Apr 11, 2018 | Chianti Classico
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La storia di Barberino e Tavarnelle lancia un ponte verso il futuro.
Due amministrazioni, appartenenti a due diverse valli, la Pesa e la Valdelsa, che scelgono di tornare unite a distanza di oltre un secolo, avanza, guarda lontano verso il futuro e si realizza appunto nel processo di trasformazione che è insito nel corso mutevole della natura e della vita umana.
Una svolta epocale nella Toscana dei campanili. Era il 1 maggio 1893 quando Barberino e Tavarnelle, unico comune sin dal tredicesimo secolo, sancirono la loro scissione istituzionale e amministrativa.
Nel 2018, con una volontà e un impegno partiti circa quindici anni prima, accompagnati e alimentati costantemente da un percorso di gestioni associate con il conferimento di 39 funzioni prima e dall’istituzione dell’Unione comunale del Chianti fiorentino poi, i Comuni di Barberino e Tavarnelle mettono nuovamente al centro il progetto di una comunità unitaria.
Un modello di Toscana che rivive nella molteplicità dei suoi centri, delle sue frazioni, delle tante identità che costituiscono la ricchezza paesaggistica e ambientale del territorio. Il mosaico di una Toscana nella Toscana che produce sviluppo sostenibile, attiva servizi, genera opportunità culturali e crea manufatti di qualità. Questa l’idea che ha ispirato le amministrazioni comunali che hanno dato il via ufficialmente il percorso di fusione per la creazione di un comune unico.
Ad illustrare gli obiettivi e le linee guida del progetto sono i sindaci Giacomo Trentanovi e David Baroncelli che hanno esposto per la prima volta, negli spazi dell’archivio preunitario di Barberino val d’Elsa antichi e rari documenti, del 1500 e del 1800, che ripercorrono le tappe storiche dei due territori, uniti dal 1200 e separati da 125 anni.
“Partiamo dalla storia e dagli studi – affermano – che attestano le nostre antiche origini e il percorso che le comunità hanno vissuto insieme, legate per secoli, con l’intento di arrivare a delineare, al fianco dei cittadini coinvolti nel ruolo di protagonisti attivi e partecipi in questo percorso, una realtà più forte, destinata ad assumere un peso specifico maggiore nello scacchiere politico-istituzionale a livello regionale e nazionale. Vogliamo tornare uniti perché crediamo fortemente in questo progetto che punta a realizzare importanti economie di scala, a dare alla voce alle funzioni rappresentative del nostro territorio. Vogliamo tornare uniti per ottimizzare le funzioni, ridurre i costi della politica, abbassare la pressione fiscale. Il nuovo ente sarà in grado di risparmiare sul piano gestionale attraverso la razionalizzazione della spesa e l’eliminazione delle doppie funzioni. Saprà generare investimenti grazie ai 22 milioni di euro, spalmati in dieci anni, ottenuti dallo Stato e della Regione in virtù del processo di fusione. Saprà affrontare le sfide della contemporaneità mettendo in campo servizi mirati, consoni ai bisogni e interventi di prossimità, un tema centrale del futuro del comune unico è la vicinanza e l’attenzione alle frazioni. La riunificazione renderà più funzionali ed efficienti gli uffici, le sedi rimarranno entrambe nei rispettivi territori, i front office e gli sportelli integrati saranno garantiti nel loro orario di apertura al pubblico”.
Il nuovo comune, nell’idea delle amministrazioni comunali, mira a rispondere alle necessità di sviluppo del territorio, mantenere alta la qualità della vita, migliorando i servizi, investendo sulla manutenzione, riqualificando i tessuti urbani, costruendo infrastrutture. In un territorio, caratterizzato da tanti centri, la forza su cui far leva è proprio la ricchezza delle diverse identità.
