Italia: ecco le località di mare più bello dell’estate 2024

Italia: ecco le località di mare più bello dell’estate 2024

Spiagge indimenticabili, acque cristalline, escursioni, passeggiate, luoghi d’arte che meritano una visita speciale, eccellenze enogastronomiche, curiosità.
Al centro la gestione sostenibile del territorio indispensabile per un’offerta turistica di qualità.
Da oltre vent’anni “Il mare più bello”, la Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano, stimola e orienta le villeggiature di quanti preferiscono scegliere la propria meta estiva all’insegna della responsabilità e della qualità ambientale, offrendo al lettore un quadro su quanto di buono fanno le amministrazioni locali costiere lungo la nostra penisola per essere all’altezza delle sfide imposte dalla crisi climatica. Tante pratiche concrete per la tutela delle nostre belle e amate coste, premiate nella Guida con il vessillo delle Vele.

21 località marine e 12 lacustri premiate

Il mare più bello passa in rassegna oltre 300 comuni costieri italiani, con una sezione dedicata anche ai laghi più belli, premiando con il massimo riconoscimento, le Cinque Vele, i comuni che hanno saputo coniugare al meglio la qualità dei servizi offerti al turista con scelte coraggiose e innovative nel segno della sostenibilità ambientale.
Sono state valutate le caratteristiche ambientali e la qualità dell’ospitalità. I parametri sono uso del suolo, degrado del paesaggio, biodiversità, attività turistiche; stato delle aree costiere; mobilità; acqua e depurazione; energia; rifiuti; iniziative per la sostenibilità; sicurezza alimentare e produzioni tipiche di qualità; mare, spiagge e oltre; struttura sociale e sanitaria.
Novità di questa edizione il riconoscimento ai comuni amici delle tartarughe marine segnalati all’interno della guida con il simbolo della tartaruga: 33 quelli che potranno esporre la bandiera di amici delle tartarughe.
Premiate 21 località turistiche marine e 12 lacustri.

Pollica

Le top five mare e lago

Regina dell’estate del mare, la cilentana Pollica (Salerno), seguita da Nardò (Lecce), nel Salento e Baunei (Nuoro) sulla costa orientale sarda.
Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna, e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana.
Per quanto riguarda i laghi, regine restano le province autonome di Trentino e Alto Adige, al primo e al secondo posto con Molveno (Trento) sul lago omonimo ed Appiano sulla Strada del Vino (Bolzano), sul lago di Monticolo. Terzo posto per Massa Marittima (Grosseto), località maremmana sul Lago dell’Accesa, in Toscana.
Al quarto posto troviamo Sospirolo (Belluno) sul lago del Mis in Veneto, e al quinto Avigliana sul lago omonimo in Piemonte

Molveno


Gli amici delle tartarughe

La novità delle Vele di quest’anno sono i 33 comuni amici delle tartarughe marine, segnalati con l’apposito simbolo “la tartaruga”.
Si tratta di quelle amministrazioni che, attraverso un apposito protocollo d’intesa, si sono impegnate a adottare una serie di misure per rendere le spiagge accoglienti anche per le tartarughe che depongono le uova

Baunei

Fra le regioni trionfa la Sardegna

La competizione fra le regioni è vinta con distacco dalla Sardegna con sette località marine a Cinque Vele, mentre Trentino e Alto Adige vincono la classifica per le località lacustri con quattro comuni fra i primi 12 classificati.
Accanto a Baunei (Nuoro) e a Domus de Maria (Sud Sardegna) ci sono Cabras (Oristano), Santa Teresa di Gallura (Sassari), San Teodoro (Sassari) Posada (Nuoro), Bosa (Oristano).
Segue la Toscana che, oltre a Castiglione della Pescaia (Grosseto), piazza i comuni di Capraia Isola (Livorno), Isola del Giglio (Grosseto), Capalbio (Grosseto) e Marina di Grosseto (Grosseto).
Terza è la Campania, con 4 comuni tutti nel Cilento salernitano. Alla prima classificata Pollica si affiancano San Giovanni a Piro, Castellabate (famoso per il film ‘Benvenuti al Sud’) e San Mauro Cilento.
Per quanto riguarda i laghi, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione con più località premiate, seguito a pari merito da Piemonte e Lombardia.


