Castagna e marroni, i frutti dell’autunno
Ott 16, 2024 | Enogastronomia, Territori
Per secoli, sono stati una fonte preziosa di nutrimento, in alcuni casi l’unico sostentamento, particolarmente nelle zone montane e collinari, dove questi frutti venivano chiamati “il pane dei poveri” grazie alla loro ricchezza nutritiva e alla loro versatilità in cucina.
In questo articolo, nel mese in cui a questo frutto straordinario si dedicano feste in tutta Italia esploreremo la storia, le curiosità, i valori nutrizionali, i principali usi culinari, vi regaleremo una ricetta tradizionale e le elencheremo le sagre e le feste più importanti dedicate alle castagne in Italia.
Facciamo chiarezza fra castagne e marroni
La differenza tra castagna e marrone è spesso confusa, ma si tratta di due varianti del frutto del castagno (Castanea sativa), che si distinguono principalmente per caratteristiche botaniche, estetiche e commerciali.
Le principali differenze sono nel colore e nell’aspetto. La castagna è di solito più piccola e ha una forma più irregolare, leggermente piatta da un lato e arrotondata dall’altro. Il pericarpo (la buccia esterna) è più scuro e più difficile da rimuovere. I marroni sono di conseguenza generalmente più grandi, con una forma più tondeggiante e simmetrica con buccia più chiara, liscia e uniforme che presenta spesso delle striature.
Un’altra differenza importante e nel numero dei frutti all’interno del riccio. Nella castagna si trovano solitamente tre o più frutti di dimensioni più piccole mentre il riccio di un marrone contiene di solito uno o due frutti che hanno quindi più spazio per svilupparsi, risultando più grandi e meglio formati.
Analizzando l’interno del frutto risulta che la castagna ha una pellicina più aderente alla polpa cosa che rende difficile la sbucciatura; nei marroni invece la pellicina è meno aderente alla polpa, il che rende più facile sbucciarli, specialmente dopo la cottura.
Venendo al gusto si può affermare che la polpa della castagna è generalmente meno dolce e farinosa rispetto al marrone che risulta di conseguenza più dolce con una consistenza più farinosa; cosa che li rende particolarmente apprezzati in cucina e nella produzione di dolci.
Quanto all’uso la castagna viene più utilizzata nelle preparazioni rustiche come ad esempio le caldarroste, le castagne bollite o per fare farina di castagne. Vengono inoltre spesso vendute fresche nei mercati e utilizzate per zuppe o polente. I marroni invece grazie alla loro dimensione, alla dolcezza e facilità di sbucciatura, sono preferiti per le preparazioni più raffinate, come i marron glacé e altri dolci. Sono anche usati in ricette che richiedono una maggiore delicatezza del sapore.
Quanto all’origine e alla coltivazione i castagneti sono generalmente selvatici o non selezionati e il frutto cresce naturalmente sui castagni senza particolari interventi di selezione varietale. Il marrone di contrappasso deriva invece da varietà selezionate di castagni coltivati per ottenere i frutti più pregiati. Una coltivazione vera e propria che vede di conseguenza alberi curati proprio per garantire la qualità del frutto, ed è per questo che i marroni hanno un valore commerciale più elevato essendo un frutto di qualità superiore molto ricercato dall’industria dolciaria che gli fa avere sul mercato un prezzo più elevato delle comuni castagne.
In sintesi, la castagna è un frutto “naturale” più rustico e diffuso, mentre il marrone è una varietà pregiata.
Una storia millenaria
La sua storiai inizia con il castagno europeo (Castanea sativa), una pianta originaria dell’area mediterranea e asiatica, che si è diffusa in tutta Europa, in particolare nelle regioni montane. Il castagno era già conosciuto in epoca preistorica, come dimostrano ritrovamenti fossili, e veniva coltivato dai Greci e dai Romani. I Romani furono tra i primi a diffondere la coltivazione del castagno riconoscendo il valore alimentare dato che il frutto divenne un’importante fonte di nutrimento, soprattutto nelle zone collinari e montane. Tuttavia, fu durante il Medioevo con l’espansione dei castagneti in Italia, Francia e Spagna che la sua selezione e il miglioramento delle varietà portarono alla nascita poi del marrone, la variante più grande, più dolce e di qualità superiore rispetto alle castagne selvatiche. A partire dal XV secolo, la coltivazione dei marroni divenne particolarmente sviluppata in Italia, dove si formò una tradizione secolare di cura dei castagneti; le regioni che più si specializzarono nella produzione di marroni furono Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Campania. Il marrone del Mugello ad esempio, divenne famoso in tutta Italia per la sua qualità e lo stesso accadde per i marroni di San Zeno di montagna in Veneto e i marroni di Marradi in Toscana.
Durante il periodo medievale e successivo i castagneti e la produzione di marroni furono fondamentali per l’economia rurale, specialmente nelle zone montuose dove la coltivazione di cereali era difficile.