Frazioni più vicine e vivibili. “I benefici, i vantaggi e le ricadute positive – aggiungono i primi cittadini – sull’economia e sulla qualità della vita in generale del nostro territorio saranno enormi, in caso di fusione. Non possiamo più pensare di camminare da soli; abbiamo bisogno di unità per avanzare più forti ed essere competitivi sul piano produttivo, turistico e promozionale. Abbiamo bisogno di manutenzioni, di una nuova stagione di interventi che risponda e sostenga il percorso di espansione e di ripresa economica, attestata dall’incremento del numero degli addetti nelle nostre zone industriali e dalle 311mila presenze turistiche, dato record, rilevato nel 2017, abbiamo bisogno di un nuovo Palazzetto dello Sport, di riportare le funzioni e le sedi nel centro storico di Barberino, di grandi opere di riqualificazione nelle frazioni. Abbiamo bisogno di completare le circonvallazioni dei capoluoghi e le altre arterie infrastrutturali, di realizzare la nuova scuola primaria di San Donato e i progetti di mobilità per attivare collegamenti necessari tra le frazioni e il capoluogo, utili e funzionali ai cittadini e ai visitatori, alla vita di comunità e alla promozione turistica e territoriale.Realizzeremo quelle opere che la divisione ci ha negato e porremo al centro del nostro progetto i servizi nelle frazioni”.
Le tappe della storia:
1200 Lega di San Donato con i pivieri di San Donato in Poggio, San Pietro in Bossolo, Sant’Appiano
1570 San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa riuniti nella podesteria dei due territori
1808 Napoleone sopprime la podesteria di Barberino e Tavarnelle e istituisce il Comune di Tavarnelle
1810 la restaurazione riporta la centralità amministrativa a Barberino Val d’Elsa, momento complesso in cui la vita commerciale economica aveva creato un fulcro nel tessuto urbano di Tavarnelle
1892-93 delibera di divisione dei due comuni. Barberino Val d’Elsa chiede la separazione del capoluogo dalla sua frazione, Tavarnelle Val di Pesa.
Dall’archivio storico preunitario di Barberino Val d’Elsa sono stati estratti ed esposti per la prima volta, accessibili e consultabili, alcuni importanti documenti: gli Statuti della Podesteria di San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa 1570 e delibera del Consiglio comunale di Barberino Val d’Elsa del novembre 1892.
Nuovi strumenti e tempi del percorso di fusione:
I Comuni di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa hanno ottenuto dalla Regione Toscana un finanziamento finalizzato alla redazione del Piano Strutturale Intercomunale. Si tratta del primo documento urbanistico in cui troveranno spazio le visioni dei rispettivi territori, integrate ai fini della creazione di un’unica idea di futuro del nuovo ente.
E’ stata programmata per mercoledì 18 aprile alle ore 20:45, nell’auditorium della nuova scuola primaria di Barberino Val d’Elsa Andrea da Barberino, la seduta congiunta dei Consigli Comunali di Barberino e Tavarnelle, chiamati a deliberare sulla proposta di fusione delle amministrazioni comunali. La proposta che dà avvio alla costituzione della legge regionale sarà vagliata nei mesi successivi dalla Regione Toscana. I cittadini di Barberino e Tavarnelle saranno chiamati ad esprimersi sul percorso di fusione nella consultazione referendaria che si terrà ad ottobre 2018. Le amministrazioni comunali rimarranno in carica fino a dicembre 2018. Nel caso in cui sarà votata la fusione il nuovo comune unico nascerà dal primo gennaio 2019.
Il lavoro delle Commissioni consiliari
Le commissioni di Barberino e Tavarnelle, presiedute da Francesco Grandi e Francesco Tomei, che affiancano le amministrazioni comunali nel percorso verso il comune unico, stanno portando avanti il loro lavoro con impegno e passione, nell’interesse delle comunità. “Stiamo lavorando bene insieme – dicono – in termini di confronto, di idee e condivisione, tante le questioni di cui si stiamo occupando, oltre alla definizione del nome Barberino Tavarnelle che abbiamo da poco deliberato con voto unanime, stiamo dedicando il nostro tempo, attraverso ricerche e studi, allo stemma del nuovo Gonfalone e ai contenuti dello Statuto che non vuole limitarsi ad uno strumento formale ma deve contenere le anime dei due territori”.[:en]
La storia di Barberino e Tavarnelle lancia un ponte verso il futuro.
