Mag 12, 2023 | Enogastronomia, Territori
Maggio è un mese speciale per gli amanti delle ciliegie, poiché rappresenta il periodo in cui queste gustose e succose bacche raggiungono la loro piena maturazione.
In Italia, ci sono diverse località rinomate per la produzione di ciliegie di alta qualità e doc. Ecco allora il nostro viaggio attraverso le capitali italiane delle ciliegie che non solo ci permette di assaporare i deliziosi frutti, ma ci offre anche l’opportunità di immergerci nella cultura e nelle bellezze naturali di queste località. Scopriamo insieme queste località seguendo il sapore di questo frutto di stagione.
1 – Vignola (Emilia Romagna)
Situata in Emilia-Romagna, Vignola è sicuramente la località più famosa per le sue ciliegie che portano il nome del paese e sono conosciute per la loro dolcezza e la consistenza succosa.
In realtà però sono numerose le varietà che si producono in loco come il piccolo Moro di Vignola o il corposo Durone Nero.
La zona di produzione della Ciliegia di Vignola IGP interessa alcuni comuni in provincia Modena e Bologna situati dai 30 fino ai 950 metri s.l.m.
Nel comune di Vignola, in provincia di Modena, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno si organizzano spesso anche delle raccolte fai-da-te.
La Ciliegia di Vignola IGP si trova anche sulle colline bolognesi della Valle del torrente Samoggia, per esempio lungo i sentieri che partono da Zola Predosa.
Durante il mese la città organizza anche l’annuale “Sagra delle Ciliegie”, una festa tradizionale dedicata dove si possono gustare i frutti appena raccolte, partecipare a degustazioni, visite guidate alle piantagioni e scoprire le tecniche di coltivazione tramandate da generazioni.
Non dimenticate di visitare il suggestivo Castello di Vignola, che domina il paesaggio circostante.
2 – Cellano (Lazio)
Spostandoci nel Lazio, incontriamo Celleno noto come “paese delle ciliegie”, un pittoresco borgo noto per la produzione della varietà “Cellina”.
Queste ciliegie si distinguono per il loro sapore dolce e l’intenso colore rosso.
Durante il mese di maggio, Celleno celebra la “Sagra delle Ciliegie di Celleno”, un evento che attira visitatori da tutto il centro Italia nel paese.
Si potrà passeggiare per le strade medievali del centro storico, partecipare a spettacoli culturali e assaggiare una vasta gamma di prodotti a base di ciliegie, come marmellate, dolci e liquori.
Da non perdere la vista panoramica dalla Rocca Farnese, che offre uno sguardo mozzafiato sulla valle sottostante.
3 – Murgia (Puglia)
Scendiamo lungo la Penisola e fermiamoci nella splendida Puglia dov’è la regione della Murgia che vanta una ricca produzione di ciliegie.
Le ciliegie della Murgia si distinguono per la loro dolcezza e la consistenza succosa.
Questa zona è famosa oltreché per le sue ciliegie anche per i vasti uliveti, i trulli caratteristici e i paesaggi mozzafiato.
Durante il mese di maggio,si possono visitare le fattorie locali e partecipare alla raccolta delle ciliegie fresche direttamente dagli alberi.
Indimenticabile una passeggiata tra i suggestivi panorami della Murgia e lasciandosi conquistare dalla bontà delle ciliegie locali.
4 – Marostica (Veneto)
Situata in Veneto, Marostica è un’altra località italiana che si distingue per la sua produzione di ciliegie. Qui, le ciliegie . le prime in Italia ad avere ottenuto il marchio di Indicazione Geografica Protetta sono coltivate con cura e dedizione e il risultato è un frutto dalla forma quasi perfettamente rotonda, dalla polpa succosa e molto soda e dal sapore unico.
La zona di produzione e di raccolta comprende diversi territori nella provincia di Vicenza: Salcedo, Fara Vicentino, Breganze, Mason, Molvena, Pianezze e Maro.
Oltre alle deliziose ciliegie, Marostica è famosa per la sua piazza degli scacchi, dove ogni due anni si svolge una rappresentazione vivente di una partita su una scacchiera gigante.
5 – Ciliegie dell’Etna (Sicilia)
Provenienti dalle pendici dell’iconico vulcano siciliano, le ciliegie dell’Etna sono una vera delizia.
La loro coltivazione beneficia delle proprietà vulcaniche del terreno che conferiscono alle ciliegie un sapore intenso e una consistenza succosa.
