I 9 piccoli paesi di montagna da visitare a gennaio

I 9 piccoli paesi di montagna da visitare a gennaio

Da nord a sud dalle Alpi agli Appennini, sono incastonati in vallate e su colli alcuni straordinari borghi che d’inverno esaltano la loro bellezza, magari quando sono imbiancati dalla neve.
Un’atmosfera unica che gli fa apparire come piccoli presepi e dov’è possibile tornare quasi indietro nel tempo camminando fra le loro stradine e respirando la loro aria.
Ne abbiamo selezionati dieci per voi dalla Valle d’Aosta alla Basilicata.


Etroubles (Valle d’Aosta)

Un paese che è un museo a cielo aperto caratterizzato da una ventina di opere d’arte disseminate nelle vie, nelle piazze, sulle facciate delle case, là dove gli autori hanno deciso di collocarle.
Sculture, pitture, installazioni: anche i numeri civici sono stati ricreati per rendere più colorato e attraente il borgo.
Un luogo ricco di storia, allo sbocco del vallone, nella frazione di Vachéry,è la torre del XII secolo. Il campanile del borgo invece fu costruito in pietre di taglio su piano quadrato nel 1480.
Ad accendere la fantasia, nel borgo medievale, sono le stradine in ciottolato, i fontanili da cui sgorga l’acqua fresca del monte Vélan, le abitazioni ristrutturate in pietra locale con i tetti in lòse, secondo le tipologie architettoniche tradizionali.
Étroubles è la dimostrazione di come la montagna riesca a sopravvivere senza snaturarsi e cedere al turismo invasivo. 
Nei dintorni potrete visitare anche la prima latteria turnaria della Valle d’Aosta (1853), trasformata in museo che illustra le varie fasi di lavorazione dei formaggi con gli attrezzi dell’epoca e la prima centralina idroelettrica della Valle del Gran San Bernardo, la Centrale Bertin, risalente al 1904, dove è stato installato un piccolo museo dell’energia.
Per chi ama sciare nei dintorni è possibile praticare lo sci alpino e nordico, lo snowboard, l’alpinismo e tutte le attività legate alla montagna, sia d’inverno sia d’estate dato che siamo nel comprensorio sciistico del Gran San Bernardo con 22 km di piste da sci di discesa e 18 km. di sci di fondo.
Vistando il borgo d’inverno vuol dire vivere anche il Carnevale della Comba Frèide, quando il giovedì grasso: nella “Valle Fredda” i personaggi (landzette) del carnevale storico hanno il volto coperto da maschere di legno (o plastica) e richiamano nei costumi le uniformi colorate dei soldati napoleonici arrivati qui nel maggio 1800. Abiti costosi, confezionati a mano, adorni di perline e paillettes e di specchietti che nella tradizione servono per allontanare le forze maligne.

Foto Diego Murgioni

Chianale (Piemonte)

Siamo al confine con la Francia e alle pendici del Monviso nei pressi del più grande bosco di Cimbri delle Alpi e d’Europa a 1800 metri d’altitudine in fondo alla Val Varaita di cultura occitana. Qui si trova questo villaggio dal cuore d’ardesia, con i suoi tetti di lose, le sue pietre, i suoi legni, le vecchie travi.
A Chianale si respira tutto il profumo delle Alpi, quando l’aria di neve spazza via i pensieri sotto un cielo color dell’acciaio; quando il silenzio scende sulle case intorpidite che sembrano stringersi tra loro come a tenersi caldo.
La cultura provenzale, orgogliosamente esibita dai pochi abitanti rimasti, riporta al tempo dei trovatori, che forse nella bella stagione componevano versi e musica nell’Alevé. Attraversato dallo Chemin Royal che portava in Francia, il villaggio fu solo sfiorato dalle guerre di religione, e il tempio calvinista e la chiesa cristiana stavano senza problemi l’uno di fronte all’altra.
Per gli appassionati di sport invernali e possibile scalate le cascate di ghiaccio, praticare sci nordico e sci alpinismo e per i più esperti avventurarsi nelle escursioni e ascensioni nel gruppo del Monviso con guide alpine convenzionate.