I marroni, insieme alle castagne, costituivano una risorsa preziosa; non solo erano consumati freschi o secchi ma venivano anche trasformati in farina di marroni, che era utilizzata per preparare polente, pani e dolci. La farina di marroni divenne un alimento base in molte aree d’Italia fino all’inizio del XX secolo, tanto che il castagno veniva spesso chiamato “albero del pane” proprio per l’importanza che aveva nell’alimentazione quotidiana delle comunità rurali.
Nel corso dei secoli, i marroni mantennero la loro importanza e, con l’inizio della commercializzazione più estesa dei prodotti agricoli, iniziarono a essere considerati un prodotto di pregio. Già dal XVII secolo, i marroni erano utilizzati per produrre il famoso marron glacé, una delle preparazioni più sofisticate che valorizzavano la dolcezza naturale di questo frutto.
Con l’arrivo della modernità, la produzione di marroni si concentrò sempre più sulla qualità, e le zone di produzione si affinarono ulteriormente. A
Le principali varietà di marroni italiani
Per dare valore al prodotto i marroni più pregiati sono stati tutelati e riconosciuti con le certificazioni di qualità come la Dop (Denominazione di Origine Protetta) e la Igp (Indicazione Geografica Protetta), proteggendo così la loro unicità e il legame con il territorio.
I più famosi in Italia sono il marrone del Mugello IGP (Toscana) particolarmente apprezzato per la sua polpa soda e dolce; vene coltivato da secoli nei boschi toscani che confinano con la Romagna del Mugello e sono apprezzati per la qualità. Il marrone di San Zeno DOP (Veneto) proveniente dalle pendici del Monte Baldo, vicino a Verona ed è famoso per la sua dolcezza e per la facilità di sbucciatura. Tornando in Toscan sempre in alto Mugello ma con IGP tutta sua è il marrone di Marradi IGP (Toscana) che è un’altra pregiata varietà di marrone che ha radici antiche e che è strettamente legata al comune montano di Marradi, noto per la sua storica Sagra delle Castagne. Di là dell’Appennino è il marrone di Castel del Rio IGP (Emilia-Romagna), varietà emiliana è conosciuta per la sua qualità e la sua tradizione secolare e infine tornando al Veneto ecco il marrone di Combai IGP (Veneto) che cresce nelle colline di Combai, un’area nota per la lunga tradizione di coltivazione del castagno e per le sagre che lo celebrano.
Le principali sagre in Italia
In molte regioni italiane, l’arrivo dell’autunno è segnato da feste popolari dedicate alle castagne e al marrone, dove è possibile gustare il frutto in tutte le sue forme e partecipare a eventi folkloristici.
Sagra del marrone a Villar Focchiardo (Piemonte): Il 19 e 20 ottobre 2024, nel cuore della Valle di Susa, questa sagra celebra il pregiato Marrone della Valle di Susa IGP. La manifestazione, giunta alla 62ª edizione, include una gara in cui si premiano i marroni di maggiore pezzatura e la mostra mercato locale
Sagra della marrone di Cuneo (Piemonte). Dal 18 al 20 ottobre la provincia di Cuneo è rinomata per la produzione di castagne e marroni. Durante la sagra, vengono organizzati mercatini, degustazioni e spettacoli folkloristici.
Sagra della castagna di San Zeno di Montagna (Veneto):19 e 20, 26 e 27 ottobre 2024. In questa località veronese, la sagra è famosa per il suo marrone di San Zeno DOP, considerato uno dei migliori marroni d’Italia
Sagra della castagna e del marron buono di Marradi (Toscana): Una delle più celebri in Italia, si svolge a Marradi, nel cuore del Mugello e nella patria di uno dei migliori marroni nazionali. Qui si possono degustare i famosi marroni del Mugello, insieme a piatti tipici locali e prodotti artigianali.
Festa della castagna di Vallerano (Lazio). Si è svolta nel solo week end del 12 al 13 ottobre 2024, nel borgo di Vallerano (Viterbo). Qui, oltre alle castagne DOP, la festa offre pranzi nelle cantine tufacee e diverse attività culturali.
Sagra della castagna di Soriano nel Cimino (Lazio). Ad ottobre tutti i fine settimana. Questo evento offre rievocazioni medievali, spettacoli e, naturalmente, tante caldarroste e prodotti tipici
Sagra della castagna di Montemonaco (Marche). Ultimo weekend di ottobre, con stand gastronomici, musica e mercatini.
Sagra della castagna di Trecchina (Basilicata). Si tiene dal 12 al 27 ottobre 2024, nei weekend. Qui, le tradizioni e i sapori locali si incontrano in un borgo incantevole dell’entroterra lucano.
Tutte le cose curiose da sapere
Simbolo di abbondanza: In alcune culture, la castagna è associata a prosperità e abbondanza.
