3 isole italiane (non turistiche) da visitare assolutamente

3 isole italiane (non turistiche) da visitare assolutamente

L’Italia è una terra più che variegata, con pianure, colline e monti, coste sabbiose e rocciose, fiumi, laghi, mari, isole.
Allontanandoci dalle mete più conosciute è, quindi, possibile trovare ovunque scorci e paesaggi magnifici.
Scopriamo insieme tre isole in Italia da visitare per chi cerca luoghi meno affollati…


Marettimo (Sicilia)

Quando si arriva a Marettimo, si ha la sensazione di entrare in un luogo fuori dal tempo. Quest’isola fa parte dell’arcipelago delle Egadi ed è ovviamente un’arcipelago frequentatissimo in estate da molti turisti.
Con una superficie di 12,3 kmq e 680 abitanti, Marettimo è indubbiamente meno turistica e turisticizzata di Favignana, geograficamente la più lontana dalle coste della Sicilia (forse per questo per molti più scomoda da raggiungere) e la più
incontaminata di conseguenza delle Egadi.
l suo nome di antica origine greca vuol dire “isola sacra”, mentre il nome odierno sembra derivare dal latino Maritima, probabilmente ispirato alla grande presenza di timo selvatico.
L’isola è perfetta sia per gli amanti della vela e della subacquea sia per gli appassionati del trekking che possono salire al MMonte Falcone, il punto più alto dell’isola.
L’unico centro abitato, di Marettimo, che porta lo stesso nome dell’isola è formato da un grazioso porticciolo, due spiagge cittadine raggiungibili a piedi (Scalo Vecchio e Scalo Nuovo).
Da non perdere anche le spiagge, raggiungibili solo via mare: Cala Bianca con coste altissime a strapiombo sul mare, Praia dei Nacchi caratterizzata da ciottoli e acque trasparenti e Cala Nera, situata sotto il faro di Punta Libeccio.
Per chi invece ama camminare dopo più di ora e mezzo a piedi si può raggiungere
Zotta Muletti e la spiaggia del Cretazzo.
Numerosissime le grotte emerse e sommerse (si dice siano più di 400) da visitare tra le più è possibile annoverare Grotta del Cammello, Grotta Perciata, Grotta del Tuono, Grotta Presepe e Grotta della Bombarda.

Palmarola, la cattedrale

Palmarola (Lazio)

Risalendo la Penisola possiamo soffermarci nel Lazio per scoprire Palmarola la più selvaggia delle isole Pontine.
Lunga quasi 3 chilometri e larga soltanto 300 metri dista solo 8 miglia nautiche dal porto di Ponza.
L’origine del suo nome è da riferisi alla presenza sull’isola della palma nana, l’unica autoctona europea che cresce spontaneamente sulla sua superficie.
Appartenendo come detto alle isole Pontine, anche Palmarola è di origine vulcanica, un origine che l’ha caratterizzata con una fantastica costa rocciosa, ricca di: grotte, anfratti e calette che si alternano alle bianche scogliere a picco sul mare.
Una delle zone più caratteristiche di Palmarola è certamente quella della Cattedrale, scolpita da grotte che formano dei naturali archi a sesto acuto.
Facendo un giro in barca sarà anche possibile ammirare invece i
l Faraglione di Mezzogiorno, la Forcina, la Grotta del Gatto e le Galere.
Difficile trovare su quest’isola spiagge di sabbia, infatti le uniche sono Cala del Porto (o Spiaggia della Maga Circe) e Cala Brigantina, così chiamata perché fino al ‘700 offrì riparo alle barche pirata.

