La Puglia ha sette nuovi presidi slow food. Scopriamoli
Sette nuovi Presìdi slow food per la Puglia, da nord a sud. Il progetto è volto alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari e realizzato nell’ambito delle attività del programma di promozione dei prodotti agroalimentari pugliesi di qualità ed educazione alimentare, promosso dalla Sezione Coordinamento Servizi Territoriali del Dipartimento Agricoltura. La sinergia fra Regione Puglia Assessorato alle Politiche Agricole e Slow Food Puglia ha portato all’istituzione di nuovi Presìdi che insieme ai cinque “nuovi nati” nella prima fase che si è conclusa esattamente un anno fa, porta a 12 i nuovi Presìdi Slow Food in Puglia in due anni.
I nuovi presidi sono: uva Baresana, piselli tradizionali Salentini, agrumi tradizionali di Palagiano, cipolla rossa delle Saline di Margherita di Savoia, suino Nero Pugliese, carciofo della Terra dei Messapi, pecora Gentile di Puglia.
L’uva baresana
E’ un uva da tavola coltivata anticamente nel comune di Adelfia, in provincia di Bari.
Si tratta di un vitigno all’origine allevato ad alberello pugliese, senza sostegno, a due branche. Si presta bene anche ad alberello a vaso, ma oggi è coltivata prevalentemente a tendone pugliese tradizionale o a pergolato.
Sulle origini di questa coltura si apre un ampio panorama di notizie e curiosità locali. La più antica citazione del termine “Baresana” risale al 1892.
La raccolta avviene da inizio settembre a metà ottobre.
Piselli tradizionali salentini
Questa denominazione accomuna tre ecotipi autoctoni di piselli che fanno parte dello stesso Presidio (Pisello Riccio di Sannicola, Pisello Nano di Zollino, Pisello Secco di Vitigliano) che vengono prodotti in provincia di Lecce, nella zona del basso Salento.
Agrumi tradizionali di Palagiano
Questa denominazione è riservata alle arance, ai mandarini e ai limoni prodotti nel territorio di Palagiano, provincia di Taranto, per le antiche varietà che permangono negli agrumeti storici della zona.
Le prime cultivar (Avana, Biondo e Vaniglia) risalgono al sec. XVIII.
Cipolla rossa delle saline di Margherita di Savoia
La denominazione deriva dal fatto che il bulbo presenta sottili tuniche esterne di colore rosso intenso, con sfumature purpuree.
Anche l’epidermide presenta colorazione rossastra.
E’ un prodotto fresco caratterizzato da bulbi teneri, succulenti, croccanti ad alto contenuto di zucchero. Se il prodotto viene raccolto prima dell’ingrossamento del bulbo, prende il nome di cipollotto o sponzale.
Suino nero pugliese
La zona di allevamento ricade nell’intero territorio della regione Puglia, con diffusione particolare nell’area della Capitanata, della Murgia e della Valle d’Itria.
La storia di questa razza è legata alle vicende storiche e pastorali dell’Italia appenninica.
Questi esemplari, allevati prevalentemente allo stato brado, si sono adattati alle aree ricche di boschi in cui ghiande, castagne, tuberi e radici rappresentavano una importante fonte nutritiva.
Carciofo della terra dei Messapi
Pianta tipica mediterranea, da secoli coltivata nel territorio brindisino, che appartiene alla tipologia “Catanese”, le prime carciofaie, risalenti all’immediato dopoguerra, furono realizzate infatti con materiale di propagazione proveniente dalla Sicilia.
E’ una pianta precoce e rifiorente, altezza media di circa un metro e mezzo, che produce in media 8-9 capolini a forma quasi cilindrica. La raccolta inizia a dicembre e prosegue fino a maggio.
Pecora gentile della Puglia
Razza ovina autoctona appartenente alla specie Ovis aries.
La zona di allevamento ricade nella parte settentrionale della regione Puglia, province di Bari, Barletta- Andria- Trani, Foggia e nelle regioni limitrofe storicamente interessate alla transumanza.
Ha origine nella provincia di Foggia, area compresa tra il fiume Fortore, il fiume Ofanto, il Gargano e il Sub Appennino Dauno.
Nota per la finezza della sua lana, la razza è apprezzata per la sua resistenza alle malattie e per la capacità di adattamento a condizioni climatiche semi aride della Puglia.