Le ciliegie dell’Etna sono spesso raccolte a mano da agricoltori locali, che lavorano con passione per preservare la qualità del frutto.
Durante il mese di maggio, puoi visitare le piantagioni e partecipare alla raccolta delle ciliegie, sperimentando di persona l’autenticità di questa pregiata varietà.
Croccante all’esterno, dolce all’interno e dalla bassa acidità, la Ciliegia dell’Etna Dop sicontraddistingue per i lunghi tempi di maturazione e quindi è più facile da trovare a giugno e a luglio, piuttosto che a maggio.
Alle falde dell’Etna è possibile trovare dei ciliegi anche a 1.200 metri, il che è molto raro in altre parti d’Italia. La zona di coltivazione è solitamente caratterizzata da suoli che evolvono su substrati di origine vulcanica.
Per trovare la Ciliegia dell’Etna Dop è necessario recarsi presso i comuni di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Milo e Zafferana Etnea.
6 – Durone nero dell’Anella (Emilia Romagna)
Il Durone Nero dell’Anella è una varietà di ciliegia coltivata principalmente in Emilia-Romagna.
Questa ciliegia si contraddistingue per la sua grandezza, la polpa croccante e il sapore dolce e leggermente acidulo che la rendono perfetta per preparare deliziose confetture.
È un’antica varietà italiana diffusa nel bolognese e che solitamente fiorisce tardi rispetto alle ciliegie comuni e solitamente fiorisce tardi rispetto alle ciliegie comuni.
7 – Durona nero del Monte (Campania)
Il Durone del Monte è una varietà di ciliegia tipica della Campania. Questa ciliegia è apprezzata per il suo sapore intenso e il colore rosso brillante.
La zona vesuviana, alle pendici del Monte Somma, è famosa per la Durona Del Monte, conosciuta per la sua buccia di colore giallo-rosato su un lato e rosso scuro dall’altro.
Il territorio interessato alla raccolta e alla produzione è compreso in alcuni comuni del Parco Nazionale del Vesuvio: Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, S. Anastasia e Somma Vesuviana.
8 – Ciliegia di Lari (Toscana)
La Ciliegia di Lari è una varietà di ciliegia coltivata in Toscana apprezzata per la sua dolcezza e il sapore aromatico.
Lari piccola frazione del comune di Casciana Terme è situata in provincia di Pisa ed è nota per la sua produzione di questa pregiata varietà di ciliegia.
In tutto il territorio ci sono circa 6000 piante curate con amore dagli agricoltori locali che hanno salvato la maggior parte delle sotto-varietà della Ciliegia di Lari (molto dolce e dal colore chiaro) dall’estinzione.
9 – More di Cazzano (Veneto)
Le More di Cazzano sono ciliegie selvatiche fra le più grandi d’Italia e appartengono alla categoria dei duroni. Sono piccole e dal sapore intenso e leggermente acidulo, colore scuro, una buccia spessa e un sapore molto intenso. Si trovano nel veronese, più precisamente nella zona della Valle di Illasi e della Valle di Cazzano di Tramigna, nella frazione di Campiano.
Dic 12, 2022 | il Fuori Toscana
Una nuova immagine, un nuovo percorso di valorizzazione e un nuovo corso per la Pera dell’Emilia Romagna IGP, uno dei prodotti a indicazione geografica protetta di riferimento per l’Italia che, grazie a un progetto di rilancio voluto fortemente dagli aderenti al Consorzio di Tutela, è pronto a entrare nelle case degli italiani con una consapevolezza diversa.
«Un atto dovuto per uno dei frutti più importanti nella dieta degli italiani che, nonostante la sua qualità distintiva, non ha finora beneficiato di un giusto processo di valorizzazione – spiega il presidente del Consorzio di Tutela, Mauro Grossi –. L’obiettivo di questo percorso è creare valore al prodotto attraverso l’indicazione geografica, collaborando con le marche della grande distribuzione, per esempio, ma anche arrivando direttamente al consumatore finale attraverso una adeguata campagna di comunicazione e promozione. A questo proposito – conclude – l’altra grande novità è quella di aver proposto una segmentazione del prodotto, con l’introduzione nel mercato della top quality “Selezione”, in affiancamento allo standard previsto dal disciplinare IGP».
La Pera dell’Emilia Romagna IGP: un modello economico in crescita costante
In media il 70% delle pere italiane, infatti, proviene da questa regione: grazie al loro elevato standard qualitativo e di produzione, vengono apprezzate in tutto il mondo. La coltivazione delle Pere dell’Emilia Romagna con il marchio IGP è garantita e controllata in tutte le sue procedure da un disciplinare di produzione dettagliato che consente una produzione nel rispetto dei frutteti, dell’ambiente e della salute del consumatore.
