Londa: Pesca & Friends: il Food contest a base di frutta.

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di Roberta Capanni – Una pesca di montagna per non perdere abitanti e salvaguardare la propria identità.

Non fatevi ingannare dalle parole inglesi in realtà si tratta di un concorso culinario. Ed io voglio parlarvi di un Food contest particolare perché inserito nel contesta di un’idea “green” (lo so che uggia queste parole straniere ma hanno la prerogativa di raccontare un “mondo” in una sola parola).

Il food contest Pesca & Friends nasce  dal rapporto che la Toscana ha con la pesca, frutto tipico dell’estate. In particolare è la Pesca Regina di Londa, a cui il comune di Londa in provincia di Firenze dedica da tempo una festa, il cuore del contest.

Una pesca di montagna ritrovata la cui storia racconta quella di Londa un  comune assolutamente “green” che porta avanti nuove idee verdi pur rimanendo nella tradizione.
Nel parco delle Foreste Casentinesi, su antiche vie, e antiche e nuove cultivar, Londa è il paese di montagna vicino alla città.

Da qualche anno mi sono innamorata di questa pesca tardiva che ha fatto sì che il paese non perdesse tutti i suoi abitanti, per poi andare in declino e ora tornare, insieme alle varietà sorelle, a far parlare di sé.
Frutta e verdura saranno il nostro futuro e per questo e in questo Londa ci crede e con lei tanti produttori.E allora perché non cimentarsi con questo frutto portato in Toscana grazie ai Medici?

Lo sapete che con la pesca non si fanno solo marmellate? Non ci credete? Andate un po’ a sbirciare nel web e troverete tante idee interessanti. Il food contest Pesca & Friends è dedicato a cuochi amatoriali e cuochi della rete, non professionisti, organizzato in collaborazione con le testate gustarviaggiando.civico20.it dal  Comune di Londa (FI) e dal nostro giornale www.thetuscany.net

Il food contest Pesca & Friends, come dicevamo è rivolto a cuochi  amatoriali e food blogger non professionisti vedrà in finale tre ricette che si sfideranno domenica 11 settembre davanti ad una giuria tecnica composta dal giornalista enogastronomico direttore tecnico del ristorante Rodomonte 1910 di Gabbro Marco Marucelli, dal professor Valter Nencetti del dipartimento di Agraria dell’università di Firenze, dal sindaco di Londa Aleandro Murras, da Roberta Capanni consigliere Arga Toscana (Associazione regionale di giornalisti esperti in agricoltura, alimentazione, ambiente, territorio, foreste, pesca, energie rinnovabili)  e dal nostro direttore Nadia Fondelli valuterà i piatti che  decreterà un vincitore assoluto.
Il premio sarà offerto dagli sponsor e il vincitore riceverà inoltre  una targa e una fornitura di prodotti a km zero delle aziende di Londa.

Ricordate che a breve riparte, anzi è già ripartito, il contest del Savignone rosso che quest’anno ospiterà i prodotti della Regina di Londa in uno scambio culturale che segna le strade del territorio di quella che fu la Romagna Toscana.

Ecco il regolamento per il contest Pesca & Friends
Il cultivar di pesca prescelta dovrà essere indicato nella ricetta e la stessa dovrà essere interpretata e presentata ad arte.
Sono ammesse ricette di finger food, antipasti,  primi piatti, secondi piatti e dessert realizzate con pesche di coltivazione italiana.
Verranno valutati sia la tecnica e la descrizione della preparazione, sia la presentazione del piatto, l’originalità e la creatività nonché l’imprescindibile equilibrio gustativo.
Le ricette, corredate da almeno una foto dovranno essere inviate a pescalonda@gmail.com entro la mezzanotte del 5 settembre 2016.
Sono ammesse più ricette per ogni partecipante.
Per chi possiede un blog si prega di inviare il link del proprio blog dove si è pubblicata la ricetta, corredata anche dal banner del contest, alla mail sopraelencata.

 

 [:en]1239730_10200595102224811_1657401652_ndi Roberta Capanni – Una pesca di montagna per non perdere abitanti e salvaguardare la propria identità.

