La Val di Chiana e le sue acque. Tutto quello che c’è da sapere

La Val di Chiana e le sue acque. Tutto quello che c’è da sapere

La Val di Chiana è una vallata unica nel suo genere. É una terra artificiale nata grazie alla mano dell’uomo. Lunga circa cento chilometri lungo le provincie di Siena,  Arezzo e Perugia deve il suo nome dal fiume Clanis. Un fiume che oggi di fatto non esiste più ma che in epoca etrusca e romana ha fatto la fortuna di questa zona.

Lago di Chiusi

Arezzo, Cortona e Chiusi: figlie del fiume Clanis

Il Clanis nasceva vicino ad Arezzo in prossimità dell’Arno. A differenza di questo però scorreva verso sud e confluiva nei pressi di Orvieto nel Paglia emissario del Tevere.
Il Clanis avendo una pendenza minima consentiva la navigabilità. Unici “sbalzi” solo nella tratta terminale e infatti nell’epoca di Nerone si costruirono delle chiuse ancora parzialmente visibili.
Tutto ciò favorì lo sviluppo della zona. Non a caso la prosperità di Arezzo, Cortona e Chiusi la si doveva al Clanis e alla sua vallata. Intense erano le lavorazioni agricole presenti grazie ad una rete di fossi perfettamente efficienti realizzate dagli idraulici etruschi. Già all’epoca si produceva e gustava il famoso aglione detto “porro di vigna”.

Lago di Montepulciano al tramonto

L’idea dell’inversione del fiume per salvare Roma

L’idea di creare una terra “artificiale” invertendo la pendenza e quindi il corso del Clanis venne ai Romani. La capitale dell’Impero doveva trovare soluzioni per salvarsi dalle periodiche inondazioni del Tevere. L’idea migliore sembrò proprio quella di invertire il corso del Clanis e scaricare così attraverso la Val di Chiana le piene del Tevere in Arno.

Acquitrini e paludi. Che fare?

Con la decadenza dell’Impero romano e delle lucumonie Arezzo, Cortona e Chiusi, la valle fertile si trasformò dopo l’abbandono. Le coltivazione lasciate a se stesse e con esse la mancata manutenzione dei corsi e dei fossi trasformarono la zona in palude e acquitrini. I boschi presero il sopravvento, le terre furono abbandonate e resistettero a vivere in vallata solo i monaci. Fu a quelli del Monastero di Santa Flora e Lucilla a cui si deve, per salvare i mulini e il loro sostentamento, l’unica opera idraulica. La Chiusa dei Monaci vicino Arezzo fu un opera “tampone” anche se essa stessa fu più volte distrutta dalle piene.
L‘oblio colpì la Val di Chiana fino a quando, in pieno Rinascimento, la cessione di proprietà religiose a casa Medici favorì l’idea della  bonifica.

Chiusa dei monaci

La grande bonifica

La Val di Chiana che conosciamo oggi è una terra fertile considerata il granaio di Toscana. Un granaio nato grazie all’ingegno dell’uomo dato che questa terra è “artificiale” e figlia della grande bonifica. Una bonifica iniziata in epoca medicea e che ha trovato il suo clou in epoca lorenense.
La Val di Chiana, per semplificare, è una valle nata dall’inversione dei corsi d’acqua e delle altimetrie. Cuore di questo sistema idraulico il Fosso Maestro che contro ogni regola naturale porta in Arno le acque dei laghi di Chiusi e Montepulciano. Un andamento “innaturale” da sud a nord realizzato grazie a imponenti e innovative opere idrauliche. Opere che nell’arco di alcuni secoli oltre a ridare vita alla valle l’hanno trasformata in un museo a cielo aperto di tecnica idraulica e bonifica.

Callone di Valiano

Bonifica sì, ma come farla?

Una grande opera è sempre frutto di discussioni e confronti e la bonifica della Val di Chiana non è sfuggita a queste regole non scritte. Dal Seicento in poi si contrapposero due scuole di pensiero su come realizzarla. Da un lato chi era convinto che la soluzione doveva essere bonificare tramite essiccazione della palude, dall’altro chi proponeva la colmata.
Per realizzare l’essiccazione era necessario abbassare la Chiusa dei Medici, procedere allo scavo di un canale maestro con pendenza verso l’Arno. Per realizzare la colmata mediante l’alluvione controllata dei torrenti era invece necessario rialzare la parte centro-meridionale della valle. Operazione necessaria ad acquisire la pendenza necessaria a far poi defluire le acque.
Primo fautore dell’essiccazione, nel 1635, il matematico Andrea Gaci che si presentò al cospetto di Ferdinando II con un progetto completo che fu però ignorato. Il progetto fu ripreso dieci anni dopo dal famoso idraulico Famiano Michelini, ma il Granduca chiese l’opinione al primo matematico di corte: Evangelista Torricelli. Torricelli studiando le carte sostenne che la pendenza del Canale Maestro era scarsa e la sezione dello stesso non sufficiente a convogliare la portata. Troppa l’acqua che doveva defluire dalla vallata. Così Torricelli relazionò al Granduca che era preferibile bonificare con il metodo della colmata e non dell’essiccazione.
Lo scontro fra le due tesi tu appassionante e coinvolse politici ed uomini illustri dell’epoca. Alla fine prevalse Torricelli e nel 1645 si avviarono nella zona sud della valle le prime colmate.

