Dic 24, 2016 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Arezzo, Argentario, Casentino, Chianti Classico, Città del Tufo | Colline Metallifere, Crete Senesi, Da non perdere, Eventi, Firenze, Garfagnana, Grosseto, Lucca, Lunigiana, Maremma, Massa Carrara, Montagna Pistoiese, Montalbano, Monte Amiata, Monti Pisani, Mugello | Val di Sieve, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, Val Bisenzio, Val d'Elsa | Empolese, Val d'Elsa | Val di Merse, Val d'Orcia | Val di Chiana, Val di Cecina, Val di Cornia, Val Tiberina, Valdarno, Valdarno | Valdera | Colline Pisane, Valdinievole, Valle del Serchio | Piana Lucchese, Versilia
di Nadia Fondelli – Dove andare e cosa fare di interessante in Toscana durante le feste di Natale e fine anno? Tanti ce lo chiedono e districarsi fra occasioni vere e falsità commerciali non è facile.
Ecco allora una selezione speciale per voi fra tradizione, folklore, storia e valori veri.
La tradizione a tavola
Iniziamo dalla vigilia, 24 dicembre che sarà speciale a Londa, cuore dell’Appennino toscano a solo mezz’ora di auto da Firenze, dove andrà in scena una tradizione unica che non ha uguali: la festa del Fusigno.
S’inizia alle 21 con la settima edizione del presepe vivente – uno dei più suggestivi di Toscana – che si snoda sul greto del fiume Rincine, nel parco fluviale con oltre 100 figuranti.
Poi dopo la Messa di Natale, alle 23 penderà il via la festa del Fusigno vera e propria.
Due grandi falò illumineranno e riscalderanno gli astanti mentre si arrostisce di “Bardiccio”, la tipica salsiccia londese di cui molti (troppi) in questi anni se ne sono assunti la progenitura in tutta la Valdisieve.
Ma la festa del Fusigno – il termine deriva da “smangiucchiare” insieme nel dopocena davanti al focolare – che si svolge da oltre 50 anni rimette la cose a posto e con la sua storicità conferma che il Bardiccio è nato a Londa nel dopoguerra quando la produzione e l’allevamento dei maiali reggeva l’economia locale e vedeva affluire nel paese durante le due feste (fiera calda e fiera fredda) migliaia di maiali e che venivano acquistati dai tanti che arrivavano dalla Toscana e dalla vicina Emilia Romagna.
Del resto Londa è l’unico paese che al bardiccio dedica una festa!
Presepi artistici
Tantissimi. Di ogni fatta e storicità. Dalla Lunigiana alla Maremma passando per Garfagnana, pistoiese, fiorentino, pisano, senese e aretino. ecco una selezione.
Col presepe si scopre non solo la religiosità del Natale ma anche i luoghi, l’arte e la storia di tante comunità.
Castelfiorentino (Fi) si caratterizza per un grande presepe in bicicletta che si illumin pedalando e che affianca quello meteorologico molto tecnologico. Aperta fino all’8 gennaio sabato, domenica e festivi dalle 15 alle 19,30.
A Cerreto Guidi (Fi) è la più grande rappresentazione italiana realizzata all’uncinetto che si affianca alle altre cento rappresentazioni visibili nel centro storico tra i quali un presepe all’interno del campanile. Fino all’8 gennaio con orario 9-20.
Coreglia Antelminelli (Lu) microscopico paese montano della Garfagnana famoso come terra delle figure di gesso ospita presepi in sughero e terracotta provenienti dalla Sicilia che incontrano la produzione locale di gesso e cartapesta. Visibile il 26 dicembre e 5-6 gennaio, ore 10-18.
A Baggio (Pt) cuore della montagna pistoiese la passione dei pochi abitanti del luogo offre più presepi che abitanti. Oltre cento rappresentazioni all’aperto allestite nelle viuzze del paese. Sempre visitabile fino all’8 gennaio.
Campi Bisenzio (Fi) ospita una riproduzione a grandezza naturale di una borgata di Betlemme situata su due piani all’aperto. Ricerca della fedeltà agli elementi storico-biblici le caratteristiche. Aperto fino al 2 febbraio: giorni feriali 15,30-19, giorni festivi anche 12-13.
Cigoli (Pi) vanta una delle più grandi rappresentazioni tecnologiche italiane con i suoi 100 metri quadri! Aperto fino all’8 gennaio, tutti i giorni con orario 9,30 -12,30 e 14,30 -19,30.
Fucecchio (Fi) uun grande elettromeccanico con 200 personaggi in oltre 60 metri quadri con un ciclo di 11 minuti giorno/notte e voce guida. Aperto fino al 6 gennaio. Prefestivi e festivi 9-12,30 e 15-19,30. Feriali 15-19. Chiuso il lunedì.