Giannutri, la villa romana

Giannutri (Toscana)

Salendo ancora lungo la Penisola soffermiamoci a scoprire Giannutri, una piccola isola toscana situata a 11 km dalla famosa costa maremmana dell’Argentario e a 15 km dall’Isola del Giglio.
Giannutri ha una storia antica che affonda le sue radici nell’antica Roma dato che a causa della sua forma a mezzaluna era sacra alla dea Artemide.
Con i suoi 
500 metri di larghezza e 5 chilometri in lunghezza è parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Un arcipelago marino molto tutelato dove regnano la natura incontaminata e il silenzio.
Il paesaggio selvaggio è caratterizzato da insenature morbide, un mare cristallino dal colore indimenticabile, scogliere ripide, grotte marine, spiagge e calette nascoste e boschi impenetrabili.
Oltre alla natura su quest’isola è poi possibile ammirare una unicità.
Immerse nella macchia mediterranea sono infatti le rovine di una sontuosa villa romana appartenuta alla famiglia dei Domizi Enobarbi e risalente al II sec. d. C.
L’isola in prevalenza rocciosa ha solo due punti d’approdo che si trovano in concomitanza delle uniche due spiagge, Cala Maestra e Cala Spalmatoio (di ghiaia e non attrezzate).
Un isola perfetta sia se siete amanti del mare per i paesaggi subacquei meravigliosi e ammirabili anche con lo snorkeling, sia per gli amanti del verde e della natura per i sentieri perfetti per gli amanti del trekking.

Isole italiane e transizione ecologica. Ecco il primo report di Lega Ambiente

Isole italiane e transizione ecologica. Ecco il primo report di Lega Ambiente

Luoghi magici dal fascino discreto e unico. “Tutte le isole sono mondi a se stanti, arrivare su un’isola è come arrivare in un mondo tutto nuovo” cit. Guy Gavriel Kay, Tigana.
E le isole minori italiane sono un osservatorio privilegiato anche in tema di sostenibilità. Di alcune di loro vi abbiamo già parlato quando vi abbiamo raccontato quali erano le 8 più selvagge d’Italia  
ma oggi scopriamo il loro lato verde.


Il report del primo indice di sostenibilità

Calcolato per la prima volta l’indice di sostenibilità delle isole minori italiane per cogliere a pieno le sfide della transizione ecologica in questi luoghi affascinanti e delicati. I dati nel rapporto realizzato da Legambiente e CNR-IIA.
Nonostante dei timidi passi avanti, in Italia sulle isole minori la piena sostenibilità è ancora un traguardo lontano. Sono tanti i ritardi da colmare, molti gli obiettivi da raggiungere rispetto alla gestione dei rifiuti, della mobilità a zero emissioni, del ciclo delle acque, dell’energia da fonti rinnovabili e della lotta al consumo di suolo.
Questa, in sintesi, è quanto emerge dal V rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori curato dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) : su 27 piccole isole marittime abitate prese in esame in Italia, l’indice di sostenibilità medio – calcolato per la prima volta dall’Osservatorio tenendo conto delle performance legate a temi come consumo di suolo, rifiuti, acqua, energia, aree protette, mobilità e regolamenti edilizi – è pari al 40%. 
La fotografia scattata dall’Osservatorio Isole Sostenibili indica quei settori di intervento su cui bisogna lavorare e accelerare il passo perché la transizione ecologica del Paese passa anche da questi territori.   


In testa alla classifica le isole Tremiti

Guardando alle singole isole, tra quelle più avanzate nel percorso di sostenibilità ci sono le isole Tremiti con un indice pari al 53%, seguite dalle Isole Egadi (Favignana, Marettimo, Levanzo), le Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi), le Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) che raggiungono il 49%, e dall’isola di Capraia che si attesta al 47%. Segno che si sta puntando su politiche territoriali capaci di coniugare sostenibilità ambientale, innovazione e attenzione per il territorio.
In ritardo, invece, La Maddalena, con un indice pari al 21%, l’Isola d’Elba (26%) ed Ischia (29%). Isole quest’ultime che devono velocizzare il passo per recuperare il terreno rispetto alle consorelle più virtuose.  

Le isole minori, sistemi, chiusi, sono  il laboratorio ideale dove sperimentare la sostenibilità.  Dove applicare modelli innovativi necessari per  affrontare le sfide ambientali più urgenti e importanti che il mondo ha di fronte.
In particolare le isole italiane trarrebbero un grande vantaggio da un sistema di sviluppo sostenibile: rappresentano un ecosistema vulnerabile, dentro uno scenario climatico che prevede rilevanti impatti legati all’aumento della temperatura dell’atmosfera e del  mare, e per le pressioni antropiche legate alla forte pressione turistica nei mesi estivi.