Gromo (Lombardia)

Sentire il legno, il ferro, la pietra. Questa è Gromo è un villaggio caratteristico nell’alta Valle Seriana che fu presidio di ricche miniere di ferro, poi sede di libero Comune e quindi luogo di smistamento verso i mercati europei di armi bianche, forgiate dai poderosi magli mossi dal suo torrente.
L’acqua è stata la sua ricchezza e la sua rovina. Ne ha plasmato le forme nelle ere preistoriche, ha portato energia e guadagno alle sue botteghe, e cancellato con una inondazione tutte le sue fucine, un giorno di novembre del 1666, scardinando la sua economia.
Da precoce borgo industriale, Gromo torna a essere un alpestre villaggio rurale. Il borgo oggi non è tanto diverso da come appariva nel dipinto secentesco conservato nella chiesa di San Gregorio.
Sorprende, anche, la bellezza racchiusa in un luogo tanto piccolo: altari dorati, affreschi cinquecenteschi, statue di legno, antiche pergamene, portali in pietra, artistiche inferriate. E tutt’intorno alle strecie, le strette viuzze, si dispiega il verde dei monti.
Gromo è meta conosciuta e amata tra gli appassionati di scialpinismo perché dalla sua frazione di Spiazzi, partono gli impianti di risalita del comprensorio sciistico che dal fondovalle consentono agli sciatori di accedere fino ai Piani di Vodala, situati a 1700 metri tra i monti Timogno e Redondo nel cuore del parco naturale delle Prealpi Orobie. Inoltre nell’impianto sciistico sono anche presenti  tre anelli per lo sci di fondo per 7,5 km, di media difficoltà.  


Sottoguida (Veneto)

Risalendo la Val Pettorina, nella parte alta della provincia di Belluno e nel cuore delle Dolomiti, si trova Sottoguda l’ultimo borgo prima della Marmolada.
Il territorio comunale dominato dalla Marmolada  con i suoi 3342 metri d’altitudine e fatto di stupende e selvagge valli come quelle di Ombretta, Franzedaz e Franzei.
Sottoguda è un antico villaggio risalente al 1260 caratterizza per i numerosi tabièi, fienili in legno diffusi nell’area dolomitica di cultura ladina, usati dai contadini per il deposito del fieno e il ricovero del bestiame e degli attrezzi agricoli.
L’agricoltura è stata per secoli la principale fonte di sostentamento della piccola comunità e oggi sopravvive anche la tradizione della lavorazione artistica del ferro battuto grazie ad alcuni artigiani che hanno i loro negozi. Molto viva la cultura ladina dolomitica attraverso la parlata locale e alcune usanze di antiche origini che vengono tramandate fra le generazioni.
Subito dopo le ultime case inizia la gola dei Serrai un profondo canyon di circa due chilometri, oggi Parco di interesse regionale, che arriva fino alla conca di Malga Ciapéla, ai piedi della Marmolada. Il percorso si snoda fra alte rocce strapiombanti e interseca il corso del torrente Pettorina. Un tempo lungo esso transitavano le mandrie dirette ai pascoli di alta montagna, e i carichi di legname e fieno condotti a valle dai boschi e dalle zone di sfalcio e in inverno, quando le cascate gelando ricoprono le pareti rocciose di uno spesso strato di ghiaccio, la gola diventa palestra di arrampicata su ghiaccio tra le più apprezzate d’Europa (oggi i Serrai di Sottoguida sono chiusi a seguito dei danni provocati dalla tempesta Vaia).
Interessante il Museo della Grande Guerra a Serauta, nella stazione intermedia della funivia della Marmolada che rappresenta il museo più alto d’Europa trovandosi a 3000 metri vicino alle postazioni di guerra italiane e austro-ungariche.


Castelrotto – Kastelruth (Trentino Alto Adige)