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata da strutture di controllo che consentono la totale tracciabilità dei prodotti, la garanzia sulla qualità e la certezza del gusto, dalla produzione alla commercializzazione.
Dal maggio del 2002 il Consorzio opera per difendere la qualità delle Pere dell’Emilia Romagna, facendo applicare il disciplinare di produzione e valorizzando, attraverso azioni di comunicazione e supporto a produttori e consumatori, i prodotti per incentivarne il consumo interno e all’estero.
Grazie al progetto avviato dalla Regione e dal Consorzio di tutela sull’IGP si è assistito ad un incremento del 78% delle aziende con produzione IGP nella campagna 2022. Sono già 700, sulle 4.600 presenti in Emilia Romagna, quelle che producono l’IGP, pari al 15% delle imprese, ma in rappresentanza di oltre il 25% della superficie a pero, e controllano, in un’annata di produzione ordinaria, oltre 100.000 tonnellate di pere, ovvero oltre il 25% della produzione regionale potenziale (era solo il 10% nel 2020). Il progetto di valorizzazione commerciale parte ora, con la nascita di UNApera, la AOP di valorizzazione nata fra 25 imprese del territorio ai sensi del regolamento UE Omnibus.
La regione Emilia Romagna lancia la pera col bollino
Un progetto ampiamente condiviso dalla Regione Emilia-Romagna. “Abbiamo deciso di appoggiare il progetto di rilancio della Pera IGP dell’Emilia Romagna poiché la frutticoltura va valorizzata, soprattutto in un momento così particolare – ha spiegato l’Assessore all’Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca dell’Emilia-Romagna, Alessio Mammi -. Promuovere l’IGP, inoltre, significa valorizzare il nostro territorio e tutto ciò che ad esso si lega per cui anche il valore economico e sociale con una promozione integrata attraverso una delle eccellenze. Non solo investimenti in promozione ma anche stare al fianco dei produttori con ricerca e innovazione.
Un nuovo bollino per riconoscere l’IGP. A partire dal 6 novembre la Pera dell’Emilia Romagna IGP è in commercio con il nuovo bollino di riconoscimento. Un restyling studiato per far vivere il logo da solo e, al contempo, adattarlo a operazioni di cobranding con le principali marche di prodotto e/o di gamma della produzione e della distribuzione. «In quest’ottica è stato necessario ripensare anche al bollino di riconoscimento del frutto – spiega Roberto Della Casa, docente dell’Università di Bologna, incaricato di curare la strategia del progetto –. Il logo in questo senso rappresenta il prodotto stesso comunicato attraverso le sue peculiarità estetiche e, soprattutto, ne valorizza l’origine territoriale: tutti concetti che sono espressi al meglio nelle campagne di comunicazione sia a livello televisivo che tabellare».
La “selezione”
“Selezione”, una soluzione per segmentare il mercato. Il progetto di valorizzazione comprende anche l’introduzione della categoria di qualità “Selezione” nell’ambito della Pera dell’Emilia Romagna IGP, che prevede alcuni upgrade rispetto al prodotto IGP Standard. Tale categoria, infatti, è disciplinata da uno specifico Regolamento adottato dall’Assemblea del Consorzio su proposta del Consiglio di Amministrazione secondo il modello adottato per la stagionatura dai formaggi DOP, Parmigiano Reggiano in testa. La categoria Selezione verrà evidenziata sul prodotto e sulle confezioni tramite una declinazione specifica del nuovo logotipo dell’IGP. Tra i caratteri distintivi, la qualità gustativa, ottenuta con un livello zuccherino maggiore, pari a 2 gradi brix in più rispetto alle prescrizioni dell’IGP, salvo eccezioni. La durezza, poi, sarà adeguata ad avere un prodotto pastoso mentre – per rendere la “Selezione” identificabile in fase di acquisto – si è scelto un calibro distintivo rispetto a quello di solito usato per l’IGP standard.