L’osservatorio “Isole Sostenibili”

Promosso da Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) ha l’obiettivo di contribuire a raccontare quanto sta avvenendo nelle isole minori italiane nei settori dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, della mobilità, e a stimolare con report, workshop, news e scambi di esperienze un’accelerazione nella spinta ad una transizione sostenibile di territori così delicati e affascinanti.

Al via il 3° “Capraia e Arcipelago Sail Rally

Al via il 3° “Capraia e Arcipelago Sail Rally

Partire da uno qualsiasi dei porti del Tirreno in direzione Capraia registrando rotta e posizione ai fini della classifica, condividere per due giorni la vita sull’isola partecipando alle regate costiere e al Premio Letterario Internazionale del Mare Piero Ottone e infine riprendere il mare alla volta di Portoferraio, all’Isola d’Elba, per la tappa finale e le cerimonia di premiazione.

Casa Cavalieri di Capraia, foto Maccione

Scoprendo l’isola di Capraia a vela

Questo in sintesi il 3° Capraia e Arcipelago Sail Rally (iscrizioni a questo link https://velestoricheviareggio.org/iscrizione-capraia-sail-rally/), in programma dall’8 all’11 giugno 2023, organizzato dall’Associazione Vele Storiche Viareggio con il supporto della Guardia Costiera. Le imbarcazioni iscrittre ad oggi sono 25, suddivise nelle categorie ‘Epoca’, ‘Classiche’ e ‘Vele Storiche’. Quest’ultimo raggruppamento, secondo la definizione dell’Associazione Vele Storiche Viareggio, consentirà loro di correre in tempo reale senza l’obbligo di presentare un Certificato di Stazza CIM in corso di validità.
Come accade già da diversi anni, il Consorzio Lamma Meteo fornirà a tutti i partecipanti le previsioni di vento e mare per ogni giornata. Il Capraia e Arcipelago Sail Rally è patrocinato dalla Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Capraia Isola oggi presieduto dal nuovo sindaco Lorenzo Renzi, Comune di Portoferraio, Nobile Ordine Cavalieri di Capraia, FIV, AIVE, Guardia Costiera.


Il Museo Galleggiante Vele Storiche apre le sue porte

Per tutti i giorni del Capraia Sail Rally il Museo Galleggiante Vele Storiche Viareggio sarà visitabile all’ormeggio secondo la formula “Benvenuti a Bordo”, che offrirà l’opportunità di conoscere da vicino questi scafi, varati tra il 1923 e il 1983, per scoprirne storia e caratteristiche.
Tra le barche già iscritte Airone V, Albelimar III, Barbara, Berenice, Crivizza, Daphne, Ella, Estella, Gazell, Gioconda, Ilda, Kallefjonken, Lisa of La Tour, Lospray, Mabelle, Oenone, Ojalà II, Optimista, Penelope, Sula, Till, Tulli, Voscià, Vistona. La manifestazione si svolgerà grazie ai partner Locman, Acqua dell’Elba, 4F Group, ASF Yacht Engineering Service di Antonio Farigu, Frisbi, Versilia Marine Service, veleria Millenium, Navionics, Navigo, Sacomar Yacht Agency, Marina di Capraia, Darsena Cosimo de’ Medici e i produttori locali La Piana, Arura Azienda Agricola, Il Saracello, Birrificio Ortigrandi, Azienda Agricola San Rocco.


Come si svolge la gara

La classifica di arrivo della flotta di giovedì 8 giugno all’isola di Capraia sarà basata sulla collaudata formula della “multipartenza” dai porti del Tirreno (La Spezia, Viareggio, Pisa, Livorno, ecc.), che prevede la registrazione delle coordinate di navigazione “start & stop” rilevate tramite l’applicazione Navionics Boating. Nella stessa serata verrà assegnato il Trofeo Challenge messo in palio dal Nobile Ordine Marittimo Cavalieri di Capraia, che offrirà l’aperitivo in banchina per gli equipaggi in occasione della premiazione.
L’Autorità Organizzatrice delle regate che seguiranno nei due giorni successivi sarà la FIV (Federazione Italiana Vela), che ne demanderà l’organizzazione alla Affiliata Vele Storiche Viareggio col supporto dell’Associazione Italiana Vele d’Epoca (AIVE) e del Comitato Internazionale del Mediterraneo (CIM). Sabato sera 10 giugno si svolgerà l’evento conclusivo del Premio Letterario Internazionale del Mare “Piero Ottone”. Domenica 11 giugno la flotta partirà per una veleggiata di 26 miglia con destinazione Portoferraio, all’Isola d’Elba, dove si terrà la cerimonia conclusiva del Rally.   


