2018: Firenze e il Mugello diventano rosa

[:it]20160130_132043di redazione – Dopo l’aggiudicazione del Mondiale le Donne in Rosa, impegnate nell’organizzazione del Dragon Boat Festival  2018, da oggi hanno anche un logo, la mascotte e casa all’interno del Coni delegazione di Firenze.

E’ uno di quegli eventi che fanno strusciare le mani di orgoglio l’aggiudicazione da parte di Firenze e della sua provincia di quello che è di fatto il campionato del mondo di Dragon Boat delle donne operate di tumore al seno.
Un orgoglio perché è la prima volta che il mondiale sbarca di qua dall’oceano e Firenze è la prima città d’Europa ad avere la possibilità di ospitare questo evento che definire solo sportivo è riduttivo.

Sarà il lago di Bilancino, da un anno divenuto proprietà della regione e finalmente uscito dal suo letargico isolamento, ad ospitare nelle sue acque oltre 100 dragoni provenienti da ogni dove.
Un occasione da non perdere anche per valorizzare questo meraviglioso angolo di Mugello che non è solo autodromo con un qualcosa che non è solo sportivo, ma anche sociale.

“Quello che era nato come invaso di Bilancino, non a caso è divenuto anche nella denominazione lago di Toscana – afferma Eugenio Giani delegato Coni e presidente del consiglio regionale – è per la sua bellezza e adattabilità ideale per manifestazioni sportive.  Con questo evento finalmente, la regione che da poco lo ha acquisito intende  valorizzare il meglio dello sport, della natura e del sociale che siamo in grado di offrire ani nostri ospiti”.

L’occasione della presentazione del logo e della mascotte vincenti per concorso e che rappresenteranno l’evento è stato anche l’occasione per ribadire forte da parte dell’assessore alla salute Stefania Saccardi che “le donne in rosa e il loro festival non sono solo un evento sportivo ma anche sociale molto importante” mentre per l’assessore allo sport del comune di Firenze Andrea Vannucci  “c’è tanto entusiasmo e voglia di fare intorno a questo festival. Lo stesso entusiasmo che le Dragon Lady con il loro essere un inno alla vita trasmettono sempre”.

La presidente della commissione sport del comune di Firenze, Maria Federica Giuliani che fin dalla loro nascita segue le donne in rosa di cui è di fatto una madrina l’entusiasmo lo dimostra guardando in faccia dritte le “sue” donne in rosa e affermando che: “loro sono squadra. Loro hanno trasformato quello che è iniziato come un percorso di riabilitazione in qualcosa di sportivo ma anche di molto più profondo.  Sono una squadra vincente non solo nella vita ma anche nello sport e rappresentano la forza delle donne.

Firenze e la Toscana si sono aggiudicate il festival fra le lacrime di commozione del comitato internazionale davanti alle nostre bellezze.
Ci attende una grande responsabilità, l’allegria di una Toscana tutta rosa e oltre 4000 persone previste che sbarcheranno qua per vedere il bello e il buono che siamo in grado di regalare.[:en]20160130_132043di redazione – Dopo l’aggiudicazione del Mondiale le Donne in Rosa, impegnate nell’organizzazione del Dragon Boat Festival  2018, da oggi hanno anche un logo, la mascotte e casa all’interno del Coni delegazione di Firenze.

E’ uno di quegli eventi che fanno strusciare le mani di orgoglio l’aggiudicazione da parte di Firenze e della sua provincia di quello che è di fatto il campionato del mondo di Dragon Boat delle donne operate di tumore al seno.
Un orgoglio perché è la prima volta che il mondiale sbarca di qua dall’oceano e Firenze è la prima città d’Europa ad avere la possibilità di ospitare questo evento che definire solo sportivo è riduttivo.

Sarà il lago di Bilancino, da un anno divenuto proprietà della regione e finalmente uscito dal suo letargico isolamento, ad ospitare nelle sue acque oltre 100 dragoni provenienti da ogni dove.
Un occasione da non perdere anche per valorizzare questo meraviglioso angolo di Mugello che non è solo autodromo con un qualcosa che non è solo sportivo, ma anche sociale.

“Quello che era nato come invaso di Bilancino, non a caso è divenuto anche nella denominazione lago di Toscana – afferma Eugenio Giani delegato Coni e presidente del consiglio regionale – è per la sua bellezza e adattabilità ideale per manifestazioni sportive.  Con questo evento finalmente, la regione che da poco lo ha acquisito intende  valorizzare il meglio dello sport, della natura e del sociale che siamo in grado di offrire ani nostri ospiti”.

L’occasione della presentazione del logo e della mascotte vincenti per concorso e che rappresenteranno l’evento è stato anche l’occasione per ribadire forte da parte dell’assessore alla salute Stefania Saccardi che “le donne in rosa e il loro festival non sono solo un evento sportivo ma anche sociale molto importante” mentre per l’assessore allo sport del comune di Firenze Andrea Vannucci  “c’è tanto entusiasmo e voglia di fare intorno a questo festival. Lo stesso entusiasmo che le Dragon Lady con il loro essere un inno alla vita trasmettono sempre”.

La presidente della commissione sport del comune di Firenze, Maria Federica Giuliani che fin dalla loro nascita segue le donne in rosa di cui è di fatto una madrina l’entusiasmo lo dimostra guardando in faccia dritte le “sue” donne in rosa e affermando che: “loro sono squadra. Loro hanno trasformato quello che è iniziato come un percorso di riabilitazione in qualcosa di sportivo ma anche di molto più profondo.  Sono una squadra vincente non solo nella vita ma anche nello sport e rappresentano la forza delle donne.

