Le 8 isole più selvagge d’Italia

Le 8 isole più selvagge d’Italia

L’estate sta per arrivare e nel cercare alternative alla solita vacanza di mare o provare ad uscire dai sentieri battuti dai più ecco un suggerimento di viaggio alla scoperta delle isole italiane.
Quelle dimenticate però, quelle meno note e di massa che sanno di selvaggio.
Nel nostro paese il blu del mare ci circonda e sono davvero molte le isole e isolotti da poter esplorare per una vacanza diversa.
L’Italia vanta quasi 800 isole (si comprendono anche isolotti, scogli e faraglioni) e di questi solo 80 sono abitate e quelle visitate dal turismo si contano su due mani.

Isole da vivere per chi ama la natura dominante. Isole dove non esistono agi, aperitivi e movida ma solo percorsi trekking spesso appena accennati, spiagge isolate raggiungibili talvolta solo via mare con piccole imbarcazioni dei pescatori locali, acque cristalline, fondali meravigliosi e una natura selvaggia e dominante da respirare a pieni polmoni.
Sfatato il mito che occorrono ore di aereo e longitudini tropicali per trovare tutto ciò ecco le isole italiane da scoprire e vivere anche nei mesi estivi.

Linosa – Fraintesa.it on VisualHunt

Linosa

L’isola si trova al centro del mar Mediterraneo, tra Sicilia e Tunisia. Insieme a Lampedusa e Lampione forma l’arcipelago delle Pelagie (dal greco Pelaghià, isole d’alto mare).
Linosa è decisamente selvaggia nel suo aspetto dove domina la
nera roccia lavica che forma una costa alta e ricca di insenature irraggiungibili via terra formate dai vulcani spenti dell’isola.
E’ sicuramente anche per questo suo aspetto una delle isole meno note e turistiche d’Italia. Di forma quasi circolare ha al suo centro il cono del vulcano spento da oltre 2000 anni le cui falde però si tuffano nel mare per quasi 100 metri di profondità.
Il cratere principale, la cosiddetta Fossa del Cappellano è sovrastato da altri tre coni: il Monte Vulcano (195 m), il  Monte Rosso (186 m), il Monte Nero (107 m) e alle pendici di questo, un più piccolo cratere di 50 m.
Il nero e grigio della pietra lavica si alterna con le acacie i fichi d’india e i capperi ed è perfetto per gli amanti del trekking. L’unico piccolo centro abitato di Linosa è fatto da caratteristiche casette color pastello che si raccolgono intorno al piccolo porto, da cui partono le escursioni a piedi alla conquista delle vette o in barca.
Per gli amanti del mare, i fondali rocciosi sono molto frequentati dai subacquei per la ricchezza della fauna ittica. Per chi vuole semplicemente rilassarsi in spiaggia, Linosa alterna spiagge di sabbia vulcanica a costoni di roccia molto suggestivi, lambiti da acque turchesi e trasparenti.
Cala Pozzolana di Ponente è una bellissima spiaggia, meta spesso delle tartarughe Caretta Caretta che qui depongono le uova.
Da non perdere Punta Beppe Tuccio un piccolo promontorio che insieme ad isolotti minori crea una piccola laguna e ancora, Grotta del Greco sul versante orientale dell’isola, Cala Pozzolana di Levante e Punta Calcarella sul versante meridionale.
Per chi ama le isole selvagge Linosa è una buona alternativa, tra le isole Pelagie, alla più celebre Lampedusa che richiama folle di turisti per la sua favolosa Spiaggia dei Conigli.