Convalle di Pescaglia (Lu) suggestivo presepe in grotta fra il freddo dell’inverno della Garfagnana. Orario festivi 10-19, feriale su appuntamento.
Castelnuovo Valdicecina (Pi) da non perdere il caratteristico presepe nel soffione costituito da statue di terracotta create da un artigiano locale che prendono forma in uno scenario unico. Sempre visitabile dall’esterno del percorso.
Presepi Viventi
Moltissime rappresentazioni da non perdere che mescolano storicità religiosa con quella locale. Scenari imperdibili e in alcuni casi unici e irripetibili altrove.
Le Ville di Monterchi (Ar)
E’ tra i più grandi presepi viventi italiani con oltre 300 figuranti, 57 scene e oltre un chilometro di percorso! Si svolge il 25 e 26 dicembre, il 1° e 6 gennaio 2017 dalle 17,15 alle 19,30
Castelfranco di Sotto (Pi)
Nel centro storico oltre cento figuranti danno vita a una suggestiva rappresentazione ambientata all’anno zero.
Si svolge in due parti il 23 dicembre alle ore 21 e il 24 dicembre a partire dalle ore 22,30.
Ruota, Capannori (LU) pendici Monte Serra
In un delizioso borgo si svolge una rappresentazione in costume ambientata ai tempi di Gesù. Si svolge il 26 dicembre dalle 13,30 alle 19. con navetta da Pieve di Compito e Colle di Compito.
San Miniato Basso (Pi)
Corteo con oltre 200 figuranti, dal centro del paese alla piazza della chiesa dove sono allestite, molte scene della Palestina al tempo di Gesù. Rappresentazioni: 26 dicembre e 6 gennaio ore 16,30
Fonte Vetriana, Sarteano (Si)
Il presepe vivente si svolge in vere e proprie grotte, già abitate nell’Età del Bronzo in un luogo che è presepe tutto l’anno immerso com’è nel magnifico scenario della Valdichiana. In ogni grotta vengono allestiti i mestieri sempre visitabili. Il 26 dicembre la rappresentazione con i 18 figuranti che abitano il paese e quelli dei dintorni.
Pescia (Pt)
Il fiume che porta il nome del paese fa da scena a una delle più suggestive rappresentazioni toscane ambientate al tempo di San Francesco con oltre 200 figuranti. Si svolge il 6 gennaio alle ore 15. Nel centro storico è allestita anche la via dei presepi con oltre 40 postazioni aperta fino al 6 gennaio.
Musei aperti e non solo….
Il meteo dice che il Natale e il Santo Stefano ci riservano bel tempo e temperature mite perfette per godersi le città e le gite fuori porta.
Firenze, che rimane una delle mete predilette renderà possibile la visita al museo di Palazzo Vecchio che sarà aperto in via straordinaria fino alle 23 quasi tutti i giorni nel periodo natalizio, ad eccezione del 24 e 31 dicembre, quando sarà aperto dalle 9 alle 19, e del primo gennaio, quando sarà aperto dalle 14 alle 19.
Aperture straordinarie il 26 dicembre il 2 gennaio anche per la Galleria dell’Accademia chiusa invece a Natale e Capodanno e con orario ridotto (fino alle 18) il 24 e 31 dicembre.
Per Bargello e Cappelle Medicee invece apertura straordinaria il 2 e l’8 gennaio, mentre il 26 dicembre sarà prolungato l’orario di apertura.
Per Santo Stefano sarà aperto anche Palazzo Davanzati e, grazie agli Amici dei musei, Orsanmichele, visitabile anche il 2 gennaio. Invece il museo di Casa Martelli resterà chiuso al pubblico dal 29 dicembre al 4 gennaio.
Aperture straordinarie anche per l’Accademia di Belle Arti di Carrara, le aree archeologiche di Vetulonia, nel comune di Castiglione della Pescaia (Grosseto),di Roselle e di quella del Sodo e Tomba di Camucia, a Cortona (Arezzo) il 26 dicembre e a Capodanno.
E per chi avrà tortellini, capponi e panettoni sullo stomaco e la voglia di smaltirli la parola d’ordine è movimento!
Eh sì perché mediamente un pranzo (o il Cenone) delle feste contiene circa 2000 calorie. In un solo pasto quello che è il fabbisogno giornaliero se siamo attenti!
Basti pensare che una fetta di panettone classico ad esempio, conta 330 calorie, una fetta di un panettone al cioccolato 401 e una di pandoro 430. La fregatura è la seconda fetta perché in un battibaleno si arriva a superare le 700 calorie…
Andando nei dettagli calorici del menù delle feste…
antipasti: salumi e affettati misti con pane: 300 calorie circa, tartine al salmone: 200 calorie a porzione;
primi piatti: tortellini in brodo: 480 calorie, tortellini alla panna: 590 calorie, lasagne: 680 calorie, cannelloni 900 calorie;
secondi piatti: bollito misto: 370 calorie, arrosto di vitello farcito: 560 calorie, cappone: 300 calorie per 100 gr, arrosto di arista: 330 calorie, capitone fritto: 450 calorie per 100 gr;
frutta secca: noci, nocciole, mandorle, etc…600 calorie per 100 grammi
dolci: già detto dei classici panettone e pandoro aggiungiamo il torrone con 460 calorie per 100 gr
vino: bianco o rosso da pasto 70 calorie per bicchiere, bollicine 95 calorie per bicchiere
Doveroso quindi muoversi, muoversi e muoversi ma che attività scegliere?
