Feb 17, 2024 | Enogastronomia
La collezione dei monovitigni d’eccellenza di San Michele Appiano, nata nel 2018 dalla mente del pioneristico winemaker Hans Terzer, si arricchisce di un nuovo elegante protagonista: il Pinot Noir Rosé 2021 The Wine Collection è un vino raffinato, fresco e di grande lunghezza, perfetto in abbinamento a crudità di pesce, carni bianche o come aperitivo importante.

Un’esclusiva selezione
La storia di The Wine Collection nasce vendemmia dopo vendemmia, quando un’esclusiva selezione del raccolto veniva destinata alle premure di Hans Terzer, winemaker della Cantina San Michele Appiano, al fine di scoprire talento e longevità di ciascun monovitigno: anno dopo anno queste piccole produzioni venivano imbottigliate e consumate esclusivamente in particolari eventi e degustazioni.
È nell’anno 2018 che la Cantina decide di farne una vera e propria linea, di cui fanno parte limitatissime produzioni in purezza, ancora oggi proposta di punta di San Michele Appiano assieme alla prestigiosa linea di cuvée APPIUS. Uve selezionatissime, una nuova idea di vinificazione e un’etichetta dedicata, per vini memorabili e in grado di restituire emozioni sensoriali di prim’ordine.

Il nuovo gioiello della casa
Inaugurata da grandi bianchi come il Sauvignon e da rossi netti ed eleganti come il Pinot Noir Riserva, la collezione più prestigiosa della realtà vitivinicola leader in Alto Adige si arricchisce ora di una nuova e inedita etichetta, il Pinot Noir Rosé 2021 The Wine Collection.
Dopo aver degustato e analizzato alcuni tra i più importanti e blasonati rosé al mondo, Hans Terzer si è detto pronto a dare la propria personale interpretazione di questa tipologia di vino di tendenza, recentemente tornata di moda.
Il Rosé di San Michele Appiano nasce dalle migliori uve di Pinot Noir, dalle quali si estrae un mosto di alta qualità tramite il metodo Saignée, successivamente fermentato e affinato in tonneau.
Trascorsi 12 mesi, il Pinot Noir Rosé 2021 The Wine Collection matura per un ulteriore anno sui lieviti fini, in tino d’acciaio.
Alla vista si presenta di color giallo salmone brillante, mentre all’olfatto restituisce marcati sentori di frutti rossi, su tutti fragola e amarena, oltre a note di vaniglia.
Al palato, infine, si presenta fresco e fruttato, oltre che di grande lunghezza e persistenza. Le caratteristiche organolettiche dell’ultimo arrivo in casa The Wine Collection lo rendono un abbinamento versatile, capace di rendere al meglio quando accostato a raffinati piatti di pesce e crudità, ma anche quando sorseggiato in accompagnamento a portate di carne bianca. Oltre a ciò, è perfetto anche da solo, vino eccellente per un aperitivo importante.
Grazie a questa nuova etichetta, Cantina San Michele Appiano esplora nuovi territori della vinificazione, confermandosi ancora una volta realtà all’avanguardia nel panorama vitivinicolo dell’Alto Adige.
Apr 14, 2012 | Arte e cultura, Chianti Classico
L’antico centro storico di Barberino Val d’Elsa, dista pochissimi chilometri da quello di un altro importante centro chiantigiano: Tavarnelle Val di Pesa; situato anch’esso sul tracciato dell’antica strada Cassia.
Territorio di antiche origini e insediamenti; Barberino ci ha ridato alla luce; in diverse località del suo territorio – come Petrognano e Sant’Appiano – rilevanti reperti etruschi dell’età arcaica e romani.
Di questi antichi centri, fu forse Sant’Appiano il primo nucleo di una certa rilevanza che si sviluppò in età paleocristiana.
Come luogo posto nel Pieviere di San Pietro in Bossolo, Barberino viene citato già in un documento rinvenuto fra le carte del grande “archivio” di Passignano nel 1054.
Lo sviluppo del centro come castello, è però databile ai primi decenni del XIII secolo, dopo l’avvenuta distruzione della crescente potenza di Semifonte operata dai fiorentini nel 1202.
E infatti già dal secolo seguente, Barberino risulta già essere sottomesso al controllo di Firenze che lo circonda di mura e lo fornisce di un presidio militare; il cronista dell’epoca Villani, lo inserisce fra le fortezze che furono conquistate dall’Imperatore Arrigo VII. Entrò in seguito, insieme a San Donato in Poggio, nuovamente nell’orbita fiorentina e, successivamente divenne sede di Podesteria sotto il Vicariato di Certaldo.
Nella sua piazza centrale è tutt’oggi visibile il palazzo pretorio con gli stemmi dei Podestà sino al XIV secolo e il Palazzo dei Barberini, dalla cui famiglia discese Papa Urbano VIII.
Il borgo conserva intatta l’antica struttura medievale a forma ellittica rinchiusa entro il cerchio di mura, con le sue due porte d’accesso, una in direzione di Firenze, e l’altra, assai ben conservate in direzione di Siena.
La chiesa, dedicata a San Bartolomeo, ha invece subito notevoli modifiche, essendo stata ricostruita in stile neomedievale. All’interno la struttura è a tre navate e vi si conservano alcune interessanti opere, come un frammento di affresco del Quattrocento raffigurante l’Annunciazione e un busto in bronzo del Beato Davanzato opera di Pietro Tacca.
Anche il moderno municipo, che si trova fuori le mura, conserva alcuni reperti archeologici di grande valore; come una raccolta di urne cinerarie e ceramiche etrusche tutte provenienti dalla vicina San Martino ai Colli, ed una tavola quattrocentesca di scuola senese.
The ancient town centre of Barberino Val d’Elsa is situated only a few kilometres away from another important town in the Chianti, Tavarnelle Val di Pesa, also built Cialis along what was once the ancient Cassia road.
Barberino is an area with ancient origins and settlements and several important Etruscan discoveries from the archaic and Roman periods have been brought to light in various places on its territory, as at Sant’Appiano and Petrognano.
Sant’Appiano was probably the first of these ancient settlements to develop in importance during the early Christian era.
Barberino can be first found mentioned as one of the towns in the Parish of San Pietro in Bossolo in a document of 1054 which was found among the huge “archives” at Passignano. The town’s development as a fortress can however be dated as from the early decades of the XIII century, after the growing power of the city of Semifonte had been destroyed by the Florentines in 1202.
In fact Barberino seems to have already been completely under Florentine control by the following century, when it was surrounded with strong walls and supplied with a military garrison; Villani, the chronicler of the period, includes it among the fortresses that were later conquered by Emperor Henry VII. However it was not long before it found itself, with San Donato in Poggio, under Florentine rule again and it successively became the seat of the Podestas under the Vicariate of Certaldo.
The old town hall, with the coats of arms of the Podestas until the XIV century, can be admired in the central square together with Palazzo dei Barberini (Pope Urban VIII was a descendant of this family).
The elliptical shape and structure of the mediaeval town is still intact and encircled by its walls, with two entrance gates, one pointing in the direction of Florence, and the other, which is much better preserved, in the direction of Siena. The church, dedicated to St. Bartholomew has undergone considerable alterations and been reconstructed in neo-mediaeval style.
The interior is divided into three naves and contains some interesting works of art, like a fragment of a 15th century fresco of the Annunciation and a bronze bust of the Blessed Davazato by Pietro Tacca.
The modern town hall, which stands outside the walls, also contains several archeological remains of great value, including a collection of Etruscan cinerary urns and ceramics, which all come from San Martino ai Colli nearby, and a 15th century table of Sienese school.