Giu 14, 2018 | Chianti Classico, Enogastronomia
[:it]Tutto pronto a Mercatale Val di Pesa per un evento imperdibile. Un evento assolutamente vietato a vegani e vegetariani che celebra la regina di Firenze: l’inimitabile bistecca alla fiorentina.
Maestri braciaioli, cuochi, macellai e soprattutto insaziabili buone forchette si sfideranno a Mercatale fra una folla di appassionati ed estimatori del succulento taglio alla toscana.
E’ la settima edizione quella in arrivo per il Campionato toscano della Bistecca, promosso dal Comune di San Casciano e dalla Pro Loco con il contributo di ChiantiBanca.
Una due giorni che promette scintille e non solo dalle braci quella in programma nella piazza Vittorio Veneto venerdì 15 e sabato 16 giugno con un programma di performances culinarie a colpi di cooking show e non solo.
Tanto spazio, e non potrebbe essere altrimenti, per le dimostrazioni di preparazione e cottura della carne a cura dei mastri braciaioli che sveleranno ad aspiranti e appassionati l’arte e i segreti della cottura sulla griglia.
Il momento clou del campionato sarà poi ovviamente la disfida fra i più grandi mangiatori di bistecca provenienti da ogni parte della Toscana.
“La manifestazione – spiega l’assessore all’Associazionismo Roberto Ciappi – è caratterizzata da un’ampia partecipazione della cittadinanza e dalla collaborazione dei macellai, dei commercianti e delle aziende locali; per l’occasione abbiamo messo a punto una ricetta inedita, la “mercatalina”, che presenta la bistecca sotto forma di corposo involtino tenuto fermo da rami di cipresso, disteso su crosta di pane e insaporito da pepe nero e noci; anche in questo caso il segreto è la cottura e l’altezza della bistecca che non deve superare i due centimetri”.
Il alto le forchette e l’invito a “carnivori” e appassionati della regina toscana della tavola è di correre a Mercatale per imparare vizi (pochi), virtù (tante) e segreti (alcuni) dell’inimitabile bistecca alla fiorentina.[:en]Tutto pronto a Mercatale Val di Pesa per un evento imperdibile. Un evento assolutamente vietato a vegani e vegetariani che celebra la regina di Firenze: l’inimitabile bistecca alla fiorentina.
Maestri braciaioli, cuochi, macellai e soprattutto insaziabili buone forchette si sfideranno a Mercatale fra una folla di appassionati ed estimatori del succulento taglio alla toscana.
E’ la settima edizione quella in arrivo per il Campionato toscano della Bistecca, promosso dal Comune di San Casciano e dalla Pro Loco con il contributo di ChiantiBanca.
Una due giorni che promette scintille e non solo dalle braci quella in programma nella piazza Vittorio Veneto venerdì 15 e sabato 16 giugno con un programma di performances culinarie a colpi di cooking show e non solo.
Tanto spazio, e non potrebbe essere altrimenti, per le dimostrazioni di preparazione e cottura della carne a cura dei mastri braciaioli che sveleranno ad aspiranti e appassionati l’arte e i segreti della cottura sulla griglia.
Il momento clou del campionato sarà poi ovviamente la disfida fra i più grandi mangiatori di bistecca provenienti da ogni parte della Toscana.
“La manifestazione – spiega l’assessore all’Associazionismo Roberto Ciappi – è caratterizzata da un’ampia partecipazione della cittadinanza e dalla collaborazione dei macellai, dei commercianti e delle aziende locali; per l’occasione abbiamo messo a punto una ricetta inedita, la “mercatalina”, che presenta la bistecca sotto forma di corposo involtino tenuto fermo da rami di cipresso, disteso su crosta di pane e insaporito da pepe nero e noci; anche in questo caso il segreto è la cottura e l’altezza della bistecca che non deve superare i due centimetri”.