Sicilia fuori dalla classifica

Fa notizia l’esclusione della Sicilia, per il primo anno, dalla classifica delle Cinque Vele.
Pantelleria nel Trapanese, passa da 5 a 3 a causa di una serie di interventi turistici discutibili e di un eccesso di consumo di suolo. Santa Marina Salina (Messina) sull’isola di Salina perde una vela – passando da cinque e 4 vessilli – per aver fatto registrare un arretramento, sia pur lieve, dei valori generali.

L’Italia è tra le mete preferite da europei e italiani per la Pasqua 2024

L’Italia è tra le mete preferite da europei e italiani per la Pasqua 2024

Si avvicina una Pasqua di viaggi e brevi fughe, in cui la voglia degli italiani di partire e godersi una meritata vacanza sta portando a prenotazioni da record, come si evince dai motori di ricerca specializzati in ricerche dato che quelle dei voli sono aumentate del 13%, mentre quelle di alberghi sono aumentate del 16% rispetto alla Pasqua del 2023.
È quindi l’anno con il maggior numero di ricerche nella storia.

Gli europei scelgono l’Italia

Molti degli europei che hanno deciso di viaggiare durante la Pasqua 2024 stanno scegliendo l’Italia.
Il clima primaverile nel Bel Paese, la ricchezza di cultura, paesaggi, tradizioni, così come la ricca offerta di enogastronomia e ospitalità hanno fatto in modo che l’Italia sia diventata il secondo paese più ricercato per trascorrere queste vacanze, dietro alla Spagna e prima del Portogallo.


Il trionfo di Roma e Milano

I dati che analizzano i risultati delle ricerche di voli durante la Pasqua 2024 indicano che una grande maggioranza ha optato per le grandi città, che tendono a essere più vuote del solito in questo periodo dell’anno, come Roma, che è diventata la città più richiesta dai viaggiatori tedeschi, francesi, spagnoli, olandesi e portoghesi e la seconda più richiesta per i britannici.
Dall’altro lato,
Milano, è la meta preferita dai britannici, la seconda per tedeschi, spagnoli olandesi e portoghesi e la terza per i francesi.

Napoli


Napoli, Bari e Genova fra arte e mare

Per quanto riguarda le destinazioni italiane che combinano l’attrattiva di una grande città, con il sole, la spiaggia, e la gastronomia ci sono Napoli, che è la terza città più richiesta dai viaggiatori olandesi, la quarta per tedeschi e britannici e la quinta per francesi e spagnoli. Bari è la quinta città preferita dai britannici e la sesta per i tedeschi.
Inoltre 
Genova è diventata la nona città più richiesta dai viaggiatori tedeschi, britannici e olandesi.
Spiccano anche le destinazioni interne, con le loro ricchezze culturali, molto richieste, tra cui emerge Bologna, che è la quarta città preferita dai viaggiatori olandesi, la quinta per i portoghesi e la settima per gli spagnoli. Torino, è la 12esima scelta per francesi e spagnoli.

Catania

Sardegna e Sicilia, le isole del sole

Per quanto riguarda le isole, la Sicilia rappresenta ancora una volta un paradiso per i viaggiatori europei al suo interno Catania è diventata la terza città più ricercata dai viaggiatori tedeschi, la quinta per gli olandesi, la sesta per i francesi, l’ottava per i britannici, la nona per gli spagnoli e la decima per i portoghesi.
Oltre a Catania, anche Palermo è tra le città più ricercate, essendo la settima scelta per tedeschi e francesi, l’ottava per spagnoli e portoghesi, la decima per gli olandesi e la 12esima per i britannici..
Dal canto suo, anche la Sardegna dimostra di essere una delle isole preferite dai turisti, soprattutto per Cagliari, che è diventata l’undicesima città più ricercata dai viaggiatori francesi, la 12esima per i tedeschi, la 13esima per gli spagnoli, la 14esima per gli olandesi e la 15esima per i portoghesi. Anche Olbia è tra le città più ricercate, essendo la nona scelta per i portoghesi, la 12esima per gli olandesi, la 14esima per i tedeschi e la 15esima per i britannici.

