Amerino Tipico Festival 2023. I sapori dell’Umbria in passarella

Amerino Tipico Festival 2023. I sapori dell’Umbria in passarella

Si avvicina ad Amelia (Terni) l’atteso appuntamento con la prima edizione di “Amerino Tipico Festival”, che nel fine settimana di sabato 23 e domenica 24 settembre 2023 condurrà i partecipanti alla scoperta del paesaggio rurale e dei prodotti agroalimentari tipici del territorio dell’Amerino, comprendente 11 comuni della provincia di Terni nell’Umbria sud-occidentale. 

Veduta di Amelia

La festa dei prodotti dell’Amerino

Dopo l’inaugurazione del festival con la presentazione del Patto del cibo dell’Amerino e del Distretto del cibo “Amerino Tipico e il convegno scientifico sul tema “Olio, Vino, Paesaggio, Frutti Antichi”, il cartellone di eventi proseguirà con una serie di appuntamenti focalizzati sulle esperienze del cibo e sull’approfondimento conoscitivo dei prodotti tipici dell’Amerino, che traggono la loro unicità dalle caratteristiche peculiari di questa zona appartata dell’Umbria meridionale.
Si comincerà alle ore 15 nella Pinacoteca di Amelia con la degustazione guidata di salumi a cura di Onas (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Salumi), seguita alle ore 16 presso il Museo Civico Archeologico di Amelia, sala del Germanico, dall’esperienza di degustazione di Olio e.v.o. condotta da Federica Battaglini, sommelier dell’AISO (Associazione Italiana Sommelier dell’Olio), focalizzata sulla Dop Colli Amerini, che contrassegna un olio di qualità superiore, con profilo aromatico intenso, ricavato dalle varietà Frantoio, Leccino, Moraiolo, Dolce Agogia e Dolce Raggia, coltivate su pendii soleggiati e terreni argillosi, capaci di favore una maturazione lenta e completa dell’oliva, e sulla monocultivar Rajoolio e.v.o. rientrante nella Dop Colli Amerini prodotti dalla rara varietà denominata Rajo, di cui si trovano nel territorio amerino parecchi esemplari plurisecolari, con età variabile tra i 400 e i 600 anni.

Amelia

Sempre alle ore 16.00, presso la Pinacoteca, sarà protagonista di un incontro di degustazione la Fava Cottòra, Presidio Slow Food dell’Umbria, un ecotipo di legume, molto resistente, ancora coltivato su una superficie di 8 ettari nei comuni di Amelia e Guardea, mentre alle ore 17, nella Sala del Germanico, si avrà modo di partecipare a un percorso di degustazione del tartufo a cura di Brina Tartufi. Il pomeriggio all’insegna dei prodotti tipici si concluderà alle ore 18 in Pinacoteca con l’esperienza di degustazione dei formaggi guidata dal Maestro Assaggiatore Claudio Spallaccia a cura di ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi).


Olio evo, salumi, tartufi e formaggi: un quartetto di successo per quattro tour da provare

La giornata di domenica 24 settembre sarà scandita dai tre tour guidati alla scoperta del vino, dell’olio e dei sapori che costituiscono l’essenza del territorio dell’Amerino, oltre a un quarto tour incentrato sulla conoscenza del paesaggio e del cibo attraverso l’arte e la teatralità, tutti effettuati tramite servizio di bus navetta e con punto di ritrovo dei partecipanti alle ore 9 presso il Chiostro di San Francesco, dove si terrà la presentazione della mostra dei produttori, allestita nel chiostro dalle ore 10 alle 19 in entrambe le giornate del festival, e degli itinerari, la cui partenza è prevista alle ore 10.
 
