Geotermia: 119 anni fa le prime cinque lampadine

Geotermia: 119 anni fa le prime cinque lampadine

Lo scorso 4 luglio, la geotermia ha fatto memoria di un nuovo inizio Era il 4 luglio 1904, infatti, quandi il Principe Ginori Conti, con un semplice generatore costituito da una dinamo alimentata dal calore geotermico, accese cinque lampadine producendo elettricità dal calore della terra per la prima volta nella storia dell’umanità.

le prime cinque lampadine, Museo Larderello

La nascita dell’energia elettrica

Da quel giorno, dopo quasi cento anni di sviluppo dell’industria chimica per l’estrazione e la produzione di boro dai vapori geotermici, prese il via l’avventura dell’energia elettrica che nel corso del ‘900 ha conosciuto un’evoluzione fino all’attualità di Enel Green Power che opera per lo sviluppo sostenibile della geotermia in Italia e nel mondo, con un’attenzione particolare agli standard ambientali e all’innovazione tecnologica.


A Larderello in Toscana il museo della geotermia

Il Museo della Geotermia di Larderello, nelle sue sale interattive al piano terra, custodisce copia del prototipo della macchina con cui il Principe Ginori Conti accese le prime cinque lampadine e, al primo piano, dove si trova la ricostruzione dell’antica abitazione del Conte De Larderel e poi dei suoi eredi, è conservato anche il bastone con cui si narra che il Principe misurasse la potenza dei pozzi, in base a quanto il getto di vapore uscente dalla nuova perforazione sollevasse il bastone stesso.
Aneddoti e pezzi di storia unici dell’Italia e della Toscana che fanno parte di un’epopea ancora oggi in continua evoluzione, come confermato anche dai dati presentati da Enel Green Power nel corso dell’ultimo incontro con le imprese del distretto geotermico.


Alla scoperta del cuore caldo della Toscana

Una centralità, quella della geotermia, confermata anche dalle numerose visita di università, gruppi ed enti di ricerca che anche in questo primo semestre del 2023 si sono recati in visita alle aree geotermiche per approfondire i temi collegati al cuore caldo di Toscana, una risorsa a 360° sia per la sua capacità di essere un’energia rinnovabile h24 sia per i cosiddetti usi plurimi legati all’utilizzo del calore, ma anche per la sua poliedricità in termini di radici storiche, sostenibilità ambientale, venature artistiche e sfumature naturalistiche.
Un vero e proprio spettacolo della natura che, partendo dal magma, segue il viaggio vapore dal sottosuolo alla superficie, passando per i pozzi e le centrali geotermiche, i teleriscaldamenti, le manifestazioni naturali, le produzioni alimentari d’eccellenza, i poli museali e le espressioni artistiche di cui la geotermia è ispirazione.

L’ecomuseo di Larderello

Larderello: il più antico e al contempo moderno complesso geotermico del mondo,

A Larderello e in Toscana Enel Green Power gestisce il più antico e allo stesso tempo innovativo complesso geotermico del mondo, che conta 34 centrali geotermoelettriche, per un totale di 37 gruppi di produzione, dislocate tra le province di Pisa, Siena e Grosseto.
I quasi 6 miliardi di KWh prodotti annualmente in Toscana, oltre a soddisfare più del 33% del fabbisogno elettrico regionale, forniscono calore utile a riscaldare oltre 13mila utenti, quasi 30 ettari di serre e aziende della filiera agroalimentare, floricola e dell’artigianato. La geotermia riveste un grande valore anche dal punto di vista culturale, storico e turistico con 60mila visite all’anno, attraverso itinerari inediti nel cuore caldo di una Toscana meno nota ma molto suggestiva, immersi nelle manifestazioni naturali come geyser, putizze e fumarole che si integrano con gli impianti di produzione, i percorsi di visita e di trekking geotermico ed i poli museali del territorio.

“I soffioni” di LarderelloThe soffioni of Larderello

Chi non è stato incuriosito nel vedere nei pressi di Volterra, la terra sputare fumo?

Sono le manifestazioni naturali della zona di Larderello (lagoni, soffioni e sorgenti d’acqua calda) che erano già note agli Etruschi e ai Romani, che utilizzavano i sali di boro per uso farmaceutico e per la preparazione di smalti.
Nel Medioevo e nel Rinascimento proseguì l’utilizzazione termale e farmaceutica delle acque.

Nella seconda metà del Settecento, in seguito alla scoperta dell’acido boracico nei lagoni volterrani, iniziarono i primi tentativi di sfruttamento economico.
Nel 1818 Francesco Giacomo Larderel, un commerciante di origine francese, impiantò presso Montecerboli il primo nucleo industriale per la produzione del borace.

In pochi decenni l’industria boracifera, grazie alle continue innovazioni tecniche, divenne un modello d’avanguardia nel panorama industriale e tecnologico toscano. Fu così che nel 1846 il granduca Leopoldo II, per rendere omaggio al fondatore dell’industria boracifera, dette ad un abitato della zona il nome Larderello.

Altre fabbriche furono costruite a Lustignano, Serrazzano, Monterotondo, Castel Nuovo, Sasso e Lago. Attualmente i soffioni sono utilizzati nel settore dell’energia geotermoelettrica.

La storia dell’industria boracifera è documentata dal Museo della Geotermia che si trova a Larderello in Piazza Paolina (Info: tel. 0588 67724) Who has not become curious when seeing national cash advance payday loans the earth spit out steam near Volterra?
These natural events in the Larderello area (lakes, soffioni and hot water springs) were already known to the Etruscans and the Romans who used the boron salts for pharmaceutical use and for preparing glazes.

During the Middle Ages and the Renaissance, the water was used for spa and pharmaceutical purposes.
In the second half of the eighteenth century, following the discovery of boric acid in the lakes of Volterra, the first attempts at commercial exploitation were made.

In 1818, Francesco Giacomo Larderel, a salesman of French origins, founded the first industrial centre for the production of borax near Montecerboli.

In a few decades, thanks to continuous technical innovations, the borax industry became a leading-edge model in the industrial and technological panorama of Tuscany. In 1846, Great Duke Leopold II, gave a local village the name Larderello in order to pay homage to the founder of the borax industry.

Some factories were built at Lustignano, Serrazzano, Monterotondo, Castel Nuovo, Sasso and Lago. The soffioni are currently used for the production of geothermal energy.

The history of the borax industry is documented in the Museum of Geothermal Energy in Piazza Paolina, Larderello (Info: tel. 0588 67724)