Due amministrazioni, appartenenti a due diverse valli, la Pesa e la Valdelsa, che scelgono di tornare unite a distanza di oltre un secolo, avanza, guarda lontano verso il futuro e si realizza appunto nel processo di trasformazione che è insito nel corso mutevole della natura e della vita umana.
Una svolta epocale nella Toscana dei campanili. Era il 1 maggio 1893 quando Barberino e Tavarnelle, unico comune sin dal tredicesimo secolo, sancirono la loro scissione istituzionale e amministrativa.
Nel 2018, con una volontà e un impegno partiti circa quindici anni prima, accompagnati e alimentati costantemente da un percorso di gestioni associate con il conferimento di 39 funzioni prima e dall’istituzione dell’Unione comunale del Chianti fiorentino poi, i Comuni di Barberino e Tavarnelle mettono nuovamente al centro il progetto di una comunità unitaria.
Un modello di Toscana che rivive nella molteplicità dei suoi centri, delle sue frazioni, delle tante identità che costituiscono la ricchezza paesaggistica e ambientale del territorio. Il mosaico di una Toscana nella Toscana che produce sviluppo sostenibile, attiva servizi, genera opportunità culturali e crea manufatti di qualità. Questa l’idea che ha ispirato le amministrazioni comunali che hanno dato il via ufficialmente il percorso di fusione per la creazione di un comune unico.
Ad illustrare gli obiettivi e le linee guida del progetto sono i sindaci Giacomo Trentanovi e David Baroncelli che hanno esposto per la prima volta, negli spazi dell’archivio preunitario di Barberino val d’Elsa antichi e rari documenti, del 1500 e del 1800, che ripercorrono le tappe storiche dei due territori, uniti dal 1200 e separati da 125 anni.
“Partiamo dalla storia e dagli studi – affermano – che attestano le nostre antiche origini e il percorso che le comunità hanno vissuto insieme, legate per secoli, con l’intento di arrivare a delineare, al fianco dei cittadini coinvolti nel ruolo di protagonisti attivi e partecipi in questo percorso, una realtà più forte, destinata ad assumere un peso specifico maggiore nello scacchiere politico-istituzionale a livello regionale e nazionale. Vogliamo tornare uniti perché crediamo fortemente in questo progetto che punta a realizzare importanti economie di scala, a dare alla voce alle funzioni rappresentative del nostro territorio. Vogliamo tornare uniti per ottimizzare le funzioni, ridurre i costi della politica, abbassare la pressione fiscale. Il nuovo ente sarà in grado di risparmiare sul piano gestionale attraverso la razionalizzazione della spesa e l’eliminazione delle doppie funzioni. Saprà generare investimenti grazie ai 22 milioni di euro, spalmati in dieci anni, ottenuti dallo Stato e della Regione in virtù del processo di fusione. Saprà affrontare le sfide della contemporaneità mettendo in campo servizi mirati, consoni ai bisogni e interventi di prossimità, un tema centrale del futuro del comune unico è la vicinanza e l’attenzione alle frazioni. La riunificazione renderà più funzionali ed efficienti gli uffici, le sedi rimarranno entrambe nei rispettivi territori, i front office e gli sportelli integrati saranno garantiti nel loro orario di apertura al pubblico”.
Il nuovo comune, nell’idea delle amministrazioni comunali, mira a rispondere alle necessità di sviluppo del territorio, mantenere alta la qualità della vita, migliorando i servizi, investendo sulla manutenzione, riqualificando i tessuti urbani, costruendo infrastrutture. In un territorio, caratterizzato da tanti centri, la forza su cui far leva è proprio la ricchezza delle diverse identità.