Fitwalking. Ovvero camminare, velocemente e a lungo. Per buttare giù una fetta di panettone serviranno un paio d’ore di camminata veloce indipendentemente dai chilometri che riuscite a percorrere. Se avete un buon passo alla fine delle due ore potreste avere fatti 12. E’ regola generale che si possa perdere mezza caloria moltiplicata per il proprio peso ad ogni chilometro.
Correre. Preferibilmente senza esagerare con la velocità. Qui le calorie consumate raddoppiano ad ogni chilometro. Quindi potrebbe bastare per ogni fetta di panettone un’oretta di corsa a 6-6,5 km orari.
Fare sesso. Sì ma ininterrottamente per almeno un’oretta. Non proprio facilissimo…
Andare in bicicletta. Un’ora di bicicletta a ritmo medio può farconsumare dalle 300 alle 600 calorie.
Ballare. Per esempio con la zumba e i suoi simili. In un’ora si consumano dalle 390 alle 550 calorie.
Dunque un’ora o due di attività fisica a vostra scelta per ogni fetta di panettone non ve la toglie nessuno.
Set 9, 2016 | Enogastronomia, Eventi, Mugello | Val di Sieve
[:it]Da Greve in Chianti dove si sta svolgendo la 46ma Expo del Chianti Classico alla valle dell’Arno e dove Londa e Pontassieve hanno dato vita rispettivamente alla pluridecennale Festa della Pesca Regina di Londa e alla terza Cookstock mentre nel vicino Mugello a Borgo San Lorenzo è numero cinque per Via del Gusto.
Settembre ricco, anche troppo… Ma l’antica festa del Chianti Classico a Greve non si trova nella stessa situazione di quella della pesca di Londa dove non si capisce come mai e a quale pro si faccia fiorire dal cilindro due eventi mangiofili a pochi chilometri da Londa che tenta eroicamente di fare cultura e tradizione.
GREVE IN CHIANTI
46ma Expo del Chianti Classico si è aperta ieri con circa 100 aziende vitivinicole espositrici. Un successo di adesioni, tante che, come aveva ricordato il sindaco Sottani in conferenza stampa, “abbiamo dovuto rinunciare alla presenza di qualcuno”. L’Expo 2016, anno dei festeggiamenti per i 300 anni della nascita del territorio come entità produttiva unica, ha messo in campo non solo oltre 200 vini in degustazione ma tante attività per fare cultura del vino.
Il programma è ricco e interessante con visite, lezioni come quella tenuta dal giornalista ed enocritico Riccardo Margheri che condurrà le degustazioni (sabato 10 dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17.30 alle ore 19). Di rilievo anche il ciclo di incontri incentrato su alcuni dei temi più attuali legati al mondo vitinicolo allestito nel Giardino Incontri (giovedì 8 alle ore 18, venerdì 9 alle ore 17). Il programma propone anche un tour alla scoperta del territorio grevigiano con escursioni a piedi e visite alle pievi, ai castelli e ai laboratori artigiani (sabato 10 ore 6, domenica 11 ore 9-12 e 11-20). Info su : www.expochianticlassico.com.
FESTA DELLA PESCA REGINA DI LONDA
A Londa si festeggia un frutto ritrovato, una varietà antica ma in realtà si festeggia un modo di vivere verde. Un percorso di grande intensità culturale quello intrapreso dal comune della montagna fiorentina, nel parco delle Foreste Casentinesi. Frutti ritrovati su un territorio abitato e percorso da secoli che unisce Toscana e Romagna, strade dove gli Etruschi erano ben presenti (i recenti ritrovamenti confermano ciò che già si sapeva) che oggi possono raccontare una storia nascosta ai più.
La festa della Pesca Regina si inserisce in questo contesto e lo fa non creando un evento mediatico e confusionario ma con il suo stile, che parla di una vita che guarda al futuro e alla tecnologia senza perdere le conoscenze e i valori del passato. La Pesca regina di Londa è una pesca per sua natura a km 0, perché non sopporta la refrigerazione ed è una varietà resistente alle malattie del pesco come molte cultivar antiche.
A festeggiare la regina anche un re che arriva dalla Romagna che ha una storia simile, un vitigno antico ritrovato, il centesi mino, che oggi ci regala il Savignone che l’azienda Poderi Morini di faenza porterà a Londa.