Venezia. Foto: Foto di Ingeborg Gärtner-Grein da Pixabay

Firenze e Venezia i grandi classici

La Toscana è anche una regione molto ambita, e soprattutto per Firenze, che è la quarta città preferita dai viaggiatori francesi, spagnoli e portoghesi, la sesta per i britannici e l’ottava per tedeschi e olandesi. Anche Pisa è tra le città più ricercate, essendo la sesta scelta per gli spagnoli, la settima per portoghesi e olandesi, la decima per tedeschi e francesi e l’undicesima per i britannici.
Anche il Veneto è molto richiesto, soprattutto Venezia, che è diventata la seconda città più ricercata dai viaggiatori francesi, la terza per britannici, spagnoli e portoghesi e la quinta per i tedeschi. Da parte sua, Verona è la settima scelta per i britannici e l’undicesima per tedeschi e spagnoli.


Le preferite degli italiani: grandi capitali europee, ma non solo…

Inoltre per gli stessi italiani, le capitali e le città principali dei paesi europei sono le prime destinazioni più desiderate per trascorrere questi giorni di riposo e svago.
Parigi (1), Amsterdam (2), Barcellona (3), Londra (4), Praga (9), Madrid (10), Lisbona (11), Valencia (13), Siviglia (15), Budapest (17), Vienna (18), Bucarest (19), Tenerife (20) e Berlino (22).
Anche altre città italiane sono molto ricercate, come Napoli (5), Catania (6), Milano (7), Roma (8), Palermo (14), Torino (23), Firenze (24) e Bari (25).
Quelli che hanno scelto destinazioni a lungo raggio hanno optato invece per New York al 12esimo posto.

Le città più ricercate dai turisti italiane durante Pasqua 2024:
1. Parigi
2. Amsterdam
3. Barcellona
4. Londra
5. Napoli
6. Catania
7. Milano
8. Roma
9. Praga
10. Madrid
11. Lisbona
12. New York
13. Valencia
14. Palermo
15. Siviglia
16. Istanbul
17. Budapest
18. Vienna
19. Bucarest
20. Tenerife
21. Marrakesh
22. Berlino
23. Torino
24. Firenze
25. Bari
Il suino Sardo diventa Presidio Slow Food

Il suino Sardo diventa Presidio Slow Food

Mantello scuro, taglia piccola, zampe corte e robuste e una criniera di lunghe setole sulla schiena: ecco a voi il suino Sardo, appena entrato a far parte dei Presìdi Slow Food.
Una razza rustica, allevata in tutta la regione, dalle Barbagie alle aree del Gennargentu e del Supramonte, ma anche in Ogliastra, nel Sarrabus-Gerrei, nell’area del Monte Linas e nel Sulcis-Iglesiente, di cui si trovano riferimenti antichissimi, ma che negli ultimi decenni aveva rischiato la scomparsa a causa dell’arrivo sull’isola della peste suina africana.