Frazioni più vicine e vivibili. “I benefici, i vantaggi e le ricadute positive – aggiungono i primi cittadini – sull’economia e sulla qualità della vita in generale del nostro territorio saranno enormi, in caso di fusione. Non possiamo più pensare di camminare da soli; abbiamo bisogno di unità per avanzare più forti ed essere competitivi sul piano produttivo, turistico e promozionale. Abbiamo bisogno di manutenzioni, di una nuova stagione di interventi che risponda e sostenga il percorso di espansione e di ripresa economica, attestata dall’incremento del numero degli addetti nelle nostre zone industriali e dalle 311mila presenze turistiche, dato record, rilevato nel 2017, abbiamo bisogno di un nuovo Palazzetto dello Sport, di riportare le funzioni e le sedi nel centro storico di Barberino, di grandi opere di riqualificazione nelle frazioni. Abbiamo bisogno di completare le circonvallazioni dei capoluoghi e le altre arterie infrastrutturali, di realizzare la nuova scuola primaria di San Donato e i progetti di mobilità per attivare collegamenti necessari tra le frazioni e il capoluogo, utili e funzionali ai cittadini e ai visitatori, alla vita di comunità e alla promozione turistica e territoriale.Realizzeremo quelle opere che la divisione ci ha negato e porremo al centro del nostro progetto i servizi nelle frazioni”.
Le tappe della storia:
1200 Lega di San Donato con i pivieri di San Donato in Poggio, San Pietro in Bossolo, Sant’Appiano
1570 San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa riuniti nella podesteria dei due territori
1808 Napoleone sopprime la podesteria di Barberino e Tavarnelle e istituisce il Comune di Tavarnelle
1810 la restaurazione riporta la centralità amministrativa a Barberino Val d’Elsa, momento complesso in cui la vita commerciale economica aveva creato un fulcro nel tessuto urbano di Tavarnelle
1892-93 delibera di divisione dei due comuni. Barberino Val d’Elsa chiede la separazione del capoluogo dalla sua frazione, Tavarnelle Val di Pesa.
Dall’archivio storico preunitario di Barberino Val d’Elsa sono stati estratti ed esposti per la prima volta, accessibili e consultabili, alcuni importanti documenti: gli Statuti della Podesteria di San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa 1570 e delibera del Consiglio comunale di Barberino Val d’Elsa del novembre 1892.
Nuovi strumenti e tempi del percorso di fusione:
I Comuni di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa hanno ottenuto dalla Regione Toscana un finanziamento finalizzato alla redazione del Piano Strutturale Intercomunale. Si tratta del primo documento urbanistico in cui troveranno spazio le visioni dei rispettivi territori, integrate ai fini della creazione di un’unica idea di futuro del nuovo ente.
E’ stata programmata per mercoledì 18 aprile alle ore 20:45, nell’auditorium della nuova scuola primaria di Barberino Val d’Elsa Andrea da Barberino, la seduta congiunta dei Consigli Comunali di Barberino e Tavarnelle, chiamati a deliberare sulla proposta di fusione delle amministrazioni comunali. La proposta che dà avvio alla costituzione della legge regionale sarà vagliata nei mesi successivi dalla Regione Toscana. I cittadini di Barberino e Tavarnelle saranno chiamati ad esprimersi sul percorso di fusione nella consultazione referendaria che si terrà ad ottobre 2018. Le amministrazioni comunali rimarranno in carica fino a dicembre 2018. Nel caso in cui sarà votata la fusione il nuovo comune unico nascerà dal primo gennaio 2019.
Il lavoro delle Commissioni consiliari
Le commissioni di Barberino e Tavarnelle, presiedute da Francesco Grandi e Francesco Tomei, che affiancano le amministrazioni comunali nel percorso verso il comune unico, stanno portando avanti il loro lavoro con impegno e passione, nell’interesse delle comunità. “Stiamo lavorando bene insieme – dicono – in termini di confronto, di idee e condivisione, tante le questioni di cui si stiamo occupando, oltre alla definizione del nome Barberino Tavarnelle che abbiamo da poco deliberato con voto unanime, stiamo dedicando il nostro tempo, attraverso ricerche e studi, allo stemma del nuovo Gonfalone e ai contenuti dello Statuto che non vuole limitarsi ad uno strumento formale ma deve contenere le anime dei due territori”.[:]
Nov 26, 2015 | Chianti Classico, Enogastronomia
[:it]
di Nadia Fondelli – E’ passato un po’ di tempo dalla scoperta dell’acqua calda dell’organizzazione mondiale della sanità sulla carne rossa che, se mangiata in abbondanza non fa bene e demonizza insaccati e bovini additandoli come le pallottole del tumore al colon.