Il programma del 3° Capraia e Arcipelago sail rally

Giovedì 8 giugno 2023
 Multipartenza del Rally dai porti del Tirreno con start&stop Navionics.
Arrivo Isola di Capraia nel pomeriggio
Ore 19: premiazione Trofeo Challenge Cavalieri di Capraia – Cocktail

Venerdì 9 giugno 2023
Ore 12: partenza regata Isola di Capraia
Ore 19: cena in banchina per equipaggi e partecipanti al Premio Letterario del Mare “Piero Ottone”

Sabato 10 giugno 2023
Ore 12: partenza regata Isola di Capraia
Ore 18: premiazione regate
Ore 21.30: evento conclusivo 1° Premio Letterario “Piero Ottone” c/o Chiostro San Francesco

Domenica 11 giugno 2023
Partenza rally/regata, in orario da definire, con destinazione Portoferraio (Isola d’Elba)
 Ore 19 premiazione e cocktail presso Darsena Medicea Portoferraio

Lunedì 12 giugno 2023
Eventuale Sail Rally da Portoferraio a Porto Santo Stefano (GR) per partecipazione all’Argentario Sailing Week

Il 1° Premio Letterario del Mare

Dall’8 al 10 giugno 2023 l’Isola di Capraia, in occasione del 3° Capraia Sail Rally, ospiterà la prima edizione del “Premio Letterario Internazionale del Mare Piero Ottone” (www.premioletterariodelmare.it), organizzato dal Comune di Capraia Isola in collaborazione con la locale Pro Loco. Vi concorrono le opere di narrativa italiane e straniere a tema mare, isole, navigazione. Il Premio, a cadenza biennale, è intitolato allo scrittore, giornalista ed ex direttore del Corriere della Sera scomparso nel 2017 all’età di 92 anni. Velista e grande appassionato di mare, è stato anche Cavaliere di Capraia particolarmente legato all’isola. Proprio sabato 10 giugno, a partire dalle ore 21.30, presso il Chiostro di San Francesco, si svolgerà la premiazione dei vincitori, scelti tra 6 finalisti, di questa prima edizione. Ad animare la serata il Gruppo vocale “Acqua in bocca” di Pontremoli.

Le 8 isole più selvagge d’Italia

Le 8 isole più selvagge d’Italia

L’estate sta per arrivare e nel cercare alternative alla solita vacanza di mare o provare ad uscire dai sentieri battuti dai più ecco un suggerimento di viaggio alla scoperta delle isole italiane.
Quelle dimenticate però, quelle meno note e di massa che sanno di selvaggio.
Nel nostro paese il blu del mare ci circonda e sono davvero molte le isole e isolotti da poter esplorare per una vacanza diversa.
L’Italia vanta quasi 800 isole (si comprendono anche isolotti, scogli e faraglioni) e di questi solo 80 sono abitate e quelle visitate dal turismo si contano su due mani.

Isole da vivere per chi ama la natura dominante. Isole dove non esistono agi, aperitivi e movida ma solo percorsi trekking spesso appena accennati, spiagge isolate raggiungibili talvolta solo via mare con piccole imbarcazioni dei pescatori locali, acque cristalline, fondali meravigliosi e una natura selvaggia e dominante da respirare a pieni polmoni.
Sfatato il mito che occorrono ore di aereo e longitudini tropicali per trovare tutto ciò ecco le isole italiane da scoprire e vivere anche nei mesi estivi.