Il alto le forchette e l’invito a “carnivori” e appassionati della regina toscana della tavola è di correre a Mercatale per imparare vizi (pochi), virtù (tante) e segreti (alcuni) dell’inimitabile bistecca alla fiorentina.[:]
Ago 25, 2016 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Arezzo, Argentario, Arte e cultura, Casentino, Chianti Classico, Città del Tufo | Colline Metallifere, Crete Senesi, Firenze, Garfagnana, Grosseto, Litorale pisano, Livorno, Lucca, Lunigiana, Maremma, Massa Carrara, Montagna Pistoiese, Montalbano, Monte Amiata, Monti Pisani, Mugello | Val di Sieve, Pisa, Pistoia, Prato, San Gimignano, Siena, Val Bisenzio, Val d'Elsa | Empolese, Val d'Elsa | Val di Merse, Val d'Orcia | Val di Chiana, Val di Cecina, Val di Cornia, Val Tiberina, Valdarno, Valdarno | Valdera | Colline Pisane, Valdinievole, Valle del Serchio | Piana Lucchese, Versilia
[:it]di Nadia Fondelli – Sono rinviate le due manifestazioni per le Celebrazioni etrusche, previste per il 27 agosto nella sede del Consiglio regionale. Lo ha deciso il presidente dell’assemblea regionale, Eugenio Giani.
Il riconoscimento alle città di eccellenza nella tradizione etrusca (che era previsto per le 12) e l’inaugurazione della mostra sui reperti provenienti dallo scavo di Poggio Colle (in programma alle 17 di domani), sono rinviati a venerdì 2 settembre, rispettivamente alle 16 e alle 17.
Il 27 agosto si svolgono, per il primo anno, le “Celebrazioni Etrusche”. 20 comuni coinvolti in tutta la Toscana e tante iniziative: dalle escursioni, alle visite ai siti archeologici e aperture speciali di musei passando per spettacoli teatrali e musicali. Su tutto la grande mostra che aprirà le celebrazioni in consiglio regionale che svelerà per la prima volta gli scavi di Poggio Colla, Vicchio e il mondo degli Etruschi.
La Toscana celebra uno dei più grandi popoli che la storia ha conosciuto e che fa il VII e il VI secolo a.C. ha rappresentato una delle civiltà più evolute d’Europa: gli Etruschi.
Finalmente, verrebbe da aggiungere dato che è quantomeno incredibile che solo la grande sensibilità del presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani abbia deciso di dare il giusto onore a questi nostri straordinari avi.
E la data non è casuale perché era proprio un 27 agosto, quello del 1589, quando Papa Pio V riconobbe al Signore di Firenze, Cosimo I, il titolo di Granduca di Toscana definendolo “Magnus Dux Etruriae” legittimando di fatto la radice storica del territorio che fu abitato dagli Etruschi.
E l’apertura delle celebrazioni non poteva essere più grande se non con l’apertura della mostra “Scrittura e culto a Poggio Colla: un santuario etrusco in Mugello” che rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2016 realizzata con la Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato ed il concessionario unico di ricerca e scavo Mugello Valley Archaelogical Project.
Si tratta di un’anteprima assoluta. Saranno infatti esposti i reperti di grande valore rinvenuti a Poggio Colla vicino a Vicchio che permettono peraltro di poter far luce anche sulla misteriosa lingua etrusca.
Il progetto scientifico, elaborato dalla Sovrintendenza e MVAP è seguito dal professor Gregory Warden della Franklin University Switzerland e dall’archeologo Susanna Sarti della Sovrintendenza.
Tutte le opere in mostra provengono dallo scavo in corso a Poggio Colla (Vicchio) e sono oggi conservate al centro di restauro della Sovrintendenza, al museo di Dicomano e presso il museo Beato Angelico di Vicchio.
Ma prima dell’apertura della mostra che sarà alle 17, durante l‘apertura delle celebrazioni alle 12 saranno premiate con una pergamena le rappresentanze comunali di quelle che erano le dodecapoli della lega Etrusca tra cui Arezzo, Volterra, Cortona, Chiusi, Fiesole, Vetulonia (Castiglione della Pescaia), Populonia (Piombino) Roselle (Grosseto).
Gli Etruschi del resto sono una continua scoperta. La terra e la storia restituiscono infatti meraviglie a Chiusi dove è stata da poco svelata una nuova tomba a Roselle e Populonia dove le scoperte sono quasi quotidiane, a Gonfienti (Prato) dove un’intera città conferma l’esistenza di quella che risalendo il corso dell’Arno e scavalcando l’Appennino era considerata la “via dei due mari” dei tempi come testimoniano anche i ritrovamenti di Vicchio, la stele di Londa e il suggestivo lago degli Idoli sul Falterona.