Nel Parco naturale dello Sciliar in Alto Adige è il borgo di Castelrotto unico poiché molte delle facciate del borgo sono state dipinte dal pittore, Eduard Burgauner (1873-1913) che intese trasformare il borgo in una grande opera d’arte.
Ancora oggi l’immagine del borgo è quella di un interessante connubio di stile Liberty e tradizioni locali di gusto barocco, come si può vedere al margine del paese, dove gli affreschi di Villa Felseck – la casa della famiglia Burgauner – illustrano i mesi in modo ciclico, seguendo i riti e i lavori dei contadini. Questa è la facciata più appariscente ma ce ne sono altre.
Poco distante è l’Alpe di Siusi, Seiser Alm in tedesco, considerata una delle montagne più belle delle Dolomiti. Prati, campi e boschi si dividono in egual misura i 56 chilometri quadrati dell’area, che fanno dell’Alpe il più vasto altipiano d’Europa.
E’ questo il periodo migliore per visitare Castelrotto dato che gennaio è il mese del Matrimonio Contadino. Gli sposi con abiti vistosi – lei con un cappello verde e lui con un garofano rosso nel taschino della giacca – partono da San Valentino su una slitta trainata dai cavalli. Nel corteo le donne nubili hanno i capelli raccolti sulla testa, quelle sposate se li sistemano dietro la nuca; le più anziane portano il turmkappe, un cappello a cono; le bimbe indossano abiti bianchi, i bambini il loden nero e la camicia di ciniglia. Alla sfilata segue il banchetto con i piatti della tradizione.


Sappada (Friuli Venezia Giulia)

Sappada è celebre per la sua architettura caratteristica e le tradizioni culturali uniche. E’ il paese “nato nel legno”.  “Case che sembrano cataste di travi sorgenti dai prati”, ha scritto un viaggiatore nel 1871.
Un’architettura tradizionale molto ben conservata che è la cosiddetta struttura “a Blockbau” tipica della cultura tedesca. Le case sono quasi interamente di legno, a travi orizzontali incastrate agli spigoli e poggianti su un basamento in pietra. Sotto c’è la stalla, sopra il fienile. Il tetto è di scandole.
Corrispondono a questa tipologia molte abitazioni, anche quelle di più recente costruzione o restaurate, delle borgate Mühlbach (dove ha sede il Museo Etnografico), Cottern (dove spicca casa s’Krumpm della fine del Seicento), Hoffe (con casa s’Greatlan della prima metà del Settecento), Fontana (con casa s’Paulan del 1737), Kratten (con il bellissimo complesso unifamiliare della seconda metà del Seicento e casa s’Gott Paurn del 1634, una delle più antiche), Soravia (con una stalla-fienile del 1778), Cretta (con la Casa-museo della Civiltà Contadina in una Blockhaus del 1825 costruita interamente in legno con basamento di pietra) e Cima Sappada.
La conservazione pressoché integrale delle borgate è dovuta alla realizzazione nel 1922 della strada nuova, parallela a quella più antica ma spostata un po’ più a valle. In tal modo si è ottenuta una valvola di sfogo per le nuove costruzioni sulla strada più trafficata, mantenendo inalterata la parte vecchia
A poca distanza da Sappada in alta Val Sesis a 1816 metri di quota sotto il Monte Peralba e al confine con l’Austria si trovano le sorgenti del Piave il fiume della patria. Nella zona sono visibili anche alcune fortificazioni della Grande Guerra.
Il Carnevale di Sappada è molto noto ed è l’appuntamento più atteso dell’inverno. Si svolge in più tappe: la Domenica dei Poveri, la Domenica dei Contadini e quella dei Signori. Il mascheramento è totale e nessuno scopre il volto durante la festa. La pesante maschera di legno che copre il viso, altera la voce facendola rimbombare. La maschera guida è il Rollate, un personaggio imponente, vestito con un pellicciotto di montone scuro che ricorda il manto dell’orso e con pantaloni a righe orizzontali ricavati dalla tela che serviva a coprire gli armenti in inverno.
Le piste da sci che sono frequentate soprattutto da famiglie con bambini in un comprensorio sciistico di cinque seggiovie e otto sciovie per un totale di 20 km di piste collegate tra loro da un servizio di ski bus.


Pacentro (Abruzzo)