Questo i quattro tour in programma:

Il tour dell’Olio
 condurrà i partecipanti, durante la mattinata, a scoprire gli ulivi secolari della varietà Rajo in località Montecampano, dove si potrà ammirare una distesa di oltre 300 esemplari, con chiome imponenti e una grande circonferenza del tronco, stimati tra i 400 e i 600 anni di età, per poi visitare l’antico frantoio, l’azienda agricolaL’Oliveto e il Frantoio Suatoni.
Al pomeriggio, dalle ore 15 alle 19, il percorso delle eccellenze olearie proseguirà con la sosta a Lugnano in Teverina dove ha sede la Collezione Mondiale di Ulivi Olea Mundi”, un vero tempio naturalistico con oltre 1.200 ulivi provenienti da 23 diversi Paesi olivicoli del Mediterraneo, Medio Oriente e delle nuove aree di coltivazione. Il tour proseguirà alla volta di Montecchio, dove si visiterà il Frantoio Ricci, con la possibilità di degustare l’olio Dop Colli Orvietani Monocultivar Moraiolo e si concluderà tra Lugnano e Porchiano presso l’agriturismo San Valentino, base perfetta per le escursioni alla ricerca dei Patriarchi dell’Amerino di Rajo e Moraiolo.

 

Il tour del Vino
 sarà incentrato sulla scoperta dei luoghi di produzione dei vini rientranti nella DOC Amelia, creata nel 1989 per tutelare e valorizzare la produzione vinicola da vitigni autoctoni dell’Amerino e dell’Umbria meridionale, in particolare Ciliegiolo, Grechetto, Malvasia e Sangiovese, che hanno trovato in quest’area così peculiare, la collocazione ideale per esprimere al massimo la loro potenzialità. In mattinata il tour toccherà le cantine Zanchi di Amelia, importante realtà imprenditoriale che nel 2008, in collaborazione con la facoltà di Agraria di Perugia, ha impiantato un vigneto sperimentale per il recupero e la valorizzazione dei vitigni minori del territorio di Amelia come il Tostolello a bacca bianca, l’agriturismo Pizzogallo, ambientato in una storica Tenuta risalente al Seicento, affacciata sulle incantevoli colline dell’Amerino, e infine la cantina Sandonna, con sede nel comune di Giove, impegnata da anni nella promozione dei vini da vitigni autoctoni, in primis Grechetto e Ciliegiolo. Nel pomeriggio si visiterà la fattoria Le Poggette, che coltiva 18 ettari di vigneto tra i comuni di Montecastrilli e San Gemini.  

Un momento di Andante

Il tour Andanteperformance di teatro-canto in cammino nella natura, sarà condotto dai sei attori del Faber Teater – Verdecoprente Umbria Fest 2023, ideatori dello spettacolo itinerante Andante, progetto vincitore del bando ART-WAVES per la creatività, che accompagneranno i partecipanti in un vero e proprio viaggio di parole e di suoni, di passi e di pensieri, capace di immergere gli spettatori in un’esperienza di ascolto, di sguardi e di relazioni, e di coinvolgerli in un affascinante percorso di scoperta articolato tra campi, boschi e cortili, e segnato da un movimento continuo del corpo e dell’anima. Il percorso, che avrà come meta il convento della Santissima Annunziata, prevede nel pomeriggio, un itinerario delle eccellenze con la visita alle cantine Zanchi, che da cinquant’anni producono vini esclusivi da vitigni autoctoni nel pieno rispetto della biodiversità; e alla società agricola CasaRà.

La fava cottona, presidio Slow Food

L’ultimo dei quattro percorsi guidati è il tour dei sapori che nella mattinata, sempre dalle ore 10, porterà a conoscere le farine dell’Antico Granaio Poppi Gaudenzi ad Attigliano, dove si produce pasta artigianale utilizzando farine da grano Senatore Cappelli “non OGM” di produzione aziendale e servendosi per la macinazione di un piccolo mulino a pietra. Il pomeriggio prevede invece soste alla società agricola CasaRà e al Birrificio Amerino, entrambi con sede nel comune di Amelia, all’azienda agricola Tamburini, specializzata nell’allevamento suino e nella lavorazione delle carni di maiale, con produzione di salumi secondo una metodologia naturale, e alla fattoria Le Poggette.

Vitigno amerino

Fitto anche il calendario degli incontri pomeridiani, sempre all’insegna del territorio e dell’enogastronomia: alle ore 15, nella Sala del Germanico, ci sarà la degustazione di tartufo a cura di Brina Tartufi e alle ore 16, presso la Pinacoteca, la degustazione di formaggi guidata dal Maestro Assaggiatore Claudio Spallaccia a cura di Onaf. Si proseguirà alle ore 17 nella Sala del Germanico con l’incontro su Vini autoctoni e frutti antichi, con degustazione guidata da Giampaolo Gravina e Paolo Arice, e nello stesso orario, all’interno della Pinacoteca, con l’esperienza di assaggio della Fava Cottòra dell’Amerino, Presidio Slow Food Umbria.
 

