Dic 2, 2022 | Protagonisti
La qualità di un prodotto è sicuramente intrinseca alla materia prima che viene utilizzata per realizzarlo ma è altresì il risultato di cure e attenzioni continue. E i fratelli Aleardo e Giuseppe Mantellassi maremmani doc non solo lo sanno bene ma lo hanno anche dimostrato, continuando con passione il lavoro del padre, fondatore dell’azienda che oggi conta più di sessant’anni di attività.
Pur consapevoli dell’importanza di mantenere viva la tradizione che ha portato al successo l’Azienda di Magliano in Toscana sono però altrettanto impegnati nello stare al passo con l’innovazione, soprattutto quando questa riguarda il benessere dell’ambiente introducendo metodiche di produzione estremamente innovative e rispettose in ambito ambientale.
Il “mal dell’esca” è, da tempo, un grande nemico delle vigne tanto da considerarlo ormai alla stregua di una vera e propria pandemia. Una patologia che fa soffrire la vite al punto di farla ammalare, disseccare e infine portarla alla morte con perdite economiche importati ma soprattutto con la perdita dei vitigni più datati, quelli più importanti ai fini qualitativi. Fino ad ora non è stato trovato alcun rimedio risolutivo per debellare questa malattia. Ma, appunto, fino ad ora.
Infatti, nel 2018, è cominciata una sperimentazione agronomica partita dai tre agronomi toscani: Alberto Passeri, Mario Guerrieri e Roberto Ercolani. Il loro obiettivo è quello di arrivare a salvaguardare un patrimonio prezioso come le vecchie vigne da cui nascono i vini più prestigiosi e che sembrano essere le più vulnerabili.
Un primo percorso della sperimentazione nelle aree di produzione di Montalcino ha dato risultati molto incoraggianti tanto da presentare il brevetto e coinvolgere vari produttori.
Fattoria Mantellassi è tra le aziende toscane che aderiscono al progetto con i loro vitigni tra cui spiccano, il Morellino, il Sangiovese, Il Sauvignon, il Ciliegiolo, il Vermentino bianco e, soprattutto, l’Alicante da cui nasce una delle sue etichette più prestigiose: Querciolaia.
Un vino che ha conquistato, nel 2018 il podio dorato della sesta edizione del Palmares Grenache du Monde, ma non solo. Sempre nel 2018, si è aggiudicato un punteggio di 93/100 da James Suckling, una delle più autorevoli voci della critica enoica internazionale.
Ma il medagliere di Querciolaia non si ferma qui e tanti sono i premi che questo straordinario Alicante in purezza ha conquistato. Una vigna antica che, pur producendo piccole quantità di uva riesce ad esprimere qualità ineguagliabili da vigneti più giovani.
Dalla pericolosità del mal dell’esca si evince dunque quanto sia fondamentale cercare di combatterlo, proprio per preservare la qualità del vini più prestigiosi. Fino ad ora venivano solo usati prodotti di contatto ad azione preventiva che non risolvevano il problema. Con questo progetto invece si entra nel sistema biologico della vite riattivando i meccanismi di autodifesa della pianta destinata alla morte, riportandola per l’ 80-85% dei casi alla vita produttiva della pianta sana. Secondo i tre agronomi toscani, a cui si deve questa opportunità “non si deve pensare solo a curare ma, soprattutto, bisogna prevenire”. La prevenzione si applica con un protocollo messo a punto dalla start up innovativa che, con un’azione a livello suolo e due trattamenti in momenti predefiniti hanno portato alla regressione della malattia nella sua espansione dal 5% a 1.2%.
Dal 2018, anno di inizio della sperimentazione, i risultati sono molto incoraggianti e questo è da ritenersi già un successo.
Fattoria Mantellassi, con la sua passione, il suo percorso, la sua anima green, guarda con grande ottimismo a questi risultati ed è pronta ad affiancare i tre agronomi toscani in quella che non è solamente un’avventura ma un programma di benessere e di salute nel totale rispetto dell’ambiente, anche in virtù dell’ottimizzazione delle risorse idriche dato che, il protocollo induce nella vite meccanismi di ottimizzazione endogena dell’acqua.
Nov 24, 2012 | Arte e cultura, Da non perdere, Pistoia
di Nadia Fondelli – Rinascita e morte in Toscana per l’arte: a Pistoia si salva in extremis da morte certa l’Oratorio del Santissimo Crocifisso, mentre in Maremma crolla un torrione delle mura di Magliano.
Mentre gli amanti della Toscana e dell’arte piangono il collasso di un torrione delle splendide mura di Magliano in Toscana, crollate su se stesse con un rombo cupo che ha squarciato una triste notte a seguito di infiltrazioni d’acqua causate dalle disastrose piogge che hanno ferito la Maremmma, in un altro angolo della Toscana, mentre ad Albinia e dintorni si toglieva fango da case e cantine, a Pistoia rifioriva uno splendido manufatto.
L’arte come la vita ha contrapposto una ferita ad una rinascita.
Ecco che il dolore per la perdita del torrione di Magliano che era lì muto e maestoso testimone di un passato glorioso e leggenderaio dal quattrocento e che ci rimanda alla Repubblica Senese e le lotte intestine toscane, viene lenito in parte dalla rinascita dell’Oratorio del Santissimo Crocifisso a Pistoia.