Immerso nel cuore del Parco Nazionale della Majella ha sul suo territorio comunale il Monte Amaro, che con i suoi 2800 metri d’altitudine è la vetta più alta della zona.
Come un gioiello di pietra incastonato nel bosco Pacentro sembra appartenere ad un’epoca lontana, persa nel tempo e nel silenzio.
La meraviglia di questo antico borgo è subito evidente. La visione panoramica del vecchio paese dalla località Muscarella, o la visione aerea dalla “curva di Agnese”, da dove sembra snodarsi come un serpente di pietra che s’inoltra nel bosco, introducono in un’altra dimensione.
È come oltrepassare una porta da tempo abbattuta. Chiudere gli occhi e aprirli su una selva di torri, anche se diroccate o mozzate. “Alchimisti, crogiolate i veleni, / recitate la formula oscura, / scrivete i segni dell’alfabeto segreto, /e che vi diano ascolto i diavoli!” (J. Seifert).
Parcento sembra sprofondarsi nei sogni, aggrapparsi ai segni scolpiti nella pietra, intagliati nel legno, battuti nel ferro e disseminati lungo l’intreccio misterioso di vicoli, archi, irte scalette, passaggi sovrapposti, camminamenti, porticati che collegano fra loro le piccole case, ancora raccolte nella medievale attesa di qualcuno che salga dal piano a portare un messaggio di felicità o di sventura.
Da esplorare nei dintorni ci sono numerosi sentieri escursionistici e luoghi incantati come la cascata del Vallone, nascosta da boschi ricchi di sorgenti e alberi secolari di grande valore naturalistico come il passo San Leonardo.
Il paese è la porta naturale e al tempo stesso il cuore del Parco Nazionale della Maiella. Si trova a 700 m d’altitudine ma l’altimetria del suo territorio va dai 430 ai quasi 2800 metri di Monte Amaro, la vetta della Maiella.
È dunque a tutti gli effetti un borgo prettamente montano, dal quale è facile salire in quota per assicurarsi le più belle vedute panoramiche ed ammirare una flora di grande valore naturalistico.
Escursioni e passeggiate portano sempre in luoghi stupendi, come la cascata del Vallone o il passo San Leonardo. Diverse sorgenti, limpide e fresche, solcano i sottoboschi dove volpi, scoiattoli, donnole, uccelli rapaci e anche qualche lupo, appaiono per un attimo e subito scompaiono.

Nei boschi regna sovrano il faggio, cui fanno da corona querce secolari, pinete, macchie di lecci, aceri e carpini.


Capracotta (Molise)

Un borgo di montagna da visitare in inverno è anche quello posto tra le cime innevate più alte dell’Appennino, il villaggio molisano di Capracotta, un’importante località sciistica della Comunità Montana dell’Alto Molise.
I suoi 1421 metri sul livello del mare ne fanno il borgo più alto dell’Appennino e terzo in Italia e di conseguenza una località perfetta per respirare aria buona di montagna e atmosfera rarefatta dei mesi più freddi.
Architettura in pietra locale, paesaggi brumosi della montagna appenninica, neve che oltrepassa i piani delle case in inverno ed aria fresca in estate, ottimi latticini e pecorino locali, caratterizzano questo centro le cui origini risalgono all’Età del Ferro, come testimoniato dai reperti venuti alla luce in località Le Guastre.
Famose sono inoltre le numerose fontane del paese e il Giardino della flora Appenninica, ideale per una passeggiata nella natura.
Oggi attrezzato punto di riferimento per tutto lo sci di fondo del Centro-Italia al punto di avere ospitato nel 1997 i Campionati Nazionali di Sci di Fondo è tra le località di elezione per tale disciplina.
Per sciare quindi non mancano certo le possibilità grazie agli impianti di risalita che si trovano in località Monte Capraro e alle piste da Fondo di Prato Gentile.


Pietrapertosa (Basilicata)

Come Castelmezzano, il borgo dirimpettaio, Pietrapertosa vive tra le guglie delle Dolomiti lucane, appoggiata ad anfiteatro alle “rocce magre / dove i venti e le nebbie / danno convegno di silenzi”, come scrive Mario Trufelli.
Il luogo sarebbe piaciuto a Jean- Jacques Rousseau, quando diceva di aver “bisogno di torrenti, rocce, pini selvatici, boschi neri, montagne, cammini dirupati ardui da salire e da discendere, di precipizi d’intorno che m’infondano molta paura”.
Tutto questo c’è a Pietrapertosa, che si presenta al visitatore con la sua imponente massa rocciosa, porta d’ingresso all’abitato, circondato, o protetto, da dirupi scoscesi, monti brulli o verdi di boschi.
Intorno alle guglie d’arenaria, antropomorfe (ognuna ha un nome), planano i falchi, quasi per distrarre lo sguardo dalla parte più misteriosa e affascinante del borgo, l’Arabata, che conserva nei vicoli ripidi e nel nome le tracce dei dominatori arabi, guidati dal principe Bomar.
La natura pare davvero essersi sbizzarrita in questo angolo profondo di meridione. Il paese è lassù, alla fine di ripidi tornanti che richiama un paesaggio dolomitico e del resto siamo nel cuore delle Dolomiti Lucane, caratterizzato dalle fantastiche forme delle rocce arenarie.
Primo luogo in Italia a dotarsi di un’adrenalitica zip line dov’è possibile vivere l’emozione del volo lungo un cavo d’acciaio sospeso tra le rocce di Castelmezzano e Pietrapertosa. Un tuffo tra cielo e terra che si chiama “Volo dell’Angelo” e permette di percorrere più di un km e mezzo sospesi nell’aria a 400 metri d’altezza, sfidando il vento e la maestosità delle montagne.

