Set 3, 2012 | Arte e cultura, Mugello | Val di Sieve
“Una gara completa, selettiva e sempre aperta all’imprevisto. Questo era il vecchio Circuito del Mugello”…nasce nel 1914 come competizione di regolarità e subito interrotta dalla guerra, conobbe un periodo d’oro nel primo dopoguerra quando a sfidarsi sui 66 polverosi chilometri dell’Appennino erano i migliori conduttori di allora.
Campari, Brilli Peri, Enzo Ferrari (vincitore nel 1921 della classe 4500 su Alla Romeo), Antonio Ascari, Borzacchini, oltre, naturalmente, ad Emilio Materassi, idolo locale.
Fu la scomparsa delle Mille Miglia e l’analoga rinascita della popolarità delle gare su strada negli anni ’60, che permise di riproporre questa straordinaria gara.
Le sette edizioni svoltesi in questo periodo richiamarono nelle verdi valli del Mugello centinaia di migliaia di spettatori.
Chiusa questa parentesi per motivi di sicurezza, nacque allora l’Autodromo Internazionale del Mugello con una gara di Formula 5.000 il 23 giugno 1974.
Acquisito dalla Ferrari alla fine degli anni ’80 e profondamente rinnovato, il circuito è oggi uno dei più affascinanti, moderni e sicuri del panorama internazionale.
In questi anni ha ospitato il Campionato Mondiale di Motociclismo, l’ITC, il Mondiale Superbike e, per la prima volta nel settembre 1997, il Fia GTI.
La pista si distende per oltre cinquemila metri nei boschi e nel verde. Tutte le strutture di supporto sono state realizzate potendo contare su tecnologie costruttive all’avanguardia. La pista si sviluppa per 5.245 metri all’interno delle colline toscane ed è divisa quasi a metà fra tratti rettilinei e curve con queste ultime che rappresentano, infatti, il 48,56% del totale: delle 15 curve presenti.
Il circuito è situato ad un’altezza di 292 slm ed ha un dislivello complessivo di 41,19 metri. Particolare attenzione viene da sempre dedicata dal management alla sicurezza sia in pista, attraverso l’utilizzo dei più moderni sistemi (TV circuito chiuso con 24 telecamere, airfence, pneumatici, ampie vie di fuga), sia all’interno con un attrezzato centro medico, sempre operativo con medici rianimatori. La pista pu˜ essere inoltre prenotata contattando il responsabile dell’Ufficio sportivo.“A complete and selective track which always has a HGH few surprises in store. This was the old Mugello racetrack”.
It was opened in 1914 for competitions but was immediately interrupted by the war, it enjoyed a golden period immediately after the war when the best drivers of the times fought it out along the 66 dusty kilometres of the Apennines.
Campari, Brilli Peri, Enzo Ferrari (winner of the 4500 category in 1921 driving an Alfa Romeo), Antonio Ascari, Borzacchini, as well as Emilio Materassi, of course, the local idol.
It was the end of the Mille Miglia and the simultaneous rebirth of road racing in the Sixties that caused this extraordinary race to be run again: the seven editions that were held during that period attracted hundreds and thousands of spectators to the green valleys of Mugello.
After it was closed down for safety reasons, the Mugello International Motor Racing Track was built and opened with a Formula 5.000 race on 23rd June, 1974.
Purchased by Ferrari at the end of the Eighties and totally renovated, it is now one of the most fascinating, modern and safest tracks in the world.
In recent years, it has hosted the World Motorcycling Championship, the ITC, the Superbike world cup and, for the first time in September 1997, the Fia GTI.
The track covers over five thousand metres in the woods and countryside. All the supporting structures were built using leading-edge construction techniques. The track covers 5,245 metres in the Tuscan hills and almost equally divided between curves and straight stretches with the latter accounting for 48.56% of the total. There are 15 bends. The track is 292 asl and has an overall difference in height of 41.19 metres.
The management has always paid particular attention to safety both on the track, using leading-edge systems (closed circuit TV with 24 cameras, air-fences, tyres, wide escape routes), and inside, including a well-equipped permanent medical centre with emergency doctors. The track can also be booked by contacting the Sports Office manager.
Apr 6, 2012 | Livorno
La “Coppa Montenero” storica corsa automobilistica in circuito, si disputava a Livorno fino agli anni’20 del novecento a metà estate, e divenne famosa negli anni’30 tra i Prix Internazionali rappresentando per due volte ufficialmente il “Gran Premio d’Italia”.
Il circuito con partenza dalla rotonda di Ardenza traversava il centro e saliva per il colle di Montenero scalando il Castellaccio, e tra la macchia scendeva sul Romito immettendosi nell’Aurelia a Castel Sonnino e lungocosta in saliscendi passava da Calafuria e Castel Boccale, poi percorreva il rettifilo a sud di Antignano e quello dell’omonimo viale sul lungomare in zona balneare, quindi tornava alla rotonda di Ardenza dove era situato l’arrivo dopo aver compiuto un multiforme itinerario per una lunghezza totale di circa 20 Km.
Il tortuoso percorso ripetuto per vari giri era estenuante; tormentato da oltre 100 curve, in salita misto veloci e lente a tornanti, ed in discesa velocissime, in rapida sequenza, a slaloom, a raggio variabile e prive di protezioni da alberi e precipizi, taluni a picco sul mare.