Quindi a Londa dall’9 all’11 si potranno trovare prodotti a km zero, divertimento, trekking, buon cibo e spettacoli, come la finale del food contest Pesca & Friends a cui hanno partecipato i più importanti food blogger italiani. Programma su : http://www.comune.londa.fi.it/eventi-notizie/festa-della-pesca-regina-di-londa
COOKSTOCK
A Pontassieve torna Cookstock per la sua terza edizione e il centro storico si animerà di gente ed eventi. Tanti tantissimi in un clima frenetico dove si parlerà di cibo in tutte le sue declinazioni. Cooking show a go go, spettacoli, cibo e vino per chi ama condividere con tante persone il gusto del cibo. Info: http://cookstock.it/programma/
VIE DEL GUSTO
Scenario simile a Borgo San Lorenzo dove fra mercato artigianale, show cooking e tanta musica da tutta Italia il cibo e declinato in mille varianti e gusti. [:en]Da Greve in Chianti dove si sta svolgendo la 46ma Expo del Chianti Classico alla valle dell’Arno e dove Londa e Pontassieve hanno dato vita rispettivamente alla pluridecennale Festa della Pesca Regina di Londa e alla terza Cookstock mentre nel vicino Mugello a Borgo San Lorenzo è numero cinque per Via del Gusto.
Settembre ricco, anche troppo… Ma l’antica festa del Chianti Classico a Greve non si trova nella stessa situazione di quella della pesca di Londa dove non si capisce come mai e a quale pro si faccia fiorire dal cilindro due eventi mangiofili a pochi chilometri da Londa che tenta eroicamente di fare cultura e tradizione.
GREVE IN CHIANTI
46ma Expo del Chianti Classico si è aperta ieri con circa 100 aziende vitivinicole espositrici. Un successo di adesioni, tante che, come aveva ricordato il sindaco Sottani in conferenza stampa, “abbiamo dovuto rinunciare alla presenza di qualcuno”. L’Expo 2016, anno dei festeggiamenti per i 300 anni della nascita del territorio come entità produttiva unica, ha messo in campo non solo oltre 200 vini in degustazione ma tante attività per fare cultura del vino.
Il programma è ricco e interessante con visite, lezioni come quella tenuta dal giornalista ed enocritico Riccardo Margheri che condurrà le degustazioni (sabato 10 dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17.30 alle ore 19). Di rilievo anche il ciclo di incontri incentrato su alcuni dei temi più attuali legati al mondo vitinicolo allestito nel Giardino Incontri (giovedì 8 alle ore 18, venerdì 9 alle ore 17). Il programma propone anche un tour alla scoperta del territorio grevigiano con escursioni a piedi e visite alle pievi, ai castelli e ai laboratori artigiani (sabato 10 ore 6, domenica 11 ore 9-12 e 11-20). Info su : www.expochianticlassico.com.
FESTA DELLA PESCA REGINA DI LONDA
A Londa si festeggia un frutto ritrovato, una varietà antica ma in realtà si festeggia un modo di vivere verde. Un percorso di grande intensità culturale quello intrapreso dal comune della montagna fiorentina, nel parco delle Foreste Casentinesi. Frutti ritrovati su un territorio abitato e percorso da secoli che unisce Toscana e Romagna, strade dove gli Etruschi erano ben presenti (i recenti ritrovamenti confermano ciò che già si sapeva) che oggi possono raccontare una storia nascosta ai più.
La festa della Pesca Regina si inserisce in questo contesto e lo fa non creando un evento mediatico e confusionario ma con il suo stile, che parla di una vita che guarda al futuro e alla tecnologia senza perdere le conoscenze e i valori del passato. La Pesca regina di Londa è una pesca per sua natura a km 0, perché non sopporta la refrigerazione ed è una varietà resistente alle malattie del pesco come molte cultivar antiche.
A festeggiare la regina anche un re che arriva dalla Romagna che ha una storia simile, un vitigno antico ritrovato, il centesi mino, che oggi ci regala il Savignone che l’azienda Poderi Morini di faenza porterà a Londa.
Quindi a Londa dall’9 all’11 si potranno trovare prodotti a km zero, divertimento, trekking, buon cibo e spettacoli, come la finale del food contest Pesca & Friends a cui hanno partecipato i più importanti food blogger italiani. Programma su : http://www.comune.londa.fi.it/eventi-notizie/festa-della-pesca-regina-di-londa
COOKSTOCK
A Pontassieve torna Cookstock per la sua terza edizione e il centro storico si animerà di gente ed eventi. Tanti tantissimi in un clima frenetico dove si parlerà di cibo in tutte le sue declinazioni. Cooking show a go go, spettacoli, cibo e vino per chi ama condividere con tante persone il gusto del cibo. Info: http://cookstock.it/programma/
VIE DEL GUSTO
Scenario simile a Borgo San Lorenzo dove fra mercato artigianale, show cooking e tanta musica da tutta Italia il cibo e declinato in mille varianti e gusti. [:]
Ago 9, 2016 | Enogastronomia, Firenze, Mugello | Val di Sieve
[:it]
di Roberta Capanni – Una pesca di montagna per non perdere abitanti e salvaguardare la propria identità.