Non fatevi ingannare dalle parole inglesi in realtà si tratta di un concorso culinario. Ed io voglio parlarvi di un Food contest particolare perché inserito nel contesta di un’idea “green” (lo so che uggia queste parole straniere ma hanno la prerogativa di raccontare un “mondo” in una sola parola).

Il food contest Pesca & Friends nasce  dal rapporto che la Toscana ha con la pesca, frutto tipico dell’estate. In particolare è la Pesca Regina di Londa, a cui il comune di Londa in provincia di Firenze dedica da tempo una festa, il cuore del contest.

Una pesca di montagna ritrovata la cui storia racconta quella di Londa un  comune assolutamente “green” che porta avanti nuove idee verdi pur rimanendo nella tradizione.
Nel parco delle Foreste Casentinesi, su antiche vie, e antiche e nuove cultivar, Londa è il paese di montagna vicino alla città.

Da qualche anno mi sono innamorata di questa pesca tardiva che ha fatto sì che il paese non perdesse tutti i suoi abitanti, per poi andare in declino e ora tornare, insieme alle varietà sorelle, a far parlare di sé.
Frutta e verdura saranno il nostro futuro e per questo e in questo Londa ci crede e con lei tanti produttori.E allora perché non cimentarsi con questo frutto portato in Toscana grazie ai Medici?

Lo sapete che con la pesca non si fanno solo marmellate? Non ci credete? Andate un po’ a sbirciare nel web e troverete tante idee interessanti. Il food contest Pesca & Friends è dedicato a cuochi amatoriali e cuochi della rete, non professionisti, organizzato in collaborazione con le testate gustarviaggiando.civico20.it dal  Comune di Londa (FI) e dal nostro giornale www.thetuscany.net

Il food contest Pesca & Friends, come dicevamo è rivolto a cuochi  amatoriali e food blogger non professionisti vedrà in finale tre ricette che si sfideranno domenica 11 settembre davanti ad una giuria tecnica composta dal giornalista enogastronomico direttore tecnico del ristorante Rodomonte 1910 di Gabbro Marco Marucelli, dal professor Valter Nencetti del dipartimento di Agraria dell’università di Firenze, dal sindaco di Londa Aleandro Murras, da Roberta Capanni consigliere Arga Toscana (Associazione regionale di giornalisti esperti in agricoltura, alimentazione, ambiente, territorio, foreste, pesca, energie rinnovabili)  e dal nostro direttore Nadia Fondelli valuterà i piatti che  decreterà un vincitore assoluto.
Il premio sarà offerto dagli sponsor e il vincitore riceverà inoltre  una targa e una fornitura di prodotti a km zero delle aziende di Londa.

Ricordate che a breve riparte, anzi è già ripartito, il contest del Savignone rosso che quest’anno ospiterà i prodotti della Regina di Londa in uno scambio culturale che segna le strade del territorio di quella che fu la Romagna Toscana.

Ecco il regolamento per il contest Pesca & Friends
Il cultivar di pesca prescelta dovrà essere indicato nella ricetta e la stessa dovrà essere interpretata e presentata ad arte.
Sono ammesse ricette di finger food, antipasti,  primi piatti, secondi piatti e dessert realizzate con pesche di coltivazione italiana.
Verranno valutati sia la tecnica e la descrizione della preparazione, sia la presentazione del piatto, l’originalità e la creatività nonché l’imprescindibile equilibrio gustativo.
Le ricette, corredate da almeno una foto dovranno essere inviate a pescalonda@gmail.com entro la mezzanotte del 5 settembre 2016.
Sono ammesse più ricette per ogni partecipante.
Per chi possiede un blog si prega di inviare il link del proprio blog dove si è pubblicata la ricetta, corredata anche dal banner del contest, alla mail sopraelencata.

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Frutti dimenticati riscoperti e “specialisti” non pervenuti

[:it]Pesca-Regina-Londadi Nadia Fondelli – Ormai è assodato. Lo sanno pure i muri – anche se lo dicono sottovoce per non disturbare la cassaforte dei monopolisti della nostra salute – l’alimentazione base del presente e del futuro è nella verdura e nella frutta.

