I magnifici 23 dell’olio extravergine toscano

[:it]podere-le-melie-dei-cavallini-olio-extravergine-di-oliva-toscano-olio-1La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:en]La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:]

Chiusi: con Eccell’olio la città di Porsenna debutta nel circuito dell’evo

[:it]di redazione – Anche l’etrusca lucumonia debutta con Eccell’olio nel calendario dell’evo toscano. Un week end quello del 19 e 20 novembre a Chiusi che è anche la tappa regionale di Girolio 2016.

“Una bella occasione di lancio per l’olio nuovo, ma anche un modo intelligente di coniugare il nostro ‘oro verde’, con il territorio da cui proviene”.
Così l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi ha sintetizzato il valore di Eccell’olio, la manifestazione in programma sabato 19 e domenica 20 a Chiusi (Siena).

bottle pouring virgin olive oil in a porcelain spoon

bottle pouring virgin olive oil in a porcelain spoon

“Eventi come quello di Chiusi – ha proseguito Remaschi – sono fondamentali. Permettono di valorizzare al massimo il nostro olio, attraverso una quantità di iniziative molto diverse, dalle visite ai frantoi ai laboratori ai cooking show e connettono l’olio con la cultura locale mettendolo al centro di itinerari che coinvolgono anche le retei dei musei.

E questo è di grande aiuto per i produttori, che vedono il loro lavoro adeguatamente valorizzato, e in questo modo fronteggiano meglio anche le difficoltà di un settore, che per avversità varie (in testa gli attacchi della mosca dell’olivo) negli ultimi anni ha registrato produzioni complessive spesso inferiori alla media”.


santa-mustiola-2Eccell’olio
 è anche la tappa regionale di Girolio 2016, il tour dell’extravergine promosso dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio.
Protagonisti della due giorni di eventi sono i produttori dei Comuni di Chiusi, Sarteano, Cetona e San Casciano dei Bagni in Valdichiana Senese che con le loro eccellenze.

Ricchissimo il programma di attività previsto nella due giorni di : degustazioni di olio in abbinamento ai piatti della tradizione e ai prodotti dell’eccellenza gastronomica locale, mostre dedicate alle civiltà dell’olivo, convegni scientifici e divulgativi, visite ai frantoi, eventi musicali, mercatini di arti e mestieri, cooking show e corsi di assaggio, menù a tema nei ristoranti, spazi per il coinvolgimento dei bambini.[:en]chiusidi redazione – Anche l’etrusca lucumonia debutta con Eccell’olio nel calendario dell’evo toscano. Un week end quello del 19 e 20 novembre a Chiusi che è anche la tappa regionale di Girolio 2016.

“Una bella occasione di lancio per l’olio nuovo, ma anche un modo intelligente di coniugare il nostro ‘oro verde’, con il territorio da cui proviene”.
Così l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi ha sintetizzato il valore di Eccell’olio, la manifestazione in programma sabato 19 e domenica 20 a Chiusi (Siena).

bottle pouring virgin olive oil in a porcelain spoon

bottle pouring virgin olive oil in a porcelain spoon

“Eventi come quello di Chiusi – ha proseguito Remaschi – sono fondamentali. Permettono di valorizzare al massimo il nostro olio, attraverso una quantità di iniziative molto diverse, dalle visite ai frantoi ai laboratori ai cooking show e connettono l’olio con la cultura locale mettendolo al centro di itinerari che coinvolgono anche le retei dei musei.

E questo è di grande aiuto per i produttori, che vedono il loro lavoro adeguatamente valorizzato, e in questo modo fronteggiano meglio anche le difficoltà di un settore, che per avversità varie (in testa gli attacchi della mosca dell’olivo) negli ultimi anni ha registrato produzioni complessive spesso inferiori alla media”.


santa-mustiola-2Eccell’olio
 è anche la tappa regionale di Girolio 2016, il tour dell’extravergine promosso dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio.
Protagonisti della due giorni di eventi sono i produttori dei Comuni di Chiusi, Sarteano, Cetona e San Casciano dei Bagni in Valdichiana Senese che con le loro eccellenze.