Sentiero della Bonifica

Dai Medici e Torricelli ai Lorena e Fossombroni

Mentre i Medici si estinguevano dopo Gian Gastone e il potere di Firenze passava alla dinastia Lorena si riaccese il dibattito sulla bonifica in Val di Chiana. I due partiti fra favorevoli all’essiccazione e favorevoli alla colmata tornarono a scontrarsi.
Pro essiccazione era Leonardo Ximenes e a favore della colmata Vittorio Fossombroni. Anche in questo caso vinsero i fautori della colmata. Per i Lorena la bonifica della Val di Chiana era opera primaria e per questo nominarono Fossombroni sovrintendente alla bonifica.
Fossombroni dopo aver sottoposto al Granduca Pietro Leopoldo il suo “Memorie idrauliche storiche sopra la Val di Chiana” si mise al lavoro “colmando” l’intera vallata. Un lavoro complesso e coordinato di colmate che durò circa 40 anni come il suo incarico. Non solo. Fossombroni col suo savoir faire riuscì anche a siglare con il confinante Stato della Chiesa un’intesa per mettere nero su bianco l’inversione del bacino idrografico.
Lo stesso che tanti anni prima i Romani volevano “imporre” alla neonata Firenze per affrancarsi dalle piene del Tevere.


Il sentiero della Bonifica: un percorso turistico per chi ama viaggiare lento

Oggi questa maestosa opera d’ingegneria idraulica che ha reso fertile la Val di Chiana si è trasformata anche in un interessante percorso turistico.
Un percorso perfetto per appassionati del viaggio slow, che sia a piedi o soprattutto in bicicletta.
La riscoperta della lentezza non è solo l’ideale per scoprire la Val di Chiana. Viaggiando in bicicletta di fianco ai canali si può fare un viaggio nella storia che va dagli Etruschi ad oggi.
Il sentiero della Bonifica non a caso inizia a Chiusi nel labirinto di Porsenna, il celebre re etrusco di questa lucumonia che osò sfidare e sconfiggere Roma. Il viaggio etrusco passa poi ad Arezzo patria della celebre Chimera in bronzo. Fra le leggende e i misteri che avvolgono questo popolo si scoprono mura e necropoli prima di arrivare a Cortona. Usciti dalla storia si entra nella natura più intonsa continuando a percorrere questo sentiero suddiviso in cinque itinerari fra cui scegliere il preferito o da percorrere a tappe.
L’acqua,  materia prima dominante la si ritrova nei laghi di Chiusi e di Montepulciano autentiche oasi di natura ricchi di flora e fauna censiti dal Cnr come biotipi importanti di grande interesse.
Un consiglio finale. Quando sarete immersi nel percorso ascoltate solo il rumore dei vostri passi o della ruota della vostra bici. Tutt’al più lasciatevi guidare dalla brezza del vento e dal richiamo degli animali.

Ponte a Buriano

Cosa vedere lungo il Sentiero della Bonifica

Oltre ai laghi di Chiusi e Montepulciano con la possibilità di fare birdwatching e un giro in barca sul lago altre le cose da vedere. Scopriamo quali sono le più interessanti.
Tante le opere, soprattutto idrauliche legate alla bonifica, da ammirare. Il Callone di Valiano è una delle opere più interessanti da ammirare della bonifica settecentesca. Si tratta di un imponente opera il cui scopo era regolamentare il flusso delle acque che provenivano dai laghi di Chiusi e Montepulciano.
La Botte allo Strozzo, altra opera maestosa di ingegneria idraulica dello stesso periodo, ci mostra invece sono si regolava l’incrocio fra i due canali.
La colmata di Brolio è invece un classico esempio di come si realizzavano le colmate attraverso il deposito di detriti che servivano per alzare il suolo.
Il sentiero attraversa anche alcuni dei tanti dei frutteti presenti in Valdichiana. Alberi ricchi di susine e prugne si alternano ai nostri lati, ma su tutte soffermatevi ad assaggiare la mela rugginosa. Una specialità del luogo.
Infine da non perdere alle porte di Arezzo il Ponte di Buriano. Sarebbe “solo” un bel ponte antico ad arcate se intorno ad esso non fosse legata la leggenda. Pare infatti che sia il ponte presente nello sfondo della Gioconda.
Una traccia possibile che conferma la leggenda che anche il genio di Vinci abbia operato per togliere dalle paludi la vallata.