Alicudi – foto candido33 on Visualhunt.com

Alicudi

La più occidentale, selvaggia e isolata dell’arcipelago delle isole Eolie è Alicudi: un paradiso terrestre. Dalla forma quasi perfettamente conica, incontaminata, aspra e solitaria offre gli scenari tipici mediterranei tra terrazzamenti con muri a secco e scorci di blu.
L’isola molto piccola ha un centinaio di abitanti e nessuna automobile. Ad Alicudi ci si sposta a piedi o al massimo a dorso di mulo.
Vicino al piccolo porto è il centro abitato che ospita solo qualche negozietto di alimentari, l’ufficio postale e qualche bottega di prima necessità.
Prima di sbarcare sull’isola quindi consigliamo di far rifornimento di tutto ciò che vi potrà servire sull’isola. Il fascino di Alicudi consiste proprio nel vivere dell’essenziale e in perfetta sintonia con la natura.  A dominare l’isola è il Monte Filo dell’Arpa che raggiunge i 675 metri sul livello del mare. Un cono di vulcano spento che si inabissa per oltre 1500 metri nelle profondità del Mar Tirreno.
La cima del vulcano spento che forma l’isola è attraversato da numerose mulattiere che partono dal porto e conducono fino alla vallata dove un tempo colava la lava prima di riversarsi in mare. Sono sentieri panoramici ideali per gli amanti del trekking.
Inaccessibile e inospitale la parte occidentale dell’isola che si può vedere solo facendo un giro in barca poiché le coste qui sono alte, scoscese e costellate da grotte vulcaniche.
Sola una la spiaggia vera di Alicudi raggiungibile a piedi, cioè quella di ciottoli grigi del porto a cui si aggiungono diverse piccole calette selvagge, quasi tutte sul versante orientale vicino all’unico centro abitato, accessibili solo in barca. L’unica altra spiaggia degna di tale nome è quella di ciottoli di Bazzina, situata anch’essa non lontano dal porto.
L’approdo di Palomba invece è consigliato sia ai sub che agli escursionisti. Le minuscole spiagge di ciottoli sono ideali sia per lo snorkeling che per chi vuole rilassarsi intere giornate al sole.
Non lasciate Alicudi senza aver visitato Contrada Tonna dove si può ammirare l’architettura tipica delle Eolie e dove potrete visitare la chiesa di San Bartolo, patrono delle isole Eolie. 

Filicudi – foto Candido33 on Visualhunt.com

Filicudi

Leggermente più grande di Alicudi, Filicudi fa parte dell’arco occidentale dell’arcipelago delle isole Eolie e geologicamente è la più antica delle sette isole.
Aspra e selvaggia è costituita anch’essa dal cono emerso di un vulcano spento e ricoperto da ginestre, erica, fichi d’india e felci.
Chi ama camminare potrà sbizzarrirsi nella salita al punto più alto dell’isola, Fossa Felci che si trova a 774 metri sul livello del mare.
Tutta l’isola è caratterizzata da versanti scoscesi e coste rocciose intarsiate da profonde grotte impreziosite da magnifici faraglioni con costoni a strapiombo sul mare.
La Canna è lo scoglio più famoso dell’isola, mentre tra le grotte la più amata è quella del Bue Marino e di Maccatore.
Le spiagge di Filicudi, tutte di origine vulcanica, sono fatte di grandi ciottoli scuri ad eccezione della spiaggia di Pecorini che ha alcuni tratti di sabbia. La  spiaggia più ricercata è però Le Punte, che si può raggiunge a piedi dal molo.
Un giro il barca è quindi fondamentale per scoprire l’isola e poterne ammirare la bellezza selvaggia e perché no fare un bagno nel blu. Da non scordare la visita di Capo Graziano, una fortezza naturale dove sono visibili i resti di un villaggio preistorico.
Anche se più tranquilla di Lipari e Panarea, Filicudi con i suoi 250 abitanti offre comunque una vivace vita notturna grazie a diversi locali e una discoteca. Un giusto compromesso per chi cerca il relax nella natura incontaminata e un minimo di mondanità.