Verso la vendemmia 2023, le previsioni sull’annata da nord a sud

Verso la vendemmia 2023, le previsioni sull’annata da nord a sud

Ecco una fotografia della difficile vendemmia italiana 2023 tra focolai di peronospora e maltempo. Viaggio nel vino che verrà attraverso cinque importanti realtà enoiche italiane da nord a sud.
Il quadro che ne emerge è quello di una vendemmia non semplice, ma sicuramente di buona qualità. L’esperienza di cantine che sanno ottenere il meglio da un’annata non certo rose e fiori, in balia di eventi atmosferici e agenti patogeni.   

Vigneti in Valle Isarco

Alto Adige: cantina Valle Isarco e la vendemmia eroica

In Valle Isarco, in Alto Adige, il 2022 era stato un anno molto caldo e questo aveva fatto anticipare la vendemmia. Per il 2023 invece le previsioni sono da impugnare tronchetto e ceste in una data di inizio più usuale per Cantina Valle Isarco, ossia a metà settembre.
Nei 150 ettari della cantina sociale più giovane dell’Alto Adige, dislocati in piena area montuosa, la prima varietà a essere vendemmiata sarà il Müller Thurgau per poi proseguire dalle zone più basse, che partono dai 500 metri di Chiusa, dove le temperature sono più calde, per toccare poi quota 1000 metri di altitudine.
“La primavera quest’anno ha portato piogge eccessive in tutta Italia e l’Alto Adige non è stato risparmiato, ma i 135 soci della nostra cantina sono abituati a essere “eroi” – spiega il direttore generale Armin Gratl –. La vendemmia, che in questo territorio raggiunge una pendenza molto ripida e con stretti filari, costringe a una raccolta dei grappoli esclusivamente a mano e le forti piogge di maggio non hanno di certo spaventato la grande famiglia della Cantina Valle Isarco. Per combattere la pressione di peronospora siamo già abituati a interventi tempestivi e, seppur sia stata una primavera complicata, dove anche l’oidio si è fatto spazio con la forte umidità, per quest’anno è prevista addirittura una maggiore quantità di uva”. La speranza per le prossime settimane è che le piogge si regolino, ma in generale il particolare microclima dell’area, caratterizzato da calde giornate estive e rigide notti nel periodo della vendemmia, assicura ogni anno vini freschi, fruttati e ricchi di minerale contenuto

Vigneti in Trentino

Trentino: vendemmia al via verso fine agosto

“La grandine in Trentino in questa stagione 2023 ha fatto purtroppo diversi danni, fortunatamente i nostri vigneti sono in una posizione riparata e non hanno subito grossi danni. Inoltre, rispetto al 2022, le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono state perfette: condizioni, si sa, ottimali per le basi spumante. Temperature più calde di giorno e più fresche la notte permettono una lenta maturazione, una buona concentrazione delle componenti aromatiche dell’uva e un miglior bilanciamento tra acidi e zuccheri. In generale le condizioni meteo sono state migliori rispetto allo scorso anno in quanto nei mesi di maggio e giugno la pioggia ha preso il posto della siccità e ha cambiato lo scenario in meglio”, racconta Alessandra Stelzer, figlia dei fondatori e oggi amministratrice, con la sorella Maddalena, di Maso Martis. Sono queste le premesse che fanno pensare a Maso Martis a una buona vendemmia per quest’anno, con un raccolto superiore rispetto al 2022 sia in termini di quantità sia di qualità dovuto proprio alle condizioni meteorologiche a favore.
Difficile però è stata la gestione del vigneto in seguito alla diffusione di malattie come la peronospora e l’oidio, generalmente in contrasto tra loro.Le precipitazioni hanno permesso alla peronospora di proliferare e l’arrivo di umidità e del caldo del mese di luglio hanno contribuito all’insorgere dell’oidio. Ma gli interventi agronomici sono stati tempestivi e hanno fatto sì che le malattie siano state controllate in maniera più che soddisfacente. Le viti sono state prontamente trattate con rame e zolfo, e si è proceduto con una sfogliatura mirata per arieggiare i grappoli”, spiega Stelzer. Ricordiamo che Maso Martis opera in regime biologico dal 2013.
La vendemmia quest’anno è prevista verso fine agosto, intorno al 25, quasi 10 giorni dopo rispetto all’anno precedente, proprio perché la maturazione delle uve è stata più progressiva. È ancora presto per anticipare le caratteristiche che avranno le nuove annate, ma se il caldo non sarà eccessivo si potranno avere buoni aromi e profumi. 