Quando e come percorrere il Sentiero della Bonifica

Un bel percorso da farsi a tappe per una full immersion nella natura. Prendetevi solo una bicicletta e una settimana di tempo. Il sentiero che si snoda da Chiusi ad Arezzo misura in lunghezza 62 chilometri. Tutti però pianeggianti e con scarsi dislivelli.
Unica pecca è che il percorso si trova in una zona umida per cui non è consigliabile percorrerlo in estate con le temperature molto alte.
L’ideale sarebbe programmare l’escursione in primavera o in autunno, Ma attenti alle piogge perché in questi casi, specie se copiose, potrebbero esserci alcune zone impraticabili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chianina: tutti i segreti della bistecca perfetta

Chianina: tutti i segreti della bistecca perfetta

Chianina la regina delle bistecche? Iniziamo interrogandoci perchè c’è molto da dire sull’argomento. La Val di Chiana non è solo paesaggisticamente una delle zone più belle della Toscana ma anche storia, tradizione, arte e prodotti straordinari. La Val di Chiana è anche patria di una delle razze bovine più conosciute al mondo e che dalla valldichiana prende il suo nome: la Chianina. Quella che regala la straordinaria bistecca alla fiorentina.

Franco Vannini, Visualhunt.com

Dagli Etruschi alla grande bonifica

Chianina la regina delle bistecche, la regina degli allevamenti italiani che pascola sulle colline che separano Toscana, Umbria e Lazio fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani.
Una razza autoctona che veniva utilizzata da questi antichi popoli nei loro cortei più spettacolari e come sacrificio verso gli dei.
Una razza bovina sicuramente tenace e forte. A testimonianza di questo carattere il suo legame indissolubile anche con la grande bonifica. Quella grande opera realizzata dagli ingegneri della corte lorenense che ha trasformato la Val di Chiana. Eravamo fra il XVIII e il XIX secolo quando da malevola palude la zona si è diventata fertile terra agricola.


Chianina la regina delle bistecche. Ecco l’identikit

Un animale bello, elegante, grande e col candido manto che ha sempre affascinato e anche intimorito. Molto grande al punto da essere considerato il gigante bovino. Raggiunge infatti anche i 200 cm al garrese e il peso di 1700 kg. Ha anche il record di essere una delle razze più antiche al mondo ed è molto pregiata. La testa della razza Chianina è leggera ed elegante e le sue corna sono corte e piccole. Il collo non è molto lungo ma è molto muscoloso il corpo ampio e le cosce lunghe. Il candore del suo mantello non è solo la caratteristica che lo identifica ma ciò che lo rende resistente alle temperature elevate e al sole. per questo è la chianina la regina delle bistecche.


I valori nutrizionali della chianina: la carne con l’osso

La Val di Chiana è considerato il granaio di Toscana e la patria della Chianina. Non solo. Oggi è famosa per tanti suoi straordinari prodotti. Fra cui l’aglione protagonista di un grande rilancio e il vino Nobile di Montepulciano.
Tornando alla famosa bistecca con l’ossoT steck come la chiamano gli americani c’è da dire che oltre che essere gustosa è salutare. La chianina la regina delle bistecche ha carne non solo succolenta ma ottima dal punto di vista nutrizionale. La Chianina si identifica per l’alto valore nutrizionale smentendo che la carne rossa sia sempre troppo grassa e non troppo salutare.
Mangiare una bistecca alla fiorentina significa nutrirsi con un taglio di carne naturalmente ricco di proteine e povero di colesterolo.
I grassi contenuti in ogni bistecca di Chianina Igp sono davvero pochi. In media il 3% con un oscillazione che va da 0.5% a un massimo del 7%. Le proteine sono presenti oltre il 20%. Valore questo che insieme al contenuto in ferro e al rapporto fra acidi grassi saturi e insaturi la rende davvero un toccasana.


Ma quanto costa?

Difficile indicare un prezzo standard per la bistecca di Chianina. Il consumatore al ristorante spesso è confuso ma è necessario fornire un indicazione.
Tutto dipende dal taglio, anche se per fiorentina s’intende quella col filetto. Attenzione anche ad un altro aspetto. Oggi si può trovare Chianina anche in Asia, Russia, Stati Uniti e America del Sud semplicemente perché esemplari di questa razza sono allevati ovunque. Ma è diverso anche il costo. L’indicazione che di seguito vi diamo si riferisce solo a quella originale. Quella certificata e garantita dall’Indicazione Geografica Protegga (Igp) del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale. Il prezzo indicativo va quindi da un minimo di 35 euro al chilogrammo a un massimo anche oltre 100 euro al chilogrammo.


Come cucinare una bistecca perfetta

Se volete cucinare a casa vostra una bistecca perfetta seguite alcune regole fondamentali.
Togliete la bistecca dal frigorifero per tempo. Ideale sarebbe circa tre ore prima da quando si prevede di cuocerla. Questa attenzione è fondamentale perché lo shock termico a cui è sottoposta la carne rischia di farle perdere i succhi.
Se in casa non avete un giardino dove poter cuocere la bistecca sulla griglia andate al ristorante. La padella o la bistecchiera sono alternative casalinghe ma i risultati non sono certo ideali.
La bistecca quindi si cuoce solo sulla griglia perché la brace che sprigiona calore lo fa all’intensità perfetta per questo taglio.


