Ott 15, 2024 | Enogastronomia, Territori
Dopo il lungo fine settimana che ha celebrato la mela dal Molise all’Alto Adige celebrando la mela ecco che vogliamo presentarvi anche l’altra vallata per eccellenza delle mele italiane. la Val Venosta, che ha il primato di essere la più alta zona omogenea di coltivazione di mele d’Europa.
Soleggiata per gran parte dell’anno, ospita affascinanti borghi, alte vette a delimitarla soprattutto filari di scenografici meleti.

Meleto in fiore. Pixabay
Red Delicus: le mele più alte d’Europa
Le Mele Val Venosta sono l’esito della perfetta simbiosi tra un microclima ideale e un’altitudine privilegiata. I rubicondi frutti maturano in un contesto alpino a dir poco favorevole, a una quota compresa tra i 500 e i 1000 metri.
Qui, beneficiano di molte ore di sole, pochissime precipitazioni e di aria asciutta.
Queste condizioni favoriscono lo sviluppo di un gusto sopraffino, di una consistenza sorprendente e di un colore invidiabile.
Anche la forte escursione termica tra giorno e notte, tipica della zona alpina, determina l’eccezionale risultato finale, regalando alle mele una consistenza squisitamente croccante e sfumature ancora più brillanti.
In questo Paradiso delle Mele maturano le Red Delicious Val Venosta, le scarlatte bontà alpine dalle qualità uniche.
La prova d’assaggio
Come lei ve ne sono poche. Silhouette elegante e affusolata, cinque graziose gobbette nella zona del calice e un colore semplicemente unico, la Red Delicious sa conquistare chiunque.
Ma ancor più sono le sue sfumature afrodisiache ad attirare gli sguardi.
Le sue tonalità oscillano dal rosso al nero-viola della buccia al color crema e verdastro della polpa. Un contrasto spettacolare.
Appena tagliata a fette, la Red Delicious diffonde un profumo fresco ed alpino.
Aromi verdi ed erbacei si combinano a note floreali, creando un delizioso intreccio di accordi fragranti. L’incanto prosegue al primo morso, con note saporite di erba appena tagliata, erbe aromatiche, anguria e banane verdi.
Leggermente acidula, ma prevalentemente dolce, la Red Delicious svela un profilo aromatico complesso e coinvolgente.
Ogni singolo aroma di questa affascinante mela è custodito gelosamente dalla buccia spessa e soda, tutta da mordere.
Anche la polpa è compatta, ma squisitamente fine. La consistenza croccante, comune alle mele coltivate in questa zona, rende la degustazione della Red Delicious particolarmente gratificante.
La ricetta: minestra ungherese alle mele
Ingredienti;
4 mele Red Delicious
120 gr. prosciutto cotto
150 gr. scalogno
un limoni
1,5 litri di brodo di carne
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 tazzina di latte intero
1 cucchiaino farina 00
un mazzetto di acetosella
sale q.b.
pepe a piacere
Preparazione:
Sbucciate le mele; grattugiatele a scaglie e spruzzatele di succo di limone; poi calatele nel brodo in ebollizione e fatele cuocere per 12 minuti.
Tritate, intanto, gli scalogni; rosolateli in tegame in poco olio; poi aggiungete il prosciutto tritato e lasciate appassire il soffritto brevemente.
Frullate, a questo punto, le mele con il latte e la farina; aggiungete al frullato il soffritto di prosciutto e scaldate il tutto piano, rimestando.
Alla fine, fate le porzioni e spargetevi sopra un velo di pepe e un trito di acetosella. Servite la zuppa calda, tiepida o fredda (di frigorifero). Decorate con piccole fettine di mele.
Set 8, 2024 | Enogastronomia, Territori
La regione di Lana in Alto Adige è nota per la sua offerta diversificata che unisce ogni tipo di esigenza o interesse: montagna e valle, natura e cultura, fascino rurale e urbano, tradizione e modernità.
C’è però un elemento che accomuna tutta questa zona, caratterizzandola profondamente: la mela.
La terra delle mele
Questo frutto, infatti, gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista paesaggistico e culturale, dalla fioritura dei meli in primavera fino alla raccolta in autunno.
Nella comunità europea un decimo della produzione di mele proviene dall’Alto Adige; di questo, l’1% proviene proprio dal territorio di Lana.
L’Associazione turistica di Lana e dintorni, inoltre, ormai da anni utilizza gli scarti della mela per realizzare brochure in cartamela e gadget da distribuire ai turisti.
Il frutto della mela racchiude in sé un vero e proprio mondo da scoprire: le varietà, gli utilizzi, la coltivazione, la storia e Lana in Alto Adige è una località in cui esistono molte possibilità per approfondirne la conoscenza.
Tra settembre e ottobre, ad esempio, sono in programma alcune esperienze per imparare tante curiosità sulla mela.