Ricchissimo il programma di attività previsto nella due giorni di : degustazioni di olio in abbinamento ai piatti della tradizione e ai prodotti dell’eccellenza gastronomica locale, mostre dedicate alle civiltà dell’olivo, convegni scientifici e divulgativi, visite ai frantoi, eventi musicali, mercatini di arti e mestieri, cooking show e corsi di assaggio, menù a tema nei ristoranti, spazi per il coinvolgimento dei bambini.[:]

Reggello: 43 edizione per la rassegna dell’olio

intervista_l-annata-nera-dell-olio-extravergine-di-olivadi redazione – Dal 29 ottobre al 1° novembre torna a Reggello la rassegna dell’olio extravergine d’oliva, che giunge quest’anno alla 43a edizione.

Quattro giorni interamente dedicati al prezioso prodotto della terra e della cultura toscana, l’occasione per assaggiare il pregiato ‘olio novo’ che rinasce dopo l’anno zero 2014.
Reggello è il luogo che più è identificato come centro di produzione d’olio toscano – dice il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani nel corso della conferenza stampa che si è tenuta per presentare l’evento–. L’olio, con gli oliveti che lo producono, è la tipicità della bellezza toscana nel mondo, nasce dalla coltivazione minuta del popolo. La rassegna di Reggello è cresciuta nel tempo, l’invito che rivolgo a tutti i toscani è di andare a visitarla”, ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale.

“Per noi il nostro olio è perfetto – ha spiegato il sindaco di Reggello, Cristiano Benucci –, i dati sulle caratteristiche organolettiche ce lo confermano. Torniamo a presentarlo nella nostra rassegna, tra le più longeve e le più prestigiose della Toscana, perché per Reggello olio vuol dire eccellenza e storia: la coltivazione, la raccolta, la frangitura delle olive segnano il ritmo della nostra vita”.
Molte le aziende locali che parteciperanno alla rassegna, ma ci sarà anche, come accade da cinque anni a questa parte, l’olio prodotto e imbottigliato direttamente dal Comune, che sarà poi distribuito nelle mense comunali.

bread and oil

bread and oil

Olio da apprezzare, valorizzare e tutelare. “Di fronte ai rischi di contaminazione”, ha aggiunto Giani, “serve una Santa Alleanza tra le nostre istituzioni per la difesa della purezza dell’autentico olio toscano”.
Al suo fianco, la consigliera regionale Fiammetta Capirossi, ha voluto ricordare con orgoglio “il valore dell’olio toscano e in particolare dell’olio di Reggello, e i tanti usi oltre a quello alimentare, che ne fanno una espressione della nostra cultura popolare: dalla cosmesi, alla medicina, all’edilizia”.
La consigliera regionale Serena Spinelli ha inviato un messaggio di saluto: “Un grazie – scrive la consigliera – va ai nostri produttori e olivicoltori e al Comune”, perché “è bello vedere come ogni anno la comunità reggellese torna a stringersi, nella propria festa”. L’olivo e l’olio “come fattore culturale e elemento distintivo per la Toscana, scrive ancora Serena Spinelli, “con le tradizioni legate al lavoro collettivo”.

Alla conferenza stampa sono intervenuti anche gli assessori del Comune di Reggello, Adele Bartolini e Giacomo Banchetti, che hanno ricordato anche le iniziative collaterali alla rassegna, a cominciare dalla 41a corsa dell’olio, competizione podistica sulle colline da Firenze a Reggello, in programma il primo novembre, che quest’anno ha superato le seicento iscrizioni

San Polo in Chianti: dentro il frantoio

[:it]20151120_104516di Nadia Fondelli – Dell’olio extra vergine d’oliva si parla molto, forse troppo e anche a sproposito specie dopo l’anno orribile 2014 che di fatto, in Toscana ha azzerato la produzione e fatto piangere lacrime amare a tanti.

Questo raccolto 2015 era quindi atteso più di una sposa all’altare. Abbiamo iniziato a parlarne i primi di ottobre prima bisbigliando sottovoce poi, piano 20151120_110351piano più forte fino all’apoteosi di questi giorni quando i frantoi lavorano a pieno regime 24 ore su 24.