Linosa – Fraintesa.it on VisualHunt

Linosa

L’isola si trova al centro del mar Mediterraneo, tra Sicilia e Tunisia. Insieme a Lampedusa e Lampione forma l’arcipelago delle Pelagie (dal greco Pelaghià, isole d’alto mare).
Linosa è decisamente selvaggia nel suo aspetto dove domina la
nera roccia lavica che forma una costa alta e ricca di insenature irraggiungibili via terra formate dai vulcani spenti dell’isola.
E’ sicuramente anche per questo suo aspetto una delle isole meno note e turistiche d’Italia. Di forma quasi circolare ha al suo centro il cono del vulcano spento da oltre 2000 anni le cui falde però si tuffano nel mare per quasi 100 metri di profondità.
Il cratere principale, la cosiddetta Fossa del Cappellano è sovrastato da altri tre coni: il Monte Vulcano (195 m), il  Monte Rosso (186 m), il Monte Nero (107 m) e alle pendici di questo, un più piccolo cratere di 50 m.
Il nero e grigio della pietra lavica si alterna con le acacie i fichi d’india e i capperi ed è perfetto per gli amanti del trekking. L’unico piccolo centro abitato di Linosa è fatto da caratteristiche casette color pastello che si raccolgono intorno al piccolo porto, da cui partono le escursioni a piedi alla conquista delle vette o in barca.
Per gli amanti del mare, i fondali rocciosi sono molto frequentati dai subacquei per la ricchezza della fauna ittica. Per chi vuole semplicemente rilassarsi in spiaggia, Linosa alterna spiagge di sabbia vulcanica a costoni di roccia molto suggestivi, lambiti da acque turchesi e trasparenti.
Cala Pozzolana di Ponente è una bellissima spiaggia, meta spesso delle tartarughe Caretta Caretta che qui depongono le uova.
Da non perdere Punta Beppe Tuccio un piccolo promontorio che insieme ad isolotti minori crea una piccola laguna e ancora, Grotta del Greco sul versante orientale dell’isola, Cala Pozzolana di Levante e Punta Calcarella sul versante meridionale.
Per chi ama le isole selvagge Linosa è una buona alternativa, tra le isole Pelagie, alla più celebre Lampedusa che richiama folle di turisti per la sua favolosa Spiaggia dei Conigli.

Alicudi – foto candido33 on Visualhunt.com

Alicudi

La più occidentale, selvaggia e isolata dell’arcipelago delle isole Eolie è Alicudi: un paradiso terrestre. Dalla forma quasi perfettamente conica, incontaminata, aspra e solitaria offre gli scenari tipici mediterranei tra terrazzamenti con muri a secco e scorci di blu.
L’isola molto piccola ha un centinaio di abitanti e nessuna automobile. Ad Alicudi ci si sposta a piedi o al massimo a dorso di mulo.
Vicino al piccolo porto è il centro abitato che ospita solo qualche negozietto di alimentari, l’ufficio postale e qualche bottega di prima necessità.
Prima di sbarcare sull’isola quindi consigliamo di far rifornimento di tutto ciò che vi potrà servire sull’isola. Il fascino di Alicudi consiste proprio nel vivere dell’essenziale e in perfetta sintonia con la natura.  A dominare l’isola è il Monte Filo dell’Arpa che raggiunge i 675 metri sul livello del mare. Un cono di vulcano spento che si inabissa per oltre 1500 metri nelle profondità del Mar Tirreno.
La cima del vulcano spento che forma l’isola è attraversato da numerose mulattiere che partono dal porto e conducono fino alla vallata dove un tempo colava la lava prima di riversarsi in mare. Sono sentieri panoramici ideali per gli amanti del trekking.
Inaccessibile e inospitale la parte occidentale dell’isola che si può vedere solo facendo un giro in barca poiché le coste qui sono alte, scoscese e costellate da grotte vulcaniche.
Sola una la spiaggia vera di Alicudi raggiungibile a piedi, cioè quella di ciottoli grigi del porto a cui si aggiungono diverse piccole calette selvagge, quasi tutte sul versante orientale vicino all’unico centro abitato, accessibili solo in barca. L’unica altra spiaggia degna di tale nome è quella di ciottoli di Bazzina, situata anch’essa non lontano dal porto.
L’approdo di Palomba invece è consigliato sia ai sub che agli escursionisti. Le minuscole spiagge di ciottoli sono ideali sia per lo snorkeling che per chi vuole rilassarsi intere giornate al sole.
Non lasciate Alicudi senza aver visitato Contrada Tonna dove si può ammirare l’architettura tipica delle Eolie e dove potrete visitare la chiesa di San Bartolo, patrono delle isole Eolie. 

