Dic 2, 2022 | Territori
Una passeggiata insolita nel territorio casentinese tra storia, arte, personaggi, leggende e curiosità.
Questo è Curiosando in Casentino, il volume illustrato che Luigi De Concilio ha dato alle stampe per l’editrice Sarnus.
De Concilio, fiorentino, è stato a lungo responsabile della comunicazione all’Enel. Nel 2019 ha pubblicato con Sarnus il fortunato Firenze bizzarra, ristampato dopo soli tre mesi dall’uscita.
La sua nuova fatica è dedicata a un’area vasta e bellissima del territorio toscano che da sempre è terra di poeti e di artisti, di letterati e di studiosi.
Il libro ce ne racconta il passato frugando nella storia antica e nella fede, nel costume e nelle tradizioni popolari, nelle leggende, nei misteri e nei segreti di castelli, pievi e torri.
A Stia scopriremo uno spettacolo simile alla corrida chiamato “caccia del toro”, passeremo davanti ai tabernacoli del vino di Pratovecchio, impareremo qualcosa sul Tridente di San Pietro nella chiesa di Romena, sulle origini massoniche degli scalpellini a Strada e sulle antiche ruggini tra Poppi e Bibbiena.
Incontreremo un Dante Alighieri insolitamente donnaiolo e tanti altri personaggi illustri come Lorenzo il Magnifico, Michelangelo e Pico della Mirandola, che ci accompagneranno in un viaggio ricco di sorprese e di curiosità che neanche i casentinesi conoscono.
Ago 4, 2017 | Eventi, Montagna Pistoiese, Pistoia
[:it]di redazione – Partita la terza edizione di “Letterappennica”, la rassegna di cultura, arte e letteratura che da venerdì 4 a domenica 6 agosto animerà il crinale dell’Appennino tosco-emiliano.
“Letteraappennica offre tante storie da raccontare che hanno come filo rosso il cerchio – dice l’assessore regionale Cristina Grieco – E allora voglio cogliere l’idea degli organizzatori e provo a tracciare un cerchio sulle nostre montagne, sul nostro Appennino.
Dentro vedo non solo i tanti appuntamenti della manifestazione, le presentazioni di libri, gli eventi musicali, le rappresentazioni artistiche per valorizzare la nostra montagna, e una preziosa occasione, perché no, per combattere le temperature luciferine di queste giornate caldissime.
In quel cerchio stanno anche gli investimenti che la Regione ha messo in campo per la montagna pistoiese, per valorizzare un territorio prezioso per tutta la Toscana. Anche una manifestazione come questa dimostra che l’economia bianca è fondamentale ma non è tutto. Ad essa si deve affiancare un progetto culturale, che recuperi tutte le vocazioni di questi luoghi, dagli antichi mestie ri alle nuove professionalità e competenze della montagna, che alimentino a un’affluenza turistica che guardi al futuro”.
Quest’anno “Letterappenninica” offre 29 incontri (in genere presentazioni di libri. Ma ci sono anche danze popolari montane e una degustazione con Saverio Carmagnini) in 19 tra paesi e frazioni di 5 comuni lungo il crinale dell’Appennino tosco-emiliano (da Fiumalbo ad Alto Reno Terme, nelle province di Modena e Bologna, passando, nel pistoiese a Sambuca e ai due Comuni accorpati pochi mesi fa: Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio).
“Nei giorni di un grande caldo chiamato Lucifero – scherza Federico Pagliai – Toscana ed Emilia dovrebbero darci un premio speciale perché offriamo gratis non solo la bellezza dei libri ma anche il fresco dei nostri monti”.
Un altro “tondo” nella rassegna sarà quello (Abetone, sabato 5 agosto ore 18) dedicato al ricordo di Zeno Colò: precursore della posizione “a uovo” che lo fece salire, nel 1947, sul podio mondiale di Cervinia nel chilometro lanciato con il record di 160 km all’ora: usando sci di legno e senza indossare il casco. Colò sarà ricordato dal presidente FISI, e già allenatore di Alberto Tomba, Flavio Roda.
Ci sarà spazio, ancora nella piazza di Cutigliano, per un pomeriggio solidale con due comunità appenniniche colpite dal terremoto: con i rispettivi sindaci Serenella Clarice e Sergio Pirozzi, i Comuni di Posta e di Amatrice racconteranno ombre e luci del dopo terremoto.