Antiche tradizioni popolari vedevano la raccolta delle castagne come un segno di buona fortuna per l’inverno
Un’altra specie botanica, l’ippocastano, produce i cosiddetti “marroni” o “castagne matte”, che assomigliano a quelle vere però non sono commestibili. Venivano una volta usati per scopi medicinali e per nutrire gli animali, ma non devono essere confusi con le castagne dolci.
Le piante di castagni sono molto longeve e possono vivere centinaia di anni. Uno degli esempi più famosi in tal senso è il Castagno dei Cento Cavalli, un albero plurisecolare situato sull’Etna, considerato uno dei più antichi al mondo.
Il frutto che sfamava i popoli di montagna
Il frutto considerato come “pane” in passato per tanti popoli di montagna è un alimento molto nutriente e sano ed è diverso dagli altri tipi di frutta secca come noci e mandorle perché sono più ricco di carboidrati e con un contenuto di grassi molto più basso. Fonte eccellente di energia e particolarmente indicato per chi ha bisogno di un alimento che fornisca calorie in maniera bilanciata; inoltre essendo naturalmente privo di glutine è ideali per chi soffre di celiachia.
Per tutti questi preziosi motivi e per la versatilità ampio e il suo uso in cucina dove diventa protagonista sia di piatti dolci che salati.
La classica e più conosciuta modalità di consumo e la “caldarrosta” ovvero quando il frutto viene rrostito sulla brace o sul fornello, un simbolo delle passeggiate autunnali. Ottime anche le castagne bollite, dette anche “ballotte” che vengono cotte in acqua salata con foglie di alloro e a volte un pizzico di finocchio.
La farina di castagne è invece molto utilizzata nelle ricette tradizionali, soprattutto in Toscana e in Liguria per preparare piatti come il famoso castagnaccio, un dolce semplice e rustico arricchito con pinoli, uvetta e rosmarino. Ottime anche consumate in aggiunte a zuppe o minestre per dare consistenza e un tocco dolce, come nella zuppa di castagne e ceci.
Capitolo a parte per il marron glacé, una delle preparazioni più raffinate e ricercate. Trattasi di una castagna candita cotta in uno sciroppo di zucchero, tipica delle festività natalizie.
Una ricetta: il castagnaccio
Il castagnaccio è un dolce tipico della tradizione toscana, fatto con pochi e semplici ingredienti, che esalta il sapore della farina di castagne. Ecco come prepararlo.
Ingredienti
300 g di farina di castagne
500 ml di acqua
50 g di uvetta
30 g di pinoli
1 rametto di rosmarino
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Preparazione
Metti l’uvetta in ammollo in acqua tiepida per circa 10 minuti. Setaccia la farina di castagne in una ciotola grande e aggiungi poco alla volta l’acqua, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Aggiungi un pizzico di sale e 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva. Amalgama bene fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Aggiungi l’uvetta strizzata e i pinoli al composto. Versa il composto in una teglia unta con olio e livellalo con una spatola. Distribuisci sopra il rosmarino e un altro cucchiaio di olio. Cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 30-40 minuti, fino a quando la superficie non risulterà ben dorata. Lascia raffreddare e servi il castagnaccio, semplice o accompagnato da ricotta fresca o miele.
Le principali Sagre della Castagna in Italia
In molte regioni italiane, l’arrivo dell’autunno è segnato da feste popolari dedicate alle castagne, dove è possibile gustare il frutto in tutte le sue forme e partecipare a eventi folkloristici.
- Sagra della Castagna di Marradi (Toscana): Una delle più celebri sagre italiane, si svolge a Marradi, nel cuore del Mugello. Qui si possono degustare i famosi marroni del Mugello, insieme a piatti tipici locali e prodotti artigianali.
- Sagra della Castagna di Cuneo (Piemonte): La provincia di Cuneo è rinomata per la produzione di castagne e marroni. Durante la sagra, vengono organizzati mercatini, degustazioni e spettacoli folkloristici.
- Festa della Castagna di Vallerano (Lazio): Nel cuore della Tuscia, questa sagra celebra la castagna di Vallerano DOP con eventi enogastronomici e visite guidate ai castagneti.
- Sagra della Castagna di San Zeno di Montagna (Veneto): In questa località veronese, la sagra è famosa per il marrone di San Zeno DOP, considerato uno dei migliori marroni d’Italia.
- Sagra della Castagna di Arpaise (Campania): Un piccolo comune del beneventano che organizza una festa dove è possibile gustare non solo caldarroste e dolci di castagne, ma anche piatti tipici della tradizione contadina.
Conclusione
Le castagne sono molto più che un semplice frutto autunnale: rappresentano una parte fondamentale della tradizione gastronomica e culturale italiana. Ricche di storia, curiosità e sapore, le castagne continuano a essere apprezzate e celebrate in tutto il paese, dalle tavole di casa alle sagre popolari.