E allora seguendo anche il suono della musica e il profumo del cibo scegliete dove andare a svelare i “genitori” dei Romani da cui il fiero popolo latino ha assorbito conoscenze in ogni campo.
ad Arezzo, Bibbiena, Cortona, Lucignano; nella zona di Grosseto a Castiglion della Pescaia; nella provincia di Firenze a Dicomano, Montaione, San Casciano Val di Pesa, Fiesole; sulla costa livornese nei Parchi della Val di Cornia; nell’estremo nord di Massa Carrara a Montignoso; nella provincia di Pisa a Montescudaio, Montopoli Valdarno e Volterra; a Prato e infine nel senese a Chianciano Terme, Chiusi, Murlo, Sinalunga e Trequanda.
Per il calendario completo e info:
http://www.consiglio.regione.toscana.it/default.aspx?nome=etruschi[:en]di Nadia Fondelli –
Sono rinviate le due manifestazioni per le Celebrazioni etrusche, previste per il 27 agosto nella sede del Consiglio regionale. Lo ha deciso il presidente dell’assemblea regionale, Eugenio Giani.
Il riconoscimento alle città di eccellenza nella tradizione etrusca (che era previsto per le 12) e l’inaugurazione della mostra sui reperti provenienti dallo scavo di Poggio Colle (in programma alle 17 di domani), sono rinviati a venerdì 2 settembre, rispettivamente alle 16 e alle 17.
Il 27 agosto si svolgono, per il primo anno, le “Celebrazioni Etrusche”. 20 comuni coinvolti in tutta la Toscana e tante iniziative: dalle escursioni, alle visite ai siti archeologici e aperture speciali di musei passando per spettacoli teatrali e musicali. Su tutto la grande mostra che aprirà le celebrazioni in consiglio regionale che svelerà per la prima volta gli scavi di Poggio Colla, Vicchio e il mondo degli Etruschi.
La Toscana celebra uno dei più grandi popoli che la storia ha conosciuto e che fa il VII e il VI secolo a.C. ha rappresentato una delle civiltà più evolute d’Europa: gli Etruschi.
Finalmente, verrebbe da aggiungere dato che è quantomeno incredibile che solo la grande sensibilità del presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani abbia deciso di dare il giusto onore a questi nostri straordinari avi.
E la data non è casuale perché era proprio un 27 agosto, quello del 1589, quando Papa Pio V riconobbe al Signore di Firenze, Cosimo I, il titolo di Granduca di Toscana definendolo “Magnus Dux Etruriae” legittimando di fatto la radice storica del territorio che fu abitato dagli Etruschi.
E l’apertura delle celebrazioni non poteva essere più grande se non con l’apertura della mostra “Scrittura e culto a Poggio Colla: un santuario etrusco in Mugello” che rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2016 realizzata con la Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato ed il concessionario unico di ricerca e scavo Mugello Valley Archaelogical Project.
Si tratta di un’anteprima assoluta. Saranno infatti esposti i reperti di grande valore rinvenuti a Poggio Colla vicino a Vicchio che permettono peraltro di poter far luce anche sulla misteriosa lingua etrusca.
Il progetto scientifico, elaborato dalla Sovrintendenza e MVAP è seguito dal professor Gregory Warden della Franklin University Switzerland e dall’archeologo Susanna Sarti della Sovrintendenza.
Tutte le opere in mostra provengono dallo scavo in corso a Poggio Colla (Vicchio) e sono oggi conservate al centro di restauro della Sovrintendenza, al museo di Dicomano e presso il museo Beato Angelico di Vicchio.
Ma prima dell’apertura della mostra che sarà alle 17, durante l‘apertura delle celebrazioni alle 12 saranno premiate con una pergamena le rappresentanze comunali di quelle che erano le dodecapoli della lega Etrusca tra cui Arezzo, Volterra, Cortona, Chiusi, Fiesole, Vetulonia (Castiglione della Pescaia), Populonia (Piombino) Roselle (Grosseto).
Gli Etruschi del resto sono una continua scoperta. La terra e la storia restituiscono infatti meraviglie a Chiusi dove è stata da poco svelata una nuova tomba a Roselle e Populonia dove le scoperte sono quasi quotidiane, a Gonfienti (Prato) dove un’intera città conferma l’esistenza di quella che risalendo il corso dell’Arno e scavalcando l’Appennino era considerata la “via dei due mari” dei tempi come testimoniano anche i ritrovamenti di Vicchio, la stele di Londa e il suggestivo lago degli Idoli sul Falterona.