“La montagna solidale”, è il titolo, domenica 6 agosto, si inquadra nell’ambito di un “gemellaggio” fra le comunità tosco-emiliane e quelle reatine.
In primavera “Letterappenninica” ha raccolto, tramite micro-donazioni fra quasi 800 montanini, una cifra consistente con la quale è stata acquistata, e montana nel territorio di Posta (Comune con neppure 700 abitanti), una casa prefabbricata utilizzata come centro socio-culturale: struttura che “Letterappenninica” ha voluto riempire anche di libri, raccolti fra la gente, sulla civiltà montana.
E’ poi previsto un premio giornalistico, intitolato a Paolo Bellucci e quest’anno assegnato a Davide Demichelis autore di documentari sulla natura e ideatore di una trasmissione cult (“Radici”, RAI3) su un fenomeno, l’emigrazione, che i monti di Pistoia hanno bene conosciuto fin dall’inizio del Novecento.La cerimonia si svolge sabato 5 agosto (ore 21) in piazza di Gavinana, accanto alla statua di Francesco Ferrucci con i bambini di Gavinana impegnati a leggere brani sulla storia del loro paese.
Distinti in cinque aree (narrativa di terre alte, montagna come stile alternativo di vita, noir, romanzo storico, buona cucina) i 29 incontri saranno animati – in boschi e crinali, aie di paese e borghi nascosti – da scrittori e giornalisti, cuochi e artisti. In una Fiumalbo dove non mancano piante secolari, Tiziano Fratus guiderà nei boschi per ascoltare “il sussurro degli alberi”.
Mario Ferraguti farà entrare nelle “case abbandonate” e Franco Arminio scoprire i paesi attraverso le “porte delle abitazioni”. Marco Pastonesi, vincitore del “Bancarella Sport”2017, racconterà un personaggio vissuto su questi monti nel secolo scorso e considerato una sorta di “pioniere della mountain bike”: Armando Manzani che con la sua “Wilma”, pesante bici in ferro, e fisarmonica, pedalava fra Apuane e Scaffaiolo.
L’incontro, domenica 6 agosto nel Parco delle Stelle sopra Gavinana, sarà preceduto (ore 9:30) da una pedalata in MB sui sentieri verso il lago cantato dal Boccaccio. Si parlerà anche di don Lorenzo Milani e del suo rapporto con la montagna, di un ingenere francese che progettò gli incredibili ponti della ferrovia verso Porretta, di una famiglia “brigidinaia” presente a San Marcello da 60 anni, di un rabdomante, di un barista amico di Gigi Riva che riforniva di necci con ricotta gli sciatori fiorentini dopo le fatiche della neve (quando la neve veniva).
Fra gli ospiti un ex professore di liceo che oggi alleva capre e una scrittrice per piccoli che ha ambientato un libro sul Ponte Sospeso (fino a pochi anni fa “primato” nel Guinnes).
E nell’incanto della piazza di Spignana, uno dei borghi nascosti e pieni di un fascino antico, una compagnia teatrale porterà “Vajont, quelli del dopo” da un lavoro di Mauro Corona, socio onorario di “Letterappenninica“. In un mulino di Pian degli Ontani dove si macinano grani antichi, Paolo Ciampi racconterà “Il cammino degli Dei”: il sentiero lento che unisce Bologna e Firenze lasciando perdere le velocità alte di treni e automobili. E Tito Barbini, già assessore regionale, parlerà (Gavinana, Fondazione Turati, venerdì 4) di un missionario (“Don Patagonia”) coraggioso difensore degli indios nelle Terre del Fuoco. Tiziano Fratus, a Rivoreta, spiegherà “l’arte di saper leggere, nella memoria degli alberi, uomini e stagioni”.
Toscana Notizie[:en]di redazione – Partita la terza edizione di “Letterappennica”, la rassegna di cultura, arte e letteratura che da venerdì 4 a domenica 6 agosto animerà il crinale dell’Appennino tosco-emiliano.
“Letteraappennica offre tante storie da raccontare che hanno come filo rosso il cerchio – dice l’assessore regionale Cristina Grieco – E allora voglio cogliere l’idea degli organizzatori e provo a tracciare un cerchio sulle nostre montagne, sul nostro Appennino.
Dentro vedo non solo i tanti appuntamenti della manifestazione, le presentazioni di libri, gli eventi musicali, le rappresentazioni artistiche per valorizzare la nostra montagna, e una preziosa occasione, perché no, per combattere le temperature luciferine di queste giornate caldissime.