Filicudi – foto Candido33 on Visualhunt.com

Filicudi

Leggermente più grande di Alicudi, Filicudi fa parte dell’arco occidentale dell’arcipelago delle isole Eolie e geologicamente è la più antica delle sette isole.
Aspra e selvaggia è costituita anch’essa dal cono emerso di un vulcano spento e ricoperto da ginestre, erica, fichi d’india e felci.
Chi ama camminare potrà sbizzarrirsi nella salita al punto più alto dell’isola, Fossa Felci che si trova a 774 metri sul livello del mare.
Tutta l’isola è caratterizzata da versanti scoscesi e coste rocciose intarsiate da profonde grotte impreziosite da magnifici faraglioni con costoni a strapiombo sul mare.
La Canna è lo scoglio più famoso dell’isola, mentre tra le grotte la più amata è quella del Bue Marino e di Maccatore.
Le spiagge di Filicudi, tutte di origine vulcanica, sono fatte di grandi ciottoli scuri ad eccezione della spiaggia di Pecorini che ha alcuni tratti di sabbia. La  spiaggia più ricercata è però Le Punte, che si può raggiunge a piedi dal molo.
Un giro il barca è quindi fondamentale per scoprire l’isola e poterne ammirare la bellezza selvaggia e perché no fare un bagno nel blu. Da non scordare la visita di Capo Graziano, una fortezza naturale dove sono visibili i resti di un villaggio preistorico.
Anche se più tranquilla di Lipari e Panarea, Filicudi con i suoi 250 abitanti offre comunque una vivace vita notturna grazie a diversi locali e una discoteca. Un giusto compromesso per chi cerca il relax nella natura incontaminata e un minimo di mondanità.

Marettimo – Robyn Hooz on Visualhunt

Marettimo

Meno turistica di Favignana, Marettimo è l’isola più selvaggia e incontaminata delle isole Egadi, oltre che la più lontana dalla Sicilia e quindi la più difficile da raggiungere.
Facciomo quindi un balzo su un alltro arcipelago siciliano nell’isola che deve il suo nome al
greco Hierà Nésos cioè “isola sacra”. Quello con cui la conosciamo oggi però deriva dal latino Maritima, probabilmente per l’abbondante presenza sull’isola del timo selvatico.
L’isola è dominata dal Monte Falcone alto 686 metri sul livello del mare. Per chi ama il trekking percorso d’obbligo arrivarci in cima per godere del paesaggio dell’isola dall’alto oppure percorrere sentieri immersi nella macchia mediterranea, come il sentiero di Punta Troia che in circa un’ora e mezza di cammino lungo la costa conduce a un promontorio su cui sorge un castello normanno del XVII secolo.
Nei pressi del centro abitato composto da casette bianche che si specchiano nel porticciolo e dove vivono molti dei 680 abitanti dell’isola, si trovano sulla costa est due spiagge cittadine raggiungibili a piedi, Scalo Vecchio e Scalo Nuovo, situate in corrispondenza del porto vecchio a nord e del porto nuovo a sud.
Ma le spiagge più belle sono Cala Bianca, con sabbia bianca e coste altissime che scendono a strapiombo verso il mare, e Praia dei Nacchi con ciottoli e acque trasparenti.
Per chi è disposto a camminare un po’ per andare alla ricerca di spiagge più selvagge tappa d’obbligo a
Zotta Muletti raggiungibile in un’ora e mezza di cammino all’ombra della pineta; la spiaggia del Cretazzo per cui ci servono quasi due ore di cammino e Cala Nera, situata sotto il faro di Punta Libeccio, raggiungibile soltanto a nuoto tuffandosi dagli scogli.
Inevitabile concedersi un giro in barca per ammirare le numerosissime grotte emerse e sommerse che si dice siano più di 400, scavate dalle onde e dai fenomeni carsici che frastagliano la costa dell’isola.
Tra le più belle la Grotta del Cammello, la Grotta Perciata, la Grotta del Tuono, la Grotta Presepe e la Grotta della Bombarda.
Marettimo è l’isola ideale, tra le Egadi, per chi cerca una vacanza tranquilla lontana dalla folla di Favignana.

