto i Lorena, e specialmente sotto Pietro Leopoldo, avrebbe visto affermarsi in Toscana la crescita imprenditoriale e tecnologica.
Se i Medici dal tempo del principe Francesco, in pieno XVI secolo, erano riusciti a produrre una sperimentale pseudo-porcellana, sarebbe toccato ai Ginori importare in Toscana, nella scia delle più avanzate manifatture europee, la tecnica dell’autentica porcellana orientale.
Il cambiamento che l’avvento di Napoleone portò nel governo della Toscana ebbe i suoi riflessi nelle discipline artistiche fin dal regno di Etruria (1801-1807) con Luisa di Borbone Parma, ma soprattutto negli anni della presenza di Elisa Baciocchi, la quale, sorella di Napoleone, dapprima principessa di Lucca e Piombino dal 1805 al 1809 e poi granduchessa di Toscana dal 1809al 1814, promosse un rinnovato interesse per le arti di cui da tempo si sentiva la mancanza.
Il suo mecenatismo non soltanto richiamò a Firenze scultori, pittori e musicisti, ma sostenne anche le industrie artigiane toscane, incentivando la lavorazione della seta, della mobilia e della porcellana. In questo rinnovato fervore artistico, la Manifattura di Doccia occupò un posto di rilievo, accogliendo importanti influssi francesi sia nella ricerca delle forme che nei moduli decorativi.
In particolare, la Manifattura, sotto l’illuminata direzione di Carlo Leopoldo Ginori Lisci (1792-1838) fu partecipe di importanti innovazioni tecniche e stilistiche provenienti dalla Francia, creando una tipologia decorativa che rimase in voga fino a tutto il terzo decennio del XIX secolo.L’influenza dello stile impero francese continuò infatti con il ritorno a Firenze di Ferdinando III di Asburgo Lorena che, rientrato dal suo esilio a Würzburg, ebbe modo di integrare le raccolte granducali con le porcellane di Sèvres donategli da Napoleone Bonaparte.
L’arrivo di queste importanti donazioni di porcellana influenzò molto lo sviluppo artistico della manifattura Ginori, che, durante la prima Restaurazione lorenese, non solo copiò alcuni di questi modelli, ma perfezionò la sua produzione grazie all’intenso scambio con le manifatture francesi, in particolare con Sèvres diretta da Alexandre Brongniart.
Artisti stranieri, come Jean David, Joseph de Germain e Abraham Constantin, abilissimi nella riproduzione su porcellana delle opere delle antiche Gallerie Fiorentine e chiamati a formare giovani pittori della manifattura come Giuseppe Baldassini e Giovanni Fanciullacci, contribuirono ad un ulteriore innalzamento della qualità della manifattura.
Ricorrono nel 2013 i 40 anni del Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti e il Polo Museale Fiorentino ha allestito fino al 23 giugno prossimo, nel Museo degli Argenti a Firenze, la mostra “Lusso ed eleganza. La porcellana francese a Palazzo Pitti e la Manifattura Ginori (1800-1830)”, in cui si possono ammirare per la prima volta quasi tutte le sorprendenti placche dipinte dal ginevrino Abraham Constantin (1785-1855).
Su queste lastre di porcellana l’artista propose copie di opere di antichi e pregevoli maestri quali Raffaello, Tiziano, Carlo Dolci, Andrea del Sarto, Ludovico Cigoli.
In mostra vi sono circa 150 opere, 20 delle quali inedite, prestate da musei di tutta Europa, come la serie di piatti destinati al Kedivé d’Egitto e commissionati alla Ginori negli anni 1822-1824 dal granduca Leopoldo II per ringraziare il Kedivé per il suo dono di una giraffa, tutt’ora conservata alla Specola di Firenze; la teiera e il vassoio donati da Napoleone a Elisa Bonaparte nel 1813, oggi riuniti; il tavolo del Re Ludovico I di Borbone, re di Etruria, inviato da Napoleone per la nuova coppia regnante che al suo arrivo a Firenze trovò la Reggia di Palazzo Pitti, disadorna e carente di arredi, suppellettili e stoviglie.
E’ senza dubbio una mostra celebrativa della Manifattura di Doccia, l’unico contributo che il mondo dell’arte può offrire, in questo momento di grave crisi dell’azienda, della quale è stato dichiarato il fallimento il 7 gennaio scorso.
La prima sala, quella di Giovanni da San Giovanni , come ci ricorda Maria Sframeli, Direttrice del Museo degli Argenti, è la stessa che aveva accolto, il 3 ottobre 1809, il pranzo offerto in occasione della premiazione dell’Accademia, cui parteciparono Canova, Benvenuti e i giovani premiati, che non poterono però essere serviti nei magnifici piatti blu e oro di Sèvres che giunsero in dono solo l’anno dopo.
Dal 2003 esiste l’Associazione Amici di Doccia, presieduta da Lionardo Lorenzo Ginori Lisci: senza fini di lucro essa ha cercato di creare un centro di ricerca sull’antica porcellana della Manifattura di Doccia, per approfondirne gli studi e promuoverne la conoscenza in Italia e all’estero, tramite mostre, incontri e scambi culturali tra musei ed associazioni affini. Il suo intento è quello di creare un filo diretto tra i soci dando vita ad una rete di conoscenze che arricchisca l’approfondimento dei molteplici aspetti della produzione di Doccia.
