La grande festa della Barcolana

La grande festa della Barcolana

Trieste città gioiello di eleganza e cultura si preprara per il fine settimana più incredibile dell’anno quello della Barcolana, la grande regata di fine stagione che attira in città e nei dintorni, per tre giorni, migliaia di persone.
La Barcolana è una grande festa diventata non solo per i triestini una tradizione indissolubile ma è doveroso andare un po’ indietro nel tempo e raccontare quella che è diventata oggi una regata di fama internazionale.
La Barcolana è nata nel 1969 per iniziativa della Società Velica di Barcola e Grignano e si tiene ogni anno nel golfo di Trieste nella seconda domenica di ottobre.

Photo credit: Epsilon68 – Street and Travel Photography on Visualhunt.com

La regata velica da primato

In quel 1969 alla prima edizione della Barcolana parteciparono 51 imbarcazioni, tutte di circoli velici triestini. Poi anno dopo anno la regata è cresciuta fino a coinvolgere equipaggi internazionali con velisti di caratura mondiale.
Potremmo definirla una regata velica storica, nota per essere una delle regate con più partecipanti, Tant’è che nel 2018, in occasione della 50ª edizione è entrata ufficialmente nel Guinness dei Primati come “Largest Sailing Race”, ovvero regata più grande del mondo, grazie alle 2689 imbarcazioni iscritte.

Trieste di notte. Photo credit: miroslav0108 on Visualhunt

Il percorso

La particolare formula che contraddistingue la Barcolana la rende un evento unico nel panorama velico internazionale. Su una singola linea di partenza, infatti, si ritrovano a gareggiare fianco a fianco velisti professionisti e semplici appassionati, su imbarcazioni di varie dimensioni che vengono suddivise in categorie a seconda della lunghezza.
La regata si svolge su un percorso di circa 13 miglia, che nel corso degli anni ha subito diverse modifiche.
La linea di partenza è fissata alle 10.30 tra il Castello di Miramare e la sede della Società Velica di Barcola e Grignano, accostata maggiormente alla riviera di Barcola.
Al largo del Faro della Vittoria inizia la fase finale della regata, che conduce gli equipaggi all’arrivo: si naviga per 160 gradi fino a raggiungere, dopo un miglio e mezzo, la Diga del Porto Vecchio, dove, di fronte alla piazza dell’Unità, è posizionato l’arrivo della regata, consentendo al pubblico di seguire l’arrivo da terra a occhio nudo, da San Giusto, da piazza Unità, da Miramare, lungo la Napoleonica o la Strada del Friuli.

Photo credit: dani7c3 on VisualHunt

I luoghi migliori dove vederla

E’ possibile vedere la Barcolana dal basso (mare) o dall’alto (Carso).  Se preferite vederla dal mare uno dei posti migliori è Barcola il luogo dove la regata è nata. Un luogo comodo da raggiungere dal centro città con l’autobus di linea 6 e 36.. Il consiglio è di arrivare almeno 3/4 ore prima per guadagnarsi un posto migliore.
I luoghi migliori per vedere la Barcolana dall’alto invece si trovano sul Carso e si tratta della parte finale della strada Napoleonica (arrivando da Prosecco) e del Santuario di Monte Grisa, entrambi raggiungibili sia in auto che con i mezzi.
C’è di più, per chi ama la Barcolana esperienza unica è mettere la sveglia al mattino presto per fare un giro sulle Rive prima che tutto si metta in moto.
Gli equipaggi che si preparano, chi fa colazione in pozzetto, chi va e torna con le borse della spesa dai supermercati vicini (aperti in anticipo per l’occasione), chi si appena svegliato dalla festa della sera prima, chi si prepara con stretching alla regata e chi ride e scherza.
Ci sono poi due luoghi davvero speciali e spettacolari da dove poter ammirare la regata.
Il primo è sul Faro della Vittoria, che di solito in occasione della regata è aperto con orario continuato. Attenzione però: non ci può essere posto per tutti, quindi preparati ad aspettare… .
L’altro ancora più speciale, è la possibilità di salire sulla torretta del Castello di Miramare; da lassù il punto di osservazione è il migliore di tutti: proprio sul mare e davanti alla zona dove le barche sono impegnate nella fase cruciale della regata. Se vuoi approfittare prenota subito il tuo posto: si può accedere per turni perché lo spazio è piccolo; la visita è compresa nel prezzo del biglietto per il Castello; per saperne di più, leggi l’evento su Facebook e scrivi a eventi.miramare@cultura.gov.it.