Foto Jacopo Goracci

L’attitudine al pascolo

Dopo un lungo lavoro di eradicazione del virus, dal 15 dicembre del 2022 è caduto l’embargo sulle esportazioni di carni suine dalla Sardegna, una situazione che perdurava da quarant’anni.
«Restano solo quattro comuni in zona rossa – ricorda il referente Slow Food del nuovo Presidio, Raimondo Mandis – mentre dal resto della regione è nuovamente possibile movimentare carni e salumi al di fuori dell’isola. Il riconoscimento come Presidio è un segnale, un modo per sottolineare l’importanza di promuovere forme di allevamento locali e pratiche di trasformazione virtuose, per evitare che si commercializzino carni che arrivano da fuori regione e che, in Sardegna, vengono soltanto trasformate, come tuttora in alcuni casi avviene. Abbiamo una razza autoctona da sostenere e valorizzare, simbolo della biodiversità locale e fortemente integrata nell’ambiente isolano».
Una razza che si è salvata grazie al lavoro di alcuni allevatori sostenuti dall’Associazione allevatori della regione Sardegna (AARS), che dal 1920 cura un libro genealogico di razza e che oggi si occupa anche dei controlli per la sua continuazione.
Il suino Sardo, il cui colore può variare dal nero al fulvo, passando per il grigio e il pezzato, è un grande pascolatore: «Tenace e resiliente, è in grado di procurarsi autonomamente il nutrimento nei boschi e nelle foreste della regione – prosegue Mandis – ed è anche per questo motivo che si è diffuso così tanto: alimentarlo e mantenerlo costava poco».
L’animale, 60 centimetri al garrese e un peso che oscilla tra gli 80 e i 150 chili, si nutre in particolare di 
ghiande, che nei lecceti abbondano: «Grazie al pascolamento, il cosiddetto semibrado controllato che prevede ampia libertà di movimento e una doppia recinzione per evitare che i suini domestici entrino in contatto con i cinghiali, l’animale si sposta parecchio e consuma molto dell’apporto nutritivo che assume grufolando. Ne deriva una carne dal grasso importante, ma dalle caratteristiche nutrizionali ottimali, con bassa percentuale di grassi insaturi» sottolinea il responsabile Slow Food del Presidio. «E poi il suino Sardo non viene alimentato con insilati né assume antibiotici. Il finissaggio poi, con ghiande, carrube e castagne, assicura prodotti molto dolci».

Foto Jacopo Goracci

Il piatto simbolo della Sardegna

In Sardegna, una regione nota a livello internazionale per l’importanza e la diffusione dell’allevamento di pecore, quella di maiale rimane «la carne più consumata» spiega Mandis.
Il maialino arrosto, su proceddu arrustiu, per molti rappresenta infatti il piatto regionale per eccellenza. «Non è una carne che si consuma quotidianamente – sottolinea –. È il piatto che si prepara in occasione delle feste, è il simbolo del convivio e ha un valore culturale fortissimo: in alcuni nuraghi sono state rinvenute statuine bronzee raffiguranti il maiale domestico e il cinghiale. Insomma, in Sardegna abbiamo seimila anni di storia del consumo di maiale».
La carne di suino Sardo viene utilizzata anche in norcineria: se ne ottengono salumi come il prosciutto ogliastrino o barbaricino, la lonza, il guanciale, la coppa, la pancetta, il lardo maturo, i salami, la salsiccia sarda secca, la testa in cassetta e anche piccole mortadelle.
«Oltre alla tradizione gastronomica, l’allevamento del maiale ha un’importante dimensione sociale – conclude Mandis –. Nei boschi dove i maiali pascolano vengono da secoli rispettati i cosiddetti usi civici: qui le terre sono utilizzate dalla comunità e gli allevatori le occupano a rotazione, ciascuno per un certo periodo di tempo, assicurando a tutti la possibilità di nutrire i propri animali e conservando le risorse del bosco in modo bilanciato. Il tutto, naturalmente, soltanto nelle stagioni più fredde, i mesi nei quali i maiali non rischiavano di danneggiare le altre colture».
I produttori che aderiscono al Presidio Slow Food sono al momento tre, di cui due sono allevatori e uno soltanto trasformatore. Gli allevatori complessivamente interessati al programma di recupero della razza del suino Sardo sono una novantina, il triplo di vent’anni fa. 

 

Saboris Antigus: fino al 23 dicembre per scoprire la Sardegna autentica

Saboris Antigus: fino al 23 dicembre per scoprire la Sardegna autentica

Saboris Antigus è giunta al suo decimo appuntamento, un traguardo che sottolinea la profonda connessione tra le tradizioni secolari e le delizie culinarie di due sub-regioni storiche della Sardegna centro-meridionale.
Il fulcro dell’iniziativa è proprio quello di valorizzare l’intera area geografica e le sue ricchezze, tangibili e intangibili. Durante questo straordinario evento, dimore storiche e siti archeologici apriranno le loro porte al pubblico, animando i centri storici con degustazioni dei prodotti tipici locali, dimostrazioni e vendita di creazioni, mettendo in risalto la bellezza e l’unicità del territorio.