A tal proposito hanno pontificato esperti e soloni di ogni disciplina e oggi, a bocce più ferme, scendono in campo gli amministratori e gli artigiani del gusto del Chianti in difesa della carne fresca del territorio.
I chiantigiani che sono notoriamente amanti della bistecca non sarà un caso risultano una delle popolazioni più longeve, nonostante la carne rossa.
E allora di dubbi ne vengono e molti.
In Chianti c’è da sempre una cultura dell’alimentazione e la filiera corta non è una parola di moda ma uno stile di vita.
Contrariamente a quanto la società dei consumi ha imposto per anni la qualità deve sempre dominare sulla quantità e i medici devono dirlo bene e devono dire, altrettanto con chiarezza, che la carne rossa non fa male se mangiata in modiche quantità e da filiera corta.
Amministratori, medici e “beccai” del Chianti si sono coalizzati e sono scesi in città – nello specifico nei modaioli spazi del mercato centrale – per gridare forte che la loro carne se mangiata con moderazione e insieme a uno sano stile di vita non fa male.
“Conosciamo personalmente i nostri animali, andiamo a vedere dove crescono, come sono allevati, come vengono macellati e siamo noi ad alzarci alle sei di mattina per andare in bottega a preparare i salumi.” Morando Morandi, macellaio da 57 anni in quel di Tavarnelle val di Pesa e figlio e nipote di macellai è un fiume in piena: “I consumatori devono sapere la differenza che c’è fra una bestia allevata in natura e una in batteria. Si sono mai chiesti come fanno ad essere belli e perfetti certi salami? Come mai la carne viene confezionata in quelle vaschette bianche e con quelle cartine? Come fa certa carne, anche dopo giorni ad essere sempre bella rossa?”
Beh che ci sia differenza fra un hamburger da un euro tutto compreso e quello del macellaio sotto casa era immaginabile ma poco noto al consumatore che la vaschetta e la carta servono per assorbire acqua e liquidi che una carne sana non deve avere, che certi salumi industriale contengono sì e no 10% di suino e tanta chimica e che la carne oltre i tre giorni è inevitabile che diventi nera.
Serve riscoprire la bontà, recuperare l’onore ed esaltare i pregi della carne di qualità. “Questa task force chiantigiana – dichiarano i sindaci Massimiliano Pescini, David Baroncelli, Paolo Sottani, Giacomo Trentanovi – nasce non solo per esprimere un giudizio diverso da quello dell’Oms nel nome della qualità del prodotto, ma vuole salvaguardare le diversità e opporre una sorta di resistenza-gastronomica ai mercati globalizzati.”
Il Chianti risponde così con forza alla scoperta dell’acqua calda con un bel bicchiere di Sangiovese e una bella bistecca!
[:en]di Nadia Fondelli – E’ passato un po’ di tempo dalla scoperta dell’acqua calda dell’organizzazione mondiale della sanità sulla carne rossa che, se mangiata in abbondanza non fa bene e demonizza insaccati e bovini additandoli come le pallottole del tumore al colon.
A tal proposito hanno pontificato esperti e soloni di ogni disciplina e oggi, a bocce più ferme, scendono in campo gli amministratori e gli artigiani del gusto del Chianti in difesa della carne fresca del territorio.
I chiantigiani che sono notoriamente amanti della bistecca non sarà un caso risultano una delle popolazioni più longeve, nonostante la carne rossa.
E allora di dubbi ne vengono e molti.
In Chianti c’è da sempre una cultura dell’alimentazione e la filiera corta non è una parola di moda ma uno stile di vita.