La bistecca la si inizia a cuocere quindi solo quando la fiamma dal fuoco è scomparsa e rimane solo la brace incandescente.

Una volta adagiata sulla griglia la carne deve cuocere circa 5 minuti. Trascorso questo tempo la bistecca va girata e si ripete la cottura dall’altro lato. Attenzione però a non bucarla con la forchetta quando la si gira per non rischiare di far fuoriuscire i succhi. Finito anche l’altro lato ponete la bistecca sulla griglia in verticale appoggiata sull’osso e lasciate trascorrere altri cinque minuti.
Adesso che la vostra bistecca sarà pronta ricordate che va girata una volta sola sulla griglia. Salatela solo a fine cottura e meglio se con sale di tipo Maldon. Per chi lo gradisce solo adesso si può condire la fiorentina con un filo d’olio extra vergine d’oliva toscano.


L’hamburger di Chianina

Oggi è questo una delle modalità in cui è più gradito mangiare la Chianina. Nasce dalla modalità street food, ma ha conquistato presto non solo il pubblico giovane.
Il grande successo dell’hamburger di Chianina lo si deve in parte a un noto brand che ha deciso di adottare questa gustosa e magra carne nel suo menù. Crediamo però che il successo di questa formula sia in realtà un mix fra la frenesia moderna e la voglia di esterofilia.
Oggi non c’è food truck o locale alla moda che non metta in menù l’hamburger di Chianina in molte varianti.
Unica certezza è che la Chianina nel panino avendo un prezzo più popolare ha sdoganato questa carne a tutti i palati.
Rimane un dubbio: meglio un modaiolo hamburger di Chianina o una classica bistecca alla fiorentina?

Maledetto Toscano: nasce il primo caveau del Sigaro Toscano con oltre 5mila sigari da collezione

Maledetto Toscano: nasce il primo caveau del Sigaro Toscano con oltre 5mila sigari da collezione

Ventitre anni di Maledetto Toscano celebrati con una festa domenica 11 settembre nella Cantina Bindella (a Montepulciano, Siena) aperto a tutti gli appassionati dello Slow Smoke e del “bien vivre”. Protagonisti, oltre al “Toscano”, i tanti prodotti di eccellenza che in questi anni hanno accompagnato l’evoluzione del club

Ci sono voluti ventitrè anni di pazienza per avere il primo Caveau del Sigaro Toscano. Ventitrè anni come la storia di uno dei primi club al Toscano dedicato, il Maeledetto Toscano che nel 1999 faceva i suoi primi passi. Questo spazio conterrà oltre 5mila sigari Toscani, della collezione privata del Club, tra cui spiccano circa 800 pezzi di “Moro” e altri pezzi da collezione nel tempo messi “da parte” dai membri del Maledetto Toscano. Si tratta di un caveau in grado di tenere una umidificazione stabile a circa il 72% di umidità con una temperatura controllata di 18-20 gradi centrigradi. Lo stesso ha a disposizione delle “locked”, cassettiere private ed esclusive nelle quali ogni singolo socio potrà decidere di conservare i propri sigari. Domenica 11 settembre così, nella ricorrenza del compleanno del club, questo Caveau sarà inaugurato in una sede, per ora provvisoria, a Foiano della Chiana (Ar), città che, insieme a quella di Montepulciano (Si), ha visto nascere non solo il club, ma anche sede di una delle strutture più importanti della lavorazione del Sigaro Toscano. «Non vogliamo definirlo “museo”, ma archivio sì, perché questo spazio conterrà migliaia di sigari Toscani, è uno degli unici, sicuramente realizzato da privati, in Italia e nel mondo e sarà utilizzato soprattutto a fini didattici, degustativi e al contempo storici, perché il Sigaro Toscano è storia e cultura e in questo spazio, realizzato per altro da Dearte, azienda italiana leader in ebanistica per sigari, abbiamo dei pezzi rarissimi e in alcuni casi quasi ormai introvabili», commenta uno dei fondatori e oggi presidente del Maledetto Toscano, Stefano Fanticelli.