 

 

In val d’Ega per una vacanza invernale verde

In val d’Ega per una vacanza invernale verde

Se il bianco è tradizionalmente il colore di un inverno che porta sulle montagne miriadi di appassionati di sci e snowboard, comprensibilmente determinati a vedere appagati i loro sogni acrobatici e di discesa, a Carezza – che nell’autunno del 2019 ha aderito a Turn to Zero, con l’obiettivo di misurare, ridurre e compensare la propria impronta di CO2 aziendale – la tendenza cromatica di stagione è ormai da tempo il verde. 

Nel cuore delle Dolomiti più green

Nel cuore delle Dolomiti, l’area sciistica della Val d’Ega (Bolzano) dominata da Catinaccio e Latemar, unitasi alla zona svizzera di Arosa per dare vita al progetto “Zone sciistiche climatiche alpine”, si distingue da sempre per l’attenzione rivolta alle famiglie e all’ambiente, che si traduce in una filosofia sostenibile e nella continua promozione di atteggiamenti responsabili.
Qui, l’energia è green: l’elettricità viene prodotta da fonti rinnovabili e i rifiuti vengono smaltiti con una rigorosa raccolta differenziata, mentre l’uso della plastica è ridotto al minimo indispensabile e la misurazione annuale dell’impronta in termini di CO2 rappresenta un’opportunità e uno stimolo per stabilire nuovi livelli di diminuzione delle emissioni, grazie al programmato passaggio dal gasolio al carburante HVO (oli vegetali idrogenati) il prima possibile.

Innevamento e impianti a prova d’ambiente

Una progettazione ad hoc e un pilotaggio razionale degli impianti rendono l’innevamento artificiale delle piste – programmato solo quando le notti sono particolarmente fredde – ancora più efficiente.
All’inizio dell’inverno, appena le temperature toccano i -10° C/-15° C, l’intero comprensorio viene innevato in appena 80 ore.
Queste condizioni ottimali permettono di mantenere una soffice coltre di neve – prodotta utilizzando acqua in buona parte proveniente dal più grande, moderno ed ecologico bacino di raccolta “interno” di tutto l’Alto Adige – fino a marzo o addirittura aprile.
E tutto ciò con un ridotto consumo idrico ed energetico. Grazie alle misurazioni della profondità della neve e ai dati GPS, l’impiego serale dei sei gatti delle nevi per preparare le piste è stato inoltre ridotto di circa un’ora. La diretta conseguenza è stata una riduzione del fabbisogno di carburante pari a circa il 25%.
La riduzione della velocità degli impianti negli orari di minor afflusso contribuisce a migliorare il bilancio energetico dell’area sciistica, che gode anche di una riduzione dei gas di scarico e dell’impatto dell’inquinamento acustico sulla flora e sulla fauna grazie alla sempre più diffusa abitudine dei turisti a servirsi dello shuttle per raggiungere le piste.

Scelte gourmet, etiche e ambientali

Nel segno di un’etichetta green, il menu del personale dell’area è composto da ricette che rispettano l’ambiente e tutti gli eventi organizzati a Carezza seguono semplici regole per preservare la natura, come l’utilizzo di prodotti prevalentemente locali, il progressivo abbandono di materiali stampati e l’impegno a incoraggiare l’uso dei mezzi pubblici per gli spostamenti.
A tutto questo, si aggiunge il sostegno a progetti di protezione del clima nei paesi del Terzo Mondo, nel tentativo di arginare almeno in parte un cambiamento purtroppo inevitabile. 

