Una piccola città di Tenerife e il più grande spettacolo pirotecnico d’Europa
Esplosioni, colori e un prodigio di luci
Tonnellate di polvere da sparo e tecnologie sofisticate danno vita a un prodigio di luci e suoni che emoziona e commuove. Quasi due ore di esplosioni, colori brillanti, fuochi d’artificio, botti e lampi che illuminano e fanno vibrare le strade e i quartieri di El Sol ed El Medio, in un raro omaggio alla Santa Croce che sfila per le sue vie ma viene fermata tra un fuoco e l’altro per far contemplare anche a lei questo spettacolo unico ed esclusivo che parte dai campi isolati ma anche dai tetti di molte case.
Vulcani, fontane, razzi, candele, bengala, petardi, mortaretti, tuoni, batterie in sequenza creano una moltitudine di effetti visivi, combinando colori, scintille, lampi, incroci di direzioni e anche toni sonori sotto forma di sibili, fischi ed esplosioni. Tutto questo è il risultato di diverse combinazioni di salnitro, zolfo, carbone, solfato di rame, canfora, destrina, antimonio e dell’abilità di artigiani dediti al raro mestiere di creare capolavori che però finiscono in un attimo.
Ai piedi del Teide una magia lunga 250 anni
“In questa nuova edizione delle tradizionali Feste di Maggio di Los Realejos, la città più festosa della Spagna, sono previste più di 70 attività culturali, religiose, sportive, solidali e devozionali – afferma il sindaco Adolfo González – con l’esaltazione della gastronomia, della musica e dei costumi delle nostre isole come focus di queste celebrazioni che, ancora una volta, invaderanno le strade del comune, un luogo unico la cui personalità e carattere sono stati forgiati sulla base delle esperienze, delle usanze e delle eredità tramandate nella sua storia”.
Un’apparizione meravigliosa
La storia della Croce di Los Realejos racconta che nel 1666 un cavaliere stava attraversando il burrone di Pago de la Higa quando il suo cavallo si fermò bruscamente e si rifiutò di seguirlo. Il padrone, infastidito, lo esortò a proseguire e il cavallo finì per disarcionarlo. Quando il cavaliere si riprese dalla caduta, scoprì che l’animale stava scavando nella terra.
Il proprietario del terreno, commosso dall’evento, ordinò in quel posto la costruzione di una cappella, il Montículo de la Suerte, che sarebbe poi diventata la chiesa dell’Apostolo San Giacomo (in ricordo della festa in cui i soldati castigliani conclusero la conquista di Tenerife). Di quella croce rimangono solo alcuni pezzi di legno, che ora si trovano all’interno di una croce in filigrana d’argento (1677), che è quella che viene fatta sfilare per le strade il 2 e il 3 maggio di ogni anno.
300 croci a Los Realejos
Ed è anche la croce – in realtà le croci, perché ce ne sono più di 300 esposte nel comune – un’altra delle rivalità che riguarda tutta la città e tutte le sue strade.
Cappelle, portoni, finestre, vetrine, interni di case, cortili, persino semplici muri sono decorati con delle croci e, fuori dalla città, si ritrovano anche su scogliere, scogli in mare, strade e burroni in montagna. Centinaia di croci e milioni di fiori raccolti in deliziosi bouquet che formano un insieme delle varietà più belle e profumate. Orchidee, anthurium, rose giganti, tulipani, garofani, margherite, calle e, naturalmente, la Strelitzia reginae, meglio conosciuta come uccello del paradiso, la pianta più tipica delle Isole Canarie.
Ma insieme alle croci, ciò che rende unica questa festa sono i fuochi. Tutto iniziò come una rivalità tra due quartieri, addirittura due strade dello stesso comune, le vie El Sol ed El Medio; ma anche, si dice, tra due classi sociali molto diverse: i proprietari dei terreni attraverso i quali correva Calle El Medio, conosciuta anche come Calle de los Marqueses, e i mediatori e i piccoli agricoltori di Calle El Sol. Nacque così el pique, la rivalità che risale al 1770, anche se questi forti contrasti economici ora sono scomparsi.
Due quartieri e una disfida
Ma con l’arrivo dei fuochi d’artificio, quei semplici fuochi accesi dai fedeli sui marciapiedi e negli androni delle case si sono trasformati in vere e proprie battaglie campali con petardi e mortaretti che volavano orizzontalmente nel cielo alla ricerca della strada “nemica”. Si racconta che un anno gli abitanti di Calle del Sol portarono un cannone autentico dal Fortín de San Fernando sulla costa del Real, lo riempirono di polvere da sparo e lo diressero verso i tetti di Calle del Medio, un tempo separati da un burrone – ora trasformato in strada – a soli 40 metri l’uno dall’altro. Non sono stati segnalati danni alle persone, ma c’è stato un attimo di esultanza in Calle del Sol e di panico in Calle del Medio. Si è trattato di qualcosa di più di una semplice “pique”.
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