Giannutri – Guido & Family on VisualHunt.com

Giannutri

Lasciamo la Sicilia we raggiungiamo l’Arcipelago toscano dove in cerca di bellezza selvaggia è necessario fermarci a Giannutri, da sempre considerata sacra alla dea Artemide per la sua curiosa forma a mezzaluna. A pochi chilometri dalla costa mondana dell’Argentario e dall’isola del Giglio quest’isola grande solo 500 metri in larghezza e 5 chilometri in lunghezza che fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano preserva il peculiare ambiente naturale e straordinari fondali.
È l’isola del silenzio e della natura incontaminata che
sorprende per il paesaggio selvaggio fatto di morbide insenature bagnate da un mare cristallino, di ripide scogliere che precipitano nel blu più profondo, di grotte marine, di spiaggette, di boschi impenetrabili, di una variegata macchia mediterranea dalla quale emergono le rovine del glorioso passato romano.
Sull’isola infatti, si possono vedere i resti di una sontuosa villa romana appartenuta alla famiglia dei Domizi Enobarbi e risalente al II sec. d. C. che la caratterizza.
Le spiagge vere e proprie sono due e sono anche gli unici due punti di approdo, Cala Maestra e Cala Spalmatoio. Sono spiagge di ghiaia senza stabilimenti balneari.
L’isola è un paradiso in terra soprattutto per gli amanti della subacquea e dello snorkeling che possono ammirare la bellezza dei fondali ricchi di biodiversità.
Per gli appassionati del trekking invece c’è la possibilità di esplorare i percorsi che attraversano la fitta macchia mediterranea fino a raggiungere Monte Mario e Poggio di Capel Rosso, che è il punto più alto dell’isola (88 metri sul livello del mare) da cui si gode un panorama mozzafiato.
Giannutri è raggiungibile in traghetto o con i taxi boat e è auto free in quanto area protetta. Nessun hotel sull’isola ma solo ospitalità in appartamenti e b&b per vivere in armonia con la ventina di abitanti dell’isola.

Pianosa – Antonio Cinotti – antoncino on Visualhunt.com

Pianosa

Come Giannutri fa parte del parco dell’arcipelago toscano e anche qui sono banditi navigazione e pesca.
Il nome deriva dalla sua conformazione totalmente pianeggiante. L’isola abitata fin dal Paleolitico conserva le rovine di una villa romana e un sistema di catacombe.
Famosa per aver ospitato per oltre 140 anni un carcere di massima sicurezza che la rendeva di fatto inaccessibile è riuscita però grazie a ciò a mantenersi inalterata.
Fu il Granduca di Toscana nel 1856 a istituire la colonia penale agricola che  durante il fascismo divenne luogo di detenzione per prigionieri politici tra cui anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Negli anni ’70 del Novecento è diventata isola sede di carcere di massima sicurezza in cui sono stati confinati terroristi e mafiosi, tanto che la popolazione fu fatta evacuare e l’isola fu chiusa al turismo. Pianosa ha ricominciato ad accogliere visitatori solo dal 2011, quando il carcere è stato definitivamente chiuso per essere trasformato nell’unico hotel dell’isola gestito peraltro da una cooperativa di ex detenuti. Da sempre crocevia di rotte commerciali, Pianosa custodisce sui suoi fondali preziosi reperti archeologici troppo spesso depredati. Chi vuole rilassarsi in spiaggia dovrà andare a Cala Giovanna, l’unica dove è consentita la balneazione. Sull’isola ci sarebbero anche altre spiagge incontaminate come Cala di Biagio e Cala del Bruciato, ma è proibito anche solo avvicinarsi.
Da qualche anno è possibile anche fare immersioni al largo di Pianosa per esplorare i suoi ricchissimi fondali, ma solo dopo aver ottenuto il permesso dall’ente del parco.
Per tutelare il suo patrimonio naturalistico l’isola è accessibile solo con escursioni guidate che prevedono un numero limitato di persone, non più di 250 al giorno.  