Come affrontare al meglio neve e ghiaccioHow best to tackle snow and ice

di Massimo Pieraccini – Previsioni meteo
Le precipitazioni nevose e le ghiacciate sono eventi atmosferici non sempre prevedibili con esattezza, ma oggi grazie ai moderni strumenti di previsione sono identificabili con più precisione per cui si consiglia tutti d’informarsi sempre sulle previsioni meteo locali e di seguire le possibili allerte comunicate della Protezione Civile la cui sala operativa è sempre attiva 24 ore su 24 (tel. 800 840 840).
Tutte le eventuali allerte le potrete trovare sempre aggiornate anche in rete sulla nostra pagina Facebook “Nucleo Operativo Protezione Civile”.

Cosa fare per la propria auto
All’approssimarsi dei mesi invernali è buona norma effettuare i seguenti controlli tecnici alla propria auto:
verificare che i tergicristalli siano perfettamente a filo con la superficie da     liberare dall’acqua;
controllare la batteria che con il freddo corre il rischio di scaricarsi;
mettere l’antigelo nel radiatore e nel liquido per pulire i parabrezza;
se si intende viaggiare frequentemente su strade innevate è opportuno sostituire i pneumatici tradizionali con quelli specifici per la neve che hanno mescole più adatte al freddo e disegni capaci di assicurare una migliore aderenza.
Le catene da neve devono comunque essere sempre pronte all’uso, perché in presenza di neve abbondante i pneumatici invernali potrebbero non essere sufficienti. Inoltre l’inosservanza di questo consiglio potrebbe costare una multa: attenzione, i controlli sono già iniziati con le prime sanzioni elevate. Le catene devono essere utilizzate solo sulle strade coperte di neve per non correre il rischio di danneggiarle, compromettere la sicurezza di guida e non rischiare guasti agli organi di assetto.

Cosa fare per la viabilità
In auto oltre ad essere obbligatorio l’uso di pneumatici da neve o catene è consigliato tenere sempre a portata di mano un paio di guanti da lavoro e il montaggio delle catene deve essere sempre provato prima del verificarsi della situazione d’emergenza.
Durante l’evento nevoso non aspettare mai a montare le catene da neve quando si è già in condizioni di difficoltà specie se si devono affrontare percorsi con presenza di salite e discese anche di modesta pendenza.
Evitare di proseguire nel viaggio se non si ha un minimo di pratica di guida sulla neve e se ci si sente in difficoltà o non si ha il corretto equipaggiamento. Parcheggiare la propria auto in sicurezza sul lato della strada e a piedi trovare un rifugio idoneo.
Non abbandonare l’auto in condizioni che possono costituire impedimento alla normale circolazione degli altri veicoli ed in particolare dei mezzi operativi e di soccorso.
Aiutare le persone in difficoltà e non esitare a richiedere aiuto in caso di necessità, o meglio in caso di dubbio se non siete perfettamente sicuri su come fare per montare le catene, per posteggiare l’auto anche all’interno di proprietà private, per avere consigli ed indicazioni, etc.
Preferire sempre, per quanto possibile, l’utilizzo dei mezzi pubblici e non utilizzare mai i veicoli a due ruote.
Indossare abiti e soprattutto calzature idonee all’eventualità di sostenere spostamenti a piedi.

Cosa fare se vi trovate bloccati in auto in mezzo a un ingorgo
Se vi trovate bloccati nel mezzo di un ingorgo stradale siccome non sapete quanto potrà durare fate attenzione a quanto carburante avete in macchina e se il serbatoio è meno di un quarto non tenete costantemente il motore acceso, ma alternate accensione e spegnimento in ragione di 10 minuti di accensione e 30 di spegnimento per mantenere il motore e l’abitacolo in temperatura.
In questi casi l’autoradio è una risorsa preziosa, stiamo cercando di attivare un network di radio locali che in caso di emergenza siano disponibili a dare informazioni sulle condizioni della viabilità e consigli su eventuali percorsi alternativi.
Non attaccatevi al cellulare chiamando tutti per informarli della vostra disavventura o chiedere aiuto perchè non sapete quanto dovrete stare nella situazione in cui vi trovate e spesso i numeri di emergenza sono intasati; risparmiate la batteria del vostro cellulare, può essere determinante. Individuate una persona a casa o in ufficio che faccia per voi da tramite chiamando la polizia stradale, la Protezione Civile e il Comune per avere informazioni e fare eventuali richieste di aiuto. Usando il cellulare solo per parlare col vostro tramite allungherete la durata delle vostre batterie e la possibilità di restare in contatto.
Qualora dobbiate fare delle richieste di aiuto urgenti siate pronti a fornire i seguenti dati: strada in cui vi trovate (esempio: Autostrada A1 oppure SGC oppuree FIPILI) nel caso non conosciate il nome della strada almeno cercate di sapere indicare i nomi delle uscite più prossime e la direzione che state percorrendo (esempio: da Firenze nord verso sud, oppure Superstrada tra Empoli e Montopoli in direzione Pisa).