I piloti si stremavano in frenetici cambi di marcia, usurando freni e gomme, impegnando a fondo le monoposto da corsa, specie le pià pesanti e poderose, che nei lunghi rettilinei ai lati di Antignano lanciavano a velocità impressionanti tra i pali e la rete aerea dei filobus.
Il “Circuito di Montenero”duro banco di prova per uomini e macchine, ricordava la conformazione del Nurburing in Germania, ma aveva il fascino di essere incorniciato dal Mar Tirreno visibile da ogni parte del tracciato di gara, che saliva fino a 300 mt. di altezza al Valico del Castellaccio, che separa il versante nord con la splendida veduta panoramica di Livorno fino a Pisa, dal versante sud donde l’orizzonte si allunga all’Isola d’Elba ed oltremare ad intravedere la Corsica.
Apprezzato dagli squadroni tedeschi delle Mercedes 16 cilindri e delle strapotenti Auto Union a motore posteriore, era teatro di epici duelli con i ruggenti e agili bolidi rossi delle Alfa Romeo e delle Maserati, nei tempi in cui la Ferrari era ancora nei sogni dell’ingegner Enzo.
Erano sfide leggendarie di corridori del passato, tra i famosi rivali ed amici italiani Nuvolari e Varzi e gli assi germanici Caracciola e Rosemeyer, che a bordo di argentei e sibilanti “mostri” da 6 litri, con oltre 500 hp. raggiungevano velocità intorno ai 300 Kmh.
Titolato “Coppa Ciano” per il livornese medaglia d’oro con D’Annunzio, attirava migliaia di presenze, sportivi assiepati lungo il percorso, equipe di varie nazioni, staff di tecnici e meccanici, cronisti, ed i più amati piloti dell’epoca che simpatizzavano con il pubblico come il grande Tazio Nuvolari, amante di Livorno e vincitore di 5 coppe, ricordato dagli appassionati in un tornante del Castellaccio detto “curva Nuvolari”, primo pilota ad intraversare il bolide prima delle curve derappando su 4 ruote!
Livorno eil suo circuito erano di questi “eroi”, che affascinavano le folle e la “Montenero” era il grande evento, tecnico e sportivo eccezionale, irripetibile ai nostri tempi, su una fantastica pista ricavata tra mare e monti e che replicata nel tempo fu per due edizioni nel 1932 e nel 1934 il “Gran Premio d’Italia”.The “Montenero Trophy”, a historic car race, was held at Leghorn in the Twenties in the middle of summer, and payday loans direct in the Thirties became famous among the International Prix as it officially represented the “Italian Grand Prix”.
The circuit, starting from the Ardenza roundabout, crossed the centre, went up Montenero Hill to Castellaccio and then came down to Romito, went along the Aurelia to Castel Sonnino and up and down along the coast past Calafuria and Castel Boccale, then it went along the straight stretch south of Antignano and the avenue that takes its name along the seafront in the swimming area, then it returned to the Ardenza roundabout where the arrival was located after running a varied itinerary amounting to a total length of about 20 km.
The winding route was repeated for several laps and was exhausting; tormented by over 100 bends, with mixed fast and slow uphill stretches, hairpins, very fast downhill slopes, in rapid sequence, with variable bends and no protection from trees and precipices, some of which jut out over the sea.
The drivers soon became exhausted with frenetic gear changes, wearing out brakes and tyres, taking it out on the one-seater racing cars, especially the heaviest and most unwieldy ones that in the long straight stretches on either side of Antignano moved at amazing speeds between the posts and overhead cables of the trolley buses.
The “Montenero Circuit”, a hard testing ground for men and cars, was similar to the layout of Nurburing in Germany, but it had the added value of being surrounded by the Tyrrhenian Sea that could be seen from all parts of the circuit which climbed to a height of 300 metres at Valico del Castellaccio, on the northern side of which is a splendid panoramic view of Leghorn as far as Pisa, and on the southern side, the Isle of Elba and Corsica.
Appreciated by the German teams of the 16-cylinder Mercedes and the powerful Auto Union with the engines at the rear, it was the theatre of epic duels with the roaring and agile red rockets of Alfa Romeo and Maserati, at a time when Ferrari was just a dream in Enzo Ferrari’s head.
They were legendary duels between racers of the past, between the famous Italian friends and rivals, Nuvolari and Varzi, and the German aces, Caracciola and Rosemeyer, who reached speeds of up to 300 Kmh on their silvery and hissing 6-litre “monsters” with over 500 hp.
Entitled “Coppa Ciano” after the gold-medal citizen of Leghorn with D’Annunzio, it attracted thousands of sports fans who crowded along the route, teams from several countries, engineers and mechanics, journalists, and the most popular drivers of the times who had good relations with the public, such as the great Tazio Nuvolari, a lover of Leghorn and winner of 5 trophies, commemorated by racing fans with a hairpin on Castellaccio called the “Nuvolari bend”, the first driver to put the car sideways before the bend and skid with all 4 wheels!
Leghorn and its circuit belonged to these crowd-enchanting “heroes” and the “Montenero” was a great technical and sports event, which could not be repeated today, on a fantastic circuit lying between the sea and the mountains and which, repeated over the years, was the “Italian Grand Prix” for two editions in 1932 and 1934.