Palmaria – Spettacolopuro on VisualHunt

Palmaria

Salendo in Liguria ecco Palmaria piccolo e incontaminato gioiello situato nel golfo di La Spezia.Trattasi di un ex area militare trasformata a sede internazionale del turismo green in seguito all’accordo firmato tra la Marina Militare e il Comune di Portovenere.
L’isola, patrimonio dell’Unesco, ha una costa prevalentemente alta e rocciosa, le spiagge dunque non sono facilmente accessibili.
Tra queste da segnalare la spiaggia del Pozzale, quella meno affollata e più selvaggia. Per chi preferisce maggiori comodità può scegliere lo stabilimento balneare Il Gabbiano oppure la spiaggia libera di Punta Secco, di fronte a Portovenere. Per chi ama il trekking Palmaria offre una buona rete di sentieri che attraversano l’intera isola e regalano bellissimi scorci sul mare, tra cui il Sentiero dei Condannati.
Caratteristica Terrizzo il centro abitato dove vivono il maggior numero dei 50 abitanti di Palmaria composto da casette colorate che si affacciano sul mare.

Palmarola – Lynnepet on VisualHunt

Palmarola

Palmarola è la più selvaggia delle isole Pontine Siamo nel Lazio è quest’isola lunga quasi tre chilometri e larga solo 300 metri e la sorellina di Ponza.
D
eve il suo nome alla palma nana, unica palma originaria dell’Europa che cresce selvatica sulla sua superficie.
Come le altre isole Pontine, Palmarola è di origine vulcanica e ha una meravigliosa costa rocciosa piena di grotte, anfratti e calette che si nascondono tra le scogliere bianche a picco sul mare.
Una zona che vale la pena visitare è la Cattedrale, scolpita da grotte che formano incredibili archi a sesto acuto. Ma in un giro dell’isola in barca potrete ammirare anche il Faraglione di Mezzogiorno, la Forcina, la Grotta del Gatto e Le Galere.
A Palmarola non ci sono spiagge di sabbia. Le uniche sono la Cala del Porto o Spiaggia della Maga Circe, anche detta la spiaggia de O’Francese perché qui sorge l’unico ristorante dell’isola, O’ Francese, e Cala Brigantina, così chiamata perché ancora nel ‘700 offriva riparo alle barche dei pirati.
Chi ama camminare può percorrere il sentiero Faraglione di San Silverio che porta in cima a uno sperone roccioso dove si trova un’edicola dedicata a San Silverio, patrono di Ponza.

 

 

[:it]La Mostra dei Fiori sbarca all’Isola d’Elba dall’11 al 13 giugno[:]

[:it]La Mostra dei Fiori sbarca all’Isola d’Elba dall’11 al 13 giugno[:]

[:it]La Società Toscana di Orticultura, dopo il successo delle Mostre di piante e fiori di Firenze, Siena e Greve in Chianti, arriva all’Isola d’Elba con la prima edizione della Mostra Mercato di piante e fiori “Portoferraio in Fiore” nel Viale delle Ghiaie, a due passi dal centro storico.

Venerdì 11 giugno dalle ore 16 alle ore 19.30, sabato 12 e domenica 13 giugno dalle 9 alle 19.30, ingresso gratuito, con il patrocinio del Comune di Portoferraio.

Partecipano oltre 20 espositori qualificati provenienti da tutta Italia con molteplici varietà di piante, dalle più classiche alle più rare e sconosciute, oltre ad arredo e artigianato per l’orto e il giardino.
Ogni giorno a partire dalle 18 si svolgeranno dei laboratori per bambini e famiglie, “Ortolandia”, con esperti di orto e paesaggio.

Il presidente della Società Toscana di Orticultura, Alberto Giuntoli, ricorda che “l’antico legame con l’Isola d’Elba e Portoferraio è profondo e simbolico per una Società che fin dall’Ottocento ha promosso la botanica, la conoscenza delle piante e dei giardini. Questo legame è testimoniato da alcuni membri storici della stessa Società come i Roster (Giacomo e Giorgio) che tra l’altro sono ricordati per l’imponente Tepidario, ancora oggi simbolo della Società, e per il giardino di acclimatazione dell’Ottonella molto conosciuto e descritto sulla rivista “Il Bullettino”, ancora oggi pubblicata dalla Società.

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