Vendemmia In Maremma

Maremma: da annate complicate nascono vini buonissimi

La stagione nell’Alta Maremma Toscana è stata caratterizzata dagli eventi atmosferici che hanno coinvolto purtroppo tutta Italia, ovvero le forti piogge di maggio e il caldo umido, che hanno portato a ingenti pressioni di peronospora.
Quella di Biserno, con le sue tre tenute è un’annata che andrà interpretata bene, con una produzione leggermente inferiore ma senza cali significativi. “Adesso speriamo che la stagione estiva continui con caldo e sole per raggiungere buoni livelli qualitativi”.
A fare il quadro della situazione è Niccoló Marzichi Lenzi, amministratore delegato della boutique winery dei fratelli Antinori dislocata a Bibbona, a due passi da Bolgheri.
La raccolta sarà comunque stabile in funzione delle analisi chimiche e gustative che verranno effettuate sulle uve al fine di raccogliere sempre al meglio delle condizioni che si presenteranno. La situazione delle uve è costantemente monitorata e Biserno è riuscito a contenere gli attacchi di funghi e insetti come la tignola. La situazione sanitaria oggi è buona e l’ambiente è sano.
“L’annata 2023 potrebbe per certi aspetti ricordare la 2018 per quanto riguarda la presenza di peronospora, e quell’annata ha prodotto vini fini ed eleganti nonostante le difficoltà. Ricordiamo l’annata 2010 per la vendemmia complicata, ma a volte da annate difficili nascono vini buonissimi”, osserva Marzichi Lenzi.
Le prime varietà a essere vendemmiate a settembre saranno il Merlot, che necessita di più freschezza ed è anche il più precoce, a seguire Syrah, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e per ultimo il Petit Verdot. Rimane l’attesa di scoprire quali aromi si celeranno nella magia di questa vendemmia. 

Vendemmia in Umbria

Umbria: buona annata, ma grandi perdite in vigneto

Marco Caprai non ha dubbi: la vendemmia 2023 ricorda molto quella del 2013. Almeno fino a ora perché, si sa, con il meteo non c’è mai nulla di certo.
“Se le condizioni climatiche saranno, come sembra, normali, con un anticiclone che rinfrescherà questo agosto, ci aspettiamo un raccolto di buona qualità e una vendemmia leggermente più tardiva, che dovrebbe iniziare, almeno per noi, nella seconda metà di settembre. Attualmente, le vigne stanno ancora vegetando come fossero a maggio-giugno”, fa sapere Marco Caprai, alla guida della cantina simbolo del Sagrantino di Montefalco.
Ma proprio questa varietà è una delle più colpite dalla peronospora.Le perdite dovute a questa malattia, che non si presentava più da alcuni anni, sono state ingenti – prosegue Caprai -. Se a questo aggiungiamo la gelata primaverile avremo sicuramente un raccolto inferiore per qualche vigneto anche del 40%, in particolare per alcune varietà molto sensibili a certe tipologie di malattie come il Sagrantino”.
Una vendemmia, insomma, “che ci mette di fronte al fatto che dobbiamo puntare ancora di più sulla ricerca per aiutare alcune varietà a essere più resistenti alle condizioni climatiche avverse che si presentano in stagioni difficili come questa”.  