Previsioni, anteprime e discorsi, tanti. Difficile però che le porte molto girevoli in questi giorni dei frantoi si aprano ai ficcanaso giornalisti. C’è da lavorare e meglio non averli fra i piedi.

Non sempre è così però perché a San 20151120_121043Polo in Chianti, i fratelli Gionni e Paolo Pruneti, nonostante le occhiaie e i riccioli ribelli di molte notti insonni passate in frantoio ci hanno accolto per raccontarsi e raccontare il loro essere, orgogliosamente, artigiani del gusto.

Qui l’extra vergine d’oliva è il prodotto, non il fratello minore del vino. E’ il prodotto voluto, cercato, sognato e realizzato da due giovani visionari dell’agricoltura 2.0 che fanno qualità dell’eccellenza e che, come se già non fosse eroico il loro lavoro per il frutto dell’olivo, si dilettano anche a ridare splendore alla produzione dell’iris e dello zafferano.

Ma torniamo all’extra vergine che davanti ai nostri occhi in pochi passaggi si trasforma da oliva a olio.
Con coraggio e passione Gionni e Paolo rappresentano l’oggi e il domani di un’azienda dalla tradizione centenaria. Coraggio e passione con cui seguono personalmente ogni fase di lavorazione, coraggio e passione con cui immettono sul mercato monocultivar, cru e blend scelti e selezionati in prima persona per regalare agli appassionati un top di gamma e ai neofiti la possibilità di scoprire la differenza fra un grande extravergine e un anonimo equivalente da supermercato.

Oggi alcuni colleghi stranieri hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo. Hanno provato l’esperienza particolare di frangere in campo da un olivo e di fare poi degustazione d’olio anche al bicchiere. Hanno provato la sensazione di sentirsi graffiare la gola dai polifenoli, di sentire al naso e in bocca sentori di campo balsamici.

Leccino, Moraiolo e Frantoio i monocultivar 2015 degustati.
Si confermano l’eccellenza degli extravergini dei Pruneti. Leggero, delicato, equilibrato e dolce con i suoi sentori di lattuga e insalate il Leccino. Sentore di erba di campo, rucola, mela verde e finale di pepe nero intenso per il Moraiolo e caratteristico carciofo, rucola e pepe verde per il Frantoio.
Un’annata che promette bene. Il 2015 Pruneti pare davvero essere in linea con i sogni visionari di Gionni e Paolo che per essere compiuti devono solo veder diventare il consumatore un fruitore sempre più consapevole.[:en]20151120_104516 20151120_11035120151120_121043di Nadia Fondelli – Dell’olio extra vergine d’oliva si parla molto, forse troppo e anche a sproposito specie dopo l’anno orribile 2014 che di fatto, in Toscana ha azzerato la produzione e fatto piangere lacrime amare a tanti.

Questo raccolto 2015 era quindi atteso più di una sposa all’altare. Abbiamo iniziato a parlarne i primi di ottobre prima bisbigliando sottovoce poi, piano piano più forte fino all’apoteosi di questi giorni quando i frantoi lavorano a pieno regime 24 ore su 24.

Previsioni, anteprime e discorsi, tanti. Difficile però che le porte molto girevoli in questi giorni dei frantoi si aprano ai ficcanaso giornalisti. C’è da lavorare e meglio non averli fra i piedi.

Non sempre è così però perché a San Polo in Chianti, i fratelli Gionni e Paolo Pruneti, nonostante le occhiaie e i riccioli ribelli di molte notti insonni passate in frantoio ci hanno accolto per raccontarsi e raccontare il loro essere, orgogliosamente, artigiani del gusto.

Qui l’extra vergine d’oliva è il prodotto, non il fratello minore del vino. E’ il prodotto voluto, cercato, sognato e realizzato da due giovani visionari dell’agricoltura 2.0 che fanno qualità dell’eccellenza e che, come se già non fosse eroico il loro lavoro per il frutto dell’olivo, si dilettano anche a ridare splendore alla produzione dell’iris e dello zafferano.

