La Collegiata: scrigno d’arte sacraThe throbbing heart of the city

La Collegiata o Duomo, ubicata di fianco al Palazzo Comunale, nel cuore del paese, è certo il più imponente edificio religioso di San Gimignano. Edificata sul sito di una precedente costruzione, primitivo oratorio dedicato a San Gimignano forse del IX o X secolo. Questo doveva essere di dimensioni assai modeste ed orientato in senso opposto all’attuale Duomo. Nella prima metà del XI secolo dovette subire una prima trasformazione e, divenuto Pieve, una successiva poco tempo dopo; secondo quanto ricorda una lapide posta sulla facciata. La Pieve fu consacrata nel 1148 da Papa Eugenio III. Secondo alcuni documenti la facciata fu edificata nel 1239 per opera di Matteo Brunisemd, un maestro del nord, forse lombardo, mentre la scalinata risale al 1264, opera di maestro Ranieri da Colle. Nel corso del XIV secolo fu sopraelevata la navata maggiore e furono costruite le volte; le piccole finestre rotonde ai lati della facciata fuorno aperte nelle seconda metà del XV secolo, quando Giuliano da Maiano curò il progetto per l’ampliamento del transetto, a cui furono aggiunte sei cappelle, per l’edificazione di una nuova sacrestia e per la creazione di una cappella destinata a custodire le spoglie di Santa Fina; al 1477 risale la costruzione della cappella della Concezione. La facciata subì ulteriori trasformazioni nei primi anni del XIX secolo e fu poi riportata, quanto più fedelmente possibile, alla sua forma originaria.
Le parteti interne sono interamente affrescate; quella destra è opera di Berna da Siena e rappresenta scene del Nuovo Testamento, dall’Annunciazione alla Crocifissione; altri affreschi andati distrutti nel corso del XVI secolo raffiguravano la Resurrezione e l’ascensione di Gesù. La parete sinistra, affrescata da Bartolo Di Fredi, illustra episodi dell’Antico Testamento, dalla Creazione alla vita di Giobbe. La parte interna della facciata, affrescata da Taddeo di Bartolo, raffigura il Giudizio Universale e sotto di esso un affresco opera di Benozzo Gozzoli rappresenta il martirio di San Sebastiano. Vi si trovano anche due statue, Gabriele e la Vergine Maria, opera di Iacopo della Quercia e risalenti agli anni venti del Quattrocento.
Un vero e proprio gioiello è la Cappella di Santa Fina. Fu iniziata a partire dal 1468 e consacrata nel 1488 da Niccolò Vescovo di Pistoia. L’altare, in marmo lavorato, è opera di Benedetto da Maiano risalente al 1475 ed è adornata da affreschi di Domenico Ghirlandaio; sulla parete destra è rappresentato S. Gregorio che preannuncia alla Santa la sua prossima morte e sulla parete sinistra il funerale di Santa Fina; sopra, due angeli che portano la Santa in Paradiso. Gli altri affreschi della cappella sono stati eseguiti da Sebastiano Mainardi.
Adiacente alla Sacrestia si trova il Chiostro, formato da 28 archi poggianti su colonne, una volta sede di un cimitero pubblico; pietre di marmo ricordano cittadini sangimignanesi che qui erano sepolti.The Collegiate Church, or Cathedral, adjacent to the town hall in grand online casino the heart of the town, is certainly the most important religious building in San Gimignano.
Built on the site of a previous building, a primitive oratorio dedicated to San Gimignano, built perhaps in the ninth or tenth century. This must have been very small and lay in the opposite direction to the current cathedral.
During the first half of the eleventh century, it was rebuilt for the first time and then, promoted to a parish church, rebuilt again shortly afterwards, according to a commemorative tablet on the façade. The parish church was consecrated by Pope Eugenio III in 1148. According to some documents, the façade was built in 1239 by Matteo Brunisemd, a master from the north, Lombardy perhaps, while the steps, the work of maestro Ranieri da Colle, date back to 1264. During the fourteenth century, the central nave was elevated and the vaults were built; the small round windows on the sides of the façade were opened during the second half of the fifteenth century when Giuliano da Maiano directed the project to enlarge the transept, to which were added six chapels, to build a new sacristy and create a chapel containing the mortal remains of Santa Fina; the Conception Chapel was built in 1477. The façade was further transformed in the early nineteenth century and was then restored as faithfully as possible to its original condition.
The inner walls are totally frescoed; the one on the right is by Berna da Siena and depicts New Testament scenes, from the Annunciation to the Crucifixion; other frescoes, destroyed during the sixteenth century, depicted the Resurrection and Ascension of Jesus. The left-hand wall, frescoed by Bartolo Di Fredi, illustrates Old Testament episodes, from the Creation to the life of Job. The internal part of the façade, frescoed by Taddeo di Bartolo, depicts the universal judgement and, underneath, a fresco by Benozzo Gozzoli depicts the martyrdom of St Sebastian. There are also two statues, Gabriel and the Virgin Mary, works by Iacopo della Quercia and dating back to the 1420’s.
A real and proper jewel is the chapel of Santa Fina. It was begun in 1468 and consecrated in 1488 by Niccolò, Bishop of Pistoia.
The decorated marble altar is by Benedetto da Maiano, dates back to 1475 and is adorned by frescoes by Domenico Ghirlandaio; on the right hand wall there is S. Gregorio announcing the forthcoming death of the saint and on the left-hand wall there is the funeral of Santa Fina; above, two angels take the saint up to Heaven. The other frescoes in the chapel were painted by Sebastiano Mainardi.
Adjoining the Sacristy is the Cloister, comprising 28 arches supported by columns, once the site of a public cemetery; marble tablets commemorate the citizens of San Gimignano who were buried here.