Da sempre lo dice la nostra cara e vecchia dieta mediterranea ma troppo spesso lo dimentichiamo nella rincorsa a modelli e stili di vita che danneggiano la salute, ma sono tanto comodi.
La legge della comunicazione del resto insegna che la massificazione piace e che parlare di buone regole è argomento fastidioso.

Così è stato per molti anni, gli anni della plastica, del preconfezionato e del fast salvo scoprire poi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, che il rovescio della medaglia c’era. Addio salute.

Facendo due conti si è compreso allora che il costo sociale di cattive politiche è un boomerang assassino. Spendere oggi uno per risparmiare e nutrire i popoli di veleni corrisponde a spendere domani dieci per garantire cure a vite a popoli avvelenati.

Malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative erano sconosciute pochi decenni fa quando sulla tavola la carne scarseggiava, i prodotti lavorati non esistevano, i legumi erano la bistecca dei poveri e frutta e verdura non mancava mai.

E’ stato comodo e troppo facile distruggere l’economia di micro produzioni contadine di cui nessuno si sarebbe interessato in nome della spesa da carrello.
Oggi ne paghiamo il conto ed ecco che l’economia che ha fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, quella contadina sacrificata in nome del progresso, oggi è la chiave per un futuro migliore.
Non un vero ritorno al passato, sarebbe impossibile, ma un passato rivisto in chiave moderna per curarsi e non ammalarsi mangiando.

La frutta dimenticata ritorna così ad avere un seppur piccolo (e ci auguriamo in crescita) numero di produttori e seguaci ben consci di dover trovare la chiave di volta per non essere dei Don Chisciotte qualsiasi.
E pensare che in poco più di un ventennio siamo stati capaci di azzerare un patrimonio unico fatto di: primo paese al mondo a produrre pesche, pere e kiwi; ben oltre 170.000 varietà vegetali commestibili prodottee (la Gran Bretagna seconda ne ha 2100) e oltre 120 varietà di grani quando un colosso come gli Usa ne hanno solo 6.

E di frutti dimenticati da rilanciare se n’è parlato in abbondanza in un interessante confronto fra stampa specializzata, produttori, scienziati e amministratori pochi giorni fa a Londa: paese conosciuto per la celebre e ormai introvabile pesca regina.

La regina appunto tardiva settembrina a cui il paese mugellano ha da sempre dedicato la sua festa che insieme alla cotogna che si coltivava dalle parti dell’odierna via di Villamagna a Firenze rimangono tracce, insieme a tantissime altre varietà solo nei dipinti di Bartolomeo Bimbi testimone con le sue tele di come la frutta e le sue mille varietà fossero invece conosciute e rispettate sulle tavole rinascimentali.

Peccato che fra i tantissimi (sempre più) colleghi che vantano specializzazione in enogastronomia sulle rive del lago di Londa fossimo solo una manciata.
Peccato che la buona e sana divulgazione che si può fare non abbia appeal. Peccato non aver compreso la richiesta di sostegno lanciata da un’amministrazione lungimirante che tanto sta facendo in termini di sostegno e formazione per riprendere in chiave moderna una produzione che determina un economia; peccato per non sapere e non poter raccontare ai consumatori che ci mangiamo (quando la mangiamo) frutta costruita in laboratorio con il solo scopo di essere adatta alla grande distribuzione anche se deve stare venti giorni in frigorifero e col gusto pari a zero.

Peccato non sapere e non poter raccontare che il chilometro zero non è solo una bella parola da usare per riempirsi la bocca, non capire come costruire insieme una filiera, delle corrette etichettature, come sviluppare piante naturalmente resistenti ai parassiti, perché non chiedere agli chef-divi perché la frutta non esiste nei loro menù, etc…

Chi ci rimette è il consumatore perché al poutpourri del tutto si cucina a tutte le ore in tv si può rispondere solo con informazione corretta e coraggiosa. Ma forse è il coraggio che manca a questo paese per rifiorire.[:en]Pesca-Regina-Londadi Nadia Fondelli – Ormai è assodato. Lo sanno pure i muri – anche se lo dicono sottovoce per non disturbare la cassaforte dei monopolisti della nostra salute – l’alimentazione base del presente e del futuro è nella verdura e nella frutta.