Vendemmia in Calabria

Calabria: stagione difficile, ma si raccoglierà uve di buona qualità

In base alle attuali previsioni, la vendemmia in Calabria sarà posticipata di una decina di giorni rispetto al 2022, anno che aveva visto schizzare le temperature accelerando la maturazione delle uve.
La produzione dei vini calabresi quest’anno stima una forte evidenza, anche del 40%, conseguenza delle abbondanti piogge cadute nel mese di maggio. Come in tutta Italia, in questo 2023 si è dovuto combattere, a causa del maltempo, contro la peronospora, che non ha purtroppo risparmiato l’azienda certificata biologica Santa Venere.
Ma se la quantità verrà pesantemente intaccata non si potrà dire lo stesso per la qualità, che sarà quasi superiore rispetto all’anno precedente, vista la concentrazione di tutte le sostanze su una minore quantità di grappoli. Le temperature in Calabria nelle ultime settimane sono state alte e in alcuni appezzamenti si è dovuto ricorrere all’irrigazione di soccorso, ma ad agosto si prevedeva temperature più basse. “Ci ​​attende una vendemmia non semplice, che ancora attende acqua, ma che contiamo essere, seppur in quantità ridotta, di buona qualità”, assicura Giuseppe Scala, alla guida di Santa Venere assieme al fratello Francesco. 

Arnaldo Caprai unica cantina italiana insignita del premio Onu “Welcome. Working for refugee integrazion”

Arnaldo Caprai unica cantina italiana insignita del premio Onu “Welcome. Working for refugee integrazion”

L’azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco (Perugia), è stata insignita dall’UNHCR per l’Italia (l’Agenzia ONU per i Rifugiati), la Santa Sede e San Marino del prestigioso riconoscimento “Welcome. Working for refugee integration”, unica cantina italiana ad essere premiata tra le aziende che hanno contribuito ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni. 


200 immigrati inseriti in cantina e in vigneto

Dal 2016 la Arnaldo Caprai ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno e altre associazioni locali impegnate nel sociale per l’inserimento di immigrati nel mondo del lavoro: nel tempo la Arnaldo Caprai ha dato la possibilità a oltre 200 persone richiedenti asilo di trovare un impiego in cantina.
Solo nell’ultimo triennio è stata data la possibilità a oltre 50 richiedenti asilo provenienti dal nord Africa di lavorare in vigneto durante diversi periodi dell’anno.
La collaborazione ha dato risultati molto promettenti visto che oltre il 60% degli immigrati entrati in azienda ha riconfermato la presenza negli anni successivi stabilizzando la propria posizione lavorativa. 


Un premio unico in Italia alla sostenibilità sociale

Un’attività che ben esprime la visione di sostenibilità sociale della Arnaldo Caprai e che rientra a pieno nel Patto Globale sui Rifugiati dell’UNHCR, che chiama il settore privato a svolgere un ruolo attivo nella gestione della crisi umanitaria dei rifugiati attraverso l’implementazione di strategie di integrazione che prendano in considerazione sia i bisogni dei rifugiati sia le caratteristiche delle aziende coinvolte al fine di realizzare percorsi di integrazione condivisi e partecipativi.
Per questo motivo, a partire dal 2017, l’UNHCR ha deciso di assegnare un riconoscimento alle aziende che in Italia si impegnano per favorire i processi d’integrazione lavorativa dei beneficiari di protezione internazionale. Tale riconoscimento avviene attraverso il conferimento, ogni anno, del logo “Welcome. Working for refugee integration”.


Marco Caprai un imprenditore illuminato

«Siamo onorati di aver ricevuto questo riconoscimento di grandissimo valore etico e morale – afferma Marco Caprai -. La sostenibilità di un’azienda non si sostanzia e non si risolve nella sola declinazione ambientale ed economica, perché un’impresa, a maggior ragione se agricola, e ancora di più se di vino, è parte integrante e attiva del territorio, protagonista anche della sua sostenibilità sociale.
Negli ultimi anni siamo cresciuti dimensionalmente e abbiamo quindi avuto la necessità di manodopera, ma anche la ferma volontà di affidarci a pratiche contrattuali limpide e giuste, grazie alla consulenza degli esperti di Confagricoltura, evitando di affidarci a ditte esterne per la manodopera necessaria: il welfare è un tema importante e serio per un’impresa che voglia essere realmente sostenibile». 
L’evento di premiazione, che ha visto riconosciute 167 imprese, si è tenuto oggi a Roma alle 17 presso l’Auditorium della Tecnica di Confindustria, in Via Tupini 65.   