Nurri

Un viaggio fra i più autentici sapori sardi

Saboris Antigus è un inno alle eccellenze locali, sia immateriali che materiali, che celebra tradizioni e antichi sapori in nove coinvolgenti eventi.
Anche grazie al supporto e alla promozione attiva, dal 2022, della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, questa manifestazione si è consolidata nel panorama culturale e enogastronomico dell’intero territorio sardo e nazionale.


Alla scoperta del Trexenta e del Sarcidano

Il programma dell’evento offre una vasta gamma di esperienze, dalle mostre e i percorsi museali agli intrattenimenti musicali e tradizionali, dalle attività all’aria aperta per esplorare le bellezze naturali ai tour storici guidati, dai laboratori di cucina o di arti tipiche alle gustose degustazioni e molto altro ancora.
Le sub-regioni in evidenza, Trexenta e Sarcidano, racchiudono paesaggi mozzafiato e una ricca varietà di prelibatezze enogastronomiche.

La Trexenta, con le sue colline fertili e il suo storico ruolo come “granaio” di Roma, offre un’esperienza culinaria unica, arricchita dai profumi del pane appena sfornato e il gusto autentico del vino novello.
Nel Sarcidano, tradizione e bellezza si mescolano in una Sardegna inedita, dove antiche tecniche agricole danno vita a prodotti di alta qualità e piatti tipici che narrano storie millenarie.


Il programma

Il ricco calendario di eventi, articolato tra i nove borghi partecipanti.
Ha iniziato Gergei, il 29 ottobre, poi il 5 novembre è stata la volta di Selegas e si proseguirà il 12 con Serri, il 19 e il 26 Siurgus Donigala e Gesico.
Dicembre si aprirà il 3 con Suelli, l’8 Guasila, il 17 Mandas e il 23 dicembre chiude la kermesse Nurri -, offre un’opportunità unica per immergersi completamente nell’atmosfera coinvolgente di Saboris Antigus.


Le novità 2023

Tra le novità dell’edizione 2023, spicca la possibilità di prenotare gli Home Restaurant presso alcuni dei comuni aderenti, offrendo ai visitatori un’opportunità unica di assaporare la più autentica ospitalità dei borghi. In diversi paesi coinvolti, inoltre, saranno allestite le accoglienti “Oasi Nonni e Famiglie“.
Per gli anziani, questi spazi rappresentano un’opportunità per vivere momenti di puro relax, seduti comodamente e immersi in un’atmosfera accogliente. Parallelamente, l’Oasi Famiglie di Saboris Antigus 2023 sarà un angolo speciale dedicato ai genitori con neonati e bambini piccoli. Un ambiente pensato per garantire il massimo comfort ai più piccini durante l’evento, offrendo ai genitori un luogo sicuro e accogliente.
Saboris Antigus è molto più di un evento gastronomico: è un’occasione per scoprire le radici storiche dei piatti più caratteristici del territorio, per vivere la vera cultura e la genuina ospitalità della Sardegna, e per celebrare le tradizioni che rendono questa terra così unica e speciale.

Camminare a fine estate nei luoghi abbandonati dal turismo di massa

Camminare a fine estate nei luoghi abbandonati dal turismo di massa

Sardegna, Liguria, Calabria, Sicilia, Molise e Venezia fuori stagione. Itinerari splendidi solo per camminatori “controcorrente” di settembre.
Mentre tutti tornano a lavoro e, pian piano, le città riprendono i loro ritmi incessanti, c’è chi pensa di proseguire con ancora un po’ d’estate per godere della bella luce settembrina, prima del lungo inverno.
E’ il popolo dei viaggiatori di settembre, quelli che non amano tuffarsi nelle calche agostane, nel traffico da bollino nero ma pazienti, spesso anche soffrendo in città, aspettano il rientro di tutti per concedersi il momento più giusto per viaggiare, quello meno affollato.
Anche nel popolo dei camminatori sono tanti gli amanti di settembre che cercano nella fine della bella stagione il silenzio dei propri passi e la quiete per ricominciare al meglio un nuovo anno.