Ma torniamo all’extra vergine che davanti ai nostri occhi in pochi passaggi si trasforma da oliva a olio.
Con coraggio e passione Gionni e Paolo rappresentano l’oggi e il domani di un’azienda dalla tradizione centenaria. Coraggio e passione con cui seguono personalmente ogni fase di lavorazione, coraggio e passione con cui immettono sul mercato monocultivar, cru e blend scelti e selezionati in prima persona per regalare agli appassionati un top di gamma e ai neofiti la possibilità di scoprire la differenza fra un grande extravergine e un anonimo equivalente da supermercato.

Oggi alcuni colleghi stranieri hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo. Hanno provato l’esperienza particolare di frangere in campo da un olivo e di fare poi degustazione d’olio anche al bicchiere. Hanno provato la sensazione di sentirsi graffiare la gola dai polifenoli, di sentire al naso e in bocca sentori di campo balsamici.

Leccino, Moraiolo e Frantoio i monocultivar 2015 degustati.
Si confermano l’eccellenza degli extravergini dei Pruneti. Leggero, delicato, equilibrato e dolce con i suoi sentori di lattuga e insalate il Leccino. Sentore di erba di campo, rucola, mela verde e finale di pepe nero intenso per il Moraiolo e caratteristico carciofo, rucola e pepe verde per il Frantoio.
Un’annata che promette bene. Il 2015 Pruneti pare davvero essere in linea con i sogni visionari di Gionni e Paolo che per essere compiuti devono solo veder diventare il consumatore un fruitore sempre più consapevole.[:]

Gli 007 alimentari. Quelli che garantiscono l’eccellenzaThe food spies. Guaranteeing excellence

In principio c’erano i formaggi e i salumi, poi la longa manus della contraffazione alimentare ha allungato i suoi tentacoli su altri prodotti dell’eccellenza made in Tuscany, dall’olio fino al vino, dal latte alla pasta (e il pomodoro per condirla) fino alle verdure. Secondo un’indagine di Coldiretti, quasi la metà dei nostri prodotti da tavola, anche se sull’etichetta “batte” ufficialmente bandiera tricolore, proviene in realtà dall’estero oppure viene lavorata con materie prime provenienti da oltre confine.
In questo modo, il nostro Paese – e soprattutto la Toscana, che vanta un alto numero di Dop (Denominazioni di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) – inonda i mercati mondiali di prodotti “taroccati”. Un giro d’affari da svariati miliardi, che taglia le gambe alle imprese nostrane che scelgono di operare nel rispetto delle regole.
Tra i prodotti più taroccati, in Toscana spiccano i casi del Brunello di Montalcino, del lardo di Colonnata o dell’olio spacciato per extra-vergine.
Ecco perchè consorzi e associazioni di categoria hanno pensato di passare al contrattacco, mettendo su autentiche squadre di 007 anti-tarocchi. E’ il caso di Coldiretti o dei diversi consorzi di tutela dei prodotti, che hanno affidato questo compito di verifica a analisi agli “agenti vigilatori”, figure professionali che operano in stretto contatto con le forze dell’ordine: basti pensare che la qualifica di agenti di pubblica sicurezza viene rilasciato dalla locale prefettura.
In genere si tratta di laureati in Scienze agrarie o agronomi, con particolari competenze (in primis il potere sanzionatorio) e in grado di verificare se ciò che viene presentato come “made in Tuscany” lo è davvero.

Una di questi 007 è Fiammetta Nizzi Grifi, che lavora per il consorzio dell’olio extra-vergine d’oliva Chianti Classico: “Mi occupo di controlli su prodotti confezionati – racconta – e intervengo direttamente alla vendita, sugli scaffali, per verificare la rispondenza tra la qualità effettiva di un olio e il contenuto dell’etichetta. Acquisto le bottiglie come un normale consumatore ed eseguo una serie di verifiche sulla tracciabilità, attraverso le informazioni presenti nella fascetta numerata presente sulle etichette per capire se il contenuto della bottiglia corrisponde a quanto effettivamente riportato in etichetta. Un altro aspetto del mio lavoro – aggiunge Nizzi Grifi, che opera sia in Italia che all’estero – consiste nell’andare a rintracciare sul mercato prodotti che richiamano alla mente una determinata denominazione senza che le materie prime siano state coltivate dai soci del consorzio, oppure olio che non sia stato imbottigliato nei luoghi appositi. Si tratta di prodotti che agli occhi del consumatore distratto possono facilmente essere confusi per altri sottoposti invece a tutela”. In genere, sui controlli effettuati – specie nei luoghi nevralgici dell’import alimentare, come frontiere o porti – si registra circa un 10% di prodotti che mostra lacune su almeno uno degli aspetti evidenziati.