Marettimo – Robyn Hooz on Visualhunt

Marettimo

Meno turistica di Favignana, Marettimo è l’isola più selvaggia e incontaminata delle isole Egadi, oltre che la più lontana dalla Sicilia e quindi la più difficile da raggiungere.
Facciomo quindi un balzo su un alltro arcipelago siciliano nell’isola che deve il suo nome al
greco Hierà Nésos cioè “isola sacra”. Quello con cui la conosciamo oggi però deriva dal latino Maritima, probabilmente per l’abbondante presenza sull’isola del timo selvatico.
L’isola è dominata dal Monte Falcone alto 686 metri sul livello del mare. Per chi ama il trekking percorso d’obbligo arrivarci in cima per godere del paesaggio dell’isola dall’alto oppure percorrere sentieri immersi nella macchia mediterranea, come il sentiero di Punta Troia che in circa un’ora e mezza di cammino lungo la costa conduce a un promontorio su cui sorge un castello normanno del XVII secolo.
Nei pressi del centro abitato composto da casette bianche che si specchiano nel porticciolo e dove vivono molti dei 680 abitanti dell’isola, si trovano sulla costa est due spiagge cittadine raggiungibili a piedi, Scalo Vecchio e Scalo Nuovo, situate in corrispondenza del porto vecchio a nord e del porto nuovo a sud.
Ma le spiagge più belle sono Cala Bianca, con sabbia bianca e coste altissime che scendono a strapiombo verso il mare, e Praia dei Nacchi con ciottoli e acque trasparenti.
Per chi è disposto a camminare un po’ per andare alla ricerca di spiagge più selvagge tappa d’obbligo a
Zotta Muletti raggiungibile in un’ora e mezza di cammino all’ombra della pineta; la spiaggia del Cretazzo per cui ci servono quasi due ore di cammino e Cala Nera, situata sotto il faro di Punta Libeccio, raggiungibile soltanto a nuoto tuffandosi dagli scogli.
Inevitabile concedersi un giro in barca per ammirare le numerosissime grotte emerse e sommerse che si dice siano più di 400, scavate dalle onde e dai fenomeni carsici che frastagliano la costa dell’isola.
Tra le più belle la Grotta del Cammello, la Grotta Perciata, la Grotta del Tuono, la Grotta Presepe e la Grotta della Bombarda.
Marettimo è l’isola ideale, tra le Egadi, per chi cerca una vacanza tranquilla lontana dalla folla di Favignana.

Giannutri – Guido & Family on VisualHunt.com

Giannutri

Lasciamo la Sicilia we raggiungiamo l’Arcipelago toscano dove in cerca di bellezza selvaggia è necessario fermarci a Giannutri, da sempre considerata sacra alla dea Artemide per la sua curiosa forma a mezzaluna. A pochi chilometri dalla costa mondana dell’Argentario e dall’isola del Giglio quest’isola grande solo 500 metri in larghezza e 5 chilometri in lunghezza che fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano preserva il peculiare ambiente naturale e straordinari fondali.
È l’isola del silenzio e della natura incontaminata che
sorprende per il paesaggio selvaggio fatto di morbide insenature bagnate da un mare cristallino, di ripide scogliere che precipitano nel blu più profondo, di grotte marine, di spiaggette, di boschi impenetrabili, di una variegata macchia mediterranea dalla quale emergono le rovine del glorioso passato romano.
Sull’isola infatti, si possono vedere i resti di una sontuosa villa romana appartenuta alla famiglia dei Domizi Enobarbi e risalente al II sec. d. C. che la caratterizza.
Le spiagge vere e proprie sono due e sono anche gli unici due punti di approdo, Cala Maestra e Cala Spalmatoio. Sono spiagge di ghiaia senza stabilimenti balneari.
L’isola è un paradiso in terra soprattutto per gli amanti della subacquea e dello snorkeling che possono ammirare la bellezza dei fondali ricchi di biodiversità.
Per gli appassionati del trekking invece c’è la possibilità di esplorare i percorsi che attraversano la fitta macchia mediterranea fino a raggiungere Monte Mario e Poggio di Capel Rosso, che è il punto più alto dell’isola (88 metri sul livello del mare) da cui si gode un panorama mozzafiato.
Giannutri è raggiungibile in traghetto o con i taxi boat e è auto free in quanto area protetta. Nessun hotel sull’isola ma solo ospitalità in appartamenti e b&b per vivere in armonia con la ventina di abitanti dell’isola.