Africa for Sagrantino

Arrivati in Italia con i famosi barconi, e poi redistribuiti nei diversi centri in giro per il Paese, quelli che hanno trovato il loro futuro nella prestigiosa cantina umbra che ha fatto rinascere il Sagrantino, «sono ragazzi che si prestano al sacrificio, arrivano alle 6 di mattina, tanti di loro in bicicletta, facendo 6-7 chilometri, alcuni in motorino e, via via che le condizioni economiche lo permettono, in automobile. Sono una risorsa importante – sottolinea Marco Caprai – e spesso e volentieri sono la parte migliore dei Paesi da cui scappano: molti di loro hanno studiato, ed è bello vedere che qui trovano un’opportunità, un posto in cui mettere radici. È una storia che sfata il mito dell’immigrazione che è soltanto un problema: non è così».  

Il lavoro e la formazione degli addetti sono da sempre al centro degli interessi della Arnaldo Caprai.  Per questo motivo l’azienda sviluppa programmi di training per sviluppare il potenziale dei propri dipendenti nel medio lungo termine ed è anche sede del corso ITS agroalimentare dell’Umbria per il settore vitivinicolo. Nei 5 anni di corso oltre 100 studenti hanno seguito lezioni in azienda e operato direttamente in vigneto e cantina. Una dozzina di studenti sono stati poi assunti al termine del corso.  

«La capacità di attrarre talenti è fondamentale e riteniamo – conclude Marco Caprai – che sia la formazione sia la sostenibilità sociale siano due elementi chiave per fare questo. Ci vuole talento per attrarre talenti, l’azienda è fatta di persone e non è solo il nostro vino a farci da brand ambassador: i nostri dipendenti sono i migliori testimonial che possiamo avere per comunicare in maniera chiara e trasparente i valori e la cultura della nostra cantina». 

 

Arriva l’Oscar dell’extra vergine. La finale a Perugia a marzo

Arriva l’Oscar dell’extra vergine. La finale a Perugia a marzo

Al via i lavori di selezione degli oli Extravergine di Oliva, Dop e IGP del concorso nazionale Ercole Olivario.
Febbraio 2023
sarà un mese all’insegna dell’olio di alta qualità, infatti, in tutte le regioni d’Italia si riuniranno panel di assaggio con degustatori accreditati, che degusteranno gli oli partecipanti alla XXXI edizione dell’”Oscar dell’Olio”, stabilendo quali etichette, per ciascuna regione, potranno entrare a far parte della rosa di finalisti che si contenderanno l’ambìto Tempietto di Ercole Olivario, contrassegno che identifica le vere eccellenze olearie italiane.

I numeri dell’edizione 2023

A partecipare a questa edizione 2023 dell’Ercole Olivario un crescendo di aziende provenienti da tutte le 17 regioni ad alta vocazione olivicola d’Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto).
Sono state infatti circa il 27% in più, rispetto al 2022, le aziende che hanno deciso di partecipare al concorso nazionale per questa edizione, mentre oltre il 50% in più sono state le aziende iscritte a “La Goccia d’Ercole”, la sezione a latere del concorso nazionale, alla sua seconda edizione, introdotta allo scopo di sostenere le piccole produzioni, che verranno giudicate da un’apposita giuria, che degusterà e valuterà gli oli, decretando quelli migliori, che saranno premiati durante le giornate finali del concorso nazionale.

In corso le selezioni regionali

La fase di selezione regionale dei finalisti dell’Ercole Olivario, resa possibile anche grazie al supporto tecnico di Agroqualità – società in house del Sistema Camerale Italiano che per il concorso Ercole Olivario si occupa, in alcune regioni, del prelievo diretto in azienda dei campioni di olio in gara, garantendo il rigore e la serietà che contraddistinguono da sempre l’Ercole Olivario – e del CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, che mette a disposizione un panel di assaggiatori accreditati per le selezioni regionali in cui non ci sono premi regionali ad hoc per la valutazione degli oli partecipanti – permetterà alla giuria nazionale, guidata dal capo panel Lorenzo Natale e composta da 16 degustatori professionisti provenienti da tutte le regioni partecipanti al concorso, di riunirsi a Perugia, dal 13 al 16 marzo 2023, per procedere all’assaggio degli oli giunti in finale proclamando i migliori oli d’Italia.
Tutti i produttori finalisti saranno invitati a ritrovarsi a Perugia nelle giornate finali della XXXI edizione del concorso nazionale Ercole Olivario, durante le quali potranno partecipare all’incontro formativo in programma venerdì 17 marzo presso il Teatro della Sapienza di Perugia. I vincitori verranno invece svelati e premiati nella mattinata di sabato 18 marzo, durante la cerimonia che si terrà presso la Sala dei Notari di Perugia.

