Altopascio: sulla Francigena nasce una  nuova foresteria

Altopascio: sulla Francigena nasce una nuova foresteria

[:it]esternodi redazione – La Via Francigena toscana si arricchisce di un nuovo luogo per la sosta dei pellegrini ad Altopascio, in provincia di Lucca; nuovo moderno, confortevole e gratuito.

Camere con bagno, wi-fi, arredi e servizi di qualità compresa una piccola lavanderia. I pellegrini ed escursionisti che transitano nel tratto toscano della Via Francigena possono trovare ad Altopascio un’accoglienza confortevole e gratuita per una notte.
Questo grazie alla nuova foresteria che è stata inaugurata domenica 29 marzo e che rappresenta un grande salto di qualità per quanto riguarda l’ospitalità ad Altopascio, da sempre snodo fondamentale della più antica via di pellegrinaggio del Medioevo.

Un itinerario, ricco di storia, arte e natura, ormai completamente riscoperto e valorizzato grazie all’impegno della Regione Toscana e dei Comuni che vedono in questo progetto un’importante scommessa per lo sviluppo turistico e culturale.
In questo contesto, la nuova foresteria di Altopascio, chiamata “Nuovo Ospitale dei Pellegrini”, non fa altro che richiamarsi alla grande tradizione di ospitalità di questa città.

Una storia che ha le sue radici nel Medioevo grazie alla presenza di un ordine religioso, gli Ospitalieri del Tau che fondarono proprio ad Altopascio nella prima metà dell’XI secolo  un ospedale che fino al XV secolo ebbe un ruolo fondamentale per l’ospitalità, l’assistenza ai pellegrini, agli infermi e ai poveri.

Al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi, il vice sindaco Francesco Fagni mentre per la Regione Toscana ha partecipato l’assessore alla cultura e turismo Sara Nocentini.

“Siamo molto soddisfatti e orgogliosi di avere inaugurato questa nuova struttura – ha detto il sindaco Maurizio Marchetti – che arriva dopo un percorso lungo 25 anni quando nel 1990 fu aperto il primo punto di accoglienza per i pellegrini. Quello che abbiamo aperto oggi è un edificio completamente ristrutturato e con tutti i servizi, nel cuore del centro storico e anche questo è un dato molto importante, in grado di garantire una accoglienza libera e gratuita a tutti i pellegrini che ne faranno richiesta”.

La foresteria si trova infatti in Piazza Ricasoli accanto al nuovo ufficio turistico, ed è costituita da quattro locali per 12 posti letto su due piani con ascensore e sarà gestita dal Comune in collaborazione con la Misericordia di Altopascio.
I lavori di ristrutturazione per un costo di 150 mila euro, sono stati realizzati con il contributo  della Regione Toscana oltre ai costi relativi all’acquisto della struttura. “I posti per dormire sono limitati, ma la nostra ospitalità – aggiunge l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi – è sempre quella che ha fatto conoscere e apprezzare Altopascio nel  mondo”.[:en]esternodi redazione – La Via Francigena toscana si arricchisce di un nuovo luogo per la sosta dei pellegrini ad Altopascio, in provincia di Lucca; nuovo moderno, confortevole e gratuito.

Camere con bagno, wi-fi, arredi e servizi di qualità compresa una piccola lavanderia. I pellegrini ed escursionisti che transitano nel tratto toscano della Via Francigena possono trovare ad Altopascio un’accoglienza confortevole e gratuita per una notte.
Questo grazie alla nuova foresteria che è stata inaugurata domenica 29 marzo e che rappresenta un grande salto di qualità per quanto riguarda l’ospitalità ad Altopascio, da sempre snodo fondamentale della più antica via di pellegrinaggio del Medioevo.

Un itinerario, ricco di storia, arte e natura, ormai completamente riscoperto e valorizzato grazie all’impegno della Regione Toscana e dei Comuni che vedono in questo progetto un’importante scommessa per lo sviluppo turistico e culturale.
In questo contesto, la nuova foresteria di Altopascio, chiamata “Nuovo Ospitale dei Pellegrini”, non fa altro che richiamarsi alla grande tradizione di ospitalità di questa città.

Una storia che ha le sue radici nel Medioevo grazie alla presenza di un ordine religioso, gli Ospitalieri del Tau che fondarono proprio ad Altopascio nella prima metà dell’XI secolo  un ospedale che fino al XV secolo ebbe un ruolo fondamentale per l’ospitalità, l’assistenza ai pellegrini, agli infermi e ai poveri.

Al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi, il vice sindaco Francesco Fagni mentre per la Regione Toscana ha partecipato l’assessore alla cultura e turismo Sara Nocentini.