Pianosa – Antonio Cinotti – antoncino on Visualhunt.com

Pianosa

Come Giannutri fa parte del parco dell’arcipelago toscano e anche qui sono banditi navigazione e pesca.
Il nome deriva dalla sua conformazione totalmente pianeggiante. L’isola abitata fin dal Paleolitico conserva le rovine di una villa romana e un sistema di catacombe.
Famosa per aver ospitato per oltre 140 anni un carcere di massima sicurezza che la rendeva di fatto inaccessibile è riuscita però grazie a ciò a mantenersi inalterata.
Fu il Granduca di Toscana nel 1856 a istituire la colonia penale agricola che  durante il fascismo divenne luogo di detenzione per prigionieri politici tra cui anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Negli anni ’70 del Novecento è diventata isola sede di carcere di massima sicurezza in cui sono stati confinati terroristi e mafiosi, tanto che la popolazione fu fatta evacuare e l’isola fu chiusa al turismo. Pianosa ha ricominciato ad accogliere visitatori solo dal 2011, quando il carcere è stato definitivamente chiuso per essere trasformato nell’unico hotel dell’isola gestito peraltro da una cooperativa di ex detenuti. Da sempre crocevia di rotte commerciali, Pianosa custodisce sui suoi fondali preziosi reperti archeologici troppo spesso depredati. Chi vuole rilassarsi in spiaggia dovrà andare a Cala Giovanna, l’unica dove è consentita la balneazione. Sull’isola ci sarebbero anche altre spiagge incontaminate come Cala di Biagio e Cala del Bruciato, ma è proibito anche solo avvicinarsi.
Da qualche anno è possibile anche fare immersioni al largo di Pianosa per esplorare i suoi ricchissimi fondali, ma solo dopo aver ottenuto il permesso dall’ente del parco.
Per tutelare il suo patrimonio naturalistico l’isola è accessibile solo con escursioni guidate che prevedono un numero limitato di persone, non più di 250 al giorno.  

Palmaria – Spettacolopuro on VisualHunt

Palmaria

Salendo in Liguria ecco Palmaria piccolo e incontaminato gioiello situato nel golfo di La Spezia.Trattasi di un ex area militare trasformata a sede internazionale del turismo green in seguito all’accordo firmato tra la Marina Militare e il Comune di Portovenere.
L’isola, patrimonio dell’Unesco, ha una costa prevalentemente alta e rocciosa, le spiagge dunque non sono facilmente accessibili.
Tra queste da segnalare la spiaggia del Pozzale, quella meno affollata e più selvaggia. Per chi preferisce maggiori comodità può scegliere lo stabilimento balneare Il Gabbiano oppure la spiaggia libera di Punta Secco, di fronte a Portovenere. Per chi ama il trekking Palmaria offre una buona rete di sentieri che attraversano l’intera isola e regalano bellissimi scorci sul mare, tra cui il Sentiero dei Condannati.
Caratteristica Terrizzo il centro abitato dove vivono il maggior numero dei 50 abitanti di Palmaria composto da casette colorate che si affacciano sul mare.

Palmarola – Lynnepet on VisualHunt

Palmarola

Palmarola è la più selvaggia delle isole Pontine Siamo nel Lazio è quest’isola lunga quasi tre chilometri e larga solo 300 metri e la sorellina di Ponza.
D
eve il suo nome alla palma nana, unica palma originaria dell’Europa che cresce selvatica sulla sua superficie.
Come le altre isole Pontine, Palmarola è di origine vulcanica e ha una meravigliosa costa rocciosa piena di grotte, anfratti e calette che si nascondono tra le scogliere bianche a picco sul mare.
Una zona che vale la pena visitare è la Cattedrale, scolpita da grotte che formano incredibili archi a sesto acuto. Ma in un giro dell’isola in barca potrete ammirare anche il Faraglione di Mezzogiorno, la Forcina, la Grotta del Gatto e Le Galere.
A Palmarola non ci sono spiagge di sabbia. Le uniche sono la Cala del Porto o Spiaggia della Maga Circe, anche detta la spiaggia de O’Francese perché qui sorge l’unico ristorante dell’isola, O’ Francese, e Cala Brigantina, così chiamata perché ancora nel ‘700 offriva riparo alle barche dei pirati.
Chi ama camminare può percorrere il sentiero Faraglione di San Silverio che porta in cima a uno sperone roccioso dove si trova un’edicola dedicata a San Silverio, patrono di Ponza.