Il compleanno del Club si svolgerà quindi domenica 11 settembre, con un programma che prenderà il via appunto a Foiano della Chiana alle 11.30 con l’inaugurazione del Caveau e un brindisi con una etichetta speciale prodotta da Ferrari Spumanti e dalla Famiglia Lunelli per l’occasione. Il tutto sarà accompagnato da una fumata di un mezzo sigaro al motto del Re Vittorio Emanuele II “Un mezzo sigaro toscano e una croce da cavaliere non si negano a nessuno”. Subito dopo sarà raggiunta invece la sede della festa del Club, che sarà la nuova ed eclettica cantina di Bindella, a Montepulciano, patria del Vino Nobile. Qui sarà la mano dello chef Luca Biancucci a dare forma a un menu che si realizzerà in omaggio al Sigaro e in abbinamento con il Vino Nobile di Montepulciano e agli altri vini della cantina. Finirà la giornata una fumata guidata accompagnata dalla China Clementi e dal Ciocciolato Vestri. Il Club Maledetto Toscano festeggia così ventitré anni non solo di cultura del sigaro, ma anche di riflessioni sulla letteratura, sulla musica, sulla cultura. Una storia di promozione della “toscanità” e del Made in Italy del gusto e delle eccellenze, il tutto accompagnato da un grande prodotto riconosciuto per le proprie caratteristiche in tutto il mondo: il “Sigaro Toscano”. Il programma è aperto a soci e non soci. Per prenotazioni sarà possibile contattare il 3396729919.

Il club Maledetto Toscano, ventitre anni di fumata lenta. Era il 1999 quando due amici Roberto Fanticelli e Aroldo Marconi lontano dai grossi centri, senza nessuno che contava alle spalle, distanti da quelli che  facevano tendenza, sparpagliati fra Montepulciano e Montecatini, fra due valli incantate (Valdichiana e Valdinievole), immersi nella profonda provincia toscana hanno lentamente costruito un piccolo quanto stabile punto di riferimento per gli appassionati del sigaro, coinvolgendo otto amici pionieri appassionati del buon vivere dando vita al Maledetto Toscano ,l’ispirazione del nome al club presa dal libro Maledetti Toscani di Curzio Malaparte che identificava a pieno l’ideale del club “Se è cosa difficile essere italiano, difficilissima cosa è l’esser toscano” .Il logo con il toscano per eccellenza Dante Alighieri che si fa accendere il sigaro da un diavolo, che sottolinea lo spirito di chi non si vuol prendere sul serio fino in fondo. Oggi il Club Maledetto Toscano ha ancora lo stesso desidero e amore di condividere i piaceri di una buona fumata con i molti associati in tutta Italia e non solo. Ha partner internazionali e accompagna il Made in Italy in tutto il mondo attraverso degustazioni guidate dai propri esperti.

Progetto EDEN, premiato a Roma l’ambito turistico della Valdichiana Senese

Progetto EDEN, premiato a Roma l’ambito turistico della Valdichiana Senese

[:it]Sarà l’ambito turistico della Valdichiana Senese, ed i suoi nove comuni (Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda) a rappresentare l’Italia nella rete europea di destinazioni d’eccellenza EDEN. Un importante riconoscimento ottenuto a seguito della vittoria del bando EDEN da parte della Valdichiana senese e della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese grazie al progetto “VAL.S.L.O.W.”.

La consegna del premio oggi a Roma, presso la Sala Spadolini del Ministero per i Beni Culturali e del Turismo. La cerimonia, alla quale sono intervenuti Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretaria di Stato delegato al turismo, e Gianni Bastianelli, Direttore Esecutivo Enit, è stata anche l’occasione per presentare pubblicamente il modello di gestione del turismo dell’ambito, il primo ad essere stato costituito. Presenti anche il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini –  capofila della gestione associata dell’ambito Valdichiana senese –, il presidente Doriano Bui e lo staff della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese  e i sindaci dei comuni della Valdichiana Senese.

“Questo riconoscimento – commenta con soddisfazione l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo – rende merito al gran lavoro fatto da tutti i comuni e dai diversi attori del sistema turistico della Valdichiana. Hanno colto appieno lo spirito della legge regionale che invitava i territori a fare gioco di squadra programmando azioni in maniera congiunta in ottica di Ambito Turistico e, come per la candidatura avanzata come Città europea dello sport, arrivano i giusti risultati. Caratterizzare questa parte di Toscana come ‘paradiso del benessere’, legandola al buon vino e alla sostenibilità a livello europeo, avrà certamente ricadute positive a breve termine. Il ‘wellness’ come motivazione di viaggio rappresenta un segmento in continua ascesa. Per la Toscana, ai vertici nazionali per quantità di terme, le potenzialità da sfruttare sono altissime. Il lavoro in questi anni è stato impostato con l’obiettivo di destagionalizzare e delocalizzare i grandi flussi turistici, oggi concentrati nei grandi centri culturali, verso tutti i nostri territori. Mi auguro quindi che di ‘eden’ ce ne possano essere molti altri per confermare il primato di regione del ‘buon vivere’”.

Anche Michele Angiolini, che ricopre anche il ruolo di delegato al turismo e marketing territoriale di ANCI Toscana, ha sottolineato l’importanza del valore del lavorare insieme. “Questo risultato è frutto di un percorso intrapreso da tempo dai Comuni della Valdichiana Senese a seguito della nuova governance del turismo della Regione Toscana. Un modello vincente  che fa dell’ambito un punto di riferimento della stessa Regione  per le politiche della promozione territoriale. Diverse sono ormai le occasioni in cui, con soddisfazione,  l’ambito Valdichiana Senese ha  ricevuto riconoscimenti ed è stato individuato come best practices oltre ad aver avuto finanziamenti per progettualità specifiche. Noi continueremo a lavorare in squadra e c on entusiasmo per poter garantire benefici all’economia dei nostri territori e dei nostri operatori”.