A Chiusi, sulle tracce di PorsennaChiusi, on the trail of Porsenna

di Giuseppe Raimondi – La città di Chiusi, i cui primi insediamenti risalgono all’Età del Ferro, fu una delle Lucumonie Etrusche.

La sua importanza è legata al carisma del leggendario re Porsenna, passato alla storia per l’intervento militare contro Roma alla fine del VI secolo a.C.

In ogni angolo della città si respira la presenza Etrusca e molte sono le suggestioni che rimandano a Porsenna – a partire dai numerosi cunicoli sotterranei che richiamano i labirinti descritti da Plinio il Vecchio.

Secondo le sue testimonianze, sotto la città di Chiusi vi erano quattro labirinti sotterranei – segrete vie d’accesso al grande mausoleo con il sepolcro di Porsenna. Il Lucumone sarebbe stato sepolto con un carro trainato da quattro cavalli in scultura d’oro, con un sarcofago, anch’esso d’oro, e una chioccia con 5000 pulcini d’oro.

Oggi sappiamo che i percorsi sotterranei fanno parte di un sistema di approvvigionamento idrico scavato dagli Etruschi – ma questo non diminuisce il loro fascino né l’atmosfera magica che vi si respira.
Consigliamo la visita del “Labirinto di Porsenna” – con accesso dal Museo della Cattedrale – che prevede anche il passaggio in una grande cisterna Etrusco-Romana e la possibilità di salire sulla Torre Campanaria per osservare dall’alto uno splendido panorama.

Un altro percorso sotterraneo, collegato al Museo Civico, parte dalle cantine di una nobile famiglia di Chiusi, i Bonci-Casuccini che, durante gli scavi per l’ampliamento delle cantine, scoprirono il dedalo di cunicoli e pensarono forse di essere a un passo dal mitico tesoro di Porsenna.

In questo suggestivo contesto è allestito un interessante museo epigrafico con centinaia di urne cinerarie etrusche e altrettante tegole scritte – che servivano per chiudere gli accessi alle tombe.

Durante il percorso, si trova un laghetto – a 25 metri di profondità – con un’acqua particolarmente pura.
Nel Museo Civico sono stati ricostruiti vari ambienti che documentano le attività artigianali, contadine e ittiche.

E’ d’obbligo una visita al Museo Archeologico Nazionale: uno dei più importanti in Italia per la conoscenza della civiltà e dell’arte etrusca.