In quel cerchio stanno anche gli investimenti che la Regione ha messo in campo per la montagna pistoiese, per valorizzare un territorio prezioso per tutta la Toscana. Anche una manifestazione come questa dimostra che l’economia bianca è fondamentale ma non è tutto. Ad essa si deve affiancare un progetto culturale, che recuperi tutte le vocazioni di questi luoghi, dagli antichi mestie ri alle nuove professionalità e competenze della montagna, che alimentino a un’affluenza turistica che guardi al futuro”.
Quest’anno “Letterappenninica” offre 29 incontri (in genere presentazioni di libri. Ma ci sono anche danze popolari montane e una degustazione con Saverio Carmagnini) in 19 tra paesi e frazioni di 5 comuni lungo il crinale dell’Appennino tosco-emiliano (da Fiumalbo ad Alto Reno Terme, nelle province di Modena e Bologna, passando, nel pistoiese a Sambuca e ai due Comuni accorpati pochi mesi fa: Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio).
“Nei giorni di un grande caldo chiamato Lucifero – scherza Federico Pagliai – Toscana ed Emilia dovrebbero darci un premio speciale perché offriamo gratis non solo la bellezza dei libri ma anche il fresco dei nostri monti”.
Un altro “tondo” nella rassegna sarà quello (Abetone, sabato 5 agosto ore 18) dedicato al ricordo di Zeno Colò: precursore della posizione “a uovo” che lo fece salire, nel 1947, sul podio mondiale di Cervinia nel chilometro lanciato con il record di 160 km all’ora: usando sci di legno e senza indossare il casco. Colò sarà ricordato dal presidente FISI, e già allenatore di Alberto Tomba, Flavio Roda.
Ci sarà spazio, ancora nella piazza di Cutigliano, per un pomeriggio solidale con due comunità appenniniche colpite dal terremoto: con i rispettivi sindaci Serenella Clarice e Sergio Pirozzi, i Comuni di Posta e di Amatrice racconteranno ombre e luci del dopo terremoto.
“La montagna solidale”, è il titolo, domenica 6 agosto, si inquadra nell’ambito di un “gemellaggio” fra le comunità tosco-emiliane e quelle reatine.
In primavera “Letterappenninica” ha raccolto, tramite micro-donazioni fra quasi 800 montanini, una cifra consistente con la quale è stata acquistata, e montana nel territorio di Posta (Comune con neppure 700 abitanti), una casa prefabbricata utilizzata come centro socio-culturale: struttura che “Letterappenninica” ha voluto riempire anche di libri, raccolti fra la gente, sulla civiltà montana.
E’ poi previsto un premio giornalistico, intitolato a Paolo Bellucci e quest’anno assegnato a Davide Demichelis autore di documentari sulla natura e ideatore di una trasmissione cult (“Radici”, RAI3) su un fenomeno, l’emigrazione, che i monti di Pistoia hanno bene conosciuto fin dall’inizio del Novecento.La cerimonia si svolge sabato 5 agosto (ore 21) in piazza di Gavinana, accanto alla statua di Francesco Ferrucci con i bambini di Gavinana impegnati a leggere brani sulla storia del loro paese.
Distinti in cinque aree (narrativa di terre alte, montagna come stile alternativo di vita, noir, romanzo storico, buona cucina) i 29 incontri saranno animati – in boschi e crinali, aie di paese e borghi nascosti – da scrittori e giornalisti, cuochi e artisti. In una Fiumalbo dove non mancano piante secolari, Tiziano Fratus guiderà nei boschi per ascoltare “il sussurro degli alberi”.
Mario Ferraguti farà entrare nelle “case abbandonate” e Franco Arminio scoprire i paesi attraverso le “porte delle abitazioni”. Marco Pastonesi, vincitore del “Bancarella Sport”2017, racconterà un personaggio vissuto su questi monti nel secolo scorso e considerato una sorta di “pioniere della mountain bike”: Armando Manzani che con la sua “Wilma”, pesante bici in ferro, e fisarmonica, pedalava fra Apuane e Scaffaiolo.
L’incontro, domenica 6 agosto nel Parco delle Stelle sopra Gavinana, sarà preceduto (ore 9:30) da una pedalata in MB sui sentieri verso il lago cantato dal Boccaccio. Si parlerà anche di don Lorenzo Milani e del suo rapporto con la montagna, di un ingenere francese che progettò gli incredibili ponti della ferrovia verso Porretta, di una famiglia “brigidinaia” presente a San Marcello da 60 anni, di un rabdomante, di un barista amico di Gigi Riva che riforniva di necci con ricotta gli sciatori fiorentini dopo le fatiche della neve (quando la neve veniva).