E se qualche tempo fa al Brennero e al Frejus sono stati scoperte quasi 15mila cosce di maiale provenienti da Olanda, Danimarca e Germania e destinate a diventare prosciutti italiani, proprio il consorzio del prosciutto toscano Dop – il primo a dotarsi di un agente vigilatore – è attivo con un proprio 007, Walter Giorgi, per garantire il massimo della tutela. “Possiamo agire in fase di commercializzazione – conferma Giorgi – per verificare ciò che avviene prima della vendita: controlliamo il cartellino, la marchiatura a fuoco e tutto ciò che un prosciutto deve avere per essere in regola. Compriamo anche prodotti similari da un punto di vista del nome, e quando riscontriamo irregolarità emettiamo verbali e multe che poi vengono riscosse dal ministero. L’ultima frontiera? Le vendite di prosciutto online: in questi casi inviamo segnalazioni ai venditori avvisandoli che quei prodotti non hanno i requisiti e potrebbero incorrere in sanzioni”.
Marco Gemelli
In the beginning, there were cheeses and cured meats, then the long hand of food falsification extended its tentacles to other prestigious, Tuscan made products including oil, wine, milk, pasta (and the tomatoes with which it’s served) and vegetables. According to a survey by Coldiretti, almost half of our food products actually comes from abroad or is processed with ingredients from outside Italy, although the Italian flag is officially shown on the label.
Our country – and Tuscany in particular, which boasts a high number of PDOs (Protected Designation of Origin) and PGIs (Protected Geographical Indication) – floods the world markets with “pimped” products. It’s a business worth many billions, which brings to their knees our companies that choose to work according to the regulations.
In Tuscany, Brunello di Montalcino, Lardo di Colonnata and oil made out to be extra-virgin are some of the products that are pimped the most.
That’s why consortia and trade associations decided to go on the counter-attack, setting up real anti-pimping spy teams. This is the case of Coldiretti and the various product protection consortia, which have entrusted this check to the analysis of supervisory agents, professional figures who work in close contact with the forces of order. Just consider that the qualification of the public safety agents is issued by the local prefecture.
They are usually graduates in Farm Sciences or agronomists with special competencies (the power to issue fines first and foremost) and capable of checking whether products claiming to have been made in Tuscany are just that.

Fiammetta Nizzi Grifi is one of these spies. She works for the Chianti Classico extra-virgin olive oil consortium. “I check packaged products and intervene directly in sales and on the shelves to check the correspondence between the effective quality of oil and the contents on the label. I buy a bottle like a normal consumer and carry out a series of traceability checks using the information on the numbered band on the label to understand whether the contents in the bottle correspond to what is actually stated on the label.” Fiammetta Nizzi Grifi works in Italy and abroad. She adds, “Another aspect of my work consists in tracing products on the market that bring a certain designation to mind, but whose ingredients were not grown by the members of the consortium or oil that wasn’t bottled in the designated places. These are products that can easily be mistaken for others subject to protection in the eyes of the distracted consumer.” About 10% of products that fall short of at least one of the highlighted aspects are generally seen during the checks, especially in the nerve centres of food import, like frontiers and ports.

If almost 15,000 pork shoulders were discovered some time ago in Brenner and Frejus that had come from Holland, Denmark and Germany and which were destined to become Italian hams, it was down to the PDO Tuscan ham consortium – the first to employ a supervisory agent – and its own spy, Walter Giorgi, who guarantees the utmost protection. “We can act during the marketing stage,” confirms Giorgi, “to check what happens before the sale. We check the labelling, branding and everything that a ham must have to be within the norm. We also buy similar products from the point of view of the name and when we discover irregularities, we issue reports and fine that are paid to the ministry. What’s the last frontier? The sale of hams online. In that case, we send notices to retailers, warning them that those products do not have the requisites and they might have to pay a fine.”
Marco Gemelli