5 viaggi a tema in Italia alla scoperta del tartufo

5 viaggi a tema in Italia alla scoperta del tartufo

5 mete imperdibili in cui stanarlo con il cane, degustarlo in versione classica o gourmet, imparare a cucinarlo da chef. Tra Molise, Umbria, Emilia e Alto Adige, l’inverno è profumatissimo.

Per gli amanti del turismo eco e slow, alla scoperta degli habitat prediletti del pregiato tartufo nero umbro: al Relais Borgo Campello a Campello sul Clitunno (PG) è tempo di raccolta tra dicembre e gennaio.
Luogo meraviglia da un antico borgo italiano recuperato, l’albergo diffuso tra i colli meno battuti dell’Umbria organizza un’esclusiva caccia al tartufo con il cavatore e il suo cane.
Rigenerante la camminata tra i boschi mentre ci si lascia sorprendere dal tesoro, ingrediente che finirà in tavola per la cena preparata dalla chef del relais. www.borgocampello.com/it/.

Da Borgotufi, albergo diffuso di Castel del Giudice (IS) in Molise, circondato dai boschi dell’Appennino molisano-abruzzese, si parte per una giornata nell’azienda agricola Le Tartufaie, per vivere un tour esperienziale alla scoperta delle varianti nere e bianco pregiato, dell’ambiente in cui nascono, e per partecipare alla cavatura con il tartufaio Antonio e la sua cagnolina Kelly. Poi, l’indimenticabile degustazione con menu a scelta con tartufo bianco o nero nella casetta vintage con vista. www.borgotufi.it

Non solo Alba. In Emilia-Romagna, Appennino modenese, il tartufo nero e quello bianco sono di casa. E si entra a casa dello Chef Paolo Balboni, al ristorante EXÉ di Fiorano Modenese (MO) che sul tesoro del bosco ha elaborato un menu indimenticabile. Prima dell’esperienza a tavola, un aperitivo imperdibile: il corso per preparare la celeberrima pasta all’uovo con la sfoglina, come nella migliore tradizione emiliana, e i consigli dello chef per preparare il tartufo come i grandi, con un’appetitosa lezione di cucina. Alla fine tutti promossi al gran banchetto finale. www.exerestaurant.com

Piccola capitate del Porcino IGP, i boschi della Valtaro, in provincia di Parma, custodiscono anche il prezioso fungo ipogeo. Si può andare a caccia fino a marzo, partecipando a “Una giornata da tartufaio” affiancati da una Guida Ambientale Escursionistica e con l’ausilio del cane da cerca. S’impara qui a individuare e raccogliere il tartufo, ma non finisce qui: lo chef Mario Marini dell’agriturismo “Il Cielo di Strela”, insegna ai partecipanti anche tutti i segreti per pulire e cucinare il tartufo nero. (Prenotazione obbligatoria: info@ilcielodistrela.it, www.turismovaltaro.it

Idea per gli innamorati in cerca di gusto e romanticismo: in Alta Valle Isarco, il Romantik Hotel Stafler di Vipiteno (BZ) con la firma dello Chef 2 Stelle Michelin Peter Girtler, organizza dal 18 novembre al 6 dicembre 2022 le Settimane del Tartufo.
Ricchissima l’offerta: due notti in camera o suite di charme con colazione regionale e buffet dolci nel pomeriggio, menu a scelta da 6 portate e un menu esclusivo a base di 5 specialità al tartufo nell’antica Gasthofstube, aperitivo con lo Chef Peter Girtler, e total relax nell’oasi benessere Romantica, con un buono wellness di 25 euro per un massaggio rilassante aromatico. Il prezzo per 2 notti è a partire da 351 euro a persona. www.romantikhotels.com