E’ fra i più visitati della Toscana: si possono ammirare pezzi che vanno dall’età del bronzo, fino al periodo longobardo oltre ad una ricca collezione di reperti archeologici provenienti anche dalle vicine tombe – rinvenute sulla strada che porta al lago.
E proprio sul lago si conclude il nostro itinerario: un ambiente ancora selvaggio e molto rilassante dove si può osservare una grande varietà faunistica e praticare la pesca sportiva.

Per gli amanti della buona cucina, segnaliamo i ristoranti sul lago, che propongono alcune ricette della tradizione etrusca.
Consigliamo di venire a Chiusi l’ultima domenica del mese, quando il paese si anima con il mercatino di Porsenna. Quaranta banchi, con i prodotti tipici della terra e dell’artigianato locale,si danno appuntamento in Piazza del Duomo e in via Porsenna per una festa che promuove il territorio con iniziative collaterali di sicuro interesse.di Giuseppe Raimondi – The town of Chiusi, whose early settlements date back to the Iron Age, was one of wisconsin pay day loans the Etruscan religious city states.

Its importance is associated with the charisma of the legendary king Porsenna, who went down in history for the military action against Rome at the end of the 6th century BC.

In every corner of the town you can breathe in the Etruscan presence and there are many details that refer to Porsenna, starting with the numerous underground tunnels that recall the labyrinths described by Pliny the Elder.

According to his testimonies, beneath the town of Chiusi there were four underground labyrinths – secret entrances into the great mausoleum with Porsenna’s burial place. The ruler would have been buried with a cart drawn by four horses in gold carving, with a sarcophagus, also gold, and a hen with 5,000 gold chicks.

We now know that the underground routes were part of a water supply system dug by the Etruscans, but this neither detracts from their charm nor the magical atmosphere here.

We recommend the tour of the Labirinto di Porsenna, accessed from the Cathedral Museum, which also involves passing through a large Roman Etruscan cistern and the chance to climb up the bell tower to enjoy a superb view from on high.

Another underground route, connected to the town museum, begins in the cellars of the home of a noble Chiusi family, the Bonci-Casuccini, who discovered the maze of tunnels during excavations to extend the cellars. They thought that they were perhaps just a step away from Porsenna’s mythical treasure.

In this lovely context there is an interesting epigraphic museum with hundreds of Etruscan funerary urns and just as many tiles with writing, which were used to close up entrances into the tombs.
Along the route you’ll find a small lake, which is 25 metres deep, with particularly pure water.

In the town museum various environments have been reconstructed, which document the craft, town and fishing activities.
A visit to the National Archaeological Museum is mandatory: one of the most important in Italy for its knowledge of Etruscan art and civilisation.

It is one of the most visited museums in Tuscany. You can admire pieces that range from the Bronze Age to the Longobard period, as well as a wide collection of archaeological exhibits from the nearby tombs, found on the road leading to the lake.
It is at this lake that our itinerary comes to an end: an environment that is still wild and very relaxing where you can observe a large variety of fauna and go fishing.

For food lovers, we recommend the restaurants by the lake, which offer a few traditional Etruscan recipes.
Go to Chiusi on the last Sunday of the month when the town comes alive with the Porsenna market. Forty stalls offering typical products of the land and local crafts, gather in Piazza del Duomo and in Via Porsenna for a festival that promotes the territory with other events that are just as interesting.

San Gimignano: il cuore pulsante della citt

Il palazzo comunale fu costruito nell’ultimo decennio del Duecento; la prima riunione del Consiglio vi si tenne il 23 dicembre 1288.
Prima di allora la Curia del Podestà non aveva una sede fissa e si riuniva o nel coro della Pieve o nel palazzo dei Paltroncini in Piazza della Cisterna.

Il cosidetto Palazzo antico del Podestà, situato in Piazza del Duomo, di fronte alla Collegiata, apparteneva invece alla famiglia Mantellini che lo affittava come dimora del Podestà, e fu acquistato dal Comune solo nel 1320 con lo scopo di alloggiarvi gli ospiti del Comune stesso. Il palazzo venne poi trasformato in teatro e la torre annessa, detta La Rognosa, alta 51 metri, prima una prigione, fu munita di orologio nel 1407.