Non fatevi ingannare dalle parole inglesi in realtà si tratta di un concorso culinario. Ed io voglio parlarvi di un Food contest particolare perché inserito nel contesta di un’idea “green” (lo so che uggia queste parole straniere ma hanno la prerogativa di raccontare un “mondo” in una sola parola).
Il food contest Pesca & Friends nasce dal rapporto che la Toscana ha con la pesca, frutto tipico dell’estate. In particolare è la Pesca Regina di Londa, a cui il comune di Londa in provincia di Firenze dedica da tempo una festa, il cuore del contest.
Una pesca di montagna ritrovata la cui storia racconta quella di Londa un comune assolutamente “green” che porta avanti nuove idee verdi pur rimanendo nella tradizione.
Nel parco delle Foreste Casentinesi, su antiche vie, e antiche e nuove cultivar, Londa è il paese di montagna vicino alla città.
Da qualche anno mi sono innamorata di questa pesca tardiva che ha fatto sì che il paese non perdesse tutti i suoi abitanti, per poi andare in declino e ora tornare, insieme alle varietà sorelle, a far parlare di sé.
Frutta e verdura saranno il nostro futuro e per questo e in questo Londa ci crede e con lei tanti produttori.E allora perché non cimentarsi con questo frutto portato in Toscana grazie ai Medici?
Lo sapete che con la pesca non si fanno solo marmellate? Non ci credete? Andate un po’ a sbirciare nel web e troverete tante idee interessanti. Il food contest Pesca & Friends è dedicato a cuochi amatoriali e cuochi della rete, non professionisti, organizzato in collaborazione con le testate gustarviaggiando.civico20.it dal Comune di Londa (FI) e dal nostro giornale www.thetuscany.net
Il food contest Pesca & Friends, come dicevamo è rivolto a cuochi amatoriali e food blogger non professionisti vedrà in finale tre ricette che si sfideranno domenica 11 settembre davanti ad una giuria tecnica composta dal giornalista enogastronomico direttore tecnico del ristorante Rodomonte 1910 di Gabbro Marco Marucelli, dal professor Valter Nencetti del dipartimento di Agraria dell’università di Firenze, dal sindaco di Londa Aleandro Murras, da Roberta Capanni consigliere Arga Toscana (Associazione regionale di giornalisti esperti in agricoltura, alimentazione, ambiente, territorio, foreste, pesca, energie rinnovabili) e dal nostro direttore Nadia Fondelli valuterà i piatti che decreterà un vincitore assoluto.
Il premio sarà offerto dagli sponsor e il vincitore riceverà inoltre una targa e una fornitura di prodotti a km zero delle aziende di Londa.
Ricordate che a breve riparte, anzi è già ripartito, il contest del Savignone rosso che quest’anno ospiterà i prodotti della Regina di Londa in uno scambio culturale che segna le strade del territorio di quella che fu la Romagna Toscana.
Ecco il regolamento per il contest Pesca & Friends
Il cultivar di pesca prescelta dovrà essere indicato nella ricetta e la stessa dovrà essere interpretata e presentata ad arte.
Sono ammesse ricette di finger food, antipasti, primi piatti, secondi piatti e dessert realizzate con pesche di coltivazione italiana.
Verranno valutati sia la tecnica e la descrizione della preparazione, sia la presentazione del piatto, l’originalità e la creatività nonché l’imprescindibile equilibrio gustativo.
Le ricette, corredate da almeno una foto dovranno essere inviate a pescalonda@gmail.com entro la mezzanotte del 5 settembre 2016.
Sono ammesse più ricette per ogni partecipante.
Per chi possiede un blog si prega di inviare il link del proprio blog dove si è pubblicata la ricetta, corredata anche dal banner del contest, alla mail sopraelencata.
[:en]di Roberta Capanni – Una pesca di montagna per non perdere abitanti e salvaguardare la propria identità.
Non fatevi ingannare dalle parole inglesi in realtà si tratta di un concorso culinario. Ed io voglio parlarvi di un Food contest particolare perché inserito nel contesta di un’idea “green” (lo so che uggia queste parole straniere ma hanno la prerogativa di raccontare un “mondo” in una sola parola).
Il food contest Pesca & Friends nasce dal rapporto che la Toscana ha con la pesca, frutto tipico dell’estate. In particolare è la Pesca Regina di Londa, a cui il comune di Londa in provincia di Firenze dedica da tempo una festa, il cuore del contest.
Una pesca di montagna ritrovata la cui storia racconta quella di Londa un comune assolutamente “green” che porta avanti nuove idee verdi pur rimanendo nella tradizione.