Fra gli ospiti un ex professore di liceo che oggi alleva capre e una scrittrice per piccoli che ha ambientato un libro sul Ponte Sospeso (fino a pochi anni fa “primato” nel Guinnes).
E nell’incanto della piazza di Spignana, uno dei borghi nascosti e pieni di un fascino antico, una compagnia teatrale porterà “Vajont, quelli del dopo” da un lavoro di Mauro Corona, socio onorario di “Letterappenninica“. In un mulino di Pian degli Ontani dove si macinano grani antichi, Paolo Ciampi racconterà “Il cammino degli Dei”: il sentiero lento che unisce Bologna e Firenze lasciando perdere le velocità alte di treni e automobili. E Tito Barbini, già assessore regionale, parlerà (Gavinana, Fondazione Turati, venerdì 4) di un missionario (“Don Patagonia”) coraggioso difensore degli indios nelle Terre del Fuoco. Tiziano Fratus, a Rivoreta, spiegherà “l’arte di saper leggere, nella memoria degli alberi, uomini e stagioni”.
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Ott 1, 2016 | Editoriale
[:it]di Nadia Fondelli – Nel 2008 ebbi modo di leggere il suo primo libro “E’ l’uomo per me” e ne rimasi affascinata. Trama leggera e ironia al limite del sarcasmo con cui l’autrice riesce a scandagliare una tipologia infinita su caratteri maschili.
Ne “Il bigodino di Rosalba” uscito nel 2011, sottotitolo “la filosofia è ovunque o in nessun luogo?” suo secondo lavoro da leggere con il sorriso sulle labbra, l’autrice senza annoiare, ma anzi con la tradizionale e quasi cinica ironia si spinge a filosofeggiare sulla filosofia; quella stessa materia che mastica nel quotidiano dalla cattedra delle aule scolastiche.
E’ infatti una professoressa ancora viva sebbene lavori da due decenni nella scuola insegnando storia e filosofia Oriana Guarino. Si legge nella sua biografia.
In realtà è una salentina talentuosa che ha peraltro l’ingrato compito di scrivere con un nome di battesimo così impegnativo.
E’ uscito da poco nelle librerie (soprattutto cercatelo in rete) il suo terzo lavoro dove Oriana ci sorprende ancora una volta, andando oltre.
Oltre l’ironia, oltre il filosofeggiare “Gli occhi di Cécile”, bando alle ciance, se avesse la firma di un autore celebrato sarebbe già un best seller.
E’ un romanzo diverso, quasi un cazzotto nello stomaco ai perbenismi di facciata questa piccola-grande storia di una bambina che si fa poi ragazza e donna navigando nei mari tempestosi di una vita sofferta.
Va dritto al cuore il monologo che occupata molto spazio del volume di Cécile bambina con Spezzi la sua matita-bambola consolatrice dai soprusi, le cattiverie e le violenze non solo psicologiche rimaste chiuse nelle segrete di un orfanotrofio.
“Gli occhi di Cécile” che attraversano il libro sono gli stessi dell’autrice: intensi, celesti e che bucano dritti.
Lo sguardo che pulsa vivo e le parole nuove conquistate sono il fil rouge che conduce ad una nuova consapevolezza e alla raffigurazione di una speranza che tolga dai fanghi della vita.
Una parabola meravigliosa dell’essere donna oggi. Un libro necessario per affrontare nella maniera giusta tematiche quanto mai attuali che si fanno cronaca ogni giorno.
“Gli occhi di Cécile” è quell’agrodolce che conquista e Oriana Guarino sorprende per la sua capacità di essere altro rispetto alla scanzonata romanziera dei primi due libri.
Filosofeggia sempre, in alcuni momenti facendo venire anche il mal di testa a chi non mastica troppo di massimi sistemi, ma soprattutto tira cazzotti nello stomaco.
Costringe alla riflessione che porta alla comprensione e vince attraverso una storia apparentemente semplice che è percorso di vita. Forse la sua.
Un piccolo grande libro da leggere assolutamente.[:en]di Nadia Fondelli – Nel 2008 ebbi modo di leggere il suo primo libro “E’ l’uomo per me” e ne rimasi affascinata. Trama leggera e ironia al limite del sarcasmo con cui l’autrice riesce a scandagliare una tipologia infinita su caratteri maschili.