L’attuale palazzo Comunale, in piazza del Duomo, di fianco alla Collegiata, dieci anni dopo la sua edificazione fu munito di torre, la Torre Grossa, alta circa 54 metri, la cui costruzione terminò nel 1311.
L’edificio venne ampliato nel 1323.
Il palazzo, erroneamente attribuito ad Arnolfo Di Cambio, ha una struttura a quattro piani con finestre ad arco ribassato; un tempo sulla facciata era dipinto il Marzocco, lo stemma della città di Firenze, con un leone sdraiato che stringeva nella zampa destra uno scudo con il giglio, simbolo della sottomissione di San Gimignano alla città.

A destra del palazzo si apre una galleria detta Arringo, dove il Podestà prestava giuramento dinnanzi al popolo, mentre sulla sinistra un largo portico che veniva utilizzato per le cerimonie pubbliche. L’attuale merlatura del palazzo non è originaria, ma fu aggiunta nel 1881.

L’edificio ospita oggi il Museo Civico, in cui si trovano opere pittoriche di scuola senese e fiorentina risalenti al XIII, XIV e XV secolo; tra i nomi più insigni di autori i cui lavori sono qui conservati ricordiamo Niccolò Tegliacci, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico Michelino, Pinturicchio, Filippo Lippi. Sulle pareti del palazzo si trovano inoltre affreschi raffiguranti scene di vita familiare di Memmo di Filippuccio e la Maestà di Lippo Memmi.

Nel 1323, con l’ampliamento del palazzo, venne anche costruito il cortile; al centro la cisterna, risalente al 1361, fatta edificare dal Podestà Iacopo di Carroccio Alberti; il cortile è affrescato con scene che rappresentano l’amministrazione della giustizia o soggetti religiosi come la Madonna col bambino, affiancata da San Gimignano e San Gregorio; l’opera risalente al XIV secolo, è attribuita da alcuni a Taddeo di Bartolo.The town hall was built in the last decade of the thirteenth century; the electronic cigarette health risks first meeting of the council was held on the 23rd December 1288.

Before then, the Podestà’s council had no fixed meeting place and either met in the choir of the parish church or in Palazzo dei Paltroncini in Piazza della Cisterna.

The so-called Palazzo Antico del Podestà, located in Piazza del Duomo, opposite the Collegiate church, instead, belonged to the Mantellini family that rented it out as the residence of the Podestà; it was purchased by the town council in 1320 in order to use it as accommodation for the guests of the council. The palace was then turned into a theatre and the 51 metre adjoining tower, called La Rognosa, formerly a prison, was given a clock in 1407.

Ten year after the actual town hall in Piazza del Duomo, adjoining the Collegiate church, was built, it was given a tower, Torre Grossa, about 54 metres high, which was completed in 1311.

The building was enlarged in 1323. The palace, erroneously attributed to Arnolfo Di Cambio, has a four storey structure with windows featuring lowered arches; the façade once featured the Marzocco, the coat-of-arms of the city of Florence, with a lying lion holding a shield in its right-hand paw with the fleur-de-lis, a symbol of the submission of San Gimignano to the Florence.

To the right of the palace is a gallery called Arringo, where the Podestà used to swear his loyalty to the people, while the large portico on the left was used for public ceremonies. The actual battlements of the palace are not original but were added in 1881.

The building currently houses the Town Museum featuring paintings of the Sienese and Florentine schools dating back to the thirteenth, fourteenth and fifteenth centuries; the most famous painters whose works are displayed here are Niccolò Tegliacci, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico Michelino, Pinturicchio and Filippo Lippi.

On the walls of the building there are also frescoes depicting scenes of family life by Memmo di Filippuccio and a “Majesty” by Lippo Memmi.

In 1323, the palace was enlarged and the courtyard was also built; the well in the centre, dating back to 1361, was built by Podestà Iacopo di Carroccio Alberti; the courtyard is frescoed with scenes representing the administration of justice or religious subjects such as the Madonna with Child with St Gimignano and St Gregorio; the work dates back to the fourteenth century and is attributed by some to Taddeo di Bartolo.