Nel parco delle Foreste Casentinesi, su antiche vie, e antiche e nuove cultivar, Londa è il paese di montagna vicino alla città.
Da qualche anno mi sono innamorata di questa pesca tardiva che ha fatto sì che il paese non perdesse tutti i suoi abitanti, per poi andare in declino e ora tornare, insieme alle varietà sorelle, a far parlare di sé.
Frutta e verdura saranno il nostro futuro e per questo e in questo Londa ci crede e con lei tanti produttori.E allora perché non cimentarsi con questo frutto portato in Toscana grazie ai Medici?
Lo sapete che con la pesca non si fanno solo marmellate? Non ci credete? Andate un po’ a sbirciare nel web e troverete tante idee interessanti. Il food contest Pesca & Friends è dedicato a cuochi amatoriali e cuochi della rete, non professionisti, organizzato in collaborazione con le testate gustarviaggiando.civico20.it dal Comune di Londa (FI) e dal nostro giornale www.thetuscany.net
Il food contest Pesca & Friends, come dicevamo è rivolto a cuochi amatoriali e food blogger non professionisti vedrà in finale tre ricette che si sfideranno domenica 11 settembre davanti ad una giuria tecnica composta dal giornalista enogastronomico direttore tecnico del ristorante Rodomonte 1910 di Gabbro Marco Marucelli, dal professor Valter Nencetti del dipartimento di Agraria dell’università di Firenze, dal sindaco di Londa Aleandro Murras, da Roberta Capanni consigliere Arga Toscana (Associazione regionale di giornalisti esperti in agricoltura, alimentazione, ambiente, territorio, foreste, pesca, energie rinnovabili) e dal nostro direttore Nadia Fondelli valuterà i piatti che decreterà un vincitore assoluto.
Il premio sarà offerto dagli sponsor e il vincitore riceverà inoltre una targa e una fornitura di prodotti a km zero delle aziende di Londa.
Ricordate che a breve riparte, anzi è già ripartito, il contest del Savignone rosso che quest’anno ospiterà i prodotti della Regina di Londa in uno scambio culturale che segna le strade del territorio di quella che fu la Romagna Toscana.
Ecco il regolamento per il contest Pesca & Friends
Il cultivar di pesca prescelta dovrà essere indicato nella ricetta e la stessa dovrà essere interpretata e presentata ad arte.
Sono ammesse ricette di finger food, antipasti, primi piatti, secondi piatti e dessert realizzate con pesche di coltivazione italiana.
Verranno valutati sia la tecnica e la descrizione della preparazione, sia la presentazione del piatto, l’originalità e la creatività nonché l’imprescindibile equilibrio gustativo.
Le ricette, corredate da almeno una foto dovranno essere inviate a pescalonda@gmail.com entro la mezzanotte del 5 settembre 2016.
Sono ammesse più ricette per ogni partecipante.
Per chi possiede un blog si prega di inviare il link del proprio blog dove si è pubblicata la ricetta, corredata anche dal banner del contest, alla mail sopraelencata.
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Lug 7, 2016 | Da non perdere, Firenze, Mugello | Val di Sieve
[:it]di redazione – Nasce a Londa la prima edizione del primo evento del genere in Italia. Il comune più forestale della Toscana conferma così la sua dote “ambientale” non solo curando il versante del magnifico parco della Foresta Casentinese, ma andando oltre.
Il “1° raduno nazionale dei gattari” che si svolgerà domenica 10 luglio, nato quasi per caso sotto forma di raduno annunciato su Facebook dalla napoletana Eliana Ungania e alla collaborazione della “gattara” toscana Cinzia Boddi con il sostegno della Pro-Loco di Londa, dell’Associazione Ludorum Dies e il patrocinio del Comune di Londa vedrà la partecipazione di 1.700 confermati, 3.700 invitati e 8.600 interessati.
Non sarà una mostra felina, nessun animale in mostra, nessuna gara di bellezza ma, grazie all’appoggio di alcune aziende che si occupano di cibo ed accessori per animali e la partecipazione dell’Ufficio per i diritti degli animali e i medici veterinari della clinica Maurizio Spremolla, sarà una giornata dedicata alla conoscenza.
Tanti seminari, incontri e dibattiti per conoscere meglio il mondo del felino più amato che si terranno nel centro Visite delle Foreste Casentinesi presso lo chalet Il Lago. Dall’alimentazione, alla salute dei gatti, dalle cure alternative ai diritti degli animali.
Un’iniziativa speciale ed originale che fa informazione e cultura sui diritti degli animali. Ce n’era bisogno![:en]di redazione – Nasce a Londa la prima edizione del primo evento del genere in Italia. Il comune più forestale della Toscana conferma così la sua dote “ambientale” non solo curando il versante del magnifico parco della Foresta Casentinese, ma andando oltre.