Ne “Il bigodino di Rosalba” uscito nel 2011, sottotitolo “la filosofia è ovunque o in nessun luogo?” suo secondo lavoro da leggere con il sorriso sulle labbra, l’autrice senza annoiare, ma anzi con la tradizionale e quasi cinica ironia si spinge a filosofeggiare sulla filosofia; quella stessa materia che mastica nel quotidiano dalla cattedra delle aule scolastiche.
E’ infatti una professoressa ancora viva sebbene lavori da due decenni nella scuola insegnando storia e filosofia Oriana Guarino. Si legge nella sua biografia.
In realtà è una salentina talentuosa che ha peraltro l’ingrato compito di scrivere con un nome di battesimo così impegnativo.
E’ uscito da poco nelle librerie (soprattutto cercatelo in rete) il suo terzo lavoro dove Oriana ci sorprende ancora una volta, andando oltre.
Oltre l’ironia, oltre il filosofeggiare “Gli occhi di Cécile”, bando alle ciance, se avesse la firma di un autore celebrato sarebbe già un best seller.
E’ un romanzo diverso, quasi un cazzotto nello stomaco ai perbenismi di facciata questa piccola-grande storia di una bambina che si fa poi ragazza e donna navigando nei mari tempestosi di una vita sofferta.
Va dritto al cuore il monologo che occupata molto spazio del volume di Cécile bambina con Spezzi la sua matita-bambola consolatrice dai soprusi, le cattiverie e le violenze non solo psicologiche rimaste chiuse nelle segrete di un orfanotrofio.
“Gli occhi di Cécile” che attraversano il libro sono gli stessi dell’autrice: intensi, celesti e che bucano dritti.
Lo sguardo che pulsa vivo e le parole nuove conquistate sono il fil rouge che conduce ad una nuova consapevolezza e alla raffigurazione di una speranza che tolga dai fanghi della vita.
Una parabola meravigliosa dell’essere donna oggi. Un libro necessario per affrontare nella maniera giusta tematiche quanto mai attuali che si fanno cronaca ogni giorno.
“Gli occhi di Cécile” è quell’agrodolce che conquista e Oriana Guarino sorprende per la sua capacità di essere altro rispetto alla scanzonata romanziera dei primi due libri.
Filosofeggia sempre, in alcuni momenti facendo venire anche il mal di testa a chi non mastica troppo di massimi sistemi, ma soprattutto tira cazzotti nello stomaco.
Costringe alla riflessione che porta alla comprensione e vince attraverso una storia apparentemente semplice che è percorso di vita. Forse la sua.
Un piccolo grande libro da leggere assolutamente.[:]
Set 1, 2015 | Enogastronomia, Mugello | Val di Sieve, Siena
[:it]di Nadia Fondelli – A sorpresa, passo dopo passo la nostra collaboratrice Stefania Pianigiani vola sempre più in alto e oggi debutta anche in veste di autrice di libri, a quattro mani con la sua amica per caso Sabrina Somigli.
Sarà Pontassieve nell’ambito della manifestazione CookStock a battezzare, sabato 5 settembre, il debutto librario di Stefania Pianigiani enogastrogiardiniera, come lei ama definirsi.
Giardiniera per mestiere, seguitissima blogger appassionata di buona cucina e del buon stile toscano è diventata giornalista quasi per caso, alcuni anni fa.
Mi vanto, e a ben donde dato che i dati mi danno ragione, di aver intuito che dietro la tastiera di una blogger appassionata c’era una vera giornalista attenta, curiosa e competente prestata al giardinaggio.
Quando gli proposi di fare la giornalista e iniziare a scrivere per il mio “Toscana$Chianti News” quasi sorrise pensando che scherzassi e oggi eccoci qua al debutto di “Appetiti estremi”.
E’ il suo primo libro scritto a quattro mani con Sabrina Somigli, edito da Ara Edizioni.
Una serie di racconti alla scoperta della Toscana meno esplorata dove non mancano cibo, territorio, arte, natura, ma soprattutto tanto humor che darà luogo a situazioni davvero “ridanciane”. Appetiti Estremi è la dimostrazione di come un sogno si può avverare grazie alle testimonianze reali di Stefania Pianigiani, giornalista e blogger, ma soprattutto giardiniera e di Sabrina Somigli, microbiologa, prestata con successo alla ristorazione in veste di cuoca.