Cosa fare a casa
Si consiglia a tutti di fornirsi di un’adeguata e idonea scorta di sale da utilizzare per la viabilità privata (anche pedonale) e per gli eventuali marciapiedi esterni; di dotare ogni stabile (organizzandosi fra condomini) di un’attrezzatura minima come badili e pale da neve.
E’ necessario che infatti in caso di ghiacciate e nevicate per tutelare l’incolumità pubblica tutta la cittadinanza s’impegni a rimuovere neve e ghiaccio davanti alle proprie abitazioni e esercizi commerciali, pulire la cunetta stradale, liberare caditoie e tombini per agevolare il deflusso delle acque, spargere un adeguato quantitativo di sale se è previsto gelo, aprire varchi in corrispondenza degli attraversamenti pedonali ed incroci stradali, abbattere eventuali lame di neve e ghiaccio pendenti da tetti cornicioni e grondai e rimuovere le autovetture parcheggiate a bordo strada per permettere di liberare le carreggiate.
Tutto questo non è solo dovere civico di ogni cittadino, ma un preciso obbligo del regolamento di polizia municipale che non tutti conoscono!
In caso sia necessario muoversi a piedi prestando attenzione che dai tetti o dai cornicioni non ci sia pericolo di caduta di cumuli di neve, specie nei giorni successivi alla nevicata durante il disgelo sono frequenti le cadute di cumuli dai tetti.

Come utilizzare correttamente il sale
Il sale può essere usato solo per intervenire su formazioni di ghiaccio di limitato spessore.
E’ consigliabile quindi, intervenire preventivamente con salature laddove ci siano preavvisi di formazione di ghiaccio tenendo presente che il sale non produce nessun effetto in presenza di eccessivi spessori e/o in presenza di temperature troppo rigide (inferiori a -10°).
In caso di forti nevicate in atto togliere, prima di spargere il sale, quasi completamente la neve.
Il quantitativo di sale da spargere deve essere proporzionale allo spessore da sciogliere: esempio con un chilogrammo di sale si possono trattare 20 metri quadrati di superficie. Quantità superiori potrebbero danneggiare le pavimentazioni.
E’ doveroso ricordare che è sempre megllio utilizzare il sale specifico per disgelo e solo in caso di stretta necessità si può utilizzare il sale grosso da cucina.
Non usare mai acqua per eliminare cumuli di neve e ghiaccio soprattutto se su di essi è stato precedentemente sparso il sale.

Come proteggere la propria rete idrica
E’ bene all’approssimarsi della stagione più fredda prendere le giuste informazioni dal gestore del servizio idrico sulle misure da adottare per la protezione della rete idrica da possibili ghiacciate. Comunque sia è sempre opportuno proteggere il contatore da possibili ghiacciate, utilizzando materiali isolanti e in casa quando le temperature scendono sotto i -5° tenete costantemente aperto un flusso di acqua da almeno uno dei rubinetti.

by Massimo Pieraccini Forecast
Snowfall and icy weather events tramadol toothache are not always predictable with accuracy, but today thanks to modern forecasting tools can be identified more precisely why you should always be fully aware of all local weather and follow the possible alerts sent Protection Civil whose operations room is always open 24 hours 24 (tel. 800 840 840).

All possible alerts you can always find the latest in a network on our Facebook page “Operational Unit Civil Protection”.

What to do for your car

As we approach the winter months it is advisable to carry out the following engineering controls to your car:

verify that the wipers are perfectly flush with the surface to be free from water;

check that the battery with the cold runs the risk of discharge;

put the antifreeze in the radiator and liquid to clean the windshield;

if you plan to travel frequently on snow tires should be replaced with conventional ones specific to the snow that compounds more suitable for cold and designs that ensure a better grip.