Il “1° raduno nazionale dei gattari” che si svolgerà domenica 10 luglio, nato quasi per caso sotto forma di raduno annunciato su Facebook dalla napoletana Eliana Ungania e alla collaborazione della “gattara” toscana Cinzia Boddi con il sostegno della Pro-Loco di Londa, dell’Associazione Ludorum Dies e il patrocinio del Comune di Londa vedrà la partecipazione di 1.700 confermati, 3.700 invitati e 8.600 interessati.
Non sarà una mostra felina, nessun animale in mostra, nessuna gara di bellezza ma, grazie all’appoggio di alcune aziende che si occupano di cibo ed accessori per animali e la partecipazione dell’Ufficio per i diritti degli animali e i medici veterinari della clinica Maurizio Spremolla, sarà una giornata dedicata alla conoscenza.
Tanti seminari, incontri e dibattiti per conoscere meglio il mondo del felino più amato che si terranno nel centro Visite delle Foreste Casentinesi presso lo chalet Il Lago. Dall’alimentazione, alla salute dei gatti, dalle cure alternative ai diritti degli animali.
Un’iniziativa speciale ed originale che fa informazione e cultura sui diritti degli animali. Ce n’era bisogno![:]
Mag 31, 2016 | Enogastronomia, Firenze, Mugello | Val di Sieve
[:it]di Nadia Fondelli – Ormai è assodato. Lo sanno pure i muri – anche se lo dicono sottovoce per non disturbare la cassaforte dei monopolisti della nostra salute – l’alimentazione base del presente e del futuro è nella verdura e nella frutta.
Da sempre lo dice la nostra cara e vecchia dieta mediterranea ma troppo spesso lo dimentichiamo nella rincorsa a modelli e stili di vita che danneggiano la salute, ma sono tanto comodi.
La legge della comunicazione del resto insegna che la massificazione piace e che parlare di buone regole è argomento fastidioso.
Così è stato per molti anni, gli anni della plastica, del preconfezionato e del fast salvo scoprire poi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, che il rovescio della medaglia c’era. Addio salute.
Facendo due conti si è compreso allora che il costo sociale di cattive politiche è un boomerang assassino. Spendere oggi uno per risparmiare e nutrire i popoli di veleni corrisponde a spendere domani dieci per garantire cure a vite a popoli avvelenati.
Malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative erano sconosciute pochi decenni fa quando sulla tavola la carne scarseggiava, i prodotti lavorati non esistevano, i legumi erano la bistecca dei poveri e frutta e verdura non mancava mai.
E’ stato comodo e troppo facile distruggere l’economia di micro produzioni contadine di cui nessuno si sarebbe interessato in nome della spesa da carrello.
Oggi ne paghiamo il conto ed ecco che l’economia che ha fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, quella contadina sacrificata in nome del progresso, oggi è la chiave per un futuro migliore.
Non un vero ritorno al passato, sarebbe impossibile, ma un passato rivisto in chiave moderna per curarsi e non ammalarsi mangiando.
La frutta dimenticata ritorna così ad avere un seppur piccolo (e ci auguriamo in crescita) numero di produttori e seguaci ben consci di dover trovare la chiave di volta per non essere dei Don Chisciotte qualsiasi.
E pensare che in poco più di un ventennio siamo stati capaci di azzerare un patrimonio unico fatto di: primo paese al mondo a produrre pesche, pere e kiwi; ben oltre 170.000 varietà vegetali commestibili prodottee (la Gran Bretagna seconda ne ha 2100) e oltre 120 varietà di grani quando un colosso come gli Usa ne hanno solo 6.
E di frutti dimenticati da rilanciare se n’è parlato in abbondanza in un interessante confronto fra stampa specializzata, produttori, scienziati e amministratori pochi giorni fa a Londa: paese conosciuto per la celebre e ormai introvabile pesca regina.
La regina appunto tardiva settembrina a cui il paese mugellano ha da sempre dedicato la sua festa che insieme alla cotogna che si coltivava dalle parti dell’odierna via di Villamagna a Firenze rimangono tracce, insieme a tantissime altre varietà solo nei dipinti di Bartolomeo Bimbi testimone con le sue tele di come la frutta e le sue mille varietà fossero invece conosciute e rispettate sulle tavole rinascimentali.
Peccato che fra i tantissimi (sempre più) colleghi che vantano specializzazione in enogastronomia sulle rive del lago di Londa fossimo solo una manciata.
Peccato che la buona e sana divulgazione che si può fare non abbia appeal. Peccato non aver compreso la richiesta di sostegno lanciata da un’amministrazione lungimirante che tanto sta facendo in termini di sostegno e formazione per riprendere in chiave moderna una produzione che determina un economia; peccato per non sapere e non poter raccontare ai consumatori che ci mangiamo (quando la mangiamo) frutta costruita in laboratorio con il solo scopo di essere adatta alla grande distribuzione anche se deve stare venti giorni in frigorifero e col gusto pari a zero.