Photo credit: dani7c3 on VisualHunt

Vivere la Barcolana dal mare

E se volessi vedere la Barcolana dal mare non puoi scegliere che d”imbarcarti”. Lo puoi fare dal sito ufficiale di Barcolana 55 dove si trovano tutte le possibilità offerte.
Se sei velista puoi partecipare direttamente alla regata condividendo la tua esperienza con un equipaggio e trascorrendo il sabato in mare, il giorno prima della gara, con un istruttore federale assieme al team.


Le mostre e gli eventi durante la Barcolana

La Barcolana è un evento che coinvolge ogni anno non solo i velisti ma l’intera città, attraendo turisti anche dall’estero. Peraltro a Trieste domenica 8 ottobre si può arrivare da Udine anche a bordo dello storico treno a vapore.
Ogni anno vi prendono parte circa 25.000 velisti mentre il pubblico arriva ad oltre 300.000 persone, che seguono la regata sia dalle Rive di Trieste che dalle alture del Carso.
Cosa vedere e cosa fare a Trieste e dintorni dal venerdì 6 a domenica 8 ottobre 2023.
La Barcolana non si limita alla regata della domenica mattina, ma si è allargata fino a diventare una serie di eventi che coinvolgono il mare e la città per i dieci giorni precedenti. In particolare, negli ultimi anni si svolgono diverse regate ed esibizioni collaterali:
Barcolana Young: gara riservata agli atleti dagli 8 ai 15 anni su imbarcazioni di classe Optimist;
Barcolana Classic: la regata dedicata alle barche d’epoca, classiche e “spirit of tradition”, cioè realizzate recentemente, ma fedeli alla vela d’epoca;
Barcolana by Night: regata riservata alla classe UFO 28 che si svolge in notturna di fronte a Piazza Unità d’Italia;
Barcolana FUN: rassegna che ogni anno ospita eventi e mezzi particolari, legati dall’essere fortemente adrenalinici (kitesurf, foil, windsurf);
Barcolana Nuota: gara di nuoto di fondo che si svolge davanti a Piazza Unità d’Italia.
Non mancano gli eventi a terra, che completano il programma:
Villaggio Barcolana: una serie di stand allestiti sulle Rive di Trieste e in Piazza Unità d’Italia, con aree enogastronomiche, spazi riservati agli sponsor, esposizioni di materiali tecnici;
Barcolana Un Mare di Racconti: festival letterario a tema marittimo, inaugurato nel 2019.

Colori e allegria alla Barcolana

Il programma anche degli eventi collaterale è molto fitto che è davvero difficile scegliere
Al mare protagonista assoluto del fine settimana è dedicata la mostra Amare il Mare, in centro città. Inaugurata sabato 30 settembre nella Galleria d’Arte Rettori Tribbio in Piazza Vecchia 6 a pochi passi da Piazza Unità espone opere in stili, linguaggi e tecniche tra i più diversi uniti attorno a un unico soggetto: il mare. Visitabile da martedì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30 domenica dalle 10 alle 12.
Rotte in Libertà: mostra di Ester Maria Negretti, un viaggio artistico ispirato alle barche a vela, compiuto nel 2023, circumnavigando il Mediterraneo. Da ammirare presso la Sala Xenia in Riva tre Novembre 7, di fronte al villaggio Barcolana dal 3 al 8 ottobre.
Borea nelle Rose dei Venti: mostra di stampe, cartografia e curiosità sui venti con oltre 30 carte geografiche originali, databili dal XV al XIX secolo, che celebrano il mito del Re del Vento e documentano l’evoluzione della percezione dei confini del bacino del Mediterraneo attraverso i secoli. Villa Italia, Comando Regione Militare, Villa Necker – Via dell’Università, 2. Da martedì 03 ottobre 2023. Orari di visita: lunedì dalle 11 alle 17.30

 

 

Vini: viaggio ad est alla scoperta del Terrano

Vini: viaggio ad est alla scoperta del Terrano

Un vino dalla personalità unica: Il Terrano. Il Carso con le sue storie e i suoi paesaggi, tra echi di battaglie e vento del futuro: il Terrano.
Fra i tanti vini italiani non solo non è uno dei più celebri, ma è anche uno dei meno conosciuti. Forse anche da parte dei colleghi abituati a girare  Italia e papille gustative alla scoperta di novità.


Terrano, il vino del Carso

Una pecora nera o una mosca bianca? Come preferite. Per me è unico, esclusivo e peraltro antichissimo. Tanto antico che Plinio il Vecchio ne fece riferimento nell’opera “Naturalis Historia”. “Nasce nel golfo del Mare Adriatico, non lungi dalla sorgente del Timavo, su un colle sassoso dove alla brezza marina matura per poche anfore”.
Leggenda narra che sia solo per i più forti. E il Terrano è  decisamente caratteriale. O lo ami o lo odi.
Strano e sapido come lo sono le vigne abbarbicate in equilibrio instabile e inclinato su brulla roccia sferzata dalla bora.
Il mare avvolge le radici di queste piccole pianticelle che affondano  in una terra rossa e inconfondibile. Teatro impotente di un’inutile strage.
Siamo su un altopiano roccioso calcareo. In una terra di confine impervia e selvaggia con rocce permeabili che scavano, quasi trapassando la terra. E non è un caso se nei paraggi ci sono le grotte più grandi d’Europa. Sarnico  e un misterioso fiume sotterraneo che riemerge solo alla foce, il Timavo.