Firenze e la Toscana si sono aggiudicate il festival fra le lacrime di commozione del comitato internazionale davanti alle nostre bellezze.
Ci attende una grande responsabilità, l’allegria di una Toscana tutta rosa e oltre 4000 persone previste che sbarcheranno qua per vedere il bello e il buono che siamo in grado di regalare.[:]

Mugello: I mondiali delle donne in rosa a Firenze e Bilancino

[:it]Dragonladydi Nadia Fondelli – A chi non è capitato almeno una volta, passeggiando sui lungarni, di vedere in Arno una strana barca con venti vogatori che procede al ritmo di un tamburino?
Se l’avete osservata bene quella barca con la testa di un dragone in prua ha un equipaggio totalmente di rosa vestito. Sono tutte donne e avanzano decise solcando le acque sul loro Dragon Boat pluridecorato.
Sono lo squadrone delle Lilt Florence Dragon Lady che, grazie al loro medagliere sono riuscite nella non facile impresa di far aggiudicare a Firenze il festival mondiale delle Dragon Lady 2018.
Se stessimo parlando di calcio la notizia sarebbe da otto colonne, ma siccome trattasi di altro sport la stessa è passata un po’ sotto traccia nei quotidiani.
Firenze e il Mugello con il lago di Bilancino  ospiteranno un appuntamento dai numeri incredibili; basti solo dire che, nell’edizione precedente del 2014 svoltatasi nel bacino di Sarasota in Florida, oltre 100 sono stati gli equipaggi partecipanti a rappresentare 9 paesi per un totale di circa 3000 donne operate al seno a vogare.
Ma chi sono queste donne speciali?
Sono delle vincenti della vita e dello sport che praticano questa disciplina nata nel 1996 come forma di riabilitazione a seguito dell’intuizione  del medico statunitense Dr. Mckenzie che, in contrasto con le teorie del periodo, ha scoperto che il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio naturale favorendo la prevenzione del linfedema.
E da quel 1996 tanta strada è stata percorsa. Nel 2003 è nata a Roma la prima squadra italiana e il 14 febbraio del 2006 è nato lo squadrone fiorentino.
San Valentino ha sancito l’amore della città per le sue dragon lady. Oltre 200 le donne – dai 30 agli 80 anni – che in questi anni si sono alternate alla pagaia e circa 50 quelle che oggi fanno parte della squadra gigliata imbattibile fra i confini nazionali.
Faremo il tifo per loro al mondiale del 2018, ma facciamolo sempre, ogni volta che le vediamo procedere in Arno al ritmo del tamburo semplicemente perché, oltre al rappresentare il bello e il buono dello sport loro sono molto di più.
Sono l’entusiasmo, la forza interiore, il senso di squadra, il cuore, la vita e la certezza che una buona cultura della prevenzione passa attraverso esempi virtuosi.[:en]Dragonladydi Nadia Fondelli – A chi non è capitato almeno una volta, passeggiando sui lungarni, di vedere in Arno una strana barca con venti vogatori che procede al ritmo di un tamburino?
Se l’avete osservata bene quella barca con la testa di un dragone in prua ha un equipaggio totalmente di rosa vestito. Sono tutte donne e avanzano decise solcando le acque sul loro Dragon Boat pluridecorato.
Sono lo squadrone delle Lilt Florence Dragon Lady che, grazie al loro medagliere sono riuscite nella non facile impresa di far aggiudicare a Firenze il festival mondiale delle Dragon Lady 2018.
Se stessimo parlando di calcio la notizia sarebbe da otto colonne, ma siccome trattasi di altro sport la stessa è passata un po’ sotto traccia nei quotidiani.
Firenze e il Mugello con il lago di Bilancino  ospiteranno un appuntamento dai numeri incredibili; basti solo dire che, nell’edizione precedente del 2014 svoltatasi nel bacino di Sarasota in Florida, oltre 100 sono stati gli equipaggi partecipanti a rappresentare 9 paesi per un totale di circa 3000 donne operate al seno a vogare.
Ma chi sono queste donne speciali?
Sono delle vincenti della vita e dello sport che praticano questa disciplina nata nel 1996 come forma di riabilitazione a seguito dell’intuizione  del medico statunitense Dr. Mckenzie che, in contrasto con le teorie del periodo, ha scoperto che il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio naturale favorendo la prevenzione del linfedema.
E da quel 1996 tanta strada è stata percorsa. Nel 2003 è nata a Roma la prima squadra italiana e il 14 febbraio del 2006 è nato lo squadrone fiorentino.
San Valentino ha sancito l’amore della città per le sue dragon lady. Oltre 200 le donne – dai 30 agli 80 anni – che in questi anni si sono alternate alla pagaia e circa 50 quelle che oggi fanno parte della squadra gigliata imbattibile fra i confini nazionali.
Faremo il tifo per loro al mondiale del 2018, ma facciamolo sempre, ogni volta che le vediamo procedere in Arno al ritmo del tamburo semplicemente perché, oltre al rappresentare il bello e il buono dello sport loro sono molto di più.
Sono l’entusiasmo, la forza interiore, il senso di squadra, il cuore, la vita e la certezza che una buona cultura della prevenzione passa attraverso esempi virtuosi.[:]