Cogli la prima mela, ecco quando
Mercoledì 11 e lunedì 23 settembre, dalle 14 alle 16, max 15 partecipanti è possibile vivere l’esperienza di cogliere il frutto direttamente, dall’albero. Un momento unico soprattutto chi vive in città.
Insieme a Petra Niederstätter, ambasciatrice delle mele della regione di Lana,è possibile provare l’esperienza di essere contadino per un giorno.
Nel corso di una semplice passeggiata nei meleti del maso Vettererhof di Lana, Petra racconterà tante curiosità sulla coltivazione della mela in Alto Adige e soprattutto insegnerà il modo corretto di staccare la mela dall’albero senza rovinarne il picciolo.
Ogni partecipante avrà a disposizione una cassetta di legno da riempire con le mele raccolte, che, alla fine dell’esperienza, potrà portare a casa.
Il costo di 25,00 € a persona comprende la cassetta per le mele, la visita guidata e una degustazione di vari tipi di mela e di succo di mela.

A spasso nei frutteti con degustazione
Mercoledì 2 e 16 e giovedì 31 ottobre, dalle 14 alle 15.30, per max 18 partecipanti. L’Alto Adige è la maggiore area frutticola contigua in Europa ed è un motore importante per l’economia locale.
In questa visita guidata da Petra Niederstätter si scoprirà il mondo della frutticoltura, tutte le varietà di mele ed i marchi della mela altoatesina e il lavoro che si nasconde dietro ad una mela, tra tradizioni, antichi strumenti e moderne tecnologie.
Alla fine della visita guidata, è prevista una golosa degustazione.
Nelle giornate del 2 e del 31 ottobre la visita si terrà al maso Rebgut di Lana, mentre il 16 ottobre al theiner’s garten di Gargazzone.
La visita guidata è gratuita.

Alla scoperta del museo sudtirolese della frutticoltura
L’importanza della mela per questa zona è testimoniata anche dalla presenza del Museo sudtirolese della frutticoltura, che, su circa 1000 metri di area espositiva nell’edificio medievale Larchgut a Lana, offre un incontro informativo e divertente con un interessante capitolo sulla cultura altoatesina. Il museo ospita un’ampia documentazione sulla storia e sulla situazione attuale della frutticoltura in Alto Adige.
Prenotando è possibile anche chiedere una visita guidata. Per info e orari: obstbaumuseum.it

Conosciamo meglio Lana e dintorni
Lana, insieme ai paesi limitrofi di Cermes, Pavicolo, Postal, Monte San Vigilio, Foiana e Gargazzone, si trova in una zona soleggiata dell’Alto Adige in cui la flora mediterranea si unisce e confonde con quella alpina, grazie al clima favorevole creato dalla barriera naturale del Gruppo di Tessa, che impedisce al gelo del nord di penetrare.
Meli, ciliegi, orchidee e palme convivono così con castagni, larici e faggi, in armonioso concerto anche con la storia, la cultura ben radicata e le peculiarità dei vivaci centri abitati. Perché Lana unisce, rendendo ospiti e residenti un tutt’uno in un luogo dove ogni giorno è vacanza.
Qui trovi pieno relax e massimo piacere in strutture eccellenti, ma scopri anche il fascino della vita rurale sul maso di montagna; qui provi sinestesie di sapori di cucine gourmet e nello stesso tempo gusti la cucina tradizionale dell’Alto Adige, spesso rivisitata in chiave moderna, ma sempre con ingredienti locali freschi e genuini; qui puoi cimentarti in difficili escursioni o passeggiare piacevolmente lungo percorsi in piano fra i meleti.
Infine, un programma di attività estive per bambini ricco e vario e i numerosi eventi culturali, artistici, musicali e gastronomici, rendono Regione Lana la meta ideale in cui vivere o soggiornare da single, in coppia o con tutta la famiglia.
Ott 13, 2023 | Enogastronomia, Territori
La Val di Non si prepara per una delle sue manifestazioni più amate: Pomaria, la festa dedicata alla raccolta delle mele Dop. e alle eccellenze enogastronomiche km 0-40 locali e del territorio trentino, in programma il 13,14 e 15 ottobre 2023 nel borgo di Cles, il capoluogo della Val di Non. Dal 2023, si inizia di venerdì: un giorno in più per una festa ancora più bella e sostenibile