“Le motivazioni del riconoscimento – ha aggiunto Doriano Bui – sono dettate dalla capacità di progettare insieme e di proporre un’offerta integrata di prodotti turistici della Valdichiana Senese. Come ha ribadito la Sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi, sviluppare un sistema di turismo sostenibile significa creare un sistema che favorisca la permanenza nei territori, creare occupazione e ricadute economiche positive. E la Valdichiana Senese ci sta riuscendo. La vittoria dell’ambito turistico e del  progetto redatto dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese è anche la conferma del valore delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e del loro fondamentale ruolo nello sviluppo dei territori”.[:en]Sarà l’ambito turistico della Valdichiana Senese, ed i suoi nove comuni (Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda) a rappresentare l’Italia nella rete europea di destinazioni d’eccellenza EDEN. Un importante riconoscimento ottenuto a seguito della vittoria del bando EDEN da parte della Valdichiana senese e della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese grazie al progetto “VAL.S.L.O.W.”.

La consegna del premio oggi a Roma, presso la Sala Spadolini del Ministero per i Beni Culturali e del Turismo. La cerimonia, alla quale sono intervenuti Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretaria di Stato delegato al turismo, e Gianni Bastianelli, Direttore Esecutivo Enit, è stata anche l’occasione per presentare pubblicamente il modello di gestione del turismo dell’ambito, il primo ad essere stato costituito. Presenti anche il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini –  capofila della gestione associata dell’ambito Valdichiana senese –, il presidente Doriano Bui e lo staff della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese  e i sindaci dei comuni della Valdichiana Senese.

“Questo riconoscimento – commenta con soddisfazione l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo – rende merito al gran lavoro fatto da tutti i comuni e dai diversi attori del sistema turistico della Valdichiana. Hanno colto appieno lo spirito della legge regionale che invitava i territori a fare gioco di squadra programmando azioni in maniera congiunta in ottica di Ambito Turistico e, come per la candidatura avanzata come Città europea dello sport, arrivano i giusti risultati. Caratterizzare questa parte di Toscana come ‘paradiso del benessere’, legandola al buon vino e alla sostenibilità a livello europeo, avrà certamente ricadute positive a breve termine. Il ‘wellness’ come motivazione di viaggio rappresenta un segmento in continua ascesa. Per la Toscana, ai vertici nazionali per quantità di terme, le potenzialità da sfruttare sono altissime. Il lavoro in questi anni è stato impostato con l’obiettivo di destagionalizzare e delocalizzare i grandi flussi turistici, oggi concentrati nei grandi centri culturali, verso tutti i nostri territori. Mi auguro quindi che di ‘eden’ ce ne possano essere molti altri per confermare il primato di regione del ‘buon vivere’”.

Anche Michele Angiolini, che ricopre anche il ruolo di delegato al turismo e marketing territoriale di ANCI Toscana, ha sottolineato l’importanza del valore del lavorare insieme. “Questo risultato è frutto di un percorso intrapreso da tempo dai Comuni della Valdichiana Senese a seguito della nuova governance del turismo della Regione Toscana. Un modello vincente  che fa dell’ambito un punto di riferimento della stessa Regione  per le politiche della promozione territoriale. Diverse sono ormai le occasioni in cui, con soddisfazione,  l’ambito Valdichiana Senese ha  ricevuto riconoscimenti ed è stato individuato come best practices oltre ad aver avuto finanziamenti per progettualità specifiche. Noi continueremo a lavorare in squadra e c on entusiasmo per poter garantire benefici all’economia dei nostri territori e dei nostri operatori”.

“Le motivazioni del riconoscimento – ha aggiunto Doriano Bui – sono dettate dalla capacità di progettare insieme e di proporre un’offerta integrata di prodotti turistici della Valdichiana Senese. Come ha ribadito la Sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi, sviluppare un sistema di turismo sostenibile significa creare un sistema che favorisca la permanenza nei territori, creare occupazione e ricadute economiche positive. E la Valdichiana Senese ci sta riuscendo. La vittoria dell’ambito turistico e del  progetto redatto dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese è anche la conferma del valore delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e del loro fondamentale ruolo nello sviluppo dei territori”.[:]

Dal 25 maggio al 3 giugno Valdichiana in festa per il ‘Gigante bianco’

Dal 25 maggio al 3 giugno Valdichiana in festa per il ‘Gigante bianco’