E allora seguendo anche il suono della musica e il profumo del cibo scegliete dove andare a svelare i “genitori” dei Romani da cui il fiero popolo latino ha assorbito conoscenze in ogni campo.
ad Arezzo, Bibbiena, Cortona, Lucignano; nella zona di Grosseto a Castiglion della Pescaia; nella provincia di Firenze a Dicomano, Montaione, San Casciano Val di Pesa, Fiesole; sulla costa livornese nei Parchi della Val di Cornia; nell’estremo nord di Massa Carrara a Montignoso; nella provincia di Pisa a Montescudaio, Montopoli Valdarno e Volterra; a Prato e infine nel senese a Chianciano Terme, Chiusi, Murlo, Sinalunga e Trequanda.
Per il calendario completo e info:
http://www.consiglio.regione.toscana.it/default.aspx?nome=etruschi[:]
Set 26, 2015 | Chianti Classico
[:it]di redazione – Nel Chianti, terra di pievi e castelli, ci sono ancora angoli, pietre e tracce del passato che possono essere ritrovate, identificate e rivelare pagine inedite della storia del territorio.
Di un tempo lontano, come il Medioevo, e della sua imponente influenza sui paesaggi e le architetture della campagna toscana.
Le ricerche e gli studi di una giovane archeologa medievista fiorentina, Teresa Ulivelli, portano ad una grande scoperta nel Chianti.
La presenza di un castello, risalente all’anno Mille, di cui sono state identificate parti della cinta muraria. Tra gli ulivi e i saliscendi collinari di San Casciano affiorano dal passato i resti del Castello di Vicchiaccio. I ruderi sono situati su una collinetta adiacente alla chiesa di Sant’Angelo a Vico l’Abate.
“Si tratta del Castello di Vicchio – spiega l’archeologa – un centro di proprietà dell’importante centro religioso della Badia Fiorentina e si può datare nel periodo compreso tra la fine del decimo e il tredicesimo secolo”.
La scoperta è scaturita da un’indagine bibliografica cui sono seguite l’identificazione e la localizzazione del castello sul territorio.
Sul poggio di Vicchiaccio sono visibili parti di strutture edilizie appartenenti ad una piccola cinta muraria, posta intorno alla sommità della collina. L’esistenza del castello nel XIII secolo è attestata da alcuni documenti appartenenti alla Badia Fiorentina.
“Il tema dell’incastellamento nel Chianti – commenta il sindaco Massimiliano Pescini – è il filo conduttore scelto quest’anno per connotare il ricco programma di iniziative allestito dal sistema museale, l’area di Vico l’Abate e i recenti studi fanno luce e confermano il ruolo centrale di San Casciano nel Medioevo come crocevia culturale legato ai grandi centri urbani della Toscana, un’area di prestigio in cui si incontrarono e produssero alcuni dei più illustri esponenti dell’arte fiorentina e senese”.
“Significativa e non casuale –- prosegue – è la vicinanza del sito rispetto alla Chiesa di Vico l’Abate da dove provengono alcuni dei capisaldi della pittura italiana, le opere di Coppo di Marcovaldo e Ambrogio Lorenzetti, oggi custodite nel museo Ghelli di San Casciano”.
Una scoperta che già da questo fine settimana cittadini e turisti potranno toccare con mano nell’ambito della visita guidata e della giornata di studi organizzati dal Comune e dal Sistema museale Chianti Valdarno, coordinato da Nicoletta Matteuzzi, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con il Centro Studi Clante, in programma sabato 26 settembre dalle ore 10 presso il Castello di Gabbiano.
La scoperta di Vicchiaccio permette di accendere i riflettori su un’altra ricostruzione storica che mette in collegamento Vico l’Abate e la Badia Fiorentina.
“Vico l’Abate – aggiunge l’assessore alla Cultura Chiara Molducci – è legata non come pensavamo al centro religioso di Badia a Passignano ma probabilmente a Badia Fiorentina, la scoperta del castello permette di rileggere il nostro territorio sul piano paesaggistico ed architettonico e sulla forte influenza che l’incastellamento medievale ebbe sul Chianti”. Alla giornata di studi interverranno storici, archeologi ed esperti provenienti dagli Atenei di Firenze, Roma e Bologna come Paolo Pirillo, Guido Tigler, Renato Stopani, Alberto Cavallini, Teresa Ulivelli, Emma Matteuzzi, Elisa Tagliaferri.[:en]di redazione – Nel Chianti, terra di pievi e castelli, ci sono ancora angoli, pietre e tracce del passato che possono essere ritrovate, identificate e rivelare pagine inedite della storia del territorio.