La regina della Val di Non
Quest’anno l’evento per la prima volta inizia il venerdì pomeriggio e il pubblico sarà ancora più protagonista. Sì, sarà proprio così: per fare un altro passo nel suggestivo racconto del felice legame della valle con l’agricoltura e la pastorizia che a ogni appuntamento Pomaria mette in scena.
La decisione di abbracciare il weekend lungo fa parte dell’evoluzione dell’evento che, anno dopo anno, si è dato l’obiettivo di crescere e rinnovarsi, ampliando il raggio di azione e sviluppando parallelamente all’omaggio alle mele Dop della Val di Non (la prima Dop europea) un percorso incentrato sulla scoperta del territorio attraverso tutte le sue eccellenze artigianali legate al gusto.

Pomaria quest’anno è a Cles
Grazie a questo approccio Pomaria è diventata un coinvolgente, interessante e poetico laboratorio a cielo aperto sui sapori e il saper fare, dove assaporare, imparare, e scoprire, con particolari approfondimenti sulle buone pratiche che mettono insieme agricoltura, alimentazione e sostenibilità.
Una menzione speciale va alla scelta sempre più convinta di bandire dalla festa piatti e stoviglie usa e getta, seppur riciclabili, privilegiando quelli lavabili e riutilizzabili, nonché quella di offrire l’acqua potabile dell’acquedotto locale: accoglienza calorosa, quindi, per chi arriva con la propria borraccia.
E non è un caso che tutti i borghi che la ospitano, alternandosi di edizione in edizione, aprano le porte di spazi pubblico e privati al pubblico, definendo un perimetro comune che è disegnato dal piacere di accogliere e condividere per dar vita idealmente un dialogo tra chi abita la valle trentina ogni giorno, contribuendo a plasmarne l’unicità, e chi arriva per visitarla.
Da un po’ di edizioni, la manifestazione cambia sede ogni anno e per il 2023 protagoniste saranno le vie del centro storico di Cles che verranno esplorate dai partecipanti alla scoperta di quartieri come “Doss di Pez” per approdare alla spettacolare terrazza panoramica del capoluogo della Val di Non, da cui si dominano distese di meleti, incorniciati dalle cime montuose che disegnano la valle e “appoggiati” sulle pendici del Lago di Santa Giustina.
In evidenza: “Salotto del gusto” e “Bagno di foresta”, due piacevoli iniziative legata all’interattività, parole chiave dell’evento

Foto: Elisa Fedrizzi
Degustazioni, laboratori e scoperte
Pensando all’obiettivo di coinvolgere fattivamente i visitatori mettendoli realmente in contatto con le realtà del luogo, tra le cose in evidenza il Salotto del Gusto che combinerà sapori e parole: diverse realtà si metteranno insieme (cantine, birrifici, produttori di sidro, apicoltori, produttori di erbe…) per raccontarsi ai visitatori di Pomaria, degustando abbinamenti di prodotti insieme a loro, dando una speciale tridimensionalità a processi e approcci produttivi, ispirazioni, creatività e visioni.
A pochi passi del cuore di Pomaria, nel bellissimo Parco del Doss di Pez, ci si potrà rilassare prendendo parte alle attività di Bagno di Foresta, seguite da alcuni esperti del luogo: attività nata dall’esigenza di scaricare tensioni e stress della vita frenetica, lo shinrin yoku è una disciplina di origine giapponese, che si sta sempre più affermando anche in Europa.
I grandi classici: lezioni di raccolta, incontri con i produttori artigianali, laboratori, degustazioni e attività per tutti