Carso bianco e rosso sangue

Ma fra queste doline, giusto un secolo fa, è scorso anche il sangue di tanti innocenti. Carso è il nome della terra che da origine a questo vino. Un nome che fa tremare i polsi a chi ha sentito i racconti di trincea fatti dai nonni.
Su questa costa di confine divisa fra ben tre nazioni, il vento soffia furioso in tutto il golfo: da Grado fino a Zara.
Siamo sopra Trieste, città famosa soprattutto per lo Spritz in quel terreno brullo chiamato Carso dov’ era la trincea in cui Ungaretti marciva. Qui fra una battaglia e l’altra componeva poesie immortali sui pacchetti di sigarette.
Oggi, al posto di quelle trincee ci sono insieme al ricordo le cantine che custodiscono eccellenti vini e nel caso di Cormons si è voluto creare anche il vino della pace.
Il Carso che geograficamente si divide fra Italia, Slovenia e Croazia è un susseguirsi di paesaggi selvaggi e microscopici paesini silenziosi. Profumo di salmastro, stradelle selciate, muri a secco e bilinguismo.
Terra povera, crocevia di mondi, culture e crudeltà che viveva di miseria e agricoltura.

Qui soprattutto, grazie al clima unico a metà strada esatta fra Alpi con i suoi parchi e Mediterraneo, ai tempi dell’Impero Austro Ungarico si coltivava frutta e verdura per il mercato di Trieste e fiori per quello di Vienna.
Solo più tardi è nato l’amore per la vite grazie alla passione e caparbietà degli sloveni. Si occupano da sempre di agricoltura, mentre gli italiani preferiscono la pesca e il mare. Hanno vinto  la guerra con la roccia e sono riusciti a mettere a dimora, pianta dopo pianta le viti.


Un vino antico

Da quelle pianticelle oggi si produce un’eccellenza dell’enologia mondiale: il Terrano. Vino del Carso inconfondibile con la sua personalità spiccata.
Pare scolpito dalla roccia e da quel terreno difficile da trattare che gli regala molte virtù. Dalla montagna prende l’acidità, dal mare la sapidità e dalla roccia la mineralità. Inconfondibile, caratteristico e caratteriale dicevamo.
E’ un vino “antico” molto naturale. Poca chimica sia in vigna che in cantina, fermentazione spontanea e niente chiarifiche e filtrazioni.
ll Terrano nasce dall’omonimo vitigno autoctono a bacca rossa e discende dal Refosco. Vini acidi ed aspri difficili da domare.
Insieme ad esso in Carso per completezza c’è, la Malvasia doc istriana meno aromatica e più minerale rispetto alle malvasie più famose. Curiosa la Vitovsk, interessante ibrido a metà fra Malvasia e Gerla (l’uva con cui in Veneto fanno il prosecco tanto per intendersi) e poi fra i distillati da assaggiare è sicuramente lo slivowitz


Terrano il vino, refosco il vitigno

Il Terrano è un vino seducente dai profumi intensi con gusto aspro e deciso che col passare del tempo diviene sempre più invitante.
Secco, colore rubino intenso, riflessi violacei e profumo selvatico ricco di frutti di bosco e violetta. In bocca è moderatamente tannico, con una forte acidità e un corpo vigoroso, ma di grande armonia. La gradazione moderata e l’acidità ne fanno il compagno ideale dei cibi della tradizione contadina locale. Fra tutti i deliziosi salumi e formaggi ma anche i più appetitosi piatti tipici del Carso. Selvaggina e i piatti di carne in genere, su tutti il maiale e la caratteristica jota, una minestra di fagioli e crauti. Ma sul Carso il Terrano non disdegna anche i pesci grassi come salmone e anguilla.

Dove degustarlo? Ma in un osmiza!

Il luogo migliore dove degustarlo è senza dubbio una Osmiza. Una di quelle case private, in genere costruzioni tipicamente carsiche, aperte per brevi periodi. Qui, a prezzi convenienti è possibile degustare i prelibati prodotti locali, serviti in tavola con il sorriso e la familiarità dei gestori del luogo.
E per panorama un affascinante scenario rurale affacciato sulle luci del golfo di Trieste.

Il Terrano, il  vino che racconta il Carso.