Di un tempo lontano, come il Medioevo, e della sua imponente influenza sui paesaggi e le architetture della campagna toscana.
Le ricerche e gli studi di una giovane archeologa medievista fiorentina, Teresa Ulivelli, portano ad una grande scoperta nel Chianti.
La presenza di un castello, risalente all’anno Mille, di cui sono state identificate parti della cinta muraria. Tra gli ulivi e i saliscendi collinari di San Casciano affiorano dal passato i resti del Castello di Vicchiaccio. I ruderi sono situati su una collinetta adiacente alla chiesa di Sant’Angelo a Vico l’Abate.
“Si tratta del Castello di Vicchio – spiega l’archeologa – un centro di proprietà dell’importante centro religioso della Badia Fiorentina e si può datare nel periodo compreso tra la fine del decimo e il tredicesimo secolo”.
La scoperta è scaturita da un’indagine bibliografica cui sono seguite l’identificazione e la localizzazione del castello sul territorio.
Sul poggio di Vicchiaccio sono visibili parti di strutture edilizie appartenenti ad una piccola cinta muraria, posta intorno alla sommità della collina. L’esistenza del castello nel XIII secolo è attestata da alcuni documenti appartenenti alla Badia Fiorentina.
“Il tema dell’incastellamento nel Chianti – commenta il sindaco Massimiliano Pescini – è il filo conduttore scelto quest’anno per connotare il ricco programma di iniziative allestito dal sistema museale, l’area di Vico l’Abate e i recenti studi fanno luce e confermano il ruolo centrale di San Casciano nel Medioevo come crocevia culturale legato ai grandi centri urbani della Toscana, un’area di prestigio in cui si incontrarono e produssero alcuni dei più illustri esponenti dell’arte fiorentina e senese”.
“Significativa e non casuale –- prosegue – è la vicinanza del sito rispetto alla Chiesa di Vico l’Abate da dove provengono alcuni dei capisaldi della pittura italiana, le opere di Coppo di Marcovaldo e Ambrogio Lorenzetti, oggi custodite nel museo Ghelli di San Casciano”.
Una scoperta che già da questo fine settimana cittadini e turisti potranno toccare con mano nell’ambito della visita guidata e della giornata di studi organizzati dal Comune e dal Sistema museale Chianti Valdarno, coordinato da Nicoletta Matteuzzi, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con il Centro Studi Clante, in programma sabato 26 settembre dalle ore 10 presso il Castello di Gabbiano.
La scoperta di Vicchiaccio permette di accendere i riflettori su un’altra ricostruzione storica che mette in collegamento Vico l’Abate e la Badia Fiorentina.
“Vico l’Abate – aggiunge l’assessore alla Cultura Chiara Molducci – è legata non come pensavamo al centro religioso di Badia a Passignano ma probabilmente a Badia Fiorentina, la scoperta del castello permette di rileggere il nostro territorio sul piano paesaggistico ed architettonico e sulla forte influenza che l’incastellamento medievale ebbe sul Chianti”. Alla giornata di studi interverranno storici, archeologi ed esperti provenienti dagli Atenei di Firenze, Roma e Bologna come Paolo Pirillo, Guido Tigler, Renato Stopani, Alberto Cavallini, Teresa Ulivelli, Emma Matteuzzi, Elisa Tagliaferri.[:]
Dic 17, 2012 | Arte e cultura, Chianti Classico
di Nadia Fondelli – Una mostra da non perdere nel Chianti fiorentino. A San Casciano l’occasione di vedere da vicino alcuni rari esemplari di opere d’arte indossate dall’imperatore della dinastia Qing, dai suoi familiari e dai funzionari.
Abiti simbolici dell’antica Cina, dragoni a cinque artigli e altri simboli dell’universo cinese, avvolti
in fili d’oro, popolano gli abiti in seta ricamata. Arazzi di straordinaria complessità, opere d’arte tradotte in vestiti indossati dalle più elevate classi sociali dell’Antica Cina.