“Siamo molto soddisfatti e orgogliosi di avere inaugurato questa nuova struttura – ha detto il sindaco Maurizio Marchetti – che arriva dopo un percorso lungo 25 anni quando nel 1990 fu aperto il primo punto di accoglienza per i pellegrini. Quello che abbiamo aperto oggi è un edificio completamente ristrutturato e con tutti i servizi, nel cuore del centro storico e anche questo è un dato molto importante, in grado di garantire una accoglienza libera e gratuita a tutti i pellegrini che ne faranno richiesta”.

La foresteria si trova infatti in Piazza Ricasoli accanto al nuovo ufficio turistico, ed è costituita da quattro locali per 12 posti letto su due piani con ascensore e sarà gestita dal Comune in collaborazione con la Misericordia di Altopascio.
I lavori di ristrutturazione per un costo di 150 mila euro, sono stati realizzati con il contributo  della Regione Toscana oltre ai costi relativi all’acquisto della struttura. “I posti per dormire sono limitati, ma la nostra ospitalità – aggiunge l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi – è sempre quella che ha fatto conoscere e apprezzare Altopascio nel  mondo”.[:]

La farmacia dell’ospedale di S. FinaThe pharmacy in the hospital of S. Fina

Nell’Ospedale di S. Fina, fondato all’indomani della morte della Santa (12 marzo 1253) grazie alle offerte lasciate sul sepolcro dai pellegrini e all’intervento del Comune che ne promosse la costruzione e ne assunse il patrocinio, si trovava una farmacia edificata qualche anno più tardi (1508) come struttura autonoma dell’ospedale e lì venivano per l’appunto preparate le medicine secondo le prescrizioni dei medici. Negli antichi ricettari si leggono interessanti e allo stesso tempo curiosi rimedi contro la peste applicati durante l’epidemia degli anni 1631-1633; non solo centinaia di libbre di miele venivano impiegate come lenitivo e anticatarrale ma si utilizzarono anche una notevole quantità di viole mammole le quali, oltre al loro uso in vari medicamenti, si pensa che fossero impiegate per disinfettare ed odorare gli ambienti chiusi dell’ospedale poiché si riteneva che il contagio avvenisse attraverso l’aria miasmatica. Un grandissimo numero di ricette riguarda infatti la fabbricazione di pomi odoriferi che andavano accostati alle narici per “filtrare” l’aria da respirare. Per evitare inoltre che il “veleno” inalato si mescolasse con la saliva si consigliava di masticare radici amare per la disinfezione del cavo orale o si prescrivevano preparati sudoriferi o purganti per espellere il “veleno” attraverso la traspirazione o per via intestinale. A questa farmacia apparteneva una splendida collezione di vasi databili tra la seconda meta del XV secolo ed il XIX, alcuni dei quali di produzione locale mentre altri provenivano da varie fornaci come quelle di Faenza, Montelupo, Siena, Montaione, Gambassi e Firenze. La collezione in seguito fu trasferita a Roma al Museo di Palazzo Venezia nel 1983 e arricchita da materiale di documentazione. Nella seconda metà del XIII secolo, in concomitanza con il periodo più florido nella storia di S. Gimignano, l’ospedale vide accrescere il suo patrimonio grazie a donazioni, acquisti di terre, case e mulini. Nonostante i tentativi da parte della Chiesa di rivendicarne il patrocinio, l’ospedale dipendeva direttamente dal Comune e divenne ben presto il più importante della città paragonabile, per ricchezza e numero di assistiti, solo a quello S. Maria della Scala.In the hospital of S. Fina Electronic Cigarette, founded following the death of the Saint (12th March 1253) thanks to the offers left on her tomb by pilgrims and the action of the Comune which promoted its construction and became its patron, there was a pharmacy which was built a few years later (1508) as an independent hospital structure. The medicines prescribed by the doctors were prepared here. The old recipes include interesting and curious remedies against the plague which were applied during the epidemic of 1631-1633; not only were thousands of pounds of honey used for soothing the throat and coughs but also a considerable quantity of violets which, as well as being used for various medications, were probably also used to disinfect and perfume the closed rooms of the hospital as it was believed that diseases were picked up through miasmic air. A large number of recipes involved the production of scent holders which were held to the nostrils in order to “filter” the air being breathed. To prevent the “poison” inhaled from entering the saliva, people were advised to chew bitter roots in order to disinfect the mouth. Sweating preparations or purges were also prepared to expel the “poison” through the pores or the intestine. This pharmacy once owned a splendid collection of vases dating back to between the second half of the fifteenth century and the nineteenth century, some of which were locally produced while others came from various kilns in Faenza, Montelupo, Siena, Montaione, Gambassi and Florence. The collection was later transferred to the Museum of Palazzo Venezia, Rome, in 1983 and was enriched with documentary material. In the second half of the thirteenth century, during the maximum flowering of S. Gimignano, the wealth of the hospital grew thanks to donations and the purchases of land, houses and mills. In spite of the attempts of the Church to take over the hospital, it stayed in the hands of the Comune and soon became the most important one in the town, comparable, for wealth and number of patients, only to that of S. Maria della Scala.