La Pera dell’Emilia Romagna IGP si presenta per la prima volta al grande pubblico
A sostegno del progetto, una campagna di comunicazione che coinvolge tv, stampa e social network. Una pianificazione che ha l’obiettivo di stimolare e valorizzare il consumo, sostenendo l’awareness di questo frutto d’eccellenza e comunicandone e promuovendone caratteristiche e qualità. La missione è coinvolgere ed entrare in empatia con il target, fornendo un’esperienza di consumo e di gusto unica e distintiva, rafforzando al contempo l’identità del prodotto che contribuisce a valorizzare il patrimonio di gusto dell’Emilia Romagna. Il grande debutto è stato programmato da domenica 6 novembre, con la messa in onda per due settimane degli spot tv da 15 e 30 secondi nei programmi e negli spazi orari con maggiore audience di Mediaset, Rai e Cairo. A questo primo flight seguirà una successiva programmazione ad inizio del nuovo anno per sostenere la parte centrale della campagna commerciale del frutto. La comunicazione si tradurrà anche in una campagna stampa su quotidiani e riviste consumer nei mesi di novembre e dicembre, oltre che in un fitto calendario editoriale sui canali social del Consorzio di Tutela.
Nov 18, 2022 | il Fuori Toscana
5 mete imperdibili in cui stanarlo con il cane, degustarlo in versione classica o gourmet, imparare a cucinarlo da chef. Tra Molise, Umbria, Emilia e Alto Adige, l’inverno è profumatissimo.
Per gli amanti del turismo eco e slow, alla scoperta degli habitat prediletti del pregiato tartufo nero umbro: al Relais Borgo Campello a Campello sul Clitunno (PG) è tempo di raccolta tra dicembre e gennaio.
Luogo meraviglia da un antico borgo italiano recuperato, l’albergo diffuso tra i colli meno battuti dell’Umbria organizza un’esclusiva caccia al tartufo con il cavatore e il suo cane.
Rigenerante la camminata tra i boschi mentre ci si lascia sorprendere dal tesoro, ingrediente che finirà in tavola per la cena preparata dalla chef del relais. www.borgocampello.com/it/.
Da Borgotufi, albergo diffuso di Castel del Giudice (IS) in Molise, circondato dai boschi dell’Appennino molisano-abruzzese, si parte per una giornata nell’azienda agricola Le Tartufaie, per vivere un tour esperienziale alla scoperta delle varianti nere e bianco pregiato, dell’ambiente in cui nascono, e per partecipare alla cavatura con il tartufaio Antonio e la sua cagnolina Kelly. Poi, l’indimenticabile degustazione con menu a scelta con tartufo bianco o nero nella casetta vintage con vista. www.borgotufi.it
Non solo Alba. In Emilia-Romagna, Appennino modenese, il tartufo nero e quello bianco sono di casa. E si entra a casa dello Chef Paolo Balboni, al ristorante EXÉ di Fiorano Modenese (MO) che sul tesoro del bosco ha elaborato un menu indimenticabile. Prima dell’esperienza a tavola, un aperitivo imperdibile: il corso per preparare la celeberrima pasta all’uovo con la sfoglina, come nella migliore tradizione emiliana, e i consigli dello chef per preparare il tartufo come i grandi, con un’appetitosa lezione di cucina. Alla fine tutti promossi al gran banchetto finale. www.exerestaurant.com
Piccola capitate del Porcino IGP, i boschi della Valtaro, in provincia di Parma, custodiscono anche il prezioso fungo ipogeo. Si può andare a caccia fino a marzo, partecipando a “Una giornata da tartufaio” affiancati da una Guida Ambientale Escursionistica e con l’ausilio del cane da cerca. S’impara qui a individuare e raccogliere il tartufo, ma non finisce qui: lo chef Mario Marini dell’agriturismo “Il Cielo di Strela”, insegna ai partecipanti anche tutti i segreti per pulire e cucinare il tartufo nero. (Prenotazione obbligatoria: info@ilcielodistrela.it, www.turismovaltaro.it
Idea per gli innamorati in cerca di gusto e romanticismo: in Alta Valle Isarco, il Romantik Hotel Stafler di Vipiteno (BZ) con la firma dello Chef 2 Stelle Michelin Peter Girtler, organizza dal 18 novembre al 6 dicembre 2022 le Settimane del Tartufo.
Ricchissima l’offerta: due notti in camera o suite di charme con colazione regionale e buffet dolci nel pomeriggio, menu a scelta da 6 portate e un menu esclusivo a base di 5 specialità al tartufo nell’antica Gasthofstube, aperitivo con lo Chef Peter Girtler, e total relax nell’oasi benessere Romantica, con un buono wellness di 25 euro per un massaggio rilassante aromatico. Il prezzo per 2 notti è a partire da 351 euro a persona. www.romantikhotels.com