Ott 7, 2023 | Enogastronomia
La tradizione si può interpretare con stile, senza tradire il passato ma strizzando l’occhio ai tempi che cambiano. Se volete farvene un’idea, potete cogliere l’invito a partecipare alla Festa dell’Uva di Merano (14-15 ottobre), la cui prima edizione risale al 1886: un fine settimana dove allegria fa rima con musica e gastronomia.
Una storia che la città di Merano rinnova con l’orgoglio di una terra e la voglia di stare in compagnia, con cose semplici e buone, nel segno dell’omaggio al buon raccolto autunnale.
Un momento della festa dell’uva di Merano
La festa dell’uva alpina della Mitteleuropa
La Passeggiata Lungopassirio, davanti al Kurhaus, piazza della Rena con l’affascinante Castel Kallmünz e il suo cortile, il vivace corso Libertà, i Portici medioevali: la scenografia dell’evento è già un motivo d’attrazione.
Prodotti locali al Mercato Meranese, piatti autunnali con influenze provenienti da nord e da sud, vini pregiati del Burgraviato e musica alpina – in parte anche sperimentale – animano il ricco programma.
Dietro l’angolo trovi ora un concerto, ora un’esibizione degli Goaslschnöller che fanno schioccare le loro fruste, ora un ballo degli Schuhplattler tra salti, giravolte, slanci di jodel e… qualche goliardico schiaffo.
Sabato sera un altro appuntamento si inserisce nel “gran ballo” della Festa dell’Uva: il concerto del Brassfestival Internazionale di Merano dedicato agli ottoni. Porta sul palco due quintetti che assieme formano i Brass Generations con lo spettacolo la “Carinzia nel mondo”
Domenica 15 ottobre, l’evento raggiunge il suo culmine, quando carri allegorici e bande in costume tradizionale sfilano per le vie del centro. Il corteo quest’anno sarà ancora più nutrito, grazie alla collaborazione con l’Associazione delle Bande Musicali dell’Alto Adige che celebra il 75° anniversario dando spazio, in particolare, ai gruppi giovanili. E dunque al futuro, incaricato di tramandare le tradizioni.
In questi giorni Merano sorride ancora più del solito. Per orientarsi fra la miriade di appuntamenti – tutti gratuiti – servirebbe una bussola. Ma forse sarà anche piacevole “perdersi”, seguendo le note musicali e il profumo delle cucine.
Chi vuole può a ogni modo partecipare a una delle diverse visite guidate, fra la scoperta del centro, passeggiate in vigna e la degustazione di vini locali, anche scelti dal Helmuth Köcher, “The WineHunter”, creatore e anima del Merano WineFestival.
Scorcio di Merano
A novembre torna il Merano WineFestival
A proposito: Merano WineFestival, iconico evento per gli amanti del vino, torna dal 3 al 7 novembre per presentare ed esaltare le eccellenze del settore enogastronomico nazionale ed internazionale, lanciando sempre uno sguardo verso il futuro.
Circa 1200 etichette selezionate, produttori, visitatori, stampa e operatori del settore di tutto il mondo, sono i protagonisti di un convivio fatto di attualità, storia, confronti e bellezza. E poi chef di talento, artigiani del gusto con 120 produttori.
Merano WineFestival non è solo vino, è una celebrazione del bien vivre in tutte le sue forme.
La cornice è quella dell’autunno meranese, dove le tinte pastello del foliage invitano alle camminate e a fermarsi nelle locande per il Törggelen, l’usanza che porta in tavola castagne e vino nuovo, ma anche altre specialità tipiche dell’Alto Adige.
È un’altra tradizione, come quella che “apre” la stagione: l’8 ottobre l’ippodromo di Merano ospita la sua “Oktoberfest”, con le corse dei cavalli Haflinger – gli avelignesi dal mantello dorato –, piatti tipici ed esibizioni popolari
Set 19, 2016 | Chianti Classico, Eventi
[:it]E’ una delle feste popolari più antiche d’Italia e sicuramente lo è di Toscana. A Impruneta si rinnova la tradizione domenica 25 settembre con la Festa dell’Uva, singolar tenzone al miglior carro fra i quattro rioni.
Un mese e passa di cantiere aperto, lavori continui consumati di notte dopo il lavoro. Tutti ci mettono del proprio: cucire, tagliare, allestire, ballare, sfilare, etc… Non è facile raccontare da fuori una festa speciale che è cultura, tradizione, passione e senso di appartenenza.