Con la Compagnia dei Cammini settembre è un mese ricco di viaggi tra i boschi quasi deserti, le spiagge ormai vuote in cui rubare gli ultimi tuffi della stagione estiva e i piccoli borghi del nostro Paese, abbandonati dai turisti.

La via dei Banditi

In Sardegna sul cammino dei banditi

E’ il caso della Sardegna dove a settembre si può fare il cammino dei Banditi, dall’Ogliastra alla Barbagia dedicato solo a chi è ben allenato.
Un percorso avventuroso e selvatico che unisce alcuni dei luoghi legati alle vicende del banditismo sardo a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Da Ulassai a Oliena sulle tracce di Samuele Stocchino, detto la Tigre d’Ogliastra, Giovanni Salis, detto Corbeddu e tanti altri.
Tra storia e leggenda, si camminerà sui sentieri che percorrevano, si visiteranno le grotte dove si rifugiavano, si dormirà nei boschi secolari sotto gli stessi alberi testimoni di tante vicende legate a questa pagina di storia.
Si parte dall’Ogliastra per inerpicarsi giorno dopo giorno fino al Gennargentu sulle cime più alte dell’isola ed entrare così in Barbagia.
Un viaggio fuori dalla Sardegna più conosciuta, un viaggio autentico: sul cammino non mancheranno gli incontri con i pastori che ancora vivono secondo il “codice barbaricino”.
Chi si dava “alla macchia” in questi luoghi remoti partiva con una scorta di provviste di prodotti tradizionali (pane carasau, formaggio), si integrava con quanto veniva offerto o si riusciva a ottenere lungo la strada: questa sarà anche la provocazione di questo cammino veramente wild. Ovili, grotte, ripari sotto la roccia saranno i nostri punti tappa. Si dorme sempre all’aperto, grazie a ripari naturali o al semplice telo tarp che potrà diventare un rifugio.

La via del sale

La via del sale fra Liguria e Lombardia

Tra la Liguria e la Lombardia, invece, prima della stagione delle piogge, si può percorrere la Via del Sale  con un itinerario solo per camminatori esperti identificato a partire da quel fascio di percorsi che, già da tempi antichi, collegavano l’Oltrepò Pavese alla costa ligure di Camogli e Portofino per consentire ai mercanti il trasporto del sale con le loro carovane di muli.
La partenza è da Varzi, importante borgo commerciale nel XIII secolo, di cui oggi rimangono ancora le antiche torri della cinta muraria; si passa poi in Piemonte, per attraversare l’Appennino ligure e raggiungere infine il mare.
Il percorso si snoda fra rigogliosi boschi e ampi crinali, prevalentemente su sentieri e mulattiere, in strette e affascinanti valli e con la vista che spesso si spinge fino alle lontane Alpi.
Si passa per diversi insediamenti rurali per capire come in questi luoghi si vivesse nei secoli passati: Varzi, Castellaro, Torriglia, Uscio e giù fino a Portofino con con un tuffo nel mare di San Fruttuoso; antichi borghi ricchi di fascino, panorami emozionanti e una grande accoglienza, compresa l’ottima cucina locale, renderanno speciale questo cammino.

La costa jonica

Nella Calabria meno conosciuta

E ancora si può tornare a vivere una Calabria diversa da quella che solitamente visitiamo l’estate per un cammino adatto a tutti lungo la costa ionica calabrese, nella punta estrema della penisola italiana, con le montagne dell’Aspromonte a fare da cornice tra l’azzurro del mare e del cielo e il bianco delle rocce.
Camminando si potranno ascoltare il frangersi delle onde del mare, i suoni del vento e degli uccelli e con la possibilità di rigenerarsi con un bagno nelle splendide acque del mare Ionio.
La luce del sole che tramonta sull’Etna si trasforma in una scenografia da immortalare in foto e che sicuramente rimarrà a lungo impressa nella mente di ognuno di noi.
Ospitalità, mare limpido, spiagge infinite e deserte, camminate tra i profumi della macchia mediterranea e degli agrumi, le fiumare, i borghi arroccati in lontananza, cibo genuino e tradizionale saranno i punti forti di questo viaggio in una terra poco conosciuta e lontana dal “tradizionale” turismo di massa legato al mare… che sarà tutto per noi e per le tartarughe Caretta Caretta.
Questo tratto di costa infatti rappresenta l’area di nidificazione più importante d’Italia per questa specie, come accertato dai più recenti studi eseguiti dall’Università della Calabria di Cosenza.