Contrariamente a quanto la società dei consumi ha imposto per anni la qualità deve sempre dominare sulla quantità e i medici devono dirlo bene e devono dire, altrettanto con chiarezza, che la carne rossa non fa male se mangiata in modiche quantità e da filiera corta.
Amministratori, medici e “beccai” del Chianti si sono coalizzati e sono scesi in città – nello specifico nei modaioli spazi del mercato centrale – per gridare forte che la loro carne se mangiata con moderazione e insieme a uno sano stile di vita non fa male.
“Conosciamo personalmente i nostri animali, andiamo a vedere dove crescono, come sono allevati, come vengono macellati e siamo noi ad alzarci alle sei di mattina per andare in bottega a preparare i salumi.” Morando Morandi, macellaio da 57 anni in quel di Tavarnelle val di Pesa e figlio e nipote di macellai è un fiume in piena: “I consumatori devono sapere la differenza che c’è fra una bestia allevata in natura e una in batteria. Si sono mai chiesti come fanno ad essere belli e perfetti certi salami? Come mai la carne viene confezionata in quelle vaschette bianche e con quelle cartine? Come fa certa carne, anche dopo giorni ad essere sempre bella rossa?”
Beh che ci sia differenza fra un hamburger da un euro tutto compreso e quello del macellaio sotto casa era immaginabile ma poco noto al consumatore che la vaschetta e la carta servono per assorbire acqua e liquidi che una carne sana non deve avere, che certi salumi industriale contengono sì e no 10% di suino e tanta chimica e che la carne oltre i tre giorni è inevitabile che diventi nera.
Serve riscoprire la bontà, recuperare l’onore ed esaltare i pregi della carne di qualità. “Questa task force chiantigiana – dichiarano i sindaci Massimiliano Pescini, David Baroncelli, Paolo Sottani, Giacomo Trentanovi – nasce non solo per esprimere un giudizio diverso da quello dell’Oms nel nome della qualità del prodotto, ma vuole salvaguardare le diversità e opporre una sorta di resistenza-gastronomica ai mercati globalizzati.”
Il Chianti risponde così con forza alla scoperta dell’acqua calda con un bel bicchiere di Sangiovese e una bella bistecca!
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Apr 10, 2013 | Chianti Classico, Shopping
di Nadia Fondelli – Due giovani cinquantenni pieno di vita e voglia di reinventarsi. Questi sono Silvia Bertolucci e Mauro Migli che da qualche anno hanno messo in garage il furgone con cui giravano i mercati a vendere oggetti artigianali ed etnici, e si sono fermati nel cuore del Chianti, a Tavarnelle Val di Pesa, a produrre a mano cuscini in tessuto naturale e pula di farro bio per poi venderli con successo, nelle piazze e nei mercati virtuali con il nome di Ecoartigianato.
L’incontro (di successo) fra l’arte antica dell’artigianato e la modernità del virtuale si fonde alla perfezione con questi due artigiani, figli di artigiani.
La loro svolta è avvenuta, quasi inattesa, grazie alla passione di Mauro per il web: “Eravamo in un momento in cui eravamo stanchi di rubare tempo al nostro lavoro per trattare con i negozi e girare per mercati e fiere; così abbiamo deciso di provare qualcosa di diverso aprendo una pagina su eBay ed un blog.
Con sorpresa, fin da subito in molti hanno iniziato a contattarci, per curiosità, ma soprattutto per acquistare. Gradualmente abbiamo iniziato così a migrare sul web e oggi vendiamo i nostri prodotti quasi interamente online. Forse la nostra è stata solo la fortuna di saper cogliere l’occasione giusta nel momento giusto, o forse questi particolari prodotti trovano il loro mercato ideale proprio in rete.”
Silvia è invece l’artista, colei che china, a testa bassa, disegna ogni modello ed ogni singolo pezzo; tutti unici. Gli taglia e li cuce a mano, senza cerniere, ma con le fettucce, come facevano una volta le nonne… Cuscini dai colori naturali, di varie forme e dimensioni adatti alle famiglie, ai centri yoga agli agriturismi.