 

 

Arcipelago toscano: Pianosa si apre a percorsi subacquei

di Nadia Fondelli – L’Isola di Pianosa, ai tempi del carceri di massima sicurezza chiamata “isola del diavolo” dallo scorso 17 luglio è diventata (finalmente) fruibile per i subacquei.

Il Parco dell’Arcipelago Toscano facendo sua la giusta considerazione che un parco ha senso di esistere se può essere fribile, ha aperto ai diving la fruizione subacquea contingentata per la scoperta dei fondali più belli dell’area protetta dell’isola. 

Un risultato frutto di una proficua collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e operatori del settore e del consorzio elbano diving.
I magnifici fondali dell’arcipelago toscano fino a pochi giorni fa “proibiti” saranno finalmente visibili a subacquei esperti e a piccoli gruppi accompagnati da guide ambientali subacquee.
E’ una fruizione sperimentale che è stata preceduta da un monitoraggio scientifico, ma è pur sempre un grande passo avanti rispetto al proibizionismo di ieri.
Definiti con cura e attenzione i percorsi di immersione e le regole di accesso e inoltre chi vuole fare le immersioni a Pianosa deve contattare solo uno dei seguenti diving autorizzati:

www.divinginelba.com, www.riodiving.it, www.subacquea.com, www.elbadiving.it

I diving che vogliono essere accreditati e autorizzati dovranno essere iscritti alla Camera di Commercio, specificare le caratteristiche dei natanti utilizzati, (che dovranno rispondere a dei requisiti di sostenibilità ambientali), pagare un abbonamento annuale e un ticket a immersione per ogni barca.

Per l’accredito contattare: parco@islepark.it

La fruizione sperimentale è consentita al momento con quattro boe, due boe sono di servizio riservate ai mezzi di soccorso e sorveglianza. La quinta boa, sp5, sarà usata solo successivamente a seguito del completamento definizione del percorso subacqueo. Troverete nel disciplinare tutto quello che c’è da sapere.

Un occasione unica, dimenticherete le mete tropicali immergendovi nel mare incontaminato dell’Arcipelago toscano.

by Nadia Fondelli –  The Island of Pianosa, at the time vigrx of maximum security prisons called “Devil’s Island” from July 17 has become (finally) accessible to divers.

The Park of the Tuscan Archipelago doing its due consideration that the park has a reason to exist if it can be fribile, opened to the enjoyment underwater diving quota for the discovery of the most beautiful backdrops of the protected area of the island.

This is the result of a fruitful collaboration between institutions, law enforcement and the industry and the consortium Elba diving.

The stunning scenes of the Tuscan archipelago until a few days ago “forbidden” will finally be visible to experienced divers and small groups accompanied by environmental guides diving.

It ‘an experimental use which was preceded by a scientific monitoring, but it’s still a big step forward compared to the prohibition of yesterday.

Defined with care and attention the paths of immersion and access rules and also those who want to dive in Pianosa should contact only one of the following authorized diving:

www.divinginelba.com, www.riodiving.it, www.subacquea.com, www.elbadiving.it

The diving who want to be accredited and licensed must be registered with the Chamber of Commerce, specify the characteristics of the vessels used, (which must meet the requirements of environmental sustainability), to pay an annual subscription and a ticket to dive for each boat.

To deduct contact: parco@islepark.it

The experimental use is permitted at the time with four buoys, two buoys service are reserved for emergency vehicles and surveillance. The fifth buoy, sp5, will only be used subsequently as a result of the completion of path definition underwater. You will find in regulating everything there is to know.

A unique opportunity, forget the tropical destinations immersing yourself in the pristine sea of the Tuscan Archipelago.