Snow chains must always be ready for use, because in the presence of abundant snow winter tires may not be enough. In addition, failure to comply with this advice could cost you a fine: attention, controls have already begun with the first high penalties. The chains must only be used on snow-covered roads to avoid the risk of damage, impair driving safety and to avoid damage to the organs of attitude.

What to do for the road

Drive as well as being mandatory to use snow tires or chains is recommended to always keep on hand a pair of work gloves and the use of snow chains should always be tried before the occurrence of the emergency situation.

During the event snowy never wait to mount snow chains when you are already in difficulty especially if you have to face the presence of paths with ascents and descents too small slope.

Do not go on the trip if you have a bit of practice driving on snow and if you feel stuck or do not have the proper equipment. Park your car safely on the side of the road and walk to find a suitable shelter.

Do not leave your car in the conditions that may obstruct the normal flow of other vehicles and in particular of operational resources and emergency.

Helping people in need and do not hesitate to ask for help when needed, or rather if in doubt if you are not completely sure on how to mount the chains to park your car even within private property, for advice and information, etc..

Always preferable, where possible, the use of public transport and never use the two-wheeled vehicles.

Wear appropriate footwear and especially the possibility to support walking.

What to do if you find yourself stuck in the car in the middle of a traffic jam

If you find yourself stuck in the middle of a traffic jam because you do not know for how long, be careful how much fuel you have in the car and if the tank is less than a quarter do not constantly keep the engine running, but alternate on and off at a rate of 10 minutes Ignition and 30 off to keep the engine and the passenger compartment in temperature.

In these cases, the radio is a valuable resource, we are trying to activate a network of local radio in case of emergency are available to give information on traffic conditions and advice on possible alternative routes.

Do not get attached to the phone calling everyone to let them know of your misfortune or ask for help because you do not know what you need to be in a situation where you are and often emergency numbers are clogged, save the battery of your phone, can be decisive. Identify a person at home or in the office to do for you by calling from the traffic police, Civil Defence and the Municipality for information and make any requests for help. Using the phone just to talk through with your lengthen the life of your batteries and the ability to stay in touch.

If you need to make urgent requests for help, be prepared to provide the following information: the street where you are (eg: A1 or SGC FIPILI or and) if you do not know the name of the road at least try to know the names of the outputs indicate closer and the direction you are traveling (eg from Florence north to south, or highway between Empoli and Pisa Montopoli in direction).

What to do at home

We recommend all to be equipped with an adequate and appropriate supply of salt to be used for private roads (including pedestrian) for any sidewalks external to equip each building (organizing among condominiums) minimum of equipment such as shovels and wheel Snow.

And ‘in fact necessary in the event of ice and snow to protect public safety all citizens to undertake to remove snow and ice in front of their homes and businesses, clean the gutter road, clear drains and manholes to facilitate the flow of water, spread an appropriate amount of salt if frost is expected, open gates at pedestrian crossings and intersections, break down any blades in snow and ice hanging from roof eaves and grondai and remove cars parked at the roadside to allow the free roadways.

This is not only a civic duty of every citizen, but a precise obligation of the Rules of the municipal police that not everyone knows!

If you need to walk around making sure that the roof or the eaves there is no danger of falling snow drifts, especially in the days after the snowfall during the thaw are frequent drops in heaps from the rooftops.

How to properly use the salt

The salt can be used to act only on ice formations of limited thickness.

E ‘therefore advisable to take preventive action by salting where there are notices of ice formation bearing in mind that the salt does not produce any effect in the presence of excessive thickness and / or in the presence of too rigid temperatures (below -10 °).

In the event of heavy snowfall in place to remove, before shedding the salt, almost completely snow.

The amount of salt to be spread must be proportional to the thickness to be solved: an example with one kilogram of salt can treat 20 square meters. Larger quantities can damage the flooring.

It ‘important to remember that it is always megllio use salt specifically designed to thaw and only when strictly necessary, you can use the coarse salt.

Never use water to remove accumulated snow and ice on them especially if it was previously scattered salt.

How to protect your water supply

And ‘well the approach of the cold season to make the right information from the manager of water services on measures to be taken to protect the water supply from possible ice. However it is always advisable to protect the meter from being frozen, using insulating materials and in house when temperatures fall below -5 ° keep constantly open to a flow of water for at least one of the taps.