Da sempre lo dice la nostra cara e vecchia dieta mediterranea ma troppo spesso lo dimentichiamo nella rincorsa a modelli e stili di vita che danneggiano la salute, ma sono tanto comodi.
La legge della comunicazione del resto insegna che la massificazione piace e che parlare di buone regole è argomento fastidioso.

Così è stato per molti anni, gli anni della plastica, del preconfezionato e del fast salvo scoprire poi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, che il rovescio della medaglia c’era. Addio salute.

Facendo due conti si è compreso allora che il costo sociale di cattive politiche è un boomerang assassino. Spendere oggi uno per risparmiare e nutrire i popoli di veleni corrisponde a spendere domani dieci per garantire cure a vite a popoli avvelenati.

Malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative erano sconosciute pochi decenni fa quando sulla tavola la carne scarseggiava, i prodotti lavorati non esistevano, i legumi erano la bistecca dei poveri e frutta e verdura non mancava mai.

E’ stato comodo e troppo facile distruggere l’economia di micro produzioni contadine di cui nessuno si sarebbe interessato in nome della spesa da carrello.
Oggi ne paghiamo il conto ed ecco che l’economia che ha fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, quella contadina sacrificata in nome del progresso, oggi è la chiave per un futuro migliore.
Non un vero ritorno al passato, sarebbe impossibile, ma un passato rivisto in chiave moderna per curarsi e non ammalarsi mangiando.

La frutta dimenticata ritorna così ad avere un seppur piccolo (e ci auguriamo in crescita) numero di produttori e seguaci ben consci di dover trovare la chiave di volta per non essere dei Don Chisciotte qualsiasi.
E pensare che in poco più di un ventennio siamo stati capaci di azzerare un patrimonio unico fatto di: primo paese al mondo a produrre pesche, pere e kiwi; ben oltre 170.000 varietà vegetali commestibili prodottee (la Gran Bretagna seconda ne ha 2100) e oltre 120 varietà di grani quando un colosso come gli Usa ne hanno solo 6.

E di frutti dimenticati da rilanciare se n’è parlato in abbondanza in un interessante confronto fra stampa specializzata, produttori, scienziati e amministratori pochi giorni fa a Londa: paese conosciuto per la celebre e ormai introvabile pesca regina.

La regina appunto tardiva settembrina a cui il paese mugellano ha da sempre dedicato la sua festa che insieme alla cotogna che si coltivava dalle parti dell’odierna via di Villamagna a Firenze rimangono tracce, insieme a tantissime altre varietà solo nei dipinti di Bartolomeo Bimbi testimone con le sue tele di come la frutta e le sue mille varietà fossero invece conosciute e rispettate sulle tavole rinascimentali.

Peccato che fra i tantissimi (sempre più) colleghi che vantano specializzazione in enogastronomia sulle rive del lago di Londa fossimo solo una manciata.
Peccato che la buona e sana divulgazione che si può fare non abbia appeal. Peccato non aver compreso la richiesta di sostegno lanciata da un’amministrazione lungimirante che tanto sta facendo in termini di sostegno e formazione per riprendere in chiave moderna una produzione che determina un economia; peccato per non sapere e non poter raccontare ai consumatori che ci mangiamo (quando la mangiamo) frutta costruita in laboratorio con il solo scopo di essere adatta alla grande distribuzione anche se deve stare venti giorni in frigorifero e col gusto pari a zero.

Peccato non sapere e non poter raccontare che il chilometro zero non è solo una bella parola da usare per riempirsi la bocca, non capire come costruire insieme una filiera, delle corrette etichettature, come sviluppare piante naturalmente resistenti ai parassiti, perché non chiedere agli chef-divi perché la frutta non esiste nei loro menù, etc…

Chi ci rimette è il consumatore perché al poutpourri del tutto si cucina a tutte le ore in tv si può rispondere solo con informazione corretta e coraggiosa. Ma forse è il coraggio che manca a questo paese per rifiorire.[:]