Foto Elisa Fedrizzi
Passeggiate nei frutteti e lezioni di raccolta delle mele
Le mele saranno in primo piano anche con le visite guidate al frutteto storico di Cles, nato per custodire la memoria storica della frutticoltura in Val di Non e sul suo essere profondamente legata al genius loci.
Questo terreno, suggestivamente posizionato al limite della vegetazione montana, è un piccolo eden popolato di piante rare di melo e di pero, che nella loro straordinaria varietà, con nomi affascinanti come Rosmarina bianca, Rosa nobile, Butirra Hardy, quando i frutti sono maturi, danno l’impressione ai visitatori di essere approdati per magia in uno spazio fiabesco.
Tornano anche le lezioni di raccolta in compagnia dei maestri raccoglitori che, in un campo lasciato a disposizione dei visitatori, insegneranno loro come staccare correttamente le mele dall’albero e come riporle in una cassetta di legno, pronta per essere portata a casa

Cles. Foto Elisa Fedrizzi
Una programmazione fra passato e futuro
Anche per la sua maggiore durata, l’edizione 2023 avrà con un numero ancora più ampio di momenti di incontro, laboratori per adulti e bambini: non solo enogastronomia, quindi, ma anche memoria e ispirazioni per il futuro, imparando insieme come si fanno il lino, le cassette della frutta, gli antichi mestieri contadini.
Ancora maggiore l’attenzione dedicata alle tematiche ambientali, parlando, per esempio, di lotta biologica ad alcuni parassiti e dell’importanza delle api per la biodiversità e la salute di tutto il pianeta.
In relazione alla sostenibilità la vocazione all’ interattività sarà ancora più rilevante per apprendere in modo corale, in un clima di festa, come sia facile e importante seguire alcune buone pratiche, recuperando il piacere di far da sé anche per riuscire a utilizzare e apprezzare al meglio i doni della terra: ci saranno, quindi, appuntamenti incentrati alla conservazione e trasformazione delle mele, l’immancabile lezione dedicata allo strudel e incursioni nel salato con le lezioni di canederli e tortèl di patate, una frittella, tanto semplice quanto squisita se preparata ad arte. Da mettere in agenda anche gli incontri che spiegano i segreti della caseificazione.

Foto: Elisa Fedrizzi
Non solo mele in “passarella”
Osservando da vicino l’elenco dei produttori – tutti sono soci di realtà come la Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non e della Val di Sole, la Strada dei Formaggi delle Dolomiti o la Strada del Vino Trentino – e le categorie in cui possono essere suddivisi si comprende immediatamente come Pomaria 2023 darà ancora più piacere e soddisfazione a chi ama scoprire tesori di gusto.
Si potrà infatti spaziare tra miele ed erbe officinali; formaggi; salumi; frutta, ortaggi e trasformati; vini e distillati; birre artigianali; pane, dolci e farine.
Tra le novità che sono collegate alla terra anche alcune realtà specializzate nella cosmesi.
Immancabili le degustazioni dedicate ai formaggi d’alpeggio, al miele, ai distillati e al vino, che in Val di Non sta conoscendo un autentico e felice rinascimento, grazie alla nascita e alla caparbietà di alcune piccole cantine, impegnate, appunto, nella rivalorizzazione della bacca rossa autoctona Groppello di Revò (da cui si ricava anche un raro e intrigante blanc de noir, spumantizzato con metodo classico), ma anche nella produzione di alcuni bianchi, magnificando l’acidità regalata dal terreno e dalle altitudini.

La mamma di Pomaria: la strada della mela e dei sapori della Valle di Non e di Sole
Se Pomaria, ogni anno, in modo sempre nuovo riesce a dare vita a una vera e propria gustosa parata di prodotti locali è merito dell’attività di ricerca e selezione dell’Associazione “Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole”. Superati da poco i 200 affiliati tutela e promuove realtà artigianali, filiere corte e prodotti a “rischio di estinzione”.
L’associazione “Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole” è nata nel 2003 per volontà di contadini, locandieri, agrituristi, proprietari di negozi di prodotti tipici ed enoteche delle Valli del Noce, che con entusiasmo e passione hanno dato vita a un importante progetto volto ad offrire agli ospiti in visita la possibilità di fare un percorso legato a ciò che il territorio sa produrre.
Gli Associati della Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole, infatti, si sono impegnati a seguire un rigido e preciso disciplinare per garantire ai visitatori servizi di ottima qualità: l’offerta di prodotti tipici locali sempre genuini e gustosi, menù a tema con i piatti della tradizione e ambienti confortevoli e curati in ogni dettaglio.