Giusto una settimana fa alla presenza delle autorità cittadine è stato mostrato a tutti questo grandioso lavoro di restauro.
L’Oratorio pistoiese è un piccolo scrigno che era quasi dimenticato e che aveva alle spalle una storia di degrado e abbandono tanto che ormai si temeva per la sua stessa esistenza.
Un piccolo preziosissimo gioiello barocco, un vago tempietto la cui presenza è documentata fin dal 1646 e che fu sicuramente realizzato entro il 1753 per volontà delle badesse del monastero benedettino nell’orto del quale fu deciso di costruirlo alla fine del percorso devozionale della Via Crucis.
Una piccola cappella voluta come una piccola chiesa a pianta centrale elegante, slanciata e ben proporzionata nella suua eleganza semplice e al cui interno sono conservate pregevoli opere.
Oltre alle innumerevoli decorazioni barocche, su tutto ecco due splendidi affreschi dipinti da Vincenzo Meucci e sull’altare, di fronte all’ingresso, il Crocifisso collocato in un incasso decorato da raffinatissimi bassorilievi e stucchi.
Per secoli l’Oratorio è rimasto lì nella piazzetta racchiusa dall’imponente mole dell’ex monastero oggi Liceo Forteguerri. Una presenza nobile, ma decaduta che giorno dopo giorno, anno dopo anno, l’abbandono, l’incuria e il degrado stavano minando fortemente.
Il suo destino era forse quello di molti altri luoghi della Toscana, gioielli d’arte sacra e civile inesorabilmente perduti … basti solo dire che esistono nella nostra regione almeno 12 borghi interi completamente abbandonati a se stessi che giorno dopo giorno crollano; come stava rischiando di fare l’Oratorio del Crocifisso, com’è successo al Torrione di Magliano in seguito a piogge non comuni.
Per evitare questo ci vuole però passione, buona volontà, molti soldi (difficilissimi da trovare in momenti come questi) e aziende e maestranze che oltre al proprio fare ci mettano passione, tanta passione.
L’Oratorio pistoiese ha trovato il suo magnate nella Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che, messo mano al portafoglio ha incaricato aziende giovani e brillanti di questo lungo, scrupoloso, difficile, ma ottimamente realizzato restauro.
Un plauso a chi i soldi li ha ma ha il merito di averli saputi spendere bene, un plauso ad amministratori saggi, ma un plauso noi lo vogliamo dare sopratutto alle aziende private che hanno lavorato a questo progetto. Lavori complessi eseguiti a più mani che hanno coinvolte sia le copertuure che le facciate che gli apparati decorativi. Lavori eseguiti da aziende giovani e vogliose di fare rinascere l’arte, piene d’entusiasmo e sicuramente non choosy.
Come non choosy sono quei giovani che in Maremma stanno spalando fango e che con entusiasmo, insieme ai loro amministratori hanno già detto deciso che il torrione di Magliano tornerà su come e più bello di prima, pietra dopo pietra.
by Nadia Fondelli – This is the grief for the loss of the tower of Magliano who was standing silent and majestic witness to a glorious past and leggenderaio from four hundred and with overtones of the Republic of Siena and the Tuscan struggles, is alleviated in part by the revival of the Oratory of the Blessed Crucifix in Pistoia.
Just a week ago in the presence of the city authorities was shown to all this great work of restoration.
The Oratory Pistoia is a small gem that was almost forgotten and that he had a history of decline and abandonment so that now it was feared for its very existence.
A small precious baroque jewel, a vague temple whose presence has been documented since 1646 and that was certainly achieved by 1753 by the will of the abbess of the Benedictine monastery in the garden of which it was decided to build it at the end of the devotional path of the Cross.
A small chapel erected as a small centrally planned church elegant, slender and well-proportioned in suua simple elegance and in whose interior contains fine works.
In addition to many Baroque decorations of all, here are two frescoes painted by Vincenzo Meucci and the altar, facing the entrance, the crucifix placed in a built-decorated with refined reliefs and stucco.
For centuries, the Oratory has been there in the square surrounded by the impressive former monastery now Forteguerri High School. A noble presence, but decayed that day after day, year after year, abandonment, neglect and degradation were undermining strongly.
His fate was perhaps that of many other places in Tuscany, art jewelry religious and civil inexorably lost … suffice it to say that there are at least 12 villages in our region whole completely left to themselves day after day collapse, as was in danger of making the Oratory of the Crucifix, as happened at the Tower of Magliano after rains uncommon.
To avoid this, however, it takes passion, good will, a lot of money (hard to find at times like these) and companies and workers who have put us in addition to their passion, passion.
The Oratory Pistoia found its magnate in the Savings Bank Foundation of Pistoia and Pescia that, put your wallet commissioned bright young companies in this long, painstaking, difficult, but well-made restoration.
A praise to them who the money but it has the merit of having them spend saputi well, a wise administrator applaud, but we want to give an applause especially private companies that have worked on this project. Complex jobs performed by many hands that have involved both copertuure that the facade that the decorations. Work carried out by young companies and wish to revive the art, full of enthusiasm and certainly not choosy.
As young people who are choosy in Maremma are shoveling mud and with enthusiasm, along with their administrators have already decided that the tower said Magliano back on how and more beautiful than before, stone by stone.