E’ notizia recente il fatto che l’asta per la vendita della Manifattura, che ha un disavanzo di 30 milioni di Euro. è andata sfortunatamente deserta. Si addensano quindi nubi oscure sul futuro dell’azienda e sui suoi 314 dipendenti che hanno esposto sotto la pioggia battente lenzuoli bianchi con centinaia di firme di solidarietà. L’allungamento dei tempi della vendita porterà alla perdita di quote di mercato e all’impoverimento del marchio. I lavoratori chiedono di riaccendere il forno principale e di riprendere al più presto la produzione. “La Ginori deve vivere!”by Nicoletta Curradi – The Ginori Manufactory was founded in how effective generic cialis journal 1737 by the Marquis Carlo Ginori in Bath, near Sesto Fiorentino was then modern.
As stated Cristina Acidini, Superintendent of the State Museums of Florence, the factory was established at an unusual and certainly not planned to coincide with the year of the death of Gian Gastone de ‘Medici, Grand Duke last of his race, as if to mark the inauguration of a symbolic new era under the Lorraine, and especially under Pietro Leopoldo in Tuscany have witnessed the emergence of entrepreneurial growth and technological innovation.
If the Doctors from the time of Prince Francesco, in the middle of the sixteenth century, were able to produce a pseudo-experimental porcelain, would have had to import Ginori in Tuscany, in the wake of the most advanced European manufacturers, the technique of authentic Oriental porcelain.
The change that the advent of Napoleon led the government of Tuscany had its reflections in the arts since the kingdom of Etruria (1801-1807) with Luisa of Bourbon-Parma, but above all in the presence of Elisa Baciocchi, which, sister Napoleon’s first Princess of Lucca and Piombino from 1805 to 1809 and later Grand Duchess of Tuscany from 1809al 1814, promoted a renewed interest in the arts by which time he missed.
His patronage not only called to Florence sculptors, painters and musicians, but also supported the Tuscan craft industries, encouraging the production of silk, furniture and porcelain. In this renewed artistic fervor, the Doccia occupied a prominent place, welcoming French influences is important in the search for shapes in decorative forms.
In particular, the Manufacture, under the enlightened direction of Carlo Ginori Lisci Leopold (1792-1838) was partaker of important technical and styling innovations from France, creating a type of decoration that remained in vogue until the third decade of the nineteenth century . The influence of the French Empire style continued in fact to return to Florence by Ferdinand III of Habsburg-Lorraine who returned from exile in Würzburg, he was able to integrate the ducal collections with Sèvres porcelain given to him by Napoleon Bonaparte.
The arrival of these important donations porcelain greatly influenced the artistic development of the Ginori factory, which, during the first Restoration Lorraine, not only copied some of these models, but perfected his production through intensive exchange with the French factories, in particular Sèvres directed by Alexandre Brongniart.
Foreign artists, such as Jean David, Joseph and Abraham Germain de Constantin, skilled at playing on porcelain works of the ancient Florentine Galleries and called to train young painters manufacturing as Joseph and John Baldassini Fanciullacci, contributed to a further increase in the quality of workmanship.
Occur in 2013, the 40th anniversary of the Porcelain Museum of Palazzo Pitti and the Museums of Florence has set up until 23 June, the Museo degli Argenti in Florence, the exhibition “Luxury and elegance. Porcelain French Pitti Palace and the Manufacture Ginori (1800-1830) “, in which you can see for the first time almost all the amazing plates painted by Abraham Constantin Geneva (1785-1855).
On these plates porcelain artist suggested copies of works of ancient and valuable masters such as Raphael, Titian, Carlo Dolci, Andrea del Sarto, Ludovico Cigoli.
On display there are over 150 works, 20 of which are new, provided by museums all over Europe, such as the series of food for the Khedive of Egypt, commissioned the Ginori in the years 1822-1824 by Grand Duke Leopold II to thank for the Khedive His gift of a giraffe, which is still preserved at the Observatory of Florence, the teapot and tray donated by Napoleon Bonaparte in 1813 to Elisa, met today and the table of King Ludwig I of Bourbon, king of Etruria, sent by Napoleon to the new royal couple that he found on his arrival in Florence, the Palace of the Pitti Palace, plain and lacking in furnishings and crockery.
And ‘no doubt an exhibition celebrating the Doccia, the only contribution that the art world has to offer, in this moment of crisis the company, which was declared bankrupt on January 7.
The first room, the one by Giovanni da San Giovanni, as we are reminded Maria Sframeli, Director of the Museo degli Argenti, is the same that had accepted October 3, 1809, the lunch offered at the Academy Awards, which was attended by Canova, Welcome and young winners, but who could not be served in the magnificent blue and gold plates of Sevres, which came as a gift only a year later.
Since 2003 there is the Friends of Bath, chaired by Lionardo Lorenzo Ginori Lisci: non-profit, it sought to create a research center on the ancient porcelain Doccia in order to deepen their studies and promote knowledge in Italy and abroad through exhibitions, meetings and cultural exchanges between museums and similar associations. His aim is to create a direct link between members, creating a network of knowledge that enriches the study of the many aspects of the production of Shower.
It ‘recent news that the auction for the sale of the factory, which has a deficit of 30 million euros. unfortunately has been deserted. Then dark clouds are gathering on the future of the company and its 314 employees who have exhibited in the pouring rain white sheets with hundreds of signatures of solidarity. The lengthening of the time of the sale will result in the loss of market share and the impoverishment of the brand. The workers are demanding to turn the main oven and resume production as soon as possible. “The Ginori must live!”