È dal 1926 che la cittadina sopra Firenze celebra questa ricorrenza interrotta solo per cause belliche e ripresa poi dal 1950.
Per tutto il mese di settembre Impruneta brulica di attività e la fresca aria collinare non fa che aggiungere quel tocco in più di piacere ad un’atmosfera quasi bucolica; in tutto questo periodo si svolgono varie iniziative e degustazione di uva e vino; vengono esposti anche prodotti dell’artigianato locale.
Ma i grandi protagonisti sono i quattro rioni d’Impruneta: Fornace, Sante Marie, Pallò e Sant’Antonio e i suoi cittadini che si dedicano alla realizzazione dei carri allegorici accompagnati da allegre cene preparate dalle donne del rione.
Tutto dovrà essere pronto per l’ultima domenica del mese (quest’anno il 25 settembre), giorno della sfilata dei carri in Piazza Buondelmonti.
“Il Rione delle Fornaci” (colore rosso) deve il proprio nome ai luoghi in cui viene effettuata la lavorazione del cotto, “Il Rione delle Sante Marie” (colore celeste) prende il nome dall’omonimo monte situato al centro del territorio del rione stesso, “Il Rione del Pallò” (colore verde), fa derivare il suo nome dall’esistenza, nell’antichità, di un luogo pianeggiante usato per il gioco delle bocce: il pallaio (è per questa ragione che sullo stemma del rione appaiono tre bocce rosse sopra ad un pampano argentato), ed infine “Il Rione del Sant’Antonio” (colore bianco) si rifà al Monte S. Antonio, collinetta boscosa che scende quasi a sfiorare la bella piazza dell’Impruneta e dove si trova una cappellina dedicata all’omonimo Santo.
Ogni rione preparerà almeno tre carri, supportati da centinaia di figuranti, balletti e bellissimi spettacoli di accompagnamento.
Da non perdere per scoprire il cuore vero e pulsante di Toscana[:en]E’ una delle feste popolari più antiche d’Italia e sicuramente lo è di Toscana. A Impruneta si rinnova la tradizione domenica 25 settembre con la Festa dell’Uva, singolar tenzone al miglior carro fra i quattro rioni.
Un mese e passa di cantiere aperto, lavori continui consumati di notte dopo il lavoro. Tutti ci mettono del proprio: cucire, tagliare, allestire, ballare, sfilare, etc… Non è facile raccontare da fuori una festa speciale che è cultura, tradizione, passione e senso di appartenenza.
È dal 1926 che la cittadina sopra Firenze celebra questa ricorrenza interrotta solo per cause belliche e ripresa poi dal 1950.
Per tutto il mese di settembre Impruneta brulica di attività e la fresca aria collinare non fa che aggiungere quel tocco in più di piacere ad un’atmosfera quasi bucolica; in tutto questo periodo si svolgono varie iniziative e degustazione di uva e vino; vengono esposti anche prodotti dell’artigianato locale.
Ma i grandi protagonisti sono i quattro rioni d’Impruneta: Fornace, Sante Marie, Pallò e Sant’Antonio e i suoi cittadini che si dedicano alla realizzazione dei carri allegorici accompagnati da allegre cene preparate dalle donne del rione.
Tutto dovrà essere pronto per l’ultima domenica del mese (quest’anno il 25 settembre), giorno della sfilata dei carri in Piazza Buondelmonti.
“Il Rione delle Fornaci” (colore rosso) deve il proprio nome ai luoghi in cui viene effettuata la lavorazione del cotto, “Il Rione delle Sante Marie” (colore celeste) prende il nome dall’omonimo monte situato al centro del territorio del rione stesso, “Il Rione del Pallò” (colore verde), fa derivare il suo nome dall’esistenza, nell’antichità, di un luogo pianeggiante usato per il gioco delle bocce: il pallaio (è per questa ragione che sullo stemma del rione appaiono tre bocce rosse sopra ad un pampano argentato), ed infine “Il Rione del Sant’Antonio” (colore bianco) si rifà al Monte S. Antonio, collinetta boscosa che scende quasi a sfiorare la bella piazza dell’Impruneta e dove si trova una cappellina dedicata all’omonimo Santo.
Ogni rione preparerà almeno tre carri, supportati da centinaia di figuranti, balletti e bellissimi spettacoli di accompagnamento.
Da non perdere per scoprire il cuore vero e pulsante di Toscana[:]