[:it]La Valdichiana si prepara ad ospitare il maggior evento dedicato alla chianina nella sua zona d’origine.
Da venerdì 25 a domenica 27 maggio e da venerdì 1 a domenica 3 giugno torna “La valle del Gigante Bianco” che, giunta alla quattordicesima edizione, proporrà un doppio fine settimana ricco di iniziative orientate alla valorizzazione e alla scoperta della razza bovina, proponendo rievocazioni storiche, visite agli allevamenti, percorsi cicloturistici, convegni e, ovviamente, cene e degustazioni. La rassegna, organizzata dagli Amici della chianina in collaborazione con il comune di Sinalunga e il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale, ha sede principale a Bettolle ma sarà poi dislocata anche in altri Comuni aretini e senesi della vallata, con il coinvolgimento di tante associazioni, enti e istituzioni.< /p>

L’evento è collegato al progetto ‘I percorsi del Gigante Bianco’, che già nei mesi scorsi ha visto iniziative disseminate sul territorio, tra cui il treno speciale dello scorso 7 ottobre, partito da Arezzo e arrivato a Sinalunga con a bordo cicloturisti iscritti ad una pedalata tra le colline della Valdichiana e gli iscritti al convegno sulla ‘valorizzazione delle linee ferroviarie minori attraverso il collegamento con percorsi cicloturistici’.

“Il ‘Gigante bianco’ è un simbolo e una ricchezza della nostra tradizione e della nostra cultura, oltre che delle nostre tavole – ha spiegato l’assessore Ceccarelli – l’organizzazione di giornate speciali o iniziative come il ‘treno del gigante bianco’, sono un modo per valorizzare questo solenne bovino e promuovere i territori che sono la sua culla. Allo stesso tempo vogliamo mostrare come lo sviluppo di un tipo di mobilità e di turismo più lento e sano, sia utile e produttivo per il territorio”. “La Toscana ha molte aree splendide da esplorare ma lontane dai grandi flussi turistici – ha concluso Ceccarelli – crediamo l’intermodalità treno-bici possa rappresentare una leva di sviluppo importate in questo senso. La Regione sta lavorando per costruire in Toscana un sistema di ciclovie in grado di competere con i gra ndi itinerari ciclabili europei e al tempo stesso stiamo valorizzando le linee ferroviarie minori, anche attraverso iniziative come queste. Credo che la Val di Chiana abbia tutte le carte in regola per essere una protagonista di questo scenario”.

“La chianina – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – è uno dei grandi ambasciatori del mondo rurale e della gastronomia toscana nel mondo. Metterla al centro di una manifestazion così ricca e articolata è un’idea giusta e vincente perché consentirà di valorizzare questa preziosa e antica razza bovina proprio nel suo territorio, consentendo a un pubblico vastissimo di conoscere da vicino e di apprezzare le qualità culturali, artistiche e gastronomiche di tutta l’area. “Nei due week-end in cui si svilupperà la manifestazione – prosegue Remaschi – il ‘Gigante bianco’ riuscirà anche nell’intento di unire tutta la Valdichiana, nei suoi comuni senesi e aretini, permettendo di valorizzare coralmente una delle zone rurali più pregiate della nostra regione”.

“La valle del ‘Gigante bianco’ – spiega Giovanni Corti, presidente degli Amici della Chianina – vuole valorizzare la chianina come un motore per lo sviluppo socio-economico dell’intero territorio, collegandosi a tantissimi settori: quello enogastronomico legato all’alimentazione, quello rurale-agricolo legato a tanti allevatori e produttori, quello culturale legato alla storia della zona, quello turistico legato alla scoperta lenta e sostenibile di una vallata piena di ricchezze. I due fine settimana proporranno un’irripetibile occasione per scoprire le tradizioni e le eccellenze dell’intera Valdichiana».

“La valle del Gigante Bianco” si aprirà alle 17.00 del 26 maggio con “La grande disfida della chianina” che proporrà un momento formativo per la conoscenza della chianina attraverso la degustazione di diversi tipi di carne, mentre la sera si terrà la cena di degustazione “100 bistecche di Chianina – Limited Edition” dedicata al taglio più pregiato del bovino.

Il giorno successivo si terrà la nona rievocazione del Matrimonio Contadino con una vera e propria ricostruzione in abiti d’epoca della tipica cerimonia nuziale agricola degli anni ’50, oltre alla prima ciclo-pedalata “Borghi & Chianina” che porterà alla scoperta turistica degli antichi borghi fortificati e delle fattorie monumentali di Sinalunga.

Il secondo fine settimana, invece, sarà caratterizzato per tutti i tre giorni da “Stalle di chianina aperte” che proporrà una visita ai cinque principali allevamenti di razza chianina dislocati nella vallata e, a livello gastronomico, troverà il proprio apice con la cena di venerdì 1 giugno “Chianina in tavola” che servirà la chianina nelle varie ricette della tradizione. I sei giorni de “La valle del Gigante Bianco” proporranno poi tante altre attività per grandi e piccoli, oltre alla possibilità di provare le degustazioni dell’Osteria della Chianina e del cibo di strada dello Streetfood del “Gigante Bianco”.[:en]La Valdichiana si prepara ad ospitare il maggior evento dedicato alla chianina nella sua zona d’origine.
Da venerdì 25 a domenica 27 maggio e da venerdì 1 a domenica 3 giugno torna “La valle del Gigante Bianco” che, giunta alla quattordicesima edizione, proporrà un doppio fine settimana ricco di iniziative orientate alla valorizzazione e alla scoperta della razza bovina, proponendo rievocazioni storiche, visite agli allevamenti, percorsi cicloturistici, convegni e, ovviamente, cene e degustazioni. La rassegna, organizzata dagli Amici della chianina in collaborazione con il comune di Sinalunga e il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale, ha sede principale a Bettolle ma sarà poi dislocata anche in altri Comuni aretini e senesi della vallata, con il coinvolgimento di tante associazioni, enti e istituzioni.< /p>