Ad offrire quest’occasione davvero rara di ammirare la ricchezza dei colori e dei disegni, la raffinatezza della tecnica di questi indumenti-tesori è la mostra appena aperta “L’universo in un vestito – L’abbigliamento alla corte dell’imperatore”, curata da Nicola Visibelli e Neri Torcello e ospitata nella galleria antiquaria Neri Torcello a San Casciano in via IV Novembre. Una quindicina di abiti in seta decorati con fili d’oro maschili e femminili che provengono da collezioni private.
E’ il 1644 l’epoca di riferimento quando i Manchu, guerrieri e cacciatori, rovesciano la dinastia Ming per fondare quella dei Quing, destinata a governare una delle popolazioni più numerose al mondo. E’ l’epoca in cui l’abbigliamento di corte inizia a diventare il sistema codificato più sontuoso, simbolico e tecnicamente raffinato mai sviluppato nella storia. Abiti che descrivono, esaltano, rivelano l’universo cinese e la sua ricca simbologia, buddista e taoista, dispiegata in ogni ricco e raffinato dettaglio.
La mostra organizzata con il patrocinio del Comune di San Casciano, ripercorre la storia degli abiti di corte cinesi in uno spazio temporale che oscilla tra il 1759 e il 1911.
“L’idea di portare a San Casciano – commenta Neri Torcello – un capitolo della storia orientale attraverso la bellezza e la forma degli abiti imperiali è frutto di periodo di studi sull’abbigliamento codificato della corte imperiale cinese tra Settecento e Ottocento. Ricerche che mi hanno permesso di entrare in contatto con i proprietari delle due collezioni private. Grazie alla loro disponibilità abbiamo potuto costruire un percorso espositivo didascalico volto a sensibilizzare i visitatori ad una lettura approfondita di questi tesori ricchi di simboli, da leggere come fossero libri”.
“Voglio esprimere tutta la mia ammirazione – conclude il sindaco Massimiliano Pescini – per Neri Torcello, un giovane concittadino che ha fatto e farà bene alla sua comunità. Un antiquario di grande competenza che investe in un momento difficile come questo e mette il suo spazio, un centro culturale ad ampio raggio, a disposizione della comunità”.
La mostra rimarrà aperta fino al 12 gennaio 2013 negli orari di apertura della galleria. Ingresso libero.
Per informazione: tel. 055 820609
by Nadia Fondelli – An exhibition not to be missed in vigrx plus dose the Florentine Chianti. In San Casciano the opportunity to see first hand some rare works of art worn by the emperor of the Qing Dynasty, his family and officials.
Clothing symbolic of ancient China, dragon claws and five other Chinese symbols of the universe, wrapped in gold thread, populate the dresses in embroidered silk. Tapestry of extraordinary complexity, artwork translated into clothes worn by the higher social classes of Ancient China.
To offer this opportunity really rare to see the richness of colors and designs, refinement of the art-treasures of these garments is the exhibition just opened “The Universe in a dress – Clothes for the Emperor’s court”, curated by Nicola Visibelli and Blacks and Torcello Torcello Blacks housed in the antique gallery in San Casciano via IV Novembre.
Fifteen silk dresses decorated with golden threads of men and women who come from private collections.
It ‘s the time of the 1644 reference when the Manchu warriors and hunters, overthrow the dynasty To establish that the Qing Ming, destined to rule one of the largest populations in the world. And ‘the era in which the clothing of the court begins to become the most sumptuous coded system, symbolic and technically sophisticated ever developed in history. Clothes that describe, emphasize, reveal the world of China and its rich symbolism, Buddhist and Taoist deployed in every rich and refined detail.
The exhibition is organized under the patronage of the Municipality of San Casciano, traces the history of Chinese short dresses in a time frame of between 1759 and 1911.
“The idea of bringing in San Casciano – says Blacks Torcello – a chapter in the history of Eastern Europe through the beauty and shape of the imperial robes is the result of the study period on clothing encoded in the Chinese imperial court between the eighteenth and nineteenth centuries. Research that allowed me to get in touch with the owners of two private collections. Due to their availability we could build a didactic exhibition aims to raise awareness among visitors to a thorough reading of these treasures rich in symbols, to be read as if they were books. ”
“I want to express my admiration – said the mayor Massimiliano Pescini – for Blacks Torcello, a young fellow who has done and will do good for his community. An antiquarian expertise that invests in a difficult time like this and puts his space, a wide-ranging cultural center, available to the community. ”
The exhibition will remain open until January 12, 2013 during the opening hours the gallery. Admission is free.
For information: tel. 055 820609