“In rete – dice Silvia – abbiamo scoperto anche il mondo delle mamme ed abbiamo iniziato così a creare un linea mirata: i cuscini per l’allattamento, poggia-schiena per passeggini, mezzaluna per auto che stanno avendo una grande richiesta. Così come tutti i prodotti le per persone costrette a letto o sulla sedia a rotelle. Abbiamo poi anche cosette più frivole, come piccoli gadget e porta-mouse…”
Ma cosa hanno di speciale i cuscini di Ecoartigianato?
Innanzitutto i materiali naturali: canapa e cotone bio. Ma ciò che fa dei cuscini di Silvia e Mauro qualcosa di davvero speciale è nel cuore del cuscino, ovvero nell’imbottitura fatta solo di pula di farro, ovvero la buccia del chicco peraltro difficilissima da reperire: “Il farro è un grano antichissimo – prosegue Silvia – di cui compriamo e recuperiamo la buccia intera dai mulini che usano farro da agricoltura biologica.
I chicchi, dopo essere stati opportunamente spolverati e crio-trattati vengono utilizzati per l’imbottitura dei cuscini. Perché abbiamo scelto la pula di farro?
Perché ha molti effetti positivi sulla salute: oltre ad essere anallergica, antiacaro ed assorbente dell’umidità, grazie al suo contenuto di acido silicico è lenitiva per malesseri quali dolori cervicali, torcicollo, mal di schiena e mal di pancia. I pupazzetti poi, sono perfetti per conciliare il sonno dei vostri bambini”.
Incredibile scoprire quanto sia davvero possibile vivere senza inutili medicinali chimiche (l’acido silicico è infatti il principio attivo dell’Aspirina!) e allora viene da domandare a Silvia come mai i suoi prodotti in Italia sono ancora poco conosciuti quando invece sono popolarissimi nei paesi di cultura Mitteleuropea?
“Una tradizione culturale precisa.In Austria, Svizzera e Germania dove si usava la pula di farro per i materassi dei figli, ma in virtù al culto per Santa Ildegarda una mistica tedesca che scrisse interessanti trattati di medicina naturale nel 1100 in cui molto si è diceva sui benefici del farro.”
Mauro e Silvia raccontano con semplice entusiasmo e spontaneità la loro curiosa ed entusiasmante esperienza di vita; raccontano come tutto sia nato spontaneamente, nel Natale del 2005 e di non aver assolutamente studiato nessuna strategia marketing a tavolino “del resto amiamo vivere nella natura, facciamo lo yogurt da soli, abbiamo l’orto…
Sul nostro sito troverete solo qualche video fatto in casa perché crediamo che per molte persone valga più di tante campagne pubblicitarie fatte da creativi che magari dipingono di verde un prodotto che non lo è”.
Una nuova vita che inizia a 50 anni dimostra che tutto può accadere, specie se sai vivere con calma, nell’armonia e nelle serenità di vivere con rispetto per la natura per se per gli altri.
Ecoartigianato Strada di Bonazza 11 – Tavarnelle Val di Pesa (Firenze). www.ecoartigianato.com
by Nadia Fondelli – Wo young online catalogs sellers of viagra and cialis in the usa men in their fifties full of life and desire to reinvent themselves. These are Silvia Bertolucci and Mauro miles per year have put that somewhere in the garage with the van which turned markets selling handicrafts and ethnic groups, and they stopped in the heart of Chianti, Greve in Chianti, to produce handmade pillows natural fabrics and organic spelled husks and sell them successfully, in the streets and marketplaces as the Ecoartigianato.
The meeting (of success) between the ancient art and craft of the virtual modernity blends perfectly with these two artisans, children of artisans.
Their breakthrough came almost unexpectedly, thanks to the passion for the web Mauro: “We were in a time when we were tired take time out of our work to deal with the shops and turn to markets and fairs, so we decided to try something other than opening a page on eBay and a blog.