L’evento è collegato al progetto ‘I percorsi del Gigante Bianco’, che già nei mesi scorsi ha visto iniziative disseminate sul territorio, tra cui il treno speciale dello scorso 7 ottobre, partito da Arezzo e arrivato a Sinalunga con a bordo cicloturisti iscritti ad una pedalata tra le colline della Valdichiana e gli iscritti al convegno sulla ‘valorizzazione delle linee ferroviarie minori attraverso il collegamento con percorsi cicloturistici’.

“Il ‘Gigante bianco’ è un simbolo e una ricchezza della nostra tradizione e della nostra cultura, oltre che delle nostre tavole – ha spiegato l’assessore Ceccarelli – l’organizzazione di giornate speciali o iniziative come il ‘treno del gigante bianco’, sono un modo per valorizzare questo solenne bovino e promuovere i territori che sono la sua culla. Allo stesso tempo vogliamo mostrare come lo sviluppo di un tipo di mobilità e di turismo più lento e sano, sia utile e produttivo per il territorio”. “La Toscana ha molte aree splendide da esplorare ma lontane dai grandi flussi turistici – ha concluso Ceccarelli – crediamo l’intermodalità treno-bici possa rappresentare una leva di sviluppo importate in questo senso. La Regione sta lavorando per costruire in Toscana un sistema di ciclovie in grado di competere con i gra ndi itinerari ciclabili europei e al tempo stesso stiamo valorizzando le linee ferroviarie minori, anche attraverso iniziative come queste. Credo che la Val di Chiana abbia tutte le carte in regola per essere una protagonista di questo scenario”.

“La chianina – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – è uno dei grandi ambasciatori del mondo rurale e della gastronomia toscana nel mondo. Metterla al centro di una manifestazion così ricca e articolata è un’idea giusta e vincente perché consentirà di valorizzare questa preziosa e antica razza bovina proprio nel suo territorio, consentendo a un pubblico vastissimo di conoscere da vicino e di apprezzare le qualità culturali, artistiche e gastronomiche di tutta l’area. “Nei due week-end in cui si svilupperà la manifestazione – prosegue Remaschi – il ‘Gigante bianco’ riuscirà anche nell’intento di unire tutta la Valdichiana, nei suoi comuni senesi e aretini, permettendo di valorizzare coralmente una delle zone rurali più pregiate della nostra regione”.

“La valle del ‘Gigante bianco’ – spiega Giovanni Corti, presidente degli Amici della Chianina – vuole valorizzare la chianina come un motore per lo sviluppo socio-economico dell’intero territorio, collegandosi a tantissimi settori: quello enogastronomico legato all’alimentazione, quello rurale-agricolo legato a tanti allevatori e produttori, quello culturale legato alla storia della zona, quello turistico legato alla scoperta lenta e sostenibile di una vallata piena di ricchezze. I due fine settimana proporranno un’irripetibile occasione per scoprire le tradizioni e le eccellenze dell’intera Valdichiana».

“La valle del Gigante Bianco” si aprirà alle 17.00 del 26 maggio con “La grande disfida della chianina” che proporrà un momento formativo per la conoscenza della chianina attraverso la degustazione di diversi tipi di carne, mentre la sera si terrà la cena di degustazione “100 bistecche di Chianina – Limited Edition” dedicata al taglio più pregiato del bovino.

Il giorno successivo si terrà la nona rievocazione del Matrimonio Contadino con una vera e propria ricostruzione in abiti d’epoca della tipica cerimonia nuziale agricola degli anni ’50, oltre alla prima ciclo-pedalata “Borghi & Chianina” che porterà alla scoperta turistica degli antichi borghi fortificati e delle fattorie monumentali di Sinalunga.

Il secondo fine settimana, invece, sarà caratterizzato per tutti i tre giorni da “Stalle di chianina aperte” che proporrà una visita ai cinque principali allevamenti di razza chianina dislocati nella vallata e, a livello gastronomico, troverà il proprio apice con la cena di venerdì 1 giugno “Chianina in tavola” che servirà la chianina nelle varie ricette della tradizione. I sei giorni de “La valle del Gigante Bianco” proporranno poi tante altre attività per grandi e piccoli, oltre alla possibilità di provare le degustazioni dell’Osteria della Chianina e del cibo di strada dello Streetfood del “Gigante Bianco”.[:]