Peccato non sapere e non poter raccontare che il chilometro zero non è solo una bella parola da usare per riempirsi la bocca, non capire come costruire insieme una filiera, delle corrette etichettature, come sviluppare piante naturalmente resistenti ai parassiti, perché non chiedere agli chef-divi perché la frutta non esiste nei loro menù, etc…
Chi ci rimette è il consumatore perché al poutpourri del tutto si cucina a tutte le ore in tv si può rispondere solo con informazione corretta e coraggiosa. Ma forse è il coraggio che manca a questo paese per rifiorire.[:en]di Nadia Fondelli – Ormai è assodato. Lo sanno pure i muri – anche se lo dicono sottovoce per non disturbare la cassaforte dei monopolisti della nostra salute – l’alimentazione base del presente e del futuro è nella verdura e nella frutta.
Da sempre lo dice la nostra cara e vecchia dieta mediterranea ma troppo spesso lo dimentichiamo nella rincorsa a modelli e stili di vita che danneggiano la salute, ma sono tanto comodi.
La legge della comunicazione del resto insegna che la massificazione piace e che parlare di buone regole è argomento fastidioso.
Così è stato per molti anni, gli anni della plastica, del preconfezionato e del fast salvo scoprire poi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, che il rovescio della medaglia c’era. Addio salute.
Facendo due conti si è compreso allora che il costo sociale di cattive politiche è un boomerang assassino. Spendere oggi uno per risparmiare e nutrire i popoli di veleni corrisponde a spendere domani dieci per garantire cure a vite a popoli avvelenati.
Malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative erano sconosciute pochi decenni fa quando sulla tavola la carne scarseggiava, i prodotti lavorati non esistevano, i legumi erano la bistecca dei poveri e frutta e verdura non mancava mai.
E’ stato comodo e troppo facile distruggere l’economia di micro produzioni contadine di cui nessuno si sarebbe interessato in nome della spesa da carrello.
Oggi ne paghiamo il conto ed ecco che l’economia che ha fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, quella contadina sacrificata in nome del progresso, oggi è la chiave per un futuro migliore.
Non un vero ritorno al passato, sarebbe impossibile, ma un passato rivisto in chiave moderna per curarsi e non ammalarsi mangiando.
La frutta dimenticata ritorna così ad avere un seppur piccolo (e ci auguriamo in crescita) numero di produttori e seguaci ben consci di dover trovare la chiave di volta per non essere dei Don Chisciotte qualsiasi.
E pensare che in poco più di un ventennio siamo stati capaci di azzerare un patrimonio unico fatto di: primo paese al mondo a produrre pesche, pere e kiwi; ben oltre 170.000 varietà vegetali commestibili prodottee (la Gran Bretagna seconda ne ha 2100) e oltre 120 varietà di grani quando un colosso come gli Usa ne hanno solo 6.
E di frutti dimenticati da rilanciare se n’è parlato in abbondanza in un interessante confronto fra stampa specializzata, produttori, scienziati e amministratori pochi giorni fa a Londa: paese conosciuto per la celebre e ormai introvabile pesca regina.
La regina appunto tardiva settembrina a cui il paese mugellano ha da sempre dedicato la sua festa che insieme alla cotogna che si coltivava dalle parti dell’odierna via di Villamagna a Firenze rimangono tracce, insieme a tantissime altre varietà solo nei dipinti di Bartolomeo Bimbi testimone con le sue tele di come la frutta e le sue mille varietà fossero invece conosciute e rispettate sulle tavole rinascimentali.
Peccato che fra i tantissimi (sempre più) colleghi che vantano specializzazione in enogastronomia sulle rive del lago di Londa fossimo solo una manciata.
Peccato che la buona e sana divulgazione che si può fare non abbia appeal. Peccato non aver compreso la richiesta di sostegno lanciata da un’amministrazione lungimirante che tanto sta facendo in termini di sostegno e formazione per riprendere in chiave moderna una produzione che determina un economia; peccato per non sapere e non poter raccontare ai consumatori che ci mangiamo (quando la mangiamo) frutta costruita in laboratorio con il solo scopo di essere adatta alla grande distribuzione anche se deve stare venti giorni in frigorifero e col gusto pari a zero.
Peccato non sapere e non poter raccontare che il chilometro zero non è solo una bella parola da usare per riempirsi la bocca, non capire come costruire insieme una filiera, delle corrette etichettature, come sviluppare piante naturalmente resistenti ai parassiti, perché non chiedere agli chef-divi perché la frutta non esiste nei loro menù, etc…
Chi ci rimette è il consumatore perché al poutpourri del tutto si cucina a tutte le ore in tv si può rispondere solo con informazione corretta e coraggiosa. Ma forse è il coraggio che manca a questo paese per rifiorire.[:]