Ma soprattutto è una storia di amicizia, impressa nelle pagine che scorrono veloci sotto lo sguardo del lettore, e come dice il giornalista Aldo Fiordelli autore della prefazione: “Già dalle prime righe si ha la sensazione di leggere una Muriel Barbery più solare, meno tormentata, toscanizzata di un ‘ironia più pungente e con un velo di delicato cinismo”. I disegni e la copertina sono di Rakele Tondini, disegnatrice e insegnante di storia del costume al Museo del Tessuto di Prato, conosciuta dalle autrici per caso e con la quale è scattata subito la sintonia.
Ad arricchire i racconti, impostati sui principali pasti della giornata, la partecipazione straordinaria di Marco Stabile, chef stellato e presidente dei JRE Italia, Paolo Gori della trattoria da Burde, Giovanni Santarpia che fa la pizza più buona che ci sia, Simone Municchi della gelateria l’Antica Delizia, e la famiglia Pallai del ristorante K2 di Abbadia San Salvatore. Il libro è disponibile nelle migliori librerie, in vendita “online” sui principali canali di distribuzione e debutta in anteprima nazionale sabato 5 settembre alle 17.30 a Pontassieve (FI), all’interno di “Bocconi e Parole” in piazza Vittorio Emanuele II nell’ambito della manifestazione gastronomica “CookStock”, ove la Sieve al gusto si confonde…
Auguri Stefania, dalla tua redazione[:en]di Nadia Fondelli – A sorpresa, passo dopo passo la nostra collaboratrice Stefania Pianigiani vola sempre più in alto e oggi debutta anche in veste di autrice di libri, a quattro mani con la sua amica per caso Sabrina Somigli.
Sarà Pontassieve nell’ambito della manifestazione CookStock a battezzare, sabato 5 settembre, il debutto librario di Stefania Pianigiani enogastrogiardiniera, come lei ama definirsi.
Giardiniera per mestiere, seguitissima blogger appassionata di buona cucina e del buon stile toscano è diventata giornalista quasi per caso, alcuni anni fa.
Mi vanto, e a ben donde dato che i dati mi danno ragione, di aver intuito che dietro la tastiera di una blogger appassionata c’era una vera giornalista attenta, curiosa e competente prestata al giardinaggio.
Quando gli proposi di fare la giornalista e iniziare a scrivere per il mio “Toscana$Chianti News” quasi sorrise pensando che scherzassi e oggi eccoci qua al debutto di “Appetiti estremi”.
E’ il suo primo libro scritto a quattro mani con Sabrina Somigli, edito da Ara Edizioni.
Una serie di racconti alla scoperta della Toscana meno esplorata dove non mancano cibo, territorio, arte, natura, ma soprattutto tanto humor che darà luogo a situazioni davvero “ridanciane”. Appetiti Estremi è la dimostrazione di come un sogno si può avverare grazie alle testimonianze reali di Stefania Pianigiani, giornalista e blogger, ma soprattutto giardiniera e di Sabrina Somigli, microbiologa, prestata con successo alla ristorazione in veste di cuoca.
Ma soprattutto è una storia di amicizia, impressa nelle pagine che scorrono veloci sotto lo sguardo del lettore, e come dice il giornalista Aldo Fiordelli autore della prefazione: “Già dalle prime righe si ha la sensazione di leggere una Muriel Barbery più solare, meno tormentata, toscanizzata di un ‘ironia più pungente e con un velo di delicato cinismo”. I disegni e la copertina sono di Rakele Tondini, disegnatrice e insegnante di storia del costume al Museo del Tessuto di Prato, conosciuta dalle autrici per caso e con la quale è scattata subito la sintonia.
Ad arricchire i racconti, impostati sui principali pasti della giornata, la partecipazione straordinaria di Marco Stabile, chef stellato e presidente dei JRE Italia, Paolo Gori della trattoria da Burde, Giovanni Santarpia che fa la pizza più buona che ci sia, Simone Municchi della gelateria l’Antica Delizia, e la famiglia Pallai del ristorante K2 di Abbadia San Salvatore. Il libro è disponibile nelle migliori librerie, in vendita “online” sui principali canali di distribuzione e debutta in anteprima nazionale sabato 5 settembre alle 17.30 a Pontassieve (FI), all’interno di “Bocconi e Parole” in piazza Vittorio Emanuele II nell’ambito della manifestazione gastronomica “CookStock”, ove la Sieve al gusto si confonde…
Auguri Stefania, dalla tua redazione[:]