With surprise, right from the start, many have begun to contact us, out of curiosity, but also to buy. Gradually we started to migrate on the web and so today we sell our products almost entirely online. Maybe ours was just lucky enough to be able to take the opportunity at the right time, or maybe these particular products find their ideal market in their network. ”
Silvia is instead the artist, the one who bowed his head down, draws every model and every single piece, all unique. The cut and sew them by hand, without hinges, but with the tapes, as they once did grandmothers … Pillows with natural colors, various shapes and sizes suitable for families, yoga centers to the coast.
“On-line – Silvia says – we also discovered the world of mothers and so we started to create a line targeted: the pillows for breastfeeding, back-rest for strollers, car crescent who are having a great demand. As with all the products for bedridden or in a wheelchair. We then also little things more frivolous, like small gadgets and mouse holder … ”
But what is so special pillows Ecoartigianato?
First of all natural materials: hemp and organic cotton. But what makes the cushions of Silvia and Mauro something special is in the heart of the pillow, or in the padding made only of barley husk, the husk of the grain that is also difficult to find: “Spelt is an ancient grain – continued Silvia – of which we buy, and we recover the entire peel from the mills that use organically grown barley.
The grains, after being properly dusted and cryo-treated are used for stuffing pillows. Why we chose the Spelt?
Because it has many positive effects on health: in addition to being non-allergenic, anti-mite and moisture absorbent, thanks to its content of silicic acid is soothing for illnesses such as neck pain, stiff neck, back pain and stomach ache. The puppets then, they are perfect to help sleep of your children. ”
Incredible find out how much it is really possible to live without unnecessary chemical medicines (silicic acid is in fact the active ingredient of Aspirin!) And then comes to ask why Silvia its products in Italy are still poorly understood when in fact they are very popular in the countries Central European culture?
“A cultural tradition precisa.In Austria, Switzerland and Germany, where it was used the barley husk mattresses for children, but due to the cult of St. Hildegard a German mystic who wrote interesting on natural medicine in 1100 in which much has been said about the benefits of barley. ”
Mauro and Silvia told with simple enthusiasm and spontaneity of their curious and exciting life experience; tell how everything is born spontaneously in the Christmas of 2005 and not to have absolutely no strategy studied marketing at the table “after all we love living in nature, we do the yogurt alone, we have a vegetable garden …
On our site you will find only a few homemade video because we believe that for many people is worth more than many advertising campaigns made by creative people who paint themselves green maybe a product that is not. ”
A new life begins at 50 years shows that anything can happen, especially if you can live with calm, harmony and serenity to live with respect for nature, for themselves and for others.
Ecoartigianato Road Bonazza 11 – Greve in Chianti (Florence). www.ecoartigianato.com
Mar 16, 2012 | Arte e cultura, Chianti Classico
Silenzio, beatitudine e ombrosi cipressi accolgono che chi si avvicina a questa maestosa Badia, custode fra l’altro delle spoglie mortali del Santo fondatore dell’ordine benedettino: Giovanni Gualberto.
Alterne sono le vicende che hanno caratterizzato la millenaria storia di questo luogo. Distrutta e poi ricostruita la badia è stata pesantemente restaurata, ma mantiene inalterato un fascino unico e tutto il suo grandioso archivio in cui sono custodi i documenti che hanno scritto la storia del Chianti e di questa parte di Toscana.
Notevole anche il patrimonio artistico rimasto nonostante il buio periodo delle depredazioni napoleoniche. Grandiosi innanzitutto gli affreschi conservati all’interno della chiesa: quelli di Alessandro Allori nella cappella di Giovanni Gualberto, quelli di Benedetto Veli, ma su tutti quelli di un giovane destinato a sicura fama: Domenico Ghirlandaio che qui, a soli ventisette anni rappresentò la grandiosa Ultima cena sita nel Refettorio.
Architettonicamente parlando gli elementi che maggiormente colpiscono sono il quattrocentesco chiostro e l’antica torre-campanile oltre allo straordinario labirinto verde del giardino all’italiana.
Badia a Passignano è pronta ad accogliere tutti nel rispetto del suo silenzio, della sua quiete, del suo ascetismo spirituale, del suo sguardo sui filari di vigne più famose del mondo come millenaria custode della storia chiantigiana.