Il cammino dei Sanniti

In Molise sul cammino dei sanniti

A settembre si può anche approfittare del bel tempo per visitare luoghi sconosciuti e inediti come il Cammino dei Sanniti in Molise solo per camminatori esperti.
Un percorso lungo le tracce di un popolo scomparso attraverso una storia fantastica, di coraggio e lotta per la libertà.
Sulle orme di un romanzo, Viteliù, che significa Italia, nel linguaggio antico dei popoli italici, perché l’Italia nacque proprio lì e nacque per difendere libertà e autodeterminazione di ben dodici popoli appenninici sotto la guida di Sanniti e Marsi.
Questo viaggio sulle tante tracce rimaste di un popolo antico è destinato a chi ama la storia e le sue suggestioni.
Così le mura ciclopiche su un monte diventano un accampamento, le basi di un tempio riprendono vita e ogni sasso squadrato saprà raccontare storie antiche come il Santuario della Nazione, la città del Toro Sacro, la Pietra-che-viene-avanti, l’antro di Kerres. Senza dimenticare il presente: incontri con persone vere, natura e cultura. Nella prima parte del viaggio, l’ambiente sarà più montano e si saliranno alcuni monti panoramici, tra cui il Monte Kaprum e il Monte Campo, entrambi di circa 1.750 metri. Si cammina, poi, sul tratturo Celano – Foggia, uno dei tratturi principali che collegavano Abruzzo, Molise e Puglia per il trasferimento stagionale delle greggi.

La Magna Francigena

In Sicilia sulla Magna via Francigena

E infine la Sicilia, a fine settembre già più tranquilla da scoprire a passo lento lungo la Magna Via Francigena, un percorso da fare solo con un buon livello di esperienza.
Questa è una delle più importanti vie storiche siciliane, un tempo strada romana fino a diventare il fulcro del sistema viario normanno.
È anche la testimonianza che anche la Sicilia nel Medioevo partecipò attivamente al fenomeno del pellegrinaggio.
Da questa strada che collega la costa nord a quella sud e che attraversa il cuore dell’isola, è passata la storia della Sicilia e dell’Europa intera, pellegrini, soldati, viaggiatori, arabi, greci, normanni: qui si è incontrato il Mediterraneo e qui si è formata l’Europa.
La Magna Via è lunga quasi 140 km da farsi in sei tappe, le più belle e selvagge, tralasciando quelle con più asfalto e paesaggi eccessivamente antropizzati.
Si parte da Piana degli Albanesi alle porte di Palermo, patria del miglior cannolo siciliano, attraverseremo paesi e borghi evocativi come Corleone, Prizzi, Sutera, e concluderemo alle porte di Agrigento, a Racalmuto, il paese che diede i natali al grandissimo Leonardo Sciascia. Percorrere oggi la Magna Via significa tante cose, ma soprattutto dare opportunità di lavoro e di sviluppo di un turismo sostenibile a chi vive nella Sicilia interna. Significa anche sostenere concretamente le strutture ricettive che hanno avviato la loro attività e supportare il lavoro dell’Associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia, che attraverso il recupero dei sentieri e coinvolgendo attivamente le realtà locali, hanno avviato questo grande progetto.

Camminare e far rinascere le antiche Vie è come accarezzare dolcemente l’anima di un territorio e la Sicilia, con tutta la sua bellezza e ricchezza di storia, arte e natura, ha bisogno di tante carezze, e tante sa restituirne.